Daily Archives: 27 Settembre 2023

Kanye West, in arrivo un nuovo album con Dr. Dre

Kanye West torna a far parlare di sé per la musica. Dopo le recenti polemiche a Venezia e Firenze per le uscite in pubblico con la fidanzata Bianca Censori, il rapper noto anche come Ye sarebbe al lavoro su un nuovo album di inediti proprio durante la sua permanenza in Italia. Lo ha confermato Tmz, secondo cui l’artista in appena una settimana avrebbe persino completato almeno una decina di tracce. In studio con lui, secondo alcune fonti anonime, ci sarebbe anche il collaboratore di lunga data Ty Dolla Sign, probabilmente protagonista di uno o più duetti. Certa è invece la partecipazione di Dr. Dre. L’album si chiamerà Jesus Is King II e sarà il sequel del disco pubblicato nel 2019. Sarà inoltre il primo dopo le accuse di antisemitismo del 2022. Su YouTube, grazie a una fuga di notizie non autorizzata, sono approdati anche alcuni brani, versioni remixate di quelli di quattro anni fa.

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Kanye West nel nuovo album è pronto a tornare al sound originale

A dispetto dei leak approdati in Rete, il nuovo album di Kanye West resta ancora avvolto nel mistero. Tmz però ha potuto fornire alcune anticipazioni interessanti, tra cui soprattutto lo stile delle tracce. Secondo le prime indiscrezioni, Ye sarebbe intenzionato a tornare «al vecchio Kanye», sia per quanto riguarda i temi sia in merito al ritmo. Già nel 2019, poco dopo l’uscita di Jesus is King, il rapper aveva preannunciato l’uscita di un secondo volume, pubblicando su X, allora Twitter, una foto assieme al produttore Dr. Dre. «Chi pensava che bastasse fare un album dedicato a Dio per far sì che lavorassi con Dr. Dre?», aveva scritto Kanye West. «Dedicate il vostro tempo a Dio e lui penserà a tutto il resto». Al momento non c’è ancora una data ufficiale per il rilascio del progetto, dato che Ye «si starebbe prendendo tempo per rispecchiare la qualità che la sua reputazione aveva un tempo».

In Italia con la compagna Bianca Censori, Kanye West sta lavorando a un nuovo album. In Rete già alcuni leak con Dr Dre, Eminem e Snoop Dogg.
Kanye West in un evento pubblico del 2022 (Getty Images).

Intanto i fan hanno potuto già ascoltare alcuni brani su YouTube, anche se difficilmente si tratterà delle versioni definitive. Su YouTube e Reddit infatti sono arrivati nuovi remix di Use This Gospel con Eminem, Close on Sunday con Anderson .Paak e Hands on con la voce di Travis Scott, che aveva ospitato il rapper durante il suo concerto Utopia al Circo Massimo di Roma. Fra le 15 tracce approdate illegalmente online anche nuovi versi di Snoop Dogg e altre voci celebri dell’hip hop americano come 2 Chainz, Pusha T, Asap Ferg e Marsha Ambrosius, oltre a una collaborazione con DJ Khaled. Al momento, l’ultima pubblicazione ufficiale di Kanye West è l’album Donda del 2021. L’anno successivo, ma solo sulla sua personale piattaforma Stem Player, uscì un secondo volume.

Ponte sullo Stretto, FdI smentisce Salvini: «Dubbi su appalti nel 2024»

Per il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini i cantieri per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina saranno aperti nell’estate 2024. Ma per Fratelli d’Italia non è così. La maggioranza si spacca sull’infrastruttura divenuta un cavallo di battaglia del leader della Lega. A frenare l’entusiasmo di Salvini è stato il capogruppo del partito di Giorgia Meloni alla Camera, Tommaso Foti, che ha dichiarato: «Dubito che nel 2024 saremo già agli appalti».

Ponte sullo Stretto, FdI smentisce Salvini «Dubbi su appalti nel 2024»
Matteo Salvini (Imagoeconomica).

Foti: «Nel 2024 il progetto esecutivo»

Intercettato dai giornalisti fuori da Montecitorio, Foti ha commentato la previsione di Salvini: «Allo stato mi pare che non abbiamo un progetto esecutivo, poi io non mi occupo della progettazione. Prudenzialmente posso pensare che nel 2024 ci possa essere il progetto esecutivo». E ha aggiunto: «Il ponte sullo Stretto in manovra? Il ponte in manovra è una spesa d’investimento e quindi penso possa essere una posta di bilancio che riguarda un programma pluriennale. Nel 2024 bisogna vedere, io dubito che saremo già agli appalti. In genere i soldi servono per la progettazione e per gli appalti, ma servono più per gli appalti, non per la progettazione».

Ponte sullo Stretto, FdI smentisce Salvini «Dubbi su appalti nel 2024»
Un plastico del Ponte sullo Stretto di Messina (Imagoeconomica).

Salvini: «Cantieri dall’estate 2024»

Dall’altra parte, il ministro Salvini, al congresso dell’Ordine degli Ingegneri, ha dichiarato: «Stiamo fortunatamente, positivamente e con tanta pazienza rispettando il cronoprogramma che ci siamo dati dieci mesi fa». E parlando di tempistiche ha rimarcato quanto già detto negli ultimi mesi: «L’obiettivo è aprire i cantieri, dopo 52 anni di parole, nell’estate dell’anno del Signore 2024 e la chiusura nel 2032 con il primo treno, la prima auto, la prima moto, il primo camion che attraverseranno il collegamento stabile».

WeBuild: «Pronti a iniziare a marzo»

Quello delle tempistiche relative all’avvio dei cantieri del Ponte sullo Stretto resta un tema caldo. Nel luglio 2023 a parlarne è stato Pietro Salini, amministratore delegato di WeBuild: «Spero di poter dire al ministro che siamo pronti per marzo a iniziare fisicamente le opere». E ha aggiunto: «Abbiamo già cominciato le attività di aggiornamento progettuale. Dobbiamo riuscire a fare sì che queste grandi opere non siano solo sfide di terreno politico ma diventino invece vita per i cittadini, futuro per i ragazzi e capacità di attrarre talenti».

Alessandria: 66enne uccide la moglie, la suocera, il figlio e si toglie la vita

Un uomo di 66 anni,  Martino Benzi, ha ucciso la suocera Carla Schiffo, 78 anni, la moglie Monica, 55 anni, e il figlio 17enne Matteo, per poi togliersi la vita. La tragedia avvenuta ad Alessandria non è stata chiara fin da subito: secondo quanto si apprende infatti, in seguito alla scoperta del suicidio del 66enne e dell’omicidio della suocera, nell’istituto Divina Provvidenza nella piazza omonima del quartiere Orti della città, i carabinieri hanno cercato di rintracciare moglie e figlio dell’uomo, scoprendo così che la donna non era andata al lavoro e che anche il ragazzo non si era recato a scuola.

La scoperta dei carabinieri

A quel punto i militari sono andati a casa della famiglia dell’uomo e, una volta sfondata la porta, hanno trovato i due cadaveri. In base alle prime informazioni trapelate dall’ambiente investigativo, il genero era andato a fare visita alla suocera per poi colpirla con un coltello e uccidersi a sua volta nel giardino dell’istituto di cura. Da chiarire il movente della tragedia. Sono ancora molti, infatti, gli elementi su cui stanno lavorando i carabinieri della compagnia e della sezione investigazioni scientifiche di Alessandria. Non si esclude che l’uomo possa aver ucciso moglie e figlio con la stessa arma con cui poi si è recato nell’istituto dove ha ucciso la suocera, ma gli investigatori mantengono uno stretto riserbo.

La Galleria del Corso di Milano si rinnova dopo 100 anni

Dopo 100 anni la Galleria del Corso di Milano, che collega piazza Beccaria con corso Vittorio Emanuele II, modifica il suo look grazie a un intervento di restauro che è costato circa otto milioni di euro ed è stato sostenuto dai privati. A inaugurare lo spazio restituito alla cittadinanza anche il sindaco Giuseppe Sala. I lavori, realizzati dall’impresa Trivella Srl, hanno interessato le facciate, la pavimentazione, con il consolidamento e restauro, e la copertura in ferro e vetro dell’ottagono centrale. All’opera anche squadre di restauratori che hanno dato nuova vita a intonaci decorativi e marmi.

L’intervento era nato nel 2012

La sfida più grande è stata quella del restauro delle copertura in ferro e vetro, in cui sono stati sostituiti 1.420 vetri, ognuno dei quali diverso per dimensione e disegno. «L’intervento è nato nel 2012 e i primi lavori sono stati realizzati su una parte delle facciate nel 2016», ha spiegato Virginio Trivella, titolare dell’omonima impresa. Che ha aggiunto: «Dal 2019 al 2023 è stato fatto tutto ciò che mancava con il restauro della pavimentazione, con un consolidamento statico, perché versava in condizioni critiche. Inoltre la copertura è stata sostituita perché la vetratura era opaca e pericolosa con vetri rotti che rischiavano di cadere».

Il sindaco di Milano: «Adesso dobbiamo lavorare per mantenerla»

Ora la sfida è quella di preservare la galleria dopo i lavori di restyling, come ha spiegato anche il sindaco: «Ringrazio i privati che hanno sostenuto i costi. Giusto 100 anni fa qui c’erano ancora le ultime macerie. Adesso dobbiamo lavorare per mantenere la galleria a posto, mi hanno segnalato due problemi. La pavimentazione è fragile quindi è chiaro che il passaggio di mezzi può creare problemi, come un mezzo di soccorso o di polizia». L’altra questione è quella relativa al degrado notturno con senzatetto che dormono lì la notte. «La sicurezza va gestita anche con le telecamere», ha osservato Sala secondo cui l’amministrazione dovrà mettere in campo diverse modalità di controllo della zona come una maggiore illuminazione.

I mercenari della Wagner sono tornati a Bakhmut

I mercenari russi del Gruppo Wagner sono di nuovo a Bakhmut, città dell’Ucraina orientale che la brigata fondata da Yevgeny Prigozhin ha conquistato dopo feroci attacchi iniziati nell’estate del 2022. Per prima lo ha riferito la Cnn, che ha raccolto informazioni da piloti di droni ucraini impegnati nei combattimenti attorno alla città-simbolo della guerra. I militari ucraini hanno dichiarato all’emittente statunitense che la presenza della milizia serve in parte a compensare la carenza di soldati dell’esercito regolare russo.

I mercenari della Wagner sono tornati a Bakhmut. Secondo Kyiv sono 500 e stanno negoziando contratti con il ministero della Difesa russo.
Immagini riprese da un drone ucraino (Getty Images).

Per Kyiv «non rappresenteranno una minaccia significativa»

Successivamente, la notizia è stata confermata da Ilya Yevlash, capo del servizio stampa del Gruppo orientale delle Forze armate ucraine: «Stiamo parlando di circa 500 persone, parte della formazione di circa 8 mila mercenari che si trovavano nei campi in Bielorussia», ha detto, aggiungendo che dopo la fallita insurrezione del 24 giugno i mercenari ora stanno «negoziando contratti con il ministero della Difesa russo». Yevlash ha poi dichiarato che i soldati della Wagner, pur essendo tra i militari più addestrati dell’esercito russo, «non rappresenteranno una minaccia significativa, come prima, dal momento che il loro leader, Prigozhin, non c’è più».

I mercenari della Wagner sono tornati a Bakhmut. Secondo Kyiv sono 500 e stanno negoziando contratti con il ministero della Difesa russo.
Ruben Vardanyan (Ansa).

Nagorno-Karabakh, gli azeri arrestano l’ex capo del governo

L’Azerbaigian ha potuto attaccare il Nagorno-Karabakh perché Mosca è comprensibilmente più concentrata sull’Ucraina che sul Caucaso, dove è presente un piccolo contingente di pace russo. Ebbene, Ruben Vardanyan, ex capo del governo della autoproclamata Repubblica di Atsakh, è stato fermato dalle forze azere mentre cercava di lasciare l’enclave del Nagorno-Karabakh diretto in Armenia. Lo rendono noto le forze di frontiera di Baku, pubblicando sul loro sito una fotografia di Vardanyan in manette tra due ufficiali. Vardanyan, miliardario che ha rinunciato alla cittadinanza russa, è stato capo del governo separatista del Nagorno-Karabakh dal novembre del 2022 al febbraio del 2023.

In Italia 22.600 distributori di carburante: record in Europa

L’Italia possiede 22.600 distributori di carburante ed è il paese europeo che ne ha di più, sopra la Germania (con 14.500), la Spagna e la Francia. Sono i dati forniti nella mattinata di mercoledì 27 settembre 2023 a Roma dalla Faib Confesercenti, associazione di categoria dei benzinai, in occasione dell’assemblea per il 60esimo anniversario della sua fondazione. Il nostro Paese ha un parco auto che conta oltre 40 milioni di autovetture circolanti, secondo solo alla Germania. Il numero di autovetture per punto vendita è invece poco meno di 1.800, sotto quello della Germania (che supera le 3 mila vetture) e quelli del Regno Unito, della Polonia, della Francia, della Spagna e della maggior parte dei paesi europei.

L’erogato medio è inferiore a quello europeo

L’erogato, che nel nostro paese è pari a 1.237 metri cubi all’anno, è inferiore alla media europea del 47 per cento (una differenza pari a 1.176 metri cubi all’anno). Il distacco è particolarmente pronunciato rispetto a quasi tutte le economie europee: dalle principali come il Regno Unito (che registra un erogato più di tre volte superiore), la Spagna, la Francia e la Germania, fino alle altre come l’Austria, la Polonia, la Norvegia. Dopo l’Italia si è posizionata solo la Grecia. Nel nostro Paese si è registrata, inoltre, una diffusione del metano sopra la media europea. L’Italia, infatti, è leader in Europa per punti vendita di questo carburante (oltre 1300) e per autovetture circolanti. Al secondo posto c’è la Germania con circa 835 punti vendita, ma con un circolante di 100.000 autoveicoli contro 1 milione in Italia.

Amazon e la causa della Ftc, il rischio: meno prodotti e prezzi più alti

«Se la Federal trade commission dovesse prevalere, il risultato sarebbe un minor numero di prodotti tra cui scegliere, prezzi più alti, consegne più lente per i consumatori e un minor numero di soluzioni per le piccole imprese: l’opposto delle finalità per la quale la legge antitrust è stata concepita. L’azione legale presentata oggi dalla Ftc è sbagliata dal punto di vista fattuale e legale e siamo pronti a far valere le nostre ragioni in tribunale». A confermarlo è Amazon in una nota.

Le accuse di monopolio

Gli Stati Uniti hanno citato in giudizio Amazon dando il via alla lotta antitrust con il colosso dell’e-commerce. Come riportato dal New York Times, la Federal Trade Commission e 17 stati hanno intentato una causa accusando la società di soffocare illegalmente la concorrenza. A loro parere, infatti, la società fondata da Jeff Bezos porta avanti illegalmente un monopolio su settori della vendita al dettaglio online schiacciando i commercianti e favorendo i propri servizi.

Tre suore volevano pregare per Messina Denaro in ospedale: «La polizia ci ha mandate via»

Tre suore hanno tentato di pregare accanto al corpo di Matteo Messina Denaro, morto il 25 settembre scorso, ma sono state mandate via dalla polizia. A raccontarlo è il Corriere della Sera, che ha riportato la storia di Madre Donatella, suor Emanuela e suor Teresa Benedetta. Le tre donne sono monache benedettine di clausura del monastero dei Santi Cosma e Damiano di Tagliacozzo. Il 26 settembre, intorno alle 11, si sono recate all’ospedale San Salvatore dell’Aquila per portare la superiora del convento a una visita oculistica. Dopo, però, hanno preso una deviazione prima di rientrare al monastero per andare all’obitorio e pregare per il boss di Castelvetrano, arrivando però poco prima dell’autopsia.

Tre suore volevano pregare per Messina Denaro in ospedale «La polizia ci ha mandate via»
Il carro funebre che ha trasportato la bara di Messina Denaro al cimitero di Castelvetrano (Getty).

Madre Donatella: «Volevamo pregare per lui nonostante tutto»

Madre Donatella ha raccontato: «Siamo andate all’obitorio. Sapevamo che lì si trovava il corpo di Matteo Messina Denaro volevamo pregare per lui, nonostante tutto. Ma la polizia non ci ha fatto entrare». E suor Emanuela, la più giovane, ha confermato: «Sì, è vero, volevamo pregare davanti al corpo. Sappiamo benissimo chi era e i crimini che ha commesso ma è pur sempre un figlio di Dio». A concludere è stata Teresa Benedetta: «Gli è stato negato il funerale religioso, va bene. Ma ricordatelo ogni anima ha il diritto di essere salvata».

Tre suore volevano pregare per Messina Denaro in ospedale «La polizia ci ha mandate via»
Messina Denaro e due carabinieri del Ros (Imagoeconomica).

La messa per Messina Denaro cancellata per «prudenza pastorale»

Nella mattinata del 27 settembre, invece, don Tommaso Izzo, parroco della chiesa Maria Santissima Annunziata di Licignano Casalnuovo di Napoli, ha prima organizzato, con tanto di post su Facebook, e poi annullato una messa in suffragio del boss. I fedeli, indignati, si sono rivolti al deputato di Europa Verde, Emilio Borrelli, per segnalare la vicenda. Il parroco ha annullato tutto per «prudenza pastorale».

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Giovani fanno causa a 32 Paesi sul clima: udienza a Strasburgo

Ha preso il via la maxi-causa a Strasburgo davanti alla Corte europea dei diritti umani intentata da sei giovani portoghesi nei confronti di 32 governi per «l’inazione» sul clima. La Russia, anch’essa chiamata a comparire, non si è presentata.

32 Paesi accusati di non rispettare l’accordo di Parigi

A pochi minuti dall’inizio dell’udienza, dinanzi alla formazione più solenne della Corte, la grande Camera composta da 17 giudici, diversi addetti stampa hanno indicato che saranno oltre 600 le persone presenti. I ricorrenti, tutti di età compresa tra gli 11 e i 24 anni, hanno accusato i 27 stati Ue, la Russia, la Turchia, la Svizzera, la Norvegia e il Regno Unito di non rispettare gli impegni assunti nel quadro dell’accordo di Parigi sul clima del 2015 volti a limitare l’aumento delle temperature. A seguire il dibattimento erano presenti anche alcune delle anziane donne svizzere che il 29 marzo 2023 avevano presentato ricorso contro il loro Paese per non aver fatto abbastanza per l’ambiente, e un gruppo di studenti dell’Università Federico II di Napoli. In occasione dell’udienza, fuori dalla Corte sono apparsi dei cartelloni di sostegno ai giovani portoghesi in diverse lingue. Quello in italiano recita: «Cosa c’è di più bello della speranza dei giovani che lottano per il loro futuro». Prima di pronunciarsi in merito, la Corte esaminerà l’ammissibilità del ricorso, giunto davanti ai giudici di Strasburgo nel 2020 e beneficiario di un trattamento prioritario. Se il dossier sarà ritenuto ammissibile, la decisione potrebbe arrivare nella migliore delle ipotesi nel 2024.

È Sempre Cartabianca di Berlinguer e gli ascolti sgonfiati nella sfida con Floris

«Ascolti clamorosi», «Pier Silvio stappa lo champagne», «Parte a razzo». Questi sono solo alcuni dei titoli sui giornali web la mattina del 6 settembre 2023 una volta diffusi i dati auditel della serata precedente. Sera in cui Bianca Berlinguer ha esordito su Rete 4 con il suo È Sempre Cartabianca dopo un discusso addio alla tivù di Stato. Ma che fosse un fuoco di paglia era nell’aria, visto che tutti gli addetti ai lavori aspettavano il ritorno di Giovanni Floris con il suo diMartedì su La7, che nelle stagioni passate stagioni aveva distaccato con una certa puntualità #Cartabianca, la trasmissione che Berlinguer conduceva su Rai3. E così puntualmente è stato: il 19 settembre il debutto di Floris ha interessato il 7,2 per cento della platea seduta davanti alla tivù, contro il 6,5 conquistato dalla collega in onda su Rete 4. Sette giorni dopo il distacco si è assottigliato: il talk di La7 ha conquistato 1 milioni e 90 mila spettatori (6,9 per cento), mentre quello della collega ha viaggiato stabile sugli 892 mila (6,6 per cento). Tutto questo in attesa della partenza (probabilmente innocua) di Avanti Popolo, il nuovo martedì sera della terza rete, condotto da Nunzia De Girolamo.

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Oltre 300 mila telespettatori hanno tradito Bianca in meno di un mese

Insomma, dati in flessione rispetto al 9,62 per cento (corrispondente a 1 milione 208 mila telespettatori) del debutto di inizio settembre. Una doppia cifra sfiorata grazie, forse, alla curiosità nei confronti di quello che si può definire un esordio alla seconda: non solo quello di una trasmissione nuova (che poi così nuova non è, come suggerisce il titolo), ma anche quello in Mediaset di una conduttrice che ha militato in Rai praticamente tutta la sua carriera (era il 1991 quando prendeva le redini dell’edizione principale del Tg3 dopo essere passata dalla redazione dello stesso telegiornale e da quella di Mixer a partire dagli Anni 80). Certo, il merito va anche alla debole contro-programmazione della serata in questione: la trasmissione Filorosso su Rai3, la rete a cui Berlinguer è associata nell’immaginario comune, si era dovuta accontentare del 4,5 per cento. Mentre In Onda Prima Serata di La7 registrava 553 mila spettatori con uno share del 3,35.

Nel 2022 il debutto post vacanze su Rai3 si era fermato al 6,6 per cento

Un anno e qualche giorno prima, il 30 agosto 2022, Berlinguer e #Cartabianca tornavano sulla terza rete della tivù di Stato dopo la pausa estiva, fermandosi a 862 mila spettatori, pari al 6,6 per cento di share, a fronte dell’8,4 per cento raccolto da Mario Giordano con il suo Fuori dal coro su Rete 4. Una settimana dopo, l’entrata in gioco di Floris su La7 aveva eroso ulteriormente i numeri di Rai3 fino al 4,5 per cento. Una sfilza di cifre che rendono comprensibile l’entusiasmo delle ore successive alla prima puntata di È Sempre Cartabianca in casa Mediaset, anche a fronte di un investimento che, stando ai ben informati, non è stato proprio al risparmio.

È Sempre Cartabianca di Berlinguer e gli ascolti sgonfiati nella sfida con Floris
Bianca Berlinguer (Imagoeconomica).

Per Berlinguer almeno… un milione di buoni motivi per cambiare canale

Da una parte la zarina ex Tg3 ha spiegato il suo addio alla Rai meloniana raccontando di essersi sentita «un’estranea in famiglia, tollerata e non coinvolta». Dall’altra, tra le ragioni del suo trasloco potrebbe essercene una che niente ha a che vedere con la narrazione romantica fatta di voglia di riscatto (professionale e politico) che Berlinguer ha lasciato intendere della sua sorprendente decisione di mettersi nelle mani, e negli schermi, del Biscione. Perché, a un anno di distanza dalla pensione, il cambio di canale (ed editore) avrebbe fatto lievitare il salario della conduttrice da circa 240 mila euro a una cifra che, in base alle fonti, varia tra i 600 mila euro al milione.

«Andando via ho avuto la sensazione di aver risolto un problema alla Rai»

La proposta di Mediaset «è arrivata proprio quando mi rendevo conto che il rapporto con la direzione della Rai non era più ricucibile. Tutto sommato ho avuto la sensazione di aver risolto loro un problema andando via», spiegava lei in un’intervista al Fatto Quotidiano a luglio. Per poi parlare di «un’assenza di quella comunanza di intenti che ti porta a lavorare bene e tranquillamente. Costretta a parare colpi, sempre da sola con il mio gruppo di lavoro». Un j’accuse duro che non ha trovato spazio, invece, nelle parole con cui ha aperto la prima puntata di È Sempre Cartabianca: «La Rai resterà per sempre nel mio cuore, con tutte le persone che ho voluto bene, è che hanno dimostrato ancora oggi di volermene tantissimo», ha detto lei prima di introdurre il suo compagno di viaggio storico Mauro Corona che, tra le critiche e le difficoltà col collegamento audio, l’ha seguita nella sua nuova avventura alla corte di Pier Silvio Berlusconi. «Tutto cambia, anche noi abbiamo sentito l’esigenza di fare una nuova esperienza, ma siamo sempre noi, con le nostre idee, con le nostre passioni, con la nostra curiosità. Ci auguriamo di non deludere chi ci ha seguito finora, ma anche di conquistare tanto nuovo pubblico da sempre affezionato a Rete 4. Sappiamo che sarà difficile, ma ce la metteremo tutta». All’auditel l’ardua sentenza.

Gruppo Multiversity: Luciano Violante è il nuovo presidente

Luciano Violante, professore di diritto e procedura penale, ex magistrato, presidente della Camera nella XIII legislatura e presidente della commissione parlamentare antimafia nella XI legislatura, è stato nominato, dall’assemblea dei soci di Multiversity, nuovo presidente del gruppo pioniere in Italia nel settore della Digital Education. Durante la stessa riunione, Fabio Vaccarono è stato confermato quale amministratore delegato oltre che presidente e amministratore delegato degli Atenei digitali e delle società controllate del Gruppo.

Le altre nomine del Consiglio

Il Cda ha inoltre nominato l’Advisory board, composto da: Maria Chiara Carrozza, presidente CNR,  già ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca; Pierluigi Ciocca, economista, accademico dei Lincei; Marta Dassù, ex viceministro degli Affari esteri, membro comitato esecutivo Aspen unstitute, direttrice di Aspenia, componente del comitato scientifico Luiss; Gianni De Gennaro, presidente Centro studi americani; Luciano Floridi, Founding director del Center for digital ethics dell’università di Yale; Lucia Lucchini, esperta in protezione dati ed etica del digitale; Monica Maggioni, giornalista, responsabile direzione editoriale per l’offerta informativa in Rai, ex direttore TG1 Rai; Alessandro Pajno, presidente emerito del consiglio di Stato; Corrado Petrocelli, magnifico Rettore dell’università di San Marino; Giovanni Salvi, già procuratore generale della corte di Cassazione; Stefano Scarpetta, direttore per l’Occupazione, il Lavoro e gli Affari Sociali dell’OCSE (Parigi); Ersilia Vaudo, Astrofisica, Esa (Parigi).

«Una società in continua trasformazione»

«Assumo con orgoglio la presidenza del gruppo Multiversity» ha commentato in una nota il neoeletto presidente Luciano Violante. «La rivoluzione digitale ha mutato profondamente il mondo dell’istruzione, portando modalità di apprendimento nuove e più flessibili. Sono convinto che in una società in continua trasformazione come quella odierna, se vogliamo costruire un sistema educativo inclusivo e una maggiore coesione sociale, è fondamentale coniugare le giuste esigenze di formazione con le nuove tecnologie digitali e i relativi modelli di insegnamento. Un Advisory board come quello nominato oggi, che raccoglie alcune delle voci più autorevoli del Paese, può dare ulteriore qualità e impulso alla formazione dei nostri studenti, un vero e proprio asset indispensabile allo sviluppo di una società equa e al passo con i tempi».

Appiccò cinque incendi nell’Oristanese: condannato a tre anni

Nel primo pomeriggio di domenica 18 luglio 2021, un 65enne di Milis, nel giro di un quarto d’ora, aveva appiccato cinque incendi che in pochi minuti avevano circondato l’abitato di Milis, nell’Oristanese, con fumo e fiamme. Ora, a distanza di due anni, è arrivata la sentenza del giudice monocratico del tribunale di Oristano che lo ha riconosciuto colpevole, condannandolo a tre anni di reclusione, al pagamento delle spese processuali e dei danni in favore delle parti civili nonché dichiarandolo interdetto dai pubblici uffici per cinque anni. Lo ha reso noto il Corpo Forestale della Regione Sardegna.

«Colpevolezza riconosciuta in base a numerose prove»

«La sua colpevolezza è stata riconosciuta sulla base delle numerose prove raccolte a suo carico in mesi di scrupolosa attività investigativa condotta dal nucleo investigativo del Corpo Forestale dell’ispettorato di Oristano, sotto la direzione del sostituto procuratore che ha coordinato le indagini, e della Stazione forestale di Seneghe che aveva diretto le operazioni di spegnimento», hanno fatto sapere dalla Forestale. Le fiamme che lambivano il paese avevano richiesto un forte dispiegamento di uomini e mezzi: una cinquantina gli uomini coinvolti tra personale del Corpo forestale, operai di Forestas, numerose compagnie barracellari della zona e alcune squadre di volontari e Vigili del fuoco, con l’uso di una quindicina di mezzi a terra tra autobotti e pick-up. Quattro gli elicotteri dell’apparato Antincendio regionale del Corpo forestale intervenuti, che per domare le fiamme avevano lavorato per oltre due ore effettuando 85 lanci d’acqua per abbassare le fiamme e consentire l’intervento in sicurezza del personale a terra.

Chi l’ha visto?, stasera su Rai 3 il caso del finto suicidio di Adamo Guerra

Stasera mercoledì 27 settembre 2023 andrà in onda il programma televisivo Chi l’ha visto? sul canale Rai 3 alle ore 21.20. Come sempre alla conduzione ci sarà Federica Sciarelli e nel corso della puntata saranno analizzati i casi più eclatanti di scomparsa e cronaca nera accaduti nell’ultimo periodo. In particolare, la trasmissione si concentrerà sul caso del finto suicidio di Adamo Guerra e del caso di Edoardo, giovane scomparso a Napoli e ritrovato morto in un palazzo antico. Il programma sarà disponibile anche in streaming e on demand sulla piattaforma Rai Play.

Chi l'ha visto? andrà in onda questa sera 27 settembre e verrà condotto come sempre da Federica Sciarelli.
La conduttrice Federica Sciarelli (X).

Chi l’ha visto?, le anticipazioni della puntata di stasera 27 settembre 2023 su Rai 3

Il primo caso che affronterà Chi l’ha visto? è quello di Guerra, l’uomo scappato in Grecia dopo aver inscenato un finto suicidio (anche se per il consolato italiano non risultava lì). Come ha fatto a fuggire e ad architettare tutto in modo preciso? La trasmissione ha realizzato diversi servizi che ricostruiscono la sua storia attraverso filmati, dichiarazioni, interviste e documenti. L’ex moglie aveva avuto la certezza che si trovasse in Grecia dopo aver visto il video mostrato dallo stesso Chi l’ha visto?, ma sulla sua vicenda rimangono ancora molti dubbi.

Dopo aver analizzato il caso di Adamo Guerra, la trasmissione si concentrerà su quello di Eduardo Granato. Il ragazzo, di professione pizzaiolo, venne trovato morto il 25 gennaio 2023 in un palazzo antico di Napoli situato in una delle zone centrali della città. Inizialmente si pensò a un suicidio, ma la procura sta ora indagando per istigazione al suicidio. In studio insieme a Federica Sciarelli saranno presenti le sue sorelle per dare la loro versione dei fatti sullo stato fisico e psicologico di Eduardo.

Chi l'ha visto? andrà in onda questa sera 27 settembre e verrà condotto come sempre da Federica Sciarelli.
Federica Sciarelli in onda (X).

Come sempre, poi, il programma analizzerà gli appelli, le scomparse e i misteri più eclatanti del territorio italiano. Chiunque avrà la possibilità di partecipare in diretta alla trasmissione in qualsiasi momento per fornire prove o indizi che aiutino a risolvere i casi ancora aperti in Italia.

Tromba d’aria a Crotone: il tetto di un supermercato finisce nella carreggiata

Una tromba d’aria si è abbattuta nelle prime ore di mercoledì 27 settembre a Crotone, provocando danni ad alcune attività commerciali in via di Vittorio, nel quartiere fondo Gesù. La furia del vento ha divelto e fatto finire sulla strada i tetti di un supermercato e di uno store per la vendita di prodotti elettronici. Le coperture, sparse anche nel parcheggio di un centro direzionale che si trova di fronte, hanno raggiunto un’auto. Fortunamente non sono stati registrati danni alle persone.

I lavori di ripristino della viabilità

Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del comando provinciale di Crotone che hanno provveduto ad eliminare alcuni dei detriti pericolanti. Durante la mattinata, hanno lavorato per permettere il ripristino della viabilità. La strada interessata infatti è stata chiusa al traffico dal comando della polizia locale in quanto gran parte della tettoia delle due attività commerciali è finita su una carreggiata. Regolari gli arrivi degli autobus nell’autostazione adiacente ai due magazzini danneggiati.

Johnny Depp e il film su Modigliani: le anticipazioni di trama e cast

Con l’ingresso di Luisa Ranieri, si arricchisce sempre più il cast di Modi, film che Johnny Depp dirigerà sulla vita dell’artista italiano Amedeo Modigliani. Sebbene l’uscita sia prevista solo per il 2024, emergono nuovi dettagli sull’atteso ritorno alla regia del divo di Hollywood. Oltre che star del grande schermo, Depp è già stato una volta dietro la macchina da presa nel 1997 per il suo esordio da cineasta Il coraggioso, in cui vestì anche i panni del personaggio principale. Ancora pochi i dettagli sulla trama, che racconterà solo 48 ore che il pittore originario di Livorno trascorse a Parigi nel 1916. Le riprese sono attualmente in corso a Budapest e proseguiranno per alcune settimane. Direttore della fotografia sarà l’italiano Nicola Pecorini, che ha lavorato con Depp nel 1998 sul set di Paura e delirio a Las Vegas di Terry Gilliam.

Modi, trama e cast del film di Johnny Depp sull’artista italiano

Il nuovo film di Johnny Depp sarà un adattamento cinematografico dell’opera teatrale di Dennis McIntyre per mano di Jerzy e Mary Kromolowski. Nei panni del protagonista Modigliani ci sarà Riccardo Scamarcio, che tornerà dunque a interpretare un artista dopo aver vestito i panni di Caravaggio nel biopic di Michele Placido. Secondo le poche anticipazioni disponibili sulla trama di Modi, la storia seguirà dunque un breve lasso di tempo durante il soggiorno parigino dell’artista. Desideroso di mettere fine alla propria carriera e lasciare la città, il protagonista si ritroverà in fuga dalla polizia e si scontrerà con altre grandi personalità bohemien della sua epoca. Fra questi l’artista transalpino Maurice Utrillo, con il volto di Pierre Niney, e la sua musa nonché amante britannica Beatrice Hastings.

Nel 2024 uscirà l'atteso biopic di Johnny Depp su Amedeo Modigliani. Nel cast Riccardo Scamarcio e Luisa Ranieri, riprese a Budapest.
Riccardo Scamarcio al Festival di Cannes 2021 (Getty Images).

Luisa Ranieri sarà invece Rosalie, una modella che in quell’epoca posò per molti artisti, tra cui Modigliani. Sarà una figura importante durante le 48 ore di narrazione, anche se ancora non è noto in quale misura. Il protagonista incontrerà poi anche il bielorusso Chaim Soutine e il mercante d’arte polacco Leopold Zborowski. Tuttavia, la sua strada incrocerà anche quella del collezionista internazionale Maurice Gangnat, che avrà il volto di Al Pacino, pronto a stravolgere la sua vita. Non è ancora ufficiale il budget a disposizione di Johnny Depp ma, stando a quanto riporta il sito Imdb, non dovrebbe superare i 10 milioni di dollari.

Le prime foto dal set e le parole del produttore

Si moltiplicano intanto sui social network gli scatti rubati dal set ungherese della produzione, che mostrano le prime immagini della Parigi degli Anni 10. Johnny Depp non è apparso infastidito dai numerosi fan che si sono accalcati nella zona, dispensando anche sorrisi, selfie e autografi quando possibile. «È un progetto che assieme ad Al (Pacino, ndr.) inseguo da anni», aveva detto a maggio a Deadline il produttore Barry Nvidi nel presentare il film. «L’arguzia e la sensibilità di Depp, unite a un cast incredibile, faranno sì che il mio sogno si avveri».

Caivano, avviati i lavori di bonifica del centro Delphinia

Bonifica massiva del centro sportivo Delphinia e del teatro Caivano Arte. Ha avuto inizio alle 9.00 di mercoledì 27 settembre 2023 il lavoro di riqualificazione annunciato dal governo Meloni nella zona di Parco Verde e che vede impegnati gli specialisti del genio dell’Esercito Italiano.

Il commissario Ciciliano: «Un segnale importante»

«Abbiamo iniziato da qui perché si deve dare un segnale importante di ripristino di quella che è stata un’importantissima realtà per il territorio di Caivano», ha commentato il commissario Ciciliano ai microfoni di Agorà su Rai 3, «che con il passare del tempo poi è diventato quello che penso abbiate già dimostrato con le vostre immagini. Lo Stato qualche volta si è un po’ allentato ma è sempre stato presente e adesso riprende in mano il proprio territorio e restituisce, nel più breve tempo possibile, alla collettività un manufatto rimesso a nuovo».

Amazzonia e deforestazione: creato un dispositivo che riconosce il rumore della motosega

Alcuni studenti dell’Università statale di Amazonas (Uea), in Brasile, hanno creato un dispositivo in grado di identificare minacce di deforestazione in Amazzonia. Il Curupira – dal nome di una leggenda del folklore che dà questo nome al guardiano della foresta – promette di riconoscere in particolare il rumore di una sega elettrica.

Il dispositivo, ancora in fase di test, è stato sviluppato per catturare solo i suoni selezionati dal team di ricercatori, ha spiegato il coordinatore del Laboratorio di sistemi incorporati dell’Uea, Raimundo Cláudio Gomes. «La motosega è un suono anomalo per l‘ambiente forestale. Posso quindi addestrare il nostro sistema a identificare specificamente questo suono ignorando tutti gli altri», ha sottolineato Gomes.

Come funziona il dispositivo

Per funzionare, i dispositivi devono essere separati al massimo da un chilometro, in quanto comunicano tra loro. Dopo aver individuato il presunto attacco alla foresta, i curupiras inviano le informazioni tramite radiofrequenza a una sorta di router che può trovarsi a 15 chilometri di distanza dai dispositivi. Dopo aver inviato il segnale, la frequenza viene indirizzata a un programma per computer per l’analisi e la visualizzazione dei dati.

Parroco organizza una messa per Messina Denaro, poi cancella la funzione

Aveva deciso di celebrare una messa in suffragio del boss Matteo Messina Denaro, morto il 25 settembre, ma poi ci ripensa e l’annulla per «prudenza pastorale». È quanto accaduto a Licignano Casalnuovo di Napoli, dove il parroco della chiesa Maria Santissima Annunziata, don Tommaso Izzo, mercoledì mattina ha pubblicizzato sul profilo Facebook della parrocchia la celebrazione della Santa Messa in suffragio del boss mafioso, suscitando indignazione tra i fedeli che si sono rivolti al deputato di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli per segnalare l’insolita decisione.

Parroco organizza una messa per Messina Denaro, poi cancella la funzione
Il post poi rimosso.

Borrelli: «Una cosa è pregare in privato, altro è organizzare eventi pubblici»

«L’adorazione del male», ha tuonato Borrelli su Fb. «il Vescovo intervenga per fermare questa vergogna». Dopo appena un’ora dalla pubblicazione del post di annuncio della messa, il parroco, che secondo Borrelli aveva confermato quanto scritto su Facebook, ha annullato, sulla stessa pagina, la celebrazione per «prudenza pastorale», per poi eliminare comlpletamente il post. «Il parroco», ha aggiunto il deputato scrivendo su Fb, «aveva confermato sottolineando che è un dovere di ogni cristiano pregare per tutti gli esseri umani anche quelli più cattivi. Era stata richiesta da un fedele e lui ha acconsentito. Una cosa è però pregare in privato, un’altra è organizzare eventi pubblici. Abbiamo chiesto al Vescovo di intervenire con urgenza per stigmatizzare tale iniziativa e prendere una iniziativa forte su questa vicenda vergognosa che non fa onore alla chiesa. Sono state offese migliaia di vittime di mafia e camorra. Infatti in primis pubblicizzare una messa per un boss di mafia che ha causato la morte di tanti innocenti compresi i bambini è a nostro avviso inaccettabile. In secondo luogo non appaiono sulla pagina fb iniziative simili negli ultimi anni messe a favore delle vittime della criminalità o a favore delle forze dell’ordine o della magistratura. Troviamo il comportamento di questo prete inquietante, un esempio pessimo, un’apologia del male vergognosa. Chiediamo per questo che siano presi provvedimenti da parte della curia».

 

 

Nino Frassica perde il gatto durante le riprese di Don Matteo: «5 mila euro per chi lo ritrova»

Disavventura per Nino Frassica. L’attore siciliano ha purtroppo il suo amato gatto mentre si trovava impegnato sul set della nuova stagione di Don Matteo (riguardo alla quale, almeno per ora, sappiamo che ci saranno 10 episodi).

Nino Frassica perde il gatto sul set di Don Matteo

L’annuncio è giunto a mezzo social, in particolare tramite un post Instagram, dove Frassica ha mostrato ai suoi follower il suo gatto di nome Hiro, un felino di colore bianco con la punta del naso, le orecchie e la punta della coda più scura. «Sono Nino, mi trovo a Spoleto e il mio gatto Hiro è scomparso, non lo troviamo da questa mattina», ha scritto precisando di essere disposto a pagare un’ingente cifra a chiunque riuscirà a ritrovarlo e a riportarlo al suo rispettivo padrone. «Se sei di Spoleto il mio gatto è microchippato e mandami un messaggio in privato. La ricompensa per chi ce lo porta è di 5 mila euro», ha specificato l’attore. Che nel frattempo, come specificato nella risposta a un commento, si è già attivato su Facebook contattando la pagina Gatti smarriti trovati o rinvenuti. «Le stiamo provando tutte», ha scritto preoccupato.

L’ultima segnalazione presso la rocca di Spoleto

Non tutto è perduto e qualcosa, per fortuna, sembra si stia muovendo. A poche ore dall’appello social, Frassica ha infatti pubblicato un secondo post, scrivendo: «Aggiornamento: ultimo avvistamento ieri notte (ndr tra il 26 e il 27 settembre) nei pressi del giro della rocca a Spoleto». La speranza, insomma, è l’ultima a morire. E chi riuscirà ad aiutare l’attore si porterà a casa una somma non indifferente.

Shrek, la casa nella palude è su Airbnb: come prenotarla

Ottime notizie in arrivo per gli inguaribili sognatori e gli appassionati di cartoon. È disponibile su Airbnb la casa di Shrek, la residenza del celebre orco protagonista della fortunatissima serie di irriverenti film d’animazione.

Tutti i dettagli sulla casa di Shrek su Airbnb

Sarà possibile prenotare questa abitazione così particolare soltanto per due notti, dal 27 al 29 ottobre, per di più gratuitamente, in occasione delle festività di Halloween. Si tratta di un’occasione unica che potrà essere sfruttata soltanto dai fortunati che riusciranno ad aggiudicarsi il soggiorno partecipando all’iniziativa lanciata da Airnbnb dalle 19.00 del 13 ottobre su airbnb.com/shrek.  I vincitori dovranno solo arrivare in Scozia, dove si trova la residenza. Per il resto potranno godersi due giorni indimenticabili senza spendere un centesimo.

La casa è situata sulle colline delle Highlands scozzesi ed è circondata da un laghetto paludoso. È costruita con tronchi e rami d’albero e può ospitare fino a tre persone. Per l’occasione, l’azienda si è affidata a un portavoce d’eccezione come Ciuchino, il simpatico asino parlante del cartone animato, che ha così invitato i potenziali occupanti: «La palude di Shrek è incantevole, semplicemente bellissima. È il luogo perfetto per intrattenere gli ospiti. Sai qual è la cosa che mi piace di più? Tutto, dal paesaggio incolto agli interni modesti, fino alle rocce! Non vedo l’ora che gli ospiti possano scoprire questa fangosa fetta di paradiso». Airbnb ha inoltre precisato: «Questo soggiorno di due notti non è un concorso. Si invitano gli ospiti a notare che il bagno si trova a 20 metri dall’alloggio principale, in una dependance. La casa è di proprietà e gestita in modo indipendente da Ardverikie Estate». Qui le immagini del suggestivo alloggio.

L’iniziativa benefica

L’azienda ha deciso di concedere questa opportunità ai suoi clienti per un motivo nobile. Per l’occasione, infatti, Airbnb effettuerà una donazione una tantum all’ente di beneficenza Hopscotch Children’s Charity, che offre ai bambini scozzesi più vulnerabili e sfortunati la possibilità di intraprendere viaggi educativi e dinamici.

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