Daily Archives: 19 Ottobre 2023

Simone Annicchiarico: età, biografia e carriera del conduttore

Simone Annicchiarico, nato a Roma l’8 agosto 1970, è un conduttore televisivo. È figlio del famoso attore Walter Chiari dell’attrice Alida Chelli.

Simone Annicchiarico: biografia e carriera

Ha debuttato in televisione nel 1995 con il programma per bambini in onda sulla Rai Arriba!!! Arriba!!!, facendo da spalla alla conduttrice Heather Parisi. Ha poi presentato La valigia dei sogni su La7, trasmissione tutta dedicata al cinema (2007-2013), per poi debuttare come attore recitando una piccola parte nel film Il nostro Messia nel 2008 e un cortometraggio insieme a Daniele Liotti. Dal dicembre 2009 fino a novembre 2013 ha lavorato per Mediaset, collaborando con la Fascino PGT di Maria De Filippi come presentatore. A dicembre 2009 ha condotto, nel sabato sera di Canale 5, la puntata pilota di Italia’s Got Talent. Grazie agli alti ascolti raggiunti, nella primavera 2010 ha continuato a condurre il programma al fianco di Geppi Cucciari, ottenendo buoni ascolti. Sempre quell’anno il conduttore è ritornato in Rai, per condurre il programma in seconda serata Tv Mania.

Simone Annicchiarico, tra carriera e vita privata
Simone Annicchiarico (Facebook).

Nella primavera 2011, sempre con Geppi Cucciari, ha condotto la seconda edizione di IGT, così come l’anno seguente, affiancato da Belén Rodríguez, conducendo anche la quarta edizione e la quinta nell’autunno 2013. A luglio 2013 ha condotto insieme ad Alessia Marcuzzi il Summer Festival 2013, prodotto dalla Fascino PGT. Nel gennaio 2014 ha lasciato Mediaset poiché i diritti esclusivi di realizzazione di Italia’s Got Talent sono passati a Sky Italia.

Simone Annicchiarico: la vita privata

Il conduttore è una persona molto riservata, pertanto non si sa se sia sposato, fidanzato o single. In passato gli erano stati attribuiti dei flirt con le colleghe Belen Rodriguez e Alessia Marcuzzi.

La volta buona con Caterina Balivo: ospiti e anticipazioni del 19 ottobre 2023

Penultimo appuntamento settimanale con la trasmissione di Rai 1 La volta buona, in onda dalle 14.00 alle 16.00 e condotta da Caterina Balivo. Gli ospiti di giovedì 19 ottobre sono Simone Annicchiarico e Anna Foglietta. Durante il programma non mancheranno giochi, intrattenimento, ma anche storie di vita comune.

Chi è Simone Annicchiarico

Figlio d’arte (i genitori sono Walter Chiari e Alida Chelli), ha debuttato in televisione nel 1995 nel programma per bambini Arriba!!! Arriba!!! facendo da spalla alla conduttrice Heather Parisi. Ha poi esordito come conduttore su La7 con il programma La valigia dei sogni, fino al 2013. Nel 2009 ha presentato la prima puntata di Italia’s Got Talent, continuando fino al 2013. Essendo una persona molto riservata, non è dato sapere se è attualmente sia fidanzato o single, ma in passato gli erano stati attribuiti flirt con le colleghe Belen Rodriguez e Alessia Marcuzzi.

La volta buona con Caterina Balivo, ospiti 19 ottobre 2023: Anna Foglietta e Simone Annicchiarico
Simone Annicchiarico e Anna Foglietta

Chi è Anna Foglietta

Famosa attrice, ha esordito in televisione recitando nella serie tv La squadra (2005-2007), mentre dal 2008 è entrata nel cast di Distretto di polizia. Ha esordito al cinema con La donna del mister, episodio di 4-4-2 – Il gioco più bello del mondo, regia di Claudio Cupellini (2006), seguito da Solo un padre di Luca Lucini. Ha ottenuto una candidatura al David di Donatello e al Nastro d’Argento per il film Nessuno mi può giudicare di Massimiliano Bruno e una seconda candidatura ai David per il suo ruolo nel film Noi e la Giulia di Edoardo Leo. Nel settembre 2020 è stata la madrina della 77esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Èsposata con il consulente finanziario Paolo Sopranzetti da cui ha avuto tre figli: Lorenzo (2011), Nora (2013) e Giulio (2014).

Striscia la notizia, il fuorionda di Giambruno con la collega: «Perché non ti ho incontrata prima?»

Il giornalista e compagno di Giorgia Meloni, Andrea Giambruno, è tornato nel mirino delle critiche dopo il servizio di Striscia la notizia di mercoledì 18 ottobre, in cui il programma di Antonio Ricci ha mostrato un fuorionda in cui il “first gentleman” si è lasciato andare a parolacce, offese allo staff e complimenti fuori luogo alla collega in studio. Il conduttore di Rete 4 è finito dunque nuovamente nel mirino dopo le uscite delle settimane precedenti su clima e violenza contro le donne.

Giambruno: «Non mi rompessero il c… col ciuffo, qua sono tutti pelati»

Nel servizio del tg satirico inizialmente si vede Giambruno lamentarsi per i commenti sui capelli: «Ma non mi rompessero il c… col ciuffo, ho 42 anni e ce li ho i capelli, qua dentro sono tutti pelati». Poi i commenti ammiccanti alla collega: «Per me l’unico giudizio che conta è quello della Viviana.. ma la bellezza di questo blu estoril», dice riferendosi al vestito indossato da Viviana Guglielmi. Che però lo corregge: «È blu Cina». «No si chiama blu estoril, blu Cina è una roba che a noi sta sul c…, una donna acculturata come te dovrebbe saperlo, blu Cina no, non ti si addice, sei di un livello superiore, meglio oggi? Sei di buon umore? Mi è dispiaciuto ieri vederti un po’.. Sembri una donna intelligentissima, ma perché non ti ho conosciuta prima?», conclude il compagno della premier. Il video della performance di “Giamburrasca“, così lo ha definito Striscia la notizia, ha creato non pochi imbarazzi, soprattutto per il modo di rivolgersi a colleghi e personale in studio (costanti anche i “controlli al pacco” davanti a tutti), ed è per questo diventato subito virale sui social.

Raffaele Langella verso il ruolo di direttore generale di Confindustria

Nuovo direttore generale di Confindustria cercasi, o forse lo si è già trovato. Nei corridoi di viale dell’Astronomia si sussurra infatti il nome di Raffaele Langella, ex ambasciatore italiano a Singapore, e ora distaccato dalla Farnesina e direttore degli Affari internazionali del sindacato degli industriali.

Raffaele Langella verso il ruolo di direttore generale di Confindustria
Raffaele Langella (Imagoeconomica).

Alla Comunicazione 18 addetti: non sono un po’ tantini?

Dopo il virulento scontro tra Carlo Bonomi e la sua dg Francesca Mariotti sulla buonuscita da attribuire alla capa della Comunicazione Alessia Magistroni (a proposito, il dipartimento in oggetto conta 18 addetti, diciamo un po’ tantini), che ha lasciato molti notabili basiti, il presidente di Confindustria, in scadenza a maggio 2024, vuol promuovere a suo numero due l’ambasciatore dell’associazione.

Mariotti è stata messa «a disposizione» dal capo del personale

Non sappiamo se del futuro possibile ruolo di Langella si sia parlato nel Comitato di presidenza in cui Bonomi ha comunicato la sua decisione di sostituire Mariotti, che nel frattempo è stata messa «a disposizione» dal capo del personale. Ma la voce si è sparsa, e molti in Confindustria si sono chiesti – piuttosto perplessi – come possa svolgere il ruolo di interlocutore e controparte del governo una persona come Langella che resta un suo dipendente in distacco.

Incendio in un museo di esplosivi ad Avigliana: pompieri al lavoro

Un incendio è divampato in un museo di esplosivi nel torinese all’alba di giovedì 19 ottobre 2023. Si tratta dell’ex Dinamitificio Nobel di via Galiniè ad Avigliana, la più importante fabbrica mondiale di esplosivi degli Anni 40 ora tra gli esempi di architettura industriale dell’inizio del secolo scorso, divenuto museo alla fine del 2002. Sul posto ci sono i vigili del fuoco e i carabinieri e al momento non risultano feriti. Per domare le fiamme sono impegnati i pompieri del comando provinciale di Torino insieme alle squadre locali di Grugliasco Allamano, Borgone Susa, Avigliana e Rivalta di Torino. La situazione viene definita sotto controllo, anche perché il rischio di esplosioni non c’è, visto che la fabbrica non produce più dal 1963, ed è coinvolta una falda del tetto. Sul posto ci sono anche i carabinieri della stazione cittadina e il sindaco Andrea Archinà.

Banca Ifis al fianco del ministero della Cultura per il restauro del murales di Banksy a Venezia

Banca Ifis rafforza il proprio impegno per la tutela e valorizzazione dell’arte accogliendo l’appello del sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi per restaurare il murales Il Bambino migrante di Banksy a Venezia. Si tratta di una delle due sole opere dell’artista presente in Italia ed è stato realizzato su una parete nelle vicinanze di Campo San Pantalon nel Sestiere Dorsoduro nella notte tra l’8 e il 9 maggio 2019. Il murales del writer inglese, uno dei maggiori esponenti della street art, si sta deteriorando per l’umidità, l’acqua alta e la salsedine.

Il presidente Fürstenberg Fassio: «Importante conservare il contenuto comunicativo veicolato dall’opera»

Queste le dichiarazioni di Ernesto Fürstenberg Fassio, presidente di Banca Ifis: «La cultura è in grado di unire passato e futuro, creando un ponte che vive nel nostro presente. Questo ponte su Banksy, oggi, lo mettiamo noi di Banca Ifis. L’intervento di conservazione e di restauro di un’opera d’arte pubblica, così importante a livello mondiale, diventa ancor più importante per la conservazione del contenuto di comunicazione che l’artista vuole veicolare attraverso la propria opera d’arte. Così come Banksy ha creato un linguaggio nuovo che arriva dritto al cuore e alla mente dei ragazzi e di tutti noi, con metafore sul mondo in cui viviamo che sono forti e spiazzanti, attraverso l’espressione di questa arte straordinaria su suolo pubblico, noi abbiamo la responsabilità nella collaborazione tra istituzioni pubbliche e private di conservare arte e cultura a Venezia». Gli ha fatto eco il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi: «A segnalarmi la fragilità del murales sono stati il sindaco di Venezia e il presidente della Regione Veneto. Mi sono attivato subito e ho ottenuto la disponibilità di una banca che coprirà le spese. Non ci interessa se l’opera abbia o no più di settant’anni, né se l’autore sia vivo e neppure se ci dia il consenso al restauro, dal momento che, tra l’altro, il murales è stato realizzato ‘illegalmente’. Mi assumo io la responsabilità dell’intervento avendo la delega sull’arte contemporanea, ed è mio compito tutelarla».

Banca Ifis al fianco del ministero della Cultura per il restauro del murales di Banksy a Venezia
Il bambino migrante di Bansky (Banca Ifis).

Nel 2023 l’istituto ha anche inaugurato il Parco internazionale di Scultura a Mestre e sostenuto la Biennale

Il restauro e la messa in sicurezza del murales di Banksy a Venezia è solo l’ultima in ordine di tempo delle iniziative di Banca Ifis in sostegno al mondo dell’arte e della cultura. Il 28 settembre 2023, l’istituto bancario ha inaugurato il Parco internazionale di Scultura presso la sede di Villa Fürstenberg a Mestre (Ve) per volontà del Presidente Ernesto Fürstenberg Fassio per celebrare il 40mo anniversario della fondazione. Il Parco, che sarà aperto gratuitamente al pubblico dalla primavera 2024, raccoglie le opere di 10 maestri dell’arte contemporanea che sono esposte negli oltre 22 ettari di verde di pregio storico che costituiscono gli spazi esterni di Villa Fürstenberg. Tra questi, spiccano nomi di primissimo piano nel panorama internazionale dell’arte contemporanea tra cui Fernando Botero, Annie Morris, Park Eun Sun, Igor Mitoraj, Manolo Valdés, Pablo Atchugarry, Pietro Consagra, Roberto Barni, Julio Larraz e Philip Colbert. Sempre nel 2023, Banca Ifis ha inoltre sostenuto la realizzazione di 21 Gallery a Villorba (TV), uno spazio dedicato all’arte contemporanea con focus particolare nei confronti dei più giovani talenti nel campo delle arti visive e che punta a sostenere cause benefiche e a creare un impatto positivo sul territorio. La Banca, infine, sostiene attivamente la Biennale di Venezia in qualità di main sponsor del Padiglione Italia che, nella sua edizione 2023, ha raccolto i principali progetti di architettura del nostro Paese.

Arte e cultura al centro del Social Impact Lab voluto dal presidente della Banca

L’arte e la cultura sono infatti due dei pilastri di Kaleidos, il Social Impact Lab fortemente voluto dal presidente di Banca Ifis per sviluppare iniziative a elevato impatto sociale in tre aree: comunità inclusive, per sostenere la crescita collettiva e la valorizzazione della diversità; cultura e territorio, per investire nella cultura come driver di sviluppo sostenibile e di inclusione; benessere delle persone, per sensibilizzare verso i temi della salute e della ricerca scientifica. Un progetto che prevede un piano di investimenti di 6 milioni di euro nel triennio 2022-24 e che, nel solo primo anno di attività, ha già visto realizzate 25 iniziative sociali. Grazie a tale approccio – a un solo anno dal lancio – Kaleidos ha vinto il Premio Areté 2023 per la Comunicazione Finanziaria Responsabile. Un riconoscimento conferito in occasione dell’11esima edizione del Salone della CSR e dell’Innovazione Sociale.

I conti Rai tra taglio del canone e possibili tagli

Ansia ai limiti del panico nei corridoi di Viale Mazzini durante tutta la giornata di lunedì 16 ottobre, tra la notizia mattutina del taglio del canone Rai da 90 a 70 euro e la precisazione serale del Mef circa l’integrazione del finanziamento alla tivù pubblica per le spese di investimento tramite la fiscalità generale. «Un casino enorme», confessava a metà giornata a Lettera43 una fonte interna di vertice. Il taglio alla fine è arrivato comunque, in virtù della spending review lineare del 5 per cento imposta anche ai ministeri, ma una cosa è perdere 20 milioni di euro, sperando peraltro di poterli in teoria compensare con l’extragettito derivante da un ulteriore abbattimento dell’evasione, un’altra sarebbe stata trovarsi di fronte a una voragine monstre da 440 milioni.

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I ricavi pubblicitari calano a 531 milioni dai 590 del 2021, mentre l’indebitamento è schizzato a 578 milioni

Scampato pericolo? In realtà lo spavento si lascia dietro una scia di dubbi e interrogativi: non tutto torna ancora con chiarezza nell’operazione, a parte che far dipendere i conti Rai in via diretta dal bilancio pubblico espone l’azienda, anno dopo anno, alle bizze del governo di turno. Come se già non fosse abbastanza pesante il giogo della politica sul cavallo di viale Mazzini. Peraltro, c’è da attendersi che la Lega e il leader Matteo Salvini, dopo i toni trionfanti per il taglio parziale alla «tassa più odiata dagli italiani», come recita un vecchio adagio, non si fermeranno e continueranno a martellare per l’eliminazione completa del canone. Dunque, dalle parti della tivù di Stato non mancano i motivi per rimanere in apprensione. Guardando il consuntivo 2022 e l’assestamento 2023, gli introiti complessivi da canone valgono 1,85 miliardi di euro e vanno tutti alla Rai tranne una quota di 110 milioni, il cosiddetto extragettito, che viene assegnato al Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione. I ricavi pubblicitari erano in calo a 531 milioni l’anno scorso (590 milioni nel 2021) e con questi chiari di luna sul fronte degli ascolti è difficile immaginare una ripresa a stretto giro. Anzi. Dall’altra parte, il gruppo Rai nel suo complesso ha un indebitamento finanziario netto schizzato dai 498 milioni di euro del 2021 a 578 milioni nel 2022, a fronte di un capitale proprio di appena 369 milioni.

I conti Rai tra taglio del canone e possibili tagli
Matteo Salvini (Imagoeconomica).

A rischio Cinema e fiction, gli ultimi baluardi di centrosinistra di TeleMeloni

Ma se l’anno prossimo, per ipotesi, il governo ci ripensasse e tagliasse quei 420 milioni di finanziamento diretto, quali asset o settori di attività finirebbero per essere colpiti? Gli investimenti complessivi di Viale Mazzini ammontavano l’anno scorso a 634 milioni e la Rai spende circa 500 milioni tra cinema, fiction, documentari e cartoni animati. Generi che peraltro, guardando gli ascolti con particolare riferimento alle fiction, sono ormai tra gli ultimi baluardi che ancora tengono in piedi la tivù pubblica. «Sarebbero le prime vittime di un taglio così importante, significherebbe azzoppare definitivamente la Rai e mandare a casa un sacco di gente», spiega una fonte a Saxa Rubra. Agostino Saccà, già direttore generale in azienda ai tempi di Berlusconi, fa due conti: «L’audiovisivo dà lavoro a 120 mila persone, specie a Roma e nel Lazio», quindi se si tagliassero di «un terzo gli investimenti, lo Stato dovrebbe pagare la disoccupazione a decine di migliaia di persone». C’entra qualcosa il fatto che giusto cinema e fiction siano tra le ultime ridotte del centrosinistra dentro TeleMeloni? «Stanno già distruggendo Rai3, ma il loro cambio di narrazione non tiene alla prova dei numeri, non c’è visione, non c’è strategia, si difendono gli amici degli amici e di questo passo non si potrà nemmeno chiudere il bilancio, al netto del fatto che servirebbe una legge per modificare i tetti pubblicitari», riflettono alcune figure qualificate della tivù di Stato. In effetti Rai3 sta subendo smacchi a ripetizione: il flop ascolti di Avanti Popolo nonostante l’ospitata di Fabrizio Corona, Serena Bortone che arranca e non garantisce un buon traino nemmeno a Report, che a sua volta perde clamorosamente contro Fabio Fazio, pur recuperando via via nel corso della serata.

I conti Rai tra taglio del canone e possibili tagli
Nunzia De Girolamo (Imagoeconomica).

Invece di difendere i suoi vertici, Meloni sembra cedere a Salvini

E, insomma, lunedì scorso a un certo punto una fonte Rai ventilava: «Nemmeno Berlusconi ha fatto un regalo così a Mediaset. Se non si trovano le risorse, bisognerà mollare una rete. E la prima candidata sarebbe Rai2». Scenario scongiurato, almeno per adesso. Restano i timori sulla capacità di investimento, dalle tecnologie agli studi televisivi, fino ai progetti di comunicazione pubblica e istituzionale. E naturalmente sulle risorse umane. Insomma, andrebbero eventualmente ridimensionati gli obiettivi e gli impegni previsti dal contratto di servizio. «Meloni dovrebbe difendere i suoi vertici in Rai. Sembra quasi che stia accettando una delegittimazione della dirigenza da parte di Salvini», sibilano a Saxa Rubra. Un Salvini che ovviamente non vede l’ora di poter segare le gambe delle poltrone su cui si regge TeleMeloni. Soprattutto se ciò accadrà in nome di un’antica battaglia politica della Lega come la cancellazione del canone, operazione che il Capitano vuole a tutti i costi perfezionare entro fine legislatura.

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È morto Burt Young, il Paulie Pennino di Rocky

Burt Young, attore celebre per aver interpretato Paulie Pennino nella saga di Rocky, è morto l’8 ottobre a 83 anni. Lo ha annunciato a distanza di 10 giorni sua figlia Anna Morea Steingieser con una nota riportata dal New York Times. Ex pugile del Queens, ha vestito i panni del migliore amico di Balboa in tutti i sei film dell’esalogia originale, unico personaggio assieme al protagonista e all’allenatore Tony Evers. Per la sua performance ha ottenuto anche una nomination agli Oscar come Miglior attore non protagonista nel primo capitolo della saga. In carriera ha legato la sua celebrità anche a Chinatown del 1974 al fianco di Jack Nicholson e a Il Papa del Greenwich Village con Mickey Rourke. Il saluto commosso di Sylvester Stallone su Instagram: «Addio amico mio, mancherai moltissimo a me a al mondo. Riposa in pace».

Burt Young ha recitato anche per Sergio Leone

All’anagrafe Geraldo “Jerry” Tommaso DeLouise, nacque da genitori di origine italiana il 30 aprile 1940 nel Queens di New York. Suo padre era meccanico che divenne insegnante di liceo, mentre sua mamma era impiegata come sarta. Mentendo sulla sua età, si unì ai Marines a soli 16 anni, prima di studiare recitazione all’Actor Studio di Lee Strasberg. Ha proseguito la sua carriera interpretando principalmente personaggi duri e ruoli italo-americani sia per la televisione sia per il cinema. Fra questi ha vestito i panni di Joe nel film C’era una volta in America di Sergio Leone. Numerose le sua apparizioni come ospite in televisione in serie come M*A*S*H, The Rockford Files, Baretta e Law & Order.

Burt Young, volto di Paulie nei sei film di Rocky, è morto l'8 ottobre a 83 anni. Figlio di italo-americani, recitò anche per Sergio Leone
Burt Young nel 2’13 (Getty Images).

L’Egitto aprirà il valico di Rafah per gli aiuti ai palestinesi

Il presidente americano Joe Biden è tornato dal Medio Oriente. Il suo soggiorno è stato più breve del previsto, ma in un colloquio con il leader egiziano Al Sisi ha ottenuto l’apertura del valico di Rafah per il passaggio di 20 camion con gli aiuti umanitari per Gaza. Biden, inoltre, ha annunciato per la serata di giovedì 19 ottobre un discorso alla nazione sulla situazione in Ucraina e in Medio Oriente. A Washington, invece, davanti a Capitol Hill, ci sono stati centinaia di arresti durante una manifestazione ebraica contro la guerra. Oggi è la volta del primo ministro britannico Rishi Sunak atterrato a Tel Aviv per incontrare il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Intanto, diventa sempre più caldo il fronte con il Libano. Tutti gli aggiornamenti sulla guerra.

L’Egitto aprirà il valico di Rafah per gli aiuti ai palestinesi
Bombe su Gaza (Getty Images)

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Tremila tonnellate di aiuti sul valico di Rafah

Più di 200 camion e circa 3 mila tonnellate di aiuti sono posizionati presso o nelle vicinanze del valico di Rafah, l’unico collegamento di Gaza con l’Egitto. Lo ha affermato il capo della Mezzaluna Rossa per il Nord Sinai, Khalid Zayed. Sebbene l’accordo abbia rappresentato una svolta, il flusso di aiuti sarà comunque inferiore alle necessità degli abitanti della Striscia. Il capo degli aiuti dell’Onu Martin Griffiths mercoledì 18 ottobre al Consiglio di Sicurezza ha dichiarato che l’organizzazione ha cercato di riportare le consegne di aiuti a Gaza a 100 camion al giorno, il livello prima del conflitto Israele-Hamas.

Il capo dei Comitati di resistenza popolare ucciso in raid a Gaza

L’aviazione israeliana ha ucciso la scorsa notte a Gaza il capo dei Comitati di resistenza popolare, Rafat Harb Hussein Abu Hilal. Lo ha riferito il portavoce militare. I Comitati di resistenza popolare sono una delle fazioni armate di Gaza che fiancheggiano Hamas. In altri attacchi condotti la scorsa notte, ha aggiunto il portavoce israeliano, sono stati uccisi anche ‘«10 terroristi di Nukhba», l’unita’ di elite di Hamas.

Ondata di arresti in Cisgiordania

Ondata di arresti nella notte in Cisgiordania. Nell’operazione, che ha portato a scontri con decine di giovani, è stato catturato anche un alto funzionario di Hamas, secondo quanto riportato da Haaretz. Il leader di Hamas Sheikh Hassan Yousef è stato arrestato dalle forze israeliane nella sua casa a Beitunia.

Xi: «Cina con l’Egitto per stabilità in Medio Oriente»

Offensiva diplomatica di Pechino nei confronti dell’Egitto. La Cina spera di collaborare con l’Egitto per portare «maggiore stabilità» in Medio Oriente, nel mezzo delle tensioni nella regione per il conflitto tra Israele e Hamas, ha detto il presidente Xi Jinping incontrando a Pechino il premier egiziano Mostafa Madbouli, nell’ambito degli ultimi impegni legati al terzo forum sulla Belt and Road Inititative.

Salah: «Stop massacri, subito aiuti a Gaza»

La stella del calcio egiziano Mohamed Salah ha invitato i leader mondiali a «unirsi per prevenire ulteriori massacri di tutte le anime innocenti» e per la consegna urgente di aiuti umanitari alla popolazione di Gaza. «C’è stata troppa violenza, troppo dolore e brutalità», dice l’attaccante del Liverpool in un video. «È insopportabile assistere all’escalation delle ultime settimane. Tutte le vite sono sacre e devono essere protette. I massacri devono finire. Le famiglie vengono distrutte». Gli aiuti a Gaza «devono essere concessi immediatamente. Le persone sono in condizioni terribili», aggiunge.

Tre palestinesi uccisi in Cisgiordania

Si aggrava il bilancio degli scontri tra palestinesi e esercito israeliano in Cisgiordania. Le forze israeliane sono intervenute nel villaggio di Budrus, a ovest di Ramallah, uccidendo un giovane, Gebriel Awad, e ferendone un altro. In altri scontri, un 14enne è stato ucciso da un proiettile alla testa in un campo profughi a sud di Betlemme e un sedicenne è morto colpito da un proiettile nella città di Tulkarem. Il numero totale dei palestinesi uccisi dalle forze israeliane in Cisgiordania dal 7 ottobre ammonta ora a 69. Tra le vittime degli ultimi scontri c’erano ragazzi di 17, 16, 15 e 14 anni, riferisce WAFA.

Israele conferma gli attacchi contro gli Hezbollah

L’esercito di Israele afferma che sta colpendo in queste ore obiettivi di Hezbollah in Libano. La televisione libanese Al Mayadeen aveva riferito che attacchi aerei hanno preso di mira due villaggi nel sud del Paese: Kafr Shuba e Odaisseh.

Le quotazioni di Borsa italiana e spread di oggi 19 ottobre 2023

Dopo il netto calo di mercoledì 18 ottobre 2023, con Milano che ha ceduto lo 0,82%, a causa del timore di un’escalation in Medio Oriente che ha provocato un rialzo dei prezzi di petrolio e gas, cresce l’attesa per l’apertura dei mercati oggi giovedì 19 ottobre.

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