Vannacci: «Mia figlia gay? Sostegno, ma la indirizzerei verso l’eterosessualità»

«Se mia figlia mi confessasse di essere gay o fluida la supporterei, ma cercherei di indirizzarla verso l’eterosessualità». Così Roberto Vannacci in un’intervista esclusiva su Chi, in edicola dal 4 ottobre, in riferimento alle polemiche suscitate da alcune affermazioni contenute nel suo libro “Il mondo al contrario“, in particolare sul tema dell’omosessualità. «Io sarei razzista perché ho scritto che i gay non sono normali? Io stesso ho deciso di essere anormale fin da piccolo; l’anormalità è la mia scelta di vita. La rivendico», dice.

Vannacci: «Mai avrei immaginato questo polverone. Devo cavalcare l’onda perché non mi travolga»

Nell’intervista Vannacci confessa di non avere nessun problema con gli omosessuali. «Ho solo detto che non rientrano nella maggioranza della popolazione. Costituiscono una minoranza, proprio come me, per le scelte che ho fatto. Io sono l’esempio vivente di una persona “non normale”». E poi fa una riflessione sulla presenza di omosessuali nel mondo dell’esercito: «Sul lavoro, personalmente non ne conosco: credo ce ne siano, ma non ne parlano, non è un argomento che nell’esercito venga affrontato di frequente». E, per quanto riguarda le donne, aggiunge: «Quanto alle donne nell’esercito, nessuna preclusione, a parità di rendimento». Conclude, infine, spiegando che il suo libro l’ha scritto «per soddisfazione personale», mettendo insieme gli articoli «su ambiente, energia e nuove città». Il resto? «Sono riflessioni personali: tanto che tra me e me lo chiamo “il libro delle banalità”, mai avrei immaginato questo polverone». Ora che è stato sostituito al comando, ci si chiede quale sia il suo nuovo obiettivo. «Io resto un soldato – risponde -. Devo cavalcare l’onda perché non mi travolga. Dimostrare che non sono omofobo, razzista o russofilo. Poi si vedrà».

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