Monthly Archives: Settembre 2023

Casa Bianca: il cane di Joe Biden ha morso un altro agente

Una storia che si ripete: il cane del presidente Joe Biden ha morso un altro agente dei servizi segreti. Commander, pastore tedesco di 2 anni, secondo la Cnn ha colpito con 11 morsi. L’ultimo episodio è avvenuto nella serata di lunedì 25 settembre, attorno alle 20. Anche Major, il precedente pastore tedesco presidenziale, in passato è stato coinvolto in vicende analoghe.

Secondo quando dichiarato in una nota da Anthony Guglielmi, responsabile della comunicazione dei servizi, un agente «è entrato in contatto con un animale della First Family ed è stato morso». L’uomo ha subito ricevuto le cure necessarie e sta bene. Commander, ad ottobre dello scorso anno, sarebbe sfuggito al controllo della First lady Jill Biden, aggredendo un membro dello staff del Secret service.

L’eterno lutto di Forza Italia, un partito morto assieme a Silvio Berlusconi

Ci sarà un Silvio Berlusconi virtualmente vivo alla convention di Forza Italia di Paestum. Un ologramma del fondatore riceverà i partecipanti all’ingresso, così da dare l’impressione che Lui è ancora lì, tra loro. Era troppo poco una gigantografia dietro al palco, un filmato con in sottofondo il racconto delle sue gesta, un opuscolo illustrato. A Forza Italia non basta la memoria di Berlusconi per tenere uniti i suoi adepti, gli serve ricrearlo in 3D. Del resto “Berlusconi è tra noi” è il refrain che ha accompagnato tutte le uscite pubbliche del partito da quando Silvio non c’è più. Da allora Antonio Tajani, tenutario su mandato della famiglia di un’eredità politica nata e morta con il padre politico, più che un segretario sembra un sacerdote intento a celebrare riti devozionali al fine di riempire l’horror vacui della sua assenza.

L'eterno lutto di Forza Italia, un partito morto assieme a Silvio Berlusconi
Antonio Tajani e, sullo sfondo, un’immagine di Silvio Berlusconi (Imagoeconomica).

Bisogna guardare indietro, perché davanti non c’è più il Cavaliere

Si direbbe che Forza Italia ritrova in una perpetua elaborazione del lutto le condizioni della sua sopravvivenza. Deve guardare indietro, perché davanti non c’è più il Cavaliere a tenere tutti insieme. Ma un partito che si riduce al culto di un morto è anch’esso morto, non ha futuro. E i primi ad averne contezza, nonostante gli auspici e le promesse di chi è rimasto, sono proprio i militanti. Quelli che a ogni comizio del fondatore intonavano a mo’ di rassicurante mantra “meno male che Silvio c’è”, un inno alla sua indispensabilità. E insieme una dichiarazione che senza di lui non ci sarebbe stato futuro. Per questo quello di Paestum, tra vestigia di templi greci, è solo un raduno di inconsolabili nostalgici. Senza peraltro che la più inconsolata di tutti, Marta Fascina, finta sposa e ora finta vedova, sia tra di loro.

Vendetta finale stasera su Rai 2: trama, cast e curiosità

Stasera 27 settembre 2023 andrà in onda il film Vendetta Finale sul canale Rai 2 alle ore 21.20. Il regista è Isaac Florentine mentre la sceneggiatura è stata scritta da Matt Venne. Nel cast ci sono Antonio Banderas, Karl Urban, Paz Vega e Atanas Srebrev.

Stasera su Rai 2 andrà in onda il film Vendetta finale, ecco trama, cast e curiosità sulla pellicola con Antonio Banderas.
Antonio Banderas in una scena del film (X).

Vendetta finale, trama e cast del film in onda stasera 27 settembre 2023 su Rai 2

La trama racconta la storia di Frank Valera (Antonio Banderas), un uomo che lavora come avvocato e che ha una splendida famiglia. A causa del suo lavoro, spesso trascura i suoi familiari ma quando è in loro compagnia cerca di vivere momenti indimenticabili. Tuttavia, un giorno la sua quotidianità cambia completamente a causa di uno spiacevole evento. Sua moglie Sue (Cristina Serafini) e sua figlia Olivia (Lillian Blankenship) vengono uccise durante un tentativo di furto e i loro cadaveri vengono occultati in un fosso. Questo evento fa entrare Frank in un vortice autodistruttivo e l’uomo affonda i suoi dispiaceri nell’alcol e nella lotta, decidendo di trasformare il suo corpo e diventare un lottatore di incontri clandestini di MMA.

Arrabbiato e senza più uno scopo, Frank sembra ormai essere alla deriva della società, abbandonato da tutti. Un’ulteriore ferita gli viene inflitta quando il caso della sua famiglia viene archiviato senza responsabili. È la goccia che fa traboccare il vaso, dopo di che Frank decide di fare un voto di silenzio e di dedicarsi alla caccia di coloro che hanno ucciso i suoi familiari. Imparerà a padroneggiare alcune tecniche di arti marziali miste e deciderà da solo di farsi vendetta e punire i responsabili del delitto.

Vendetta finale, cinque curiosità sul film

Vendetta finale, la foto di un attore in un altro lavoro

A un certo punto nel film, il personaggio di Antonio Banderas per identificare il personaggio interpretato da Karl Urban utilizza una foto dell’attore. Qualcuno magari la riconoscerà, perché è stata presa dalla serie tv fantascientifica Almost Human  andata in onda nel 2013 con Urban come protagonista.

Vendetta finale, due attori avevano già lavorato insieme

Antonio Banderas e Lillian Blankenship avevano già lavorato insieme sul set di Security, pellicola del 2017 diretta da Alain DesRochers che vedeva come protagonista anche Ben Kinsgley.

Stasera su Rai 2 andrà in onda il film Vendetta finale, ecco trama, cast e curiosità sulla pellicola con Antonio Banderas.
Locandina del film (X).

Vendetta finale, il cameo del regista 

In una scena della pellicola è possibile notare che il regista fa una breve comparsa. Isaac Florentine ha deciso di interpretare il ruolo del maestro di karate del protagonista, Frank Valera.

Vendetta finale, gli incassi al botteghino

La pellicola non ha ottenuto grandi risultati al botteghino. Secondo i dati riportati dal sito Box Office Mojo, in totale ha incassato circa 320 mila euro nelle sale.

Vendetta finale, l’esperienza dello sceneggiatore

Matt Venne è lo sceneggiatore del film ed è la prima volta che scrive la sceneggiatura di un lungometraggio d’azione. In precedenza, l’autore si era dedicato al genere horror. Secondo il sito Imdb, questo è stato l’ultimo film che ha scritto fino a oggi.

L’alpinista Viesturs rinuncia alla corona di re degli 8 mila

«Sono fermamente convinto che Reinhold Messner sia stato il primo a scalare tutti e 14 gli 8 mila e che questo debba essere riconosciuto». Sono state queste le parole dell’alpinista Ed Viesturs che secondo il Guinness dei primati è il vero re degli 8 mila, visto che l’altoatesino nel 1985 avrebbe mancato di pochi metri la vetta dell’Annapurna. Secondo l’americano 64enne, «Messner e gli altri alpinisti hanno fatto di tutto per scalare le vere vette, al meglio delle loro conoscenze e nelle condizioni che hanno trovato sul posto». E aggiunge alla Dpa, parlando ancora di Messner: «È stato il nostro precursore, non solo stilisticamente, ma anche fisicamente e psicologicamente, scalando senza ossigeno supplementare. Altri scalatori, come me, hanno potuto seguire le sue orme ispirandosi a lui». Come in passato aveva dichiarato lo stesso Messner, anche Viesturs ha affermato che «l’arrampicata è un viaggio personale e non dovrebbe riguardare liste o record».

 

Ucraina, Zelensky ha nominato Shevchenko suo consigliere

Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha scelto Andriy Shevchenko come suo consigliere indipendente. La nomina a sorpresa da parte del numero uno di Kyiv è arrivata al ritorno dagli Stati Uniti, dove Zelensky ha parlato all’Assemblea generale dell’Onu, ed è stata annunciata con decreto presidenziale, pubblicato poi sul sito web del capo di Stato ucraino.

Ucraina, Zelensky nomina Shevchenko suo consigliere. La nomina dell'ex campione del Milan annunciata con decreto presidenziale.
Volodymyr Zelensky (Getty Images).

LEGGI ANCHE: Kyiv rivela la presenza di componenti occidentali nei droni iraniani

Dal giorno dell’invasione russa Shevchenko si è attivato pubblicamente per aiutare l’Ucraina

Leggenda del Milan e Pallone d’oro nel 2004, anno in cui gli è stato riconosciuto il titolo di Eroe dell’Ucraina «per l’eccellente risultato atletico e per l’eccezionale contributo personale allo sviluppo del calcio ucraino per migliorare l’immagine dell’Ucraina nel mondo», Shevchenko dal 2016 al 2021 è stato anche allenatore della nazionale del suo Paese. Fin dall’inizio della guerra l’ex calciatore si è attivato pubblicamente, cercando di sfruttare al massimo la sua notorietà per aiutare l’Ucraina dopo l’invasione russa.

Ucraina, Zelensky nomina Shevchenko suo consigliere. La nomina dell'ex campione del Milan annunciata con decreto presidenziale.
Andriy Shevchenko con la maglia del Milan (Getty Images).

Sardegna, l’ex assessora all’Agricoltura Gabriella Murgia arrestata per associazione mafiosa

C’è anche il nome di Gabriella Murgia, ex assessora all’Agricoltura di Regione Sardegna, nell’elenco dei 31 destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare notificata dai carabinieri del Ros all’alba di mercoledì 27 settembre 2023. Le accuse contestate vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso all’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti fino all’abuso d’ufficio, alla rivelazione di segreto d’ufficio e alla corruzione. Tra gli altri nomi trapelati vi è anche quello del nipote di Graziano Mesina (tra i più noti esponenti del banditismo sardo) Tonino Crissantu. Murgia, 56 anni, per quasi quattro anni è stata componente della giunta di Christian Solinas, poi sostituita in fase di rimpasto. Ha presieduto la Commissione regionale Pari Opportunità ed è una dipendente regionale.

Sciopero trasporti di venerdì 29 settembre: Salvini firma la precettazione

Il ministro dei Trasporti e segretario della Lega Matteo Salvini ha firmato la precettazione per lo sciopero del trasporto pubblico locale programmato venerdì 29 settembre. La mobilitazione, proclamata inizialmente per 24 ore, sarà solo di quattro, e riguarderà metropolitane, autobus e treni regionali, in un arco temporale compreso tra le 9.30 e le 13.30.

Le motivazioni dello sciopero

Lo sciopero è stato indetto «per la cancellazione degli aumenti delle tariffe dei servizi ed energia, per il blocco delle spese militari e invio armi in Ucraina, per il superamento dei salari di ingresso, per la necessità di modificare il criterio che vede bruciare soldi pubblici attraverso appalti e subappalti ad aziende che offrono servizi di scarsa qualità, per la sicurezza dei lavoratori, per il salario minimo a 10 euro l’ora, per il libero esercizio del diritto di sciopero e per la legge sulla rappresentanza». L’organizzazione sindacale Usb, tra le motivazioni, ha inserito anche la necessità del «superamento dei penalizzanti salari d’ingresso garantendo l’applicazione contrattuale di primo e secondo livello ai neoassunti; il libero esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali». Si chiede inoltre «una legge sulla rappresentanza che superi il monopolio costruito sulle complicità tra le organizzazioni sindacali e le associazioni datoriali di categoria».

Merano, autista dell’autobus prende per il collo e strattona un ragazzino: il video

L’episodio è successo a Merano, nella provinica autonoma di Bolzano, in Alto Adige, dove un autista di autobus di linea ha preso per il collo un ragazzino minorenne. L’aggressione è stata filmata e il video è diventato virale. Le immagini sono state postate sui social da Francesco Zorzi, presidente dell’Associazione sicurezza e legalità A.A. Intanto la Sasa, l’azienda che gestisce il servizio di autobus cittadini a Bolzano e Merano, è intervenuta sostenendo che si tratta di «episodi in cui un gruppo di giovani avrebbe molestato e minacciato i passeggeri, suscitando la reazione esasperata dell’autista». La presidente di Sasa, Astrid Kofler, ha spiegato che «purtroppo le aggressioni si ripetono in molti luoghi pubblici dell’Alto Adige» parlando di «un vero e proprio problema sociale».

IL VIDEO

L’autista ha sporto denuncia

L’autista dell’autobus della Sasa ha sporto denuncia come confermato da un comunicato dell’azienda: «Il servizio di trasporto pubblico Sasa Spa a seguito dei fatti di violenza su un autobus domenica scorsa a Merano, rende noto, che l’autista dell’autobus coinvolto ha deciso di sporgere denuncia. Domenica 24 settembre si sono verificati due preoccupanti episodi di violenza con protagonisti dei ragazzi minorenni».

La ricostruzione dei fatti

L’azienda ha ricostruito quanto accaduto: «Alle ore 18 circa si è verificato un primo incidente con un gruppo di giovani sulla linea 251 alla fermata Rennweg di Merano. Secondo le ricostruzioni avvenute anche con l’ausilio di alcuni testimoni, tre giovani minorenni avrebbero molestato, spinto e minacciato altri passeggeri durante la salita sull’autobus. Il conducente dell’autobus è intervenuto nel tentativo di riportare la calma e a tutela di tutti i passeggeri. Circa un’ora dopo, alla medesima fermata, gli stessi giovani, lo stavano aspettando e gli hanno lanciato contro degli oggetti. La polizia è stata informata».

Lite social tra Osimhen e il Napoli, rottura già a gennaio?

A Napoli è scoppiato il caso Osimhen. L’attaccante, protagonista della corsa scudetto azzurra dello scorso anno, sembra essere in grande conflitto con la società tanto da aver tolto dai suoi profili social tutte le foto che lo ritraevano con la maglia del club e ha smesso di seguire il Napoli.

Caso Osimhen, la vendetta social dell’attaccante

La mossa di Osimhen è stata vista da molti commentatori come una vendetta social contro il club dopo che questo, nei giorni scorsi, aveva postato due video ironici su TikTok (per qualcuno addirittura in odore di razzismo), poi cancellati, che non sono affatto piaciuti all’agente del giocatore, Roberto Calenda. Proprio quest’ultimo, nella serata di martedì 26 settembre, aveva attaccato il Napoli su X, minacciando di «intraprendere azioni legali».

Il rinnovo del contratto di Osimhen

La querelle social arriva, non a caso, in un momento di grande nervosismo e scarso rendimento del giocatore che, lo ricordiamo, ha il contratto in scadenza nel 2025. Il rinnovo, malgrado un’estate di trattative, non è stato ancora ufficializzato e si fanno spazio le ipotesi di una cessione a fine anno, se non addirittura a gennaio. Nel clima già teso rientrano anche le questioni legali riguardanti l’acquisto di Osimhen da parte del Napoli. Il presidente azzurro Aurelio De Laurentiis, infatti, è stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Roma con l’accusa di falso in bilancio per le presunte plusvalenze fittizie generate nel 2020 proprio con l’acquisto di Victor Osimhen dal Lille.

Hollywood, finisce ufficialmente lo sciopero degli sceneggiatori

Dopo 148 giorni di protesta, finisce ufficialmente lo sciopero degli sceneggiatori di Hollywood. Il sindacato Writers Guild of America ha infatti autorizzato i suoi oltre 11 mila membri a tornare al lavoro a partire dalla mezzanotte del 27 settembre, condividendo con tutti loro alcuni dettagli sull’accordo raggiunto con Amptp, l’associazione dei produttori. Come hanno riportato i media americani, si tratta di un contratto triennale provvisorio ancora in attesa di essere ratificato con un voto che inizierà lunedì 2 ottobre e si protrarrà per circa una settimana. Ancora tutto fermo invece sul fronte degli attori, che proseguono le manifestazioni in strade e piazze delle maggiori città americane. Sebbene le trattative siano in stallo, Deadline ha anticipato un potenziale incontro fra il sindacato Sag-Aftra e gli studios entro pochi giorni proprio sullo slancio della pace con gli sceneggiatori.

Aumenti salariali, tutele contro l'IA e trasparenza negli ascolti. Tutti i dettagli dell'accordo tra produttori e sceneggiatori di Hollywood.
Alcuni sceneggiatori in strada per lo sciopero (Getty Images).

Sciopero degli sceneggiatori di Hollywood, i primi dettagli dell’accordo

L’Hollywood Reporter ha pubblicato in anteprima i punti salienti dell’accordo firmato dagli sceneggiatori con le case di produzione. Su tutti spicca un aumento salariale annuale pari al 5 per cento, ma anche più garanzie per le assicurazioni sanitarie, maggiori tutele nelle assunzioni e soprattutto una forte restrizione all’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Grande attenzione è stata dedicata anche all’adeguamento delle retribuzioni per serie e lungometraggi in streaming con un surplus in caso di ottimi ascolti. Il compromesso raggiunto fra le parti premierebbe infatti i progetti che, nei primi tre mesi dall’uscita e nei primi 90 giorni dell’anno successivo, attireranno l’attenzione del 20 per cento degli abbonati alla piattaforma di rilascio. I bonus sarebbero di circa 9 mila dollari per un episodio di mezz’ora e 40 mila dollari per una produzione con budget superiore a 30 milioni.

Richiesta agli streamer anche maggiore trasparenza per quanto riguarda le ore di visualizzazione globali. Il sindacato avrà accesso ai numeri di ascolti internazionali e potrà condividerli con tutti i suoi membri in via confidenziale. Più spinoso il campo dell’intelligenza artificiale nello spettacolo, anche se il sindacato Wga ha sottolineato di aver fatto grandi passi avanti. I produttori non potranno infatti utilizzare materiale prodotto dall’IA come base di partenza per un progetto e non potranno imporlo ai loro dipendenti. A loro volta però gli showrunner potranno farvi ricorso, previo accordo con la casa di produzione di riferimento. Spazio poi anche per le assunzioni. Per la prima stagione di un nuovo show, la cui realizzazione richiederà almeno 20 settimane, a partire dall’1 dicembre 2023 dovranno partecipare almeno tre autori.

Gli attori invece continuano ancora a manifestare

L’accordo fra sceneggiatori e produttori non farà però ripartire completamente Hollywood. Circa 160 mila attori stanno ancora protestando in cerca di aumenti nei salari e tutele sull’intelligenza artificiale. Deadline ha spiegato che ci saranno ulteriori incontri a breve, anche se non prima di ottobre. «Non abbiamo alcuna data confermata per l’intera settimana», ha spiegato martedì 26 settembre il Sag-Aftra. «Informeremo i nostri membri non appena ne sapremo di più». Intanto le celebrità continuano a manifestare solidarietà nei confronti di tutti i lavoratori dello spettacolo. Sono scesi in piazza, tra gli altri, Pedro Pascal e Jack Black, ma anche Bob Odenkirk, Jon Cryer e Susan Sarandon.

Aumenti salariali, tutele contro l'IA e trasparenza negli ascolti. Tutti i dettagli dell'accordo tra produttori e sceneggiatori di Hollywood.
Pedro Pascal fra le star che hanno protestato (Getty Images).

LEGGI ANCHE: Il sindacato degli attori vota anche per uno sciopero nell’industria dei videogiochi

Previsioni meteo, piena estate fino a ottobre: picchi di 33 gradi anche al Nord

Torna l’estate con picchi di 32-33 gradi anche al Nord. Le giornate più calde saranno quelle di domenica 1 e lunedì 2 ottobre con 33 gradi intorno a Forlì, 32 gradi a Bolzano e Firenze, 31 gradi a Benevento, Ferrara, Oristano, Taranto e Terni. Roma oscillerà per almeno una settimana, costantemente, intorno ai 30 gradi di massima. Lo ha reso noto Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it sottolineando che tra la Calabria e la Sicilia non mancheranno residui acquazzoni.

Tempo stabile al Centro-Nord, ancora brevi acquazzoni al Sud tra Calabria e Sicilia

L’anticiclone africano, infatti, garantirà tempo stabile sul Centro-Nord, mentre il Sud risentirà dell’influenza di un ciclone che sarà responsabile di brevi e isolati acquazzoni sulle estreme regioni meridionali fino a domenica 1 ottobre. In particolare, nella giornata di mercoledì 27 settembre sono previsti ancora brevi rovesci tra Calabria e Sicilia, altrove l’anticiclone porterà un aumento delle temperature di 3-4 gradi e tanto sole. Giovedì 28 e venerdì 29 settembre è prevista una situazione ancora stazionaria con temperature prossime ai 30 gradi al Centro-Nord e in locale aumento anche al Sud. I rovesci saranno più localizzati, specie a ridosso dei rilievi di Calabria e Sicilia, altrove il cielo sarà azzurro. Durante il weekend le temperature aumenteranno in modo più sensibile. Con l’inizio di ottobre sono previste giornate tipiche di giugno ma con una notevole escursione termica tra giorno e notte che potrebbe arrivare fino a 18 gradi.

Le previsioni in dettaglio

  • Mercoledì 27. Al Nord: sole e caldo estivo. Al Centro: sole e caldo estivo. Al Sud: in gran parte soleggiato salvo locali temporali tra Calabria e Sicilia.
  • Giovedì 28. Al Nord: sole e caldo estivo. Al Centro: sole e caldo estivo. Al Sud: soleggiato; temporali pomeridiani sulla Calabria centro-meridionale.
  • Venerdì 29. Al Nord: sole e caldo estivo. Al Centro: sole e caldo estivo. Al Sud: soleggiato; rovesci o temporali su Calabria e Sicilia centro-orientale.

Abusi sessuali su pazienti oncologici, arrestato infermiere

Avrebbe abusato sessualmente di numerosi pazienti oncologici. Con questa accusa, i finanzieri del Comando provinciale di Catanzaro, a conclusione di un’inchiesta coordinata dalla Procura, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di un infermiere del reparto di oncologia dell’ospedale “De Lellis“.

Episodi consumati nell’arco di un anno

Nel corso delle indagini svolte dalle Fiamme gialle sono state sentite diverse testimonianze che, secondo l’accusa, hanno confermato i comportamenti dell’indagato che avrebbe abusato delle condizioni fisiche e psichiche dei pazienti, costringendoli a subire abusi sessuali nello svolgimento del proprio servizio. Numerosi sarebbero stati gli episodi che si sarebbero consumati nell’arco di circa un anno dentro le mura del presidio ospedaliero “De Lellis – Ciaccio”, adesso Renato Dulbecco. Le indagini compiute dalla Guardia di finanza, infatti, avrebbero consentito di delineare un quadro composito contraddistinto da svariati episodi.

Belve, De Martino: «Con Belen mi sentivo il re del mondo, poi mi è pesato essere suo marito»

Stefano De Martino è stato il primo ospite della nuova stagione di Belve, il format di interviste cult ideato da Francesca Fagnani e tornato in onda su Rai Due a partire da martedì 26 settembre 2023. In occasione della puntata inaugurale del programma, il ballerino campano ha avuto l’occasione di parlare del suo rapporto con l’ex moglie Belen Rodriguez. E non solo.

De Martino a Belve: «Con Belen mi sentivo il re del mondo»

Non è ormai un mistero che la storia d’amore tra De Martino e Rodriguez sia (nuovamente) finita. Lui si è infatti già consolato tra le braccia di Martina Trivelli, mentre lei ha ritrovato l’amore in Elio Lorenzoni. A Francesca Fagnani, dunque, De Martino ha potuto spiegare perché lui e Belen si sono lasciati, sottolineando però di non averla mai tradita. «Sono diventato noto, mio malgrado, anche per questioni sentimentali», ha ammesso il conduttore, che ha poi aggiunto: «La rottura. Quale delle tante? Non ci sono rotture felici. Quando cominci una relazione speri sempre che sia per sempre. Ma ci si fa l’abitudine, nel mio caso il callo. Il mio matrimonio non è finito per un tradimento. Non sono uno stinco di santo ma credo nell’esclusiva sei sentimenti. Non mi è mai capitato di avere amanti o relazioni parallele. Deve essere una fatica immane. Etichettarsi traditore significa farlo sistematicamente. Mi è capitato di tradire verso la fine dei rapporti. Era l’indizio che le cose non andavano più». Incalzato da Fagnani, ha poi spiegato che in un certo senso a pesare sulla sua relazione c’è stato stato anche il fardello della fama, inizialmente sbilanciato da parte della soubrette argentina.

«Sulla coppia ci sono cose che pesano. La popolarità pareggiata è una delle cose. Per una persona ambiziosa come me non è stato facile diventare il marito di qualcun’altra. Ci sono persone che mi hanno dato una possibilità pensando che quella mediaticità potesse portare qualcosa. Come si vive una storia d’amore in una dimensione costantemente pubblica? Male. Sono preoccupato per quelle coppie continuamente esposte. Non sanno a che cosa vanno incontro», ha spiegato De Martino.

Il ballerino glissa sulle domande sulla chirurgia estetica

La giornalista Rai, si sa, è nota per le sue domande particolarmente pungenti. Spesso, per esempio, ai suoi ospiti chiede che tipo di rapporto abbiano con la chirurgia estetica. Una questione, questa, sollevata anche con lo stesso Stefano, che però è riuscito a cavarsela con classe, limitandosi a dichiarare: «Ho un buon rapporto con la chirurgia estetica: poco e se fa stare meglio. […] L’esperto di stile Jonathan dice che sono rifatto benissimo? Meno male! Ha detto che ho rifatto naso, denti, orecchie e zigomi? Vero, non potrei mai smentire l’esperto di stile».

Decreto migranti, stretta sui minori: chi mente sull’età sarà espulso

Espulsioni più facili «per gravi motivi di ordine pubblico o di sicurezza dello Stato», stretta sul fenomeno dei falsi minorenni con l’espulsione di chi mente sull’età, possibilità di accogliere nei Centri ordinari – e non in quelli per minorenni – chi ha tra i 16 e i 18 anni, impiego della Guardia costiera negli hotspot, 400 militari in più a presidio delle principali stazioni ferroviarie italiane. Sono i contenuti della bozza del decreto sui migranti atteso mercoledì 27 settembre in cdm. Si tratta della terza misura a riguardo dopo il decreto Cutro e quello che ha previsto un allungamento del trattenimento nel Cpr.

Decreto migranti: la condizione dei minorenni

La bozza del nuovo decreto migranti prevede che «in caso di momentanea indisponibilità di strutture ricettive temporanee», il Prefetto possa «disporre la provvisoria accoglienza del minore di età non inferiore a 16 anni in una sezione dedicata nei centri e strutture» ordinari, ma «per un periodo comunque non superiore a 90 giorni». Altro aspetto molto contestato riguarda il trattamento delle donne incinte. In un primo momento, infatti, era sembrato che potessero non rientrare nei soggetti considerati vulnerabili. Palazzo Chigi però ha smentito.

Chi mente sull’età rischia l’espulsione

Stretta invece su chi una volta giunto in Italia dichiari il falso in merito alle proprie generalità. Si prevede infatti che l’autorità di pubblica sicurezza, in caso di arrivi consistenti, possa disporre lo svolgimento di rilievi antropometrici o di altri accertamenti sanitari, anche radiografici, volti a individuare l’età del migrante, comunicandolo al tribunale dei minorenni che deve autorizzare. Chi dichiara il falso rischia di essere espulso. Un’altra possibilità di espulsione è legata ai casi in cui il migrante sia un soggetto ritenuto socialmente pericoloso. A disporre l’espulsione sarà, in questi casi, il Prefetto, mentre in situazioni di gravi motivi di ordine pubblico o di sicurezza dello Stato il ministro dell’Interno. Questo, più nel dettaglio, dovrà fornire tempestiva comunicazione al Presidente del Consiglio dei ministri così come al ministero degli Esteri.

Misure per alleggerire il sovraffollamento degli hotspot

Altra criticità che il provvedimento intende affrontare è quella del sovrafollamento degli hotspotLampedusa in primis – in caso di arrivi massicci. Si dà quindi la possibilità al ministero dell’Interno di avvalersi del concorso delle attività logistiche delle Capitanerie di porto – Guardia costiera. Nel contempo, dal 2024 al 2028, è autorizzato il reclutamento nel Corpo, per ciascun anno, di 100 volontari. Si potrà poi derogare – nei casi di situazioni di estrema urgenza connesse ad arrivi consistenti e ravvicinati – ai parametri di capienza per le strutture fissate da Regioni ed enti locali, nella misura non superiore al doppio di quella prevista.

È morto Nashawn Breedlove, rapper che sfidò Eminem in 8 Mile

Il rapper Nashawn Breedlove, noto per aver preso parte al film 8 Mile di Eminem, è morto nel sonno all’età di 46 anni. Lo ha reso noto la madre Patricia con un lungo posto sui social network, riportato anche da Tmz, secondo cui non sono ancora chiare le cause del decesso. L’artista, che ha calcato per anni la scena hip hop americana con il nome d’arte Ox, è stato trovato senza vita nel letto della sua casa nel New Jersey. «Non riesco a esprimere con parole il dolore che sto provando ora», ha scritto la madre. «Non solo era mio figlio, ma anche un uomo straordinario che ha ispirato chiunque lo abbia conosciuto». Tanti gli omaggi sul web, tra cui quello dell’ex fidanzata Latisha Harper: «Eri così umile e modesto, un vero talento». Commosso il collega Mickey Factz, che lo ha ricordato come «uno dei pochi a battere Eminem».

Nashawn Breedlove, chi era il rapper noto per aver recitato con Eminem

In 8 Mile, film uscito nel 2002 e liberamente ispirato alla vita di Eminem, Nashawn Breedlove ha dato il suo volto al giovane Lotto, rapper freestyle di Detroit che conosce bene la cultura hip hop. Nel corso della storia incontra Jimmy o B-Rabbit, nome del personaggio di Marshall Mathers, un giovane bianco che cerca di farsi strada in una scena musicale apparentemente molto lontana da lui. Dopo diversi scontri verbali, che danno vita a veri e propri dissing sul palco, verso la fine del lungometraggio i due artisti rivali danno vita a una rap battle che ha appassionato i fan. Vincitore è naturalmente il personaggio di Eminem, ma Breedlove non passa comunque inosservato.

Nel film interpretò Lotto, rapper che sfida Eminem sul palco di Detroit. Nashawn Breedlove è morto nel sonno all'età di 46 anni.
Nashawn Breedlove in uno scatto sui social (Facebook).

«Ci mancherai per la tua tenacia e aggressività», ha scritto Factz su Instagram, pubblicando proprio la nota scena del film 8 Mile. Eminem, che non ha ancora pubblicato nulla sui suoi profili social in merito alla morte di Nashawn Breedlove, ha più volte ricordato l’importante di quel momento nel film. «È stata la cosa più bella che mi sia mai capitata», aveva raccontato a giugno al New York Times. «Sapevo bene quali battute avrebbero suscitato una reazione nel pubblico». Breedlove, oltre all’apparizione nel cult sull’hip hop, ha anche collaborato nella colonna sonora di The Wash con altri rapper del calibro di Dr. Dre, Snoop Dogg e lo stesso Eminem. Con il nome d’arte di Ox, ha infatti inciso la canzone Don’t Talk Shit.

LEGGI ANCHE: Eminem vieta al Repubblicano Ramaswamy di usare la sua Lose Yourself

Nel 2024 nasce una nuova professione: l’assistente materna

Nel 2024 nasce una nuova professione: l’assistente materna. Per istituirla il Governo ha intenzione di stanziare tra i 100 ed i 150 milioni. Avrà il compito di accompagnare le madri nei primi sei mesi di vita del bambino con un rapporto personale diretto

Risponderà telefonicamente e andrà a domicilio

Non solo risponderà telefonicamente, o con videocall, ma andrà direttamente a domicilio per sostenere le donne in questa prima fase della maternità. Già nella Nadef che sarà esaminata oggi dal Cdm ci potrebbe essere un primo riferimento alla proposta che vedrà poi la luce o in legge di bilancio o nel collegato alla legge di bilancio.

 

Cina, il presidente di Evergrande posto sotto sorveglianza domiciliare dalla polizia

Il miliardario Hui Ka Yan, presidente del gruppo immobiliare cinese Evergrande, è stato posto sotto il controllo della polizia agli inizi di settembre e, adesso, «è monitorato in un luogo designato» in uno stato di «sorveglianza domiciliare», che non comporta l’arresto o l’imputazione specifica di reati. Lo scrive Bloomberg, citando in forma anonima persone a conoscenza della situazione. Diventato nel 2021 il simbolo della crisi dell’industria del mattone in Cina, Evergrande è lo sviluppatore immobiliare più indebitato al mondo, a causa di oneri per oltre 300 miliardi di dollari tra onshore e offshore: con oltre il 60 per cento delle quote, Hui oltre che fondatore e presidente ne è il maggior azionista. La situazione solleva nuove domande sul destino di Evergrande, dopo che recenti ostacoli al piano di ristrutturazione hanno scosso i mercati finanziari, aumentando il rischio di liquidazione.

Cina, il presidente di Evergrande in "sorveglianza domiciliare": Hui Ka Yan viene «monitorato in un luogo designato» dai primi di settembre.
China Evergrande Centre, Hong Kong (Getty Images)

Il crollo in Borsa dopo le difficoltà della controllata domestica Hengda

Evergrande ha scosso i mercati quando ha dichiarato di non poter emettere nuove obbligazioni come parte dei suoi piani di ristrutturazione del debito offshore, a causa di un’indagine normativa sulla sua principale controllata domestica, Hengda Real Estate. Poi il titolo è crollato alla Borsa di Hong Kong (-25,45 per cento) dopo che Hengda non ha potuto onorare una tranche di bond sul mercato interno per un valore di 4 miliardi di yuan (547 milioni di dollari), sempre a causa dell’inchiesta governativa sulle attività della controllata di Evergrande, indagata dall’autorità cinese di regolamentazione dei titoli per sospetta violazione della divulgazione di informazioni. Oltre a Hong Kong avevano chiuso in negativo anche le altre due piazze cinesi, Shanghai e Shenzhen. Poi, il giorno successivo, il default di Hengda ha fatto perdere a Evergrande un altro 7 per cento in Borsa.

Cina, il presidente di Evergrande in "sorveglianza domiciliare": Hui Ka Yan viene «monitorato in un luogo designato» dai primi di settembre.
Borsa di Hong Kong (Getty Images).

Due ex dirigenti di Evergrande sono stati invece formalmente arrestati 

Alla fine di luglio, i debiti non pagati di Hengda Real Estate ammontavano a circa 277,5 miliardi di yuan (38 miliardi di dollari), con 1.931 le cause legali pendenti. Il default di Hengda si riflette su Evergrande, colosso che a lungo ha trainato l’economia del Dragone: il mattone, ora in crisi, era arrivato a rappresentare oltre il 20 cento del Pil. La notizia di Hui segue quella degli arresti dell’ex amministratore delegato di Evergrande, Xia Haijun, e dell’ex direttore finanziario Pan Darong, comunicata dall’agenzia di Stato Caixin senza aggiungere dettagli.

Iraq, almeno 110 morti in un incendio durante una festa

Almeno 110 persone sono morte in Iraq e altre 150 sono rimaste ferite in un incendio durante un matrimonio avvenuto in una sala comunale ad Hamdaniyah, una cittadina nella provincia settentrionale di Ninive. Lo ha annunciato l’agenzia di stampa ufficiale irachena INA citando le autorità sanitarie di Ninive e sottolineando che si tratta di un bilancio preliminare. Il portavoce del Ministero della Sanità, Saif al-Badr, ha confermato l’accaduto. Secondo quanto riferito dalla protezione civile irachena all’agenzia di stampa Iraqi news agency, i pannelli decorativi della sala erano composti da materiali altamente infiammabili che non rispettavano gli standard di sicurezza richiesti dalla legge.

Kyiv rivela la presenza di componenti occidentali nei droni iraniani

I droni kamikaze iraniani utilizzati nei recenti attacchi russi alle città ucraine sono realizzati con componenti europei. Lo rivela un documento segreto inviato da Kyiv agli alleati occidentali in cui viene ribadita la necessità di missili a lungo raggio per colpire i siti di produzione che si trovano in Russia, Siria e Iran.

Kyiv rivela la presenza di componenti occidentali nei droni iraniani
Un bombardamento a Kyiv (Getty Images).

Le triangolazioni con Turchia, India, Kazakistan, Uzbekistan, Vietnam e Costa Rica

Secondo il rapporto visionato dal Guardian e presentato dal governo ucraino al G7 dello scorso agosto, 52 componenti elettrici prodotti da aziende occidentali sono stati trovati nel drone Shahed-131 e 57 nel modello Shahed-136 che ha un’autonomia di volo di 2 mila km e una velocità di crociera di 180 km orari. Nel mirino cinque società europee, tra cui una filiale polacca di una multinazionale britannica. «Tra i produttori ci sono aziende con sede negli Stati Uniti, in Svizzera, nei Paesi Bassi, in Germania, in Canada, in Giappone e in Polonia», si legge nel rapporto. Per quanto riguarda l’Iran, ha già diversificato la propria produzione utilizzando una fabbrica siriana nel porto di Novorossiysk ma ora si sta spostando in Russia, nella regione centrale tartara di Alabuga. Nel rapporto si sostiene anche che il governo iraniano «non riesce a far fronte alla domanda russa e all’intensità dell’uso in Ucraina». Quasi tutti i componenti occidentali arrivano nei siti di produzione iraniani attraverso Turchia, India, Kazakistan, Uzbekistan, Vietnam e Costa Rica. Le società coinvolte non avrebbero violato le sanzioni. «La produzione iraniana di UAV (i velivoli senza pilota, ndr) si è adattata e utilizza principalmente componenti commerciali disponibili, la cui fornitura è scarsamente o per niente controllata», afferma il rapporto.

Le risposte delle società coinvolte

Il documento poi fornisce alcune prove. In uno Shahed-136 sono state rinvenuti componenti prodotti in Polonia dalla società tedesca Ti Automotive Gmbh che fa capo alla britannica TI Fluid Systems, dalla società svizzera STMicroelectronics e dalla International Rectifier, filiale della società tedesca Infineon Technologies AG. «Lavoriamo con più di 200 mila clienti e migliaia di partner in tutto il mondo. Non autorizziamo l’uso dei nostri prodotti al di fuori dello scopo previsto», ha dichiarato al Guardian un portavoce della STMicroelectronics. «Rispettiamo tutte le norme e i regolamenti del commercio internazionale». «Chiediamo ai nostri clienti, compresi i distributori, di effettuare solo vendite consecutive in linea con le norme applicabili», ha ribadito Infineon. «È difficile controllare le vendite durante l’intero ciclo di vita di un prodotto. Tuttavia, abbiamo adottato tutte le misure a nostra disposizione per garantire il rispetto delle sanzioni contro la Russia, con l’obiettivo non solo di rispettare la lettera ma anche lo spirito delle sanzioni». Nel modello Shahed-131, gli esperti ucraini hanno invece identificato componenti elettronici della società olandese NXP Semiconductor e della International Rectifier. «Non tolleriamo l’uso dei nostri prodotti in armi russe o iraniane, o qualsiasi altra applicazione per la quale i nostri prodotti non sono stati progettati o concessi in licenza», hanno messo in chiaro dalla NXP Semiconductor. «Continuiamo a rispettare le leggi sul controllo delle esportazioni e sulle sanzioni nei Paesi in cui operiamo e non abbiamo alcuna attività commerciale in o con Russia, Bielorussia e altri Paesi soggetti a embargo, compreso l’Iran. Il nostro team è in costante contatto con le autorità di regolamentazione di tutto il mondo su questo tema mentre stiamo mettendo a punto ulteriori misure neutralizzare la deviazione illegale di chip».

In Egitto è già partita la campagna presidenziale tra arresti e spionaggio

Ora c’è una data: in Egitto si va al voto per eleggere un nuovo presidente il 10, 11 e 12 dicembre 2023, ma la campagna di avvicinamento è già cominciata da tempo con qualche inciampo. Anche se non ha annunciato ufficialmente la sua ricandidatura – che dovrebbe essere solo una formalità – il potente presidente uscente Abdel Fattah al-Sisi, in carica dal 2014, ha incassato il sostegno di ampie parti della politica e della società civile egiziana, mentre l’opposizione sta riscontrando non poche difficoltà. Nonostante reiterate promesse di elezioni libere ed eque, sostenute da un processo di dialogo nazionale e anche dalla grazia riservata ad alcuni detenuti politici di spicco (tra cui il “nostro” Patrick Zaki, ma quella è un’altra storia), le ultime notizie che arrivano dal Paese nordafricano non lasciano intravedere quel pluralismo tanto sperato, tra arresti, tentativi di spionaggio e minacce di boicottaggio.

In Egitto è già partita la campagna presidenziale tra arresti e spionaggio
Il presidente egiziano Al-Sisi (Getty).

Virus inviato sullo smartphone di Ahmed al-Tantawi

Uno dei candidati alla presidenza, il giornalista ed ex parlamentare di opposizione Ahmed al-Tantawi, in questi giorni ha denunciato di avere subito tentativi di spionaggio tramite un virus inviato al suo smartphone. La conferma è arrivata dal Citizen Lab dell’Università di Toronto, un laboratorio di ricerca specializzato nella sicurezza informatica che il politico ha contattato dopo aver ricevuto messaggi sospetti. Secondo Citizen Lab, che ha analizzato il telefono di al-Tantawi assieme al Threat Analysis Group di Google, dietro questi tentativi è molto probabile ci sia il governo del presidente al-Sisi.

In Egitto è già partita la campagna presidenziale tra arresti e spionaggio
Uno dei candidati alle elezioni egiziane, Ahmed al-Tantawi.

I primi tentativi di hackeraggio risalgono almeno a maggio

I ricercatori hanno scoperto il malware contro al-Tantawi solo a settembre, ma i primi tentativi risalgono a maggio, quando qualcuno ha provato a hackerare lo smartphone con uno spyware chiamato Predator tramite link mandati via Sms e messaggi WhatsApp. Se al-Tatantawi avesse cliccato su quei collegamenti, il suo telefono si sarebbe trasformato in una “spia” al servizio degli hacker. Una volta infettato, il telefono avrebbe infatti registrato e consegnato conversazioni, messaggi e dati ai malintenzionati. Ad agosto altri tentativi di hackeraggio hanno invece utilizzato la configurazione della connessione del telefono del politico egiziano alla rete mobile di Vodafone Egypt per infettarlo automaticamente con lo spyware se avesse visitato siti web che non utilizzavano il protocollo di sicurezza Https. I tentativi probabilmente sono falliti perché al-Tantawi aveva il telefono in “modalità di blocco”, secondo Citizen Lab. Per i ricercatori il telefono è stato però in un caso attaccato con successo dallo spyware nel 2021.

L’ombra del governo: l’Egitto è un cliente dell’azienda Cytrox

Dato che l’Egitto è notoriamente cliente del produttore di Predator, l’azienda Cytrox, e lo spyware è stato lanciato dal suolo egiziano, Citizen Lab si è detta convinta che dietro l’attacco ci sia proprio il governo egiziano. Al-Tantawi ha parlato di attacchi «indissolubilmente legati alla mia candidatura politica e al mio ruolo di opposizione nel Paese contro il regime di al-Sisi» che ha cercato «non solo di sorvegliare, ma forse anche di trovare materiale compromettente che potrebbe essere utilizzato per screditami o diffamarmi». Secondo il politico, l’incidente solleva anche dubbi sulla possibile complicità delle società di telecomunicazioni. Al-Tantawi, ex capo del partito di sinistra Al-Karama, aveva annunciato a marzo che avrebbe tentato l’ardua missione di battere il presidente uscente al-Sisi, il cui mandato scade nel 2024, alle votazioni. Da quel momento anche suoi familiari e sostenitori si sono lamentati di molestie e interferenze da parte delle forze di sicurezza.

In Egitto è già partita la campagna presidenziale tra arresti e spionaggio
Il malware Predator è sviluppato dalla Cytrox.

Kassem condannato per un post su Facebook

Hisham Kassem, un altro possibile candidato alla presidenza per la coalizione di opposizione al-Tayar al-Hurr (Free Current) è stato condannato a metà settembre per calunnia e diffamazione nei confronti di Kamal Abu Eita, un ex ministro del Lavoro, e per oltraggio a pubblico ufficiale. Kassem era stato arrestato ad agosto per un post pubblicato su Facebook il 29 luglio contro l’ex ministro. Dopo essersi rifiutato di pagare la cauzione è stato portato in una stazione di polizia al Cairo, dove avrebbe aggredito verbalmente tre agenti di polizia.

«Il regime sarà allo stesso tempo concorrente e arbitro»

La sua formazione politica ha annunciato che boicotterà le elezioni e sospenderà le sue operazioni in seguito alla condanna. «Il clima politico non consentirà elezioni libere, corrette e giuste, senza le quali il regime sarà allo stesso tempo concorrente e arbitro», ha affermato. La coalizione ha aggiunto che Kassem era «un potenziale candidato presidenziale se fossero state fornite le garanzie elettorali fondamentali». La condanna contro Kassem, che è anche un attivista ed editore di opposizione, potrà però essere impugnata di fronte a un tribunale di grado superiore. Se invece fosse confermata, lo estrometterebbe dalla campagna elettorale.

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Hisham Kassem.

Sei candidati, ma la legge elettorale mette i bastoni fra le ruote

Compreso lo spiato al-Tantawi, e senza contare al-Sisi, i candidati alla presidenza sono al momento sei. Gameela Ismail, presidente del partito liberale Dostour, e Farid Zahran, presidente del Partito socialdemocratico egiziano di sinistra, hanno annunciato la loro intenzione di candidarsi. Gli altri sono Abdel-Sanad Yamama e Fouad Badrawi del partito nazionalista Wafd e Hazem Omar, capo del Partito repubblicano popolare. Nessuno avrà vita facile a causa della popolarità di al-Sisi e della stretta dell’Egitto sulle critiche al governo, ma anche della stessa legge elettorale. Secondo le regole egiziane, i candidati, per partecipare alle elezioni, devono infatti ottenere l’appoggio di 20 parlamentari o di 25 mila elettori registrati in almeno 15 governatorati del Paese, con un minimo di 1.000 da ciascun governatorato. Il tempo ora stringe, e il clima politico potrebbe non aiutare.

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