Daily Archives: 21 Settembre 2023

Francesco Guccini annuncia il nuovo album Canzoni da Osteria

Francesco Guccini torna con un nuovo progetto discografico. Il cantante accompagnerà ancora una volta i suoi fedeli ascoltatori tra le sue melodie del cuore e le immagini evocative dei suoi ricordi con Canzoni da osteria, il suo 26esimo disco in uscita il 10 novembre 2023 per BMG (e dal 21 settembre disponibile in preorder).

È una particolare raccolta di canti popolari

Naturale prosecuzione di Canzoni da intorto (il disco che ha segnato il ritorno Francesco Guccini dopo 10 anni di silenzio, nonché vincitore della Targa Tenco per la categoria Interprete di canzoni), Canzoni da osteria sarà una particolare raccolta di canti popolari selezionati dal Maestro. Tutti i brani inclusi nel progetto sono infatti stati rivisitati in una chiave molto personale, dando così vita a un suggestivo viaggio tra culture e tradizioni nascoste, veri e propri gioielli del repertorio nazionale e internazionale. Gli arrangiamenti dei pezzi sono stati curati da Fabio Ilacqua, che ne ha seguito anche la produzione artistica affiancato da Stefano Giungato.

Sarà disponibile in cinque formati

Canzoni da osteria sarà disponibile in commercio in cinque diversi formati: CD, CD limited edition – maxi formato, vinile e vinile special edition (edizione limitata numerata e colorata). Francesco Guccini ha inoltre in serbo per i veri intenditori una piccola chicca: l’album sarà infatti acquistabile anche in uno speciale doppio vinile edizione esclusiva con tracce strumentali – incisione diretta dai mix (in edizione limitata e numerata). Almeno per il momento, l’artista originario di Modena ha deciso di non rivelare la tracklist completa del progetto con l’indicazione di tutti i pezzi contenuti al suo interno. Bisognerà dunque avere un po’ di pazienza prima di poter scoprire quali canzoni il cantautore ha selezionato per questa sua nuova attesa fatica discografica.

Rupert Murdoch lascia la presidenza di Fox e News Corp

Rupert Murdoch ha lasciato il ruolo di presidente di Fox e News Corp. Ad assumere l’incarico sarà il figlio Lachlan Murdoch. La notizia è stata diffusa dai media americani. Il 92enne lascerà la presidenza di Fox e News Corp in novembre e sarà nominato presidente emerito delle due società.

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«Per la mia intera vita professionale sono stato impegnato ogni giorno con le news e le idee e questo non cambierà. Ma questo è il momento giusto per me per assumere ruoli diversi», ha detto Murdoch in una nota allo staff di Fox e News Corp riportata dal Wall Street Journal.

Murdoch ha poi rassicurato sul futuro del suo impero: «Le nostre aziende sono in salute. Le nostre opportunità superano le nostre sfide commerciali. Abbiamo tutti i motivi per essere ottimisti per i prossimi anni».

Renzi strappa una deputata a Calenda e critica Meloni: «Doveva andare da Biden, non in pizzeria»

Matteo Renzi ha presentato tre volti nuovi all’interno di Italia Viva, tra cui anche la deputata Isabella Del Monte, che lascia Azione e Carlo Calenda. Il cambio di casacca suona come uno smacco tra ex alleati, in risposta al passaggio, in direzione opposta, dell’ex ministra Elena Bonetti, che ha lasciato Iv per affiancare Calenda. Gli altri nomi presentati a Roma da Renzi sono stati l’assessora della Regione Sardegna Anita Pili e la consigliera comunale di Genova Arianna Viscogli, entrambe di area di centrodestra. E il leader di Italia Viva ne ha anche approfittato per attaccare Giorgia Meloni, rea di non aver partecipato al vertice con Joe Biden ma di essere andata in pizzeria a New York.

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Renzi strappa una deputata a Calenda e critica Meloni «Doveva andare da Biden, non in pizzeria»
Arianna Viscogliosi, Isabella Del Monte, Matteo Renzi, Raffaella Paita e Anita Pili (Imagoeconomica).

Renzi sui nuovi ingressi: «Italia Viva ha porte aperte»

Il leader di Italia Viva, durante la conferenza stampa, ha parlato di «tante adesioni che arricchiscono il cammino congressuale di Italia Viva». Poi ha ricordato come Pili, Viscogliosi e Del Monte «si aggiungono all’abbandono di Fi da parte di Maurizio Sguanci e del Pd di Rosa Maria Di Giorgi in polemica con la linea della Schlein». E ha difeso il proprio operato: «Italia Viva è un partito con le porte aperte, sia per chi vuole andare sia per chi vuole venire. Leggo di gente in fuga, di Italia Viva in crisi. Se la gente in fuga vuol dire più consiglieri regionali, più parlamentari e presenza più forte sul territorio allora viva la fuga».

L’attacco a Meloni: «Stringere alleanze, non andare in pizzeria»

Matteo Renzi ha poi attaccato la premier Giorgia Meloni: «Avrebbe dovuto essere al vertice con Joe Biden e non in pizzeria. Perché quel vertice non era solo, come ha lasciato intendere una velina di Palazzo Chigi, una photo opportunity. Quei vertici servono per stabilire relazioni, s’incontrano centinaia di capi di governo, e se vuoi in Europa e nel mondo vuoi giocare un ruolo lo devi fare stringendo alleanze, non andando in pizzeria».

Renzi strappa una deputata a Calenda e critica Meloni «Doveva andare da Biden, non in pizzeria»
Giorgia Meloni all’Onu (Getty Images).

Rugby: amichevole Padova-Rovigo con rissa, 62 squalificati

È risaputo che quelle tra Petrarca Padova e Femi-Cz Rovigo sono partite particolarmente accese, vista l’acerrima rivalità fra le due squadre, ma il fatto che l’amichevole di venerdì scorso al Battaglini abbia provocato ben 62 squalifiche, rese note giovedì 21 settembre dal giudice sportivo della Fir, stabilisce un record.

La rissa a quattro minuti dalla fine

Tutto è cominciato a quattro minuti dalla fine del match, quando Facundo Diederich del Rovigo ha subito un placcaggio pericoloso dal petrarchino Matteo Panunzi e ha reagito colpendolo con dei pugni sulla testa che hanno scatenato una rissa generale, in cui sono stati molto pochi i giocatori che non hanno perso la testa. Ora Diederich e Panunzi sono stati puniti con tre settimane di squalifica, ma in totale sono scattate 62 sanzioni, 30 a carico del Rovigo e 32 del Petrarca.

Migranti, Sergio Mattarella: «Le regole di Dublino sono preistoria»

«Il tema migratorio è un fenomeno globale. Abbiamo incontrato alcune esperienze messe in campo qui a piazza Armerina, non solo per accogliere i migranti che hanno attraversato sofferenze indicibili ma anche per integrarli incentivando programmi nei paesi d’origine per migliorare la loro vita nei loro paesi, dove resterebbero volentieri se non fossero spinti da fame, guerra, persecuzione e terrorismi. Abbiamo affrontato questi temi in concreto». Lo ha affermato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una dichiarazione alla stampa a Siracusa dopo l’incontro con il presidente tedesco Frank Walter Steinmeier.

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«Le regole di Dublino sono preistoria»

«La dimensione e caratteristica globale del fenomeno dei migranti ha molte cause che sono anche ambientali e di violenze. Di fronte a questo» ha aggiunto «occorre studiare e definire soluzioni nuove e coraggiose e non superficiali e approssimative. Soluzioni europee da studiare approfonditamente e con serietà da parte dei governi. I 10 punti di von der Leyen sono interessanti. Il problema esiste e non si rimuove ignorandolo lasciando spazio ai crudeli trafficanti». Per Mattarella «le regole di Dublino sono preistoria, era un altro mondo, non c’era una migrazione di massa, è come fare un salto in un’altra era storica. Sono una cosa fuori dalla realtà». Il Capo dello Stato ha poi sottolineato che tra Italia e Germania vi è «uno spirito collaborativo ai massimi livelli».

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Steinmeier: gli approdi devono diminuire

Il presidente tedesco Frank Walter Steinmeier dopo l’incontro con il presidente della Repubblica: «Abbiamo parlato della migrazione e del rafforzamento della cooperazione con i paesi d’origine. Dobbiamo adoperarci perché il numero degli approdi diminuiscano e abbiamo bisogno di soluzioni europee». E ancora: «Dal febbraio scorso ci troviamo in una situazione che non avremmo mai voluto vedere, a cominciare dalla guerra in Ucraina. In Europa dobbiamo occuparci della sicurezza, c’è coesione e compattezza nel sostegno a Kyiv. E sono grato al sostegno che l’Italia dà all’Ucraina e di questo la ringrazio».

Arabia Saudita, Bin Salman: «Se l’Iran avrà armi nucleari, le avremo anche noi»

Se l’Iran avrà un’arma nucleare, anche l’Arabia Saudita si muoverà per procurarsene uno. Ad affermarlo il principe ereditario Mohammed Bin Salman durante un’intervista all’americana Fox News, raro intervento a una televisione occidentale. «Siamo molto preoccupati dal fatto che qualsiasi Paese possa dotarsi di armi nucleari», ha spiegato l’erede al trono di Riad. «Ogni Paese che dovesse però utilizzarle in un conflitto sarà in guerra con tutto il mondo». Ha poi aggiunto che non è possibile «tollerare una nuova Hiroshima e non ha senso possedere armi atomiche in quanto non si possono usare». Non si tratta del primo avvertimento da parte di Bin Salman, che già nel 2018 aveva suggerito una possibile corsa al nucleare da parte dell’Arabia Saudita. Affermazioni che mettono in dubbio il possibile accordo, al momento in fase di negoziazione, di cooperazione con gli Stati Uniti.

Bin Salman: «Arabia Saudita e Israele sempre più vicini»

Durante l’intervista, Mohammed Bin Salman ha potuto parlare anche dei rapporti fra l’Arabia Saudita e Israele. «Ogni giorno siamo più vicini a normalizzare le relazioni», ha detto il principe saudita, negando pertanto i rumors secondo cui i colloqui fossero sospesi. «La questione palestinese, tuttavia, rimane per noi molto importante da risolvere». Come ha spiegato anche Ap News, Riad sta discutendo un importante accordo con gli Usa per stringere rapporti diplomatici con Israele in cambio di un patto di difesa americano per respingere l’influenza della Cina e dell’aiuto nello sviluppo del programma nucleare civile. «Dobbiamo risolvere il problema», ha proseguito Bin Salman. «Finora ci sono stati però buoni negoziati. Vogliamo facilitare la vita dei palestinesi e rendere Israele un attore importante del Medio Oriente».

Bin Salman ha confermato a Fox News progressi nei rapporti fra Israele e Arabia Saudita. E sul caso Khashoggi nega ogni coinvolgimento.
Mohammed Bin Salman ha concesso un’intervista a Fox News (Getty Images).

L’intervista di Mohammed Bin Salman è andata in onda poche ore dopo l’incontro fra Joe Biden e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a New York. Secondo Associated Press, il presidente americano ha espresso preoccupazione per il trattamento riservato ai palestinesi in Israele e ha poi esortato lo stesso premier a prendere provvedimenti per migliorare le condizioni in Cisgiordania. Dal canto suo, quest’ultimo si è detto soddisfatto dell’incontro, «che potrebbe favorire notevolmente la conclusione del conflitto arabo-israeliano e facilitare la creazione di un corridoio economico che colleghi Asia, Europa e Medio Oriente». Sulla questione, il principe ereditario dell’Arabia Saudita ha confermato di essere disposto a collaborare con chiunque si renda necessario per «portare la calma nella regione».

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Il caso Khashoggi e gli investimenti nello sport

Bin Salman ha negato ogni suo coinvolgimento nell’omicidio di Jamal Khashoggi, dissidente ucciso nel 2018 secondo gli americani in un’operazione approvata dal principe. «È stato molto doloroso», ha invece detto a Fox News. «Tutti i responsabili hanno scontato la pena in prigione. Abbiamo riformato il nostro sistema di sicurezza per evitare che questo tipo di errori non si ripetano». Nel corso dell’intervista spazio anche per i ricchi investimenti nello sport, soprattutto nel calcio e nel golf, e alle accuse di spendere enormi somme di denaro per migliorare l’immagine del Paese. «Se continueranno a far crescere il Pil dell’Arabia Saudita, noi continueremo a fare sportwashing», ha concluso ironicamente Bin Salman.

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Università, tornano le tende contro il caro affitti: «Uno studente su tre non può pagare la stanza»

A Milano sono già tornate, a Roma si ripartirà dal 25 settembre a La Sapienza: gli studenti universitari di tanti atenei italiani si preparano a protestare nuovamente in tenda. La protesta sul caro affitti dello scorso maggio riparte in concomitanza con l’apertura dell’anno accademico. Dopo la capitale toccherà agli universitari di Bologna, Modena e Lecce. Poi gli altri atenei e infine la manifestazione del 7 ottobre, di nuovo a Roma. La scelta di manifestare nasce da quanto evidenziato dall’indagine nazionale condotta da Cgil, Unione degli universitari e Sunia: uno studente su tre non riesce a pagare una stanza.

Il dossier: il 46 per cento incappato in truffe e annunci falsi

Nel documento si parla di circa 820 mila universitari fuori sede in tutta Italia. E se uno su tre non può pagare l’affitto di una stanza, uno su due ha lamentato costi troppo alti o condizioni non all’altezza, descrivendo le case come troppo piccole o invivibili. Il dossier evidenzia anche come il 46 per cento di studenti e studentesse è incappato in truffe o annunci falsi. Il 14 per cento, invece, ha segnalato di aver trovato soltanto appartamenti per universitarie, restando fuori. E anche gli studenti stranieri hanno un problema simile: in centinaia hanno segnalato padroni di casa che li rifiutano per il Paese d’origine.

Università, tornano le tende contro il caro affitti: «Uno studente su tre non può pagare la stanza»
Striscioni davanti alla Sapienza durante la manifestazione di maggio (Imagoeconomica).

La Cgil: «Difficoltà gravi per il 29 per cento»

La segretaria confederale della Cgil, Daniela Barbaresi, ha commentato: «Il caro vita sta colpendo duro. Gli universitari sono una delle categorie in maggiore difficoltà economica. La spesa più consistente è sicuramente quella dell’alloggio, che di conseguenza erode risorse a migliaia di famiglie. Secondo i dati preliminari in nostro possesso, il 29 per cento degli universitari è in grave difficoltà nel pagare affitto e bollette. C’è bisogno di un intervento economico urgente».

La denuncia del Sunia: «Troppi affitti in nero»

A denunciarlo è anche il segretario generale del Sunia, Stefano Chiappelli, che ha sottolineato come «il diritto alla casa e il diritto allo studio» siano «continuamente violati». Poi ha spiegato: «A preoccuparci è anche il numero di affitti in nero, troppi sembrano dichiarare di non avere un contratto regolare, e quasi il 40 per cento degli studenti lo accetterebbe pur di risparmiare qualcosa. È evidente che lo studente è la parte debole del rapporto contrattuale e deve essere maggiormente tutelato dai soprusi e dalle speculazioni di un mercato locatizio fuori controllo».

Università, tornano le tende contro il caro affitti: «Uno studente su tre non può pagare la stanza»
La protesta degli studenti a Roma (Imagoeconomica).

L’Udu: «Investire in residenze universitarie pubbliche»

La coordinatrice dell’Udu Camilla Piredda ha rincarato la dose: «Stiamo ancora raccogliendo risposte da tutta Italia da parte di studenti che non riescono a permettersi tutti i rincari. In moltissimi ci segnalano enormi difficoltà nel trovare alloggio». E l’Unione degli universitari ha parlato anche della cabina di regia a Palazzo Chigi istituita dalla ministra dell’Università, Anna Maria Bernini: «La convocazione della cabina di regia sugli alloggi universitari seguita alla rimodulazione della quarta rata del Pnrr non risolve i problemi che abbiamo segnalato sulla condizione allarmante per gli universitari fuorisede. Il governo continua a concentrare gran parte delle risorse sugli studentati privati, finanziando camere che arrivano a costare 1000 euro al mese. Bisogna cambiare strada e investire seriamente nelle residenze universitarie pubbliche».

Le polemiche sul volantino di una discoteca che ritrae una ragazza ubriaca che vomita

Una ragazza china su un gabinetto che vomita: questa è l’immagine scelta da una discoteca di Monfumo (Treviso) per pubblicizzare, attraverso volantini e immagini sui social, una serata prevista per il 30 settembre 2023.

La presidente di Protection4Kids: «Alimenta la cultura dello stupro»

La festa, dal titolo Sballo. La notte senza freni ha fatto lievitare varie proteste, tra cui quella del presidente della provincia di Treviso Stefano Marcon. Attraverso l’associazione Protection4Kids, sollecitata dallo stesso Marcon, la presidente Annachiara Sarto è intervenuta in un video sul web, definendo il linguaggio usato dagli organizzatori «misogino, sessista e maschilista» e che «alimenta la cultura dello stupro». La direzione del locale, in risposta, ha sostenuto di essere stata «male interpretata», decidendo di eliminare il volantino e di modificare il nome dell’evento.

Brasile, allarme rosso per il caldo: previsti fino a 41 gradi

L’Istituto nazionale di meteorologia (Imet) del Brasile ha emesso un allarme rosso per l’ondata di caldo che colpisce tutto il Paese e dove, giovedì 21 settembre 2023, in diversi capoluoghi la temperatura potrebbe superare i 35 gradi.

Sulla costa di San Paolo si potrebbero raggiungere picchi di 41 gradi

In totale, nove Stati sono in allerta: San Paolo, Rio de Janeiro, Minas Gerais, Pará, Tocantis, Mato Grosso, Mato Grosso do Sul, Goiás e Paraná. A San Paolo, la città più grande e popolosa del Paese, la temperatura potrebbe raggiungere i 33 gradi nel pomeriggio, mentre nel suo entroterra le temperature dovrebbero salire fino a 38 gradi, secondo l’istituto Climatempo. Per domenica 24 settembre è previsto un massimo di 41 gradi su alcune spiagge della costa di San Paolo. A causa della canicola, 10 tende e ambulanze sono state installate in punti strategici della megalopoli per soccorrere i senzatetto e i venditori ambulanti. Gli addetti municipali distribuiscono acqua, berretti e frutta per proteggere la popolazione più vulnerabile. Il governo di Tocantins, in Amazzonia, ha raccomandato alle scuole di sospendere le attività fisiche all’aperto. Nel capoluogo, Palmas, i termometri potrebbero raggiungere i 40 gradi.

Finge il suicidio e scompare per dieci anni: ritrovato in Grecia

Si chiama Adamo Guerra e la sua storia sta facendo il giro d’Italia. Nel luglio 2013 ha lasciato tre lettere ai familiari in cui ha annunciato l’intenzione di suicidarsi. Poi è sparito nel nulla dopo essersi imbarcato per Patrasso, mentre la sua auto è stata trovata al porto di Ancona con i documenti, telefono e ogni dispositivo elettronico. Dopo di che, nessuna notizia, tanto da far temere il peggio e cioè che l’uomo si fosse suicidato davvero, gettandosi dalla nave. Ma il corpo non è mai stato trovato e a distanza di dieci anni arriva la svolta. La trasmissione Chi l’ha visto? lo ha trovato in Grecia, dove nel frattempo ha creato una nuova vita.

La lettera ai genitori: «Adesso è il momento di farla finita»

In una delle lettere, Adamo Guerra, classe ’67 di Imola, ha scritto ai genitori: «Ciao mamma e papà, non ho molte parole da dire, ma purtroppo è andata sempre male. E adesso è arrivato il momento di farla finita. Cercherò di fare bene almeno questo ultimo passo per risparmiarvi il dolore di un funerale. Mi raccomando solo una cosa, la più importante: date una mano a Raffaella e alle bambine. Io non ci sono riuscito fino in fondo. Restano ancora alcuni anni difficili». Sono stati i primi a trovare la missiva. Le altre due sono state scritte all’allora moglie Raffaela Borghi, con cui l’uomo ha due figlie, e a un collega. A quest’ultimo ha spiegato anche le ragioni del suicidio: «Ho dovuto trattenere gli incassi dei conti per chiudere un debito pericoloso per la mia famiglia».

Finge il suicidio e scompare per dieci anni ritrovato in Grecia
In studio la ex moglie Raffaella e la madre

Raffaella ha chiesto il divorzio nel 2022

Dopo di che, la scomparsa. Le indagini partite nel 2013 si sono interrotte nel 2015, quando la Procura di Bologna ha deciso di archiviare il caso come «presumibile suicidio». Intanto Raffaella, ancora sposata con Adamo all’epoca dei fatti, ha creduto si fosse gettato dalla nave e cresciuto le figlie. Si è fatta poi seguire da una psicologa, che l’ha incitata ad andare avanti. E così ha fatto, chiedendo il divorzio. Una scelta che ha dato il via alla svolta perché l’avvocato della donna ha scoperto nel febbraio 2022 che l’uomo è risultato iscritto all’Aire, l’Associazione degli italiani residente all’estero, e che abita a Patrasso. Grazie all’associazione Penelope e a Chi l’ha visto?, è stato ritrovato.

Guerra: «Facciamo che non mi avete mai trovato»

A trovarlo è stato l’inviato Francesco Paolo Del Re, che non ha appena lo ha incrociato gli ha chiesto se fosse proprio il signor Adamo. Dopo la risposta affermativa, l’uomo ha capito di essere stato scoperto. Il giornalista gli ha spiegato che «pensavamo che fosse morto». Lui ha risposto: «Facciamo che non mi avete mai trovato e finisce qui». In tv, l’ex moglie ha commentato: «Non è un umano. Non è un uomo. Non è un padre». Adesso si andrà in tribunale.

La Lega contro il direttore del museo Egizio di Torino Greco: «Va cacciato subito»

«Christian Greco, direttore del museo Egizio di Torino, faccia un gesto di dignità e si dimetta. Faremo di tutto per cacciarlo e chiediamo al ministro della Cultura Sangiuliano di cacciarlo se non si dimette lui». Sono queste le dichiarazioni del vicesegretario della Lega Andrea Crippa, rilasciate in un’intervista ad Affaritaliani.it.

La condanna e l’assoluzione

Crippa ripercorre cosa accadde prima e dopo la denuncia sporta nei suoi confronti dal direttore del museo: «Qualche anno fa, Greco decise uno sconto solo per i cittadini musulmani e io chiesi ai cittadini di protestare inondando il centralino di telefonate. Lui mi denunciò, fui condannato in primo grado e assolto in secondo, vincendo la causa. È un direttore di sinistra che ha gestito il museo Egizio di Torino in modo ideologico e razzista contro gli italiani e i cittadini di religione cristiana. Ha fatto sconti solo per i musulmani e mai per chi professa altre religioni. Va cacciato subito, meglio quindi se fa un gesto di dignità e se ne va lui».

«Un razzista contro gli italiani»

Il vicesegretario della Lega ha poi aggiunto: «Incredibile che dopo aver gestito il museo in modo ideologico ora chieda di mantenere la poltrona al governo di Centrodestra. Il museo Egizio di Torino viene pagato dai cittadini e lui ascolta solo la sinistra. È un razzista contro italiani e cristiani», concludendo con «Si dimetta subito, farebbe più bella figura».

I Carabinieri di Venezia riconsegnano un prezioso dipinto del Tiepolo

I carabinieri del Nucleo per la tutela del patrimonio culturale di Venezia hanno consegnato, nella mattina di giovedì 21 settembre 2023, alla Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ D’Oro di Venezia, un dipinto del Tiepolo raffigurante la Sacra Famiglia, disperso a causa di una bancarotta fraudolenta e successiva ricettazione fallimentare. Il dipinto, un olio su tela di 38×45 centimetri, è stato recuperato nel 2021 durante una perquisizione nel sottotetto di un’abitazione di Padova. Restituito al curatore del fallimento, è stato presentato poi all’ufficio esportazione di Milano per essere venduto all’estero. L’opera, datata intorno al settimo decennio del Settecento, è stata però valutata di notevole interesse culturale da parte della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna, e acquistata dal ministero della Cultura per una cifra intorno ai 150 mila euro. Durante la stessa indagine, i militari dell’Arma avevano recuperato e sequestrato altre 24 opere, 10 delle quali consegnate a giugno 2023 alle Gallerie dell’Accademia.

Ulisse – Il piacere della scoperta, stasera su Rai 1 la storia di Anna Frank

Stasera 21 settembre 2023 alle ore 21.25 andrà in onda il programma Ulisse – Il piacere della scoperta sul canale Rai 1. A condurre il programma come sempre ci sarà Alberto Angela e questa volta la trasmissione racconterà la storia di Anna Frank. Un viaggio approfondito e riflessivo per tutti coloro che vogliono scoprire di più sulle vicende della Seconda Guerra mondiale. Oltre che in televisione, il programma sarà disponibile in streaming e on demand sulla piattaforma Rai Play.

Ulisse - Il piacere della scoperta è il programma che andrà in onda stasera 21 settembre 2023 sul canale televisivo Rai 1.
Foto e ricordo di Anna Frank (Getty Images).

Ulisse – Il piacere della scoperta, le anticipazioni della puntata di stasera 21 settembre 2023 su Rai 1

Per la prima volta le telecamere Rai entreranno nella casa di Merwedeplein 37, ad Amsterdam. Si tratta di un’abitazione iconica perché in questa residenza avevano vissuto i Frank a partire dal 1933, l’anno in cui avevano dovuto abbandonare la Germania in seguito alle persecuzioni di Hitler contro gli ebrei. Nonostante l’abbandono della patria, Anna Frank era cresciuta felice in quest’abitazione, ma tutto cambiò in seguito allo scoppio della Seconda Guerra mondiale. La famiglia Frank fu costretta a fuggire anche dall’abitazione olandese e a rifugiarsi in un nascondiglio segreto.

Ulisse mostrerà anche un particolare parallelo: quello tra Anna Frank e Audrey Hepburn. Quest’ultima viveva parallelamente la sua vita negli Stati Uniti ma ha raccontato, in un’intervista che verrà proposta nel corso del programma, di essere stata una delle prime persone ad avere avuto l’onore di leggere l’originale diario della ragazza ebrea. Il programma continuerà poi il suo viaggio ad Amsterdam esplorando la casa sul retro, ovvero il nascondiglio nel quale i Frank hanno vissuto per diverso tempo insieme ad altre quattro persone, fino a quando il loro rifugio non fu scoperto dalle truppe naziste. Alberto Angela esaminerà i dettagli di quel periodo storico e cercherà di stabilire se la vicenda sia un «cold case» un caso irrisolto, perché non è ancora chiaro chi abbia tradito la ragazza e i suoi familiari.

Ulisse - Il piacere della scoperta è il programma che andrà in onda stasera 21 settembre 2023 sul canale televisivo Rai 1.
Una foto di Anna Frank (Getty Images).

Il programma dedicherà poi ampio spazio al legame tra Anna Frank e Amsterdam, mostrando i luoghi che ancora oggi ricordano la piccola ebrea. Verranno in particolare fatte vedere location come il Prinsengracht, il canale dove si trova la sua casa museo, l’Ndsm, un quartiere nel quale giganteggia il suo volto realizzato sotto forma di enorme murales, la scuola Montessori che la giovane ha frequentato e la vetrina della libreria nella quale Anna ha visto per la prima volta il suo diario, l’oggetto che l’avrebbe fatta diventare un’icona nella storia dell’umanità.

Ulisse – Il piacere della scoperta, il caso di Edith Bruck della puntata di stasera 21 settembre 2023 su Rai 1

Nella puntata di stasera 21 settembre, la trasmissione esplorerà anche un altro caso, quello di Edith Bruck. Proprio come Anna Frank, la scrittrice in Ungheria ha vissuto gli orrori della guerra e ha raccontato tutto nelle sue opere. In particolar modo, ha descritto la sua esperienza in uno dei campi di concentramento presenti in Europa, ovvero il campo di Bergen Belsen. Alberto Angela giungerà in questo luogo per far rivivere agli spettatori la vita di Edith Bruck e i dolori che ha patito.

L’ascesa dei partiti populisti: un europeo su tre vota contro l’establishment

Quasi un terzo degli europei nel 2022 ha votato per partiti populisti, di estrema destra o di estrema sinistra. Il 32 per cento rilevato dalla piattaforma PopuList, nata dalla collaborazione tra l’Università di Amsterdam e il Guardian, rappresenta un netto balzo in avanti non solo rispetto al 20 per cento dei primi Anni 2000, ma anche in confronto al 25 per cento del 2018. «I partiti tradizionali stanno perdendo voti, mentre i quelli anti-establishment stanno guadagnando terreno. È importante, perché molti studi mostrano che, quando i populisti ottengono il potere o lo influenzano, cala la qualità della democrazia», spiega il politologo olandese Matthijs Rooduijn, evidenziando che a crescere più rapidamente è la fetta di elettori di estrema destra. L’ascesa di queste formazioni non solo influenza la democrazia, ma – spiega l’esperto – anche il panorama politico dei vari Paesi: per cercare di contrastarle, il centro si sta via via sempre più spostando a destra. Tuttavia non è detto che la percentuale sia destinata a salire.

La ricerca ha analizzato il panorama politico di 31 Paesi 

PopuList prende in esame lo scenario politico di 31 Paesi europei. Nel 2023 la piattaforma ha individuato 234 formazioni politiche anti-establishment, classificandone 165 come populiste, 61 di estrema sinistra e 112 di estrema destra. Se le ultime due categorie sono ben definite e viaggiano su binari paralleli, quella del populismo si interseca invece con le altre: in generale indica un atteggiamento che mira a rappresentare il popolo e le grandi masse esaltandone valori e desideri, ponendoli in contrapposizione con l’élite corrotta e interessata solo al proprio tornaconto. «Abbiamo parlato molto della possibile riclassificazione dei conservatori del Regno Unito, del Vvd di Mark Rutte nei Paesi Bassi, di Les Républicains in Francia e dell’Övp in Austria», spiega Rooduijn. «Alla fine però non li abbiamo considerati populisti perché il nativismo non era il loro obiettivo principale. Ma potremmo farlo in futuro».

L’ascesa dei partiti populisti: un europeo su tre vota contro l’establishment. L'analisi della piattaforma PopuList.
Il logo di Alternative fur Deutschland (Getty Images).

Vox a parte, è stato ottimo periodo per il populismo

Nel 2022, unendosi all’Ungheria dell’illiberale Viktor Orbán e alla Polonia del partito di governo Diritto e Giustizia, anche l’Italia ha visto l’ascesa al potere della destra, con il successo elettorale di Giorgia Meloni. Nella nostra passata tornata elettorale, evidenzia la ricerca, i partiti populisti hanno ottenuto il 58 per cento delle preferenze: nel computo sono stati inseriti Fratelli d’Italia e Lega (estrema destra), Forza Italia e Movimento 5 stelle (populisti), Partito della Rifondazione Comunista (estrema sinistra). Nel 2022 si è formato un governo di destra anche in Svezia, Paese poi seguito nel 2023 dalla vicina Finlandia. Se in Scandinavia conservatorismo e nazionalismo hanno attecchito, lo stesso sta accadendo nel resto d’Europa. Il Partito austriaco della Libertà è in largo vantaggio nei sondaggi a un anno dalle elezioni, in Germania Alternative für Deutschland ha raddoppiato la sua potenziale quota di voti fino al 22 per cento, mentre in Francia il Rassemblement National e Marine Le Pen non erano mai stati votati come nel 2022. L’estrema destra è poi tornata forte in Grecia, portando nel 2023 tre partiti (Soluzione Greca, Vittoria e Spartani) in parlamento, miglior risultato da decenni. Unica nota stonata per i populisti d’Europa il tracollo di Vox in Spagna. Le prossime elezioni in Slovacchia, Polonia e Paesi Bassi non dovrebbero fare altro che accentuare questa tendenza.

In Slovacchia il favorito è l’ex premier filorusso Fico

In Slovacchia il favorito alle elezioni parlamentari anticipate in programma il 30 settembre è sempre il partito populista, nazionalista e conservatore Smer-Democrazia Sociale dell’ex premier Robert Fico che, apertamente filorusso ed euroscettico, ha definito la presidente uscente Zuzana Caputova «burattino degli Stati Uniti» e vorrebbe interrompere la fornitura di aiuti militari a Kyiv. Fico, a capo di un partito di centrosinistra, non ha escluso l’alleanza con l’estrema destra. Con la sua probabile vittoria la Slovacchia si avvicinerebbe molto all’Ungheria di Orban, il leader più favorevole al Cremlino all’interno della Nato.

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Robert Fico (Getty Images).

In Polonia cresce Konfederacja, più a destra della destra

La Polonia torna al voto il 15 ottobre per le legislative. Il governo guidato dai nazional-conservatori di Diritto e Giustizia punta al terzo mandato consecutivo, traguardo mai raggiunto da nessuno negli ultimi tre decenni. I sondaggi segnalano un calo per il partito del premier Mateusz Morawiecki rispetto al 2019, quando vinse con il 43 per cento dei voti. Per garantirsi la maggioranza, ecco profilarsi l’alleanza con Konfederacja di Slawomir Mentzen, astro nascente dell’estrema destra.

L’ascesa dei partiti populisti: un europeo su tre vota contro l’establishment. L'analisi della piattaforma PopuList.
Slawomir Mentze (Getty Images).

Paesi Bassi, altro terremoto in vista dopo l’addio di Rutte?

Le elezioni legislative nei Paesi Bassi del 2023 sono previste per il 22 novembre, in netto anticipo rispetto alla naturale scadenza della legislatura, che doveva essere nel 2025, a causa di una crisi nel governo in carica sul tema dell’immigrazione. Gli olandesi tornano alle urne dopo il sorprendente successo del Movimento Civico-Contadino alle elezioni provinciali di marzo, che hanno determinano la composizione del Senato. Le dimissioni di Rutte hanno già provocato un terremoto a L’Aia: occhio a Pieter Omtzigt, famoso per aver fatto emergere lo scandalo dei sussidi che nel 2021 fece cadere il governo, e al partito Nuovo Contratto Sociale. Il leader di questa formazione anti-establishment ha escluso una coalizione con il Partito per la libertà di Geert Wilders e il Forum per la democrazia di Thierry Baudet, entrambi di estrema destra. Ma le vie delle politica sono infinite.

L’ascesa dei partiti populisti: un europeo su tre vota contro l’establishment. L'analisi della piattaforma PopuList.
Pieter Omtzigt (Getty Images).

L’ascesa del populismo, tra meriti della destra e demeriti della sinistra

Sono diversi i fattori che stanno contribuendo al successo dei partiti populisti di destra. Sullo sfondo c’è sempre la questione dei flussi migratori, che (l’Italia insegna) rimane un rompicapo al di là delle bandiere. In tempo di Covid, sono diventati cavalli di battaglia i lockdown imposti dai governi e le successive campagne vaccinali. Adesso queste formazioni politiche stanno capitalizzando tutta una serie di insicurezze: la guerra in Ucraina, l’aumento del costo della vita, le rivendicazioni Lgbtq+ ritenute eccessive. Ora, evidenzia PopuList, votano estrema destra persone che non lo hanno mai fatto, disposte ad accettare un leader autoritario, pur di avere maggiore stabilità (almeno percepita): donne anziane, elettori urbani, cittadini istruiti del ceto medio. Andrea Pirro, un altro dei coautori dello studio e politologo comparato all’Università di Bologna, ha affermato che all’ascesa della destra ha contribuito l’atteggiamento dei partiti di sinistra e centrosinistra: «La percezione è che siano diventati essenzialmente organizzazioni in cerca di cariche, insensibili alle preoccupazioni degli elettori e quindi spesso accusati dei loro problemi».

Il centro però resiste, più di quello che dicono i sondaggi

I ricercatori di PopuList non fanno previsioni elettorali. Dobbiamo aspettarci un’Europa verso il 50 per cento alla destra, in certi casi estrema? Secondo diversi analisti, si tratta di timori esagerati: il centro sarebbe infatti più resiliente di quanto suggeriscano i sondaggi e i risultati elettorali. È vero: per cercare di contrastare le formazioni populiste, si sta via via sempre più spostando a destra, assumendo posizioni più radicali. Ma, come ha scritto il politologo dell’Eurasia Group Mujtaba Rahman sul Financial Times, se da una parte i partiti di centrodestra «stanno adottando posizioni più dure sul clima, sull’immigrazione e sui diritti Lgbtq+», dall’altra «per quanto riguarda la politica economica ed estera e l’Ue, c’è un modello diffuso di spostamento verso il centro». Basti guardare l’Italia, che con Meloni è rimasta fermamente filo-Nato (e Ucraina), mentre la premier va a braccetto con Ursula von der Leyen. Insomma, la deriva del centrodestra verso l’estrema destra alla fine raggiungerà i suoi limiti, sostiene Rahman. E, in attesa del 2024, la scarsa performance di Vox in Spagna ne è solo la prima dimostrazione.

Avellino, ordigno esploso contro un condominio: portone e vetri distrutti

Un ordigno di alto potenziale è stato fatto esplodere durante la notte tra il 20 e 21 settembre 2023 ad Avellino contro l’ingresso di un condominio di via Imbimbo. L’esplosione è avvenuta intorno all’1.30 e ha distrutto il portone della palazzina prefabbricata di quattro piani e mandato in frantumi infissi e vetri di tutte le abitazioni. Secondo i vigili del fuoco, intervenuti sul posto insieme agli agenti della Squadra mobile della questura di Avellino, l’ordigno artigianale è stato confezionato da mani esperte. I residenti, 15 persone complessivamente, non hanno subito alcun danno: dopo lo scoppio, la cui potenza ha danneggiato anche una porta blindata, si sono riversati all’esterno del condominio. L’esplosione è avvenuta proprio mentre alcuni ragazzi che stavano rincasando si trovavano a una decina di metri. Per caso è stata evitata una tragedia. Gli investigatori non escludono la pista della vendetta.

Segue Google Maps e precipita da un ponte crollato, la famiglia fa causa

Il 30 settembre 2022 il 47enne Philip Paxson fu trovato morto annegato nel suo pick-up, ribaltato nel letto del torrente Snow Creek in Carolina del Nord dopo essere precipitato da un ponte crollato che non era stato segnalato su Google Maps. Per questo la famiglia dell’uomo ha fatto causa al colosso tecnologico.

Mancavano anche barriere o segnali di avvertimento per avvisare del pericolo

Paxson stava tornando a casa dal nono compleanno di sua figlia, quando seguendo le indicazioni di Google ha preso la via del ponte sul fiume Snow Creek, in realtà inagibile da una decina di anni. Né il ponte distrutto né la strada che conduce ad esso avevano barriere o segnali di avvertimento per avvisare gli automobilisti del pericolo, ha sottolineato la suocera su Facebook. Per questo, la famiglia ha fatto causa anche a una serie di società di gestione della proprietà privata responsabili del terreno in cui è avvenuto l’incidente e dei terreni circostanti.

Segue un tratto di strada consigliato da Google Maps e precipita da un ponte in Nord Carolina, la famiglia fa causa.
Google Maps (Getty Images).

Diversi utenti avevano tentato di segnalare a Google il ponte crollato 

«Facciamo le più profonde condoglianze alla famiglia Paxson. Il nostro obiettivo è fornire informazioni di percorso accurate in Maps e stiamo esaminando questa causa», ha detto un portavoce di Google al Guardian. Gli avvocati dei Paxson sostengono che diverse persone avevano tentato di segnalare il ponte crollato a Google. Nella causa hanno incluso infatti la corrispondenza e-mail tra un residente di Hickory, che tentò di usare la funzione “suggerisci una modifica” nel 2020, per segnalare il problema all’azienda.

Ci sono state altre morti dopo segnalazioni errate da parte della app: i precedenti

Non si tratta del primo caso del genere. Nel 2020, un automobilista russo di appena 18 anni è morto congelato dopo che lui e un amico erano rimasti bloccati in un veicolo per una settimana, dopo aver seguito le indicazioni di Google Maps. Nel 2019, un camionista è precipitato da un dirupo nei pressi di Giacarta, in Indonesia, dopo aver seguito un percorso della app pensato però solo per le motociclette. Ancora prima, nel 2015, la 51enne Zohra Hussain era morta in un violento incidente stradale in Indiana dopo che suo marito, che stava seguendo il Gps integrato della sua vettura, era stato indirizzato verso un ponte demolito: un incidente molto simile a quello costato la vita a Philip Paxson.

Biden dribbla l’età: «Io vecchio? So cosa fare. E posso ribattere Trump»

Joe Biden prevede un nuovo scontro con Donald Trump nel 2024. «È probabile che ci sarà la stessa persona e penso che io possa batterla ancora», ha detto il presidente americano nel corso di un evento di raccolta fondi a New York. Nel corso dello stesso incontro, l’inquilino della Casa Bianca ha ribadito che in gioco negli Stati Uniti d’America c’è la democrazia, perché il voto del prossimo anno sarà determinante.

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Biden a chi lo accusa di essere avanti con l’età: «Io so cosa fare»

Biden ha cominciato la sua campagna elettorale affrontando di petto i temi per cui è stato maggiormente criticato. Durante un evento di raccolta fondi nel teatro di Lunt-Fontanne di Broadway a New York, il presidente degli Stati Uniti ha risposto ad alcune domande sul voto del 2024. A chi gli ha fatto notare che fosse troppo avanti con gli anni, ha chiarito: «Molti sembrano concentrati sulla mia età. Ma io ho saputo cosa fare quando il Covid ha colpito, quando l’Ucraina è stata attaccata e quando la democrazia era in gioco». E poi l’attacco al probabile competitor: «Si inchina a dittatori come Putin. Forse Trump e i suoi amici possono inchinarsi, io non lo farò. Dobbiamo salvare la democrazia americana. Non sono mai stato così ottimista sul futuro di questo Paese negli 80 anni che l’ho servito».

Anna Safroncik è tornata single: «Non voglio un uomo superficiale»

Anna Safroncik è di nuovo single. L’attrice ha annunciato la fine della sua storia d’amore con Marco Maria Mazio, al suo fianco dal gennaio del 2020. La diretta interessata ha raccontato la sua nuova vita da donna libera da legami sentimentali con un’intervista esclusiva concessa a Diva e Donna.

Anna Safroncik: «Fiera di essere single»

L’attrice aveva annunciato la fine della relazione con Marco Maria Mazio in occasione del Premio Gentleman FairPlay, presentato a Milano il 13 settembre 2023. «Sono single e sono molto fiera di esserlo», aveva commentato Safroncik in quell’occasione pubblica, precisando poi: «Le persone si conoscono con il tempo e il tempo mi ha fatto capire alcune cose». Alla rivista, in aggiunta, l’attrice ha lasciato intendere quali siano le state le ragioni dietro alla rottura, dichiarando: «Non mi accontento, la superficialità non mi va bene, non voglio accanto a me un uomo superficiale. Quindi, o c’è profondità o meglio stare da sola. Parlo per me, ma credo che dovrebbe valere per tutte le donne: oggi siamo forti, indipendenti, con standard alti soprattutto per quanto riguarda gli aspetti sentimentali, quindi non ci accontentiamo più».

Lei e Marco Maria Mazio si erano conosciuti in vacanza

Come riporta Fanpage, Anna Safroncik e Marco Maria Mazio si erano conosciuti durante un viaggio in Costa Rica, dove era scattato un colpo di fulmine. Di lui, che di mestiere fa l’imprenditore, l’attrice aveva raccontato: «Marco ha fondato una sartoria all’interno del carcere femminile di Pozzuoli che dà lavoro alle donne rinchiuse. E ora mi sta dando una mano per raccogliere aiuti per l’Ucraina, dove ormai tutto è distrutto». La coppia aveva iniziato a frequentarsi nel gennaio 2020, uscendo però allo scoperto solo diversi mesi dopo nella cornice del Filming Italy Sardegna Festival, dove si erano presentati insieme sul tappeto rosso.

Il Festival Respighi di Bologna al debutto il 24 settembre

Dopo l’edizione zero del 2022 e l’anteprima di giugno 2023 in piazza Maggiore, la prima edizione del Festival Respighi, in programma a Bologna dal 24 settembre al 3 ottobre 2023, partirà con un concerto dell’orchestra del Conservatorio Martini diretta da Carlo Goldstein con la partecipazione della pianista Mariangela Vacatello. Il programma di apertura comprende la prima esecuzione assoluta del brano L’ultima luna – Omaggio a Respighi di Ferdinando Termini, allievo della classe di composizione del Martini. Il Concerto in modo misolidio di Respighi e la Rapsodia in blu di Gershwin saranno affidati ad altri due allievi del Conservatorio bolognese delle classi di pianoforte, Gian Marco Verdone e Giacomo Di Maria. Mariangela Vacatello, invece, chiuderà col Concerto N. 4 di Rachmaninov.

Presente la Youth Symphony Orchestra of Ukraine

Maurizio Scardovi, direttore artistico della manifestazione, itinerante e realizzata con varie istituzioni del territorio, ha annunciato le novità rispetto al programma già diffuso in primavera. Il 25 settembre ci sarà il debutto bolognese della Youth Symphony Orchestra of Ukraine, la compagine giovanile fondata nel 2016 dalla direttrice musicale del Teatro Comunale di Bologna Oksana Lyniv. «Molti orchestrali dicono di non augurare a nessun ragazzo della loro età di sperimentare la guerra. Che cosa vuol dire temere per la propria vita o trascorrere intere nottate nei rifugi antiaerei», ha spiegato Oksana Lyniv. «Quando si trovano insieme sul palco, per loro è un breve momento in cui provare serenità e sicurezza, immergendosi in quell’arte a cui si sono dedicati sin dall’infanzia», ha confidato la direttrice.

Anna Bonitatibus sostituirà Anna Caterina Antonacci 

L’altra novità riguarda la presenza al Festival del mezzosoprano Anna Bonitatibus in sostituzione di Anna Caterina Antonacci (che ha rinunciato per gravi motivi personali), nel concerto del 27 settembre al Teatro Duse dove tornerà la Filarmonica Toscanini diretta da Alessandro Bonato. Tra concerti cameristici, convegni, film appositamente sonorizzati e molto altro, saranno 14 gli appuntamenti in programma al Festival Respighi che si concluderà con la celebre Trilogia romana affidata all’Orchestra del Teatro Comunale diretta da Oksana Lyniv.

Azione di Carlo Calenda dice addio al Pde e passa ad Alde

Azione di Carlo Calenda cambia anche in Europa: passerà dal Pde, Partito europeo dei centristi a cui è iscritta Italia viva, all’Alde, Partito dei liberal-democratici a cui è iscritta +Europa. Rimarrà quindi sempre nel gruppo europarlamentare di Renew Europe che fa capo al presidente francese Emmanuel Macron. Per Calenda si tratta del secondo passaggio all’interno del sistema europeo, sia pur questo meno rilevante poiché all’interno dello stesso gruppo. In questo caso in particolare è il suo partito a cambiare collocamento e non lo stesso Calenda, avendo rassegnato le dimissioni da Bruxelles una volta eletto in Senato a settembre 2022. Nel 2019 con Siamo Europei, soggetto politico creato dallo stesso Calenda, l’ex ministro passò dal Pse di cui faceva parte il Pd al Pde. In quel caso cambiando sì il gruppo all’Europarlamento. 

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Continua il divorzio con Italia viva

Più che un atto politico, quello di Calenda sembra un segnale in vista delle Europee 2024. Il leader di Azione continua il suo lento divorzio da Italia viva di Matteo Renzi, con il quale salvo eccezionali colpi di scena non creerà una lista unica in vista del voto per Bruxelles. Dopo la frattura di aprile e gli annunci dell’estate, ora i due leader che si erano uniti per le elezioni del 2022 tornano a percorrere strade diverse. L’ex ministro dello sviluppo economico raggiunge +Europa, terzo soggetto politico che rappresenta l’area del centro. Un tentativo di ricucire con Emma Bonino e la nuova dirigenza di +Europa, bruscamente abbandonati poco dopo aver firmato un accordo di collaborazione con Enrico Letta in vista delle elezioni che hanno incoronato Giorgia Meloni premier. In quell’occasione Letta coinvolse la federazione di +Europa e Azione al fine di creare quel campo largo in grado di affrontare la sfida elettorale, salvo poi assistere alla rottura con Calenda che abbandonò Bonino e l’ex premier quando il Pd aprì le porte del suo progetto ad Alleanza Verdi e Sinistra.

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