Daily Archives: 27 Ottobre 2023

Abusi nella Chiesa, vittima l’1 per cento degli spagnoli

Circa 440 mila persone, ovvero l’1,13 per cento della popolazione maggiorenne spagnola, dichiara di aver subito abusi sessuali in ambito ecclesiastico e lo 0,6 per cento di essere stata vittima di un prete o un religioso cattolico negli ultimi 50 anni. La metà dei casi, circa 200 mila, riguarderebbe minori. Si tratta di cifre stimate da una commissione d’inchiesta indipendente sui crimini di pedofilia nella Chiesa cattolica, avviata dal Parlamento e curata dall’istituzione del Difensore civico. Il sondaggio ha coinvolto circa 8 mila persone. L’indagine, durata 15 mesi, è nata da una grande inchiesta giornalistica del quotidiano iberico El Pais.

Abusi nella Chiesa, vittima l’1 per cento degli spagnoli: il totale arriverebbe a 440 mila. Metà erano minorenni.
Una chiesa cattolica (Getty Images).

El País aveva avviato un’indagine sulla pedofilia nella Chiesa spagnola nel 2018

A giugno la Chiesa spagnola ha ammesso, nel rapporto intitolato Per fare luce, 927 casi di pedofilia, che si sono verificati dal 1945 alla fine del 2022. Come ha spiegato la Conferenza episcopale spagnola, le vittime hanno accusato in tutto 728 membri della Chiesa: tra essi 378 sacerdoti (il 52 per cento), poi 208 religiosi e 92 laici. In 23 casi il denunciante non conosceva il ruolo dell’aggressore. L’80 per cento degli abusi è avvenuto prima del 1990, principalmente in ambito scolastico (47 per cento), seguito da ambito parrocchiale e seminari/convitti (15 per cento entrambi). El País aveva avviato un’indagine sulla pedofilia nella Chiesa spagnola nel 2018, creando un database aggiornato con tutti i casi noti. Gli abusi nella Chiesa spagnola sono al centro della docuserie Esame di coscienza, disponibile su Netflix e diretta dal regista Albert Solé.

Sci alpino, ritiro shock di Braathen: «Il sistema non funziona»

Shock nello sci alpino alla vigilia della 58esima Coppa del mondo. Lucas Braathen, campione in carica nello slalom speciale, ha deciso di dire basta a soli 23 anni. «Ho finito», ha spiegato in lacrime nel corso di una conferenza stampa a Sölden, in Austria, dove sabato 28 ottobre inizieranno le gare. «Ho già avvisato i miei compagni, per la prima volta dopo anni mi sento felice». Un ritiro motivato dai pesanti attriti del norvegese con la sua Federazione per questioni legate ai contratti di sponsorizzazione. Il talento di Oslo infatti aveva girato uno spot con un marchio di abbigliamento, contravvenendo così ad alcune rigide regole che gli impedivano di pubblicizzare brand diversi da quelli decisi dai vertici dello sci nel suo Paese. «Non smetto per protesta», ha però precisato Braathen. «Non sono disposto a mettere da parte la mia gioia».

Sci alpino: Lucas Braathen e il difficile rapporto con la Federazione norvegese

«Il sistema non funziona», ha proseguito Lucas Braathen nel corso di un monologo durato circa 20 minuti. «Per poter continuare nello sci non devo solo mettere da parte i miei sogni, ma anche la mia gioia. Non sono disposto a farlo, ma non intendo essere vendicativo. Penso soltanto che il sistema che abbiamo oggi sia contro la legge e non funziona, per questo dovremo parlare». A fine settembre, il talento dello slalom speciale aveva infatti girato una pubblicità per una marca di abbigliamento svedese, non legata però alla Federazione del suo Paese. Un gesto che ha indispettito i vertici di Oslo che, come ha rivelato durante la conferenza stampa, lo avrebbero «trattato in modo irrispettoso», tanto da spingerlo a lasciare lo sport che ha amato sin da bambino. «Per mesi ho subito una campagna mediatica, in cui si diceva che ero egoista e avido», ha concluso. «Ora sono felice».

Lucas Braathen, campione del mondo di slalom speciale, lascia lo sci alpino per attriti con la sua Federazione: «Il sistema non funziona».
Lucas Braathen in azione durante le gare di Andorra 2023 (Getty Images).

Talento indiscusso dello sci alpino mondiale, Lucas Braathen a soli 23 anni aveva già conquistato cinque vittorie in Coppa del Mondo, di cui tre nello slalom speciale e due nel gigante. Le prime sono arrivate a Wengen e Adelboden in Svizzera e nella Val d’Isere francese, mentre le seconde nelle manche in Alta Badia e proprio a Sölden. Sulle montagne dell’Austria infatti mostrò per la prima volta il suo talento salendo sul gradino più alto del podio il 18 ottobre 2020. Grazie a un totale di 12 podi, nella stagione 2022-23 ha vinto il titolo mondiale con 52 punti di vantaggio sul connazionale Henrik Kristoffersen. Era invece arrivato quarto nella classifica generale, dominata dall’elvetico Marco Odermatt. «Non mi interessa essere il migliore», ha detto in conferenza. «Soltanto ritrovare la felicità». Sul suo profilo Instagram ha salutato tutti con un video e la scritta «Grazie» in varie lingue.

Cuneo, banditi morti in una rapina: chiesti 14 anni per il gioielliere

14 anni di carcere per gli omicidi di due rapinatori e il tentato omicidio del terzo. È la pena chiesta dal pm di Asti Davide Greco per Mario Roggero, il gioielliere a processo per la sparatoria avvenuta il 28 aprile 2021 fuori dal suo negozio di Grinzane Cavour (Cuneo). Nessuna concessione dalla procura alla tesi del vizio parziale di mente, sostenuta dalla difesa. «La condotta di Roggero ha una sua logica criminale, la vendetta: non è affetto da patologie», ha affermato il pm.

«Roggero era già un giustiziere privato, un impulsivo, un irascibile»

A dimostrarlo sarebbe anche l’episodio della minaccia armata al fidanzato di una delle figlie, risalente al 2005, per il quale il 68enne di La Morra patteggiò una condanna: «Era già un giustiziere privato, un impulsivo, un irascibile: una chiara dimostrazione dell’incapacità, non psichiatrica ma caratteriale, di controllarsi». All’imputato la procura ha riconosciuto le attenuanti generiche, la sostanziale incensuratezza e l‘attenuante della provocazione, oltre al parziale risarcimento di 300 mila euro già versato. Tuttavia, ha rilevato il pm Greco, Roggero «si è arrogato il diritto di violare il diritto alla vita per vendetta e per reinserire la pena di morte nel nostro ordinamento» e a tutt’oggi «è ancora convinto di avere fatto bene».

Saman Abbas, processo a rischio: il fratello andava indagato

Il processo sul caso di Saman Abbas ha vissuto un vero colpo di scena. Le parole del fratello minore della 18enne pachistana uccisa a Novellara tra il 30 aprile e il primo maggio 2021 sono state dichiarate inutilizzabili. A deciderlo è stata la presidente della Corte d’Assise di Reggio Emilia, Cristina Beretti, dopo le obiezioni sollevate dagli avvocati della difesa. Non potranno essere utilizzate in tribunale le dichiarazioni rese il 5, il 12, il 15 e il 21 maggio perché il minorenne non è stato ascoltato in presenza di un legale. E inoltre, nonostante la sua posizione sia stata archiviata dal gip del Tribunale dei minori, il ragazzo avrebbe dovuto essere indagato.

La presidente: «A carico del ragazzo c’erano indizi di reità»

La presidente Beretti ha spiegato che «a carico del ragazzo c’erano indizi di reità». Questi indizi sarebbero emersi dalle intercettazioni delle conversazioni con i familiari. Da queste si evince che il giovane «era stato reso edotto di quanto stava per succedere», già nelle ore precedenti al delitto. Il ragazzo dovrà essere ascoltato come imputato e l’udienza è stata rinviata al 31 ottobre. Nei giorni scorsi sono state rese note le dichiarazioni di una psicologa che segue il giovane. La donna ha parlato delle «pressioni» ricevute dal ragazzo dall’estero dai parenti per ritrattare la sua versione.

L’avvocato del fidanzato: «Speriamo non si tiri indietro»

La legale Barbara Iannuccelli, che difende il fidanzato di Saman Abbas, ha lanciato un appello al fratello della 18enne al termine dell’udienza. Ha dichiarato: «La vittima di questa vicenda è Saman. Il fratello è sicuramente un’altra vittima e lo dobbiamo preservare. È vero anche che gli errori formali non si colmano facilmente. Se il fratello ha sempre voluto contribuire a dire la verità è giusto che mantenga questo proposito per fare giustizia per la sorella». Ha spiegato che lui «è stato un po’ la miccia che ha fatto esplodere il tutto, perché le foto di Saman e del fidanzato sono state fatte vedere da lui ai genitori. È stato il tramite di tutto quanto di negativo è accaduto, spero però che non si tiri indietro. Lo farebbe per se stesso, per tutti noi e per tutte le Saman che non conosciamo».

Nino Frassica, la ricompensa per chi trova il suo gatto sale a 10 mila euro

Nino Frassica sarebbe riuscito a identificare il luogo in cui si trova il suo amato gatto Hiro, scomparso a Spoleto mentre l’attore si trovava impegnato nelle riprese della serie Don Matteo. C’è però un problema: chi l’ha trovato non avrebbe alcuna intenzione di riconsegnarlo, e per cercare di risolvere il problema il diretto interessato ha così deciso di rimettere a disposizione una lauta ricompensa per chiunque lo aiuterà.

Nino Frassica, ricompensa di 10 mila euro per chi trova il suo gatto scomparso

«Domani 28 ottobre partiamo per Roma. Hiro è trattenuto in una casa di Piazza Campello a Spoleto. Abbiamo fatto di tutto per farcelo ridare, ma a questo punto confidiamo nel fatto che una volta tornati a Roma possano rilasciarlo», ha commentato l’attore, che da giorni è insieme alla moglie Barbara Exignotis alla disperata ricerca del suo amato animale da compagnia. «Siamo disposti ad aumentare la ricompensa a 10 mila euro. Il numero da contattare in caso doveste ritrovare Hiro è 3396919166. Per foto di Hiro scorrete le varie slide dopo il video. Grazie a tutti, attendiamo notizie», ha aggiunto Nino Frassica, che spera con questo nuovo appello social di riuscire a raggiungere il tanto ambito obiettivo.

L’intera Spoleto si è mobilitata per Hiro

Fin da quando Nino Frassica ha comunicato di essersi messo sulle tracce del suo gatto scomparso, tutta la città di Spoleto ha iniziato ad attivarsi per dargli una mano. Purtroppo però la caccia al gatto è quasi subito sfuggita di mano, con un numero eccessivo di persone che hanno iniziato a spargere polpette per le vie rischiando, come spiegato dall’attore, di spaventare il micio e rendere ancora più difficili le operazioni di recupero. Ecco per quale motivo, alla luce dei fatti, Nino Frassica si è inizialmente trovato costretto a ritirare la potenziale ricompensa di 5 mila euro per chi fosse riuscito a trovare Hiro, salvo poi rilanciarla.

Gli Articolo 31 sono davvero un Classico

Alla faccia della nostalgia. Gli Articolo 31, cioè J Ax e DJ Jad, tornano con Classico, un singolo che con la solita ironia che negli anni, decenni ormai, ci hanno fatto conoscere, sembra voler mettere tutti i puntini sulle i. Perché loro sono dei classici, non dei vecchi, un po’ come Vasco, ripetono nel ritornello, poi omaggiandolo citando Vado al massimo. E perché la nostalgia non sanno proprio cosa sia, men che meno si arroccano su posizioni generazionali, anzi.

Un Classico per boomer, presi a pizze in faccia, e per giovani «stupidi che preferiscono sognare»

Fermi tutti. Raccontare una canzone, converrete con chi scrive, è operazione futile quanto cringe, parola che nel testo della canzone trova ovviamente spazio, ma trovare oggi una canzone il cui testo abbia un peso specifico alto – non che non lo abbia anche la musica messa su per l’occasione da Jad – e che soprattutto pretenda l’attenzione non solo dei coetanei degli autori – quei boomer che nel medesimo pezzo sono legittimamente presi a pizze in faccia e «che risolvono complotti ma sbagliano i congiuntivi» – ma anche dei giovani che «non vogliono più lavorare perché sono pigri, che stupidi preferiscono illudersi e sognare, invece della paga in nero per lavori umili» – spesso bullizzati dai medesimi boomer, trattati come appestati, debosciati, introflessi su loro stessi e chi più ne ha più ne metta – è qualcosa di talmente raro da pretendere una celebrazione, oltre che una analisi. Il fatto è che gli Articolo 31, è vero quanto Ax recita nel ritornello, sono un classico, i titoli stanno lì per un motivo serio, in fondo. Classico, cioè una rara realtà che ha la stima non solo di chi c’era ai tempi in cui sono usciti, ma anche di chi è arrivato dopo, e magari li ha conosciuti nel lungo periodo sabbatico che i due vecchi compari si sono presi, salvo poi tornare insieme ufficialmente in occasione dell’ultimo Sanremo dove hanno presentato Un bel viaggio.

La parentesi di Disco Paradise

E se all’Ariston hanno presentato un brano che guardava al passato, senza recriminazioni, rimpianti o rimorsi, tanto per citare la banda Bonnot, due adulti che non fingono di essere ragazzini e che, usando un linguaggio comunque appetibile anche per i ragazzini, provano a cantare la vita e il ritrovarsi rappacificati con una serenità di fondo che in epoca di polarizzazioni ci aveva colpito non poco, stavolta decidono di premere sul tasto dell’ironia e lo sfottò, una delle frecce nella loro faretra praticamente da sempre, andando a mettere alla berlina tutti quelli che li hanno tacciato di nostalgia, così come quelli che li hanno poi tacciati di giovanilismo, questo a causa della hit estiva Disco paradise, in compagnia di un a sua volta, per Ax, ritrovato Fedez e della regina delle charts Annalisa, lì a farsi concorrenza da sola. A tal proposito, e giusto per esercitare un po’ di quella ironia, va detto che il tormentone – baciato dalle classifiche e dal gradimento del pubblico d’oggi, in prevalenza di giovanissimi, questo pur rimandando il brano a un passato anche passato per gli autori stessi, gli Anni 60 mica li hanno vissuti, Ax e Jad – è una canzone di una leggerezza che tende all’effimero. E non si leggano queste parole come quelle di chi adora l’effimero e non perde occasione per celebrarlo. No, è proprio una canzoncina irrilevante e questo nonostante la presenza degli Articolo 31 e di Annalisa. Fatto che, per una di quelle proprietà matematiche che proprio per il mio essere boomer  ho dimenticato (troppi anni tra me e la scuola) fa sì che io arrivi alla seguente teoria: le canzoni degli Articolo 31 mi piacciono, quelle di Annalisa mi piacciono, quelle di Fedez no, quindi, siccome Disco paradise non mi piace, è Fedez il problema, come quelle spezie che le usi e rovinano piatti che altrimenti adoriamo, ognuno di noi ha la propria, la mia è Fedez.

Gli Articolo 31 sono un Classico che non passa di moda
Dj Jad e Dj Ax.

Al bando la nostalgia per un passato non così da rimpiangere

Tornando però a Classico, ecco che la canzone, uscita alla mezzanotte tra giovedì 26 e venerdì 27 ottobre, come di prassi, è un brano che si fa ascoltare per il suo incedere baldanzoso e comunque appoggiato su solide basi rock’n’roll, e per un testo che è un incastro di schiaffi e buffetti. Chiaro per chi facciano il tifo gli Articolo 31, nell’eterna guerra tra generazione. Al centro la nostalgia per un passato che in realtà non è che sia poi così da rimpiangere sgretolata a colpi di piccone. La figura degli zombie nei parchetti, laccio emostatico al braccio e siringa buttata in terra, parla chiaro, come parla chiaro anche il palese affetto che il nostro, anzi, i nostri provano nei confronti dei giovani, troppo spesso tirati per la giacchetta da chi non perde occasione per dirsi migliore di chi è arrivato dopo. Un po’ un prendere le distanze dai propri coetanei, certo, ma una presa di posizione quantomai condivisibile: in fin dei conti non c’è di peggio di un boomer che non fa i conti con la propria anagrafe e decide di entrare in competizione con chi, nei fatti, dovrebbe essere accompagnato alla vita. La nostalgia quindi è messa al bando, o bannata che dir si voglia, mentre il concetto di classicità, usato con autoironia, non è poi così scherzoso come Ax e Jad vogliono farci credere, se è vero come è vero che praticamente tutti i rapper arrivati dopo di loro – e la storia ci dice che salvo quelli delle Posse tutti i rapper sono arrivati dopo di loro in Italia – hanno finito per riconoscere la loro primogenitura. Quelli nati dopo che loro già erano col microfono e i piatti in mano, rapper e trapper, riconoscono al duo una sorta di padrinato, sorte condivisa, lato pop, con Max Pezzali e gli 883: gli uni intenti a raccontare le periferie, gli altri la provincia.

Gli Articolo 31 sono un Classico che non passa di moda
Dal video di Classico.

Fregandosene delle convenzioni, Dj Ax e Dj Jad si schierano senza se e senza ma con la nuova generazione

Il singolo è stato lanciato sui social dagli Articolo 31 con una iconica foto dei due che, braccia conserte dietro la schiena, guardano attraverso una rete un cantiere, titolo trasformato per l’occasione in Vecchi di merda- Classico, riprendendo un verso particolarmente identificativo del testo, difficile non capire da che parte stiamo i nostri eroi, anche volendo. I rischi dell’esercizio di stile, quando si è particolarmente talentuosi e la carriera e la vita ce lo hanno fatto capire è un attimo gigioneggiare camminando sul filo dell’autocompiacimento, è fugato dall’urgenza di prendere una posizione, decisamente impopolare: schierarsi senza se e senza ma dalla parte dei ragazzi. Urgenza che sotto le mani di J-Ax e DJ Jad diventa però quantomai pop, al punto da generare una sorta di paradosso un pop impopolare. Converrete è qualcosa che solo chi è abituato a giocare con le parole è in grado di concepire. Così come è solo di chi si è abituato nel tempo a fregarsene delle convenzioni, surfando sempre in cima alle onde non perdendo mai di vista l’idea di divertirsi. La chiamano musica leggera mica per caso.

Gli Articolo 31 sono un Classico che non passa di moda
Gli Articolo 31 sul palco dell’Ariston (Getty Images).

Sala invece di celebrare il ritorno dei Club Dogo avrebbe potuto accompagnare gli Articolo in qualche vera periferia

Il sindaco Beppe Sala, invece di prestarsi a celebrare il ritorno dei Club Dogo, raccontando una Milano-Ghotam City di cui, sicuramente, non dovrebbe andare poi così fiero, avrebbe dovuto celebrare loro, gli Articolo 31, magari lanciandoli a passeggio per una di quelle periferie nelle quali sono nati e cresciuti, e che per questo hanno deciso di raccontare, quelle periferie che a occhio lui, Sala, si è dimenticato di frequentare, se non per gesti eclatanti quali l’incontro con il gruppo degli Seven 7oo, confondendo l’hype con la qualità, le pose con la vita vera. In fondo è anche di lui che si parla in Classico, a farsi i selfie coi calzini arcobaleno, salvo poi tuonare coi giovani della movida. Claudio Santamaria, nel video-spot del ritorno dei Club Dogo, che vede il primo cittadino coprotagonista, cita, senza però nominarlo, la famosa frase di Bertold Brecht «sventurato un popolo che ha bisogno di eroi». Qui tocca chiudere citando un Bakunin apocrifo, quando si corre il rischio di prendersi troppo sul serio è bene armarsi di ironia al grido di «una risata vi seppellirà», e gli Articolo 31 ancora una volta ci riescono.

Quando Giorgia Meloni a Belve ammetteva: «Sono molto gelosa»

Certe interviste, a riguardarle oggi, paiono un film distopico. Dopo l’esplosione del caso Giambruno, con i fuorionda di Striscia e il post con cui Giorgia Meloni ha scaricato il compagno e padre di sua figlia Ginevra, è tornata in circolazione una vecchia intervista della leader di FdI a Belve di Francesca Fagnani. Era il 2018 e l’attuale premier ammetteva candidamente di essere una persona «molto gelosa». Di più. Aveva pure confessato di controllare il telefono del fidanzato.

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Quando Meloni scherzando si diceva pronta a chiedere aiuto all’amico Salvini al tempo ministro dell’Interno

L’arrivo a Palazzo Chigi era allora quasi inimmaginabile, ma al governo Meloni poteva contare sull’alleato e amico Matteo Salvini, ministro dell’Interno. E così Giorgia ostentava una certa sicurezza spiegando che se, necessario, avrebbe persino fatto ricorso alle forze del Viminale per scoprire eventuali tradimenti. Di più: Parlando della quasi genetica propensione alle corna degli uomini e della loro incapacità di conservare i segreti aggiungeva: «Loro non sono capaci, facciamo un corso di formazione… è impossibile non beccarli. Cioè se hanno fatto qualcosa di male, tu lo sai. Perché proprio non lo sanno fare». E anche se il malcapitato provava a cancellare dal cellulare le prove non avrebbe avuto scampo: «Loro pensano “Io cancello l’sms e ho risolto…”. Bello mio, ma io comincio a farti tutta la ricerca, le telefonate fino alla settimana prima, tutte le foto…». Oppure «chiamo i servizi segreti…», diceva ridendo. «Lo dico al ministero dell’Interno, si chiama Matteo Salvini… “Matteo scusa, mi servirebbero ‘sti tabulati”». Strategie che però evidentemente non si sono rivelate efficaci. Anzi, che sono crollate davanti a un paio di fuorionda.

 

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La Gdf di Asti sequestra 70 mila prodotti Halloween non a norma

La Guardia di finanza di Asti, con l’operazione Halloween Sicuro, ha sequestrato oltre 70 mila prodotti in vendita che sono risultati privi delle avvertenze di sicurezza. Nel mirino due esercizi commerciali gestiti da cittadini cinesi, uno ad Asti e uno a Castagnole delle Lanze. 70.913 gli articoli tra decorazioni e prodotti aventi a tema Halloween e gadget, accessori e giocattoli non conformi alla normativa posta a tutela della salute dei consumatori. In seguito all’esame dei prodotti, i militari del gruppo di Asti e della tenenza di Canelli hanno notato la difformità delle informazioni riportate sulle confezioni e sulle etichette rispetto a quanto previsto dal codice del consumo. La merce irregolare è stata sottoposta a sequestro amministrativo, mentre i titolari degli esercizi commerciali, oltre a essere stati segnalati alla camera di commercio, rischiano sanzioni amministrative per oltre 8 mila euro.

Manovra, M5s: «Maggioranza sfarinata, siamo al tutti contro tutti»

La bozza della Manovra 2024 continua a scuotere gli animi sia dell’opposizione sia della maggioranza, con la premier Giorgia Meloni che si è scontrata con il Mef e ha fatto saltare dalla legge di Bilancio la norma che concedeva all’Agenzia delle Entrate la possibilità di pignorare direttamente i conti correnti di chi ha un debito non saldato con lo Stato. In questo contesto, dopo lo scontro alla Camera sul tema dell’educazione sessuale, il Movimento 5 stelle ha riacceso le polemiche contro il governo.

M5s: «Meloni la prima che dovrebbe aver letto i testi»

«Ricapitolando: a Salvini non piace la stretta sulle pensioni anticipate voluta da Giorgetti, che oltre a essere il ministro dell’Economia è anche il vicesegretario del suo partito. Forza Italia è pronta a fare il diavolo a quattro per eliminare l’aumento delle tasse sugli affitti brevi. Poi c’è la misteriosa norma sull’accesso del fisco ai dati dei conti correnti degli italiani: non piace a nessuno nel centrodestra, neanche a Giorgia Meloni. La quale ci risulta essere presidente del Consiglio, quindi la prima che dovrebbe aver letto i testi della legge di Bilancio», hanno tuonato i deputati M5s Emma Pavanelli, Chiara Appendino, Alessandra Todde ed Enrico Cappelletti.

I deputati: «Nessuna misura per la crescita economica»

«Ci troviamo al cospetto di una maggioranza letteralmente sfarinata, impegnata in una guerriglia interna senza quartiere di fronte a bozze che sembrano planate sul tavolo della premier quasi per caso», si legge ancora nella nota. «Al netto del tutti contro tutti e dell’indegno miscuglio di tagli e tasse, riteniamo che questa manovra abbia un altro difetto capitale: non si scorge mezza misura per favorire la crescita economica». Inoltre, «a 11 giorni dallo scoppiettante Cdm in cui la manovra è stata varata, un testo ufficiale ancora non c’è. Il modo di operare di Meloni e Giorgetti è avvilente», hanno concluso i deputati.

Marta Fascina: «Continuerò a svolgere il mio mandato parlamentare»

In un’intervista concessa in occasione dell’uscita del libro di Bruno Vespa (Il rigore e la speranza), Marta Fascina, deputata di FI ed ultima compagna di Silvio Berlusconi ha dichiarato di voler continuare a svolgere il suo mandato da parlamentare.

«Mai chiesto né aspirato incarichi di partito»

«Sono un deputato alla seconda legislatura. Come ho sempre detto, seguo e faccio politica fin da adolescente. Continuerò a svolgere il mandato parlamentare che mi hanno conferito i cittadini; la mia assenza è stata motivata da una sofferenza indescrivibile», ha dichiarato. Quanto al suo potenziale ruolo in FI, ha precisato: «Non ho mai chiesto né aspirato ad incarichi di partito. Dunque no, al momento, non immagino particolari ruoli per me».

Il dolore per la morte di Silvio Berlusconi: «Vivrò con un senso di angosciante vuoto»

Nella medesima occasione, Fascina ha anche avuto l’opportunità di parlare del compagno Silvio Berlusconi al quale è stata al fianco fino all’ultimo. «La sua improvvisa scomparsa terrena l’ho vissuta, la vivo e la vivrò con un senso di angosciante vuoto che resterà incolmabile per tutto il resto della mia vita». E rispetto alle sue intenzioni di continuare a vivere a Villa San Martino, ha aggiunto: «Ammetto che sorrido, anche se è una cosa che mi risulta difficile in questo momento, quando leggo fantasiosi articoli di stampa. La categorica smentita della famiglia Berlusconi vale più di qualsiasi infondato pettegolezzo».

Ora solare 2023, gli effetti del cambio sull’organismo umano

La notte fra sabato 28 e domenica 29 ottobre l’ora legale lascerà il posto alla solare. Ciò significa che le lancette dell’orologio, allo scoccare delle 3, torneranno indietro di 60 minuti dando vita a una notte più lunga. Sebbene per gran parte della popolazione si tratti di un cambio minimo e apparentemente innocuo, alcuni soggetti possono accusare importanti disturbi all’organismo, come se affrontassero gli effetti di un mini jet lag. Non è raro avvertire mal di testa, disorientamento e possibile insonnia, dovute a quello che gli esperti chiamano disturbo affettivo stagionale. Esistono tuttavia diversi metodi per prepararsi a dovere e limitare le ripercussioni sul proprio corpo, tra cui la regola del 3-2-1. È importante ricordare comunque che il cambio dell’ora non comporta una variazione diretta della salute di un soggetto, ma può incentivare disturbi preesistenti, pertanto si consiglia di contattare il medico all’insorgenza di problemi.

Mal di testa e disorientamento, gli effetti del cambio dell’ora sull’uomo

Fra i disturbi più frequenti che si presentano con il cambio dell’ora ci sono le cefalee a grappolo. Si tratta di una particolare forma di mal di testa molto intenso che si materializza con attacchi ripetuti o cluster capaci di ripresentarsi per sei-otto settimane o anche alcuni mesi. Interessa principalmente la zona dell’ipotalamo, responsabile anche del ritmo circadiano, ossia l’orologio biologico di 24 ore che regola l’alternanza tra il sonno e la veglia. L’aumento della durata di un giorno, che nel caso del 29 ottobre crescerà di 60 minuti, potrebbe comportare uno squilibrio più o meno marcato, originando dolori al capo e disorientamento.

Emicranie, disorientamento e disturbi del sonno. Il cambio dell'ora presenta alcuni rischi per l'organismo. Quali sono e come prevenirli.
La notte di domenica 29 ottobre arriva l’ora solare (Getty Images).

Il passaggio dall’ora legale a quella solare inoltre comporta una riduzione di luce durante le giornate, fino ad arrivare al solstizio d’inverno che cadrà il 22 dicembre 2023. L’improvviso mutamento nel ritmo quotidiano, in alcuni soggetti più fragili, genera un disturbo affettivo stagionale. Identificato nel 1984 dal National Institute of Mental Health, indica una depressione innescata dal cambio di stagione e dallo squilibrio evidente tra giorno e notte. Fra i sintomi più comuni vi sono sonnolenza, spossatezza e perfino eccessivo fabbisogno di carboidrati che può aumentare l’appetito. Vulnerabili soprattutto i soggetti affetti da Alzheimer e demenza, in quanto il sonno svolge un ruolo vitale nella funzione cognitiva e nel consolidamento della memoria.

Dall’esercizio fisico alla regola  del 3-2-1, come prepararsi al cambio

In attesa di spostare le lancette dell’orologio, è possibile prepararsi con una serie di attività quotidiane. Fare esercizio fisico e trascorrere le giornate all’aria aperta rappresentano utili mezzi per abituare il proprio organismo all’arrivo dell’ora solare, in quanto accrescono la produzione della serotonina, “ormone del buon umore”. Importante anche la regola del 3-2-1, ideata da Safwan Badr, docente e direttore del dipartimento di Medicina interna della Wayne State University School of Medicine di Detroit. Prevede di smettere di mangiare tre ore prima di andare a letto, in quanto la digestione può impattare sulla qualità del sonno. Utile anche finire di lavorare due ore prima di mettersi a dormire e non usare smartphone o tablet nei 60 minuti precedenti il sonno. La luce blu infatti blocca la produzione della melatonina.

Incidente in A14 tra Montemarciano e Senigallia: un morto

Tragedia nella mattinata di venerdì 27 ottobre sull’autostrada A14, nel tratto tra Montemarciano e Senigallia in direzione Nord, dove un uomo è stato investito e ucciso da un mezzo di passaggio.

Automobilista travolto e ucciso sulla A14 tra Montemarciano e Senigallia

Stando alle prime informazioni riguardo all’accaduto, per il momento ancora molto frammentarie, la vittima sarebbe un automobilista di 60 anni. Non è data sapere momentaneamente né l’identità dell’uomo né tantomeno la dinamica precisa di quanto accaduto. Immediato l’intervento dei soccorsi sul posto, raggiunto dai membri del 118, dalla polizia e dai vigili del fuoco che si stanno occupando di effettuare tutti i rilievi del caso, mettendo inoltre in sicurezza il tratto di strada dove si è consumato il dramma. Per ora, come riporta Ancona Today, Autostrade per l’Italia segnala tre km di coda in direzione Bologna.

Un altro incidente con tre feriti poche ore prima

Poche ore prima, l’area di Senigallia era stata interessata da un altro sinistro avvenuto lungo la Strada Complanare Bretella Sud. A rimanere coinvolti nello scontro sono stati quattro veicoli, con il sinistro che ha provocato un totale di tre feriti, trasferiti al vicino pronto soccorso per accertamenti.

Bonus trasporti novembre 2023: come richiederlo e a chi spetta

Sono stati stanziati dal ministero dei Trasporti altri 35 milioni di euro per il bonus trasporti di novembre 2023, che vanno ad aggiungersi al residuo eventuale dei fondi stanziati a ottobre. La richiesta di accesso al bonus potrà essere effettuata sulla piattaforma digitale ministeriale a partire dalle ore 8.00 di mercoledì 1 novembre.

Bonus trasporti novembre 2023: cos’è e a chi spetta

Il bonus trasporti, anche a novembre 2023, si sostanzia nel contributo statale di massimo 60 euro che, gli aventi diritto, potranno sfruttare per l’acquisto di abbonamenti mensili, validi per più mesi, o annuali. Sul sito del ministero dei Trasporti è presente la lista di tutti i gestori che hanno aderito all’iniziativa. Quanto ai beneficiari della misura, invece, si ricorda che questa è riservata alle persone fisiche con un reddito inferiore o uguale a 20 mila euro. Il contributo di 60 euro può essere richiesto per sé o per un figlio minorenne fiscalmente a carico.

Pullman a Milano
Ragazzi salgono su un pullman a Milano (Imagoeconomica).

Bonus trasporti novembre 2023: come richiederlo

Per ottenere il bonus trasporti novembre 2023 è necessario fare espressa richiesta sul portale dedicato, bonustrasporti.lavoro.gov.it. Dopo aver effettuato l’accesso utilizzando il proprio Spid o la Cie, verrà chiesto il codice fiscale del beneficiario e di spuntare la casella Isee con la quale l’utente autodichiara di avere un reddito inferiore o pari alla soglia stabilita dalla legge. Effettuati questi passaggi occorre inoltrare la domanda. Inutile dire che è necessario il tempismo da parte degli aventi diritto, con la piattaforma che resterà attiva fino all’esaurimento delle risorse economiche.

Un caccia cinese ha sfiorato un bombardiere Usa nell’Oceano Pacifico

Un caccia J-11 della Cina ha sfiorato un bombardiere B-52 dell’Aeronautica degli Stati Uniti, che stava sorvolava il Mar cinese meridionale. È successo il 24 ottobre. Lo ha reso noto l’esercito Usa, spiegando che il jet di Pechino «ha volato in modo pericoloso e poco professionale», dimostrando «scarsa abilità di volo avvicinandosi con una velocità eccessiva e incontrollata». Collisione letteralmente fiorata, visto che tra i due velivoli sono arrivati ad appena tre metri distanza, ha affermato il Comando Usa Indo-Pacifico: «Crediamo che il pilota non fosse consapevole di quanto fosse vicino a causare una collisione». Il filmato del pericoloso avvicinamento è stato reso pubblico.

Dall’autunno del 2021 «oltre 180 interazioni» di questo tipo

«Il 24 ottobre 2023, un pilota J-11 della Repubblica popolare cinese ha eseguito un’intercettazione pericolosa di un aereo B-52 dell’aeronautica americana, che stava conducendo legalmente operazioni di routine sul Mar Cinese Meridionale nello spazio aereo internazionale», si legge in una nota dell’U.S. Indo-Pacific Command. Nel China Military Power Report del 2023, il Dipartimento della Difesa Usa ha evidenziato che, dall’autunno del 2021, sono state registrate oltre 180 «interazioni» di questo tipo, che rappresentano «comportamenti non sicuri e non professionali», in grado di «compromettere la capacità degli Stati Uniti e di altre nazioni di condurre operazioni in sicurezza».

Un caccia della Repubblica Popolare ha sfiorato un bombardiere degli Stati Uniti nel Mar Cinese Meridionale. Il video.
Un caccia J-11 cinese (Getty Images).

A Washington va in scena l’incontro tra i ministri degli Esteri

La notizia della “quasi collisione”, che si è verificata in una parte del mondo dove la tensione è altissima, coincide con l’arrivo a Washington del ministro degli Esteri cinese Wang Yi, che incontrerà il segretario di Stato Usa Antony Blinken. Nel corso di novembre, poi, potrebbe svolgersi a San Francisco anche un bilaterale tra il presidente della Repubblica Popolare Xi Jinping e l’omologo a stelle e strisce Joe Biden, per il momento non confermato.

Un caccia della Repubblica Popolare ha sfiorato un bombardiere degli Stati Uniti nel Mar Cinese Meridionale. Il video.
Un bombardiere B-52 statunitense (Getty Images).

Buttafuoco alla Biennale e la furia vendicativa della destra

Chissà perché, ma ogni nomina che la destra strappa ai feudi della sinistra dev’essere salutata come gli indiani quando portavano in trionfo lo scalpo del nemico. Va bene la frustrazione per essere stata sempre esclusa dalle stanze del potere, va bene quell’inconsapevole senso di inferiorità rispetto a una parte che poteva vantare intellettuali che hanno dominato il Novecento e scritto la storia culturale di questo Paese. Va bene essere underdog, definizione che piace tanto a Meloni e che i suoi hanno introiettato come rancoroso tratto distintivo. Però quell’«abbiamo infranto un altro tetto di cristallo» trionfalisticamente gridato dal fratello d’Italia Raffaele Speranzon all’indomani della scelta di Pietrangelo Buttafuoco alla guida della Biennale sembra francamente troppo anche per chi mangiato per anni solo pane, cipolle e sudditanza.

Buttafuoco alla Biennale e la furia vendicativa della destra
Raffaele Speranzon di FdI (Imagoeconomica).

L’irrefrenabile ebrezza da spoils system della destra 

Così sembra sia solo una corsa forsennata a occupare poltrone, una irrefrenabile ebrezza da spoils system, la vendetta dell’escluso che dopo tanti patimenti un giorno si ritrova in mano le chiavi del palazzo. Tanto più quando, come avvenuto con la Biennale, ci metti uno bravo sui cui anche chi milita nel campo avverso non può fare le pulci più di tanto. E infatti si inziga ma senza convinzione sul suo passato da frontista della Gioventù, ma neanche tanto visto che Buttafuoco, anarco fascista esteta, non ha mai rinnegato la fede politica. Oppure sul suo essersi convertito all’Islam, cosa che magari di questi tempi fa aggrottare anche tra i suoi sponsor più di qualche sopracciglio.

Buttafuoco alla Biennale e la furia vendicativa della destra
Pietrangelo Buttafuoco (Imagoeconomica).

Occhio che i tetti di cristallo a volte, e la Rai lo dimostra, ti crollano rovinosamente addosso

Ma lo scrittore siciliano è inattaccabile di suo. Cosa puoi rimproverare a chi coltiva una mirabile devozione verso Carmelo Bene, a chi è autore di libri raffinati e detentore di un eclettismo culturale che ben si sposa con l’interdisciplinarietà artistica della Biennale. E che la nomina a Venezia sottrae a quella pericolosa deriva da ospite di talk show che invece ha tristemente travolto il suo conterraneo Giampiero Mughini. Che poi, ammesso e non concesso che lo Speranzon abbia ragione, per un tetto di cristallo che sfondi ce ne sono tanti altri dove quel tetto ti è fragorosamente crollato addosso. Come è successo in Rai, dove le truppe della destra che l’hanno conquistata si sono rivelate poi, visto i tragici risultati di audience, platealmente incapaci a governarla.

Buttafuoco alla Biennale e la furia vendicativa della destra
Giampaolo Rossi e Roberto Sergio, dg e ad Rai (Imagoeconomica).

Mose protegge Venezia dall’acqua alta: sfiorati i 150 cm

Il Mose sta proteggendo Venezia da un’alta marea eccezionale, con forti venti, che sta colpendo l’alto Adriatico. Il sistema di 78 paratoie è in funzione dalla serata di giovedì 26 ottobre alle tre bocche di porto della laguna.

L’acqua alta a Venezia sfiora i 150 cm

Fuori dalle paratoie, in mare aperto, l’acqua ha sfiorato i 150 centimetri – 148 per l’esattezza – alla barriera Sud del Lido (che risente però dell’accumulo sotto costa), mentre ha raggiunto 144 centimetri – questo il dato ufficiale raccolto del Centro maree – nella piattaforma Ismar-Cnr. Il livello del mare nella mattinata di venerdì 27 è sopra il metro e 40, mentre nella laguna interna non ha superato i 72 cm, e la città è all’asciutto.

Washington: «La Russia giustizia i soldati che si rifiutano di eseguire gli ordini in Ucraina»

L’esercito russo sta giustiziando i soldati che si rifiutano di eseguire gli ordini in Ucraina. Lo ha dichiarato il ?portavoce della Casa Bianca John Kirby, dicendo che gli Stati Uniti hanno informazioni in merito, senza specificare la fonte: «I comandanti russi minacciano di giustiziare intere unità se cercano di ritirarsi dal fuoco dell’artiglieria ucraina», ha aggiunto.

Mosca ha subito «perdite significative» nella nuova offensiva, sottolinea la Casa Bianca

La Russia ha intensificato gli attacchi nella zona di Avdiivka, città nella regione orientale di Donetsk, e nei pressi di Kupyansk, nel tentativo di spostare la linea del fronte prima dell’inverno, quando i combattimenti diventeranno molto più difficili. Mosca ha subito «perdite significative» nella nuova offensiva, tra cui «almeno125 veicoli blindati e 5 mila soldati», ha detto Kirby: una parte di essi avrebbero perso la vita perché giustiziati su ordine dei loro superiori. «Le forze mobilitate della Russia rimangono poco addestrate, scarsamente equipaggiate e impreparate al combattimento, come è avvenuto durante la fallita offensiva dell’inverno scorso», ha aggiunto il portavoce della Casa Bianca, spiegando che l’esercito russo «sembra usare la tattica dell’ondata umana, semplicemente lanciando masse di questi soldati direttamente in battaglia». Non sorprende, ha chiosato Kirby, «che tra le forze russe il morale sia basso». E che, dunque, si verifichino ammutinamenti.

La Casa Bianca: «L'esercito di Mosca giustizia i soldati che si rifiutano di eseguire gli ordini in Ucraina».
Palazzi distrutti ad Avdiivka (Getty Images).

Mosca continua a offrire incentivi all’arruolamento per rimpolpare le truppe

Nel tentativo di rimpolpare le truppe, evitando però con un nuovo ciclo di mobilitazione forzata che potrebbe rivelarsi disastroso in vista delle elezioni presidenziali, Mosca continua a offrire incentivi all’arruolamento. Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev ha affermato che oltre 1.600 persone stipulano contratti di servizio nell’esercito ogni giorno e che 385 mila uomini si sono arruolati nelle forze armate russe dal primo gennaio 2023. Medvedev ha inoltre annunciato che Mosca intende istituire nuove formazioni militari nel 2024, tra cui 19 brigate, 49 reggimenti e una flottiglia, come parte di una riforma militare su larga scala.

Gli Articolo 31 tornano con il nuovo singolo Classico

Dopo la reunion sul palco del Festival di Sanremo con la rap ballad Un bel viaggio (racconto in musica della ritrovata amicizia), dopo Filosofia del Fuck-off e dopo il successo della hit, Disco Paradise con Fedez e Annalisa (triplo platino), gli Articolo 31 pubblicano il loro nuovo singolo, Classico. Il brano rap ironizza sull’invecchiare male e sul modo stereotipato di approcciarsi alle nuove generazioni di tantissimi boomer (come loro).

Il brano è un confronto tra i ragazzi di ieri e quelli di oggi

Un manifesto del pensiero degli Articolo 31 sul tempo che passa e sul loro restare sempre fuori dagli schemi. In Classico, J-Ax e Dj Jad hanno fotografato l’amara evoluzione della società odierna mettendo a confronto i ragazzi di ieri con quelli di oggi, mentre «i vecchi di m…», ancorati alla nostalgia di un passato idealizzato, sono incapaci di connettersi alla realtà. Gli Articolo 31 urlano la loro distanza da coloro con cui condividono solo l’età anagrafica. Il video del brano è una graphic novel animata prodotta da One Fingerz.

«Descrive il cringe dell’invecchiare male»

«Questo sarà il decimo, magari il ventesimo, comunicato stampa che avrai letto oggi», hanno scritto ai giornalisti. «La tua esistenza la stai passando a leggere del nuovo rasoio che invece di quattro lame ora ne ha addirittura cinque, o dello spazzolino con la testina del 35 per cento più tonda che lava via il tartaro, ma non il retropensiero che hai speso 200 euro per uno spazzolino che si collega al tuo smartphone e ti giudica per come lavi i denti. No, questo comunicato stampa per Classico ti capisce e ti è vicino. Devi correre su Twitter – ops, perdonami, X – per cercare tre commenti di sociopatici sulla guerra in Israele. Perché l’unico modo in cui riusciamo a percepire il mondo è attraverso i tweet – o come cazzo li chiama oggi Elon Musk – di pluridivorziati seriali che usano come avatar delle statue greche del cazzo. Chissà se avrai quindi tempo di ascoltare Classico, che descrive il cringe dell’invecchiare male, mentre il vocale di tre minuti e 43 secondi di tua madre che cerchi di riprodurre a 6X in questo momento sta penetrando nelle tue sinapsi. Questo comunicato è finito. Leggi la prossima mail sulla nuova stagione del Grande Fratello Vip, ho sentito dire che addirittura due scopano. Magari leggila ascoltando Classico».

Alberto Genovese resta in carcere: la decisione del tribunale di Sorveglianza

Alberto Genovese, l’ex imprenditore del web condannato a sei anni, 11 mesi e 10 giorni per due casi di violenza sessuale con uso di droghe su due modelle, deve restare in carcere. Lo ha deciso il tribunale di Sorveglianza di Milano respingendo l’istanza della difesa di affidamento terapeutico. A maggio 2023 il collegio aveva rinviato di almeno altri cinque mesi la decisione, per poter attendere una perizia psichiatrica nel corso di un periodo di osservazione all’interno del carcere di Bollate. Proprio l’equipe psichiatrica del carcere si è occupata di effettuare la valutazione.

Si attende un nuovo processo

Nel frattempo, come riporta Milano Today, la procura di Milano ha chiesto per Alberto Genovese un nuovo processo per sette violenze sessuali aggravate di gruppo, per una tentata violenza sessuale, oltre che per detenzione di materiale pedo-pornografico e intralcio alla giustizia. Tutti i reati sarebbero stati commessi tra Milano, Ibiza e Formentera.

Previsioni meteo, weekend soleggiato: da lunedì piogge anche torrenziali

Un’alternanza tra fasi calde e soleggiate e periodi decisamente perturbati con il rischio di piogge alluvionali. Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, conferma la grande instabilità meteorologica che ha investito l’Italia.

30 gradi al Sud e peggioramento al Nord

«Vivremo delle montagne russe del meteo nelle prossime 72-96 ore. Fino al pomeriggio di venerdì 27 ottobre avremo ombrelli aperti al Nord-Est e sulla fascia tirrenica, con le prime schiarite in Toscana. In serata questa perturbazione si sposterà verso l’Ucraina e il tempo tornerà più asciutto quasi ovunque», ha affermato. Durante il weekend del 28-29 ottobre prevarrà il sole, anche se domenica 29 è previsto un rapido nuovo peggioramento al Nord. Il flusso sud-occidentale porterà caldo al Sud con picchi di 30 gradi in Sicilia e 27-28 gradi tra Calabria e Puglia, ma già da lunedì 30 ottobre l’aria si caricherà di umidità causando piogge anche torrenziali. Entro Halloween potrebbero cadere più di 200 mm in 48 ore al Centro-Nord, con il rischio di esondazioni tipiche autunnali.

Le previsioni meteo nel dettaglio

  • Venerdì 27. Al Nord: migliora ovunque. Al Centro: instabile solo al mattino. Al Sud: peggiora su Campania e Calabria tirrenica.
  • Sabato 28. Al Nord: soleggiato salvo in Liguria e sulle Alpi dove si avranno nubi sparse. Al Centro: in prevalenza soleggiato. Al sud: giornata soleggiata e calda per il periodo, nubi in Sicilia.
  • Domenica 29. Al Nord: nuvoloso al Nord-Ovest con piogge in arrivo, velato altrove. Al Centro: instabile sull’alta Toscana, velato altrove. Al Sud: giornata soleggiata e calda per il periodo.
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