Come la destra in Germania ha provocato il giro vite sui migranti dall’Italia

La nave è piena. Secondo un rapporto dell’Istituto per l’economia tedesca di Colonia (Iw) appena pubblicato, nel 2022 sono immigrate in Germania più persone che mai nella storia della Repubblica Federale: oltre 1,46 milioni, ossia oltre un quarto in più rispetto al precedente massimo di 1,14 milioni nel 2015, l’anno in cui la cancelliera Angela Merkel aveva aperto i confini ai profughi di Siria e Afghanistan con la famosa frase rivolta ai tedeschi un po’ preoccupati: «Wir schaffen das», ce la facciamo. Mica tanto, verrebbe da dire, se otto anni dopo il governo di centrosinistra formato da socialdemocratici, Verdi e liberali dà un bel giro di vite e blocca l’accoglienza volontaria di migranti dall’Italia.

Come la destra in Germania ha provocato il giro vite sui migranti dall'Italia
Il rifugiato siriano Anas Modamani mostra la sua iconica foto del 2015 con Angela Merkel (Getty).

Ondata dei rifugiati dopo l’inizio dell’invasione russa in Ucraina

Il 2022 è stato per la Germania un anno record e la ragione principale stando all’Iw è stata l’ondata dei rifugiati giunta dopo l’inizio dell’invasione russa in Ucraina. Dall’ex repubblica sovietica sono arrivate complessivamente 960 mila persone nel 2022, grazie a uno strappo alle regole stile Merkel, per cui per la prima volta nella storia della Repubblica Federale persone in fuga da una zona di guerra hanno potuto entrare in Germania senza visto. Per il cancelliere Olaf Scholz non c’è stato insomma tempo per pensarci su, vista l’urgenza della questione e appunto l’enorme flusso improvviso da Kyiv verso Berlino.

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Migranti arrivati in Germania dall’Ucraina (Getty).

Il governo di centrosinistra si è messo a fare una politica di destra

Sempre stando ai numeri dell’Istituto di Colonia, a parte l’immigrazione dall’Ucraina, c’è stata anche una crescita di rifugiati extra europei, per un totale di 503 mila persone provenienti da altri Paesi. Nel 2022 sono state presentate complessivamente 218 mila domande di asilo, la maggior parte delle quali, 71 mila, da cittadini siriani. E la tendenza è ancora in aumento, visto che nella prima metà del 2023 il numero delle domande di asilo è stato già di 150 mila. Questi i numeri di fronte ai quali Scholz e il governo di centrosinistra si sono messi a fare una politica di destra, incalzati naturalmente da chi più a destra sta, sia l’opposizione conservatrice della Cdu di Friedrich Merz, l’ultimo erede di Merkel, sia dai nazionalpopulisti dell’Alternative für Deutschland (Afd).

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Il congresso degli estremisti di destra di Afd (Getty).

Gli estremisti di Afd stabili al secondo posto nei sondaggi

Il tema immigrazione è sempre stato in Germania molto divisivo a livello ideologico, ma a livello pratico il consenso verso il controllo sempre più rigido c’è sempre stato in tutti i partiti di governo, dai conservatori ai socialdemocratici, partendo già dagli Anni 90 con i flussi migratori provocati dalle guerre nei Balcani. La coalizione semaforo in carica oggi, dove per forza di cifre anche i partiti di sinistra nominale (Spd e Verdi) si mettono a imitare la Cdu e la ancora più conservatrice Csu, è posta anche di fronte alla questione politica dell’ascesa di un partito estremista, l’Afd, che nei sondaggi è ormai stabile al secondo posto, dietro Cdu e davanti e Verdi e Spd, e che fa proprio dell’immigrazione un suo cavallo di battaglia.

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Il cancelliere tedesco Olaf Scholz (Getty).

Una immigrazione che non serve al mercato del lavoro tedesco

Davanti ai numeri e all’ascesa della destra estrema che catalizza consenso grazie a una propaganda populista e razzista, a Berlino c’è poco spazio di manovra, quindi si restringono le maglie, soprattutto nei confronti di quel tipo di immigrazione considerata controproducente. Sempre secondo il rapporto dell’Iw, buona parte dei rifugiati provenienti da Paesi extraeuropei, tra gli altri quelli che arrivano dall’Italia, hanno solo un livello di qualifica molto basso e di conseguenza hanno difficoltà a integrarsi e a entrare nel mercato del lavoro, dipendendo oltretutto dalle sovvenzioni statali: nonostante il crescente divario demografico tra la popolazione in età lavorativa, l’immigrazione di questo tipo non è necessariamente vantaggiosa per la Germania.

L’elettorato nei momenti di crisi sceglie l’originale e non il surrogato

C’è dunque poco da stupirsi se Berlino fa i suoi interessi, all’interno di un’Europa che sulla questione immigrazione non è ancora riuscita a trovare gli equilibri giusti, con gli egoismi nazionali sempre davanti alla solidarietà comune. Ad approfittarne sono i partiti di destra e di estrema destra, visto che l’elettorato, nei momenti di crisi, sceglie sempre l’originale all’opposizione piuttosto che il surrogato al governo. A ottobre si vota in Baviera e in Assia, e soprattutto nel 2024 alle Europee e in tre regioni della vecchia Germania Est, dove l’Alternative für Deutschland rischia di fare il botto.

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