Daily Archives: 20 Ottobre 2023

Omicidio Desirée Mariottini, pg Cassazione chiede conferma delle condanne

Il procuratore generale di Cassazione ha chiesto la conferma delle condanne a carico dei quattro imputati, tutti cittadini africani, coinvolti nella morte di Desirée Mariottini, la 16enne originaria di Cisterna di Latina deceduta il 19 ottobre del 2018 a causa di un mix di droghe dopo essere stata abusata in un immobile abbandonato di via dei Lucani nel quartiere San Lorenzo a Roma.

Omicidio Desire?e
I cartelli dei presenti al funerale di Desire?e nel 2018 (Imagoeconomica).

Le condanne in secondo grado dei quattro imputati 

Nel processo di Appello, nel novembre del 2022, i giudici di Roma avevano confermato due ergastoli per Mamadou Gara e Yousef Salia e le pene a 27 e 24 anni e mezzo per Brian Minthe e Alinno Chima. Nei loro confronti le accuse, a vario titolo, sono di omicidio sessuale, violenza sessuale e spaccio. La sentenza dovrebbe arrivare nella serata del 20 ottobre 2023.

Fabio Leoni, chi è lo sceneggiatore marito di Rosanna Banfi

Fabio Leoni è nato nel 1963 ed è uno sceneggiatore cinematografico e attore. Cresciuto amando il cinema, diventando poi anche regista, è sposato da più di 30 anni con l’attrice Rosanna Banfi, dalla quale ha avuto due figli, Virginia e Pietro.

Fabio Leoni: la carriera e il matrimonio con Rosanna Banfi

Oltre a lavorare nell’ambiente cinematografico, dove è molto apprezzato, Leoni è anche un soggettista, autore di diverse fiction. Nel 1992 si è sposato con Rosanna che, in occasione dell’ultimo anniversario di matrimonio, ha così scritto: «Tra queste due foto 30 anni sono passati…non in un lampo ma ,veloci abbastanza da metterci dentro due figli, malattie, gioie, lutti, risate, dolori, paure, cani, gatti, traslochi, successi e insuccessi, cambi di vita e tanto ancora. Sempre insieme, auguri Fa’ buon trentesimo anniversario!».

Come ha raccontato la stessa Banfi, il marito le è stato molto accanto soprattutto quando nel 2009 l’attrice ha avuto un tumore al seno. Parlando della malattia e del marito, ha dichiarato: «Lui è stato bravissimo perché mi ha dato tantissima forza e mi è stato vicino nel momento più difficile dove ero veramente brutta. Non mi ha mai fatto notare questo, lo vedevo io allo specchio. La cosa più importante è che la vita procedeva come prima anche quando dovevamo litigare. Quello che ci lega probabilmente è proprio il fatto che ci pizzichiamo in continuazione. Siamo 24 ore su 24 insieme e non è sempre facile».

Noi che ci eravamo illusi con Tutti pazzi a Tel Aviv e Fauda

A volta la storia riesce a cambiare genere ai film. Via col vento all’uscita era un kolossal romantico, oggi è un’intollerabile elegia razzista; La donna esplosiva, dove una donna adulta (creata al computer) si relaziona allegramente con due adolescenti, dipinge una situazione da codice penale. Dal 7 ottobre Tutti pazzi a Tel Aviv, commedia satirica del 2018, scritta a quattro mani da un palestinese e da un israeliano, è diventato un film di pura e amarissima fantapolitica prodotto in un’epoca vicina eppure lontanissima. Il film ruota intorno a una soap-opera, Tel Aviv on Fire, realizzata in Palestina e dunque chiaramente anti-israeliana, ma così appassionante da conquistare anche la parte avversa, con grande imbarazzo dell’anziano produttore e di alcuni attori, che hanno conosciuto le carceri israeliane. Paradossalmente, più la soap conferma l’implacabile inimicizia fra i due popoli e i rispettivi cliché, più diventa avvincente per entrambi, finendo per unirli, anche se soltanto davanti al piccolo schermo. Il finale (cerco di non spoilerarlo) mostra un tenue ma ottimistico barlume di conciliazione, almeno nella dimensione della fiction televisiva, dove tutto può accadere.

Persino l’acclamata serie Fauda oggi sembra una tragica farsa

Ho rivisto il film da poco insieme ai miei figli, anche perché mostra senza troppi inzuccheramenti il difficile vicinato fra palestinesi e israeliani anche in tempi più tranquilli, l’occhiuta sorveglianza dell’esercito, la brutalità dei controlli sul confine, il risentimento e l’umiliazione degli oppressi e il sospetto costante in cui vivono oppressori. Se nel 2018 ero uscita dal cinema con un filo di speranza, questa volta l’effetto è stato l’opposto. Quella disincantata riflessione sull’assurdità della guerra, quella vaga e lontana possibilità di comprendersi, o per lo meno di domandarsi se un giorno sarà possibile comprendersi, sono state spazzate via dall’orizzonte mentale non solo di israeliani e palestinesi, ma di tutti noi. Perfino un prodotto di tutt’altro genere, Fauda, l’acclamata serie israeliana ma con un cast misto, seguita anche in tutto il mondo arabo, oggi più che un thriller poliziesco sembra una tragica farsa, e non solo perché molti dei suoi interpreti oggi sono impegnati con l’esercito.

 

Dov’erano le agguerrite squadre speciali dell’Israeli Defence Force mentre Hamas progettava il pogrom del 7 ottobre? Cosa faceva la famosa intelligence che in Fauda capta ogni avvisaglia di trama o attentato in preparazione oltreconfine? Anche quei terroristi palestinesi dagli occhi spiritati, con il pugnale e le bombe sempre in tasca come gli anarchici della Belle Epoque, che ammazzavano al massimo 10-15 israeliani alla volta, ora fanno la figura dei moderati rispetto ai macellai fatti di anfetamine che ne hanno sgozzati a centinaia, ragazzi che ballavano, vecchi e bambini nei loro letti. Lo sceneggiatore che sta scrivendo gli eventi di questi giorni è uno psicopatico nichilista fissato con le carneficine di massa e le piogge di bombe, e il dolore e la rabbia che hanno provocato e continuano a provocare sono la sicura premessa di infinite stagioni di orrore, in Medio Oriente e non solo.

Quei prodotti dell’immaginario che hanno spostato il silenzio sulla questione israelo-palestinese nell’intrattenimento

E ora quasi provi imbarazzo ad averli guardati, Tutti pazzi a Tel Aviv, Fauda, Teheran e compagnia, prodotti dell’immaginario che negli ultimi anni hanno riempito il silenzio della politica e dell’informazione sulla questione israelo-palestinese, spostandolo dalle news alle piattaforme d’intrattenimento. Ti vergogni ad averli presi sul serio, ad averli quasi scambiati per psicodrammi catartici, in cui anche la rappresentazione della violenza e dell’odio diventavano un’opportunità per vedere le cose dal punto di vista dell’altro. Invece erano solo illusioni, concepite in un tempo in cui ci si poteva ancora illudere, e forse anche sperare, se non nella pace, nella non-guerra. Ce ne siamo accorti solo quando quel tempo è finito, una mattina di 15 giorni fa.

Monica Bellucci e Tim Burton, il red carpet alla Festa del cinema di Roma

Non che ci fosse realmente bisogno di un evento simile, ma Monica Bellucci e Tim Burton alla fine hanno (ulteriormente) confermato la solidità della loro relazione ai media sfilando insieme per la prima volta su un red carpet prestigioso come quello del Festival del Cinema di Roma 2023.

Tim Burton e Monica Bellucci insieme alla première di Diabolik, chi sei?

Monica Bellucci ha presenziato alla manifestazione in occasione dell’anteprima della pellicola Diabolik, chi sei?, dove recita la parte di Altea al fianco del personaggio di Ginko, suo compagno nella pellicola. Ecco dunque che insieme a lei era presente anche l’attuale compagno, il celeberrimo regista americano considerato da molti il re del gotico cinematografico con alle spalle capolavori del calibro di Edward Mani di Forbice o ancora Big Fish. Sul tappeto rosso capitolino i due si sono tenuti per mano tutto il tempo, sorridendo ai fotografi e ai fan presenti e firmando autografi. Lui, tra l’altro, sembra essere innamoratissimo. «È la cosa più bella che mi sia mai successa», ha commentato ai microfoni Rai parlando dell’occasione di sfilare sul red carpet del Festival di Roma insieme all’affascinante compagna, tra le top model più famose nella storia della moda internazionale e da anni lanciatissima nel mondo della recitazione.

Lei sarà protagonista del nuovo film del compagno 

Bellucci sarà anche una delle protagoniste di Beetlejuice 2, il secondo capitolo del film con protagonista il celebre “Spiritello Porcello”. I due si sono conosciuti nel dietro le quinte della pellicola, essendo lo stesso Tim Burton ancora una volta dietro alla macchina da presa. «Sono molto felice di aver incontrato l’uomo, prima di tutto. È uno di quegli incontri che capitano raramente nella vita. Conosco l’uomo, lo amo, e ora conoscerò il regista, inizia un’altra avventura. Io amo Tim. E ho un grande rispetto per Tim Burton», aveva commentato Monica Bellucci in un’intervista concessa a Elle France.

Barbara d’Urso a Belve, Francesca Fagnani: «Appena torna in Italia verrà»

Tra i personaggi del mondo dello spettacolo che per il momento mancano ancora all’appello di Belve, la trasmissione di interviste cult di Francesca Fagnani, c’è indubbiamente Barbara d’Urso. Si potrebbe però trattare di un’assenza momentanea, visto che la giornalista è già attivamente al lavoro per far sedere “Carmelita” al suo sgabello prima di quello che molti potrebbero pensare.

Francesca Fagnani: «Barbara d’Urso a Belve? Appena torna in Italia verrà»

Nel corso di Aspettando Viva Rai 2 di Fiorello, Fagnani ha confermato le sue intenzioni di avere Barbara d’Urso presto in studio con lei. «Appena mette piede in Italia viene», ha anticipato la conduttrice che già diverse settimane prima aveva pubblicato via social un’immagine in compagnia dell’ex volto Mediaset, di recente lasciata a casa dalle reti di Pier Silvio Berlusconi senza troppi complimenti. Almeno per ora, ad ogni modo, bisognerà per l’appunto attendere: D’Urso si trova attualmente all’estero, impegnata in non si sa bene che progetti (prima ha seguito un corso di inglese a Londra, ora si trova a Parigi, domani chissà?). In ogni caso il ritorno di Barbara in Italia è imminente: come confermato dalla diretta interessata con un post, il 3 novembre sarà a Torino per il debutto del suo nuovo spettacolo teatrale.

L’ultima frecciatina a Mediaset

Alla luce degli ultimi sviluppi lavorativi, sono in tanti ad attendere con impazienza l’intervista di Barbara d’Urso a Belve, in occasione della quale la diretta interessata potrebbe finalmente avere l’opportunità di vuotare il sacco rispetto al trattamento a lei riservato da parte dell’azienda di Cologno Monzese, casa sua per 20 anni. Proprio di recente, confermando il suo ritorno in Italia, la conduttrice si è sentita in dovere di lanciare l’ennesima frecciatina a Mediaset rivolgendosi così al suo affezionato pubblico: «Il 3 novembre debutto a Torino. Ne approfitto per scusarmi coi direttori dei teatri e col pubblico che mi avrebbe voluto nelle loro città, ma avevo un impegno televisivo che avrei dovuto e voluto rispettare e il calendario teatrale viene chiuso circa un anno prima». Di carne al fuoco per un’intervista al vetriolo, insomma, ce n’è parecchia.

I Club Dogo stanno tornando? Gli indizi a Milano

Da giorni gli appassionati di rap non parlano d’altro: sembra infatti che sia più imminente che mai il tanto atteso ritorno dei Club Dogo, la crew composta da Don Joe, Guè e Jake La Furia ferma a livello discografico dal 2014, Dopo una lunga attesa pare proprio che il trio sia pronto a tornare con nuovo materiale discografico inedito.

I Club Dogo stanno tornando? Tutti gli indizi

Il percorso di avvicinamento alla nuova fatica in studio di registrazione dei tre è iniziato a inizio ottobre 2023, quando Emi Lo Zio della Dogo Gang ha pubblicato su Instagram una vecchia foto del gruppo scrivendo «Non succede, ma se succede», lasciando per l’appunto intendere delle grosse novità in arrivo dal lato Club Dogo. A breve distanza temporale, sempre su Instagram, è apparso un post con il logo della band, il Cerbero, un nuovo evidente teaser relativo al loro imminente ritorno. Nelle ultime ore, come se non bastassse, in giro per Milano (la città dove i tre sono cresciuti) sono iniziati a spuntare una serie di indizi decisamente inequivocabili: il primo è un cartellone che riportava la scritta «3 novembre, il nuovo album», senza però nessuna copertina né riferimenti di sorta all’artista che avrebbe pubblicato il relativo progetto. Si era pensato si potesse trattare del progetto congiunto di Geolier e Luchè, o ancora del nuovo disco di Sfera Ebbasta. Poi però sono arrivati nuovi manifesti, questa volta ancora più espliciti, che riportavano proprio il nome della crew.

Il nuovo profilo Instagram dei Club Dogo

A confermare i rumor e le supposizioni dei follower del gruppo è arrivata anche la creazione di una nuova pagina Instagram ufficiale dei Club Dogo, almeno per il momento priva di contenuti. Sono stati in tanti, in ogni caso, a notare come il profilo segua solo altre tre persone, proprio i tre artisti fondatori della crew.

Dalla Spagna: «Papu Gomez positivo al doping, per lui due anni di squalifica»

Il portale spagnolo Relevo ha sganciato una vera bomba, l’ennesima, su una squadra di Serie A. Secondo quanto rivela il sito d’informazione sportiva, Alejandro Gomez, calciatore ex Atalanta e da qualche settimana al Monza, avrebbe ricevuto una squalifica di due anni da parte della Uefa. Il Papu è stato trovato positivo a una sostanza proibita durante un controllo antidoping effettuato mentre si allenava con il Siviglia, nel novembre 2022, pochi giorni prima del Mondiale in Qatar.

Dalla Spagna «Papu Gomez positivo al doping, per lui due anni di squalifica»
Papu Gomez con la maglia del Siviglia (Getty Images).

Gomez potrebbe aver preso uno sciroppo proibito

I giornalisti di Relevo, rilanciati su X anche dall’esperto di mercato e di calcio internazionale Fabrizio Romano, hanno spiegato che Gomez avrebbe ammesso di aver ingerito uno sciroppo di uno dei figli senza consultare i medici del club spagnolo, con il quale era tesserato. Ma proprio questo farmaco l’avrebbe portato a infrangere le regole antidoping e, adesso, alla sospensione per due anni. In Spagna sono certi che sia il calciatore sia il Siviglia fossero a conoscenza della questione già da mesi. E proprio per questo Gomez e il club si sarebbero accordati per la rescissione durante l’estate 2023.

Il Papu potrebbe fare ricorso

A 35 anni, il Papu rischia di non tornare più a giocare, ma non è escluso che possa presentare ricorso tramite i suoi avvocati per tentare di ricevere una sanzione minore. Si attende l’ufficialità della squalifica. Né il Monza né il calciatore hanno ancora commentato. Si tratta del secondo caso doping in poche settimane, dopo quanto accaduto a Paul Pogba a inizio campionato.

Pitone reale di un metro e mezzo catturato in provincia di Mantova

Le guardie ittico venatorie della Provincia di Mantova hanno catturato un pitone reale lungo circa un metro e mezzo. La presenza dell’animale era stata segnalata ai vigili del fuoco dal personale di una ditta di calcestruzzi di Curtatone (Mantova). Sono stati avvisati gli agenti della vigilanza ittico venatoria che hanno catturato il pitone consegnandolo poi al Centro Recupero animali selvatici Loghino Bosco di Curtatone. L’episodio è stato segnalato ai carabinieri forestali che stanno cercando di capire da dove l’animale proveniva, forse da un’abitazione privata.

Francia, crollati due ponti a causa del maltempo

Nel Sud della Francia, a Saint-Martin-Vésubie, il forte maltempo ha provocato il crollo di due ponti, il Maissa e il Trois Ponts. Nel primo caso la struttura ha ceduto perché sommersa dalla piena del sottostante fiume, mentre la seconda è stata travolta da una colata di fango. Non si segnalano vittime.

La zona evacuata per sicurezza

Il sindaco di Nizza e presidente di Métropole Nice Cote d’Azur, Christian Estrosi, ha pubblicato un post su X in cui ha scritto: «Bisognerà evacuare gli abitanti che si trovano nelle vicinanze. La situazione è peggiorata in meno di 10 minuti». Lo stesso primo cittadino continua ad aggiornare gli abitanti della zona mostrando sul suo profilo social le immagini che testimoniano quanto la situazione sia grave.

Preoccupazione per le vicine case popolari

Così come riferito dal quotidiano francese Nice-Matin, la situazione potrebbe ulteriormente aggravarsi, con «le strade tra i ponti Maissa e quello di Venanson che rischiano ad ogni istante di essere portate via». Preoccupazione è anche rivolta alle vicine case popolari Hlm e a quelle situate nei dintorni della riva destra del fiume Boreon. Un particolare di certo non trascurabile sull’intera vicenda riguarda il Pont de Maissa, la cui struttura aveva già ceduto durante il passaggio della tempesta Alex nel 2020.

Milano, anziano investito da un’auto sulle strisce: è grave

Un pedone, l’ennesimo a Milano, è stato investito sulle strisce nella serata di giovedì 19 ottobre. Si tratta di un 75enne che stava attraversando via Primaticcio quando un suv che svoltava da via Soderini non lo avrebbe visto e lo ha travolto. Il ferito è stato ricoverato in codice rosso all’ospedale San Carlo di Milano. Lo ha confermato la polizia locale che ha ricostruito la dinamica dell’incidente, accaduto alle 19. In dettaglio l’uomo stava attraversando quando l’auto, una Kia guidata da una donna di 37 anni, stava svoltando a sinistra nell’incrocio immettendosi nel viale. Le condizioni dell’anziano sono state giudicate subito molto serie dai sanitari.

Amsterdam, via il quartiere a luci rosse: la protesta delle prostitute

Le prostitute di Amsterdam protestano contro il trasloco del quartiere a luci rosse. La sindaca Femke Halsema, infatti, progetta di creare un centro erotico apposito con oltre 100 stanze in periferia, sperando di “ripulire” il De Wallen, liberare la capitale olandese dalla sua fama di «città del peccato» e combattere l’overtourism. Le sex worker hanno però deciso di ribellarsi, scendendo in strada con il volto coperto da alcune maschere e marciando verso il municipio. «Se non dobbiamo essere biasimate, allora perché veniamo punite?», recitavano alcuni striscioni. Alle manifestazioni hanno partecipato anche decine di clienti e altri residenti di Amsterdam, contrari allo spostamento per ragioni di sicurezza e immagine.

La sindaca di Amsterdam vuole spostare il quartiere a luci rosse in un centro erotico in periferia. L'ira di prostitute e residenti.
Una veduta notturna del quartiere De Wallen di Amsterdam (Getty Images).

Amsterdam, il nuovo centro erotico che non piace a nessuno

Nel 2022 la sindaca Halsema e il suo consiglio comunale hanno concordato un piano di spostamento delle prostitute dal quartiere De Wallen in un elegante edificio da 100 stanze. Al suo interno, oltre alle camere delle prostituite, anche bar, ristoranti, spazi di intrattenimento, locali sanitari e aree relax. Il nodo principale riguarda però il luogo in cui costruirlo. Sebbene siano stati proposti otto quartieri differenti, dal porto di Haven-Stad alla familiare Eenhoorngebeid, nessuno fra residenti, sex worker e clienti abitudinari concorda su un’ubicazione precisa. «Non è colpa nostra», ha spiegato al Guardian una prostituta che si fa chiamare Lucie. «Non vedo perché se la prendono con noi». In disaccordo anche i cittadini di Amsterdam, che non vogliono la costruzione di un centro erotico accanto alle loro abitazioni. «Non vogliamo il più grande bordello d’Europa fuori casa», ha protestato la 42enne Cynthia Counruejouls. «Deve rimanere al suo posto».

Contraria allo spostamento persino l’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali con sede ad Amsterdam. Si ritiene infatti che il centro erotico nel suo quartiere possa «compromettere la sicurezza dei suoi dipendenti che lavorano fino a tarda notte». Già oltre 20 mila persone hanno firmato una petizione contro lo spostamento, chiedendo invece un aumento dei controlli da parte della polizia di notte e un contingentamento degli ingressi. L’overtourism è infatti una delle ragioni principali che hanno spinto la sindaca Halsema a rivedere l’ubicazione del De Wallen. L’alto numero di visitatori locali e stranieri sarebbe responsabile di un sensibile aumento della criminalità cui porre un freno al più presto. Per questo ha avviato la campagna «Stay Away», sperando di scoraggiare gli addii al nubilato molto diffusi tra i giovani britannici fra 18 e 35 anni.

Giorgia Meloni e Andrea Giambruno, come nacque la loro storia: «Un colpo di fulmine»

È arrivata la conferma di quello che in molti, alla luce dell’ultimo fuorionda trasmesso da Striscia La Notizia, avevano già potuto intuire: si è ufficialmente conclusa dopo 10 anni la storia d’amore tra la premier Giorgia Meloni e il compagno Andrea Giambruno, conduttore di Diario del giorno. Una relazione nata con un vero e proprio colpo di fulmine, come lo stesso giornalista aveva avuto occasione di raccontare in alcune interviste.

Come si sono conosciuti Andrea Giambruno e Giorgia Meloni

L’ormai ex coppia si era conosciuta nel dietro le quinte di un programma tv, per la precisione Quinta Colonna di Paolo Del Debbio, dove Giambruno ai tempi lavorava come autore televisivo mentre Meloni era ospite. Intervistato da Libero, Giambruno aveva raccontato: «È stato un colpo di fulmine. Una sera è arrivata da Del Debbio, a Quinta Colonna, dopo una giornata di comizi e aveva fame. La sua portavoce ha tirato fuori dalla borsa una banana, ma dopo due morsi Giorgia è stata chiamata in scena, così me l’ha mollata in mano, scambiandomi per assistente. Non so dire, i nostri occhi si sono incrociati in modo strano, è stato un attimo». I due si sarebbero poi rivisti pochi giorni dopo, quasi per caso, e da lì sarebbe poi effettivamente nato un corteggiamento e una frequentazione che li avrebbe portati ad innamorarsi. Dal loro rapporto (i due non si sono mai sposati) è nata la figlia Ginevra, venuta al mondo il 16 settembre del 2016. Il nome della piccola sarebbe a quanto pare stato scelto come omaggio al celebre personaggio legato alle avventure di Lancillotto.

Giambruno: «Non mi infastidisce essere associato a Giorgia»

Nella medesima intervista concessa a Libero ben prima del crac, il giornalista aveva precisato: «Non mi infastidisce essere associato a Giorgia, però ho la mia personalità e il mio lavoro e non le ho mai chiesto niente. Nella coppia l’uomo sono io, non faccio il mammo, non so neppure fare da mangiare».

Meloni-Giambruno, Antonio Ricci: «Un giorno lei scoprirà che le ho fatto un piacere»

Antonio Ricci, padre di Striscia la notizia, ha commentato la diffusione da parte del suo tg satirico di due fuorionda di Andrea Giambruno e la conseguente rottura della relazione del giornalista con la premier Giorgia Meloni. «Un giorno lei scoprirà che le ho fatto un piacere», ha dichiarato all’Ansa.

Le dichiarazioni dopo i due fuorionda e la rottura della coppia

Le parole dell’autore televisivo sono arrivate a poche ore dall’annuncio, da parte della leader di Fratelli d’Italia, di voler lasciare il compagno con cui «le strade si sono divise da tempo». Parole che a loro volta hanno fatto seguito alla messa in onda, da parte del programma di Canale 5, di due filmati compromettenti riguardanti Giambruno. Il primo, trasmesso mercoledì 18 ottobre, lo vede intento a fare complimenti ammiccanti alla collega Viviana Guglielmi («Ma perché non ti ho conosciuta prima?»), il secondo, mandato il giorno dopo, lo vede fare espliciti riferimenti a tresche, threesome e proposte indecenti: «Tu sei fidanzata? Sei “aperturista“? Come ti chiami? Ci siamo già conosciuti io e te? Dove ti ho già vista… Ero ubriaco?. Sai che io e ***** abbiamo una tresca? Lo sa tutta Mediaset, ora lo sai anche tu. Però stiamo cercando una terza partecipante. Facciamo threesome. Vuoi entrare a far parte del nostro gruppo? Ti piacerebbe? Però devi darci qualcosa in cambio».

 

Greta Thunberg si schiera dalla parte della Palestina

«Settimana 270. Oggi scioperiamo in solidarietà con la Palestina e Gaza. Il mondo deve farsi sentire apertamente e chiedere un cessate il fuoco immediato. Giustizia e libertà per i palestinesi e tutti i civili colpiti». Così Greta Thunberg si schiera al fianco dei palestinesi con un post su X, a corredo di una foto che la ritrae insieme ad altri tre attivisti di Fridays For Future. Tra essi anche una ragazza ebrea. Un’altra tiene in mano un cartello con la scritta “Giustizia climatica”, accompagnata dalla bandiera della Palestina. Nessun cenno alle persone che hanno perso la vita in Israele a causa degli attacchi di Hamas.

Tra i commenti anche la citazione: «How dare you?»

Le reazioni degli utenti dell’ex Twitter non si sono fatte attendere. E le critiche sono state parecchie. Tra i commenti: «Trovo molto sbagliato mischiare Fridays For Future e la lotta al cambiamento climatico con tali posizioni. Non posso più sostenerti». E poi: «Hai dimenticato: “Siamo solidali anche con il popolo israeliano che ha sofferto a causa di orribili attacchi terroristici”». C’è anche chi la cita con un «How dare you?», ovvero «Come osi/osate?», espressione usata proprio da Thunberg nel 2019, durante il duro discorso contro i leader mondiali al summit sul clima dell’Onu.

Ospitaletto, crollano un muro e un tetto: 36 persone fuori casa

Nel comune di Ospitaletto, in provincia di Brescia, alle 22.30 di giovedì 19 ottobre si è verificato il crollo del muro e del tetto di un edificio abbandonato situato in via Caprieli. Gli interventi sul luogo sono stati condotti dai Vigili del fuoco, i quali hanno avviato le operazioni di messa in sicurezza del sito e delle zone circostanti. Questa situazione ha richiesto l’evacuazione di circa 13 famiglie residenti nella stessa strada, per un totale di 36 persone, le quali sono state temporaneamente sistemate durante la notte nella palestra del paese. Non sono stati riportati feriti o vittime. Coinvolti nelle operazioni anche i Carabinieri, i volontari della Protezione Civile di Ospitaletto e il sindaco. Nell’arco della giornata di venerdì, verranno condotte ulteriori verifiche da parte di tecnici specializzati incaricati dal comune al fine di ripristinare le condizioni di sicurezza ordinarie.

Da Barbie a Mercoledì, i costumi di Halloween vietati agli attori in sciopero

Prosegue senza sosta lo sciopero degli attori di Hollywood. In attesa di scoprire quando potranno tornare a recitare davanti a una cinepresa, gli interpreti hanno ricevuto nuove indicazioni dal sindacato Sag-Aftra, guidato da Fran Drescher, in merito alla festa di Halloween. Ai membri sarà proibito infatti indossare costumi che richiamino personaggi di film e serie tivù di proprietà delle major e degli streamer. Le star dunque non potranno indossare abiti di Barbie oppure di Mercoledì Addams, ma anche dei supereroi Marvel, né potranno condividere foto sui social. La scelta dovrà ricadere su figure standard del genere horror come fantasmi, zombie, ragni e simili. «Vogliamo assicurarci che nessuno infranga inavvertitamente le regole dello sciopero», ha spiegato il Sag-Aftra.

Halloween, i personaggi vietati e consentiti per gli attori di Hollywood

Fra i costumi interdetti per gli attori di Hollywood ci saranno dunque i due film più popolari del 2023 che hanno dato vita al Barbenheimer. Proibiti infatti gli abiti rosa di Barbie con Margot Robbie e Ryan Gosling, ma anche il look di Oppenheimer con Cillian Murphy e Robert Downey Jr. «Usiamo il nostro potere per mandare un messaggio forte e chiaro ai nostri datori di lavoro», si legge ancora nel comunicato del Sag-Aftra. «Non promuoveremo i loro contenuti senza un equo contratto». L’Hollywood Reporter ha tuttavia citato il problema relativo ai diritti di alcuni personaggi, tra cui la bambola Barbie, in mano a Mattel. Non è invece il caso dei supereroi che, sebbene abbiano radici nei fumetti Marvel Comics, sono sotto la gestione di Disney. Banditi anche costumi di Mercoledì, Stranger Things e Squid Game di Netflix.

Gli attori di Hollywood in sciopero non potranno indossare costumi di Halloween con personaggi di film e serie tv. Le regole del Sag-Aftra.
Lauren Miller e Seth Rogen nel 2016 (Getty Images).

Gli attori potranno però utilizzare costumi legati a progetti indipendenti, grazie a una deroga che ha visto per esempio la presentazione di alcuni film americani nei festival internazionali. Un caso singolare riguarda il personaggio di Elvis Presley. Gli attori di Hollywood potranno scegliere per Halloween il look visto nel film Priscilla di Sofia Coppola, distribuito da A24, ma non quello portato al cinema da Austin Butler in Elvis, che appartiene a Warner Bros. Non sono mancate sui social le prime reazioni, tra cui quella di Ryan Reynolds, interprete del supereroe Deadpool.  «Non vedo l’ora di parlarne con mio figlio di otto anni», ha scritto su X pubblicando la notizia. «Non fa parte del sindacato ma ha bisogno di imparare». Il sindacato Sag-Aftra non ha scritto nulla in merito a possibili ripercussioni in caso di violazione delle regole.

Il sindacato Sag-Aftra tende la mano agli Studios di Hollywood per finire lo sciopero

Intanto presto potrebbero ripartire le trattative per cercare un accordo. Il sindacato Sag-Aftra, con un post pubblicato sui canali social, ha teso la mano all’Amptp, l’associazione dei produttori, per ritornare al tavolo quanto prima. «La nostra chiamata è semplice», si legge nel comunicato rivolto agli studios. «È il tempo di negoziare sinceramente, valorizzando i nostri contributi e consolidando il settore. È l’ora di condividere il successo che abbiamo costruito insieme». Ricordando il successo degli sceneggiatori dopo una protesta di 148 giorni, il Sag-Aftra ha sottolineato come «la perseveranza romperà le barriere più difficili portando a un cambiamento di cui tutti hanno bisogno».

Caivano, donne in strada: tensione con don Patriciello

Momenti di tensione nella serata di giovedì 19 ottobre 2023 davanti alla chiesa di don Maurizio Patriciello, al Parco Verde di Caivano. Secondo quanto si è appreso, alcune donne sarebbero scese in strada e con un megafono avrebbero chiesto agli abitanti del rione di parlare con don Maurizio mentre qualcuna di loro avrebbe proposto di occupare la chiesa se il sacerdote si fosse rifiutato. Il parroco avrebbe parlato con loro, poi il colloquio si sarebbe interrotto anche per l’atteggiamento minaccioso di alcune donne. Sono arrivati i carabinieri della compagnia di Caivano e hanno identificato alcune presenti prima che si allontanassero. Una di loro è la moglie di un uomo ritenuto contiguo a un clan. Tra i probabili motivi della protesta c’è il censimento delle occupazioni abusive da parte delle forze dell’ordine.

MotoGp Australia, gara anticipata a sabato per maltempo: domenica la Sprint

Invertito il programma del Gran Premio di Australia di MotoGp a Phillip Island a causa delle impegnative condizioni metereologiche nella località oceanica australiana. La gara tradizionale di 27 giri, inizialmente prevista per domenica, si correrà alle ore 6.10 italiane di sabato 21 ottobre. La Sprint Race di 13 giri si disputerà, se il tempo lo consentirà, alle 5:00 di domenica 22.

Il forte vento impone la modifica del programma

A convincere i piloti a chiedere un intervento agli organizzatori sono state soprattutto le forti raffiche di vento che hanno raggiunto anche i 55 km orari. «Questa decisione è stata presa in modo proattivo per garantire lo spettacolo migliore e più sicuro possibile per tutti i concorrenti e i fan che partecipano al Phillip Island Grand Prix questo fine settimana», ha detto l’organizzazione della tappa australiana di MotoGp. Il programma della Moto2 e della Moto3 rimane invariato, ma anche questo può essere modifica in base alle condizioni del tempo.

X, Musk prepara il lancio di due abbonamenti premium: con e senza pubblicità

«Due nuovi livelli di abbonamenti X Premium verranno lanciati presto. Uno ha un costo inferiore con tutte le funzionalità, ma nessuna riduzione nella pubblicità, mentre l’altro è più costoso, ma non ha pubblicità». Lo ha annunciato Elon Musk con un tweet sulla piattaforma di cui è proprietario.

A settembre 2023 Musk aveva già paventato l’ipotesi di creare una versione a pagamento della sua piattaforma per bloccare i bot. E proprio a questo scopo il 18 ottobre aveva annunciato il primo piano di abbonamento per X, denominato Not a Bot, per il momento limitato ai nuovi utenti di Nuova Zelanda e Filippine: costo un dollaro circa, per l’utilizzo anche di funzionalità base come la pubblicazione di messaggi. Adesso l’annuncio di due nuovi abbonamenti X Premium, diversi in base alla presenza o meno di pubblicità.

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Meloni e Giambruno, le reazioni della politica alla separazione

«Un fortissimo abbraccio a Giorgia, con la mia amicizia e il mio sostegno. Avanti, a testa alta!». È quello di Matteo Salvini il primo dei messaggi che diversi politici italiani stanno scrivendo sui social in reazione al post con cui la premier Meloni ha annunciato la separazione dal compagno Andrea Giambruno. «Siamo tutti al tuo fianco, Giorgia», è invece il post ufficiale del partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia.

Da Tajani a Ravetto, i messaggi di solidarietà per la premier

Tra gli alleati di governo sono arrivate anche le parole del vicepremier e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, che ha scritto: «Giorgia, ti abbraccio». Proprio a Tajani, riporta il Corriere, la premier avrebbe chiesto conto di quanto successo con la messa in onda dei fuorionda incriminati su Canale 5, e il vicepremier le avrebbe riferito che l’iniziativa è stata di Antonio Ricci, «incontrollabile» (come l’hanno definito) autore di Striscia. «Dalla tua, dalla vostra parte. Dalla parte di Ginevra. Ti abbraccio con vero affetto», ha scritto invece la deputata di Forza Italia Rita dalla Chiesa. Poi la deputata leghista Laura Ravetto, che si è rivolta così a Meloni: «Orgoglio forza e nessuna paura. Sei un esempio per tutte».

Vicinanza anche dall’opposizione

Ma la solidarietà sta arrivando anche dall’opposizione, con l’eurodeputata del Partito democratico Alessandra Moretti che ha commentato: «Restare donne oltre i ruoli che si ricoprono non è un’impresa facile. L’amore per i nostri figli ci rende le rocce che siamo e ci fa scegliere per il meglio. La ragione di tutto sta lì. Un abbraccio a Giorgia Meloni che ha agito in un momento difficile da donna libera. Ora le lascino fare la madre». «Tutta questa vicenda è abbastanza sconcia», ha tuonato invece il leader di Azione Carlo Calenda, criticando la scelta di Mediaset di colpire la vita privata della premier. «L’uso strumentale dei fuori onda da parte di reti tv collegate a partiti politici, la richiesta assurda che delle frasi (volgari) di Giambruno risponda Meloni. Il tutto con di mezzo una bimba di sette anni che deve poter fare una vita normale», ha scritto Calenda ricordando di essere « un avversario di Giorgia Meloni» che però oggi «ha tutta la mia solidarietà. Così in Italia non si produrrà mai nulla tranne il fango, finché il fango non sommergerà tutti e tutto».

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