Neuralink di Elon Musk recluta volontari per l’impianto cerebrale

Neuralink, la startup di neurotecnologia di Elon Musk, ha avviato il reclutamento di pazienti per l’impianto cerebrale. Come ha riportato Reuters, la società è alla ricerca di soggetti con quadriplegia dovuta a lesione verticale del midollo spinale o SLA maggiori di 22 anni e con un «caregiver coerente e affidabile» in grado di contribuire alla ricerca. Lo studio PRIME, questo il nome del test, durerà sei anni e si articolerà in tre diverse fasi che culmineranno con l’impianto di un’interfaccia cervello-computer. Già a maggio, dopo aver ottenuto l’approvazione della Food and Drug Administration (Fda) statunitense, Elon Musk aveva annunciato grandi ambizioni per la sua Neuralink. Spera infatti di poter migliorare il trattamento, fra gli altri, di depressione, autismo e schizofrenia. Non è ancora chiaro quanti pazienti saranno coinvolti nella ricerca.

Neuralink, come si articoleranno le fasi dello studio PRIME

La sperimentazione umana dei chip cerebrali di Neuralink avrà tre scopi principali. Dapprima si procederà con un test dell’impianto N1, il sistema che collega il cervello a un computer. In seguito bisognerà studiare anche il robot R1, il macchinario chirurgico responsabile dell’operazione sul paziente. Infine, gli scienziati dovranno approvare il funzionamento della N1 User App, il software che tradurrà i segnali cerebrali in codici per azionare il computer. The Verge ha poi anche anticipato gli step della ricerca. Nei primi 18 mesi dello studio, avranno luogo nove visite specialistiche sui pazienti da parte degli esperti di Neuralink. Solo in seguito, dopo l’operazione, parteciperanno a sessioni di ricerca da due ore a settimana per familiarizzare con gli strumenti a loro disposizione. Seguiranno infine altri 20 incontri nei successivi cinque anni.

La sperimentazione si rivolge a soggetti affetti da Sla o paralizzati. Così Neuralink spera di impiantare un chip nel cervello umano.
Un esempio dell’app di Neuralink per l’impianto cerebrale (Neuralink, X).

Sul sito ufficiale della società è inoltre disponibile un registro dei pazienti, cui possono iscriversi liberamente tutti i cittadini maggiorenni che soffrono di paraplegia, perdita della vista o dell’udito, incapacità di parlare e grave amputazione di un arto. «Potresti trarre vantaggio dalla ricerca e da prodotti commerciali futuri», ha spiegato Neuralink in un comunicato ufficiale. Fra queste, anche lo studio PRIME, acronimo per Precise Robotically Implanted Brain-Computer Interface. «Sarà la prima ricerca nel suo genere a essere condotta su pazienti umani e potrebbe aiutarci a essere più sicuri ed efficaci nell’impianto». Riscontrata l’idoneità di un paziente per lo studio, si procederà con la convocazione negli uffici per iniziare a discutere i processi.

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Il progetto di Elon Musk per un computer cerebrale onnicomprensivo

Sebbene possa rivoluzionare la ricerca nella medicina, lo studio PRIME di Neuralink è ancora ben lontano dai progetti più ambiziosi del suo fondatore Elon Musk. Il miliardario e patron di X, Tesla e SpaceX infatti non ha mai nascosto il suo desiderio di dare vita a un computer cerebrale onnicomprensivo in grado non solo di aiutare un paziente nella riabilitazione, ma di migliorare la vita di tutti i cittadini. Come ha riportato The Verge nel 2020, oltre a trattare le patologie cerebrali Musk è certo di poter rendere possibili telepatia o interazioni fra cervello umano e intelligenza artificiale. Obiettivi però decisamente fuori portata. Gli esperti hanno persino predicato pazienza anche per lo studio PRIME. Anche se dovesse superare tutti i test attuali, per l’autorizzazione a un utilizzo commerciale occorreranno almeno altri 10 anni di ricerca.

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