Silvio Berlusconi sarà iscritto nel Famedio di Milano

Silvio Berlusconi, scomparso il 12 giugno 2023 all’età di 86 anni, sarà iscritto al Famedio, il pantheon dei milanesi illustri. Lo ha stabilito la Commissione consultiva del Comune per le onoranze al Famedio che ha approvato i nomi delle 14 personalità che il 2 novembre saranno iscritte nel Pantheon di Milano, all’interno del Cimitero Monumentale. Sul nome dell’ex premier è stato trovato il consenso anche della maggioranza di centrosinistra. Queste le parole del sindaco Beppe Sala a margine della celebrazione per il 163esimo anniversario della Polizia locale: «Ci sono tante cose che ci vedono divisi tra maggioranza e minoranza. Su questioni del genere io tenderei a evitare ogni possibilità di divisioni e non vorrei lasciare malcontento che non serve». A fare richiesta di iscrizione era stato Alessandro De Chirico, capogruppo di Forza Italia nel capoluogo.

Tra gli illustri anche Manzoni, Gaber e Carla Fracci

Il Famedio, anche noto come Tempio della Fama, è stato realizzato tra il 1884 e il 1887 ed è un luogo adibito alla sepoltura, alla celebrazione e al ricordo dei milanesi di origine o di adozione (compresi gli ospiti e i cittadini onorari) che attraverso opere e azioni hanno reso illustre la città e l’Italia. Il regolamento fissa a tre le categorie di cittadini considerati degni di passare alla storia: gli “illustri” per meriti letterari, artistici, scientifici o atti insigni, i “benemeriti” che per virtù proprie hanno recato benefici e fama alla città e i “distinti nella storia patria” che hanno contribuito all’evoluzione nazionale. Per ricevere gli onori del Famedio non occorre esservi tumulati – molti dei personaggi ricordati nelle lapidi all’interno sono infatti sepolti in altre zone del Monumentale o in altre città. L’elenco delle personalità ivi ricordate comprende Alessandro Manzoni (che riposa fisicamente al centro del luogo, in un sarcofago disegnato da Carlo Maciachini), Carlo Cattaneo, Salvatore Quasimodo, Carla Fracci, Dario Fo, Giorgio Gaber, Paolo Grassi, Enzo Jannacci e Alda Merini, Giovanni Raboni.

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