Daily Archives: 4 Settembre 2023

Kanye West e Bianca Censori banditi dalla società di motoscafi di Venezia: «Atti osceni a bordo»

L’appassionato scambio di effusioni di cui Kanye West e la fidanzata Bianca Censori si sono resi protagonisti a bordo di un motoscafo a Venezia non sarebbero per nulla piaciuto alla società che ha prestato il mezzo alla coppia per il loro tour tra i canali della città veneta.

Kanye West e Bianca Censori banditi da una società di motoscafi di Venezia

Le immagini scattate dai paparazzi hanno fatto il giro del mondo: negli scatti finiti online si vede Kanye West seduto in barca con i pantaloni abbassati e con le natiche in bella vista, tutto questo mentre, in apparenza, sembrava essere intento a consumare un rapporto sessuale con la moglie australiana. Sembra dunque che le scandalose foto della coppia abbiano fatto infuriare la società che ha noleggiato il motoscafo dove si è consumato l’atto esplicito: come riporta il Daily Mail la Venezia Turismo Motoscafi ha annunciato che la coppia «non sarà più la benvenuta a bordo delle loro barche». Il tabloid ha riportato inoltre altre dichiarazioni in esclusiva da parte dell’azienda, che si è definita del tutto all’oscuro di quello che i due avessero combinato sull’imbarcazione prima che le foto diventassero di dominio pubblico. Nel comunicato rilasciato dalla società si legge: «L’autista a bordo doveva stare attento al traffico e non ha così potuto notare queste oscenità. Se ciò fosse avvenuto, sarebbe immediatamente sbarcato e avrebbe denunciato i trasgressori alle autorità».

 

Venezia Turismo Motoscafi a Kanye West: «Ci dissociamo»

L’azienda ha già in passato offerto i suoi servizi a molte altre star internazionali sbarcate a Venezia per il Festival del Cinema, come Harry Styles, Florence Pugh e Lady Gaga. Nessuno, in ogni caso, si era mai comportato come Kanye West e la moglie. La società si è dunque sentita in dovere di prendere le distanze dall’accaduto, precisando: «Ci dissociamo completamente da tali atti e comportamenti».

Piaggio: Matteo Colaninno presidente e il fratello Michele nuovo ad

La guida della Piaggio resterà alla famiglia Colaninno. Dopo la scomparsa, lo scorso 19 agosto, di Roberto Colaninno, l’imprenditore mantovano artefice del rilancio del gruppo di Pontedera, rilevato nel 2006 e risanato dai debiti, sono arrivate le nuove nomine. Il cda di Piaggio, riunitosi per rivedere la governance, ha spacchettato in capo ai due figli, Matteo e Michele, i ruoli di presidente e amministratore delegato che il padre riuniva in sé.

Dopo la recente scomparsa, di Roberto Colaninno, il cda di Piaggio si è riunito nominando il figlio Matteo nuovo presidente e Michele ad.
Michele Colaninno (Imagoeconomica).

Ruoli e deleghe

Il primogenito Matteo è stato nominato presidente esecutivo, conservando anche la delega ai rapporti istituzionali in Italia e all’estero, di cui già disponeva in qualità di vicepresidente. Amministratore delegato diventa Michele, già operativo all’interno dell’azienda come chief executive of global strategy, product, marketing and innovation, e presidente di Acem, l’associazione europea dei costruttori di due ruote. A lui toccherà dunque il ruolo più operativo nella guida di Piaggio, le cui strategie proseguiranno nel solco tracciato da Roberto Colaninno.

Inalterato il numero dei consiglieri

Il cda, in scadenza l’anno prossimo, ha inoltre cooptato Carlo Zanetti, mantenendo così inalterato a nove il numero dei consiglieri, di cui cinque indipendenti. Chiusa la successione in Piaggio, martedì 5 settembre toccherà a Immsi, la holding quotata che detiene anche le partecipazioni cantieristiche di Intermarine e quelle immobiliari del resort sardo Is Molas, riorganizzarsi. La presidenza dovrebbe passare anche qui a Matteo mentre Michele continuerà a rivestire l’incarico di amministratore delegato e direttore generale. In Borsa Piaggio, riporta l’Ansa, è salita dello 0,62 per cento, a 3,55 euro, con la stabilità assicurata dai Colaninno che continua ad alimentare cauti acquisti sul titolo.

Benzina, ritocchi al rialzo: verde self a 1,96 euro al litro

Movimenti al rialzo sulla rete carburanti. Con le quotazioni internazionali venerdì in aumento, soprattutto sul diesel, nel fine settimana del 2 e 3 settembre 2023 si sono registrati interventi sui prezzi raccomandati di benzina e diesel, con Eni che sabato ha rincarato di un centesimo entrambi i prodotti. Le medie nazionali dei prezzi praticati alla pompa risultano di conseguenza in crescita.

Rialzo nel self e di un centesimo anche nel servito

Nel dettaglio, in base all’elaborazione di Quotidiano Energia dei dati comunicati dai gestori all’Osservaprezzi del Mimit aggiornati alle 8 di domenica 3 settembre, il prezzo medio praticato della benzina in modalità self è 1,960 euro al litro (1,957 la rilevazione precedente), con i diversi marchi compresi tra 1,949 e 1,972 euro al litro (no logo 1,949). Il prezzo medio praticato del diesel self è 1,864 euro al litro (rispetto a 1,862), con le compagnie tra 1,854 e 1,880 euro al litro (no logo 1,855). Quanto al servito, per la benzina il prezzo medio praticato è 2,095 euro al litro (2,094 il dato precedente), con gli impianti colorati con prezzi tra 2,029 e 2,165 euro/litro (no logo 2,002). La media del diesel servito è 2,002 euro al litro (contro 2,001), con i punti vendita delle compagnie con prezzi medi compresi tra 1,937 e 2,065 euro/litro (no logo 1,908).

Capello: «Mancini ha commesso un gravissimo errore»

«Mancini ha commesso un gravissimo errore, ha accusato il presidente della federazione dicendo che non sentiva la fiducia quando in realtà sarebbe stato più semplice dire “guardi presidente ho ricevuto un’offerta a cui non posso dire di no ed accettare l’offerta”». L’ex tecnico dell’Inghilterra e di Milan, Juve, Roma e Real Madrid Fabio Capello ha criticato ai microfoni di Radio Anch’io Sport la scelta di Roberto Mancini di lasciare l’azzurro per l’Arabia Saudita.

Su Spalletti Ct azzurro: «Sono contento perché ci voleva uno un po’ matto

«Si è arrampicato sugli specchi accusando il presidente e la federazione di non sentire più la fiducia e di avergli cambiato lo staff», ha aggiunto. Poi su Spalletti Ct azzurro: «Sono contento perché ci voleva uno un po’ matto e Luciano è un po’ matto ad accettare subito di rientrare ad allenare la Nazionale. L’emozione è grande e la voglia altrettanto, essendo un allenatore ispirato che sa dove portare le sue squadre mi sembra sia stata una bellissima scelta da parte di Gravina».

MotoGp, Bagnaia: «Farò di tutto per esserci a Misano»

Il campione del mondo della Ducati Francesco Bagnaia ha rassicurato i tifosi all’uscita dell’ospedale di Barcellona, dove sono state escluse fratture nonostante il terribile incidente nel GP Catalunya. Il motociclista ha raccontato ai microfoni di Sky: «Avevo poco grip nel giro di ricognizione, ho preso una grande botta. Al momento è difficile capire cosa sia successo, di sicuro non è stata una caduta normale. Farò di tutto per essere a Misano». E Davide Tardozzi, team manager Ducati, ha aggiunto: «Fortunatamente non ci sono fratture, molto probabilmente Pecco sarà in pista a Misano».

La Ducati: «Nessuna frattura»

Il pilota sudafricano che ha investito Bagnaia, Brad Binder, ha così raccontato: «Quando ho visto la moto di Pecco ho fatto di tutto per evitarlo, ma non ci sono riuscito. È stato spaventoso, il peggiore incubo di noi piloti è quello di fare male a un altro pilota. Ho parlato con lui al centro medico per sincerami delle sue condizioni. Ma l’ho trovato cosciente, meno peggio di quanto mi aspettassi». Anche la Ducati, in una nota, ha dichiarato: «Francesco ha riportato contusioni multiple, ma ulteriori accertamenti medici non hanno evidenziato fratture. Il campione del mondo in carica volerà stasera in Italia con la squadra».

Dany Boon: età, biografia e carriera dell’attore

Dany Boon, nome d’arte di Daniel Hamidou, è nato a Armentières (Francia) il 26 giugno 1966 ed è un attore, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico. Ha vinto due Premi César e dal 10 novembre 2009 è Cavaliere della Legione d’Onore.

Dany Boon: biografia e carriera

L’attore, originario del Nord della Francia, è arrivato a Parigi nel 1989 in cerca di fortuna. Ha iniziato la sua carriera facendo il mimo nelle strade della capitale, riuscendo a entrare in un secondo tempo nella compagnia del Théâtre Trévise. Fin da subito si è distinto per la sua comicità, imponendosi come uno dei più famosi one-man-show del teatro della capitale. Nel 1993 il produttore Patrick Sébastiene ha deciso così di finanziare i suoi spettacoli, con sketches e monologhi, che hanno avuto molto successo. È solamente nel 1995 che Dany Boon ha iniziato a lavorare al cinema, dopo aver partecipato a un cortometraggio, La flache di Philippe Troyon, e dopo aver recitato in un episodio di Commissario Navarro (1995) di Marc Angelo. Il primo film a cui ha recitato è stato Le grand blanc de Lambaréné di Bassek Ba Kobhio (1995), seguito da Bimboland di Ariel Zeitoun (1998).

Dany Boon, tra carriera e vita privata
Dany Boon nel 2021 (Getty Images).

Boon non è solamente attore, ma anche regista. Tra i film più famosi in cui ha recitato – alcuni dei quali li ha anche diretti – vi sono Una top model nel mio letto, regia di Francis Veber (2006), Il mio migliore amico, regia di Patrice Leconte (2006), Giù al Nord, regia di Dany Boon (2008), Benvenuti al Sud, regia di Luca Miniero (2010), in un piccolo cameo, Asterix & Obelix al servizio di Sua Maestà, regia di Laurent Tirard (2012), Supercondriaco, regia di Dany Boon (2014), Lolo – Giù le mani da mia madre, regia di Julie Delpy (2015), Un tirchio quasi perfetto, regia di Fred Cavayé (2016), 8 Rue de l’Humanité, regia di Dany Boon (2021), Mon Crime – La colpevole sono io, regia di François Ozon (2023) e Murder Mystery 2, regia di Jeremy Garelick (2023).

Dany Boon: la vita privata

Sul set del film Bimboland ha conosciuto l’attrice Judith Godrèche, che ha sposato nel 1998 e da cui ha avuto un figlio, Noé (1999). Dopo il divorzio nel 2002, Boon si è risposato un anno dopo con la sceneggiatrice Yael Harris da cui ha avuto tre figli: Eytan (2005), Elia (2006) e Sarah (2010). I due hanno divorziato nel novembre 2018.

Musicista ucciso a Napoli, Meloni telefona alla madre di Giogiò

La premier Giorgia Meloni ha telefonato a Daniela Di Maggio, la mamma di Giovanbattista Cutolo, il giovane musicista di 24 anni ucciso all’alba di giovedì 31 agosto in piazza Municipio a Napoli da un 17enne. Secondo quanto riferiscono il Corriere della Sera e Il Mattino, la telefonata c’è stata sabato pomeriggio. «Mi ha chiesto che cosa può fare per me», ha riferito la Di Maggio. Nelle sue dichiarazioni, immediatamente dopo l’omicidio, la mamma di Giovanbattista aveva sollecitato da subito giustizia per il figlio e una pena esemplare per il killer. In piazza Municipio, proprio sul luogo del delitto, aveva invocato una legge in nome di Giogiò (così chiamava affettuosamente il ragazzo) nella quale sia previsto un abbassamento dell’età imputabile e la certezza della pena anche per chi commette reati prima di diventare maggiorenne.

Di Maggio: «È stata una conversazione tra due madri, mi è sembrato di conoscerla da sempre»

«Mi ha chiamato – aggiunge poi in particolare Daniela Di Maggio al Mattino – dal suo numero privato. Ho risposto, ci ho messo un po’ a capire che era davvero la Meloni. È stata – sottolinea – una conversazione tra due madri, sincera ed accorata, mi è sembrato di conoscerla da sempre. Le ho chiesto se potevo chiamarla Giorgia, mi ha risposto “certo che devi chiamarmi Giorgia”. Poi mi ha fatto una domanda: “che cosa posso fare per te'”. Non ho avuto –  spiega – neanche un attimo di esitazione, voglio incontrati, ho risposto, devi aiutarmi a fare in modo che altre madri non vivano più drammi come questo. La criminalità non può averla vinta, dobbiamo proteggere i nostri ragazzi, la parte sana del Paese, il futuro che vorremmo». A telefonare alla mamma di Giovanbattista è stato, riferisce la donna, anche il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Nella giornata di oggi è in programma l’autopsia sul corpo del musicista. Poi mercoledì alle 15 nella chiesa del Gesù Nuovo a Napoli si svolgeranno i funerali celebrati dall’arcivescovo, Domenico Battaglia. Per quel giorno il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha proclamato il lutto cittadino.

Le bugie reggono i c’eri

Questa settimana ho scritto solo di verità e di mancate verità e della verità degli altri che non è la nostra ma gli altri vorrebbero lo fosse. Agosto è maschio. È andato via convinto che ci ha lasciato lui. Quando tutto s’intreccia alla perfezione, ecco l’anagramma: “Open to Meraviglia = Mangiatelo, poveri!”. Non accettare caravelle da sconosciuti, sennò scopri l’America da ubriaca e te la sei cercata. E poi c’è Brandizzo. Che tragedia immane, in mano, sulle dita, a contare fino a cinque. Le morti sul lavoro sono la morte del lavoro. E Ustica, sì. Strati di segreti di Stato, se gretti dì stato di strage. La differenza tra il primo amore e l’ultimo è che il primo lo ricordi per tutta la vita mentre l’ultimo lo ricordi per tutta la viltà. Il tempo ci spreca. Noi timidi veri arrossiamo quando diciamo la verità, mica le bugie; ecco il palindromo: “È rossor lieve il rossore”.

Giacomo Rizzo: età, biografia e carriera dell’attore

Giacomo Rizzo, nato a Napoli il 17 gennaio 1939, è un attore italiano. Dopo una lunga carriera in numerose commedie, dal 2009 dirige la scuola di recitazione del Teatro Bracco di Napoli.

Giacomo Rizzo: biografia e carriera

L’attore ha debuttato all’età di otto anni in uno spettacolo del teatro di varietà, recitando in piccoli teatri di provincia ed esibendosi anche come cantante nei night club. Nel 1965 ha cambiato genere e ha cominciato a recitare in alcune sceneggiate tipiche napoletane, insieme alla compagnia di Mario Merola. L’anno seguente ha esordito al cinema con Operazione San Gennaro, regia di Dino Risi (1966). Nel 1968 ha lavorato con Rosalia Maggio al Teatro Salone Margherita e tre anni dopo, nel 1971, è stato uno dei protagonisti del film Il Decameron, di Pier Paolo Pasolini. L’anno seguente è stato tra gli interpreti di Che cosa è successo tra mio padre e tua madre? (Avanti!), regia di Billy Wilder (1972), partecipando poi a molti film del filone della commedia erotica.

Giacomo Rizzo, tra carriera e vita privata
Giacomo Rizzo al Festival del Cinema di Cannes nel 2006. (Getty Images).

Alcuni anni dopo, nel 1976, è stato Rigoletto nel film Novecento di Bernardo Bertolucci. Il ruolo di protagonista in L’amico di famiglia di Paolo Sorrentino, uscito al cinema nel 2006 e presentato al Festival di Cannes, gli ha fatto vincere il Premio Alberto Sordi come miglior attore dell’anno. Tra gli altri film famosi in cui l’attore è comparso ci sono Il diavolo e l’acquasanta, regia di Bruno Corbucci (1983), Benvenuti al Sud, regia di Luca Miniero (2010), Benvenuti al Nord, regia di Luca Miniero (2012), Si accettano miracoli, regia di Alessandro Siani (2015) e Passpartù: Operazione Doppiozero, regia di Lucio Bastolla (2019).

Giacomo Rizzo: la vita privata

Nel 2022 l’attore era fidanzato con Giovanna, una donna di circa 40 anni più giovane di lui. Nella sua vita sentimentale precedente, ha avuto due mogli, Pina e Stefania, e una storia con Carla. In un’intervista a Il Mattino, ha raccontato: «Ho sempre amato la gioventù. E ho tre figlie. La prima nacque che avevo 26 anni, la seconda 30, l’ultima 52».

Suppletive di Monza, non solo Galliani e Cappato: ecco chi si candida

Si allarga di giorno in giorno la platea dei candidati per le suppletive di Monza per il seggio al Senato che fu di Silvio Berlusconi. Del resto in palio c’è una poltrona pesante: si tratta del feudo elettorale del Cav, che l’ex premier aveva riconquistato, 10 anni dopo la decadenza ai sensi della Legge Severino, nel settembre 2022 con il 50 percento dei consensi. I fari dunque sono puntati sulla sfida brianzola e Monza diventa un laboratorio politico per nuove e più strutturate strategie in vista delle Europee di giugno 2024.

Galliani, l’erede naturale del Cav

Il front-runner è Adriano Galliani. Il quale è stato chiamato dal centrodestra al ruolo di candidato unico per tornare in Senato dopo la scelta di non ricandidarsi alle elezioni del 2022. Forza Italia punta così a mantenere gli equilibri del partito e l’appoggio della famiglia Berlusconi schierando un uomo-simbolo capace di incarnare al meglio la continuità con il fondatore. Galliani, 79 anni compiuti a luglio, monzese di nascita, ha rappresentato per decenni l’alter ego di Berlusconi al Milan come amministratore delegato dal 1986 al 2017. Il suo rapporto umano e professionale con il Cav iniziò nel 1979, quando diventò suo socio nell’Elettronica Industriale oggi di proprietà di Mediaset che diede al Cavaliere l’accesso a ripetitori in grado di portare i segnali di Canale 5 in tutta Italia. Il manager forte di 29 trofei vinti coi rossoneri ha poi presieduto dal 2017 al 2019 Mediaset Premium, è stato senatore di Forza Italia dal 2018 al 2022 e, nell’ultima fase della vita di B, è tornato al mondo del calcio come ad del Monza portando i biancorossi dalla Serie C alla Serie A.

Suppletive di Monza, non solo Galliani e Cappato: ecco chi si candida
Adriano Galliani (Imagoeconomica).

Cappato, l’outsider che sfida le opposizioni

Partito Democratico e Movimento 5 stelle non hanno ancora scelto un candidato da opporgli e sono stati bruciati, sul fronte progressista, dalla discesa in campo dell’ex eurodeputato radicale Marco Cappato. Il cui comitato è già attivo e sta tappezzando Monza e i comuni limitrofi di manifesti. A sostenere la sua corsa Eumans, +Europa, Sinistra Italiana, Europa Verde, Psi, Volt e Base Italia, tutte formazioni liberaldemocratiche, ecologiste e progressiste. Dalla sua parte anche Carlo Calenda, una scelta che però ha rischiato di spaccare Azione e ha suscitato l’opposizione delle ex forziste Mariastella Gelmini e Mara Carfagna la quale a fine luglio definiva al Giornale la candidatura di Cappato «complicata». E questo perché «sui temi etici rappresenta posizioni che dividono il suo stesso partito, figuriamoci l’ala liberale e moderata». Nel Pd tendere la mano a Cappato può creare malumori tra la segretaria Elly Schlein e la componente centrista. E lo stesso vale per i pentastellati: Giuseppe Conte che si è sempre definito di stampo cattolico-democratico, potrà sostenere un candidato laicista e vicino a una cultura liberista come Cappato? Certo è che la possibilità di battere l’uomo di Berlusconi a casa sua e appropriarsi del seggio che fu del Cavaliere fa gola a molti.

Suppletive di Monza, non solo Galliani e Cappato: ecco chi si candida 1
Marco Cappato (Imagoeconomica).

Cateno De Luca in cerca di un palcoscenico nazionale

Chi userà Monza per testare la sua forza è Cateno De Luca. Il sindaco di Taormina ed ex sindaco di Messina intende misurare il peso nazionale del movimento Sud chiama Nord. Il partito di De Luca ha strappato due collegi uninominali nel Messinese alle ultime Politiche e “Scateno” mira a valorizzarsi come figura nazionale per poter dire la sua nel riallineamento del centro in vista delle prossime Europee. De Luca non ha risparmiato nessuno: Cappato avrebbe inventato di essere spiato dai servizi segreti per attirare l’attenzione e Galliani è un «ottimo imprenditore, ma mai visto in Senato». Cinquantuno anni, piglio da sceriffo, tende la mano a Matteo Renzi che su Cappato aveva avanzato qualche riserva: «È capace di grande battaglie, non sempre le condivido, dobbiamo però capire se l’obiettivo è vincere o partecipare», aveva messo in guardia il leader di Iv a inizio agosto. «Vogliamo prendere i like o fare il risultato?». Ora De Luca, dopo aver rifiutato un accordo con Renzi alle scorse Politiche, potrebbe tornare a trattare con una visibilità e un peso maggiori. Remote le possibilità di conquistare il seggio, “Scateno” userà le suppletive come palcoscenico nazionale.

Suppletive di Monza, non solo Galliani e Cappato: ecco chi si candida 1
Cateno De Luca (Imagoeconomica).

La carica degli anti-sistema: Di Modugno, Daniele Giovanardi e Lillo Musso

Completano la corsa tre candidati antisistema, a cui non si aggiungerà a causa del declino dell’offerta di Forza Nuova il generale Roberto Vannacci. Il Partito Comunista Italiano schiera il suo esponente locale di spicco Domenico Di Modugno, 67 anni di Nova Milanese, distintosi un anno fa per aver apprezzato le controverse parole di Berlusconi su Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky alla vigilia della nascita del governo Meloni. Ad agosto su Facebook ha scritto di voler combattere il governo Meloni che è «al servizio di Biden e di tutti quelli che sostengono l’intervento dell’Italia in Ucraina». L’ultima personalità in campo è il controverso medico Daniele Giovanardi, fratello dell’ex deputato Carlo, sostenuto da Democrazia Sovrana e Popolare, la lista guidata da Marco Rizzo che raggruppa una variegata galassia anti-sistema con sfumature complottiste. Il 73enne, sospeso ai tempi della pandemia dal servizio perché non vaccinato, già candidato con Italia Sovrana e Popolare nel 2022 contro “euro e dittatura sanitaria”, oggi è al centro del progetto politico che si focalizza sull’opposizione alla Nato e sulla riconquista della sovranità nazionale.

Suppletive di Monza, non solo Galliani e Cappato: ecco chi si candida 1
Daniele Giovanardi (Imagoeconomica).

Infine Forza del Popolo candida il suo segretario nazionale, Lillo Massimiliano Musso, avvocato e leader nazionale del fronte novax e sovranista. Sarà perché sono destinate a eleggere il successore di Berlusconi in Senato, ma le suppletive di Monza si stanno rivelando un casting degno di un reality show.

Bersani: «Se Vannacci dà dell’anormale a un omosessuale, si può dare del cogl** a un generale?»

Pier Luigi Bersani, ex leader e segretario del Partito Democratico, venerdì 1 settembre è stato ospite alla Festa dell’Unità di Ravenna. Qui, dialogando con la giornalista della Stampa Francesca Schianchi, ha parlato di argomenti diversi, dalla politica all’alluvione in Romagna. In questa sede ha espresso anche la necessità di aprire un centro «liberal-democratico» nel campo progressista, opposto a una destra che sta «sdoganando della robaccia che c’è nel fondo del nostro paese». E, come esempio, ha citato il libro del generale dell’Esercito Roberto Vannacci, «Il mondo al contrario», al centro del dibattito degli ultimi giorni per i suoi contenuti razzisti e omofobi.

Vannacci: «Un arretramento della civiltà» 

La «critica al politicamente corretto» di Vannacci, per Bersani sarebbe «un arretramento della civiltà». «Io ho letto solo i sommari di questo libro, ma quando leggi quelle robe lì pensi vabbè allora dai, sciogliamo l’esercito, sciogliamo le istituzioni e facciamo un grandissimo bar, il Bar Italia, […] dove puoi dare dell’invertito a un omosessuale, dove puoi dare della fattucchiera a una femminista», ha detto Bersani. E ha aggiunto, ponendo una domanda che ha scatenato l’applauso del pubblico: «C’è una domanda sincera che vorrei fare. Se in quel bar lì è possibile dare dell’anormale a un omosessuale, è possibile dare anche del cogl** a un generale?».

Carlos Sainz rapinato dell’orologio a Milano: blocca i ladri aiutato dai passanti

Il ferrarista spagnolo Carlos Sainz è stato rapinato dell’orologio a Milano dopo il Gran Premio di Monza domenica 3 settembre. A quanto si è saputo, Sainz era uscito dall’albergo in cui alloggiava, l’Armani hotel, nel centro di Milano. È qui che è stato avvicinato da tre persone che, intorno alle 20.30, l’hanno circondato, con una tecnica vista altre volte, e gli hanno strappato l’orologio Richard Mille, modello Alexander Zverev del valore di 500 mila euro.

Sui rapinatori sono in corso approfondimenti

Il pilota avrebbe cominciato a inseguirli, unitamente ad altre persone che si trovavano per strada e hanno evidentemente riconosciuto il pilota. Sainz è riuscito a raggiungere e bloccare uno dei rapinatori in via Verri. Un secondo, invece, è stato bloccato in via della Spiga dal manager e il terzo poco distante da un altro componente dello staff. I rapinatori sono quindi stati fermati dagli agenti di una volante che li ha portati in questura, poco distante. Sui rapinatori sono in corso approfondimenti perché privi di documenti di identità: Hanno detto di essere marocchini e di avere 18, 19 e 20 anni.

Sparatoria in un sito per matrimoni in Canada, due morti

Due persone sono state uccise e altre sei sono rimaste ferite domenica 3 settembre in una sparatoria avvenuta nel parcheggio di una location per matrimoni a Ottawa. Lo hanno riferito le autorità. Nella sala si stavano svolgendo due matrimoni distinti quando all’esterno sono esplosi degli spari, spingendo gli ospiti, scioccati, a cercare rifugio. «C’era caos, non c’era una direzione precisa verso la quale andavano le persone, era tutto un fuggi fuggi, ha detto all’Afp uno degli invitati al matrimonio di un amico. «Poi ci sono state urla, una pausa, e poi altri spari. Il tutto è cominciato poco dopo le 22 di sabato (le 4.21 di domenica in Italia). La polizia «ha detto di rimanere nei nostri veicoli. Non potevamo lasciare la scena», ha detto il testimone.

Morti due uomini di età compresa tra 26 e 29 anni

La polizia di Ottawa ha confermato che sono morti due uomini di età compresa tra 26 e 29 anni, entrambi provenienti da Toronto, la città più grande del Canada. Tra i sei feriti c’erano degli americani, ma non erano in pericolo di vita. Martin Groulx, ispettore di polizia, ha detto che per ora non ci sono segnali che suggeriscano che la sparatoria sia stata un crimine d’odio «legato alla razza o a credenze religiose», ma non si esclude al momento alcuna pista. Le due morti nella sparatoria portano a 12 il numero degli omicidi registrati nel 2023 a Ottawa, la capitale del Canada, che conta circa un milione di abitanti. Secondo il governo canadese, negli ultimi anni diverse città canadesi hanno assistito a un notevole aumento della violenza armata con sparatorie sempre più frequenti. Dal 2009, il paese ha assistito a un aumento dell’81 per cento dei crimini violenti legati alle armi da fuoco.

Bottanuco, padre accoltella e uccide il figlio, arrestato

È stato portato alla caserma dei Carabinieri di Treviglio (Bergamo) per essere sentito dal sostituto procuratore Letizia Aloisio il 77enne Paolo Corna, arrestato domenica 3 settembre per aver ucciso a coltellate al termine di una lite il figlio 54enne Gianbattista Corna. Terminati i rilievi dei carabinieri il corpo della vittima è stato portato via dall’abitazione di via Castelrotto a Bottanuco, che non è stata sottoposta a sequestro.

All’origine del delitto una lite per questioni di droga

Il 77enne non ha opposto resistenza all’arresto, dopo aver avvisato lui stesso il 112 spiegando di aver accoltellato il figlio: tre i fendenti che gli avrebbe sferrato, anche se la conferma si avrà soltanto dall’autopsia che verrà disposta nei prossimi giorni. Nell’abitazione a pianterreno della palazzina teatro del delitto era presente anche la madre della vittima e moglie dell’arrestato. All’origine del delitto una lite per questioni di droga, essendo il figlio tossicodipendente. Già nel primo pomeriggio di domenica 3 settembre erano intervenuti i carabinieri per una prima lite, poi sedata.

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