Daily Archives: 23 Ottobre 2023

Viveva in auto con la famiglia, operaio tunisino trova casa grazie a un appello

Un operaio tunisino, Nadir, insieme alla moglie Asma e alle figlie di 4 anni e di 11 mesi, si sono visti costretti a dormire in auto, a Curtarolo (Padova), perché respinti da numerosi proprietari di appartamenti in affitto in quanto stranieri. Grazie all’appello lanciato da alcuni quotidiani, che hanno raccontato la loro storia, l’uomo e la sua famiglia avranno presto una casa.

I no dei proprietari per la provenienza

Malgrado le numerose ricerche di un immobile in affitto e un contratto a tempo indeterminato come operaio edile a garanzia, la famiglia non riusciva tuttavia a trovare un’abitazione, a causa della provenienza del piccolo nucleo. Dopo l’appello lanciato dai giornali, sono cominciate ad arrivare le offerte. Prima una situazione temporanea in un albergo, poi l’accoglienza di una coppia padovana, che ha chiesto di restare anonima, e ha offerto ospitalità in regola alla famiglia di Nadir con un’abitazione che sarà data loro in affitto.

L’aiuto della comunità 

Quando la notizia della famiglia che viveva in un’auto parcheggiata di fronte alla chiesa del quartiere Sacro Cuore in appoggio a un bar gestito da cinesi per i servizi igienici, si è diffusa, anche la solidarietà della comunità locale e di quella straniera che vive a Padova si è attivata. In aiuto alla famiglia tunisina si sono infatti mosse altre amministrazioni del padovano, come quella di Montegrotto, e la Fillea Cgil di Padova, assieme agli avvocati di strada, per ottenere la residenza nel Comune di Padova.

Testamento colombiano di Berlusconi, Di Nunzio indagato

La vicenda legata al testamento sottoscritto in Colombia da Silvio Berlusconi si arricchisce di un nuovo elemento. L’imprenditore Marco Di Nunzio, che ha depositato il documento il 3 ottobre scorso presso uno studio notarile di Napoli, risulta indagato dalla Procura di Milano. La pm Roberta Amadeo e il procuratore Marcello Viola, come spiega Repubblica, sono i titolari del fascicolo e da luglio hanno iscritto il 55enne torinese per falsità in testamento. Il procedimento è stato aperto dopo una segnalazione delle autorità diplomatiche colombiane.

Di Nunzio ha tentato di far pubblicare il testamento a Milano

Prima della pubblicazione a Napoli, Marco Di Nunzio ha tentato di far pubblicare il documento a Milano, attraverso il notaio della famiglia Berlusconi, ora parte lesa nell’indagine. Il tentativo è andato a vuoto e risale a poche settimane dopo la morte del Cavaliere, il 12 giugno scorso. L’imprenditore ha affermato di essere tra gli eredi del leader di Forza Italia, che gli avrebbe lasciato il 2 per cento delle quote di Fininvest, 26 milioni di euro, tutte le azioni della società proprietarie delle ville ad Antigua e diverse imbarcazioni, tra cui la nave  Principessa VaiVia. L’’11 settembre scorso, invece, i figli hanno firmato e accettato il testamento aperto il 5 luglio.

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I risultati delle suppletive di Monza: Galliani avanti su Cappato

Con la chiusura dei seggi alle 15 di lunedì 23 ottobre, è partito lo scrutinio con cui si scoprirà chi sarà eletto al collegio senatoriale di Monza e Brianza. Dopo la morte di Silvio Berlusconi, eletto nel settembre 2022 all’uninominale Lombardia 06, era partita la corsa al Senato, con otto candidati. I due nomi forti sono Adriano Galliani e Marco Cappato, rispettivamente scelti per rappresentare il centrodestra e il centrosinistra.

I risultati delle suppletive di Monza Galliani avanti su Cappato
Marco Cappato (Imagoeconomica).

Galliani in vantaggio su Cappato

I primi risultati danno l’ad del Monza in vantaggio con oltre 52,6 per cento delle preferenze, contro il 37,76 per cento dell’avversario. Dietro gli altri candidati: Cateno De Luca per Sud chiama Nord, Andrea Brenna per Democrazia e Sussidiarietà, Giovanna Capelli per Unione Popolare, Domenico Di Modugno per il Pci, Daniele Giovanardi per Democrazia Sovrana e Popolare, e Lillo Massimiliano Musso per la Forza del Popolo.

I risultati delle suppletive di Monza Galliani avanti su Cappato
Adriano Galliani (Getty Images).

Affluenza flop: in città il 27,20 per cento

Il dato da sottolineare riguarda l’affluenza. Alle 23 di domenica 22 ottobre, per il solo comune di Monza è stata del 14,71 per cento, contro il 71,05 delle elezioni politiche del settembre 2022. Il dato finale è del 22 per cento su tutte le sezioni e del 27,20 per cento nella sola città di Monza.

Ucraina, la regione di Zaporizhzhia attaccata 177 volte in 24 ore

Tra domenica 22 ottobre e lunedì 23, l’esercito russo ha attaccato per 177 volte 24 insediamenti nella regione sud-orientale di Zaporizhzhia. Lo ha riferito su Facebook Yuriy Malashko, capo dell’amministrazione militare regionale, come riporta Ukrinform.

Attacchi russi sui territori ucraini: colpiti 24 insediamenti 

In una nota, il governo ucraino ha scritto: «177 attacchi: il nemico ha sparato contro 24 insediamenti nella regione di Zaporizhzhia. 153 attacchi di artiglieria hanno avuto luogo sul territorio di Gulyaypole, Novoandriivka, Chervone, Charivne, Preobrazhenka, Huliaipilske, Shcherbaky, Novodarivka, Stepove, Lobkove, Stepnohirsk e altre città e villaggi di prima linea». Poi il documento continua: «L’esercito russo ha effettuato 14 attacchi con droni su Gulyaypole,Novodarivka,Robotyne, Bilohirya,Pyatykhatky,MaliShcherbaky e Kamianske. Hanno effettuato un attacco aereo su Orikhiv e hanno bombardato Orikhiv, Mala Tokmachka, Novodanylivka, Robotyne, Poltavka, Novodarivka, Kamianske e Pyatykhatky con Mlrs».

Il remake satirico dello spot Esselunga con Giambruno, Meloni e la pesca

La separazione tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il giornalista Mediaset Andrea Giambruno continua ad agitare il web, con le pagine satiriche che tra il blu estoril e la goccia che non scalfisce la pietra stanno, oggettivamente, avendo vita facile nella realizzazione dei loro contenuti. Tra i post più riusciti c’è sicuramente il video pubblicato dall’account Il Grande Flagello che, seguendo un altro trend molto in voga, quello dello spot dell’Esselunga, ha riprodotto la pubblicità mettendo come protagonisti la premier e il giornalista rimasto vittima dei suoi stessi fuorionda trasmessi da Striscia la notizia.

Lo spot dell’Esselunga Giambruno edition

Avvalendosi dell’intelligenza artificiale, gli autori del video satirico hanno apposto il volto di Giorgia Meloni e Andrea Giambruno su quelli dei protagonisti della ormai celebre pubblicità del supermercato. Giambruno è la vittima dell’intera scenetta e lo si capisce già dal titolo della clip, «Una storia blue estoril», colore che nel filmato lo stesso indossa. C’è poi Meloni, più romana che mai, che ne dice di ogni all’ormai ex compagno. «Mortacci tua! Ao c’è Giancoso»,  afferma la presidente del Consiglio alla figlia per informarla che il papà è venuta a prenderla. Poi, in riferimento alla famosa pesca, la finta Meloni dice: «Mo je tocca vennela al mercato!».

Intanto si attendono nuovi sviluppi sulla vicenda, con il Gruppo Mediaset che starebbe valutando come comportarsi con il proprio dipendente resosi protagonista di comportamenti sessisti nei confronti di alcune sue colleghe. Meloni, nel frattempo, ha dichiarato di stare bene e di essere intenzionata a svolgere il suo lavoro normalmente, non mancando di chiedere alla stampa di non farle più domande sul tema in quanto, a detta sua, la vicenda non avrebbe nessun risvolto politico per il Paese.

Club Dogo, tre concerti a Milano: le date ufficiali e i biglietti

La notizia che molti fan del rap italiano attendevano da tempo è finalmente arrivata. Dopo giorni in cui sono stati impegnati a disseminare teaser sui social (come il video con Beppe Sala e Claudio Santamaria) i Club Dogo hanno confermato la reunion annunciando un totale di tre date live nella loro città, Milano.

Club Dogo, la reunion è realtà: annunciati i concerti al Forum di Assago

L’ultima volta che la crew composta da Guè, Don Joe e Jake La Furia aveva unito le forze in studio di registrazione era stato nel 2014, nove anni fa, in occasione dell’uscita del disco Non siamo più quelli di Mi Fist. Poi i tre membri hanno preso strade separate. C’è dunque voluto un po’ di tempo, ma i “Dogo” sono finalmente tornati e sono pronti a prendersi il palco del Forum di Assago, uno dei templi musicali più importanti in Italia. Le date che i loro supporter devono segnarsi a calendario sono il 10, l’11 e il 14 marzo 2024. Come specificato dal gruppo non ci saranno altre date: i Club Dogo si esibiranno solo ed esclusivamente a Milano. Almeno per il momento, per il resto, la band non ha confermato l’arrivo di un nuovo progetto di inediti, anche se viene da pensare che alla luce del nuovo mini tour un nuovo annuncio sia imminente. Qui il poster dedicato all’evento dal vivo.

Le info sui biglietti per i live dei Club Dogo ad Assago

I prossimi concerti del trio a Milano sono organizzati da Vivo Concerti e Friends&Partners. I relativi biglietti saranno disponibili nelle prevendite online a partire dalla ore 14.00 di mercoledì 25 ottobre. Per tutte le info aggiuntive su prezzi o eventuali pacchetti Vip sarà dunque necessario attendere ancora qualche giorno.

Una donna olandese di 33 anni morta in un’esplosione a Gaza

Una donna olandese è morta in un’esplosione a Gaza. Lo ha riferito la ministra degli Esteri olandese Hanke Bruins a margine del Consiglio Esteri a Lussemburgo. «Ho ricevuto una notizia orribile: la signora Ashtar è morta», ha affermato parlando di grande tristezza e rivolgendo il pensiero al marito e ai figli della vittima. Secondo la tivù pubblica olandese, Nos Islam al-Ashqar aveva 33 anni ed era a Gaza con il marito e i quattro figli per visitare la famiglia, quando è scoppiata la guerra. Poche ore prima della morte aveva mandato i figli in un altro luogo. La famiglia aveva tentato di lasciare Gaza senza riuscire a varcare il confine con l’Egitto. «La nostra gente a Ramallah è in contatto con la famiglia. E mi metterò anche io in contatto con loro», ha indicato Bruins.

Non ci sono notizie per il 18enne olandese sequestrato

«Al momento non abbiamo ulteriori informazioni sull’olandese preso in ostaggio», ha aggiunto la ministra olandese in merito al 18enne preso in ostaggio nel kibbutz di Be’eri. La sua famiglia, ha sottolineato, «ha paura ed è molto preoccupata. Naturalmente, stiamo cercando di usare tutti i canali diplomatici ed esercitare pressioni affinché gli ostaggi vengano rilasciati». Secondo Bruins al momento ci sono 22 olandesi bloccati. «Continueremo a utilizzare tutti i canali diplomatici per garantire che potranno lasciare Gaza», ha affermato.

Omicidio Marta Di Nardo: il killer doveva trovarsi in una Rems, ma non c’era posto

Domenico Livrieri, l’omicida di Marta Di Nardo uccisa e fatta a pezzi il 4 ottobre, doveva stare in una Rems, una residenza psichiatrica giudiziaria. Il 5 luglio 2021 gli era infatti stata applicata la custodia cautelare in carcere per violenza sessuale e lesioni, sostituita il 22 settembre 2021 con la misura della libertà vigilata  rilevata come «inadeguata al contenimento delle supposte esigenze».

La decisione del gup

Il 31 marzo 2022, il gup aveva pertanto sostituito la misura con la «detenzione» in una Rems che era «rimasta ineseguita per mancanza di disponibilità, nonostante i ripetuti solleciti del pm alle autorità di competenza», come riportato dal giudice Alessandra Di Fazio nella misura cautelare per il delitto.

Disposta una nuova perizia

Con la convalida del fermo disposto dal pm Leonardo Lesti, il gip ha stabilito anche che Livrieri, oltre a dover rimanere in carcere per omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere, venga sorvegliato dai responsabili psichiatrici di San Vittore in attesa di una nuova perizia sul suo stato di salute mentale.

La relazione del Niguarda

Come riportato da Il Corriere della Sera, Livrieri era già stato sottoposto ad altre due perizie che avevano evidenziato una semi infermità mentale. Nello specifico, in una relazione dei medici del Niguarda, si afferma che «frequentava in maniera discontinua il Cps e non rispondeva alle terapie farmacologiche e soprattutto che non esistono terapie specifiche per il disturbo di personalità per il quale lo stesso è affetto». Ecco perché, come unica soluzione, era stato previsto il ricovero in Rems, mai eseguito.

Iran, morte cerebrale per Armita Garavand

Armita Garavand è cerebralmente morta. La notizia ha fatto il giro del mondo già da domenica 22 ottobre, ma è stato il padre sui social media a darne conferma. L’uomo ha parlato della figlia 16enne, ricoverata in coma dall’1 ottobre. E ha dichiarato: «Il cervello di Armita in questo momento non funziona e non c’è speranza per la sua guarigione». Confermata la tesi dei media locali, che hanno sottolineato come a Teheran le autorità ora temano il ritorno delle proteste di piazza, come accaduto per mesi dopo la morte di Masha Amini. L’11 ottobre era stata l’ong Hengaw a riaccendere i riflettori sulla giovane, parlando del coma e di come sia stato vietato alla madre di vedere la giovane.

Cos’è successo ad Armita Garavand

A inizio ottobre la storia di Armita Garavand è stata diffuso sui social grazie a un video. Nella clip si vedono alcune donne portare giù da un treno il corpo della 16enne, svenuta. Secondo le ricostruzioni, la ragazza sarebbe stata aggredita da una guardia di sicurezza perché indossava male l’hijab. Una storia mai confermata dal governo iraniano, che invece ha parlato di un incidente. Secondo le autorità, Armita avrebbe sbattuto la testa dopo una frenata del mezzo. E anche il padre, in quell’occasione, ha affermato: «Abbiamo controllato tutti i video e ci è stato dimostrato che è stato un incidente. Chiediamo alle persone di pregare per la guarigione di nostra figlia». Su X molti utenti hanno accusato il governo di aver costretto i genitori ad assecondare la versione ufficiale.

Fidenza, donna accoltellata alla gola: è ricoverata in gravi condizioni

Una donna è stata accoltellata alla gola da un uomo a Fidenza, in provincia di Modena. L’episodio è avvenuto intorno alle 12 di lunedì 23 ottobre di fronte all’hotel Due Spade, in piazza Pezzana. I carabinieri si sono immediatamente messi sulle tracce dell’aggressore, un uomo di 45 anni che è stato quasi subito fermato dalle autorità con l’accusa di tentato omicidio. Si tratterebbe del compagno. In base alle prime informazioni trapelate rispetto ai fatti sembra che la donna sia stata colpita con un coltello da cucina. Al momento si trova ricoverata presso l’ospedale Maggiore di Parma, dove è stata trasportata d’urgenza in codice rosso. Le sue condizioni sarebbero gravissime. Sconosciute, per il resto, le motivazioni dietro al gesto dell’uomo.

Cina, per i farmaci utilizzate parti di animali a rischio estinzione

Leopardi e pangolini, oltre a tigri e rinoceronti. Quattro specie in via di estinzione sfruttate in Cina per sintetizzare prodotti medicinali. È quanto risulta dalla nuova indagine dell’Environmental Investigation Agency britannica, gruppo che si occupa della protezione animali, che ha analizzato i farmaci di 72 aziende diverse. Fra questa anche Beijing Tong Ren Tang, Tianjin Pharmaceutical e Jilin Aodong Medicine, colossi del mercato cinese finanziati da banche mondiali. «Esortiamo fortemente il governo di Pechino a vietare l’uso di tali specie a scopo commerciale», ha dichiarato in una nota ufficiale Avinash Basker, legale dell’Eia. «Si tratta di uno sfruttamento su scala industriale che le porterà sempre più vicino all’estinzione».

Sotto accusa 88 farmaci di 72 aziende in Cina finanziate anche da banche mondiali. Trovate tracce di leopardo e pangolino, specie a rischio.
Un esemplare di pangolino, tra le specie a rischio estinzione (Getty Images).

Leopardi e pangolini trovati in 88 farmaci prodotti in Cina

Nel suo rapporto, l’agenzia britannica ha sottolineato come almeno 88 prodotti presentino tracce di specie in via di estinzione. Nello specifico, in nove farmaci gli esperti hanno confermato l’utilizzo dei leopardi e dei pangolini, tra le più a rischio sul pianeta. Altri prodotti invece contengono tracce di tigri e rinoceronti nonostante la Cina ne abbia espressamente vietato l’utilizzo «in qualsiasi campo della medicina». Stando al report sul suo sito ufficiale, l’Eia non ha potuto stabilire con certezza o fare supposizioni per determinare le fonti principali delle aziende. Come ha sottolineato la Cnn, le ossa di leopardo in polvere sul mercato cinese sono diffuse da tempo come ingrediente per fabbricare bende adesive e compresse. Sono più economiche di quelle di tigre, che si ritiene possano curare l’artrite o vari disturbi articolari. Le scaglie di pangolino sono invece «un utile rimedio per la circolazione sanguigna, l’allattamento materno e i reumatismi».

Nel 2020, riconoscendone gli effetti devastanti sulla specie, Pechino aveva proibito l’utilizzo del pangolino in medicina, lasciando però forti dubbi sul controllo nelle aziende. Fra queste spicca il nome della Tong Ren Tang, uno dei marchi storici in Cina. Sul sito ufficiale si legge come sia attiva dal lontano 1669, tanto da aver fornito supporto medico per 188 anni a otto famiglie imperiali. Tra i maggiori finanziatori ben 62 gruppi bancari con sedi negli Stati Uniti, oltre che in Svizzera (tra cui Credit Suisse e Ubs), Australia e Regno Unito. In elenco anche la Azimut Holdings di Milano e la tedesca Deutsche Bank. «È particolarmente deludente che grandi istituzioni sostengono questo dannoso sfruttamento», ha concluso Basker. «Soprattutto perché sono impegnate nel fare diversamente. Se vogliono mantenere credibilità, dovrebbero tirarsi indietro nel più breve tempo possibile».

Brad Pitt regala una mega villa da 79 milioni di dollari a Jennifer Aniston

Nonostante il loro matrimonio sia finito da ormai diversi anni (la coppia è scoppiata nel 2005), Brad Pitt e Jennifer Aniston sono rimasti in rapporti talmente stretti che il celebre attore, sex symbol per eccellenza degli Anni 90, ha deciso di fare un regalo all’ex a dir poco clamoroso in occasione del suo 50esimo compleanno.

Brad Pitt regala una mega villa all’ex moglie Jennifer Aniston

La notizia è stata riportata in anteprima dal magazine gossipparo Mirror, che ha rivelato: «Brad voleva fare a Jen un gesto che andasse oltre, quindi quando la loro vecchia villa è stata messa in vendita, sapeva che sarebbe stato l’acquisto per realizzare tutti i suoi sogni». La mossa del volto di Bastardi senza gloria è stata talmente plateale che sono in molti ad aver pensato che questo possa essere un primo importante step di riavvicinamento tra i due e c’è chi ancora spera ci possa essere un ritorno di fiamma tra di loro. Dopo la fine (burrascosa) della relazione con Angelina Jolie, sembra in effetti che Brad Pitt abbia ripreso a costruire un rapporto con il volto di Rachel in Friends. Dubbi “confermati” da un abbraccio e alcuni sorrisi complici che i due avevano scambiato in occasione dei SAG Awards 2020.

Una casa da favola

La magione che Brad Pitt ha regalato a Jennifer Aniston è situata a Beverly Hills ed è la stessa dove la coppia ha vissuto per tanti anni. Si tratta di una villa valutata 79 milioni di dollari, che era stata messa in vendita subito dopo il divorzio tra i due. Si tratta di un’abitazione enorme, che vanta quattro camere da letto, pavimenti della cucina in marmo, piscina, una grande sala con il pavimento in legno e persino un campo da tennis. In passato, in più occasioni, Jennifer Aniston aveva dichiarato che uno dei suoi più grandi rimorsi fosse stata l’impossibilità di acquistarla.

Paolo Ciavarro e Clizia Incorvaia si sposano: «Matrimonio nel 2024»

Paolo Ciavarro e Clizia Incorvaia si sposeranno nel 2024. Ad annunciarlo è stato il volto di Forum, in occasione di una puntata del programma condotto da Barbara Palombelli.

Matrimonio nel 2024 tra Paolo Ciavarro e Clizia Incorvaia

In studio, Ciavarro ha dichiarato: «Sono d’accordo che spesso sposarsi sia giusto, infatti anche noi ci sposeremo. Quando? Nel 2024. È la prima volta che do una data. Adesso lo dico, sarà l’anno prossimo». Per i fan della coppia si tratta di una news piuttosto inaspettata, in considerazione del fatto che in tempi non sospetti un’altra proposta di matrimonio era effettivamente arrivata, venendo però rifiutata. Clizia Incorvaia aveva detto di no, spiegando: «Un po’ di tempo fa mi ha detto “Se vuoi ci sposiamo in Comune, solo noi due e la famiglia stretta. Se accetti lo facciamo quando vuoi”. Ma io sinceramente non voglio rinunciare ad avere accanto tutti i nostri affetti, mia nonna Maria che vive in Sicilia, gli amici più cari». In apparenza, dunque, la coppia sembra finalmente essere riuscita ad accordarsi, anche se una data precisa per il grande giorno ancora non è ancora stata confermata dai diretti interessati.

Clizia Incorvaia rivela di avere abortito

La coppia, che si è conosciuta all’interno della casa del Grande Fratello Vip, ha rivelato negli stessi giorni anche un’altra notizia, ben più dolorosa. In occasione del compleanno del compagno, Clizia Incorvaia ha infatti svelato ai suoi follower di avere perso un bambino, quello che avrebbe potuto essere il fratellino del suo primogenito Gabriele, nato il 17 febbraio del 2022. Queste le parole dell’ex gieffina su Instagram: «Siamo andati contro tutto e tutti sopportando distanza, pregiudizi e tempo…affrontando tante prove che ci hanno spesso messo in difficoltà come la mia separazione e l’aborto, ma non abbiamo mai perso la fede e nulla ci ha reso più deboli, forse ci avrà fatto vacillare un attimo è vero, ma oggi siamo più uniti e innamorati di prima. Ti amo mio grande amore, per sempre tua, Clizia».

Chi è Sergio Massa, il favorito nel ballottaggio alle presidenziali in Argentina

Contro ogni pronostico, Sergio Massa, ministro dell’Economia uscente, andrà al ballottaggio per le elezioni presidenziali in Argentina contro il candidato anti-sistema di estrema destra Javier Milei. È quanto emerso dal primo turno di elezioni del 22 ottobre, dove Massa ha collezionato il 36,6 per cento contro il 30 raccolto dall’avversario che era, per i sondaggi, il favorito. Lo scontro finale è atteso per il 19 novembre, quando dalle urne uscirà il nome del nuovo presidente. Massa, 51 anni, è nato a San Martín (Grande Buenos Aires) da due emigrati italiani e, oggi, dopo l’esperienza al ministero dell’Economia, rappresenta l’alfiere del peronismo. Le armi nel suo arsenale elettorale sono state le promesse di molti sussidi e, soprattutto, le esenzioni fiscali.

Sergio Massa e Javier Milei, candidati al ballottaggio in Argentina
Sergio Massa e Javier Milei, candidati al ballottaggio in Argentina (X).

Massa, l’immigrato italiano di seconda generazione

La mamma, Lucia Cherti, e il papà, Alfonso, arrivarono in Sud America nel secondo dopoguerra, rispettivamente da Trieste e dalla Sicilia, quando avevano appena sei e 11 anni. La famiglia ha fatto fortuna con un’impresa edile, ma Massa non ha mai voluto seguire questa strada perché intenzionato, fin da giovane, a entrare in politica. Nonostante il volere del nonno, che la considerava «sporca», come ha raccontato. Dopo aver frequentato il liceo cattolico di Buenos Aires, Massa ha mosso i primi passi in politica con la Unión de Centro Democrático, partito a forte orientamento liberista che appoggiava il governo di Carlos Menem, peronista di destra. In seguito il passaggio nel Partito Justicialista e nel 1999 primo incarico politico, come deputato provinciale, a 27 anni. Da lì una rapida ascesa, che lo ha portato nel 2008 a essere nominato capo di gabinetto della presidente Cristina Fernández de Kirchner. Con quest’ultima la rottura è poi arrivata nel 2013, anno in cui Massa è riuscito, pur fuoricorso, a conseguire la laurea in Giurisprudenza.

La fondazione del proprio partito e il ripensamento

A seguito dello strappo con Kirchner, Massa ha fondato il suo partito, il Frente Renovador, con cui si è candidato nel 2015 alle presidenziali argentine, arrivando terzo dietro al peronista Daniel Scioli di Frente para la Victoria e al conservatore Mauricio Macri di Cambiemos (poi vincitore al ballottaggio). L’esperienza in solitaria non ha dato i frutti sperati e così Massa è tornato nella coalizione peronista, il Frente de Todos, con cui è stato nuovamente candidato per un seggio al Parlamento. Una volta eletto è diventato presidente della Camera dei deputati e molti gli hanno riconosciuto il ruolo di collante tra le varie anime del peronismo. Nel 2022 è stato nominato ministro dell’Economia con il sostengo dell’ala più moderata della coalizione, composta da governatori progressisti e leader sindacali, e ha intavolato una lunga trattativa con il Fondo monetario internazionale per la rinegoziazione del debito argentino di 44 miliardi di dollari.

Sergio Massa dopo un comizio.
Sergio Massa dopo un comizio (X).

Il suo ruolo tra i peronisti

Massa è stato a lungo indicato come l’uomo in grado di mettere d’accordo i peronisti. Nel corso del suo mandato da ministro, ad esempio, aveva firmato una pace fredda con la vicepresidente Kirchner, mentre aveva preso completamente le distanze dal presidente Alberto Fernández. Esponente dell’ala più conservatrice dei peronisti, Massa non piace agli elettori maggiormente orientati a sinistra, ma quest’aspetto potrebbe essere superato dal fatto che è al ballottaggio con un candidato dell’ultra destra. Dalla sua il ministro dell’Economia uscente avrebbe anche la Casa Bianca, elemento che gli farebbe conquistare punti tra gli elettori di centrodestra preoccupati dall’estremismo di Milei.

È sposato e ha due figli

Sergio Massa è sposato dal 2001 con Malena Galmarini, presentatagli dai genitori di lei, Fernando Galmarini e Marcela Durrieu, entrambi dirigenti peronisti. I due hanno due figli e vivono a Tigre.

Frecciarossa Roma-Napoli fermo per un guasto elettrico

Un lunedì da dimenticare per i pendolari che si spostano tra Roma e Napoli. A causa di un guasto elettrico infatti, il Frecciarossa 9403 proveniente da Venezia in direzione Napoli, si è fermato: a bordo, circa duecento passeggeri. Secondo le prime informazioni, il guasto e il blocco delle linee dell’Alta velocità, hanno avuto conseguenze anche su Intercity e regionali.

Ritardi e disagi

I treni che devono passare per Roma, provenienti dal nord o dal sud, vengono instradati su percorsi alternativi. Il guasto è tra le stazioni di Tiburtina e Prenestina. Poco prima delle 11 di lunedì 23 ottobre, i passeggeri sono stati fatti scendere per poi essere collocati su un altro treno. I disagi non si sono fatti attendere, con ritardi che, dai primi 60 minuti, sono diventati 90 e con le prime cancellazioni. Alle 12.30 i rallentamenti hanno raggiunto addirittura le due ore.

Le cause del guasto

Come reso noto da Trenitialia «le cause del guasto – che hanno visto coinvolto un treno ad alta velocità arrestatosi in linea – sono in corso di accertamento». La società ha confermato «ripercussioni lungo l’intera dorsale Milano – Napoli e sulla Verona/Venezia – Roma, con riprogrammazione dei servizi, ritardi e alcune cancellazioni». Per informazioni rimanda invece «alle stazioni e ai canali di infomobilità di Rete Ferroviaria Italiana e delle imprese di trasporto».

Serie A, diritti tv assegnati a Dazn e Sky fino al 2029

Le gare di Serie A resteranno su Sky e Dazn anche nel quinquennio tra il 2024 e il 2029. Dopo mesi di trattative, buste chiuse e rinvii, i club hanno votato, assegnando i diritti tv del massimo campionato italiano alle due televisioni. Sono stati 17 i voti a favore. Tra i contro c’è stato il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, che ha guidato per settimane il gruppo di società che puntava al canale indipendente della Serie A. Appena sette giorni fa sembrava questa una delle ipotesi più accreditate, dopo l’ennesimo stallo. Alla fine, invece, è stata accetta l’offerta delle due società di 900 milioni di euro. Una cifra inferiore rispetto ai 927,5 milioni di euro ricevuti per il triennio 2021/2024.

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Prolungata la formula attuale

Nonostante la battaglia annunciata, si è rimasti sullo schema attuale. Così anche per i prossimi cinque anni, Dazn avrà in diretta tutte le dieci gare di ogni giornata di Serie A, di cui sette in esclusiva, spendendo 700 milioni di euro. A Sky, che invece sborserà gli altri 200 milioni, toccheranno tre match per ogni turno. A cambiare sarà soltanto la scelta. Tra le clausole dovrebbe essercene una con cui si dà la possibilità ai vertici di Sky di inserire in palinsesto, almeno una volta al mese, partite più interessanti e big match. Un vero e proprio colpo per Dazn, che già ad agosto ha rinnovato l’accordo con Discovery per mantenere sulla piattaforma i canali Eurosport.

De Laurentiis: «Sconfitta per il calcio italiano»

L’offerta, però, non è piaciuta a tutti i club. Il presidente De Laurentiis, uno dei tre che non ha votato favorevolmente la soluzione scelta, ha interrotto la conferenza stampa dell’ad della Lega Serie A Luigi De Siervo. E ha dichiarato: «È una sconfitta del calcio italiano, con questa offerta il calcio morirà. Sky e Dazn non sono competenti, non fanno bene al calcio italiano».

Giambruno all’Oriocenter e la passione per la destra per i centri commerciali

Lo hanno paparazzato lì, Andrea Giambruno, seduto al tavolino di un bar con alcuni familiari. In un sabato di ottobre all‘Oriocenter, centro commerciale di Orio al Serio a un tiro di schioppo da Bergamo e di fronte all’aeroporto orobico. Il caldo anomalo – che lui stesso dal suo Diario del giorno aveva liquidato con: «non è poi una grande notizia» negando il cambiamento climatico – gli ha scippato pure la scusa di essere capitato lì per cercare ristoro o dall’afa o dal gelo, giustificazione dietro cui in molti si nascondono per trascorrere qualche ora nei Mall di provincia. Forse il ciuffo più noto del Paese voleva solo fuggire da un’altra tempesta, quella che gli si è abbattuta tra capo e collo dopo i fuorionda di Striscia e dopo essere stato scaricato da Giorgia Meloni via social (che nel frattempo era impegnata a Il Cairo per un vertice per la pace in Medio Oriente). Un tentativo, fallito, di ritrovare l’anonimato a casa, visto che la famiglia del nostro è di Lissone, in Brianza, non troppo lontano da Bergamo.

La mano che ha colpito Giambruno e il futuro a Mediaset
Andrea Giambruno “paparazzato” al centro commerciale di Orio al Serio.

Le domeniche, quelle belle, di Salvini all’Esselunga

Aver eletto a rifugio un centro commerciale non stupisce più di tanto. La destra ha fatto propri questi grandi spazi dedicati allo shopping. E non da oggi, se è vero che già in tempi non sospetti Silvio Berlusconi ancora solo imprenditore aveva battezzato la sua Standa appena comprata «la casa degli italiani». La passione per la grande distribuzione, unita all’ansia elettorale di voler a tutti i costi sembrare ‘normale’ (non ce ne voglia il generale Vannacci) è stata recentemente riscoperta anche dal vicepremier Matteo Salvini che per approfittare completamente dell’hype generato sui social dallo spot Esselunga (apprezzato naturalmente anche dalla premier), domenica primo ottobre si faceva ritrarre in video armato di carrello pieno nel garage del super dopo aver smanacciato senza guanti le castagne in corsia. «Niente pesca ma tanta roba», la didascalia, «le domeniche belle all’Esselunga». Senza nemmeno un #Adv come usano fare gli influencer professionisti.

La spremuta del Cav al McDonald’s di Segrate

Fissando oggi quel Giambruno, mogio («sta sotto un treno», dice di lui chi lo conosce al Corriere, e sarebbe strano il contrario) seduto al tavolino di un bar dell’Oriocenter sembra quasi di rivedere Silvio Berlusconi ai tavoli del McDonald’s della ‘sua’ Segrate, vicino al San Raffaele. Era l’8 marzo 2017, una domenica pomeriggio, quando il Cav con una decina di uomini della scorta e collaboratori apparve nel fast food popolato da famiglie e ragazzini. Il Milan non giocava, era sceso in campo il sabato prima, e il leader di Forza Italia si era preso una pausa sorseggiando una spremuta low cost. Giambruno, forse a breve ex giornalista Mediaset, come il fondatore del Biscione e padre del suo capo. Nemmeno fosse la trama di un film di Park Chan-wook.

Silvio Berlusconi e l’invenzione della Casa degli italiani

Del resto è proprio da B che nasce l’attrazione della destra per la Gdo e i centri commerciali. Come già accennato, nel 1988 per quasi 1.000 miliardi di lire Berlusconi comprò da Raul Gardini il 70 per cento della Standa lanciando la nuova Casa degli italiani sulle reti Fininvest e scritturando come testimonial volti simbolo del Biscione come Marco Columbro. L’avventura durò una decina d’anni: nel 1998 la Standa venne scorporata e venduta. Un sogno distrutto dalla solita sinistra, almeno per il Cav: «Dopo la mia discesa in campo le amministrazioni di sinistra cessarono di darci le autorizzazioni». Furono però anni d’oro in cui l’imprenditore si prese cura delle commesse, le famose signorine della Standa. In una recente intervista a Fanpage, Giancarlo Foscale, cugino di Silvio e a suo fianco anche al Teatro Manzoni e nel Milan, ha raccontato: «Volevamo premiare alcune commesse meritevoli con una somma in denaro, ma i sindacati si erano opposti: o tutte o nessuna. Così organizzammo delle crociere per loro e per la famiglia. E sulla nave trovavano cene, spettacoli di Ezio Greggio o Umberto Smaila, intrattenimento di ogni genere». Altre voci ricordano che in occasione del primo incontro con le dipendenti, tutte un po’ in là con gli anni, il neo proprietario assicurò: «Se vorrete andarvene nessun problema, assumeremo le vostre figlie».

Giambruno all'Oriocenter e la passione per la destra per i centri commerciali
Silvio Berlusconi all’inaugurazione dell’Euromercato di Casalecchio di Reno.

 

Il centro commerciale come palco politico e quell’endorsement per Fini che sdoganò i post missini (tra cui Meloni)

Del centro commerciale Berlusconi fece anche un uso puramente politico. Era il 23 novembre 1993 quando, all’inaugurazione dell’Euromercato di via Marilyn Monroe (qui invece, cinematograficamente parlando, entriamo nel campo di Moretti) di Casalecchio di Reno, alla cronista che gli chiedeva chi avrebbe votato in caso fosse stato romano al ballottaggio per il Campidoglio tra Gianfranco Fini e Francesco Rutelli, rispose senza tentennamenti il primo. Quell’endorsement aprì una nuova stagione politica: lo sdoganamento e la legittimazione dell’estrema destra post missina. Una svolta che l’ex premier ha rivendicato fino alla fine, tanto che il 26 ottobre 2022, in occasione del voto di fiducia al governo Meloni, fece pesare i suoi meriti nella nascita dell’esecutivo. Una coalizione, ribadì, «a cui ho dato vita 28 anni fa e che da allora a oggi ha scritto pagine fondamentali nella storia della Repubblica. Se oggi per la prima volta alla guida del governo del Paese, per decisione degli elettori, c’è una esponente che viene dalla storia della destra italiana, questo è possibile perché 28 anni fa è nata una coalizione plurale, nella quale la destra e il centro insieme hanno saputo esprimere un progetto democratico di governo per la nazione». Un cerchio che si è aperto e si è chiuso in un centro commerciale.

Chef Rubio chiede il rito abbreviato dopo aver diffamato la polizia sul caso Aldrovandi

Ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato Chef Rubio, all’anagrafe Gabriele Rubini, finito sotto processo per diffamazione ai danni della Polizia di Stato a causa di un tweet, di settembre 2020, sulla vicenda di Federico Aldrovandi, il 18enne morto a Ferrara il 25 settembre 2005 a seguito di un intervento della polizia.

Il tweet di Chef Rubio sui cassonetti del Comune di Ferrara

Il cuoco, noto presso il grande pubblico come conduttore di programmi culinari come Unti e bisunti e Camionisti in trattoria, aveva commentato così su Twitter – poi diventato X – la collocazione di alcuni cassonetti dei rifiuti proprio davanti al luogo in cui morì Aldrovandi, in via Ippodromo, dove c’è una lapide a ricordo: «Caro Comune di Ferrara anche se avete messo l’installazione ‘La Monnezza’ proprio a denunciare che chi uccise un ragazzino inerme, furono 4 maiali della Polizia di Stato di Ferrara potreste far spostare i cassonetti? Grazie». Nel procedimento, che è stato trasferito da Ferrara al tribunale di Velletri (Chef Rubio è residente a Frascati) si è costituito parte civile il Sindacato autonomo di polizia (Sap), nella persona del segretario generale Stefano Paoloni. Per il decesso di Aldrovandi quattro poliziotti sono stati condannati a tre anni e sei mesi di reclusione (tre anni condonati dall’indulto).

Amazon e Prada contro la contraffazione internazionale: uomo in Cina condannato a tre anni di carcere

Grazie alla collaborazione tra l’Unità anticontraffazione di Amazon e il gruppo Prada un tribunale cinese ha emesso una sentenza di condanna in un caso di contraffazione internazionale. L’imputato è stato condannato a tre anni di carcere e al pagamento di una multa di 25 mila dollari. A questo si aggiunge la riconsegna di tutti i ricavi ottenuti dalla vendita delle merci contraffatte. Anche l’invenduto dei prodotti contraffatti sarà sequestrato e distrutto.

Decisiva la segnalazione della CCU

Ad annunciarlo una nota di Amazon nella quale si spiega: «Grazie a una segnalazione della Counterfeit Crimes Unit (CCU) di Amazon si è arrivati a una condanna basata principalmente sullo storico delle vendite all’estero (fuori Cina) e non sul vero e proprio sequestro di prodotti contraffatti. Nella pratica comune, le sentenze penali vengono emesse dai tribunali solo in presenza di prodotti contraffatti sequestrati dalle forze dell’ordine. In questo caso, il tribunale ha potuto giocare d’anticipo e basarsi invece sulle informazioni fornite da Amazon e da brand del lusso come Prada».

Amazon e Prada contro la contraffazione internazionale: uomo in Cina condannato a tre anni di carcere
Il logo di Prada sulla vetrina di un negozio a Milano (Getty Images).

Kebharu Smith: «Grati a Prada per il supporto»

Amazon ha individuato il tentativo di contraffazione dell’imputato nel 2021 e, a seguito di indagini interne, ha effettuato una segnalazione all’autorità cinese competente (Public Security Bureau) per l’avvio di un procedimento penale. «Questo risultato non sarebbe stato possibile senza la collaborazione delle forze dell’ordine e di realtà del lusso come il Gruppo Prada. Siamo grati per il loro supporto e continueremo insieme nella lotta contro la contraffazione» ha detto Kebharu Smith, Amazon CCU director.

«Grazie alla collaborazione con Amazon, stiamo facendo grandi progressi nella lotta contro coloro che tentano di infrangere la legge e di avere un impatto negativo sui nostri clienti». A spiegarlo è stata Francesca Secondari, general counsel e chief legal officer del Gruppo Prada.

Mattarella: «Serve un sostegno fermo e costante all’Ucraina»

«Abbiamo parlato della sciagurata aggressione della Russia all’Ucraina e della necessità che rimanga un sostegno fermo e costante a Kiev, sotto ogni profilo, perchè in questo modo si difende la pace». Sono queste le parole pronunciare dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella a margine dell’incontro con il suo omologo finlandese, Sauli Niinisto, in Italia per una visita di Stato. I due, dunque, avrebbero convenuto sulla necessità di mantenere alta l’attenzione sul conflitto in Ucraina e sugli aiuti alla popolazione.

Matterella: «Il mondo è cambiato in peggio»

Il capo dello Stato italiano ha anche fatto un punto sul difficile periodo storico, sia italiano che internazionale. Prima il Covid con «le sue conseguenze economiche e sociali – che pur stavamo dominando con efficacia grazie alla collaborazione scientifica internazionale» e poi «i comportamenti umani come l’aggressione della Russia all’Ucraina e l’esplosione di violenza con l’evento terroristico di Hamas in Israele, con l’innesco di una spirale di violenze di cui non si riescono a capire confini e conseguenze». Tutte cose che dimostrano «che i guai l’umanità se li procura in maniera irresponsabile e quindi il mondo è cambiato in peggio».

«In Medio Oriente bisogna evitare escalation di violenza»

Nelle parole di Sergio Mattarella trova spazio anche una riflessione su quanto si sta verificando in Medio Oriente dove, per il capo dello Stato, «c’è l’esigenza che si eviti che si infiammi ulteriormente con un’escalation di violenza». La strada, pur difficile, è una soluzione condivisa e serena. Il presidente della Repubblica ha anche invitato alla creazione di un nuovo e proficuo «dialogo con il resto del mondo», in particolare con il Sud del mondo, per evitare che situazioni belliche e di forte discriminazione possano continuare a verificarsi.

Sergio Mattarella e Sauli Niinisto
Sergio Mattarella e Sauli Niinisto (Imagoeconomica).

L’incontro con Niinisto rimandato da tre anni

Indicativo, per comprendere e analizzare il difficile e ingarbugliato momento dell’umanità, è anche il fatto che l’incontro tra Mattarella e Niinisto si sarebbe dovuto svolgere ben tre anni prima, ma è stato continuamente rimandato «a causa del Covid, di questo nemico imprevisto, pericoloso e sconosciuto per l’umanità che è stato il virus». Poi, ha concluso il capo dello Stato rivolgendosi all’omologo finlandese: «Questo colloquio con lei per me è prezioso per la grande stima che nutro nei suoi confronti conoscendo la sua saggezza e la sua esperienza e anche il ruolo importante che la Finlandia svolge nella comunità internazionale».

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