Russia, Putin e il test (scontato) delle elezioni regionali

In Russia si vota per eleggere vari governatori e parlamenti regionali, sindaci e consigli municipali – tra cui Mosca e la sua regione – per coprire qualche seggio vacante alla Duma di Stato e qualche altro in giro per vari oblast sparsi su tutto il territorio. Si vota anche nei territori annessi lo scorso anno, da Lugansk e Donetsk, da Zaporizhzhia a Kherson. Ovunque vinceranno i candidati del partito del potere, Russia unita (Ru), che fa riferimento a Vladimir Putin.

Il 39 per cento dei russi non si interessa di politica, il 25 per cento è convinto di non poterla influenzare

È il primo test elettorale, si fa per dire, per il presidente dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina: da allora la repressione contro l’opposizione politica e il dissenso sociale è cresciuta e si rifletterà da un lato sul risultato di questa tornata elettorale, con un plebiscito costruito e sostanziale a favore dei candidati di Ru, e dall’altro nel basso dato di affluenza, con un elettorato russo che da tempo ha perso fiducia nei confronti dell’esercizio della democrazia. Secondo un sondaggio di un paio di mesi a cura del Levada Center, ancora affidabile per i numeri che misurano la temperatura della società in Russia, il 39 per cento della popolazione non si interessa di politica e il 25 per cento crede comunque di non poterla influenzare. Stare a casa è insomma l’opzione più gettonata, tanto più che i giochi sono fatti visti i pochi spazi e i pochi candidati sia indipendenti sia della cosiddetta opposizione sistemica, ormai anch’essa ai margini.

Russia, Putin e il test (scontato) delle elezioni regionali
Il primo ministro russo Mikhail Mishustin e il presidente Vladimir Putin (Getty Images).

L’80 per cento dei russi promuove Putin

Alla vigilia del voto, le cifre fornite sempre dal Levada a fine agosto restituiscono un quadro in cui, a livello nazionale, Russia unita è il primo partito (33 per cento), seguito dai nazionalisti del Lpdr (Partito liberal-democratico, al 10 per cento), da quello comunista (9 per cento) e dai socialdemocratici di Russia Giusta (4 per cento). Lo scorso mese il rating di approvazione per Putin è stato dell’80 per cento, per il primo ministro Mihail Mishustin del 66. Stando così le cose, c’è ancora bisogno di votare? Certo, perché la Russia rimane una democrazia presidenziale, anche se i contorni autoritari sono evidenti: la forma non è la sostanza, e nel corso di oltre due decenni il Cremlino ha ristretto gli spazi democratici tanto che anche la forma è mutata, ma tra la politica nazionale e quella regionale e locale ci sono comunque delle differenze, anche se il gioco lo guida chi si schiera con Russia Unita. Il problema della democrazia russa ha radici profonde che risalgono all’inizio degli Anni 90 e alla transizione postcomunista avallata dall’Occidente con tutte le sue distorsioni, a partire dalla crisi costituzionale del 1933, risolta dall’allora presidente Boris Yeltsin con i carri armati a sparare contro la Casa Bianca, la sede del governo. Al tempo, il successore di Mikhail Gorbaciov serviva per tenere lontano lo spettro comunista, veniva coccolato nonostante di democratico avesse poco o nulla e il sistema oligarchico alle sue spalle stesse affondando il Paese. La democrazia russa, prima di essere ammazzata da Putin, è stata abusata da Yeltsin, mentre Stati Uniti ed Europa facevano finta di nulla o addirittura applaudivano.

Russia, Putin e il test (scontato) delle elezioni regionali
Bill Clinton e Boris Yelstin nel 1993 (Getty Images).

Le elezioni regionali sono solo un test organizzativo per le Presidenziali del 2024

L’anno prossimo in Russia ci saranno le elezioni presidenziali. In questo caso c’è da aspettarsi ancora meno democrazia di questa tornata, dato che i passaggi del potere al Cremlino sono regolati dall’alto. Lo si è visto nel voto che ha confermato Putin quattro volte dal 2000 e ancor prima le due volte con Yeltsin, la seconda, quella del 1996, con addirittura l’appoggio palese degli Stati Uniti che davanti alla possibilità che il comunista Gennady Zyuganov vincesse contro il malandato e alcolizzato Corvo bianco si erano mobilitati direttamente per sostenerlo. Nel 2024, senza ulteriori cambiamenti sul campo in Ucraina e colpi di scena a Mosca, Putin succederà con ogni probabilità a se stesso, le elezioni di domenica in Russia sono una sorta di prova generale, tecnica e organizzativa, più che politica.

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