Alla fine dopo l’indignazione e le polemiche è arrivata la querela. Arianna Meloni, sorella della premier, ha querelato Mario Natangelo per la vignetta pubblicata sul Fatto quotidiano il 20 aprile scorso sulla ‘sostituzione etnica‘ evocata da suo marito, il ministro all’Agricoltura e alla sovranità alimentare Francesco Lollobrigida. A darne notizia, venerdì 4 agosto, è il quotidiano diretto da Marco Travaglio. Duro il commento del Cdr che definisce la decisione «grottesca e pericolosa». «Non è il primo politico che vuole limitare la libertà di satira, ma dovrebbe sapere che è proprio la sua indiscussa utilità sociale e politica a giustificare una soglia di libertà più larga rispetto a ogni altro genere espressivo, come da consolidata giurisprudenza», si legge nel comunicato della redazione. «Siamo sicuri che la magistratura escluderà qualsiasi reato. A Natangelo va tutta la solidarietà dei colleghi del Fatto Quotidiano. Non ci faremo certo intimidire da questa incredibile iniziativa».
L’Odg aveva archiviato il processo disciplinare a carico di Natangelo
«Dopo il procedimento disciplinare avviato a maggio dall’Ordine dei Giornalisti per la stessa vignetta (“sessista e disgustosa” le parole del presidente) – archiviato con molte scuse a giugno grazie al lavoro delle avvocate che mi hanno difeso – adesso si apre un nuovo capitolo», ha scritto Natangelo sui social. «Come già nei mesi scorsi, voglio ringraziare i lettori che mi seguono e i colleghi del Fatto per il sostegno e la libertà ribaditi anche in questa occasione. Per conto mio continuerò a non commentare la vicenda: preferisco che a parlare per me, e per gli altri cento da educare, siano solo i miei disegni. E i miei legali».
Andrea Di Maria, nato a Polla (Campania) il 19 aprile 1984, è un attore italiano. Nella sua carriera si è sempre dedicato al teatro, al cinema e alla televisione, iniziando a recitare sul palco con la compagnia di Mario Scarpetta.
Andrea Di Maria: biografia e carriera
Nel 2008 ha cominciato a lavorare in diversi spettacoli teatrali e poi in produzioni cinematografiche con Vincenzo Salemme. Il debutto sul grande schermo è stato con il film di Francesca Comencini Lo spazio bianco(2009), seguito dalla pellicola Impepata di nozze – Sposarsi al sud è tutta un’altra storia…, regia di Paolo Caiazzo e Angelo Antonucci (2011). Nello stesso anno ha recitato in tv nella serie La nuova squadra (2011). Nel 2014 ha preso parte al primo film con Salemme, …E fuori nevica!, seguito da Torneranno i prati di Ermanno Olmi (2014) e Babbo Natale non viene da Nord, regia di Maurizio Casagrande (2015). Nello stesso anno ha partecipato alle miniserie tv Il sindaco pescatore (2015) e Lampedusa – Dall’orizzonte in poi (2015).
Nel frattempo, assieme a un gruppo di attori napoletani e originari di Sala Consilina, paese dove è cresciuto, ha avviato la web serie Casa Surace, incentrata sulle peculiarità e le differenze di abitudini fra Nord e Sud Italia. Dal 2017 al 2021 ha recitato in Gomorra – La serie e al cinema ha interpretato alcuni ruoli in film come Una questione privata, regia di Paolo e Vittorio Taviani (2017), Una festa esagerata, regia di Vincenzo Salemme (2018) e il più recente 7 ore per farti innamorare, regia di Giampaolo Morelli (2020).
Andrea Di Maria: la vita privata
Della vita privata dell’attore si sa poco. Alla trasmissione Rai Ciao Maschio, l’attore ha parlato della fidanzata Fernanda, che ha 27 anni, undici in meno di lui, dicendo che fa l’attrice.
Respinti dalla polizia francese, senza assistenza adeguata in Italia. È il destino di migliaia di migranti che cercano di passare la frontiera di Ventimiglia, secondo quanto denuncia il rapporto di Medici senza frontiere «Vietato Passare – La sfida quotidiana delle persone in transito respinte e bloccate alla frontiera franco-italiana», presentato venerdì 4 agosto. Tra i «rifiutati» ci sono anche persone vulnerabili, come minori non accompagnati, donne incinte o con bambini, anziani e individui con patologie mediche.
Più di un terzo dei migranti dichiara di essere respinto
Tra i 320 pazienti visitati dalla clinica mobile di Msf nell’area di Ventimiglia tra febbraio e giugno di quest’anno e le 684 persone in transito che hanno partecipato ad attività di promozione della salute e orientamento ai servizi socio-sanitari, l’80% ha dichiarato di aver tentato più di una volta di raggiungere la Francia e di essere stato respinto. Più di un terzo dei 48 minori non accompagnati assistiti da Msf ha riferito di essere stato respinto, mentre diverse persone hanno raccontato di essere state detenute arbitrariamente dalla polizia francese e trattenute in container durante la notte, in condizioni di promiscuità e senza alcuna protezione specifica per donne e minori. Secondo quanto riferito al team medico, nelle notti trascorse nei container non sempre sono stati forniti cibo e acqua, l’assistenza medica è stata spesso negata, i servizi igienici ritenuti inadeguati e le persone sono state costrette a dormire a terra in spazi ridotti e spesso sovraffollati. Inoltre, solo nella prima metà dell’anno, Msf ha registrato almeno quattro casi di separazione familiare durante i respingimenti.
Il Cremlino recintato con un filo spinato. La cattedrale di San Basilio dietro una staccionata. Il presidente Vladimir Putin fra le tombe dei militari oppure un’esplosione nucleare che brilla nei suoi occhi. Sono soltanto alcuni dei fotomontaggi creati e pubblicati sui social dal GM_Collage, collettivo di artisti che raccontano con coraggio le ipocrisie e le contraddizioni della Russia. Contattati dal Moscow Times, hanno preferito non rivelare nulla circa la loro identità se non che sono originari della Bielorussia e vivono ora in Georgia. Ecco le immagini più significative dal loro account Instagram, che conta poco meno di 900 follower.
Fra i fotomontaggi più significativi c’è quello di un camion che, portando un missile atomico, attraversa un cimitero russo. Spiccano anche i corvi, appollaiati sulle croci ortodosse in legno.
«La felicità non è così lontana», si legge invece in un’installazione artistica nella città di Perm, nella Russia orientale, su cui pende una ghigliottina insanguinata. Come per altri post, nella didascalia sono presenti gli hashtag #stopputin e #terrorussia.
Un altro fotomontaggio presenta la cattedrale di San Basilio di Mosca dietro una staccionata in legno, su cui campeggia l’enorme scritta «I simboli sono stati eliminati, ma i problemi restano».
Sul profilo Instagram del collettivo GM_Collage è possibile ritrovare anche un fotomontaggio che ritrae il Cremlino recintato dal filo spinato tipico delle prigioni. Fra gli hashtag spiccano #stopwar e #dictator.
«No alla guerra», si legge invece nella didascalia di un post che presenta un missile russo nascosto dietro alle porte dorate del Cremlino. Alla loro apertura, invece del presidente Putin, sbuca una bomba piantata nel manto stradale di fronte a un palazzo in Ucraina.
Due marinai americani sono stati arrestati con l’accusa di spionaggio per conto della Cina. La notizia rilanciata dai media americani arriva direttamente dal dipartimento della Giustizia Usa. Entrambi sono accusati di aver trasmesso informazioni classificate sulla difesa nazionale a funzionari dell’intelligence cinese in cambio di pagamenti in contanti. I due uomini si chiamano Jinchao ‘Patrick’ Wei, un sottufficiale di 22 anni nato in Cina e diventato cittadino americano l’anno scorso, e l’ufficiale Wenheng Zhao. Entrambi da mercoledì sono sotto la custodia dell’Fbi.
Foto di mezzi militari e programmi d’intervento nell’Indopacifico: le informazioni trasmesse alla Cina
I due marinai erano stati intercettati ed accusati in circostanze differenti. Solo in un secondo momento le indagini hanno chiarito che le operazioni erano collegate tra loro. Secondo il The Guardian, Zhao è accusato di aver lavorato con il governo cinese dall’agosto del 2021 al maggio del 2023. L’uomo avrebbe condiviso i piani operativi delle esercitazioni di sicurezza dell’esercito statunitense, tra questi anche gli interventi che gli Usa intendono realizzare nell’Indopacifico. Secondo le informazioni raccolte, l’uomo avrebbe trasmesso anche foto di schemi elettrici e progetti per un sistema radar di una base statunitense a Okinawa in cambio di circa 15 mila dollari. Wei invece era in contatto diretto con un ufficiale dell’intelligence del governo cinese. Nel febbraio del 2022 fornì fotografie e video della nave su cui prestava servizio in quel momento.
Probabilmente quella presentata il primo agosto sarà la loro ultima semestrale, e forse per questo che Giovanni Gorno Tempini e Dario Scannapieco, presidente e amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti, hanno voluto presentare i conti del gruppo con una conferenza stampa e non solo con l’abituale comunicato. La relazione sull’andamento dei primi sei mesi del 2023 mette in evidenza che i conti dell’attività tradizionale di Cassa sono in ordine e che tutto procede in linea col passato: risorse impegnate a livello consolidato per 11,5 miliardi di euro, utile netto a 2,8 miliardi, in calo di 900 milioni, causa minori dividendi della partecipata Eni. Scannapieco ha tenuto molto a far sapere che le risorse impegnate sono «in forte crescita», ma in verità sono rimaste identiche allo stesso semestre del 2022. L’unica differenza è l’allocazione: nel 2022 degli 11,5 miliardi di euro, 4,2 erano stati utilizzati per l’acquisto di Autostrade per l’Italia, e 2,1 per il rifinanziamento dei mutui delle Regioni con il Mef. Evidentemente per l’ad l’aver impegnato 6,3 miliardi di euro totali per queste operazioni è qualcosa da addebitare ai desiderata del suo azionista governo di cui avrebbe fatto volentieri a meno. La raccolta postale e da altre fonti di Cdp spa ha raggiunto i 363 miliardi di euro ed è inferiore al 2 per cento rispetto al primo semestre del 2022: tiene la prima, che pesa per ben 282 miliardi sul totale, cala del 13 per cento la raccolta dalle banche e dalla clientela e cresce quella obbligazionaria.
Scannapieco international, forse per far sapere di essere pronto per un posto alla Banca Mondiale
Tra gli aspetti positivi, Scannapieco sottolinea che Cdp è «sempre più internazionale» e che agisce per «un percorso di crescita condiviso con gli altri protagonisti dello scenario globale». E a supporto della sua tesi cita il collocamento di un green bond e uno di yankee bond a New York per un totale di 1 miliardo di euro. Oltre al fatto di aver aperto una sede a Bruxelles. Per qualche osservatore è un po’ poco per definirsi internazionale; anche perché la primaria vocazione d Cdp è fare operazioni in Italia per aiutare lo sviluppo del suo sistema economico. Ma evidentemente il banchiere vuole far sapere di essere pronto per un incarico alla Banca Mondiale a Washington. Il posto che aveva prima di arrivare in via Goito, vice presidente della Bei, è stato infatti riservato all’ex ministro dell’Economia Daniele Franco, draghiano di ferro come lui. Per il resto il comunicato registra calma piatta. Soprattutto per quel che riguarda la vendita di aziende partecipate (in Cdp la chiamano rotazione degli investimenti) che Scannapieco aveva ipotizzato, seguendo l’invito di Draghi e soprattutto del suo consigliere economico Francesco Giavazzi.
Le Partecipazioni difficili di Cdp
Durante la conferenza stampa, incalzato dalle domande dei giornalisti presenti, ha parlato anche del comparto equity di Cassa, cioè delle partecipazioni in società, quotate e non, e in Sgr che investono attraverso alcuni fondi in aziende. Partecipazioni che valgono circa 38 miliardi di euro, 33 dei quali nel capitale di aziende che operano in diversi settori: dall’alberghiero all’energia, dalle autostrade alle costruzioni, dall’informatica ai pagamenti. Non essendo un manager industriale, Scannapieco si avvale di specialisti; ciò significa che Cdp dipende da amministratori delegati scelti di volta in volta per gestire strategia e operatività delle controllate.
Il cambio di rotta sulla Rete unica
L’ad ha parlato di tlc, una vera croce per l’ente cui fa capo la maggioranza assoluta della disastrata Open Fiber e il 9 per cento di Tim. La sua posizione, che ha sorpreso gli analisti, immagina un Paese con una sola rete di telecomunicazioni, lasciando che la concorrenza si sviluppi nei servizi. Cioè esattamente il contrario di quello che sosteneva a fine 2022, quando Meloni si era appena insediata a Palazzo Chigi ma già in campagna elettorale parlava di rete unica come una priorità. Allora il numero uno di via Goito aveva fatto filtrare sui giornali che Cdp non aveva soldi per assecondare i desiderata del governo (secondo lui li aveva tutti spesi il suo predecessore, Fabrizio Palermo). E che l’Antitrust europeo avrebbe rigettato l’idea della rete unica in Italia. Sarà che solo gli stupidi non cambiano idea, sta di fatto che ora Scannapieco mostra di volersi impegnare per convincere l’Europa che la rete unica è ottimale assetto per le telecomunicazioni italiane. Un cambiamento di rotta dovuto in parte a un forte spirito di adattamento al nuovo governo, in parte dal grande debito di Open Fiber e dalle sue continue necessità di capitali per rispettare gli impegni a costruire la seconda rete italiana in fibra ottica. Open Fiber ha già approvato a marzo 2023 un aumento di capitale da 375 milioni di euro per ottemperare al vincolo del debito imposto dalle banche, aumento che per il 60 per cento peserà proprio sul suo azionista di controllo Cdp. Prossimamente altri ne seguiranno, visto che la società ha necessità di costruire una rete estesa in luoghi non proprio redditizi. E pur godendo di benefici pubblici in quanto vincitore delle gare, il denaro non basta mai. Come interrompere questa continua emorragia di soldi? Spingendo appunto alla fusione tra Tim e Open Fiber. Peccato che ora, dopo che la sua offerta in cordata col fondo Mcquarie per rilevare la rete della prima è stata giudicata insoddisfacente, a trattare con l’ex monopolista è rimasto Kkr. Riuscirà di qui a fine settembre, quando scade l’esclusiva concessa al fondo americano, a rientrare in partita?
La croce di Ansaldo Energia
Altro dossier che problematico per Scannapieco quello di Ansaldo Energia. L’azienda è in gravi difficoltà derivanti dalla mancanza di ordini. Il mercato delle turbine a gas è fermo e in quel poco che si muove i concorrenti sono stati più lesti ad accaparrarsi le commesse. Cdp ha in portafoglio l’88 per cento del gruppo ed entro l’inizio del 2024 salirà al 99 per cento per effetto dell’aumento di capitale di circa 580 milioni di euro che il secondo azionista, i cinesi di Shanghai Electric, ha fatto sapere di non sottoscrivere. Da pochi mesi Ansaldo Energia ha un nuovo amministratore delegato, Fabrizio Fabbri, dopo che il precedente, Giuseppe Marino, ha sbattuto la porta ritornando a Hitachi Rail. Fabbri ha presentato un piano triennale basato su nuove commesse di turbine, anche grazie alla flessibilità delle nuove macchine a bruciare non solo il metano ma anche in parte l’idrogeno, e al nuovo impulso del business del nucleare. Il Piano, presentato a giugno 2023, secondo alcuni esperti del settore è fortemente a rischio per svariati motivi: Ansaldo dovrebbe prendere molti più ordini (15 turbine all’anno per i prossimi tre anni) rispetto al suo recente andamento storico, le nuove turbine che funzionano anche a idrogeno sono comunque inquinanti in quanto il propellente è oggi prodotto principalmente da fonti fossili, il business del nucleare è molto di là da venire, anche se tre mesi fa Ansaldo Nucleare ha firmato un accordo di collaborazione con il gigante francese EDF, l’unico che sta investendo nelle nuove tecnologie dell’atomo.
Nexi amari
Tra le partecipazioni che danno problemi c’è anche Nexi, la fintech europea guidata da Paolo Bertoluzzo. Qui i problemi non derivano dal bilancio della società (cresce e fa utili, anche se ha un debito monstre di 5,4 miliardi di euro) ma dall’andamento del titolo in Borsa, tanto che Cdp ha dovuto svalutare nel bilancio 2022 la partecipazione nella società. Da quando la fusione con Sia e Nets è stata annunciata il titolo è passato dai 19 euro del luglio del 2021 ai 7 di gran parte del 2022 e di tutto il 2023. E nel giorno di presentazione dell’ultima semestrale, a inizio di agosto, il titolo è precipitato del 7 per cento, e l’indomani di un altro 3 per cento, pur presentando ebitda in crescita del 10 per cento e una guidance in linea con quanto comunicato precedentemente. Da fine 2022, il management della società, per cercare di risollevare il titolo, ha fatto trapelare vari indizi su potenziali accordi; il primo lo scorso 2022, attraverso le pagine del Corriere della Sera, su un’intesa strategica con l’Unicredit di Andrea Orcel; a oggi nulla è avvenuto, ma soprattutto nei primi sei mesi del 2023 sono partite da Unicredit a Nexi tre lettere pesantissime sull’inefficienza operative del servizio che dovrebbe dare alla Banca. Poi a giugno, attraverso La Repubblica, Nexi ha rivelato di voler vendere attività in Germania e in Nord Europa (la cessione del solo asset tedesco è stata confermata come prossima anche durante la conference con gli analisti di inizio agosto). Poi a fine luglio, in risposta alla perdita di un importante cliente italiano (la Bpm di Giuseppe Castagna, che ha preferito fare una società con BCC Pay, presieduta da Massimo Arrighetti, per il business della monetica) ha informalmente comunicato, sempre attraverso il Corriere della Sera, che era in procinto di vendere a F2i gli asset relativi alla rete nazionale interbancaria (Rni) che ospita i flussi dispositivi e informativi di istituti bancari italiani, Poste e altri attori finanziari. La rete dovrebbe essere valutata poco meno di un miliardo di euro, e i soldi serviranno per diminuire l’importante debito di Nexi.
Insomma, pur cercando di dare segnali positivi per abbassare il debito anche al fine di iniziare a dare dividendi, gli investitori di Borsa mostrano di non credere alla strategia di Bertoluzzo e del suo fidato cfo Bernardo Mingrone, da circa un anno nominato anche amministratore delegato di Nexi Payments. I grandi soci (Cdp, Bain Advent, ecc) non hanno ancora ufficialmente aperto al cambio del vertice aziendale, ma molti di questi, in particolare quelli internazionali, a eccezione di Bain, esprimono fortissimo malumore e spingono perché ciò avvenga. Cdp, che possiede il 13,9 per cento con una partecipazione molto più influente di quel che il numero dice, sta alla finestra, ma non nasconde la sua irritazione verso il vertice di Nexi, voluto dal grillino Riccardo Fraccaro, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri durante il governo Conte. C’è un altro segnale che dovrebbe far riflettere gli azionisti. Cioè, l’atteggiamento della Banca d’Italia che, nonostante le pressioni fatte da Nexi nel tentativo di ostacolare l’operazione tra Bpm e Bcc Pay, alla fine ha dato via libera, accordando maggiore fiducia a Castagna, un banchiere che porta risultati e che gestisce attentamente la banca, piuttosto che a Bertoluzzo, neofita del mondo bancario nel quale approdò nel 2016 dal mondo della telefonia.
Come ogni anno, anche nel 2023 l’Inps ha provveduto a pubblicare il bando di concorso per l’erogazione di un contributo economico per la nascita o l’adozione di figli avvenute nel 2022. Si tratta del cosiddetto bonus cicogna, che è riservato a dipendenti di Poste Italiane, ai dipendenti iscritti alla Gestione Postelegrafonici e ai pensionati già dipendenti ex Ipost. La misura si sostanzia nel conferimento di un contributo di 500 euro, con la domanda che può essere presentata sul portale di riferimento dell’Inps a partire dal 1° agosto e fino alla scadenza del 31 ottobre 2023.
Bonus cicogna 2023: a chi spetta
Come si diceva, il bonus cicogna è destinato ai dipendenti e ai pensionati Inps, ma ci sono anche altri soggetti che possono richiederlo. Si tratta, nello specifico:
del coniuge del titolare, se quest’ultimo è deceduto;
del coniuge del titolare che ha perso la responsabilità genitoriale;
del genitore non coniugato con il titolare della prestazione, sempre se vi è un caso di decesso o di decadimento della responsabilità genitoriale;
del tutore del figlio o dell’orfano del titolare della prestazione.
Bonus cicogna 2023: come fare domanda
Per poter ottenere il bonus cicogna 2023 è necessario che gli aventi diritto presentino regolare domanda. Questa può essere inviata solo online attraverso il portale dedicato messo a disposizione dall’Inps. Una volta giunti sul sito sarà necessario accedere utilizzando le proprie credenziali Spid, Cie (Carta di identità elettronica) o Cns (Carta nazionale dei servizi) e cliccare sulla voce «Inserisci nuova domanda». Inoltre, per poter effettuare la domanda è necessario essere iscritti sul sito dell’Inps. Per chi non lo fosse, è possibile seguire l’iter delineato dall’Istituto nelle linee guida della misura. Bisognerà poi essere in possesso di una valida Dsu, Dichiarazione sostitutiva unica, necessaria per la determinazione dell’Isee. Si sottolinea infine che, in caso di più beneficiari, sarà necessario presentare una domanda diversa per ciascuno di essi.
Notte di sbarchi a Lampedusa dove, dopo il soccorso di 20 barchini, sono approdati 791 migranti, fra cui donne e minori. Giovedì 3 agosto, sull’isola, in 24 ore, gli sbarchi erano stati 38, con un totale di 1.377 persone.
A bordo da un minimo di 6 a un massimo di 70 persone
Ad agganciare le carrette, con a bordo da un minimo di 6 persone ed un massimo di 70, sono state le motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza, ma anche i natanti di Open Arms, che ha trasbordato 70 nordafricani, e della Ong Astral che ha soccorso tre gruppi di 41, 51 e 42 migranti, lasciando alla deriva le imbarcazioni usate per i viaggi. Secondo quanto raccontato dai migranti, originari di Burkina Faso, Camerun, Nigeria, Costa d’Avorio, Gambia, Guinea, Mali, Tunisia e Senegal, 17 traversate sono partite da Sfax, le altre da Sidi Man Sour, Monastir e Sidi Ahmed, in Tunisia.
In Ucraina torna la rivista Playboy. Dopo aver pubblicato solo edizioni online dall’inizio dell’invasione russa, lo storico magazine è tornato con il primo numero stampato dal febbraio 2022. In copertina c’è la modella Iryna Bilotserkovets, conduttrice televisiva ferita durante un attacco a Kyiv il primo marzo 2022, pochi giorni dopo l’inizio della guerra. In posa con un bikini di metallo, porta anche una benda sull’occhio sinistro, colpito da un raid dell’esercito di Mosca. «Non ho più un bel volto, ma il resto del mio corpo è bellissimo», ha dichiarato sul sito ufficiale di Playboy. Volto principale dell’edizione Women Stay Strong del magazine, è anche un simbolo della resistenza ucraina. «È la storia di un’incredibile sete di vita», si legge sui social della rivista. «Dedicata alla resilienza delle donne ferite su larga scala».
Iryna Bilotserkovets, chi è la modella ucraina sulla copertina di Playboy
Moglie di un collaboratore del sindaco di Kyiv Vitali Klitschko, Iryna Bilotserkovets era in auto con i suoi tre figli a scuola quando è rimasta coinvolta in un raid aereo russo sulla capitale. «Ricordo solo un dolore forte alla testa», ha raccontato la modella nell’intervista sul magazine. «Ho avuto appena il tempo di rallentare». Immediato il trasferimento in una clinica di Berlino dove è stata sottoposta per un mese a cure d’urgenza e chirurgia ricostruttiva del volto. «I medici in Ucraina mi dissero che non ce l’avrei fatta», ha raccontato Bilotserkovets. «Io però non ero d’accordo». Sebbene si sia ripresa completamente, porta ancora oggi sul proprio corpo i segni e le ferite di quel giorno. Ha perso infatti l’uso dell’occhio sinistro, che ha deciso di coprire con una benda a forma di cuore e in metallo, come il bikini che indossa sulla copertina di Playboy.
Traumatico il suo primo sguardo davanti allo specchio dopo l’operazione. «Ero senza un occhio, con tubi che sporgevano da tutte le parti e i capelli rasati per l’intervento chirurgico», ha ricordato sul magazine Playboy. «Punti, cicatrici e ferite ovunque. La mia mascella era frantumata, come un ramoscello. Ero come il mostro di Frankenstein ma non si trattava di preservare la mia bellezza, dovevo sopravvivere». Nonostante tutto, però, Iryna Bilotserkovets non si è mai data per vinta e ha deciso di tornare in copertina per mostrare alle donne e a tutti i cittadini dell’Ucraina che non bisogna mai arrendersi. Ora lavora per le forze culturali del Paese, organizzando eventi per le truppe al fronte.
Stasera 4 agosto 2023 alle ore 21.10 andrà in onda il film Il grande uno rosso sul canale Rai Movie. La pellicola è stata diretta dal regista Samuel Fuller che si è occupato di scrivere anche il soggetto e la sceneggiatura. Nel cast ci sono Lee Marvin, Mark Hamill, Robert Carradine e Bobby Di Cicco.
Il grande uno rosso, trama e cast del film in onda stasera 4 agosto 2023 su Rai Movie
La trama racconta la storia dell’eroico sergente Possum (Lee Marvin), un veterano della Prima guerra mondiale che è deciso nel combattere anche nella Seconda insieme ad altri quattro soldati, Griff (Mark Hamill), Zab (Robert Carradine), Vinci (Bobby Di Cicco) e Johnson (Kelly Ward). I cinque si muovono compatti e uniti terrorizzando i nemici, e combattono senza tregua dalla Tunisia alla Sicilia e dalla Normandia al Belgio. La loro fama è impareggiabile e, sotto il comando del sergente Possum, la squadra lavora instancabilmente per porre fine alla guerra. Riesce addirittura a superare le innevate Ardenne, un traguardo che pochi avevano raggiunto.
Tuttavia, qualcosa cambia quando i cinque arrivano in Cecoslovacchia. Possum viene infatti colpito dai campi di concentramento nazisti che risvegliano in lui dei traumatici ricordi e riaprono delle ferite del passato. Comunque, l’uomo tiene a bada i suoi vecchi pensieri e spara a un uomo tedesco che vede sul suo cammino nonostante la guerra sia finita. Cercherà poi di rimediare a questo gesto e compirà un’azione che per i suoi uomini è davvero inaspettata.
Il grande uno rosso, 5 curiosità sul film
Il grande uno rosso, l’esperienza diretta del regista
Il regista Samuel Fuller combattè nel corso della Seconda guerra mondiale. Gran parte delle scene vennero girate secondo i ricordi di Fuller che aveva vissuto in prima persona gli orrori della guerra, combattendo in Nordafrica, Sicilia, Belgio e Normandia, dove partecipò come tenente al D-Day. Per questa ragione il film ha un’impronta realistica e verosimile.
Il grande uno rosso, l’imbarazzo provocato per le riprese
Gran parte delle riprese furono svolte in Israele. Fuller ha spiegato che girare delle scene fu imbarazzante perché c’erano attori e comparse vestiti come membri delle SS. Ciò provocò alcuni disagi anche perché fu strano vedere un attimo dopo persone ebree interagire con attori vestiti in quel modo.
Il grande uno rosso, la critica contro Lee Marvin
Molti critici dopo il debutto criticarono Lee Marvin. Infatti, per loro Marvin era troppo vecchio, all’epoca aveva 58 anni, per interpretare un sergente dell’esercito. Tuttavia, l’attore diede il meglio di sé e per alcuni questa è la migliore interpretazione della sua carriera.
Il grande uno rosso, il progetto originale di Fuller
Fuller inizialmente consegnò alla produzione un progetto dalla durata di 4 ore. Tuttavia, per la produzione questa durata era improponibile nei cinema e il regista fu costretto a rivedere i suoi piani. Alla fine si optò per una durata di 113 minuti.
Il grande uno rosso, la produzione preferì un attore per uno specifico ruolo
Inizialmente, il ruolo del soldato Griff era stato affidato a Robert Carradine. Quando la produzione seppe però che poteva ingaggiare Mark Hamill, fresco del successo ricevuto con Guerre Stellari, decise di dargli il ruolo. A Carradine allora venne affidata la parte del soldato Zab.
Un serial killer reo confesso, condannato per aver ucciso sua moglie e un’altra donna, è stato giustiziato venerdì 4 agosto con un’iniezione letale in Florida. Lo riferiscono i media americani. È il quinto detenuto giustiziato in Florida nel 2023. Dall’inizio dell’anno in tutti gli Stati Uniti ce ne sono state 17.
Condannato a morte nel 1997 per l’omicidio di Patricia Miller
James Barnes, 61 anni, stava scontando l’ergastolo per l’omicidio del 1997 di sua moglie, Linda, quando ha confessato lo stupro e l’omicidio nel 1988 di Patricia Miller, un’infermiera di 41 anni. È stato condannato a morte nel 2007 per l’omicidio di quest’ultima. Intervistato dal regista tedesco Werner Herzog per una serie televisiva del 2012 intitolata On Death Row ha confessato altri due omicidi per i quali non è mai stato accusato. Alla fine di luglio, la Conferenza dei vescovi cattolici della Florida ha esortato, invano, il governatore Ron DeSantis a sospendere l’esecuzione di Barnes.
Per venerdì 4 agosto la Protezione civile ha emesso gli avvisi di maltempo per l’arrivo di una forte perturbazione atlantica. Il Ciclone Circe colpirà l’Italia da Nord a Sud portando forti temporali, vento e freddo. È allerta arancione in Lombardia e nelle Marche, gialla su quasi tutto il Nord e il Centro. Escluse soltanto Valle d’Aosta, Piemonte occidentale e Toscana centro-settentrionale. Al sud, invece, il maltempo arriva sabato 5 agosto. Dalla prossima settimana, invece, ritorna il caldo con l’anticiclone africano che riprenderà forza. Il picco è previsto mercoledì, quando le temperature massime potranno di nuovo raggiungere i 38 gradi nelle regioni centrali e 35 nelle pianure del Nord.
Dodici regioni interessate dal primo ciclone di agosto
Sono dodici su venti le regioni italiane interessate dal primo ciclone di agosto, che di solito è atteso dopo la metà del mese. Per questo il Comune di Milano ha disposto la chiusura di parchi, aree verdi e cimiteri e sospeso i mercati nelle vie con alberi. L’allarme, infatti, è anche per la formazione di supercelle temporalesche, capaci di scatenare le grandinate. Gli intensi venti improvvisi di discesa (downburst) possono causare, come accaduto la scorsa settimana, tetti scoperchiati, alberi caduti e vittime. Le zone a maggiore rischio di supercelle sono le pianure e l’area pedemontana di Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia. È qui che avviene il contatto tra l’aria fredda nordeuropea e quella riscaldata nelle precedenti settimane dall’anticiclone africano. In questi territori possono registrarsi anche grandinate con chicchi medio gradi e vento.
Stasera 4 agosto 2023 alle ore 21.00 andrà in onda il film intitolato Cuori in Atlantide sul canale televisivo Iris. Si tratta di una pellicola diretta da Scott Hicks su sceneggiatura di William Goldman. All’interno del cast ci sono attori come Anthony Hopkins, Anton Yelchin, Mika Boorem e Hope Davis.
Cuori in Atlantide, trama e cast del film in onda stasera 4 agosto 2023 su Iris
La trama del film racconta la storia del 50enne Bobby Garfield (Anton Yelchin), un rinomato fotografo che è costretto a ritornare nella sua città natale per partecipare ai funerali del suo amico Sully. Una volta tornato, Bobby visita i luoghi della sua infanzia e purtroppo viene a sapere che anche la sua amica Carol (Mika Boorem) è morta qualche anno prima. A quel punto lo sconforto assale il protagonista che rivive un lungo flashback nel quale esplora la sua infanzia. Bobby, infatti, è vissuto senza un padre solo con la madre vedova Liz (Hope Davis), una donna egoista e distaccata che l’ha sempre trascurato.
Il ragazzino, all’età di 11 anni, trascorre le sue giornate in compagnia dei suoi due migliori amici: Carol, il suo primo amore, e Sully (William Rothhaar). Le giornate dell’undicenne vengono però stravolte dall’arrivo del signor Ted Brautigan (Anthony Hopkins), un uomo misterioso e solitario che decide di prendere una camera in affitto nell’edificio nel quale abita il giovane. A poco a poco, Bobby e Ted coltivano una profonda amicizia, perché l’anziano uomo dà al piccolo delle attenzioni affettuose speciali che gli sono sempre mancate. La madre non vede di buon occhio questo rapporto e ordina a Bobby di troncare l’amicizia. Inoltre, a complicare la situazione ci sono alcuni uomini che ricercano il signor Ted e vorrebbero catturarlo per sfruttare i suoi poteri speciali. Tra mille problemi, Bobby e Ted riusciranno a mantenere intatto il loro legame e il giovane imparerà delle lezioni di vita che non dimenticherà mai.
Cuori in Atlantide, 5 curiosità sul film
Cuori in Atlantide, i problemi per un attore nel girare una scena
Anton Yelchin ha avuto diversi problemi nel girare una scena con Anthony Hopkins. Infatti, a un certo punto il personaggio di Hopkins imita un peto e il personaggio di Yelchin avrebbe dovuto ridere di gusto. Tuttavia, Yelchin è cresciuto in un contesto culturale nel quale ridere a bocca aperta è un segno di maleducazione e non riusciva a eseguire la scena correttamente. Alla fine, il regista si accontentò di un sorriso abbozzato.
Cuori in Atlantide, il film tratto da una raccolta di racconti di Stephen King
Cuori in Atlantide è tratto da una raccolta di racconti di Stephen King. Il racconto sul quale si basa si chiama Uomini bassi in soprabito giallo, mentre il racconto Cuori in Atlantide è un sequel della storia che viene mostrata nel lungometraggio. Inoltre, la pellicola ha forti connessioni con la saga de La Torre Nera, una delle opere più importanti dello scrittore.
Cuori in Atlantide, l’esordio per uno dei protagonisti
Il film rappresenta l’esordio cinematografico per l’attore Anton Yelchin come protagonista. L’attore ha preso parte a diversi film nella sua carriera come Star Trek e Charlie Bartlett, prima di perdere la vita nel 2016 a 27 anni.
Cuori in Atlantide, una curiosità sui personaggi morti nel film
Nonostante il film si apra con la morte di due personaggi principali, in realtà nella pellicola non viene mostrato alcun decesso. Si tratta di un risultato unico per un lungometraggio tratto da un’opera di Stephen King.
Cuori in Atlantide, l’ispirazione di Anthony Hopkins per il suo personaggio
Anthony Hopkins ha affermato che per interpretare il personaggio di Ted Brautigan si è ispirato al suo nonno materno, al quale era molto legato.