Monthly Archives: Ottobre 2023

Il prezzo dei carburanti continua a calare: benzina self a 1,871 euro

Continuano a scendere le quotazioni petrolifere, con il Brent che scivola a 86 dollari. Movimenti al ribasso sui listini dei prezzi consigliati dei maggiori marchi. Stando alla consueta rilevazione di Staffetta Quotidiana, Eni ha ridotto di un centesimo al litro i prezzi consigliati di benzina e gasolio.

In autostrada la benzina self service è a 1,957 euro al litro

Queste le medie dei prezzi praticati comunicati dai gestori all’Osservatorio prezzi del ministero delle Imprese e del made in Italy ed elaborati dalla Staffetta, rilevati alle 8 del 30 ottobre 2023  su circa 18 mila impianti: benzina self service a 1,871 euro/litro (-1 millesimo, compagnie 1,873, pompe bianche 1,869), gasolio self service a 1,864 euro/litro (-1, compagnie 1,866, pompe bianche 1,862), benzina servito a 2,012 euro/litro (-1, compagnie 2,051, pompe bianche 1,933), gasolio servito a 2,004 euro/litro (-1, compagnie 2,043, pompe bianche 1,925). E ancora, Gpl servito a 0,722 euro/litro (invariato, compagnie 0,730, pompe bianche 0,712), metano servito a 1,443 euro/kg (+1, compagnie 1,449, pompe bianche 1,438), Gnl 1,292 euro/kg (invariato, compagnie 1,287 euro/kg, pompe bianche 1,296 euro/kg). Questi, infine, i prezzi sulle autostrade: benzina self service 1,957 euro/litro (servito 2,220), gasolio self service 1,950 euro/litro (servito 2,219), Gpl 0,852 euro/litro, metano 1,523 euro/kg, Gnl 1,307 euro/kg.

Istat, crescita zero per l’Italia nel terzo trimestre 2023

I nuovi dati Istat inerenti il terzo trimestre del 2023 non lasciano spazio a troppe interpretazioni: in Italia la crescita è stata pari a zero. Tale fenomeno si ravvede nel fatto che il Pil, Prodotto interno lordo, corretto con gli effetti di calendario e destagionalizzato, è restato ancorato al dato del secondo trimestre dell’anno, con la crescita ferma allo 0,7 per cento.

La crescita resta stabile allo 0,7 per cento

Questo il commento dell’Istat ai dati: «L’economia italiana rimane stabile nel terzo trimestre del 2023 dopo il calo fatto registrare nel secondo trimestre dell’anno. Anche la dinamica tendenziale risulta stabile, interrompendo una crescita che durava da dieci trimestri consecutivi. La crescita acquisita del Pil si stabilizza perciò allo 0,7 per cento, valore uguale a quello fatto registrare nel secondo trimestre dell’anno».

L’istituto nazionale di statistica ha sottolineato anche che «il risultato è la sintesi, dal lato della produzione, di un calo del valore aggiunto dell’agricoltura, di una crescita dell’industria e di una sostanziale stabilità del settore dei servizi. Dal lato della domanda, si registra un contributo negativo della domanda al lordo delle scorte e un contributo positivo della domanda estera netta». Non c’è dunque crescita nel terzo trimestre del 2023, con la variazione congiunturale che è il risultato di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, di un aumento nel campo dell’industria e di uno stazionamento di quello dei servizi.

Giappone, uomo armato prende ostaggi in un ufficio postale

Un uomo che si presume armato ha preso in ostaggio un numero imprecisato di persone all’interno di un ufficio postale a Warabi, centro dell’area metropolitana di Tokyo, in Giappone.

La polizia ha chiesto di evacuare i 300 residenti della zona 

«Verso le 14.15 di martedì 31 ottobre 2023, una persona ha preso degli ostaggi e si è barricata in un ufficio postale nella zona Chuo 5-chome della città di Warabi. Sembra essere in possesso di una pistola», hanno scritto le autorità della città di Warabi sul loro sito web. «Chiunque si trovi vicino alla scena è invitato a seguire le istruzioni della polizia e ad evacuare secondo tali istruzioni», ha segnalato la polizia. L’uomo, che si presume armato, avrebbe preso in ostaggio almeno una persona. Secondo il quotidiano Yomiuri, all’interno dell’edificio potrebbero trovarsi una decina di impiegati dell’ufficio postale, e la polizia ha chiesto a 300 residenti della zona di evacuare le loro case.

A inizio giornata nella stessa zona c’era stata una sparatoria

Le riprese televisive hanno mostrato la presunta presa di ostaggi da parte di un uomo con indosso una giacca e berretto scuri, impugnando quella che sembrerebbe un’arma da fuoco. La presa di ostaggi è avvenuta mentre la polizia stava indagando su uno o più spari uditi da testimoni nella stessa zona all’inizio della giornata. Gli agenti segnalano che nell’incidente due persone sono rimaste ferite in maniera lieve, anche se non sono note le cause delle ferite. Non è inoltre chiaro se i due incidenti siano collegati. I crimini violenti sono rari in Giappone, dove il tasso di omicidi è basso e le leggi sulle armi sono tra le più severe al mondo. Tuttavia, diversi attentati hanno recentemente scosso l’arcipelago, tra cui l’omicidio nel luglio 2022 dell’ex primo ministro Shinzo Abe, ucciso con un’arma da fuoco artigianale durante un discorso di campagna elettorale. E lo scorso aprile, l’attuale primo ministro, Fumio Kishida, è uscito illeso da un attentato compiuto con un ordigno improvvisato, sempre durante una manifestazione elettorale.

Calcio: l’Australia rinuncia ai Mondiali 2034, Arabia Saudita unica candidata

L’Australia ha deciso di rinunciare alla propria candidatura all’organizzazione della Coppa del mondo di calcio del 2034, favorendo l’Arabia Saudita, che a questo punto (tranne clamorosi sviluppi) ospiterà l’evento. Il termine ultimo per l’invio delle candidature era stato fissato al 31 ottobre dalla Fifa, limitato alle confederazioni asiatica e oceanica: con il passo indietro dell’Australia, il massimo torneo calcistico tornerà così nella penisola arabica a 12 anni da Qatar 2022, Con i medesimi problemi: dal caldo soffocante ai tifosi “finti”, fino al divieto di bere alcolici.

Calcio: Australia rinuncia ai Mondiali 2034, Arabia Saudita unica candidata. A 12 anni da Qatar 2022 il torneo tornerà nella penisola araba.
La Coppa del Mondo (Getty Images).

L’assegnazione del Mondiale 2030 a tre continenti aveva spianato la strada all’Arabia Saudita

«Abbiamo considerato la possibilità di candidarci per ospitare la Coppa del Mondo Fifa e, dopo aver considerato tutti i fattori, abbiamo deciso di non farlo per la competizione organizzata nel 2034», scrive la Federcalcio australiana in un comunicato stampa. Le norme Fifa non consentono di ospitare la manifestazione nello stesso continente per le due edizioni successive. Considerando che l’edizione 2026 si disputerà tra Canada, Usa e Messico (Nord America) e che quella del 2030 è stata assegnata a Marocco, Spagna e Portogallo, con tre gare da disputare in Sudamerica tra Uruguay, Argentina e Paraguay (dunque Africa, Europa e Sud America), per il torneo del 2034 rimanevano solo le opzioni Oceania e Asia. La decisione della Fifa di assegnare il Mondiale del 2030 a tre continenti, molto discussa, è stata vista da molti come un trucco per favorire l’Arabia Saudita. Verità o meno, di sicuro ha spianato la strada al Paese del Golfo, interessato a ripulirsi l’immagine a livello internazionale tramite lo sportwashing.

Calcio: Australia rinuncia ai Mondiali 2034, Arabia Saudita unica candidata. A 12 anni da Qatar 2022 il torneo tornerà nella penisola araba.
Gianni Infantino, presidente della Fifa (Getty Images).

La candidatura saudita è stata subito sostenuta dalla Confederazione asiatica

Solo la candidatura dell’Australia, unico Paese dell’Oceania in grado di ospitare l’evento, poteva portare una certa competizione nell’assegnazione. C’è stata anche la possibilità di una candidatura congiunta con l’Indonesia, per un Mondiale tra Oceania e Asia. Ma la federazione calcistica di Giacarta si è poi tirata indietro, appoggiando la candidatura saudita, ufficializzata il 10 ottobre e già ufficialmente sostenuta dalla Confederazione asiatica di calcio. Nel 2023 Australia e Nuova Zelanda hanno ospitato la Coppa del Mondo femminile e la competizione è stata considerata un successo: nonostante ciò è arrivato il passo indietro.

Halloween 2023, i costumi scelti dalle star di Hollywood: da Paris Hilton a Cindy Crawford

Anche nel 2023, come da tradizione, le star dello showbiz statunitense si sono sbizzarrite con una serie di costumi originali e divertenti in occasione delle celebrazioni di Halloween. Dalle dive del pop ai cartoni animati, ce n’è davvero per tutti i gusti.

I travestimenti delle star di Hollywood per Halloween 2023

A regalare le soddisfazioni maggiori, come sempre, sono state le rappresentanti del gentil sesso. Paris Hilton ad esempio ha deciso di rendere omaggio all’iconico look da hostess sfoggiato da Britney Spears nel videoclip di Toxic. L’ex top model Cindy Crawford invece, in occasione del party di Casamigos ha indossato un look ispirato al celebre film Grease, con tanto di parrucca riccia e giacca di pelle nera. Ad essersi particolarmente sbizzarriti sono stati anche Justin Bieber e la moglie Hailey Baldwin, che hanno sperimentato diversi look tra cui un travestimento a tema Flinstones.

Ma gli esempi di costumi azzeccati non si contano. Mariah Carey per esempio ha scelto di omaggiare Jessica Rabbit, Christina Aguilera la collega Cher mentre Demi Lovato ha puntato su Biancaneve. Kendall e Kylie Jenner, dal canto loro, hanno preso ispirazione dal film Batman e Robin travestendosi dai personaggi di Sugar e Spice, mentre i loro parenti Travis Barker e Kourtney Kardashian hanno voluto travestirsi da Beetlejuice e dalla compagna Lydia Deetz. Particolarissimo, inoltre, l’abito scelto da Rosalia, che ha ricordato l’iconico vestito a forma di cigno sfoggiato da Björk ai 73° Academy Awards. Originale, infine, il costume di Halloween 2023 di Leonardo Di Caprio, che si è limitato a indossare una maschera da paperella.

Manca all’appello Heidi Klum

Chi ancora non ha voluto svelare il suo costume di Halloween 2023 è stata la modella Heidi Klum, che negli ultimi anni è diventata la regina della notte delle streghe con i suoi costumi fuori dall’ordinario. Nel 2022 si era presentata in pubblico con indosso un incredibile e iperrealistico travestimento da verme gigante. Stavolta cosa avrà in serbo? Ah, saperlo…

Halloween: storia, significato e curiosità

Ogni anno milioni di persone in giro per il mondo (ma soprattutto nei Paesi anglofoni) celebrano Halloween, una festa dal sapore horror oggi diventata molto popolare anche in Italia e che affonda le sue radici in alcuni antichi riti pagani.

Le origini di Halloween

Le origini di Halloween risalgono all’antica festa celtica di Samhain, festeggiata dai popoli che abitavano nell’area che oggi comprende l’Irlanda, il Regno Unito e la Francia settentrionale. Samhain segnava la fine dell’estate e l’inizio dell’inverno, ed era dunque un momento in cui si credeva che il confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti si assottigliasse, consentendo agli spiriti di tornare sulla Terra. In quella occasione così simbolica e speciale, gli antichi celti accendevano falò e indossavano maschere spaventose per scacciare gli spiriti maligni. Con l’avvento del Cristianesimo, la Chiesa cattolica introdusse la festa di Ognissanti l’1 novembre, seguita dal giorno dei defunti il 2 novembre. Tuttavia, molte tradizioni pagane sopravvissero, e la sera del 31 ottobre iniziò ad essere conosciuta come “All Hallows’ Eve”, da cui derivò per l’appunto il nome “Halloween”.

Come è nata la festa di Halloween? Qual è la storia di questa celebrazione? Ecco tutte le curiosità a riguardo.
Zucca di Halloween (Getty).

Grazie agli immigrati irlandesi partiti verso il Nuovo Continente alla ricerca di fortuna, durante il XIX secolo, la tradizione di Halloween sbarcò poi ufficialmente anche in America. Qui, la festa si mescolò con influenze di altre culture, dando origine a molti degli usi e costumi che conosciamo oggi, come quella del “dolcetto o scherzetto”, quella delle zucche intagliate (ispirata alla leggenda di Jack-o’-lantern) e i travestimenti. Ecco dunque che in questa evenienza bambini e adulti girano per le case alla ricerca di dolciumi, travestiti dai loro personaggi preferiti.

Halloween nella cultura popolare

Le affascinanti celebrazioni di Halloween hanno generato un’infinità di tradizioni collaterali, ma anche di film e prodotti culturali di varia natura. Nella notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre, dunque, si è soliti organizzare grandi party dal sapore horror, con abiti spaventosi, sangue finto, pipistrelli e ragnatele in ogni dove. C’è però anche chi preferisce restare in casa e godersi qualche pellicola a tema, una su tutte Nightmare Before Christmas di Tim Burton, oltre ovviamente alla celebre serie di pellicole con protagonista lo spietato assassino Michaell Myers.

Halloween, da Alien a Suspiria: le 10 scene più spaventose nei film

Non c’è Halloween senza un buon film horror. Mentre al cinema è appena sbarcato Five Nights at Freddys’, adattamento dell’omonimo videogame per console, anche in streaming è possibile recuperare cult capaci di far saltare letteralmente dalla sedia. Le jump scare scene, infatti, costituiscono il caposaldo centrale per la riuscita di un lungometraggio terrificante, facendo leva su un evento improvviso o inatteso. Ogni spettatore può stilare la sua personale classifica delle scene più spaventose che provocano terrore e fremiti anche a mesi di distanza. In vista ella notte delle streghe, ecco 10 consigli fra grandi classici del cinema come Alien e Shining e nuove uscite, tra cui spiccano It Follows e A Quiet Place.

Halloween, 10 scene più spaventose nei film da vedere la notte del 31 ottobre

Suspiria di Dario Argento, la morte di Sara girata una volta sola

Maestro del brivido internazionale, Dario Argento ha realizzato in carriera numerosi horror di successo. Fra i più celebri c’è indubbiamente Suspiria, film del 1977 con Jessica Harper nei panni di Susy, studentessa di danza classica che decide di iscriversi all’Accademia tedesca di Friburgo. Qui incontra Sarah, nei cui panni recita Stefania Casini, la cui morte costituisce una delle scene più spaventose dell’intero lungometraggio. A un certo punto della storia, la ragazza si ritrova a fuggire da una misteriosa figura invisibile, finendo per restare intrappolata nel filo spinato. Qui, prima di riuscire a liberarsi, viene uccisa con un rasoio. L’attrice ha raccontato di essere rimasta davvero avvinghiata nella rete, che le provocò varie escoriazioni.

Shining di Stanley Kubrick e la celebre stanza 237

Tra gli horror più terrificanti della storia del cinema e della letteratura c’è Shining, con cui Stanley Kubrick adattò l’omonimo romanzo di Stephen King. Difficile scegliere la scena più spaventosa, tuttavia merita una menzione speciale la stanza 237 dell’Overlook Hotel. Jack Torrance, personaggio interpretato dal grande Jack Nicholson, dopo esservi entrato si imbatte in una donna nuda che gli viene incontro e lo bacia, prima di trasformarsi in un cadavere in decomposizione. La scena è stata ripresa fedelmente anche nel film fantasy Ready Player One di Steven Spielberg.

Alien e Suspiria, ma anche It Follows e A Quiet Place. Le 10 scene più spaventose nei film horror da guardare la notte di Halloween.
Una scena di Shining nella stanza 237 (X).

Non aprite quella porta, tutti hanno paura di Leatherface

Cult del genere horror, Non aprite quella porta di Tobe Hooper ha spaventato generazioni di spettatori sin dalla sua uscita nel 1974. Impossibile dimenticare il momento in cui la giovane studentessa Pam, che ha il volto di Teri McMinn si ritrova appesa a un gancio da macellaio. Lottando per liberarsi, è costretta prima a guardare Leatherface, noto anche come Faccia da cuoio, mentre taglia a metà con una motosega il corpo esanime del suo amico Kirk (William Vail). L’interprete ha detto che, durante le riprese, per facilitare il suo sostegno a mezz’aria fece affidamento su un filo di nylon tra le gambe, espediente alquanto doloroso.

Carrie – Lo sguardo di Satana e la scena del ballo a scuola

Stephen King è autore anche di Carrie – Lo sguardo di Satana, romanzo che sbarcò al cinema grazie al film horror di Brian De Palma con Sissy Speck nei panni della protagonista. Fra le scene più spaventose c’è il ballo scolastico di fine anno, le cui riprese richiesero ben due settimane di lavoro. Il copioso sangue di maiale scaraventato su di lei era in realtà amido di mais mescolato con colorante alimentare, ma l’attrice decise di dormire con i vestiti sporchi per tre giorni interi. Una scelta che giustificò per ragioni di continuità.

Alien e Suspiria, ma anche It Follows e A Quiet Place. Le 10 scene più spaventose nei film horror da guardare la notte di Halloween.
La scena terrificante di Carrie – Lo sguardo di Satana (X).

Psycho, fra le scene più spaventose anche un cult del cinema

Miglior film di tutti i tempi secondo Variety, Psycho di Alfred Hitchcock rappresenta una pietra militare del cinema e del genere horror. La scena più spaventosa e indubbiamente la più celebre è quella della doccia, in cui la giovane Marion (Janet Leigh) viene pugnalata più volte da un misterioso assassino. L’omicidio dura ben 45 secondi, 22 dei quali rappresentano in 35 inquadrature diverse i colpi inferti dal killer. Servirono ben sette giorni di riprese, cui l’attrice non prese parte lasciando il posto a una controfigura.

Alien, l’indimenticabile esordio degli xenomorfi

Il primo capitolo di Alien, saga diretta da Ridley Scott, ha segnato decine di spettatori che si recarono in sala nel 1979. Fra le scene più terrificanti c’è sicuramente la prima apparizione degli xenomorfi, le creature che infestano la nave spaziale con a bordo la tenente Ripley, interpretata da Sigourney Weaver. Indimenticabile la morte di Kane (John Hurt), ucciso da un alieno che gli esce dal petto squarciandogli il torace. Un ciak che, visti gli effetti speciali dell’epoca non ancora sviluppati, scioccarono gran parte del pubblico.

L’Esorcista, fra le scene più spaventose anche la possessione di Regan

Icona del genere horror, L’Esorcista di William Friedkin continua a terrorizzare gli spettatori anche a 50 anni dalla sua uscita. Impossible non citare per Halloween la scena in cui la giovane Regan, che ha il volto di Linda Blair, ruota la testa di 180 gradi per guardare in volto i sacerdoti giunti per liberarla dalla possessione del demonio. Il 5 ottobre 2023 David Gordon Green ha diretto il nuovo capitolo L’Esorcista – Il Credente che riporta il personaggio nuovamente al centro della narrazione.

The Omen, fra le scene più spaventose anche la morte della bambinaia 

Fra le scene più spaventose da guardare ad Halloween c’è sicuramente la morte della bambinaia in The Omen – Il presagio, cult del 1976 di Richard Donner. Dopo una giornata tranquilla, infatti, la babysitter del giovane Damien (Harvey Stephens), incurante della folla di ragazzini in festa, si suicida gettandosi dalla finestra con un cappio al collo. Il tutto accompagnato da richiami cantilenanti in sottofondo con il nome del piccolo di casa, dando immediatamente la sensazione che il gesto sia provocato da una presenza maligna.

It Follows, la misteriosa figura che accompagna i protagonisti

Fra i migliori horror del nuovo millennio, It Follows è un’ottima scelta per la notte di Halloween. Il film di David Robert Mitchell racconta la storia di una misteriosa figura che insegue il suo bersaglio fin quando quest’ultimo non trasmette una maledizione ad altri tramite un rapporto sessuale. L’ignoto individuo appare in continuazione durante la narrazione, mostrandosi di sfuggita all’esterno dei palazzi oppure non lontano dalle auto dei protagonisti. Un brivido perpetuo che, come ha ricordato il Guardian, affonda le sue radici nel senso stesso della morte.

A Quiet Place, fra le scene più spaventose anche l’horror distopico di John Krasinski

Uscito nel 2018, A Quiet Place – Un posto tranquillo di John Krasinski ha subito catturato l’attenzione della critica e del pubblico. Con protagonisti lo stesso regista ed Emily Blunt, si svolge in un futuro distopico in cui la Terra è preda di una popolazione aliena che ha decimato l’umanità, costretta a nascondersi nelle proprie case. Fra le scene più spaventose c’è quella in cui la protagonista Evelyn si rifugia nella vasca da bagno del suo appartamento per sfuggire alla cattura di una creatura che si aggira nelle vicinanze.

Chi è Aitana Bonmatí, la stella del Barça vincitrice del Pallone d’Oro 2023

Aitana Bonmatí, centrocampista del Barcellona, è stata premiata con il Pallone d’Oro femminile come miglior calciatrice professionista al mondo della passata stagione. Ad agosto aveva già vinto il premio come miglior giocatrice del Mondiale del 2023, vinto dalla Nazionale spagnola, e il premio Uefa come migliore giocatrice europea dell’anno.

Bonmatí è il frutto di un Paese che ha investito nel calcio femminile

La Spagna sta vivendo un momento straordinario, continuando a dominare il mondo del calcio femminile. Bonmatí, 25 anni, ha afferrato il testimone della compagna di squadra Alexia Putellas, centrocampista del Barça che ha vinto il Pallone d’Oro nelle due edizioni precedenti. Ed è stata proprio Bonmatí, catalana e nelle fila del Barcellona femminile fin dalle giovanili, la calciatrice che nel 2022 ha tenuto a galla la Spagna dopo l’infortunio di Putellas, rimasta fuori dal campo per oltre un anno. Quel trauma vissuto dal Barça, di avere la giocatrice più forte al mondo sulla panchina, nel 2022 si è dissolto tra i piedi di Aitana, che è riuscita a trovare un feeling eccezionale con la squadra portandola alla vittoria della Champions League. Un passo dopo l’altro, nell’estate del 2023 la giovane ha coronato una serie di successi, portando la nazionale alla vittoria del Mondiale. Il successo di Bonmatì è anche quello di una Spagna che ha saputo investire con successo nel calcio femminile, diventando uno dei movimenti più vincenti e seguiti del panorama globale.

Chi è Aitana Bonmatí, la vincitrice del Pallone d'Oro 2023
Tifosi spagnoli festeggiano la vittoria dei Mondiali femminili del 2023 (Getty Images).

Guardiola: «È la versione femminile di Iniesta»

Bonmatì è nata nel 1998 nella piccola città catalana di Sant Pere de Ribes, dove ha iniziato a giocare a calcio fin da bambina prima di essere convocata da Jorge Vilda nelle giovanili del Barcellona. È amatissima dai suoi compaesani, che nel 2023 hanno rinominato in suo onore il campo in cui iniziò a giocare. Bonmatì fu convocata in prima squadra nel 2016, quando in Spagna la rivoluzione tecnica per il comparto femminile era già in corso, ed è oggi una calciatrice forte da un punto di vista atletico, ma che vanta sopratutto di doti analitiche e realizzative che la lasciano ridefinire le azioni e crearne di nuove in aerea. Una calciatrice che ha conquistato anche un certo Pep Guardiola, che l’ha paragonata a uno degli idoli della centrocampista: «Aitana Bonmati è una calciatrice di cui sono innamorato per il suo modo di giocare. Posso dire che è la versione femminile di Iniesta».

L’impegno nelle questioni sociali

Ma oltre a essere una grande calciatrice, Aitana è una figura che si è spesso schierata su questioni sociali di primo piano. Ha partecipato insieme alle compagne agli scioperi in protesta al coach Jorge Vilda e al presidente della federazione spagnola Luis Rubiales, per i comportamenti misogini per i quali sono stati recentemente licenziati. Inoltre, dal 2022 è ambassador dell’Unhcr, contribuendo al progetto d’inclusione per ragazze migranti attraverso il calcio. Ha raccontato che questa sua coscienza politica la deve ai genitori, due indipendentisti catalani che quando nacque le diedero il cognome della madre per protesta contro la legge spagnola che prevede l’anteposizione di quello del padre.

Bologna: malori fra il personale del 118, la procura apre un’inchiesta

Vertigini, mal di testa, ma anche malori improvvisi che hanno portato a due ricoveri negli ultimi quattro mesi. Una situazione che non è sfuggita all’Ausl che, dopo aver disposto i controlli ambientali per la presenza di inquinanti, ha inviato il materiale completo di referti in procura. Come riportato da Repubblica, è stato aperto un fascicolo conoscitivo.

Interessato solo il personale che gestisce le chiamate di emergenza

A eslcudere che si tratti di un problema legato all’aria che fuoriesce dai condizionatori, all’acqua dei rubinetti o al caffè dei distributori automatici, è il fatto che solo il personale che gestisce le chiamate di emergenza che arrivano da Bologna, Modena e Ferrara negli ultimi 4 mesi ha avuto problemi di salute rilevanti. Secondo quanto riportato dal quotidiano, potrebbe trattarsi di cause interne all’ufficio. «Non mi sento di dire che si tratti di avvelenamento, abbiamo fatto esposto però perché i dati ambientali erano tutti corretti e negativi», è stato il commento del direttore generale dell’Ausl Paolo Bordon.

Pallone d’oro: a chi sarebbe andato senza Messi e Ronaldo?

Leo Messi ha vinto il Pallone d’oro 2023 grazie alla vittoria del Mondiale in Qatar con la sua nazionale argentina. Si tratta dell’ottava volta per l’ex Barcellona, con il premio che dal 2008 a oggi ha avuto davvero poca varietà, passando da Messi a Ronaldo e viceversa. Il portoghese, per l’esattezza, ha vinto cinque Palloni d’oro. Solo la pandemia da Covid, Luka Modric e Karim Benzema sono riusciti a interrompere questo flusso di vittorie, provocando un’inevitabile calo di attenzione per il premio personale più ambizioso per i calciatori. Ma a chi sarebbe andato il Pallone d’oro se sia Messi che Ronaldo non fossero stati giocatori di questo tempo?

Il pallone d’oro senza Messi e Ronaldo

A rispolverare l’archivio dei ricordi ci ha pensato la Gazzetta dello Sport, che ha visto chi, negli ultimi 15 anni, avrebbe meritato il Pallone d’oro, salvo poi doversi accontentare del secondo o terzo posto in graduatoria dietro i due extraterrestri del calcio.

Fernando Torres, Xavi, Iniesta
Fernando Torres, Xavi, Iniesta (Getty Images).

L’inizio della dinastia

Partiamo dal 2008. In quell’anno vinse Cristiano Ronaldo, seguito subito dopo da Messi e dallo spagnolo Fernando Torres che realizzò ben 23 gol nella stagione e fu l’attaccante di riferimento della Spagna campione d’Europa ad Euro 2008. L’anno successivo, nel 2009, il trionfo spettò a Messi, seguito da Ronaldo e dal blaugrana Xavi. Arriviamo al 2010, quando il Pallone d’oro restò saldo nelle mani di Messi in quanto leader indiscusso del triplete messo a segno dal suo Barcellona. Era un anno nero per Cristiano Ronaldo che, infatti, arrivò solo sesto nella classifica del premio di France Football: dietro l’argentino trionfatore c’erano solo suoi compagni di squadra del Barcellona, ovvero Iniesta e Xavi.

Franck Ribéry
Franck Ribéry (Getty Images).

Nel 2011 vinse, ancora una volta, Messi con Ronaldo secondo, anche se il premio secondo molti sarebbe dovuto andare a Xavi Hernandez, più o meno la stessa dinamica dell’anno successivo, quando però l’argentino incantò con ben 91 gol in 12 mesi e lasciò dietro il portoghese e Andres Iniesta. Per Ronaldo, competitivo come pochi altri calciatori, era il momento di una scossa e la sua determinazione gli consentì nel 2013 di tornare ad alzare il Pallone d’oro, lasciandosi dietro Messi e soprattutto i calciatori del Bayern Monaco, capaci in quell’anno di vincere tutto. Il francese Franck Ribéry, terzo in classifica, parlò di vero e proprio furto del premio da parte del portoghese.

Neuer, Neyman, Griezmann e Van Dijk
Neuer, Neyman, Griezmann e Van Dijk (Getty Images).

Solo Modric, Benzema e il Covid riescono a fermarli

Nel 2014, 2015, 2016 e nel 2017 il premio andò rispettivamente a Ronaldo, Messi e ancora Ronaldo per due volte di fila. Il secondo in classifica è sempre stato l’altro extraterrestre del calcio, mentre in terza posizione nei diversi anni troviamo il portiere Neuer, vincitore dei Mondiali in Brasile, Neymar, Griezmann e ancora Neymar. Nel 2018, invece, dopo ben 10 anni di dominio incontrastato Messi – Ronaldo, il Pallone d’oro è andato ad un altro giocatore, cioè a Luka Modric, vincitore con il Real Madrid della Champions League. La dinastia,  tuttavia, non si interrompe del tutto e Messi, nel 2019, si è ripreso il Pallone d’oro sfilandolo, secondo alcuni ingiustamente, al fortissimo difensore del Liverpool Van Dijk.
Luka modric, Robert Lewandowski, Karim Benzema
Luka modric, Robert Lewandowski, Karim Benzema (Getty Images).

Il filotto di vittorie si è interroto ancora nel 2020, quando a fermare il portoghese e l’argentino è stato il Covid. France Football annullò il premio che, secondo molti, sarebbe andato quell’anno a Robert Lewandowski. Nel 2021, altro trionfo a sorpresa di Messi malgrado il suo rendimento al Psg, sua nuova squadra, non fosse dei migliori. Arriviamo così ai tempi più recenti, al 2022, quando a vincere il Pallone d’oro è stato l’attaccante del Real Madrid Karim Benzema, davanti a Messi e Luka Modric. Il resto è storia recente, con Messi che trionfa per l’ottava volta nel 2023, quasi sicuramente l’ultima. Cristiano Ronaldo gioca in Arabia Saudita e, verosimilmente, anche per lui sono finiti i tempi di France football.

La pista da bob che punge nell’orgoglio il governo sovranista

Tra i tanti drammi italiani (cose gravi ma mai serie, direbbe Ennio Flaiano) la vicenda del bob olimpico merita un capitolo a parte. Specie nel giorno in cui una delegazione governativa di gran rango – ci sono niente meno che il vicepremier Antonio Tajani e il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo – sarà a Cesana, ridente località piemontese, per verificare come rimettere in sesto la pista da bob dove nel 2006 ci furono le gare delle Olimpiadi invernali. Costato uno sproposito, 110 milioni di ero, l’impianto durò poco più di un segretario del Pd e dopo aver ospitato una manciata di manifestazioni chiuse ingloriosamente per manifesta inutilità e complicanze idrogeologiche che andavano di pari passo col crescere delle spese di gestione.

La pista da bob che punge nell'orgoglio il governo sovranista
Paolo Zangrillo e Antonio Tajani (Imagoeconomica).

Una disciplina che in Italia è praticata da una cinquantina di persone…

Ora la pista in disarmo però torna buona, per il semplice motivo che a due anni dalle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 gli organizzatori stanno freneticamente cercando la sede per accogliere una disciplina che in Italia, stando agli ultimi numeri disponibili, è praticata da una cinquantina di persone (per l’esattezza 17 di bob, 13 di skeleton e 23 di slittino), che non si capisce per altro dove pratichino visto che piste non ce ne sono. Probabilmente all’estero, dove non è che  abbondino ma qualcuna pur c’è, e anche non lontano da noi. Infatti si era pensato di trasferire le gare a Saint Moritz o Innsbruck, i cui impianti olimpici sono durati nel tempo.

O chiediamo aiuto all’Intelligenza artificiale, o all’estero

Naturalmente tutta questa spasmodica ricerca deriva dal fatto che il progetto per la costruzione di una nuova pista nella sede naturale dei Giochi, a Cortina, dopo lo smantellamento della vecchia che aveva ospitatoquellidel 1956, è stato archiviato. In primis per il solito problema dei costi esorbitanti – anche qui siamo sul filo dei 100 milioni – e poi, dettaglio non trascurabile, perché nessuna impresa si era offerta di costruirla. D’accordo le gare al ribasso, ma non così tanto che un’aziendasi ritrovi a lavorare in perdita. A questo punto le alternative erano due: o chiedere al Comitato olimpico internazionale la soppressione del bob e la sua trasformazione in gara virtuale, magari usando le astuzie dell’Intelligenza artificiale, come la neve prodotta dai cannoni causa vertiginoso rialzo dello zero termico e relativa scomparsa di campi innevati. Oppure chiedere aiuto oltreconfine, con qualche buontempone che (c’eravamo cascati anche noi) aveva infilato nella ridda delle località possibili anche Pechino, sede delle ultime Olimpiadi.

La pista da bob che punge nell'orgoglio il governo sovranista
Daniela Santanchè (Imagoeconomica).

A Cesana spuntarono rovine romane: che occasione per Santanchè…

Ma per un governo sovranista che fa dell’italianità la sua ragion d’essere portare la gara all’estero sarebbe inammissibile. Una palese dimostrazione di incapacità della razza italica che certo non può recedere di fronte agli imprevisti. Di qui l’ultimo disperato tentativo di ripercorrere la via piemontese, con Milano che tace – in fondo la capitale morale c’entra con lo sci più o meno come le Maldive – e i veneti che mugugnano per il vulnus cortinese. Sarà dunque Cesana la panacea che risolverà ciò che finora è apparso irrisolvibile? Le cronache narrano che i lavori della sua costruzione vennero rallentati perché a un certo punto, scavando nel terreno, spuntarono resti di rovine romane. Che imperdibile occasione, direbbe la ministra Daniela Santanchè. Farci passare una pista di bob in mezzo potrebbe aggiungere glamour, dando luogo a una promettente contaminazione storico-culturale. Perché è sì Cesana che riapre il solco (del bob), ma è Roma che è caput mundi.

Nuovo volo Ita da Roma a Rio de Janeiro

Crescono le destinazioni di Ita Airways per il Sud America, mercato che vede la compagnia di bandiera leader in termini di traffico da e per l’Italia grazie a una comunità di italiani tra le più grandi al mondo. Dopo i voli già operati verso San Paolo e Buenos Aires, si è aggiunto quello per Rio de Janeiro inaugurato all’aeroporto di Roma Fiumicino ed effettuato con un Airbus A330neo completamente realizzato secondo il nuovo design di cabina Ita Airways. L’espansione sul lungo raggio rappresenta uno dei principali pilastri della strategia della compagnia di bandiera. «Rio de Janeiro è il terzo collegamento intercontinentale di questo 2023 che, con Washington a giugno e San Francisco a luglio, è stato l’anno della maggiore crescita di Ita Airways nel mercato intercontinentale», ha detto Emiliana Limosani, chief commercial officer di Ita Airways e ceo di Volare.

Una connettività con il Sud America sempre più ampia

«Questo nuovo collegamento aereo avviato da Ita Airways, nostro hub carrier nonché partner strategico, è un prodotto che andrà ad integrare ulteriormente la nostra offerta di lungo raggio migliorando la connettività con il Sud America, un mercato fondamentale per Roma, anche in prospettiva del prossimo Giubileo», ha dichiarato Ivan Bassato, chief aviation officer di AdR. L’ambasciatore del Brasile in Italia, Renato Mosca de Souza, ha sottolineato: «È molto importante per noi il volo di Ita Airways per Rio de Janeiro, soprattutto in vista delle prossime celebrazioni che ci saranno il prossimo anno che sono importanti sia per il mio Paese sia per l’Italia. Ci saranno poi le celebrazioni per il 150esimo anniversario dell’immigrazione italiana in Brasile». Da parte sua, il ministro plenipotenziario direttore centrale per l’America Latina e vice direttore generale per la Mondializzazione e le questioni globali del Ministero degli Affari Esteri, Michele Pala, ha sottolineato che «si usa spesso il termine Sistema Paese, fare sistema. Sicuramente i voli diretti, a maggior ragione se poi operati da una compagnia aerea italiana, fanno parte di questo».

Hamas accusa l’Italia: «Partner di Israele nell’aggressione»

«Purtroppo il governo italiano ha scelto ancora una volta la destra, la parte destra della Storia. È un errore gravissimo che trasforma l’Italia in uno degli aggressori del popolo palestinese». Lo ha detto Basem Naim, uno dei leader di Hamas, durante un’intervista ad Agorà, programma di Rai 3. «Israele non agisce da solo, ma per conto di Germania, Regno Unito, Usa, Francia e purtroppo anche dell’Italia, che ha inviato alcune truppe nel Mediterraneo». Naim ha fatto parte della delegazione di Hamas che si è recata a Mosca per dei colloqui, a cui hanno partecipato anche rappresentanti iraniani.

Hamas accusa Italia: «Partner di Israele nell'aggressione». Le parole di Basem Naim, uno dei leader dell'organizzazione palestinese.
La devastazione di Gaza City (Getty Images).

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«La comunità internazionale ha la stessa responsabilità di Israele»

«Possiamo soltanto dire che la comunità internazionale ha la stessa responsabilità di Israele in tutte le stragi commesse contro il nostro popolo», ha aggiunto Naim. Il portavoce di Hamas ha poi definito «propaganda idiota» dice che l’organizzazione palestinese tiene in ostaggio la popolazione di Gaza City, impedendogli di spostarsi in località più sicure: «Come potremmo mai impedire a un milione di persone di spostarsi da nord a sud? Non possiamo proteggere i civili, possiamo difenderci soltanto attaccando Israele».

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Hamas accusa Italia: «Partner di Israele nell'aggressione». Le parole di Basem Naim, uno dei leader dell'organizzazione palestinese.
Abitanti di Gaza City in file per l’acqua potabile (Getty Images).

Nailm è il capo del Consiglio per le relazioni internazionali di Hamas

Israele sostiene che il quartier generale di Hamas, a Gaza, sia stato allestito sotto uno dei principali ospedali della città. Questa la risposta di Naim: «Lo hanno detto già altre volte ed è un tentativo mal riuscito di legittimare la loro aggressione». Laureato in Germania e specializzato in chirurgia, ministro della Salute del primo governo dell’Autorità Nazionale Palestinese guidato da Ismail Haniyeh tra il 2006 e il 2007, poi dello Sport e successivamente di nuovo della Salute del governo di Gaza fino al 2012, Nailm è attualmente capo del Consiglio per le relazioni internazionali di Hamas.

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La volta buona con Caterina Balivo: ospiti e anticipazioni del 31 ottobre 2023

Secondo appuntamento settimanale, martedì 31 ottobre 2023, con la trasmissione pomeridiana di Rai 1 La volta buona, in onda dalle 14.00 alle 16.00 e condotta da Caterina Balivo. Tra gli ospiti che si racconteranno ci sono Alba Parietti e Martina Colombari. Come di consueto, appuntamento anche con i giochi per il pubblico da casa e le emozionanti storie della gente comune.

Alba Parietti: biografia, fidanzato e figli

Opinionista e conduttrice tv, ha esordito nel 1977 nel mondo dello spettacolo in un teatro locale piemontese. La sua prima esperienza televisiva è stata nel 1980 sull’emittente torinese Videogruppo presentando Splendido!. Nel 1984 è stata valletta di Gigi Sabani in alcune puntate del game-show Ok, il prezzo è giusto!. La sua popolarità è arrivata negli Anni 90, quando è stata al timone della trasmissione a tema calcistico Galagol su Telemontecarlo. Ha poi recitato in diversi film come Abbronzatissimi di Bruno Gaburro (1991) e Saint Tropez – Saint Tropez di Castellano e Pipolo (1992). Tra il 1992 e il 1993 ha condotto insieme a Toto Cotugno Domenica In e nel 1994 è stata la prima donna a condurre Striscia la notizia. Ha poi presentato il Festival di Sanremo 2004 e nello stesso anno ha partecipato al reality La fattoria, seguito nel 2011 dalla sua partecipazione a L’isola dei famosi (reality in cui è tornata anche nel 2019). Recentemente ha presentato la trasmissione Non sono una signora su Rai 2. Nel 1981 si è sposata con l’attore Franco Oppini e dalla loro unione è nato. il 6 aprile 1982, Francesco Maria Oppini, unico figlio della presentatrice. La coppia si è separata nel 1990 e ha divorziato nel 1997, dopodiché Parietti ha avuto un flirt con l’attore Christopher Lambert e dal 2001 al 2007 una relazione con il principe palermitano Giuseppe Lanza di Scalea. Dal 2010 al 2014 è stata legata a Cristiano De André e dal 2022 è fidanzata con il manager Fabio Adami.

Gli ospiti de La volta buona del 31 ottobre 2023 sono Martina Colombari e Alba Parietti
Martina Colombari e Alba Parietti.

Martina Colombari: biografia, marito e figli

Showgirl e conduttrice tv, è stata eletta nel 1991 Miss Italia e poi ha iniziato a fare la modella, diventando una top model internazionale. In parallelo ha iniziato a lavorare come co-conduttrice per diverse trasmissioni come Un disco per l’estate,Vota la voce, Super, Controcampo, Goleada e Galagoal, debuttando poi come attrice in film come Abbronzatissimi, per la regia di Bruno Gaburro (1991), Paparazzi, di Neri Parenti (1998) e Quello che le ragazze non dicono, di Carlo Vanzina (2000). Nel 2002 ha preso parte alla fiction Carabinieri e nel 2003 è stata nel cast di Un medico in famiglia. Negli anni seguenti ha partecipato ad alcuni episodi de I Cesaroni e ad altre fiction come Al di là del lago (2010-2011) e Il restauratore (2012). È stata fidanzata con Alberto Tomba dal 1991 al 1995, poi si è legata sentimentalmente ad Alessandro Costacurta, ex difensore del Milan, con il quale si è sposata il 16 giugno 2004 e dal quale ha avuto un figlio, Achille.

La manovra arriva in Parlamento, intesa nella maggioranza

Non c’è tempo da perdere e le risorse sono poche. È l’imperativo con il quale la premier Giorgia Meloni ha chiuso l’intesa con i leader di maggioranza sulla manovra che arriva in Parlamento, a 15 giorni dal varo, con poche modifiche rispetto alle intenzioni iniziali. «Le forze di maggioranza hanno confermato la volontà di procedere speditamente all’approvazione della Legge di Bilancio, senza pertanto presentare emendamenti. Il governo terrà conto con grande attenzione del dibattito parlamentare e delle considerazioni delle forze di maggioranza ed opposizione», recita la nota di Palazzo Chigi, diffusa dopo il vertice. Il governo potrebbe presentare un mini-pacchetto di modifiche, facendosi carico delle istanze di maggioranza e opposizione.

Accordo sugli affitti brevi

La proposta di FI per un codice identificativo nazionale per gli affitti brevi entra nella manovra. Lo apprende l’Ansa da fonti di maggioranza e di governo al termine del vertice. Confermato l’aumento al 26 per cento dell’aliquota dalla seconda alla quarta casa messa in affitto fino a 30 giorni, specificando che per la prima resta al 21 per cento. Inoltre, c’è l’impegno di destinare il gettito derivante – circa un miliardo di euro secondo stime circolate nella riunione – alla riduzione delle tasse sulla casa.

Iva per i pannolini: dal 2024 sarà al 10%

Via l’Iva al 22% per i pannolini per i bambini: il prossimo anno l’aliquota salirà dall’attuale 5% ma si fermerà al 10%. Lo prevede una misura della manovra, nella versione bollinata dalla Ragioneria, che reinserisce i pannolini tra i prodotti con l’Iva agevolata. Aumento pieno fino al 22% solo per i seggiolini auto.

Tagli ai ministeri: circa 2,5 miliardi in tre anni

Da 1 miliardo a poco più di due miliardi e mezzo in tre anni: è l’ammontare dei tagli ai ministeri indicati negli allegati alla manovra, bollinata dalla Ragioneria. Il contributo maggiore arriva dal Mef, con oltre un miliardo di riduzione del budget. Segue la Difesa con 200 milioni, il Mimit con 197, gli Esteri 167, il Lavoro 150. Università e ricerca 129 milioni, le Infrastrutture 126, l’Interno 121, l’Istruzione 100 milioni. La Cultura dovrà tagliare 71 milioni, la Giustizia 55, la Salute 54, l’Agricoltura quasi 33, l’Ambiente 27 e il Turismo 11.

Sconto fiscale in busta paga

Il taglio dei contributi previdenziali (il cuneo fiscale) per i lavoratori dipendenti con redditi fino a 35 mila euro (escluso il lavoro domestico) è stato confermato. Restano gli sconti in busta paga varati alla metà del 2023. Lo sgravio non avrà effetto sulle tredicesime del 2024. «Riconosciuto un esonero sulla quota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti a carico del lavoratore di 6 punti percentuali a condizione che la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non ecceda l’importo mensile di 2.692 euro». L’esonero sale a 7 punti percentuali se la retribuzione non eccede l’importo mensile di 1.923 euro.

Decontribuzione per le lavoratrici madri

Arriva la decontribuzione totale sperimentale per il 2024 per le lavoratrici donne a tempo indeterminato con almeno due figli, di cui il più piccolo sotto i 10 anni. Per le lavoratrici con tre figli il bonus in busta paga vale fino a tutto il 2026, o comunque fino ai 18 anni del figlio più piccolo. Aumenta il bonus asili nido a 3.600 euro annui per i nati dal 1 gennaio 2024, a condizione che nel nucleo vi sia un altro figlio sotto i 10 anni e l’Isee familiare sia inferiore a 40 mila euro. Ci sarà un mese in più di congedo parentale per i genitori con figli fino a sei anni, retribuito al 60 per cento.

Tre aliquote Irpef

Gli scaglioni di reddito e le aliquote vengono ridotte da quattro a tre. Si pagherà il 23 per cento fino a 28 mila euro di reddito annuo lordo, il 35 per cento per i redditi tra 28 e 50 mila euro, il 43 per cento oltre i 50 mila euro.

Convocata la commissione Bilancio 

In attesa che il governo invii la manovra alle Camere, è stata convocata in via preventiva la commissione Bilancio del Senato, da cui comincerà l’iter parlamentare. Prevista per martedì alle 13.30 la prima seduta. Dalle prime informazioni, viene indicato come unico relatore il presidente della commissione, il senatore di FdI Nicola Calandrini, per la fase relativa al parere da inviare al presidente del Senato Ignazio La Russa.

 

Il difficile equilibrio della Russia nella crisi in Medio Oriente

La guerra in Medio Oriente sta dividendo ulteriormente l’Occidente dal mondo musulmano che appoggia la causa palestinese. La linea di frattura è chiara, tra le posizioni inconciliabili di chi sostiene Netanyahu senza se e senza ma e sottolinea il diritto di Israele di difendersi a qualsiasi prezzo, anche a quello di commettere a sua volta crimini di guerra, e chi considera Hamas un’organizzazione caritativa di liberazione e il massacro del 7 ottobre un’incidente di percorso inevitabile per riportare all’ordine del giorno una questione non solo irrisolta da decenni, ma in via di forte peggioramento per i palestinesi. Chi tenta di trovare una posizione di equilibrio, persino le Nazioni Unite e il segretario Antonio Guterres, viene accusato di imparzialità.

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La partita mediorientale della Russia
Vladimir Putin con Benjamin Netanyahu al Cremlino nel marzo 2020 (Getty Images).

Il filo tra indipendentismo caucasico e radicalismo islamico ora si salda con la nuova ondata di antisemitismo

Nella prospettiva degli equilibri geopolitici della regione le posizioni sono chiare, ma alcuni attori sono attenti a non sbilanciarsi troppo per varie ragioni. Uno di questi è la Russia, che tradizionalmente ha un buon rapporto con i palestinesi, risalente alla Guerra fredda e al gioco dei due blocchi contrapposti, e allo stesso tempo con Israele, che nel corso degli ultimi tre decenni, dopo la dissoluzione dell’Urss, ha accolto quasi un milione di cittadini dell’ex Unione Sovietica di origine ebraiche. Mosca, impegnata nella guerra in Ucraina e al contempo nel duello con l’Occidente, cioè Stati Uniti ed Europa, non ha alcun interesse a rompere con Israele e allo stesso tempo non può voltare la faccia ai palestinesi. Non solo. Il Cremlino deve fare anche i conti con l’eterogeneità, etnica e religiosa dei russi, e varie province a maggioranza musulmana. Non sono un caso gli episodi di antisemitismo, cresciuti nelle ultime settimane soprattutto nelle regioni caucasiche, dove l’estremismo islamico è stato di casa per decenni, tenuto a bada anche con la forza, vedere alla voce Cecenia, ma sempre pronto ad esplodere. Il filo rosso che nel passato legava l’indipendentismo caucasico al radicalismo islamico e arrivato ora a saldarsi all’antisemitismo scoppiato con la nuova guerra tra Israele e Hamas. Con qualcuno che soffia sul fuoco. L’episodio dell’aeroporto di Makhachkala, capoluogo del Daghestan, con la caccia ai profughi in arrivo da Israele non è stato certo spontaneo, visto che è stato organizzato via social media da vari soggetti, aizzati soprattutto da video e messaggi di un canale Telegram, Morning Dagestan, fondato da un ex deputato russo, Ilya Ponomariov, da un paio d’anni fuggito da Mosca a Kyiv. Ponomariov, con buoni rapporti con l’intelligence ucraina, è legato inoltre al gruppi neonazista antiputiniani del Corpo volontario guidato da Denis Nikitin e ha già detto di non avere nulla a che fare con la vicenda, anche se la sua credibilità è pari a zero.

La partita mediorientale della Russia
L’attacco all’aeroporto di Makhachkala, capoluogo del Daghestan (Ansa).

Le ricadute del conflitto mediorientale sulla guerra in Ucraina

Il dossier mediorientale e la guerra in Ucraina non sono direttamente legati, è evidente però che il riaccendersi del conflitto nella Striscia di Gaza e i rischi di un ampliamento ad altri Paesi della regione ha alleggerito la pressione, mediatica e politica, dell’Occidente sulla Russia, con uno spostamento delle priorità che sta irritando Kyiv, al di là delle rassicurazioni di circostanza replicate tra Washington e Bruxelles. Per il Cremlino, se sul teatro mediorientale può aprirsi un ruolo di mediazione grazie anche ai rapporti diretti con Hamas che non sono stati tranciati e nonostante i tentativi di interferenze su quelli con Israele, su quello ucraino comincia quindi una nuova fase. A livello militare, con la controffensiva ucraina che in cinque mesi ha dato pochi risultati, l’arrivo dell’inverno segna un altro periodo di ulteriore stallo: i territori occupati dai russi rimarranno tali, almeno sino a che Kyiv non riuscirà davvero a raggiungere l’obiettivo della sconfitta totale russa. Il presidente ucraino continua a ripetere che Donbass e Crimea saranno reintegrati, ma il fattore tempo gioca a favore di Putin, la cui tattica non è cambiata e punta alla conquista ancora di alcuni lembi di terra nell’Est del Paese, sia per ragioni simboliche che strategiche. La Russia potrebbe chiudere anche la partita qui, ma l’Ucraina non vuole accettare la perdita di altri territori. Sul breve periodo un compromesso pare irrealistico, ma sul medio, in assenza di qualche terremoto sul fronte al momento improbabile, sarà inevitabile, spinto anche dagli Stati Uniti che per forza di cose sono stati costretti a relegare il duello con la Cina, la vera priorità di Washington, in terzo piano.

Israele: «Colpiti 300 obiettivi di Hamas a Gaza», secondo fonti palestinesi 50 le vittime

Proseguono le operazioni di terra a Gaza. Nelle ultime 24 ore l’esercito israeliano ha distrutto circa 300 obiettivi di Hamas, tra cui postazioni anticarro, tunnel e basi militari. Lo ha dichiarato la mattina del 31 ottobre il portavoce dell’Idf Daniel Hagari su X.

Ucciso un comandante di Hamas responsabile dei massacri del 7 ottobre, fermati tre presunti affiliati all’Isis

Le Forze di Difesa israeliane e il servizio di sicurezza Shin Bet hanno anche confermato l’uccisione in un bombardamento aereo di Nissim Abu Ajina, comandante del battaglione Beit Lahia nella divisione settentrionale di Hamas. Secondo le forze di Tel Aviv Nissim Abu Ajina aveva ordinato il massacro del 7 ottobre al kibbutz Erez e al Moshav Netiv HaAsara. Nelle città settentrionali di Arraba e Sakhnin sono invece stati arrestati tre uomini con l’accusa di affiliazione all’Isis. L’esercito israeliano in un villaggio vicino a Ramallah ha inoltre demolito la casa di Saleh al-Arouri, considerato de facto il leader di Hamas in Cisgiordania e attivo in Libano.

 

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Secondo fonti palestinesi almeno 50 persone uccise nei raid notturni

Nei raid della notte, secondo fonti palestinesi, sono state uccise 50 persone tra cui numerosi bambini. Nella città meridionale di Rafah almeno 27 persone sono morte in due diversi attacchi contro edifici residenziali, riporta l’agenzia di stampa Wafa.  Altre 18 persone hanno perso la vita in un bombardamento sulla zona di Al Zawaida e sette nel quartiere di Al Zaytoun. Tre persone tra cui un bimbo di 6 anni sono rimaste uccise in un altro raid nella parte settentrionale della Striscia. Secondo la Wafa, il numero delle vittime è destinato ad aumentare e diverse persone sono ancora intrappolate tra le macerie degli edifici bombardati. In totale secondo il ministero della Sanità di Gaza sono 8 mila i palestinesi uccisi dall’inizio del conflitto.

Israele: «Colpiti 300 obiettivi di Hamas a Gaza», secondo fonti palestinesi 50 le vittime
Macerie a Rafah, 31 ottobre 2023 (Getty Images).

L’allarme dell’Unicef per la mancanza di acqua potabile a Gaza

Con il passare dei giorni si aggrava la crisi umanitaria a Gaza. La direttrice esecutiva dell’Unicef, Catherine Russell, ha dichiarato al Consiglio di sicurezza dell’Onu che nella Striscia l’acqua pulita si sta rapidamente esaurendo. «C’è solo un impianto di desalinizzazione in funzione e solo al 5 per cento della capacità», ha spiegato, «mentre tutti e sei gli impianti di trattamento delle acque reflue di Gaza sono ora non operativi a causa della mancanza di carburante o energia elettrica». La mancanza di acqua pulita e di servizi igienico-sanitari sicuri «è sul punto di diventare una catastrofe», ha sottolineato Russell, avvertendo come «a meno che l’accesso all’acqua pulita non venga ripristinato urgentemente, sempre più civili, compresi i bambini, si ammaleranno o moriranno di disidratazione o di malattie».

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I rischi di un’escalation in Siria

Le Nazioni Unite temono le conseguenze di un allargamento del conflitto in Siria. L’inviato speciale Onu nel Paese Geir Pedersen al Consiglio di Sicurezza ha dichiarato che, oltre alla violenza derivante dal conflitto interno, il popolo siriano ora si trova ad affrontare «una prospettiva terrificante di una potenziale escalation più ampia», Escalation che è già in atto.  Pedersen ha sottolineato come gli attacchi aerei di Israele abbiano colpito più volte gli aeroporti di Aleppo e Damasco, senza contare la risposta Usa ad attacchi «da parte di gruppi che si sostiene siano appoggiati dall’Iran, anche sul territorio siriano».

 

Bomba d’acqua nella zona nord di Milano, esonda il Seveso

Un violento temporale che si è abbattuto nella notte tra il 30 e il 31 ottobre su Milano e sulla Brianza ha provocato, intorno alle ore 6, l’esondazione del fiume Seveso. Interessata l’area nord a Niguarda con l’allagamento di viale Fulvio Testi, arteria di accesso alla città.

L’esondazione, spiega l’assessore alla sicurezza Marco Granelli, durerà per qualche ora. Allagati anche i sottopassi Negrotto e Rubicone. Evacuate a scopo precauzionale le comunità che si trovano nel parco Lambro per l’innalzamento delle acque dell’omonimo fiume.

Lionel Messi vince il Pallone d’oro 2023

Il Pallone d’Oro 2023 va a Lionel Messi.  L’attaccante dell’Inter Miami e capitano della nazionale Argentina campione del mondo conquista il premio per l’ottava volta in carriera. Tra le donne, il Pallone d’Oro è andato alla spagnola Aitana Bonmati del Barcellona.

«Grazie ai miei compagni, a mia moglie e a Diego»

«Ringrazio tutte le persone che mi hanno votato. Lo condivido con i compagni della Nazionale argentina, Lautaro Martinez, Julian Alvarez, e tutti loro. Non voglio dimenticare Erling Haaland e Kylian Mbappé, che hanno avuto un’annata incredibile. Haaland ha vinto tutto e senza dubbio nei prossimi anni porterà a casa questo premio. I giocatori si rinnovano ma il livello non si abbassa mai, ci divertiremo ancora per tanti anni», ha detto Messi dopo l’incoronazione. «L’unico sogno che mi mancava era diventare campione del mondo, è stato speciale perché tante persone di nazionalità diverse tifavano per l’Argentina campione. Grazie a mia moglie, che c’è sempre stata anche nei momenti difficili. E poi ringrazio Diego, non c’è posto migliore per augurargli buon compleanno», ha aggiunto il 36enne argentino.

Alle sue spalle si sono classificati l’attaccante del Manchester City Erling Haaland, centravanti del Manchester City, e il francese Kylian Mbappè, attaccante del Psg. Il trofeo Kopa per il miglior giocatore under 21 va a Jude Bellingham, il premio Yashin (miglior portiere) a “Dibu” Martinez, mentre il premio Muller, destinato al miglior attaccante se lo è aggiudicato Haaland.

La classifica

1. Lionel Messi (ARG, 36 ans, Paris-SG, Inter Miami)

2. Erling Haaland (NOR, 23 anni, Manchester City)

3. Kylian Mbappé (FRA, 24 anni, Paris-SG)

4. Kevin De Bruyne (BEL, 32 anni, Manchester City)

5. Rodri (ESP, 27 anni, Manchester City)

6. Vinicius Jr. (BRA, 23 anni, Real Madrid)

7. Julian Alvarez (ARG, 23 anni, Manchester City)

8. Victor Osimhen (NGA, 24 anni, Napoli)

9. Bernardo Silva (POR, 29 anni, Manchester City)

10. Luka Modric (CRO, 38 anni, Real Madrid)

11. Mohamed Salah (EGY, 31 anni, Liverpool)

12. Robert Lewandowski (POL, 35 anni, Barcellona)

13. Yassine Bounou (MAR, 32 anni, Siviglia/Al-Hilal)

14. Ilkay Gündogan (GER, 33 anni, Manchester City/Barcellona)

15. Emiliano Martinez (ARG, 31 anni, Aston Villa)

16. Karim Benzema (FRA, 35 anni, Real Madrid/Al-Ittihad)

17. Khvicha Kvaratskhelia (GEO, 22 anni, Napoli)

18. Jude Bellingham (ING, 20 anni, Borussia Dortmund/Real Madrid)

19. Harry Kane (ING, 30 anni, Tottenham/Bayern Monaco)

20. Lautaro Martinez (ARG, 26 anni, Inter)

21. Antoine Griezmann (FRA, 32 anni, Atlético Madrid)

22. Min-jae Kim (CDS, 26 anni, Napoli/Bayern Monaco)

23. André Onana (CAM, 27 anni, Inter/Manchester United)

24. Bukayo Saka (ING, 22 anni, Arsenal)

25. Josko Gvardiol (CRO, 21 anni, RB Lipsia/Manchester City)

26. Jamal Musiala (GER, 20 anni, Bayern Monaco)

27. Nicolo Barella (ITA, 26 anni, Inter)

28. Martin Odegaard (NOR, 24 anni, Arsenal)

28. Randal Kolo Muani (FRA, 24 anni, Eintracht Francoforte/Paris-SG)

30. Ruben Dias (POR, 26 anni, Manchester City)

I valori di Borsa italiana e spread di oggi 31 ottobre 2023

Grande attesa per l’apertura delle Borse europee dopo il positivo avvio di settimana, nonostante la tensione crescente in Medio Oriente. Milano riparte dal +0,19% di ieri, lunedì 30 ottobre.

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