Daily Archives: 24 Ottobre 2023

Clima, per la Iea gli obiettivi di Parigi sono «irraggiungibili»

L’Agenzia internazionale dell’Energia, la Iea, è stata chiara. Nel suo World Energy Outlook 2023 ha spiegato che gli obiettivi stabiliti nell’Accordo di Parigi difficilmente saranno rispettati. Nel documento si legge: «Allo stato attuale, la domanda di combustibili fossili è destinata a rimanere troppo alta per mantenere l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di limitare l’aumento della temperatura media globale a 1,5 °C. Questo rischia non solo di peggiorare gli impatti sul clima dopo un anno di caldo record, ma anche di minare la sicurezza del sistema energetico, costruito per un mondo più fresco e con meno eventi meteorologici estremi».

L’Iea: «Le emissioni faranno aumentare le temperature di oltre 2 °C»

E ancora: «Piegare la curva delle emissioni su un percorso coerente con 1,5 °C rimane possibile ma molto difficile. I costi dell’inazione potrebbero essere enormi: nonostante l’impressionante crescita delle energie pulite basata sulle attuali impostazioni politiche, le emissioni globali rimarrebbero sufficientemente alte da far aumentare le temperature medie globali di circa 2,4 °C in questo secolo, ben al di sopra della soglia chiave stabilita dall’Accordo di Parigi». Notizie poco confortanti per il clima e la salvaguardia del pianeta.

Le soluzioni: cinque pilastri da seguire

Ma il Weo-2023 ha proposto anche una nuova strategia da seguire per  tentare di tornare sui binari giusti, entro il 2030. Cinque i pilastri fondamentali. Secondo la Iea bisognerà triplicare la capacità rinnovabile globale e raddoppiare il tasso di miglioramento dell’efficienza energetica. E inoltre servirebbe ridurre del 75 per cento le emissioni di metano prodotte dalle attività dei combustibili fossili. A tutto questo bisognerà aggiungere la promozione di meccanismi con cui triplicare gli investimenti anche nei Paesi emergenti o in via di sviluppo. E infine serviranno nuove norme per garantire il declino dei combustibili fossili, limitandone l’uso fino a farli sparire.

Andrea Cassarà, chi è lo schermidore italiano campione del fioretto

Andrea Cassarà, noto schermidore italiano campione nel fioretto, si trova attualmente indagato dalla procura di Brescia per produzione di materiale pedopornografico. Il telefono dello sportivo si trova attualmente sotto sequestro da parte dei carabinieri, che ora ne analizzeranno il contenuto.

Chi è Andrea Cassarà, medaglia d’oro ad Atene 2004

Cassarà ha 39 anni e non pratica più la scherma a livello agonistico, ma si occupa di allenare nuove giovani leve di questo sport. Originario di Brescia, si è specializzato nel fioretto ed è tesserato presso la società C.S. carabinieri. Nel suo palmarès vanta la medaglia d’oro nel fioretto a squadre alle Olimpiadi di Atene nel 2004 e la Coppa del mondo nel 2006. In passato si è inoltre guadagnato il bronzo nell’individuale nel 2004. La sua ultima vittoria risale ai Mondiali di scherma nel 2018, quando aveva ricevuto l’oro nel fioretto a squadre. La sua partecipazione più recente alle Olimpiadi risale ai giochi di Tokyo 2020. Alla luce del suo impegno sportivo, Cassarà ha ricevuto anche l’onorificenza di commendatore al merito della Repubblica italiana nel settembre 2004.

A 90 anni percorre 2.200 km a piedi in giro per l’Italia

Grande festa ad Ancona per il suo arrivo e i suoi 90 anni: Alessandro Belliere, podista, dopo un lungo tour a piedi dell’Italia ha celebrato in Comune la conclusione del sua impresa e il suo compleanno. Partito il 27 luglio da Trieste, l’atleta non si è mai fermato, percorrendo l’Italia, passo dopo passo, per 2.200 km, spalmati in 90 tappe come i suoi anni.

Otto le Regioni toccate

Belliere, che era accompagnato anche dalla sua famiglia, è stato accolto all’ingresso del Palazzo del Popolo dagli amministratori comunali insieme a rappresentanze del Corpo degli Alpini e di quello dei Paracadutisti (che hanno concesso il loro patrocinio) insieme ad associazioni sportive e agli sponsor. Nella sala Giunta la torta e il brindisi augurale, in compagnia anche degli assessori Marco Battino e Daniele Berardinelli. Nel suo tour ha toccato il Friuli Venezia-Giulia, Veneto, Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana. Emila Romagna e Marche.

Chi è Alessandro Belliere

Nato a Parma, ma bolognese da 60 anni e ora residente a Molinella (Bologna), è stato atleta nazionale negli Anni 50 di fondo e poi marcia, partecipando a varie gare nazionali ed internazionali. Non è nuovo a imprese simili. A 78 anni si è avvicinato al trekking, andando a piedi da Bologna a Roma, attraverso gli Appennini. Nel 2013, a 80 anni, ha percorso a piedi 1.700 km, in 42 tappe, partendo dal Comune italiano più a Nord, Predoi (Bolzano), per arrivare nel giorno del suo compleanno, il 24 ottobre, a Ispica (Ragusa), uno dei Comuni più a Sud dell’Italia. Nel 2014 ha percorso a piedi quasi 4.600 km, in 137 tappe, cercando di visitare quasi tutta la costa italiana da Ventimiglia a Trieste. Nel 2015 ha percorso a piedi quasi 2.100 km, 66 tappe, lungo la catena appenninica. Nel 2017 e nel 2019 si è ‘limitato’ a fare una non stop di 24 ore, 122 km, nelle campagne emiliane. E infine nel 2018 Genova-Palermo in cinque mesi, nel 2020 visita 55 laghi del Nord Italia su un percorso di 2.300 km, nel 2022 Palermo-Bologna, ovviamente sempre a piedi.

Andrea Sottil verso l’esonero all’Udinese, pronto Gabriele Cioffi

Andrea Sottil verso l’esonero dalla panchina dell’Udinese. A contribuire, il pareggio interno con il Lecce e i soli sei punti, senza vittorie, nelle prime nove gare del campionato. Il tecnico di Venaria Reale paga un cammino in costante difficoltà, con sole cinque vittorie nelle ultime 39 partite in serie A tra la scorsa e l’attuale stagione.

Secondo quanto appreso dall’ANSA, il sostituto potrebbe raggiungere Udine nel pomeriggio di martedì 24 ottobre. Si tratta di Gabriele Cioffi, già alla guida del club friulano nella stagione 2021/22 da subentrato al capo tecnico di allora Luca Gotti, di cui era il secondo. Cioffi fino a giugno era legato al Verona, da cui si starebbe svincolando in queste ore. A breve è attesa l’ufficialità. La notizia è stata anticipata dal direttore di Udinese Tv, Michele Criscitiello, che sui propri canali social ha rivelato la svolta decisa dalla società dei Pozzo.

Lucia Borsellino ha consegnato un’agenda del padre alla commissione Antimafia

Lucia Borsellino, figlia del magistrato Paolo Borsellino, ucciso dalla mafia nella strage di via D’Amelio il 19 luglio del 1992, ha consegnato delle copie di un’agenda del padre ai membri della commissione parlamentare Antimafia. Lo ha fatto, come spiegato da Repubblica, nel corso di un’audizione in cui ha spiegato: «Nella borsa di mio padre c’era non solo l’agenda rossa ma anche un’agenda marrone, che conteneva una rubrica telefonica. Un’agenda mai repertata, che ci è stata consegnata e che abbiamo custodito per trent’anni senza aver mai saputo che non avesse avuto attenzione sotto il profilo delle indagini. In questi giorni, ho chiesto a mio fratello di fornire a questa commissione copie scansionate di quell’agenda e sarà mio padre a far comprendere chi fossero le persone di cui si fidava e quelle di cui non si fidava».

Lucia Borsellino ha consegnato un'agenda del padre alla commissione Antimafia
Durante una manifestazione, decine di agende rosse sono state alzate in ricordo di Borsellino (Getty Images).

Borsellino: «Valutate i numeri che non troverete»

La figlia di Paolo Borsellino ha sottolineato un aspetto: «Per evitare strumentalizzazioni vorrei dare la mia lettura. In quell’agenda troverete tutti i numeri delle persone vicine a mio padre aggiornata la mattina del 19 luglio. Si trovano per tre quarti numeri di magistrati e per il resto di familiari. Troverete un surplus di numeri di persone che mio padre aveva necessità di raggiungere in qualunque momento oppure di persone come Giammanco che per questioni lavorative doveva raggiungere. Non troverete i numeri di chi non aveva queste frequentazioni. Me ne assumo la responsabilità. Per i numeri che non troverete lascio a voi ogni valutazione».

Lucia Borsellino ha consegnato un'agenda del padre alla commissione Antimafia
Paolo Borsellino (Imagoeconomica).

Lucia Borsellino ha raccontato della moglie di Scarantino

Lucia Borsellino ha poi raccontato di quando la moglie di Vincenzo Scarantino andò sotto casa del magistrato per raccontare dei «maltrattamenti subiti nel carcere di Pianosa» dal marito. Ha spiegato: «Abbiamo ricevuto uno squillo al citofono. Era la moglie di Scarantino, con un gruppo di persone, che voleva salire a casa nostra e parlare con mia madre. Ritenemmo quell’incursione poco opportuna, e il mio fidanzato di allora, un poliziotto della scientifica, non consentì a loro di salire a casa. Fece una relazione di servizio, richiesta dal questore Finazzo, e la inviò anche al capo della Scientifica. Di quella relazione non si è saputo più nulla, non era mai stata assunta agli atti dei processi e questo testimone fu sentito solo nel 2016».

Rugby, il mondiale del 2027 sarà allargato a 24 squadre

Anche il rugby, come già fatto dal calcio, ha deciso di aumentare la partecipazione al Mondiale, portando dalla prossima edizione, nel 2027 in Australia, le nazioni partecipanti da 20 a 24. Lo ha stabilito l’organo di governo di World Rugby, annunciando poi la creazione di una nuova competizione, la Nations League.

Ridotta la durata del torneo

Il nuovo format dei Mondiali prevede sei gironi da quattro squadre e l’aggiunta degli ottavi di finale. La durata del torneo verrà ridotta da sette a sei settimane ma rispettando lo stesso numero minimo di giorni di riposo tra le partite come per Francia 2023. L’edizione 2027 si terrà dal 10 settembre al 27 ottobre, nella primavera australe. La Nations League dal 2026 riunirà le 10 migliori nazionali al mondo (quelle del Sei Nazioni, in cui gioca l’Italia, e le quattro del Rugby Championship) più altre due invitate, probabilmente Giappone e Figi. Ci sarà una seconda divisione composta a sua volta da una dozzina di squadre, con la retrocessione che entrerà in vigore nel 2030. Si giocherà a luglio e novembre, in sostituzione degli attuali test match.

Fedez pronto per i live di X Factor: «Sto meglio, mi ha chiamato l’ad Rai»

Giovedì 26 ottobre inizieranno i live di X Factor che, mai come quest’anno, hanno rischiato di avere dei protagonisti diversi rispetto alla prima fase di selezione. Il motivo è strettamente legato a uno dei giudici del talent show, Fedez, che solo qualche settimana prima era stato ricoverato d’urgenza per un’emorragia interna figlia dell’intervento di rimozione del tumore al pancreas cui si era sottoposto l’anno precedente. Sono state settimane di grande apprensione per la salute del rapper che, infatti, secondo diverse voci avrebbe potuto lasciare in corsa il programma. Così non sarà, come annunciato dallo stesso Fedez durante la conferenza stampa di lancio della trasmissione in cui si è detto molto contento di poter continuare il suo percorso da giudice.

Fedez: «Sono felice di essere qui»

All’evento erano presenti tutti i protagonisti del talent show, dalla conduttrice Francesca Michielin, ai giudici, Fedez, Morgan, Ambra e Dargen D’Amico, passando per i cantanti che si contenderanno l’ambita vittoria. Fedez ha risposto così alle domande dei molti che gli chiedevano conto del suo stato di salute: «Sono felice di essere qui. Sto meglio, sennò non sarei qua». E poi sulla sua squadra, tutta al femminile, ha scherzato:«Sono io che do energia a loro. Io cerco di dare delle canzoni giuste in modo che non escano da questa competizione».

Pace fatta con la Rai

A tenere banco, nei giorni precedenti al ricovero, era stata un’altra questione legata sempre a Fedez, ovvero la sua esclusione dal roster di invitati del programma di Rai 2 Belve condotto da Francesca Fagnani. A non volerlo nella tv di Stato era stata la dirigenza dell’azienda, con la conduttrice che aveva preso le distanze da questa decisione. La situazione, tuttavia, ora sembrerebbe essersi risolta, almeno stando alle parole dette dal rapper: «Mi sono sentito con l’ad, è stata una conversazione molto piacevole. Ci siamo confrontati e ci siamo chiariti. Non ho assolutamente idea di quale sia la posizione della Rai attualmente, ma mi è piaciuto ricevere una chiamata dall’amministratore delegato. È stata una cosa inaspettata, piacevole».

Xi Jinping ha rimosso anche i ministri delle Finanze e della Scienza

Il presidente cinese Xi Jinping ha firmato il decreto di rimozione di Li Shangfu da Consigliere di Stato e ministro della Difesa, nonché quello che ha rimosso l’ex ministro degli Esteri Qin Gang da consigliere di Stato. Questa non è una notizia. Lo è invece la decisione di sollevare dall’incarico anche Liu Kun, ministro delle Finanze sostituito da Lan Fo’an, e Wang Zhigang da ministro della Scienza e della Tecnologia, a cui subentra Yin Hejun. Sia Lan sia Yin erano stati nominati nei mesi scorsi capi del Partito comunista nei rispettivi ministeri.

Xi Jinping ha rimosso anche i ministri delle Finanze e della Scienza. Continuano le purghe del presidente della Cina.
Liu Kun (Ansa).

Li non appare in pubblico dal 29 agosto, Qin era stato silurato a luglio

Li, che non appare in pubblico dal 29 agosto (giorno in cui ha tenuto un discorso a un forum per la sicurezza Cina-Africa), è stato rimosso senza che siano state fornite motivazioni, una decisione approvata dal Comitato permanente dell’Assemblea nazionale del popolo: Reuters ha scritto che, insieme ad altri otto funzionari di alto livello, era finito sotto inchiesta per corruzione in relazione a forniture di equipaggiamenti militari. Il generale era stato nominato ministro della Difesa a marzo, esattamente come l’ex collega degli Esteri Qin, silurato a luglio e che avrebbe pagato la relazione extraconiugale con la giornalista Fu Xiaotian dell’emittente Phoenix Tv, dalla quale sarebbe nato un bambino. Sia Li che Qin sono sono stati destituiti come consiglieri di Stato, ruolo che in Cina è più importante dell’incarico di ministro.

Xi Jinping ha rimosso anche i ministri delle Finanze e della Scienza. Continuano le purghe del presidente della Cina.
Li Shangfu (Ansa).

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Le epurazioni del presidente Xi: dai tempi di Mao nessuno come lui

Figlio di un veterano comunista esiliato nella contea di Yanchuan durante la Rivoluzione culturale lanciata da Mao Zedong, Xi è celebre per le sue campagne di repressione contro la corruzione. Che, sostengono i suoi detrattori, possono anche essere il pretesto per mettere in atto purghe prettamente politiche volte a eliminare rivali e dissidenti. Nessuno leader cinese, dai tempi del già citato Mao, è riuscito a eguagliare la portata delle purghe di Xi.

Alessandra Ferri guiderà il Balletto di Stato di Vienna

Alessandra Ferri succederà a Martin Schläpfer alla guida del Balletto di Stato di Vienna a settembre 2025. Ad annunciarlo, il direttore dell’Opera di Vienna Bogdan Rošcic e la direttrice della Volksoper Lotte de Beer. Ferri si è distinta su altri 39 candidati grazie alla sua concezione artistica e ai suoi piani per il futuro sviluppo del Balletto di Stato di Vienna, è stato detto in una conferenza stampa.

«I colloqui con lei sono stati particolarmente stimolanti per me e Lotte de Beer», ha dichiarato Rošcic. «L’abbiamo trovata incredibilmente analitica durante i colloqui». Ferri ha dichiarato di sentirsi «incredibilmente onorata» del nuovo incarico. «È come se tutti i miei sogni si fossero avverati e che ora fosse il momento giusto per condividere la mia esperienza».

Da Hunger Games a Mare Fuori, film e serie tv sbarcano a teatro

Dalla carta al grande schermo, fino al palcoscenico. Hunger Games, best seller di Suzanne Collins adattato nei quattro film con Jennifer Lawrence, sbarcherà a teatro. Il debutto è previsto per l’autunno 2024 nel West End di Londra per la regia di Matthew Dunster. La sceneggiatura invece sarà curata da Conor McPherson, cinque volte vincitore del Tony Award, l’Oscar del teatro, grazie ai suoi Girl From the North Country e The Seafarer. La pièce adatterà il primo romanzo della saga, in cui la protagonista Katniss Everdeen, per proteggere la sorella minore, dovrà combattere in uno spietato gioco mortale. «Non sarà una replica fedele, ma una versione personale», ha detto McPherson a Deadline. «Faremo immergere i fan nel libro e nel film di Hunger Games, con la benedizione di Suzanne Collins». Sarà solo l’ultimo esponente di una tendenza in ascesa che sta coinvolgendo diversi film e serie tivù di successo.

Mare Fuori, Alessandro Siani dirige l’adattamento teatrale della serie

Fra i grandi successo del piccolo schermo che approderanno a teatro ci sarà l’italiana Mare Fuori. Dopo il record di visualizzazioni su RaiPlay ma soprattutto Netflix, la serie diventerà un musical grazie alla regia di Alessandro Siani. Prodotto da BestLive, debutterà all’Arcimboldi di Napoli il 14 dicembre, dove resterà in varie repliche fino al 7 gennaio. Come la narrazione principale, seguirà le vicende dei giovani detenuti nel carcere minorile di Nisida che, dietro le sbarre, costruiscono legami e alimentano i loro sogni. Confermata la presenza dei brani originali della serie, tra cui probabilmente anche ‘O Mar For cantato da Matteo Paolillo. Nel cast torneranno anche alcuni attori originali, come Maria Esposito, che riprenderà i panni di Rosa Ricci, e Antonio Orefice in quelli di Totò.

«Ci saranno anche tante new entry», ha spiegato Siani in un comunicato ufficiale sul sito dell’Arcimboldi. «Racconteremo una realtà cruda di Napoli, ma anche molto altro. Gli occhi dei ragazzi, ma anche le loro voci e la musica tingeranno l’anima, pronte ad abbracciare il pubblico». Fra i volti nuovi del musical di Mare Fuori spicca Mattia Zenzola, vincitore dell’ultima edizione del talent show Amici. Nel cast anche Giulia Molino, Sveva Petruzzelli, Bianca Moccia, Antonio Rocco, Pasquale Brunetti e Christian Roberto. Dopo gli spettacoli napoletani, per cui sono ancora disponibili i biglietti, il musical si sposterà al Teatro Duemila di Ragusa, dove rimarrà il 20 e il 21 gennaio.

Stranger Things e Burlesque, film e serie Usa sbarcano a teatro

Prima di Hunger Games, il West End londinese accoglierà First Shadow, atteso prequel inedito della serie Netflix Stranger Things. In arrivo 14 dicembre 2023, parallelamente a Mare Fuori in Italia, riavvolgerà il nastro degli eventi nella cittadina americana di Hawkins al 1959. Al centro della storia ci saranno un giovane Jim Hopper, che nella serie ha il volto di David Harbour, ma anche Joyce e la sorella di Bob Newby, che su Netflix era interpretato da Sean Astin. La loro vita di liceali cambierà definitivamente con l’arrivo di un nuovo e oscuro studente. «Ci sarà un cast a dir poco fenomenale», hanno detto all’Hollywood Reporter i fratelli Duffer, creatori della serie. «Non potremmo essere più entusiasti». Broadway invece accoglierà una pièce teatrale ispirata a La regina degli scacchi, omonimo romanzo di Walter Tevis adattato nella serie con Anya Taylor-Joy, premiata con un Golden Globe. Ignoto ancora il debutto.

Christina Aguilera ha invece annunciato di voler realizzare una versione teatrale di Burlesque, film del 2010 in cui esordì al cinema recitando al fianco di Cher. Il racconto si concentrerà, come nel lungometraggio, sul trasferimento a Los Angeles di un’ambiziosa ragazza che vive nell’Iowa sognano la fama. Troverà l’amore e il successo in un locale burlesque della metropoli californiana. Sceneggiato dal regista del film Steven Antin, lo spettacolo teatrale vanterà brani inediti della stessa Aguilera, ma anche di Sia e di Diane Warren, autrice delle colonne sonore di oltre 70 film.

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Lo Shakhtar contro la Fifa: «Ci hanno detto che la guerra non era responsabilità loro»

Lo Shakhtar Donetsk e gli altri club del campionato ucraino hanno chiesto da tempo alla Fifa di cambiare le regole applicate durante la prima fase di guerra in Ucraina. Su tutte, le società chiedono alla federazione sia di eliminare la possibilità di svincolo ai calciatori tesserati, sia di ricevere un indennizzo per gli svincolati dei mesi scorsi. Decine di atleti, soprattutto europei e sudamericani, sono fuggiti dal campionato ucraino proprio a causa della guerra, indebolendo la massima serie del Paese e un sistema già in crisi proprio per il conflitto. E ora il direttore generale dello Shakhtar, Serhiy Palkin, ha deciso di attaccare frontalmente i vertici della Fifa: «Ha distrutto il nostro intero ecosistema».

Palkin: «Nessuno capisce che la guerra ci fa scomparire»

In un’intervista al quotidiano El Pais, Palkin ha affermato: «La Fifa ha distrutto il nostro intero ecosistema. Ha liberato i nostri 13 stranieri gratis nel momento in cui dovevamo ricostruire la squadra per giocare il campionato ucraino e la Champions League 2022-23. La Fifa ci ha obbligato anche a pagare i debiti contratti da quei calciatori che non avevamo più. Ci ha detto che ciò che stava accadendo non era loro responsabilità. E che se non avessimo pagato i trasferimenti dei giocatori svincolati, ci avrebbero ritirato le licenze, non avremmo potuto giocare in Europa. Nessuno sembrava capire che la guerra metteva i club ucraini in pericolo di scomparsa».

Lo Shakhtar contro la Fifa: «Ci hanno detto che la guerra non era responsabilità loro»
Serhyi Palkin (Getty Images).

La risposta della Fifa: «Ci hanno detto che questa è la vita»

Il dg dello Shakhtar ha proseguito: «Quando ci siamo incontrati al Tribunale Arbitrale dello Sport l’unica risposta che ci ha dato la FIFA è stata che comprendevano la nostra situazione ma che questa è la vita e non potevano fare di più. Questa era la retorica. Hanno detto di essere preoccupati per la salvaguardia della vita dei calciatori. Non ho mai chiesto ai giocatori stranieri di rientrare. Non ho mai chiesto loro di impegnarsi in alcun modo. Era il nostro paese, il nostro problema, la nostra guerra. Ho solo comunicato a tutti gli stranieri che eravamo disponibili a facilitare partenze negoziate. Nessuno di loro ci aveva fatto pressioni per annullare i contratti».

L’esempio di Teté al Lione

Palkin ha poi fatto un esempio su tutti, quello di Teté, ex Shakhtar che in due stagioni ha cambiato altre due squadre. Ha spiegato: «Immaginate l’assurdità della situazione. Secondo l’allegato 7, uno dei nostri giocatori ha firmato per il Lione gratuitamente quando gli mancava un anno di contratto con noi; e sei mesi dopo il Lione lo cedette in prestito al Leicester. E per questo hanno fatturato un milione di euro. Quelli erano i nostri soldi! Abbiamo interpellato la FIFA e non hanno reagito. Un altro caso è Salomon: il suo valore di mercato, secondo Transfermarkt, è di 20 milioni. È il nostro club che ha generato quel valore, ingaggiandolo quando non aveva esperienza e facendolo giocare in Champions League. E ora il Tottenham lo ingaggia a parametro zero e la FIFA lo sostiene. La FIFA dice che nel calcio siamo una famiglia, ma oggi lo Shakhtar è fuori da quella famiglia».

 

Pink racconta l’overdose a 16 anni: «Avevo preso di tutto e sono quasi morta»

Intervistata nella cornice del programma televisivo 60 Minutes, la celebre cantante Pink ha avuto l’occasione di raccontare uno dei momenti più bui della sua vita, quello in cui per poco non ha rischiato di morire a causa di un’overdose.

«Avevo preso di tutto e sono quasi morta»

La cantante di Just like a pill e Get the party started ha ricordato in modo particolare un episodio più grave degli altri, il giorno del Ringraziamento del 1995, in occasione del quale ha abusato di sostanze stupefacenti. Pink ha raccontato di aver provato in una sola notte tutte le droghe possibili in circolazione («Ecstasy, polvere d’angelo, cristalli… ogni genere di cose») tanto da finire in overdose. Il rischio concreto di morire la mise però sull’attenti: da quella notte, la cantante decise di smettere di assumere droghe pesanti per sempre, cambiando così radicalmente il suo stile di vita. Proprio poche settimane dopo il tragico evento, l’artista (il cui vero nome è Alecia Moore) firmò il suo primo vero contratto discografico con il suo gruppo, dando così il via a una carriera che sarebbe proseguita presto con il suo album di debutto solista, Can’t take me home.

«Continuo a pretendere di più da me stessa»

Pink, reduce dal suo fortunato tour estivo (il Summer Carnival 2023), ha poi spiegato di essere stata capace di canalizzare meglio le sue personali energie in attività più sane che le hanno regalato molte soddisfazioni: «Continuo a pretendere sempre di più da me stessa fisicamente, emotivamente, spiritualmente, vocalmente. Voglio alzare sempre l’asticella. Quando dicono che una donna deve rallentare, diventare più piccola, occupare meno spazio, calmarsi…io dico di no. Assolutamente no».

Isabella Ferrari a Belve: «Droghe? Ho provato canne e cocaina»

In occasione dell’ultima puntata della terza stagione di Belve, Francesca Fagnani ha intervistato anche Isabella Ferrari, attrice nota in particolar modo per aver prestato il volto al commissario Giovanna Scalise per le prime due stagioni della serie Distretto di Polizia. Stando alle anticipazioni sulla loro chiacchierata apparse online, si evince che Ferrari tornerà a parlare, tra le altre cose, del rapporto che in passato ha avuto con le sostanze stupefacenti.

Isabella Ferrari a Belve: «Droghe? Ho provato canne e cocaina»

«Le ho provate tutte, ma mai quelle pesanti. Ho provato canne, cocaina…» ha dichiarato l’attrice. Frasi alle quali però la padrona di casa ha controbattuto, stuzzicandola: «Beh è un po’ pesante la cocaina». Ferrari a questo punto ha precisato: «Sì, ma fermandomi sempre a un dosaggio veramente omeopatico», con Fagnani che ha replicato, ironicamente: «La cocaina pediatrica». Nel corso dell’intervista, Ferrari ha poi ammesso di aver controllato il telefono del suo compagno alla ricerca di possibili indizi di un tradimento («Chi cerca trova è tremendo…abbiamo trovato…», ha commentato, con tono sibilino), confermando che anche sul suo telefono sono state effettuate verifiche che hanno poi fatto venire a galla altarini e segreti inconfessabili. Non è dato sapere, ad ogni modo, se si stesse parlando del suo attuale compagno, Renato De Maria, con cui è sposata dal 2002.

La misteriosa malattia

Nella stessa cornice, l’attrice ha infine avuto la possibilità di parlare di una patologia di cui è affetta ma della quale non ha mai voluto fornire dettagli. «Credo che non rivelerò mai il nome di questa malattia perché internet è tremendo, ci inganna. Quando io l’ho fatto io mi sono molto spaventata, non l’ho detto nemmeno ai miei figli per tanto tempo perché non volevo che andassero a leggere», ha spiegato l’ospite di Belve.

Maltempo in Liguria, allagamenti e nubifragi: chiuso un tratto della A12

Una forte ondata di maltempo ha investito la Liguria, dove la pioggia ha provocato allagamenti a Recco, Camogli e Torriglia. L’acqua ha raggiunto l’altezza delle portiere degli automobilisti e ha portato alla chiusura temporanea sulla A12 del tratto tra Recco e Rapallo in direzione di Livorno. La Protezione civile aveva diramato l’allerta arancione alla luce della perturbazione atlantica che sta transitando sulla Regione, anche se per fortuna al momento non si registrerebbero ingenti danni.

La burrasca nel Levante

Nella notte tra lunedì 23 e martedì 24 ottobre sono caduti ben 108 millimetri di pioggia in un’ora nella zona di Camogli, in provincia di Genova. Scenario simile anche nel Levante, dove a farla da padroni sono stati i venti di burrasca, con raffiche registrate fino a 97 km/h. A Fontana Fresca (Sori), invece, il vento ha soffiato con picchi di 109 km/h. Situazione complicata anche nella zona tra Lavagna e Chiavari dove una tromba d’aria ha divelto un palo della luce e provocato danni ad alcuni tetti, così come nelle aree attraversate dal torrente Recco arrivato alla soglia d’allerta.

La Liguria è alle prese con la perturbazione atlantica e il maltempo provoca allagamenti e nubrifragi. Non ci sarebbero ingenti danni.
Strade della città allagate (Imagoeconomica).

Non ci sarebbero gravi danni

Malgrado le condizioni meteo estremamente avverse, in Liguria non si sarebbero registrati ingenti danni. Ad affermarlo sono stati il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti insieme all’assessore alla Protezione Civile Giacomo Giampedrone: «Abbiamo superato questa prima fase di maltempo che si è abbattuto nella notte sulla Liguria senza particolari danni, ma registrando una quantità di pioggia molto elevata che ha portato ad allagamenti soprattutto tra Recco, Rapallo e Chiavari». Attenzione alta anche alle prossime ore, con le forti perturbazioni che dovrebbero permanere solo su alcuni territori della Regione. «In questo momento il fronte principale si trova sul Ponente», ha aggiunto l’assessore Giampedrone, «mentre si è chiusa l’allerta arancione su Genova, che permane invece nel Centro Levante della regione, con nuove valutazioni in corso da parte dei previsori per un’indicazione puntuale del proseguo della giornata».

 

Come si muove la perturbazione atlantica

La perturbazione atlantica, stando a quanto riferito dal Centro meteo italiano, nelle prossime ore si sposterà anche sulle regioni centrali, «segnatamente i versanti tirrenici, e poi entro mercoledì anche al Sud». Previsto anche un drastico calo delle temperature che, tuttavia, rimarranno nelle medie del periodo.

Covid, Bassetti: «Molti anziani e fragili ricoverati perché non hanno fatto le dosi di richiamo»

«Dopo molti mesi, ecco una signora di 80 anni, pesantemente contro i vaccini e quindi non vaccinata, che sta morendo nonostante tutte le cure più appropriate per una grave polmonite da Covid-19. Insieme a lei in questi giorni, sono molti gli over 70-80 e i superfragili che transitano in ospedale con polmoniti Covid perché non hanno fatto le dosi di richiamo (le cosiddette quarte o quinte dosi). Chi ha fatto il ciclo vaccinale completo, difficilmente è colpito da forme gravi». Lo scrive l’infettivologo Matteo Bassetti su X, puntando il dito contro «tutta la disinformazione e il terrorismo fatto da alcuni» e auspicando poi: «Spero che chi ha più di 70 anni o è fragile, vada in questi giorni a fare il richiamo vaccinale per il Covid».

«Non vaccinarsi oggi contro il Covid è come aver fatto l’antinfluenzale tre anni fa»

«Oggi purtroppo sento dire da molti: “Ah, noi facciamo l’antinfluenzale, ma l’anti-Covid non lo facciamo perché l’abbiamo già fatto”. Questo discorso non vale. Sappiano che non vaccinarsi oggi contro il Covid è esattamente come aver fatto l’antinfluenzale tre anni fa», ha spiegato poi Bassetti. «Il fatto che diciamo che il Covid non è più un problema per la maggioranza della popolazione, non vuol dire che non lo sia per le persone più anziane e per le persone più fragili».

Covid, l'infettivologo Bassetti: «Molti anziani e fragili ricoverati con polmoniti perché non hanno fatto le dosi di richiamo».
Matteo Bassetti (Imagoeconomica).

Per Bassetti i morti dei bollettini «non riflettono quella che è la situazione attuale»

Di Covid si muore ancora nel 2023. Secondo l’ultimo bollettino del ministero della Salute nella settimana in esame i decessi di pazienti con Covid sono stati 197, per un incremento del 22,4 per cento rispetto ai sette giorni precedenti. A tal proposito, Bassetti ritiene che si stiano continuando a dare «dei numeri che non riflettono quella che è la situazione attuale», in quanto «uno che entra in ospedale con uno scompenso cardiaco o con il femore rotto ed è anche positivo al tampone, è morto di scompenso cardiaco o di femore rotto, non di Covid». E, invece, questi decessi «purtroppo continuano ad essere catalogati come Covid solo per il tampone positivo».

 

Sondaggi politici, FdI torna a salire e crescono anche Pd e M5s

Fratelli d’Italia, Partito democratico e Movimento 5 stelle si godono una settimana di sondaggi positivi. Secondo i dati elaboratori da Swg per Tg La7, infatti, i primi tre partiti guadagnano consensi. Notizia positiva soprattutto per il gruppo di Giorgia Meloni. La premier, nella settimana della rottura con l’ormai ex compagno Andrea Giambruno, ha guadagnato lo 0,3 per cento ed è risalita al 28,7, nettamente avanti a tutti gli altri ma sempre sotto al 30 per cento. Il Pd di Elly Schlein insegue a quota 19,8 per cento, con una crescita dello 0,2 rispetto a sette giorni fa. I pentastellati di Giuseppe Conte, invece, con un +0,3 per cento toccano il 16,4 e staccano la Lega.

Lega stabile, giù Forza Italia, Azione e Avs

Proprio la Lega è l’unico dei partiti maggiori a restare stabile. Il Carroccio resta al 10,2 per cento nelle intenzioni di voto degli italiani. Male Forza Italia, che perde lo 0,1 e ora è al 6,3. Non ne approfitta Azione. Il partito di Carlo Calenda, infatti, è scivolato dal 4 al 3,9 per cento in sette giorni, perdendo terreno. E con esso anche Alleanza Verdi Sinistra italiana di Fratoianni e Bonelli, che è passato dal 3,6 al 3,5 per cento. La rottura del Terzo Polo, invece, porta nuovi consensi a Italia Viva. Matteo Renzi ha toccato quota 2,7 per cento, con un incremento dello 0,2 per cento rispetto alla scorsa settimana.

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Sondaggi politici, FdI torna a salire e crescono anche Pd e M5s
Carlo Calenda (Imagoeconomica).

I partiti minori

Tra i partiti minori, Unione Popolare tocca l’1,5 percento guadagnando lo 0,1, la stessa percentuale persa da +Europa, ora al 2,4 per cento. L’Italia con Paragone scivola al 2,4 per cento (-0,2) mentre Noi Moderati resta stabile all’1 per cento.

Arriva uno sgravio di 3 mila euro alle mamme senza limiti di reddito

Uno sgravio contributivo al «100 per cento» fino comunque a un «massimo di 3 mila euro annui», senza limiti di reddito, per tutte le lavoratrici mamme a esclusione del «lavoro domestico». È quanto previsto nella bozza della manovra 2024 tra le misure per favorire la natalità. Lo sconto sui contributi per la quota a carico del lavoratore dipendente è legato al numero di figli: per le mamme con due figli dura fino ai 10 anni del bimbo più piccolo, per chi ne ha tre lo sconto sui contributi dura più a lungo, fino ai 18 anni del figlio più piccolo. Niente più Iva poi al 5 per cento per i prodotti per l’infanzia e per la cosiddetta tampon tax, il latte in polvere e le preparazioni per l’alimentazione dei bimbi, così come assorbenti, tamponi e coppette mestruali, che diventano dunque prodotti soggetti all’Iva al 10 per cento.

 

Monza: «L’intervento al piede sinistro di Izzo è perfettamente riuscito»

Il Monza, attraverso un comunicato ufficiale, ha informato i tifosi delle condizioni di salute di Armando Izzo dopo che lo stesso è stato costretto a un intervento al piede sinistro per la rimozione del neuroma di Morton. Così come riferito dalla società, l’operazione sarebbe andata bene anche se non è chiaro al momento quali potranno essere i tempi di recupero. Il calciatore, nel corso di questa stagione con la maglia brianzola, ha collezionato sei presenze tra campionato e Coppa Italia, saltando le ultime tre gare proprio per i problemi al piede.

I tempi di recupero incerti di Izzo

«È perfettamente riuscito l’intervento chirurgico al piede sinistro cui si è sottoposto Armando Izzo, presso l’Hospital Quiron di Barcellona. Il professor Ramon Cugat ha effettuato la rimozione del neuroma di Morton. In bocca al lupo ad Armando per un pronto recupero!», dice il Monza in un post pubblicato su X. Non è noto, come detto, quando il calciatore potrà tornare a disposizione del tecnico Raffaele Palladino. Proprio quest’ultimo, nel corso della prossima conferenza stampa, potrebbe fare un punto sulla situazione del calciatore. Per il tecnico dei brianzoli non è certo un periodo fortunato, visto che, oltre ad Izzo, deve rinunciare nello stesso reparto anche allo squalificato Danilo D’Ambrosio.

Ciclo vietato alle stripper? Allora agli spogliarellisti si vieti il calcetto

Gite scolastiche del liceo, saggi di danza, weekend col moroso approfittando di una casa genitoriale libera, primi appuntamenti sognati da tempo, vacanze avventurose, gare sportive, serate di gala, trasferte complicate: l’elenco di occasioni che una donna in età fertile si vede rovinare dall’arrivo intempestivo delle mestruazioni è interminabile e ognuna di noi potrebbe personalizzarlo a seconda della propria biografia. Come madre di figlie femmine abbondantemente puberi ho ogni mese la conferma che non era il mio vittimismo giovanile a farmi credere che il maledetto ciclo avesse la vocazione del guastafeste: ce l’ha davvero, insieme ai quattro cavalieri dell’apocalisse ormonali che lo precedono in varia formazione, cioè Malumore, Gonfiore, Seno dolente e Brufoli.

La soluzione del Poppea Club? Vietato avere il ciclo da giovedì a sabato

Per evitare la concomitanza delle rosse rompiscatole con eventi importanti che vorremmo affrontare al massimo dell’efficienza psicofisica le proviamo tutte, dalle preghiere alle tisane passando per le classiche dita incrociate, prima di approdare a una maturità che in genere attenua i disturbi più fastidiosi e ci rappacifica con la nostra fisiologia quando ormai stiamo entrando in zona pre-menopausa. Ci voleva un uomo, nella fattispecie il presidente del Poppea Club, un noto e ben frequentato locale di spogliarelli romano nei pressi del Colosseo, per trovare la soluzione più semplice a uno degli eterni problemi delle donne. Un cartello. E nemmeno un cartello propriamente detto: è un foglio A4, appeso nei camerini delle stripteaseuse, con una scritta perentoria: «È severamente vietato avere il ciclo nei giorni di giovedì, venerdì e sabato». L’avviso è stato trovato dagli ispettori dell’Asl, che hanno disposto la chiusura temporanea del club. Ufficialmente, non per il diktat anti-ciclo, – «una burla», come ha spiegato il gestore del Poppea, che dev’essere andato a scuola di umorismo con Andrea Giambruno -, ma per alcune “anomalie” igienico-sanitarie. Fra cui di certo non rientrano le tracce di cocaina rilevate nelle borsette di alcune ballerine: queste, semmai, sono rassicuranti segnali che la tradizione è salva, i locali notturni romani sono ancora quelli della Dolce Vita.

Ciclo vietato alle stripper? Allora agli spogliarellisti si vieti il calcetto
Uno strip club (Getty Images).

In fondo l’utero è grammaticalmente di genere maschile e come ogni maschio va istruito senza giri di parole

«Una burla»: e se quel cartello non lo fosse? Chissà, magari invece funzionava. In fondo l’utero è grammaticalmente di genere maschile, e si sa come sono i maschi: le cose non basta suggerirgliele, bisogna dirgliele chiaramente e senza giri di parole, se no non capiscono. Non basta lamentarsi, sbuffare, sperare che l’endometrio intuisca da solo che il tal giorno è il più sbagliato per le pulizie mensili. Bisogna fargli un bel cartello («so’ bboni tutti a metterce un cartello», cantava l’impareggiabile Guzzanti-Venditti), e lui legge e si adegua. Se poi il cartello glielo fa un uomo, per di più il gestore di un locale intitolato a un’imperatrice uccisa dal marito a calci nel basso ventre, il simpatico organo si mette sull’attenti. E se sei una spogliarellista bada bene a evitarti le mestruazioni nei weekend in cui lavori, per fartele venire (bastardo!) nell’unico fine settimana del mese in cui sei libera e puoi stare con il tuo partner.

Resta da capire perché nello strip club romano le mestruazioni siano così malviste…

Che il cartello fosse scherzoso o no, resta da capire come mai al Poppea le mestruazioni siano così malviste, se non scoraggiate, tre giorni su sette. Credo si possano escludere motivi religiosi legati al pregiudizio biblico dell’impurità mestruale, o vecchie leggende secondo cui la donna mestruata fa appassire i fiori, guasta la lievitazione del pane ed è più soggetta ad attacchi da parte di animali feroci, credenze che, anche fossero vere, creerebbero difficoltà in una serra, in un panificio o nella savana, non in uno strip club del centro storico di Roma. Allora perché? Si suppone che le exotic dancer sappiano gestire il proprio ciclo mestruale come ogni performer, dall’étoile della Scala alla trapezista del circo. Non ce le vedo a piegarsi in due durante un’esibizione perché hanno dimenticato il Buscofen o a lasciar penzolare il cordino del tampax dal perizoma, né tantomeno a buttare il mojito in faccia al cliente perché quella sera hanno i nervi. Forse gli avventori del Poppea Club devono avere la certezza della totale disponibilità delle ballerine ad altri tipi di intrattenimento notturno? L’addio al celibato di un vippone non va contaminato dalla possibilità che la spogliarellista che salta fuori dalla torta porti l’assorbente?

Ciclo vietato alle stripper? Allora agli spogliarellisti si vieti il calcetto
Un club a Barcellona (Getty Images).

Aspettiamo locali per donne in cui agli spogliarellisti sia vietato il calcetto nel weekend

Per inciso: non aspettatevi da chi scrive moralismi sui locali di strip, se le lavoratrici sono rispettate e ben retribuite. L’unica mia rimostranza è che non esistano altrettanti club rivolti un pubblico femminile, dove professionisti giovani e attraenti vendono alle donne, a prescindere dall’aspetto e dall’età, l’illusione giocosa di averli a propria disposizione. E dove nei camerini sono affissi cartelli con scritto «è severamente vietato avere le serate di calcetto nei giorni di giovedì, venerdì e sabato».

Chi è Katrín Jakobsdóttir, la premier islandese che partecipa allo sciopero generale delle donne

Nonostante l‘Islanda domini la classifica mondiale sulla parità di genere, in alcuni posti di lavoro le donne guadagnano ancora almeno il 20 per cento in meno rispetto ai colleghi uomini, e due quinti subiscono violenze sessuali e di genere nel corso della loro vita. Per questo, il paese ha proclamato per martedì 24 ottobre 2023 uno sciopero generale delle donne (e delle persone non binarie) dal lavoro retribuito e domestico, al quale parteciperà anche la premier Katrín Jakobsdóttir.

La premier è la leader del partito Sinistra-Movimento verde 

Katrín Jakobsdóttir ha dichiarato ai media islandesi che avrebbe preso parte all’azione sindacale organizzata con lo slogan «Questa la chiamate uguaglianza?», annunciando che non si sarebbe presentata al lavoro. La premier è anche leader del partito Sinistra-Movimento verde, il secondo partito più grande del Paese con il quale nel 2017 ha formato un governo di coalizione insieme al Partito dell’indipendenza e al Partito progressista. Jakobsdóttir è nata a Reykjavík nel 1976 e ha conseguito un master in letteratura islandese presso l’Università d’Islanda. Prima di entrare in politica, ha inizialmente lavorato come giornalista e poi come docente universitaria in alcuni degli atenei più prestigiosi dell’Islanda. La sua carriera nella vita pubblica è iniziata nel 2007, quando è diventata membro dell’Althing, il parlamento islandese. Nel 2009 è stata nominata ministra dell’Educazione, della Scienza e della Cultura, incarico che ha portato avanti fino al 2013, anno in cui è diventata la leader del suo partito.

È la prima donna a essere stata eletta due volte premier dell’Islanda

Jakobsdóttir è la prima donna islandese ad aver ottenuto un doppio mandato (2017, 2021), e la seconda donna a diventare premier dopo Jóhanna Sigurðardóttir (2009). Come premier si è concentrata su temi quali l’uguaglianza di genere, la protezione dell’ambiente e la sostenibilità economica. Ha anche guidato il Paese attraverso la pandemia di Covid-19 con successo. Jakobsdóttir è una figura relativamente popolare in Islanda e a livello internazionale, considerata una leader carismatica e inclusiva che è stata in grado di costruire un governo di coalizione tra partiti con ideologie diverse. Questo consenso le ha permesso di portare avanti anche misure “impopolari”, come l’aumento dal 20 per cento al 22 per cento dell’aliquota d’imposta sulle imprese nel 2021, una misura contestata dal settore produttivo ma che il governo ha voluto per aumentare le entrate fiscali e finanziare i programmi sociali e ambientali.

Chi è Katrín Jakobsdóttir, la premier islandese che partecipa allo sciopero generale delle donne
Katrín Jakobsdóttir e la premier neozelandese Jacinda Arden, durante un’assemblea dell’Onu sul cambiamento climatico e la sostenibilità economica (Getty Images).

È “figlia d’arte” di poeti, politici e accademici di spicco

Jakobsdóttir è sposata e ha tre figli nati nel 2005, 2007 e 2011. Viene da una famiglia che ha dato diverse personalità di spicco alla politica, al mondo accademico e alla letteratura islandesi. È la sorella minore dei fratelli gemelli Ármann Jakobsson e Sverrir Jakobsson, entrambi professori di scienze umanistiche all’Università d’Islanda. È inoltre la pronipote del politico e giudice Skúli Thoroddsen e della poetessa Theódóra Thoroddsen, e nipote dell’ingegnere e del deputato Sigurður S. Thoroddsen. Infine, il poeta Dagur Sigurðarson è suo zio materno.

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