Camilla Läckberg accusata di utilizzare un ghostwriter

Camilla Läckberg non è forse la sola autrice dei suoi best seller. Secondo il quotidiano svedese Kvartal, la scrittrice e regina del noir tanto da essere acclamata come erede scandinava di Agatha Christie si sarebbe servita di un ghostwriter per realizzare alcuni dei suoi romanzi di successo. La scoperta sarebbe arrivata grazie a un software di analisi dei dati che sfrutta l’intelligenza artificiale, già utile in passato per scoprire l’identità di J.K. Rowling dietro lo pseudonimo di Robert Gabraith ne Il seggio vacante. Il programma infatti avrebbe riscontrato anomalie e incongruenze nello stile di Läckberg in otto sue opere, tra cui La gabbia dorata e Ali d’argento. Immediata la replica con un post su Instagram: «Più volte mi hanno accusata di non avere uno stile perfetto e non meritare così tanti lettori», ha scritto l’autrice. «Non c’è niente di vero».

Camilla Läckberg utilizza un ghostwriter? I dati del software IA

Come ha riportato anche il Guardian, lo strumento di analisi dei dati utilizza l’intelligenza artificiale sul testo per confrontare la frequenza delle parole più comuni. In seguito le elabora per compilare un diagramma in grado di identificare un preciso stile di scrittura. La ricerca ha coinvolto gli otto romanzi di Camilla Läckberg più venduti in Svezia, tra cui Lo scalpellino e Il guardiano del faro, prodotti dall’editore e autore di gialli Pascal Engman. «Il resoconto dei dati supporta fortemente la presenza di un ghostwriter», ha scritto Lapo Lappin, giornalista di Kvartal e promotore dello studio. Lo strumento ha infatti trovato una coerenza di stile per i gialli ambientati a Fjällbacka, incentrati sui detective Erica Falck e Patrik Hedström. Una serie più recente di thriller, tuttavia, ha presentato uno stile del tutto differente. Per Donne che non perdonano il software suggerisce persino Engman come unico autore.

La scrittrice svedese Camilla Läckberg si servirebbe di un ghostwriter per alcuni romanzi. La scoperta tramite un software che sfrutta l'IA.
Camilla Läckberg con suo figlio sul red carpet (Getty Images).

«Molte volte ho ringraziato pubblicamente Pascal (Engman, ndr.) per avermi aiutata a scrivere in un modo nuovo per me», ha scritto sui social Läckberg. «Non è assolutamente un segreto. Utilizzo un linguaggio quotidiano, non ho mai voluto vincere il Premio Nobel per la Letteratura». Lo stesso editore, con un’intervista a Kvartal ha confutato categoricamente ogni accusa. «Il mio compito è collaborare con uno scrittore in vari modi», ha sottolineato alla rivista svedese. «Non vuol dire che abbia scritto io i romanzi». Secondo il Guardian però tali affermazioni non negano definitivamente le accuse, lasciando aperti diversi argomenti di discussione. «Engman ha lavorato solo come editore, nulla di più», aveva però detto nel 2021 la stessa autrice di fronte ad altre insinuazioni su un potenziale ghostwriter.

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