Daily Archives: 30 Agosto 2023

Carcere di Oristano, nuova aggressione a quattro agenti

«Sono stati momenti estremamente concitati quelli vissuti nel primo pomeriggio di martedì 29 agosto 2023 quando i detenuti della sezione Alta sicurezza del carcere di Oristano, al rientro dai cortili passeggi, hanno dapprima rifiutato di rientrare nelle celle e, nonostante il tentativo di mediazione del personale di Polizia Penitenziaria, sono passati alle vie di fatto aggredendo brutalmente quattro poliziotti. Solo dopo diversi minuti hanno deciso di rientrare nelle camere ma, nel frattempo, gli agenti aggrediti hanno subito tumefazioni e sono stati trasportati all’ospedale esterno cittadino». A renderlo noto il segretario generale della Uil Pa Polizia Penitenziaria Michele Cireddu.

«L’istituto aveva denunciato anomalie che non sono ancora state risolte»

«Si tratta dell’ennesima aggressione subita dai nostri poliziotti, ma questo episodio preoccupa maggiormente perché i detenuti autori erano tanti e sono passati alle vie di fatto a seguito del rifiuto di rientrare nelle camere detentive», ha aggiunto Cireddu. «Si tratta di detenuti appartenenti al circuito Alta sicurezza e questo dato non può essere sottovalutato. In tempi non sospetti avevano elencato una serie di anomalie all’interno dell’Istituto oristanese, in una nota indirizzata alla direzione, al provveditore ed al capo del dipartimento e, nonostante una recente ispezione dipartimentale, l’istituto presenta diverse criticità che non sono ancora state risolte».

«Campanello d’allarme estremamente preoccupante»

E ancora: «Il clima all’interno è diventato più teso anche a causa dell’aumento di rapporti disciplinari nei confronti del personale che, in alcuni casi, a nostro avviso, non sembravano l’estrema ratio rispetto alle dinamiche contestate. In questo modo il personale non lavora con la giusta serenità e i gravi episodi avvenuti il 29 agosto non fanno altro che aumentare il disagio e fanno suonare un campanello d’allarme estremamente preoccupante». Per la Uil «la situazione è fuori controllo un po’ ovunque, la Sardegna penitenziaria è l’emblema del fallimento dell’Amministrazione e i dati lo dimostrano».

Previsioni meteo, ultime ore di maltempo: poi tornano sole e caldo

Ore contate per il ciclone che ha flagellato molte regioni italiane con nubifragi, allagamenti, frane, colate di fango, lacqua alta a Venezia e la neve sulle Alpi. È in arrivo l’alta pressione che garantirà un periodo più stabile, soleggiato e con temperature di nuovo in aumento.

Maltempo nelle regioni del Centro, tempo stabile a Nord-Ovest e in Sardegna

Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it ha annunciato che mercoledì 30 agosto 2023 il maltempo si concentrerà soprattutto sulle regioni centrali con Toscana, Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo a rischio acquazzoni e locali grandinate alternati e seguiti da pause asciutte e schiarite soleggiate. Le precipitazioni, inoltre, abbandoneranno il Nord-Est italiano con gli ultimi rovesci sul Friuli Venezia-Giulia, in Romagna e lungo le coste venete. Infine, qualche temporale potrebbe scoppiare anche al Sud, specialmente in Campania e sulla Calabria tirrenica. Il tempo si è già stabilizzato al Nord-Ovest e in Sardegna dove saranno presenti generose schiarite soleggiate. Dopo il drastico calo dei valori massimi e, dalla serata di mercoledì 30, anche di quelli minimi, le temperature torneranno gradualmente a crescere, attestandosi nella media del periodo. I 30 gradi saranno superati solo su Toscana, Lazio e al Sud nel corso del weekend.

Le previsioni in dettaglio

Nel dettaglio:

  • Mercoledì 30. Al Nord: ultime piogge al Nord-Est, specie su Romagna e Friuli Venezia-Giulia. Al Centro: instabile con rovesci alternati a schiarite. Al Sud: un po’ instabile su Campania e Calabria tirrenica.
  • Giovedì 31. Al Nord: piogge su Liguria, Emilia Ovest e Dolomiti. Al Centro: piogge su alta Toscana. Al Sud: un po’ instabile in Sicilia e sul Cilento.
  • Venerdì 1. Al Nord: piovaschi sul Piemonte occidentale. Al Centro: cielo sereno o poco nuvoloso. Al Sud: bel tempo prevalente.

L’Australia voterà per riconoscere gli indigeni nella Costituzione

L’Australia prepara uno storico referendum per riconoscere ufficialmente i popoli aborigeni e gli abitanti delle isole nello stretto di Torres. Il prossimo 14 ottobre la popolazione voterà per aggiungere un nuovo capitolo alla Costituzione che, negli intenti del primo ministro Anthony Albanese, possa «riunire la nazione e cambiarla al meglio». Prevista anche l’istituzione di un nuovo organo consultivo, l’Aborigenal and Torres Strait Islander Voice o anche semplicemente Voice, per dare spazio agli indigeni in Parlamento. Avrebbe infatti il potere di fornire pareri non vincolanti al governo sulle leggi riguardanti i nativi. «Vi si chiede di dire sì a un invito che viene direttamente da questi popoli», ha spiegato Albanese. «Il comitato sarà scelto da loro per migliorare l’integrazione e la vita di tutti». Come riporta anche la Bbc, l’idea per un nuovo organo consultivo nacque nel 2017 grazie all’Uluru Statement from the Heart, sottoscritto da 250 leader indigeni.

Il 14 ottobre si voterà anche per creare un organo consultivo in Parlamento. In Australia però un referendum non passa da quasi 50 anni.
I manifesti in Australia per il referendum di ottobre (Getty Images).

Le divisioni della politica e la storia dei referendum in Australia

Affinché abbia successo, il referendum dovrà ottenere la maggioranza dei consensi in almeno quattro dei sei Stati. Nonostante l’Australia sia l’unica nazione del Commonwealth a non aver mai ratificato un trattato con i popoli indigeni, la storia del Paese non lascia molte speranze. Soltanto otto dei 44 referendum hanno superato lo scoglio del voto popolare, l’ultimo dei quali addirittura nel 1977. Quasi 50 anni fa. A peggiorare la situazione c’è una profonda spaccatura fra maggioranza e opposizione. Pur godendo del sostegno del Partito laburista di Albanese, il referendum è osteggiato infatti dalla coalizione fra il Partito liberale di centrodestra e quello Nazionale che rappresenta le istanze del mondo rurale. Per il leader Peter Dutton la riforma potrebbe enfatizzare le distinzioni razziali. Negativo anche il parere per la creazione di un solo organo consultivo nella capitale, cui sarebbero preferibili più unità locali.

Il 14 ottobre si voterà anche per creare un organo consultivo in Parlamento. In Australia però un referendum non passa da quasi 50 anni.
Gli aborigeni dell’Australia durante un evento aperto al pubblico (Getty Images).

Gli indigeni australiani discendono dai primi abitanti dell’isola, giunti più di 50 mila anni fa e appartenenti a più popolazioni differenti per cultura e lingua madre. Oltre agli aborigeni, si distinguono anche gli abitanti delle isole dello stretto di Torres, arcipelago a Nord dell’Australia dove vivono gruppi distinti per tradizioni e usanze da quelli del continente. All’arrivo del capitano Cook nel 1770 gli indigeni erano circa 300 mila, ma nei due secoli successivi il loro numero è crollato a 50 mila unità per via della colonizzazione europea. Gli abitanti nativi hanno man mano perso il controllo di gran parte delle terre, subendo continue violenze e politiche discriminatorie. Fino agli Anni 70 del secolo scorso, infatti, migliaia di bambini sono stati strappati alle famiglie di origine e affidati a istituzioni statali ed ecclesiastiche.

La Consob fa trasparenza su Visibilia, Ruffino al 21,3 per cento

La Consob ha deciso di fare «un’operazione di trasparenza su internal dealing e azionariato» di Visibilia Editore e rendere note, a seguito della propria attività di vigilanza, l’evoluzione dell’azionariato durante l’ultimo anno e le operazioni di internal dealing effettuate da Luca Giuseppe Reale Ruffino (il presidente e amministratore delegato morto lo scorso 5 agosto) in particolare negli ultimi due mesi di vita da giugno a luglio.

Ruffino, tra giugno e luglio scambi per 335 mila euro omessi dalle comunicazioni

Ruffino al 17 luglio risultava detenere il 21,31 per cento di Visibilia Editore e la quantità cumulata con Sif era del 71,33 per cento, ben superiore alla quota del 45,81 per cento dichiarata al mercato. Un anno fa, a settembre 2022, deteneva solo l’1,7 per cento. Una quota che si è mano a mano accresciuta. Le operazioni di acquisto a giugno e luglio 2023 sono state intense, ogni giorno sono stati effettuati scambi per un controvalore complessivamente per oltre 335 mila euro e la Consob effettuando la sua attività di vigilanza si è accorta che erano state tutte omesse dalla comunicazione.

Alessandro Cecchi Paone e Simone Antolini vicini alle nozze: le celebrerà Emma Bonino

A circa un anno di distanza dalle prime foto dei paparazzi che li ritraevano felici ed innamorati in barca, Alessandro Cecchi Paone e Simone Antolini sono pronti per il grande passo. È quanto ha raccontato l’ex volto de La Macchina del tempo in un’intervista al magazine Chi svelando qualche dettaglio in più sui suoi progetti con il futuro marito.

Alessandro Cecchi Paone e il matrimonio in arrivo con Simone Antolini

Il celebre divulgatore, che nel 2023 ha partecipato con il compagno all‘Isola dei famosi, ne è certo: Simone è l’uomo con cui vuole passare il resto della sua vita. Cecchi Paone aveva in realtà già annunciato il matrimonio da mesi, ma a Chi ha avuto occasione di rivelare un importante particolare rispetto al grande giorno, commentando: «Ci uniremo civilmente, davanti a Emma Bonino, prima di Natale. Poi, se non dovessero cambiare le cose nel nostro Paese, seguiremo l’invito di Cristina, la mia ex moglie nonché la nostra più grande alleata, di sposarci in Spagna attraverso il matrimonio egualitario».

Il divulgatore vuole adottare la figlia del compagno

Alessandro ha poi spiegato che l’unione legale con Antolini gli permetterà di adottare la figlia che quest’ultimo aveva avuto da una precedente relazione, Melissa. Parlando della bambina, il conduttore ha commentato: «Mi ha cambiato le priorità e stravolto i piani. Melissa mi chiama zio, talvolta semplicemente Alessandro e c’è un affetto tra noi inenarrabile». Per quanto il loro legame sia già molto stretto, Cecchi Paone ha comunque tenuto a sottolineare di non avere alcuna intenzione di sostituirsi al vero padre della piccola, aggiungendo: «Io sostengo e supporto Simone in tutto: sicurezza, organizzazione, regole. Lui, dalla sua, è molto più accondiscendente con Melissa, mentre io a malincuore, devo fare il rigido».

Benevento, ponte sequestrato, ambulanza viola sigilli per soccorrere anziana

«Un’ambulanza ha violato i sigilli posti al ponte sequestrato per soccorrere un’anziana e ogni giorno gli anziani della zona, alcuni dializzati alcuni in chemioterapia, vengono costretti a giri interminabili per raggiungere Benevento; faccio appello alle istituzioni coinvolte e alla magistratura affinché l’infrastruttura che collega la località Pantanella a Vitulano sia resa finalmente utilizzabile. Si rischia di morire di burocrazia». È l’Sos che lancia il sindaco del comune sannita, Raffaele Scarinzi, il quale cita Ennio Flaiano («La situazione è grave ma non è seria») per descrivere una situazione, a suo dire, paradossale.

Il sindaco: «Occorre sbloccare al più presto questa situazione che penalizza i più deboli»

«Il 20 gennaio scorso un’alluvione distrugge la strada per la frazione Pantanella e il Comune realizza in somma urgenza un percorso alternativo ultimando un ponte costruito nel 1999 e rimasto incompiuto» spiega il sindaco. E aggiunge: «Mentre si realizza l’opera vengono compiuti tutti i passaggi tecnici ancora mancanti per la sua regolarità. La nuova strada sarebbe già fruibile il 10 febbraio ma finisce nelle pastoie burocratiche con intervento di carabinieri e magistratura e il ponte rimane bloccato». Evidenzia Scarinzi: «Quando al Genio Civile viene prodotto tutto quanto richiesto per il rilascio dell’autorizzazione idraulica lo stesso comunica che queste autorizzazioni non sarebbero più di sua competenza ma spetterebbero ai Consorzi di Bonifica». Ma, rileva il primo cittadino, «il Consorzio di Bonifica Sannio Alifano, al contrario, declina ogni sua competenza». «Sono amareggiato – conclude il sindaco Scarinzi – non entro nel merito di valutazioni che spettano ad altri organi; dico solo che occorre sbloccare al più presto questa situazione che penalizza i più deboli».

Il prezzo della benzina sale ancora: al self è 1,955 euro al litro

Prezzi di benzina e diesel in salita sulla rete carburanti. In base all’elaborazione di Quotidiano Energia dei dati comunicati dai gestori all’Osservaprezzi del Mimit aggiornati alle 8.00 di martedì 29 agosto 2023, il prezzo medio praticato della benzina in modalità self è 1,955 euro al litro (1,952 la rilevazione precedente), con i diversi marchi compresi tra 1,950 e 1,972 euro al litro (no logo 1,946). Il prezzo medio praticato del diesel self è 1,858 euro al litro (rispetto a 1,854), con le compagnie tra 1,851 e 1,882 euro/litro (no logo 1,848).

Al servito la verde sale a 2,092 euro al litro 

Quanto al servito, per la benzina il prezzo medio praticato è 2,092 euro al litro (2,090 il dato precedente), con gli impianti colorati con prezzi tra 2,026 e 2,154 euro al litro (no logo 1,999). La media del diesel servito è 1,996 euro al litro (contro 1,994), con i punti vendita delle compagnie con prezzi medi compresi tra 1,934 e 2,054 euro/litro (no logo 1,901). I prezzi praticati del Gpl si posizionano tra 0,709 e 0,736 euro al litro (no logo 0,692). Infine, il prezzo medio del metano auto si colloca tra 1,397 e 1,458 (no logo 1,392).

All’Udinese si tifa Fedriga, la nuova carica del generale Adinolfi e altri spifferi

Nel caos del calcio italiano, tra presidenti che fanno politica e commissari tecnici che scappano dalla penisola cercando petrodollari, arriva pure il tifo parastatale, anzi regionale. Dove l’ente locale paga per farsi notare dagli amanti del pallone. Già, perché sulla maglia dell’Udinese è arrivato il marchio “Io sono Friuli Venezia Giulia”. Main sponsor è PromoTurismoFvg, per la durata di tre anni, sborsando 1,2 milioni di euro all’anno. Massimiliano Fedriga sarà così oggetto del tifo calcistico, diventando protagonista delle partite anche sotto le elezioni. Tra l’altro l’ufficio romano di rappresentanza della regione Friuli-Venezia Giulia si trova proprio di fronte a Palazzo Chigi. E sotto c’è lo store della Roma. Certo, se questo è il federalismo caro alla Lega di Matteo Salvini

All'Udinese si tifa Fedriga, la nuova carica del generale Adinolfi e altri spifferi
Nehuén Pérez dell’Udinese, col nuovo sponsor sulle maglie in bella vista (Getty).

Gli attassati, un film per Ruffini (e Leo)

Le dichiarazioni in tema di evasione fiscale, e non solo, di Ernesto Maria Ruffini, ossia “mister tasse”, avevano messo sottosopra il governo Meloni, e in particolare il viceministro all’Economia (ma più alle Finanze) Maurizio Leo, il quale non gradisce “invasioni di campo” nel suo settore. Il 31 agosto arriva dalla Sicilia un film che farà rumore: Gli attassati, di Lorenzo Tiberia, con la coppia comica palermitana formata da Antonio Matranga ed Emanuele Minafò: si tratta di una commedia all’italiana dove gli abitanti di un piccolo comune meridionale vengono sommersi dalle cartelle esattoriali. La soluzione? Trafugare dagli uffici di Equitù (chissà a cosa si riferisce…) tutta la documentazione. La pellicola, realizzata grazie alla Film Commission della Regione Campania guidata da Vincenzo De Luca, è stata girata a Bacoli e sarà disponibile su Prime Video: avvisate Ruffini. Ricordandogli che la trama vuole sottolineare che «dietro la “tassazione illecita” c’è il sindaco, un uomo cinico e corrotto, disposto a tutto pur di appianare il bilancio comunale, e conquistare la poltrona di segretario all’interno del suo partito». Il regista ha anche lavorato per Poste Italiane.

Il generale Adinolfi alla (nuova) carica

È andato in pensione da anni, ma lo chiamano sempre “il generale”: Michele Adinolfi, già al vertice della Guardia di finanza (comandante in seconda), classe 1952, ha conquistato una nuova carica. Appena terminata l’esperienza militare era andato all’AdnKronos di Pippo Marra, alla vicepresidenza dell’agenzia: ora il consiglio di amministrazione di Sgb Humangest Holding ha nominato Adinolfi presidente dell’organismo di vigilanza di Humangest, la struttura per il lavoro che fa parte del gruppo. Il suo incarico prevede la sorveglianza e la segnalazione di evidenti deficienze, anomalie o violazioni del modello organizzativo.

All'Udinese si tifa Fedriga, la nuova carica del generale Adinolfi e altri spifferi
Michele Adinolfi (Imagoeconomica).

Nepi fa un bando e poi lo annulla

Misteri dello sport italiano: Diego Nepi Molineris, fedelissimo di Giovanni Malagò, in qualità di amministratore delegato di Parco Sportivo Foro Italico, ha prima dato il via a una procedura per l’affidamento a un unico operatore economico della fornitura di derrate alimentari e bevande per un importo di 3 milioni di euro. Poi in piena estate ha annullato tutto con l’anodina dicitura “per sopravvenute esigenze”. Chissà cos’è successo…

All'Udinese si tifa Fedriga, la nuova carica del generale Adinolfi e altri spifferi
Diego Nepi Molineris (Imagoeconomica).

È tornato un Caravaggio

Il dipinto Giuditta e Oloferne di Caravaggio è tornato a Roma, nella sala 24 al piano nobile di Palazzo Barberini, dopo essere stato esposto nella mostra “Caravaggio’s Judith and Holofernes” al Minneapolis Institute of Art. Il dipinto era stato inviato negli Stati Uniti come scambio con il capolavoro di Nicolas Poussin La morte di Germanico esposto nella mostra “L’immagine sovrana. Urbano VIII e i Barberini”.

All'Udinese si tifa Fedriga, la nuova carica del generale Adinolfi e altri spifferi
Giuditta e Oloferne di Caravaggio.

Chiara Maci: età, compagno e figli della conduttrice di L’Italia a morsi

Chiara Maci, nata ad Agropoli (Campania) il 6 dicembre 1983, è una food blogger, cuoca, conduttrice televisiva e scrittrice. La sua popolarità è nata quando ha aperto il blog Sorelle in pentola.

Chiara Maci: biografia e carriera

Maci si è laureata in Giurisprudenza con un Master in Media Relations, ottenendo un posto nell’area Marketing di Sky per poi aprire il suo blog tutto dedicato alla cucina. Appassionata di buon cibo, insieme alla sorella Angela Maci ha iniziato così la sua scalata verso la popolarità. La sua prima esperienza televisiva è stata con il programma di La7 Cuochi e Fiamme. Successivamente ha condotto una trasmissione su Fox Life, Vita da food blogger, e nel 2017 ha collaborato con Mediaset partecipando al programma Let’s go insieme a Max Brigante, Clapis ed Eleonora Carisi. Nel 2021 ha partecipato al programma di Real Time Cortesie in Famiglia e nel 2019 e 2020 ha iniziato a condurre un programma, ancora in onda su Food Network, intitolato L’Italia a morsi con Chiara Maci.

Chiara Maci, tra la carriera e la vita privata
Chiara Maci nel 2023 (Getty Images).

Nella sua carriera, con la sorella Angela, ha pubblicato anche dei libri: nel 2011 Sorelle in pentola – In due c’è più gusto e nel 2012 Sorelle in pentola – In due c’è più gusto – Le ricette appetitose delle cuoche-blogger più famose d’Italia. Negli anni seguenti Pomodori verdi fritti e sentimenti al vapore – Ricette per dare gusto agli alti e bassi della vita (2013) e Ma tu come la fai la Caponata? – La nostra storia d’amore in cucina, con Filippo La Mantia, nel 2018.

Chiara Maci: la vita privata

Durante il programma Cuochi e fiamme, ha avuto una relazione amorosa con l’attore Riccardo Rossi dal 2012 al 2013. Maci è poi diventata mamma di Bianca nel 2014, anche se l’identità del padre non è conosciuta. Nel 2016 si è fidanzata con lo chef Filippo La Mantia e dalla loro unione è nato Andrea (2018).

Venezia 80, al via la Mostra del Cinema: apre Comandante con Favino

Tutto pronto per l’80esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, la più importante rassegna italiana per il grande schermo. Mercoledì 30 agosto alle ore 19, sul palco della Sala Grande del Palazzo del cinema ci sarà Caterina Murino, nuova madrina della kermesse che ha già fatto la tradizionale passeggiata e il bagno sulla battigia del Lido. «Sono strafelice, ho accettato questo ruolo come un regalo», ha dichiarato l’attrice, ex Bond Girl in Casino Royale. «Per la cerimonia d’apertura sarò spontanea, una padrona di casa. Chiedo già perdono al direttore Barbera». Nella serata inaugurale è prevista anche un’esibizione di Malika Ayane, che interpreterà Il cielo in una stanza di Gino Paoli. Sebbene mancheranno alcune star di Hollywood a causa dello sciopero in corso fra attori e sceneggiatori Usa, da oltreoceano arriveranno i protagonisti dei vari film indipendenti come Ferrari, che porterà al Lido Adam Driver.

Il 30 agosto la cerimonia di apertura con Malika Ayane che canta Gino Paoli. Madrina di Venezia sarà Caterina Murino. Il programma.
La madrina di Venezia Caterina Murino nel tradizionale shooting sulla spiaggia (Getty Images).

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Venezia 80, il programma della prima giornata della Mostra del Cinema

Oltre alla performance musicale di Malika Ayane, la serata inaugurale di Venezia 80 vedrà già l’assegnazione di un premio. La Biennale ha infatti deciso di assegnare il Leone d’oro alla carriera a Liliana Cavani, regista che ha diretto Francesco d’Assisi e I cannibali. «Sono molto felice», ha detto la cineasta sul sito ufficiale. «Ringrazierò sempre la Mostra per questa sorpresa bellissima». Ad accompagnarla sul palco l’attrice britannica Charlotte Rampling, che per lei ha recitato ne Il portiere di notte del 1974 al fianco di Dirk Bogarte. «Liliana è un’artista polivalente dal pensiero anticonformista e libero da preconcetti», ha spiegato il direttore Alberto Barbera. «Una protagonista del nostro cinema che ha segnato gli Anni 60». Il 2 settembre invece riceverà il Leone d’oro alla carriera anche Tony Leung Chiu-wai, attore di Hong Kong e protagonista in Lust, Caution di Ang Lee (2007).

Il 30 agosto la cerimonia di apertura con Malika Ayane che canta Gino Paoli. Madrina di Venezia sarà Caterina Murino. Il programma.
La regista Liliana Cavani riceverà il Leone d’Oro alla carriera (Getty Images).

Quanto ai film, il compito di alzare il sipario sull’80esima Mostra del Cinema di Venezia sarà nelle mani di Edoardo De Angelis con il suo Comandante. Prima della proiezione ufficiale del film, gli attori e il regista sfileranno sul red carpet, dove è atteso fra gli altri anche Pierfrancesco Favino. Ambientata nella Seconda guerra mondiale, la trama segue le gesta di Salvatore Todaro, al comando del sommergibile Cappellini della Regia Marina. Nel 1940, nel pieno del conflitto, decise di salvare 26 naufraghi belgi nemici per portarli nel più vicino porto sicuro, come previsto dalla legge del mare. Una decisione che mise a repentaglio la sua vita e quella dei suoi uomini. Nel cast anche Silvia D’Amico, Arturo Muselli e Massimiliano Rossi.

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Da Adam Driver a Jessica Chastain, le star di Hollywood presenti al Lido

Sebbene a Hollywood prosegua senza sosta lo sciopero di attori e sceneggiatori, che rispettivamente hanno superato i 40 e i 100 giorni di protesta, Venezia potrà accogliere alcune celebrità. Il sindacato Sag-Aftra e la sua presidente Fran Drescher hanno infatti concesso una deroga provvisoria per tutti gli interpreti coinvolti in film indipendenti, ossia non rappresentati dall’Amptp, associazione delle major americane come Disney o Netflix contro cui si sta combattendo. Al Lido ci sarà, come ha sottolineato anche Variety, Adam Driver ma non Penélope Cruz per Ferrari, l’atteso biopic di Michael Mann. Presente anche Priscilla Presley, moglie del re del rock Elvis, per la presentazione del film sulla sua vita diretto da Sofia Coppola. Previsto l’arrivo sul red carpet anche degli attori protagonisti Cailee Spaeny e Jacob Elordi.

A Venezia 80 ci sarà anche Mads Mikkelsen, volto principale di Bastarden di Nikolaj Arcel. Ufficiale la presenza di Jessica Chastain per Memory di Michel Franco, prima performance dopo l’Oscar in Gli occhi di Tommy Faye nel 2022. Non ci saranno purtroppo Bradley Cooper per il suo Maestro, Emma Stone e Willem Dafoe per Povere creature e Michael Fassbender per The Killer, nuovo film del regista di Fight Club David Fincher.

Stupri a Caivano, la mamma della dodicenne abusata: «Ci stanno minacciando»

«Stiamo subendo minacce dal quartiere, hanno anche derubato mio figlio, quello che ha denunciato gli orrori, non mi sento al sicuro: ho bisogno di parlare con la presidente Meloni, voglio parlare con lei. Domani venga nella scuola frequentata da mia figlia e da mia nipote». È questo, in sintesi, lo sfogo che la mamma della 12enne vittima di abusi sessuali nel Parco Verde di Caivano ha affidato all’avvocato Angelo Pisani che ha incontrato in queste ore. Al fratello della 12enne vittima delle violenze è stato rubato lo scooter e anche questo episodio viene interpretato dalla famiglia come una minaccia.

In pochi al corteo di Parco Verde

Martedì 29 agosto erano soltanto 200 a marciare silenziosamente, sfidando la pioggia battente, dalla chiesa di san Paolo apostolo al luogo degli orrori, finito nel peggiore degrado, dove si sono consumati gli stupri di gruppo subiti da due ragazzine di 10 e 12 anni.

Giambruno risponde alle accuse: «Non ho giustificato uno stupro e non chiedo scusa»

Andrea Giambruno, volto di Rete4 e compagno della presidente del Consiglio Giorgia Meloni non ci sta e risponde. Dopo le polemiche scatenata dai suoi commenti sullo stupro di Palermo – «se eviti di ubriacarti e di perdere i sensi, magari eviti anche di incorrere in determinate problematiche perché poi il lupo lo trovi» – in un’intervista al Il Corriere della Sera attacca: «Non ho mai detto “la ragazza se l’è cercata” o che, se eviti di ubriacarti, “non ti stuprano”: questi virgolettati sono usciti su un giornale e poi dappertutto, ma sono diffamazione pura». E continua: «Se avessi detto qualcosa di sbagliato, avrei chiesto scusa, ma non è così e non esisterà mai un giorno in cui sarà un politico o un collega a dirmi che devo dire. Anche Meloni non si è mai permessa di dirmi cosa dire».

La risposta alle accuse delle opposizioni

Il conduttore del Diario del giorno ha poi contestualizzato la sua uscita: «L’avvocato Annamaria Bernardini de Pace e il direttore Pietro Senaldi parlavano di autotutela, mi sono permesso di dire ai giovani, a ragazzi e ragazze senza distinzioni di genere, di non uscire apposta per ubriacarsi e drogarsi». E, contunua: «Certi politici vanno dietro a un titolo falso, chiedono la mia sospensione, ma per cosa? Per aver detto ai ragazzi non vi drogate?». Nell’intervista Giambruno risponde ad alcune delle accuse che gli sono arrivate, su tutte quella della presidente dei deputati dem Chiara Braga. L’onorevole del Pd ha chiesto che «Meloni prenda le distanze». Il conduttore Mediaset ha risposto: «Ma Braga che chiede? Che il presidente del Consiglio prenda le distanze dalle idee di un giornalista? Ed è la stessa sinistra che difende Saviano? E la sinistra, quindi, vuole tutti ubriachi, drogati?».

Stefania Rocca: età, marito, figli e film dell’attrice

Stefania Rocca, nata a Torino il 24 aprile 1971, è un’attrice italiana. Ha vinto un Ciak d’Oro nel 1997 come miglior attrice non protagonista per Nirvana di Gabriele Salvatores e un Globo d’oro nel 2001 come miglior attrice rivelazione per Rosa e Cornelia di Giorgio Treves.

Stefania Rocca: biografia e carriera

L’attrice si è trasferita a Roma per frequentare i corsi di recitazione di Beatrice Bracco e successivamente il Centro sperimentale di cinematografia. In seguito è andata anche a New York, iscrivendosi all’Actors Studio. Nel 1994 ha debuttato al cinema nel cortometraggio Effetto, regia di Federico Cagnoni, per poi recitare in Palermo Milano – Solo andata di Claudio Fragasso (1995), anche se il successo è arrivato proprio con Nirvana (1997). Nel 1998 è stata protagonista del film Viol@ di Donatella Maiorca, nel quale ha interpretato una giovane donna che si appassiona al sesso virtuale on line. L’anno seguente ha recitato una parte nel film Il talento di Mr. Ripley mentre nel 2002 ha preso parte al film Heaven di Tom Tykwer, ottenendo consensi di critica e pubblico. Due anni dopo ha recitato in Casomai di Alessandro D’Alatri.

Stefania Rocca, tra la carriera e la vita privata
Stefania Rocca e Carlo Capasa nel 2022 (Getty Images).

Nel 2004 ha recitato ne Il cartaio di Dario Argento e ne L’amore è eterno finché dura di Carlo Verdone. Tra il 2008 e il 2009 è stata protagonista insieme ad Emilio Solfrizzi della serie tv Tutti pazzi per amore, in cui ha interpretato il ruolo di Laura Del Fiore. In televisione, nel 2011 è stata protagonista della fiction Edda Ciano e il comunista, insieme ad Alessandro Preziosi, e nel 2012 è stata uno dei personaggi principali di Una grande famiglia, serie in onda su Rai 1. Nel 2013 è tornata al cinema con la pellicola Il terzo tempo diretta da Enrico Maria Artale, e nello stesso anno ha recitato nella seconda stagione di Una grande famiglia. Nel 2014 ha poi presto parte al film Scusate se esisto!, di Riccardo Milani, mentre l’anno dopo è stata impegnata nella terza serie di Una grande famiglia. Di recente ha recitato in serie tv come Cops – Una banda di poliziotti, regia di Luca Miniero (2020-2021) e Tutta colpa di Freud – La serie, regia di Rolando Ravello (2021).

Stefania Rocca: la vita privata

Dal 2005 è legata all’imprenditore Carlo Capasa da cui ha avuto due figli: Leone Ariele, nato nel 2007, e Zeno, nato nel 2009. Nel 2013 la coppia è convolata a nozze a New York.

Ennio Fantastichini: biografia, film e causa della morte dell’attore

Ennio Fantastichini, nato a Gallese (Lazio) il 20 febbraio 1955 e morto a Napoli l’1 dicembre 2018, è stato un attore italiano. Nella sua carriera ha vinto un David di Donatello nel 2010 come miglior attore non protagonista per il film Mine vaganti di Ferzan Özpetek e nello stesso anno anche un Nastro d’Argento per lo stesso film. Nel 1991 aveva vinto un altro Nastro d’Argento come miglior attore non protagonista per Porte aperte di Gianni Amelio.

Ennio Fantastichini: biografia e carriera

Nel 1975 l’attore si trasferì a Roma da Fiuggi, dove abitava con i genitori, per frequentare l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica. L’esordio sul grande schermo avvenne nel 1982 con il film Fuori dal giorno, di Paolo Bologna, ottenendo poi una piccola parte in I soliti ignoti vent’anni dopo, di Amanzio Todini (1985), al fianco di Vittorio Gassman e Marcello Mastroianni. Dopo il film I cammelli, regia di Giuseppe Bertolucci (1988), Fantastichini ottenne un’altra parte in I ragazzi di via Panisperna, regia di Gianni Amelio (1988) e in Porte aperte (1990). L’attore recitò anche nel ruolo di un romano prepotente con Sabrina Ferilli nel film Ferie d’agosto (1996) di Paolo Virzì, per il quale ebbe anche una candidatura per il David di Donatello di quell’anno.

Ennio Fantastichini, tra la carriera e la vita privata
Ennio Fantastichini ai David Di Donatello 2017 (Getty Images).

Nel 2007 recitò in Saturno contro, di Ferzan Özpetek e tre anni dopo fu nuovamente da lui diretto in Mine vaganti. Tra gli altri film importanti interpretati dall’attore ci sono Fortapàsc, regia di Marco Risi (2009), Io, Don Giovanni, regia di Carlos Saura (2009), Viola di mare, regia di Donatella Maiorca (2009), Ciliegine, regia di Laura Morante (2012), La mossa del pinguino, regia di Claudio Amendola (2014), Scusate se esisto!, regia di Riccardo Milani (2014) e Io e lei, regia di Maria Sole Tognazzi (2015). Oltre ad aver interpretato numerosi film, recitò con successo in fiction e serie tv come Un siciliano in Sicilia (1987), La piovra 7 – Indagine sulla morte del commissario Cattani (1995), San Paolo (2000), Il testimone (2001), Paolo Borsellino (2004), Il mostro di Firenze (2009), La strada dritta (2014) e Squadra antimafia – Il ritorno del boss (2016).

Ennio Fantastichini: la vita privata e la morte

L’attore morì l’1 dicembre 2018 dopo un’emoraggia cerebrale al Policlinico Federico II di Napoli, dove era già ricoverato da 15 giorni per una leucemia promielocitica acuta. Nel 1996 ha avuto un figlio, Lorenzo (1996), da una donna di cui non si conosce l’identità e che ora fa l’attore come il padre. È inoltre stato legato per oltre 10 anni a una ragazza più giovane di 20 anni, anche lei lontana dal mondo dello spettacolo.

Gabon, golpe militare: elezioni annullate e istituzione sciolte

Un gruppo di una decina di soldati del Gabon ha annunciato mercoledì 30 agosto con un comunicato stampa letto sul canale televisivo statale Gabon 24 l’annullamento delle elezioni e lo scioglimento di «tutte le istituzioni della Repubblica» del Paese dell’Africa centrale. Uno dei soldati intervenendo a nome del «Comitato per la transizione e il ripristino delle istituzioni», ha spiegato che dopo aver constatato che quello rieletto è «un governo irresponsabile e imprevedibile che provoca un continuo deterioramento della coesione sociale che rischia di portare il Paese nel caos, abbiamo deciso di difendere la pace ponendo fine all’attuale regime». Si tratta del secondo golpe nel corso di poche settimane in Africa, dopo il colpo di Stato in Niger del 26 luglio scorso.

Ali Bongo Ondimba era stato eletto con il 64,27 per cento per il terzo mandato

Il presidente Ali Bongo Ondimba è al potere da 14 anni e quest’anno i cittadini gabonesi lo hanno rieletto per un terzo mandato nelle elezioni di sabato 26 agosto con il 64,27 per cento dei consensi. Lo aveva annunciato poco prima del golpe l’autorità elettorale nazionale del Gabon. Al termine delle consultazioni a cui hanno partecipato il 56,65 per cento degli aventi diritto, Bongo ha battuto in scrutinio unico il suo principale rivale Albert Ondo Ossa che ha ottenuto solo il 30,77 per cento delle preferenze. Non sono andati meglio gli altri 12 candidati che secondo il presidente del Centro elettorale gabonese (Cge) Michel Stéphane Bonda hanno intercettato solo pochi voti.

Migranti, 1430 in partenza da Lampedusa con navi e aerei

Sono 2201 i migranti ospiti dell’hotspot di Lampedusa dove, nella tarda serata di martedì 29 agosto, ci sono stati due sbarchi con un totale di 99 persone. Mercoledì 30 saranno complessivamente 1430 i migranti che, su disposizione della Prefettura di Agrigento, lasceranno la struttura di prima accoglienza di contrada Imbriacola.

In corso i trasferimenti

La polizia, fra poco, inizierà ad accompagnare, in piccoli gruppi, un totale di 600 persone, non pre-identificate, al porto: verranno imbarcate sulla nave militare San Giorgio. A ruota, altri 500 lasceranno l’isola con il traghetto di linea Galaxy, mentre per il pomeriggio è previsto un volo Oim che trasferirà 180 migranti a Roma. Infine, in serata, 150 verranno imbarcati sul traghetto Cossyra che all’alba di domani arriverà a Porto Empedocle.

Tiziano Terzani, il viaggio della vita nelle sale a settembre

L’inconfondibile voce di Tiziano Terzani e le sue straordinarie avventure umane e professionali si riaccendono nel documentario Tiziano Terzani. Il viaggio della vita, diretto da Mario Zanot, che arriverà nelle sale grazie a Wanted Cinema l’11, il 12 e il 13 settembre in occasione dell’anniversario della nascita, il 14 settembre 1938, del grande giornalista e scrittore.

Il biopic ripercorre le tappe più significative della sua vita

A Monica Guerritore, voce narrante, il compito di congiungere tra loro i capitoli dell’incredibile viaggio. Un lavoro durato due anni e reso possibile anche grazie a registrazioni audio inedite, che arricchiscono il ritratto di Terzani facendo emergere a tutto tondo la sua complessa figura. Intrecciando la sfera privata e gli avvenimenti storici di cui lo scrittore è stato testimone – dal Vietnam, alla Cina, al Giappone, alla casa della tartaruga in Thailandia, ai ritiri sull’Himalaya – ripercorrendo le tappe più significative della sua vita. Per realizzare il documentario sono stati usati sia materiali d’archivio, tra cui le foto dell’archivio Terzani, Super 8 di famiglia e filmati storici, sia animazioni 3D, illustrazioni originali e motion graphic.

Un viaggio che nasconde un messaggio di speranza per i giovani

Nel documentario, Zanot (regista anche di Anam, il senzanome dell’ultima intervista a lui rilasciata da Terzani nella residenza toscana di Orsigna diventata un libro) mostra lo scrittore e giornalista che. con spirito critico, si guarda indietro senza nascondere i propri errori e le proprie disillusioni, come quella legata al fallimento delle tante rivoluzioni in cui aveva fortemente creduto, prima fra tutte quella cambogiana di Pol Pot e dei khmer rossi. Ma guarda anche al futuro, ricordando come dopo l’11 settembre abbia deciso di rimettersi in cammino, nonostante la malattia, per diventare uomo di pace. E dà infine ai giovani un messaggio di speranza, nella convinzione che chiunque possa inventarsi la propria vita, come ha fatto lui. «L’unico vero maestro non è in nessuna foresta, non è in nessuna capanna, non è in nessuna caverna di ghiaccio sull’Himalaya, è dentro di noi», diceva Terzani, morto il 28 luglio 2004.

Svolta di Musk, su X spot elettorali per il voto Usa del 2024

Elon Musk attua un’altra piccola rivoluzione sulla sua piattaforma X, consentendo spot e messaggi politici delle elezioni presidenziali del 2024 negli Stati Uniti. Su Twitter questo di tipo di propaganda era vietato dal 2019. Lo scorso gennaio il milionario aveva aperto ad «annunci basati sulla causa» come quelli che sensibilizzano sull’importanza di andare a votare, e ora la svolta.

Annunciata maggiore attenzione contro la manipolazione dei contenuti

X ha anche annunciato che rafforzerà le sue task force contro la «manipolazione dei contenuti» e per la trasparenza pubblicitaria. Il social di Musk ha inoltre assicurato che continuerà a vietare gli annunci politici che diffondono fake news o cercano di minare la fiducia della popolazione verso il processo elettorale.

Russia, Presidenziali 2024: come il Cremlino ha scelto i “rivali” di Putin

«Le elezioni sono obbligatorie in una democrazia e lo stesso Vladimir Putin ha deciso di organizzarle ma, in teoria, non dovrebbero nemmeno aver luogo. Perché è chiaro che sarà rieletto. È solo la mia opinione personale». Lo aveva detto a inizio agosto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, facendo ben capire l’aria che tira dalle parti di Mosca. A scanso di equivoco, le elezioni presidenziali in Russia, previste per il 17 marzo 2024, si terranno come da programma. Ma non rappresenteranno certo il trionfo delle democrazia: come scrive Meduza, infatti, tutto sarà organizzato in modo da far sì che lo zar rimanga al potere e, soprattutto, che lo faccia con ampio margine.

Candidati over 50: vietato far sembrare vecchio lo zar

L’amministrazione presidenziale della Federazione Russa, guidata da Sergei Kiriyenko, ha infatti deciso chi saranno gli “sparring partner” che sfideranno Putin nel 2024: secondo fonti del Cremlino citate da Meduza, il principale criterio di selezione è l’età. Nessuno dei candidati dovrà avere meno di 50 anni, questo per non far sembrare troppo vecchio il 71enne Vladimir. Al momento sono tre le figure che dovrebbero “contendere” il potere a Putin, appartenenti al Partito comunista della Federazione Russa, al Partito liberal-democratico e a Gente nuova. Il leader di Russia giusta, Sergei Mironov, ha già annunciato che il suo partito non nominerà un candidato e che sosterrà l’attuale inquilino del Cremlino.

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Elezioni presidenziali in Russia 2024: come il Cremlino ha scelto i "rivali" di Vladimir Putin, che rimarrà al potere.
Gennady Zyuganov (Getty Images).

Zyuganov e Slutsky, i nomi giusto per non dar fastidio a Putin

Il Cremlino vede in Gennady Zyuganov il candidato ideale per il Partito comunista. Non una figura problematica come l’uomo d’affari Pavel Grudinin, candidatosi nel 2018, bensì un personaggio più rassicurante e familiare per gli elettori. Alle elezioni del 2008 Zyuganov toccò il 17 per cento, per salire quattro anni dopo al 18 per cento. L’idea è che Putin sfiori circa l’80 per cento delle preferenze, con un’affluenza alle urne superiore al 70 per cento. Calcolatrice alla mano, forse sarebbe stato meglio un candidato più debole di Zyuganov: le fonti di Meduza hanno fatto capire che, in un modo o nell’altro, il Partito comunista raccoglierà attorno al 10 per cento. Leonid Slutsky è invece il “prescelto” del Cremlino per il Partito liberal-democratico. Leader della formazione ultra-nazionalista, ha da poco accolto tra le sue fila il “Mercante di morte” Viktor Bout e, spiegano le fonti, vuole partecipare alle elezioni perché «ama farsi vedere in pubblico» e «vuole aumentare la sua fama». Nessuna velleità per lui, insomma. Si accontenterà dei riflettori.

Elezioni presidenziali in Russia 2024: come il Cremlino ha scelto i "rivali" di Vladimir Putin, che rimarrà al potere.
Leonid Slutsky (Getty Images).

Nechaev nicchia, ma l’alternativa Davankov è troppo giovane

Leggermente più complicato individuare il candidato di Gente nuova. Il Cremlino vorrebbe che il partito nominasse il suo presidente, l’uomo d’affari Alexey Nechaev: «La logica è la stessa di Slutsky: un uomo serio in giacca e cravatta, simpatico, corretto. Ma poco conosciuto e poco carismatico». Nechaev, che alle elezioni parlamentari del 2026 vorrebbe portare il suo partito a essere il terzo per rappresentanti alla Duma, preferirebbe non bruciarsi nel 2024 con le Presidenziali. E così ha proposto il candidato a sindaco di Mosca nonché vicepresidente della Duma Vladislav Davankov. Che però ha appena 39 anni, ama le pubbliche relazioni e sa parlare in pubblico. Ovviamente non sarebbe in grado di arrivare al Cremlino, ma di far riflettere gli elettori sull’età di Putin sì.

Elezioni presidenziali in Russia 2024: come il Cremlino ha scelto i "rivali" di Vladimir Putin, che rimarrà al potere.
Alexey Nechaev.

L’età di Putin inizia a essere un ostacolo e lo sarà sempre di più

Secondo un recente sondaggio di Russian Field, l’età è la terza risposta più popolare alla domanda su cosa “non piace” ai russi nel presidente in carica, preceduta dalla “morbidezza” di Putin (almeno prima della morte misteriosa di Prigozhin) e dalla sua disattenzione per gli affari interni del Paese. Diversi funzionari di Russia Unita – il partito dello zar – hanno confermato che negli ultimi anni i russi hanno effettivamente iniziato a preoccuparsi dell’età di Putin. E che, anche all’interno del partito, è cambiata la percezione del leader. Se prima infatti capitava di parlare del presidente usando appellativi come “capo” o “papà”, adesso c’è chi sempre più spesso usa “nonno”. Ovviamente lontano dalle orecchie dello zar, sia chiaro.

Lo zar potrebbe restare al Cremlino fino al 2036

Un emendamento costituzionale approvato nel 2020 consente a Putin, in teoria, di restare al Cremlino per altri due mandati presidenziali, quindi fino al 2036. Eletto presidente nel 1999, fu rieletto nel 2004, esaurendo il limite dei due mandati consecutivi che vigeva all’epoca. Così promosse con successo la candidatura del suo fedele alleato Dmitri Medvedev, “auto-retrocedendo” a primo ministro ma di fatto controllando la politica russa nei successivi quattro anni. Nel 2012, dopo aver fatto cambiare la Costituzione aumentando la durata dei mandati presidenziali a sei anni, si candidò di nuovo a presidente, vincendo e ottenendo poi la rielezione nel 2018.

Open to Meraviglia, la Venere influencer ricompare su Instagram

Dopo la notizia che la Corte dei Conti del Lazio ha aperto un fascicolo sulla campagna Open to Meraviglia del ministero del Turismo per danno erariale, la Venere influencer torna a fare capolino su Instagram con un post in cui appare in vari Paesi, dal Brasile al Belgio. «Ciao! So bene che avete sentito la mia mancanza e mi fa piacere sapere che vi siate così tanto preoccupati per me», recita il messaggio. «Ecco la verità: avevo promesso di portare le bellezze della nostra Italia in giro per il mondo e così ho fatto. Aeroporto dopo aeroporto, città dopo città. Perché quando si ama davvero qualcosa, si desidera condividerla con il mondo intero. La nostra Nazione merita di brillare sempre di più e io sono qui per assicurarmi che accada. Grazie per avermi atteso. Nuove avventure ci aspettano!».

L’ironia su Instagram dopo la ricomparsa della Venere influencer

L’ultimo post sul social risaliva a 9 settimane fa e ritraeva la Venere influencer a Taormina. Un silenzio durato due mesi, proprio in piena stagione estiva. La sua ricomparsa proprio dopo il caso sollevato dalla Corte dei Conti non è certo sfuggito alla rete. «La prima influencer del turismo che ad agosto non lavora. Solo il governo italiano poteva partorirla», commenta un utente. «Aspettiamo il like della Corte dei Conti», aggiungono altri. «@venereitalia23 che apre il post con “mi fa piacere che vi siate tanto preoccupati per me” is the new “frecciatina nelle storie”». «Praticamente come le influencer del “me lo avete chiesto in tantissimi”».

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