Daily Archives: 28 Novembre 2023

Capodanno con Emis Killa a Ladispoli, polemiche contro il rapper: «Le sue canzoni sono sessiste»

L’amministrazione del Comune di Ladispoli, guidata dal sindaco di Fratelli d’Italia Alessandro Grando, ha scelto di far esibire Guè Pequeno ed Emis Killa, la notte di Capodanno. Una decisione che ha attirato addosso alla giunta molte polemiche, soprattutto per il tono delle canzoni del secondo, rapper 34enne il cui vero nome è Emiliano Rudolf Giambelli. A parte della cittadinanza e alle opposizioni non è piaciuta la scelta di far cantare artisti che nelle loro canzoni raccontano di femminicidi. E così sono nate le proteste, con tanto di richieste alla Regione Lazio di non finanziare l’evento.

Grando: «Nessuna canzone con espressioni violente»

Come spiega Repubblica, le frasi contestate sarebbero: «Preferisco saperti morta che con un altro. Vengo a spararti». E inoltre: «Voglio vedere la vita fuggire dai tuoi occhi, io ci ho provato e tu mi hai detto no. E ora con quella cornetta ti ci strozzerò». Queste parole, però, non riecheggeranno in piazza. A spiegarlo è lo stesso Grando: «Non verranno cantate canzoni con contenenti espressioni violente di genere». Mentre l’assessore al turismo, Marco Porro, ha spiegato: «Artisti scelti per un concerto indimenticabile che permetterà ai giovani di non andare via da Ladispoli e ai genitori di non stare in ansia».

Il concerto costerà 345 mila euro: 200 mila ai due rapper

Il costo dell’evento in piazza Falcone sarà di 345 mila euro, di cui 40 mila chiesti alla Regione Lazio. Di questi, 200 mila andranno ai due rapper. La consigliera regionale del Pd, Marta Bonafoni, ha chiesto però un passo indietro: «Quella del Comune di Ladispoli è una scelta sbagliata e pericolosa. Affidare lo spettacolo in piazza nella notte di Capodanno a rapper che con le proprie canzoni sembrano quasi incoraggiare comportamenti violenti contro donne e ragazze è tra l’altro un inaccettabile tradimento di ciò che ha chiesto alle istituzioni la grande mobilitazione di sabato scorso. Mi auguro che la Presidenza del Consiglio regionale risponda con un deciso no alla richiesta di contributo avanzata dal Comune. Meglio che quei soldi vengano destinati a ben altre iniziative, capaci di mettere in discussione quel patriarcato di cui ancora, purtroppo, vediamo troppe evidenze e di cui subiamo le più tragiche conseguenze».

Reggio Calabria, tre bimbe appendono la scritta «help» in balcone: il padre picchiava la madre

Hanno 12, 10 e 8 anni le bambine che a Reggio Calabria hanno attirato l’attenzione dei passanti con un cartello con la scritta «help», salvando così la madre. Tutto è cominciato in mattinata, quando il padre delle tre ragazze, un uomo di 47 anni, ha picchiato davanti a loro la donna, perché voleva impedirle di andare a lavorare. Dopo la richiesta di aiuto arrivata alla sala operativa della Polizia di Stato, i poliziotti sono stati allertati dalle bambine, che con il cartello e urlando per richiamare l’attenzione sono riuscite a indirizzarli verso la casa giusta. Il padre delle tre, in stato di alterazione psicofisica, è stato identificato e arrestato.

L’aggressione scattata per futili motivi

L’uomo aveva già scontato in precedenza una misura di divieto di avvicinamento alla moglie. Stamattina, poi, la nuova aggressione, che pare essere scattata per futili motivi: la donna si sarebbe rifiutata di raccogliere la cenere gettata volutamente a terra dall’uomo. La più piccola delle tre ha preso il telefono della madre e chiamato la polizia, non appena il padre ha iniziato a picchiarla. La moglie ha poi denunciato di aver subito altre aggressioni, raccontando che l’uomo, con pugni in testa, maltrattamenti e tirate di capelli, la costringeva a non uscire o a non frequentare la propria famiglia.

Un altro caso: arrestato un 38enne 

Un arresto simile, invece, ha riguardato un 38enne, che ha aggredito la compagna di 27 anni davanti a due bambini, uno di 2 e uno di 6 anni. Proprio quest’ultimo, il più grande dei due figli, si è frapposto tra i genitori permettendo alla donna di divincolarsi e chiedere aiuto. L’uomo, non appena messo piede in casa, l’ha attaccata afferrandola dal collo e spingendola nella camera dei figli, picchiandola davanti a loro.

Von der Leyen lancia l’alleanza globale contro i trafficanti

La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, aprendo la conferenza per un’Alleanza globale contro i trafficanti a Bruxelles ha parlato della crisi migratoria che ha interessato l’Italia in questi mesi. «Sappiamo quanto sia difficile affrontare il traffico dei migranti, ma quando abbiamo unito le forze abbiamo fatto progressi. Dalla mia visita a Lampedusa abbiamo unito le forze con l’Italia», ha spiegato.

Von der Leyen: «Serve risposta sistemica che escluda i trafficanti»

La presidente della Commissione Ue ha aggiunto: «La gestione della crisi è importante ma non è abbastanza. Serve una risposta sistemica che escluda i trafficanti da queste attività. Dobbiamo stabilire nuove partnership bilaterali che si concentrino sulle rotte ma anche abbiamo anche bisogno di un’Alleanza globale».

Cosa farà Urbano Cairo da grande, tra Mediaset e discesa in politica

Sarà perché l’immagine di Urbano Cairo, editore che ama molto apparire sui suoi giornali, ci fa quasi quotidianamente compagnia (il 28 novembre per ben due volte sul Corriere, nei giorni successivi alle partite vinte dall’Italia in Coppa Davis puntualmente presente sulla Gazzetta), sarà perché l’imprenditore di Alessandria, per via di una certa inquietudine di fondo, dà l’idea di una carriera che vorrebbe aggiungere dell’altro al già notevole percorso fin qui compiuto, sta di fatto che viene da chiedersi cosa lui abbia in mente di fare da grande. E qui le ipotesi sono più di una. Allargare il suo impero di carta che fa capo a Rcs, magari aggiungendoci – Antitrust permettendo – una testata di peso? Puntare tutto sulla televisione, magari abbandonando la ridotta di La7 che tante rogne gli dà con chi governa e comprarsi Mediaset, pensiero che peraltro gli deve essere balenato quando, morto Silvio Berlusconi che fu il suo mentore, si scommetteva sul fatto che i figli incapaci di ripercorrere le gesta del carismatico padre avrebbero mollato baracca e burattini? Oppure, e anche qui gli indizi non sono mancati, buttarsi in politica, cosa che avendo già i media e il calcio gli manca per far sì che l’emulazione del cursus berlusconiano sia completa?

Cosa farà Urbano Cairo da grande, tra Mediaset e discesa in politica
Urbano Cairo è proprietario di Rcs e La7 (Imagoeconomica).

Cairo aveva ottenuto lusinghiere conferme dai sondaggi commissionati

Se dovessimo scegliere, la terza opzione ci appare la più plausibile. Occorre solo aspettare che il momento sia propizio per potervi dar seguito, e questo sicuramente non lo è. A differenza del passato, anche recente, quando di finestre se ne sono aperte ma a lui è forse mancata la determinazione per approfittarne. Erano gli anni dei governi tecnici, dei presidenti del Consiglio nominati dal Quirinale per riempire i vuoti lasciati dai partiti e supplire alla loro incapacità di produrre maggioranze stabili. All’epoca il patron di Rcs aveva commissionato più di un sondaggio per misurare il gradimento di fronte all’ipotesi di una sua discesa in campo ottenendone lusinghiere conferme.

Cosa farà Urbano Cairo da grande, tra Mediaset e discesa in politica
Urbano Cairo con Mario Monti (Imagoeconomica).

Il suo nome assieme a quello di Ferrero per un vagheggiato polo centrista

Ancora di recente, il nome di Cairo (assieme a quello di Giovanni Ferrero, erede della ricchissima dinastia dolciaria) era apparso in cima alla lista di coloro che avrebbero potuto guidare un vagheggiato polo centrista capace di proporsi come alternativa di governo all’inconcludenza della sinistra e all’antimodernità sovranista della destra. Ma lui allora era impegnato a difendersi dagli americani di Blackstone che volevano lasciarlo in mutande.

Cosa farà Urbano Cairo da grande, tra Mediaset e discesa in politica
Giovanni Ferrero (Imagoeconomica).

Non saranno troppi 66 anni? Berlusconi fondò Forza Italia a 58…

Ora che il pericolo è passato, rispuntano voci, suggestioni, forse velleità che di fronte all’incupirsi dello scenario economico il fantomatico partito della borghesia potrebbe finalmente dare miglior prova di sé. E siccome Mario Draghi pare aver scelto per il suo futuro l’Europa, ecco che l’editore del Corriere può giocarsi le sue chance in casa. Ammesso che ne abbia ancora voglia, e che 66 anni non siano troppi per iniziare una nuova impegnativa avventura, anche se quando Berlusconi ha fondato Forza Italia ne aveva già 58. Deve solo aspettare che gli si ripresenti l’occasione giusta. Sapendo quanto è volubile e insidiosa la politica italiana – tanto che Giorgia Meloni pur godendo di una maggioranza numericamente inattaccabile cerca la sicurezza dell’elezione diretta – l’attesa potrebbe non essere lunga.

Hiv, un europeo su 10 è sieropositivo e non lo sa

Un cittadino europeo su 10 è sieropositivo, ma non lo sa, e questo porta a una continua diffusione dell’Hiv. È l’allarme lanciato dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) commentando i dati del report pubblicato insieme a Oms Europa in vista della Giornata mondiale contro l’Aids, che ricorre il primo dicembre.

Hiv, un europeo su 10 è sieropositivo e non lo sa. Il primo dicembre ricorre la Giornata Mondiale per la lotta contro l'Aids.
Test Hiv (Getty Images).

Oltre la metà delle diagnosi di Hiv arriva troppo tardi

Nel 2022 sono state 110.486 le diagnosi di Hiv registrate nella regione europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, di cui 22.995 in Unione europea/Spazio economico europeo, dove ora ci sono oltre 2,4 milioni persone con positività nota al virus che può poi portare alla sindrome da immunodeficienza acquisita (Aids). Il miglioramento dell’accesso ai test ha portato a un aumento del 4,2 per cento delle diagnosi di Hiv, con 37 Paesi su 49 che segnalano numeri in aumento. Se da una parte è un dato negativo, dall’altra è la prova di una maggiore consapevolezza del problema. Tuttavia, si legge nel report, «oltre la metà delle diagnosi di Hiv arriva troppo tardi, con una conta di linfociti CD4 inferiore a 350 cellule/mm3, indicando la necessità urgente di capire cosa rende le persone non in grado o non disposte ad accedere al test e a cure tempestive». A influire, secondo gli esperti, è lo stigma presente anche nelle strutture sanitarie. Basti pensare al fatto che, nell’ultimo anno, una persona su sei che vive con l’Hiv ha evitato i servizi sanitari per paura di essere trattata in modo diverso.

Hiv, un europeo su 10 è sieropositivo e non lo sa. Il primo dicembre ricorre la Giornata Mondiale per la lotta contro l'Aids.
Il primo dicembre ricorre il World Aids Day (Getty Images).

In Italia la maggior parte dei casi di Hiv riguarda gli over 40

Il report segnala che in Lettonia (64,2 per cento), Italia (57,3 per cento), Lituania (52,0 per cento) e Norvegia (51,8 per cento), la maggior parte dei casi di Hiv riguarda gli over 40. Osservata una forte diminuzione (oltre il 50 per cento) tra i maschi in Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Portogallo. Tra le femmine, il calo maggiore tra il 2013 e il 2022 è stato osservato in Italia, Paesi Bassi, Portogallo e Romania. Il primo dicembre ricorre la Giornata Mondiale per la lotta contro l’Aids, istituita nel 1988 con l’obiettivo di sensibilizzare e informare sui temi relativi al virus Hiv e, appunto, all’Aids.

Sondaggi politici: calano FdI, Lega e M5s. Pd stabile

I primi quattro partiti italiani sono in calo o stazionari nelle intenzioni di voto degli elettori. È quanto rilevato dal sondaggio del 27 novembre elaborato da Swg per La7, nel quale il partito della premier Meloni, Fratelli d’Italia, ha registrato la terza flessione consecutiva dell’ultimo mese.

Fratelli d’Italia cala dello 0,4 per cento, stabile il Pd al 19,4

Per il Partito democratico la stima dei consensi rimane stabile sul 19,4 per cento, mentre Fratelli d’Italia ha registrato un calo dello 0,4 per cento, attestandosi al 28,6 per cento dei consensi. Una flessione in lieve peggioramento rispetto alle precedenti rilevazioni del 13 e 20 novembre, dove il calo era stato dello 0,1. Tra gli altri soggetti politici in perdita di favori, si segnala una flessione dello 0,2 per cento per il Movimento 5 stelle e la Lega, che si attestano rispettivamente al 16,4 per cento e al 9,4 per cento dei consensi. L’unico partito della maggioranza in crescita è Forza Italia: con uno 0,1 per cento in più, il partito di Antonio Tajani ha raggiunto la soglia del 7,0 per cento dei consensi.

Sondaggi politici: calano FdI, Lega e M5s. Pd stabile
Il ministro degli Esteri e presidente di Forza Italia Antonio Tajani (Imagoeconomica).

In crescita Azione e Italia Viva

Stesso incremento lo ha registrato Azione, ora al 3,8 per cento, e Alleanza verdi e sinistra che sale al 3,6 per cento. Lieve incremento anche per Italia Viva di Matteo Renzi, che con uno 0,2 in più ha raggiunto il 3,3 per cento dei consensi. +Europa, nonostante un calo di 0,2 punti, si ferma al 2,6 per cento nelle intenzioni di voto.

Scontro Regno Unito-Grecia sul Partenone, Sunak cancella l’incontro con Mitsotakis

Altro che negoziato per la restituzione dei marmi del Partenone. Sull’annosa questione, nella tarda serata di lunedì 27 novembre, è improvvisamente scoppiato un clamoroso scontro diplomatico tra Regno Unito e Grecia, con la cancellazione da parte di Londra dell’incontro tra il premier Rishi Sunak e l’omologo ellenico Kyriakos Mitsotakis. A innescare lo scontro è stata un’intervista alla Bbc dai toni rivendicativi di quest’ultimo, in visita a Londra da domenica sera, in seguito alla quale il leader Tory ha deciso di cancellare con brevissimo preavviso l’incontro a due in programma il 28 novembre, sbattendo di fatto la porta di Downing Street in faccia all’ospite.

Scontro Regno Unito-Grecia sui marmi del Partenone, Sunak cancella l’incontro con l'omologo ellenico Mitsotakis.
Kyriakos Mitsotakis (Getty Images).

Mitsotakis è tornato in Grecia dopo aver rifiutato un colloquio alternativo col vicepremier Oliver Dowden

«Stupito e irritato», come ha fatto sapere il suo entourage, Mitsotakis non ha potuto che rispondere ripartendo per Atene con un inedito nulla di fatto in termini di relazioni tra governi, dopo aver rifiutato l’offerta in extremis di Londra di un colloquio alternativo (di fatto una “retrocessione”) col vicepremier Oliver Dowden. Ad accendere la querelle tra i due premier sono state come detto le parole forti alla Bbc con cui Mitsotakis è tornato a invocare la restituzione ad Atene dei preziosi marmi del Partenone, raccolta di gruppi scultorei (perlopiù opera di Fidia e dei suoi assistenti), fregi ed elementi architettonici che in origine facevano parte degli edifici collocati sull’Acropoli di Atene e portati a Londra da Lord Elgin nell’Ottocento al tempo dell’Impero britannico grazie alla compiacenza degli ottomani, che all’epoca governavano la Grecia.

Scontro Regno Unito-Grecia sui marmi del Partenone, Sunak cancella l’incontro con l'omologo ellenico Mitsotakis.
L’Acropoli di Atene (Getty Images).

Mitsotakis aveva definito «inaccettabile» l’ipotetica suddivisione dei marmi: «Come dividere in due la Gioconda»

Mitsotakis ha liquidato come «inaccettabile» persino un’ipotetica suddivisione dei marmi, parte della collezione del British Museum, equiparandola sarcasticamente all’idea di «dividere in due la Gioconda». Le sue affermazioni hanno mandato su tutte le furie Sunak, il quale attraverso un portavoce ha ribadito viceversa la posizione di principio di Londra contro la restituzione di un patrimonio storico «acquisito legalmente» e peraltro vietata da una legge ad hoc approvata anni fa a Westminster. L’escalation è quindi giunta fino all’inatteso annullamento del faccia a faccia nel cui ordine del giorno, in base alle indicazioni di Downing Street, non avrebbe nemmeno dovuto esserci primariamente il dossier dei marmi, bensì discussioni su gravi crisi internazionali attuali come la guerra fra Russia e Ucraina o il conflitto israelo-palestinese.

Strage di Brandizzo, svolta nell’inchiesta: perquisizioni a Rfi e nuovi indagati

Le sedi della Rete ferroviaria italiana di Torino e Roma sono state perquisite martedì mattina, 28 novembre, nell’ambito dell’inchiesta sulla strage ferroviaria di Brandizzo avvenuta la notte del 30 agosto scorso, quando un treno ha investito e ucciso cinque operai che stavano lavorando sui binari vicino alla stazione piemontese.

Escluse responsabilità del macchinista

Gli agenti della Polfer, su delega della procura di Ivrea, stanno acquisendo documenti e file informatici. A Torino le perquisizioni sono in corso a Porta Nuova e Lingotto. Per i pm di Ivrea Valentina Bossi e Giulia Nicodemi, coordinate dalla procuratrice Gabriella Viglione, si tratta di acquisire appalti e le comunicazioni che riguardano i lavori, le eventuali misure di verifica e sicurezza che l’azienda adotta. Dalla relazione della scatola nera sono state escluse responsabilità del macchinista che aveva fermato il treno a circa 100 metri dall’impatto, impiegando tre secondi nell’azionare il freno. Secondo la relazione per fermare il treno in marcia a 160 chilometri orari è necessario quasi un minuto e un chilometro e 200 metri di distanza. Martedì mattina, inoltre, sono stati notificati due nuovi avvisi di garanzia nei confronti di figure che ricoprirebbero ruoli di responsabilità all’interno di Rfi, che si aggiungono tra gli indagati insieme al preposto di Rfi Antonio Massa, al capo cantiere Andrea Gibin e i vertici di Sigifer. Lo riferisce La Stampa.

Strage di Cutro, Palazzo Chigi e Viminale parti civili a processo

Palazzo Chigi, ovvero la Presidenza del consiglio, e il Viminale, cioè il ministero dell’Interno, si costituiranno parti civili nel processo penale sulla strage di Cutro, il naufragio avvenuto il 26 marzo 2023 davanti alla costa della Calabria e nel quale hanno perso la vita moltissimi migranti.

«Decisione presa in considerazione dell’estrema gravità dei fatti»

Il sottosegretario al consiglio dei Ministri, Alfredo Mantovano, «ha dato disposizioni all’Avvocatura generale dello Stato» in questo senso e, come spiega una nota di Palazzo Chigi, «la decisione è stata presa in considerazione dell’estrema gravità dei fatti, che hanno visto la morte di almeno 94 migranti e un elevato numero di dispersi». Nella stessa nota viene inoltre spiegato che «l’udienza nella quale è prevista la costituzione delle parti civili è fissata per mercoledì 29 novembre».

I delitti contestati agli imputati 

Come ricorda il comunicato di Palazzo Chigi, «agli imputati» per il naufragio avvenuto il 26 febbraio, «in concorso tra loro, sono contestati i delitti di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, naufragio colposo e morte come conseguenza del delitto di favoreggiamento».

Femminicidio a Salsomaggiore: donna uccisa dal marito con una mazza da baseball

A Salsomaggiore Terme (Parma), nell’abitazione privata di una coppia, si è verificato un nuovo violento ed efferato femminicidio. Una donna di 66 anni di origini indiane è stata uccisa dal marito al culmine di una violenta lite, con l’uomo, della stessa nazionalità della moglie, che l’ha più volte colpita violentemente con un mazza da baseball.

L’intervento di una giovane carabiniere fuori servizio

Il femminicidio si è verificato, secondo quanto riportato dalla Gazzetta di Parma, intorno alle ore 9.30 del 28 novembre. Una violenza inaudita, verificatasi nell’abitazione dei coniugi in via Trento. La prima ad accorgersi di quanto stesse avvenendo è stata una giovane donna carabiniere, fuori dal servizio, attirata dalle grida di aiuto della vittima. La militare è dunque intervenuta e ha fermato l’uomo, ma anche il tempestivo intervento dei soccorritori non ha potuto evitare la morte della donna.

L’arresto dell’uomo

Oltre al personale del 118, sono intervenute sul posto anche le forze dell’ordine e la polizia scientifica per effettuare i rilievi e per arrestare l’assassino, trasferito nella caserma dei carabinieri di Salsomaggiore.

Netflix, Prime Video e Disney+, le novità in streaming a dicembre 2023

L’ultimo mese del 2023 ha in serbo interessanti novità sulle piattaforme streaming. A dicembre su Netflix, Disney+ e Amazon Prime Video sono in arrivo film e serie tivù fra le più attese dell’anno. In vista delle festività natalizie, gli streamer hanno preparato un cartellone di uscite che accompagnerà tutti gli appassionati fino alle prime settimane del 2024. Sulla piattaforma di Bob Iger, spazio a un documentario che ripercorrerà la vita della grande Raffaella Carrà e al nuovo adattamento del fantasy di Rick Riordan Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo. Netflix invece proporrà Berlino, spin-off de La casa di Carta e le attese puntate finali di The Crown 6, oltre al nuovo film di Zack Snyder Rebel Moon.

Netflix, le migliori novità di dicembre 2023 fra serie tivù e film

Fra le produzioni italiane più attese del 2023, Odio il Natale 2 sbarcherà su Netflix il 7 dicembre. La trama seguirà ancora una volta Gianna (Pilar Fogliati), pronta a festeggiare il suo primo 25 dicembre in coppia, quando un arrivo inaspettato cambierà i suoi piani. Nel cast torneranno, oltre alla protagonista, Nicolas Maupas, Fiorenza Pieri e Beatrice Arnera, cui si aggiungerà la new entry Fortunato Cerlino. Il 12 dicembre toccherà a Under Pressure, serie sportiva che permetterà di seguire la preparazione al Mondiale di calcio femminile della Nazionale americana. Due giorni dopo invece approderanno su Netflix le puntate finali di The Crown 6, ultima stagione sulla corona inglese, pronte a raccontare l’amore fra William e Kate. Il 29 dicembre invece, l’anno si chiuderà con Berlino, spin-off de La casa di Carta con Pedro Alonso ancora una volta nei panni dell’omonimo protagonista.

Il cartellone di Netflix prevede l’arrivo di numerosi film. Il 15 spazio a Galline in fuga: L’alba dei nugget, atteso sequel del film in stop motion campione di incassi del 2000. Dopo le avventure del primo capitolo, Gaia e Rocky vivono su un’isola da sogno, dove danno alla luce un pulcino. Nuove minacce però metteranno ancora una volta a rischio le loro vite. Il 20 dicembre sarà disponibile poi Maestro, film di e con Bradley Cooper nei panni di Leonard Bernstein. Nel cast anche Carey Mulligan e Maya Hawke. Il 22 dicembre approderà su Netflix Rebel Moon – Parte 1: Figlia del fuoco, l’ultima opera di Zack Snyder. Ambientato ai confini della galassia, segue le vicende di una piccola colonia minacciata dall’esercito di un tiranno. Per salvarsi, farà affidamento su una donna dal passato oscuro e un gruppo di guerrieri. Nel cast Sofia Boutella, Charlie Hunnam e Ray Fisher.

Disney+, da Indiana Jones a Raffa: il meglio del mese di dicembre

Dicembre sarà ricco di appuntamenti anche su Disney+. Lo streamer di Bob Iger ha in serbo grandi novità soprattutto per le festività natalizie. Il 20 dicembre infatti approderà Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo, serie che adatta i romanzi fantasy di Rick Riordan. La prima stagione della serie seguirà gli eventi del libro Il ladro di fulmini, con il giovane figlio di Poseidone sulle tracce di una reliquia magica scomparsa nel nulla. Nel cast anche il compianto Lance Reddick (John Wick e American Horror Story) nei panni di Zeus. Venerdì 22 sarà il turno della seconda stagione di What If…?, serie animata dei Marvel Studios che guida i fan in un universo parallelo rispetto al Marvel Cinematic Universe. Grande attesa infine per il 27 dicembre, quando arriverà Raffa, docuserie in tre episodi diretta da Daniele Luchetti che racconta vita e carriera di Raffaella Carrà.

Quanto ai film, il 15 dicembre arriverà su Disney+ Indiana Jones e il quadrante del destino, quinto e ultimo capitolo della saga di avventura con Harrison Ford. L’archeologo più famoso del cinema, ormai stabilitosi in America dopo gli anni nel Regno Unito, dovrà andare alla ricerca di un manufatto di Archimede in grado di cambiare il corso del tempo. Parallelamente al film, uscirà anche il documentario Eroi senza tempo con cui scoprire la nascita e la creazione del personaggio grazie a interviste a Steven Spielberg, George Lucas e lo stesso Harrison Ford.

Prime Video, le novità in streaming sulla piattaforma di Amazon

Eddie Murphy e Christian De Sica saranno invece i volti di punta del dicembre di Amazon Prime Video. La star di Hollywood, atteso su Netflix anche da Beverly Hills Cops 4, mercoledì 20 sarà protagonista del film Buon Natale da Candy Cane Lane al fianco di Tracee Ellis Ross e Nick Offerman. Vestirà i panni di un uomo mosso dal solo obiettivo di vincere il concorso per la casa meglio addobbata del quartiere, tanto da finire spesso in guerra con i vicini. Il comico italiano invece sarà protagonista sulla piattaforma streaming giovedì 21 con i sei episodi della serie Gigolo per caso diretta da Eros Puglielli. Nel cast anche Pietro Sermonti, volto di un giovane che un giorno scopre che suo padre lo ha sempre tenuto all’oscuro della sua professione. In profonda crisi economica, decide di seguirne le orme. Nel cast anche Ambra Angiolini, Frank Matano, Asia Argento e Virginia Raffaele.

Su Amazon Prime Video, inoltre, l’1 dicembre sbarcherà un documentario su Rocco Hunt che, partendo dai primi 2000, ne racconterà l’ascesa nel panorama musicale italiano. Il 12 dicembre invece sarà il turno della serie Reacher 2 con Alan Ritchson nei panni dell’investigatore nato dalla penna di Lee Child negli Anni 90. Con tre compagni d’arme, dovrà indagare sulla morte improvvisa della sua ex unità nei Marines. Infine, il 15 dicembre uscirà su Prime Me contro Te – La famiglia reale 2. Luì e Sofì (Luigi Calagna e Sofia Scalia), dopo il loro viaggio intorno al mondo, saranno nuovamente a corte con i nipoti della regina, dando vita a simpatici e divertenti sketch.

Per la Corte giustizia europea è possibile vietare il velo islamico negli uffici pubblici

«Una pubblica amministrazione può vietare all’insieme dei suoi dipendenti di indossare segni religiosi sul luogo di lavoro». Lo ha stabilito la Corte di giustizia dell’Unione europea esprimendosi sul caso di una donna in Belgio alla quale era stato vietato di indossare il velo islamico sul posto di lavoro in base al principio di neutralità. Un divieto di questo tipo, evidenziano i giudici di Lussemburgo, «non è discriminatorio se viene applicato in maniera generale e indiscriminata a tutto il personale dell’amministrazione e si limita allo stretto necessario».

Sciopero dei medici del 5 e del 18 dicembre: le ragioni della mobilitazione contro il governo Meloni

Il governo Meloni fa scioperare persino i medici. Martedì 5 dicembre i sindacati (Anaao-Assomed e Cimo) portano in piazza i camici bianchi, da Bolzano a Palermo, al grido di «La sanità pubblica non si svende, si difende». I medici scioperano per chiedere assunzioni, detassazione di una parte della retribuzione, risorse congrue per il rinnovo del contratto di lavoro, depenalizzazione dell’atto medico. Il taglio alle pensioni dei medici, annunciato ma poi rivisto – almeno a parole – dal ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Carlo Palermo, presidente di Anaao-Assomed, il maggior sindacato medico, che si batte peraltro contro la cancellazione del numero chiuso a Medicina, è tuttavia fiducioso: le penalizzazioni per i sanitari che andranno in pensione a 67 anni saranno eliminate. «Molti parlano di misura ‘equitativa’, ma dimenticano alcuni aspetti: quando la Cassa pensioni sanitari è stata incorporata nell’Inpdap, ha portato in dote ben 7 miliardi di euro di attivo (le altre erano in perdita e hanno beneficiato di questo ‘contributo’)», ha detto Palermo in questi giorni.

Le ragioni dello sciopero dei medici: non solo il taglio delle pensioni

Ma che cosa chiede l’Anaao? «L’Anaao», spiega Palermo a Lettera43, «chiede al governo di ritirare i provvedimenti, introdotti dall’articolo 33 della Legge di Bilancio, che tagliano le pensioni future dei dipendenti pubblici in particolare dei medici, dei sanitari dei dipendenti e dei dirigenti di sanità, enti locali e insegnanti delle scuole primarie e ufficiali giudiziari». «Inoltre», continua, «le modifiche apportate dall’articolo 26 della manovra di bilancio costituiscono una grave penalizzazione per la generalità dei giovani nel sistema contributivo: infatti in caso di pensione anticipata prima dei 67 anni la pensione viene ridotta a cinque volte il minimo fino all’età di vecchiaia». Il primo provvedimento «è incostituzionale, già proposto e ritirato da questo governo nella precedente Legge di Bilancio; arreca grave danno a 732 mila dipendenti pubblici e danneggia l’intero sistema determinando conseguenze che peggioreranno i conti pubblici. Infatti, tale provvedimento sta determinando un esodo anticipato verso il pensionamento, la sospensione dei versamenti per i riscatti e si prospetta un gigantesco contenzioso nei prossimi anni». Inoltre, si colpisce con un provvedimento retroattivo, prosegue Palermo, «che mina la credibilità dello Stato e del governo: infatti moltissimi contribuenti hanno pagato riscatti per i periodi di studio e aspettative con un costo calcolato su un determinato rendimento che adesso non si vuole più onorare. Il costo dei riscatti è stato parametrato a un’aliquota di rendimento della pensione che ora paradossalmente si vuole ridurre. Sarebbe come se un titolo di Stato acquistato con un determinato rendimento fisso venisse manomesso in violazione dell’obbligazione contrattuale: le conseguenze sulla reputazione creditizia sarebbero disastrose. Anziché favorire il risparmio previdenziale si pongono pesanti penalizzazioni a questo investimento». Lo sciopero sarebbe confermato anche qualora arrivasse la definitiva conferma del ritiro del taglio alle pensioni dei medici, perché «le rivendicazioni sono ampie e non limitate alle questioni previdenziali».

Sciopero dei medici del 5 e del 18 dicembre: le ragioni della mobilitazione contro il governo Meloni
Carlo Palermo, presidente Anaao-Assomed (da Youtube).

Il 18 dicembre nuova mobilitazione in corsia

Quello del 5 dicembre non sarà uno sciopero isolato. Altre sigle sindacali – Aaroi-Emac, Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr) e Fvm – hanno annunciato una nuova mobilitazione per il 18 dicembre. Anche qui il mirino è la Legge di Bilancio firmata Meloni: «Il 18 dicembre fermeremo la sanità per 24 ore per non vederla fermata per sempre da una Legge di Bilancio che premia gli evasori e distrugge il diritto alla cura e la tutela della salute», spiegano i sindacati. «Siamo sempre stati restii a proclamare uno sciopero nazionale perché, diversamente da altri scioperi, incide direttamente sulla risposta alla domanda di cura dei cittadini che è già da troppo tempo gravemente carente. Però, dopo le recenti delusioni sulle molteplici e ben note problematiche che questo governo aveva promesso di risolvere, vediamo negata qualsiasi soluzione proposta, vediamo danneggiato ulteriormente il Servizio sanitario nazionale e siamo colpiti direttamente da misure inaccettabili sul lavoro e sulle pensioni».

Filippo Turetta, finito dopo mezz’ora l’interrogatorio di garanzia davanti alla gip

È durato mezz’ora l’interrogatorio di garanzia di Filippo Turetta, accusato del femminicidio di Giulia Cecchettin, che si è tenuto martedì mattina 28 novembre davanti alla gip Benedetta Vitolo e al pm Andrea Petroni nel carcere Montorio di Verona.

Il legale di Turetta avrebbe preso tempo per studiare gli atti di indagine

Secondo quanto riferisce la Repubblica, l’assistito dell’avvocato Giovanni Caruso ha deciso di non rispondere alle domande della gip, che ha firmato il 20 novembre l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per «l’inaudita ferocia» e la «manifesta disumanità» degli atti contestati a Turetta. Una strategia difensiva che potrebbe essere stata concordata con il legale per poter dargli il tempo di studiare gli atti di indagine dell’inchiesta. Di certo, come anticipato lunedì dall’avvocato Caruso, non è stata avanzata richiesta di altre misure meno afflittive del carcere, come i domiciliari. Sullo sfondo c’è la possibilità che Turetta possa essere accusato anche di premeditazioneoccultamento di cadavere e, per l’avvocato di Elena Cecchettin, sorella di Giulia, l’ex fidanzato della vittima andrebbe accusato anche di stalking, poiché avrebbe «dimostrato di essere un molestatore assillante».

Figà Talamanca morto a 85 anni: addio al volto della matematica italiana nel mondo

Il matematico Alessandro Figà Talamanca, rinomato a livello internazionale per le sue ricerche in particolare nell’ambito dell’analisi matematica (spazi Lp, serie di Fourier, variabili aleatorie stabili), è morto «serenamente nel sonno nella notte di lunedì 27 novembre» a Roma all’età di 85 anni. Lo hanno fatto sapere la moglie Irene e i figli Giovanni, Niccolò e Lorenzo con le loro famiglie. Il funerale del professore emerito dell’Università La Sapienza di Roma avrà luogo mercoledì 29 novembre, alle 12.00, presso il Tempietto Egizio del cimitero romano del Verano.

Una vita dedicata alla matematica

Nato a Roma il 25 maggio 1938, Figà Talamanca ha studiato matematica presso l’Università La Sapienza e l’Università della California a Los Angeles, dove ha conseguito il dottorato in matematica nel 1964 e ha avviato la sua carriera accademica nello stesso anno. Figura di spicco nella comunità matematica italiana a livello mondiale, ha dedicato la sua carriera anche agli aspetti politico-organizzativi della ricerca matematica in Italia e del sistema universitario in generale. Ha ricoperto importanti incarichi, tra cui la presidenza dell’Unione matematica italiana (1988-1993) e una lunga permanenza nel consiglio scientifico, la presidenza dell’Istituto nazionale di alta matematica (1995-2003) e la vice presidenza della European mathematical society. Ha fatto parte del Comitato nazionale per le scienze matematiche del Consiglio nazionale delle ricerche, del Consiglio universitario nazionale e del Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario.

Incidente stradale a Taranto, scontro frontale tra due auto: quattro morti e due feriti

A Taranto, uno scontro frontale tra due auto, un minivan e un’altra vettura, ha portato alla morte di quattro persone e al ferimento di altre due. L’incidente si è verificato nel tardo pomeriggio di lunedì 27 novembre, all’altezza di una galleria sulla statale 100 Taranto – Bari, poco dopo lo svincolo per Mottola.

Tre delle vittime sono militari

Tre delle quattro vittime sono militari dell’Esercito italiano appartenenti alla Brigata Pinerolo 7° Bersaglieri in servizio ad Altamura, ma originari di Taranto, che viaggiavano a bordo di una Fiat Multipla. L’altra vittima è invece il guidatore del minivan. Si tratta di un uomo di 68 anni che era a bordo del mezzo con altri due colleghi, i quali sono rimasti gravemente feriti e per questo condotti all’ospedale Santissima Annunziata di Taranto.

La dinamica dell’incidente ancora incerta

Non è chiara, al momento, quale possa essere stata la dinamica dell’incidente, con l’unica certezza rappresentata dal fatto che ci sia stato un impatto frontale molto forte tra i due mezzi, tanto che alcune vittime sarebbero state scaraventate fuori dai veicoli sui quali viaggiavano. Il compito di chiarire l’accaduto spetterà ora alle forze dell’ordine che, subito dopo i soccorsi, hanno provveduto ad effettuare tutti i rilievi del caso.

Avvelenata la moglie del capo degli 007 di Kyiv

Marianna Budanova, moglie del capo dell’intelligence militare ucraina Kyrylo Budanov, è stata avvelenata. Lo scrivono i media locali citando fonti del ministero della Difesa di Kyiv. Alla donna è stato diagnosticato un avvelenamento da metalli pesanti. «Queste sostanze non vengono utilizzate in alcun modo nella vita quotidiana e negli affari militari. La loro presenza può indicare un tentativo intenzionale di avvelenare una persona specifica», hanno detto alcune fonti. Budanova «è stata molto probabilmente avvelenata con il cibo» e, dopo essere stata ricoverata in ospedale, «sta già meglio».

Boom di polmoniti nei bambini in Cina, cosa sappiamo

Il 23 novembre l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha chiesto ufficialmente alla Cina di fornire informazioni dettagliate sull’aumento delle malattie respiratorie e sui focolai di polmonite segnalati nei bambini dopo che la Commissione sanitaria nazionale di Pechino, in una conferenza stampa di dieci giorni prima, aveva segnalato una crescita del fenomeno nel Paese. Dopo l’allarme nella Repubblica Popolare, è stato registrato un aumento dei casi anche in Francia nei bambini e nei ragazzi con età inferiore a 15 anni, considerato anomalo e preoccupante. Ma fino a che punto? In Cina l’aumento di focolai tra i bambini sta mettendo a dura prova il sistema sanitario. E in tanti già temono che si possa verificare una nuova pandemia. Le cose da sapere.

La spiegazione cinese: «Combinazione di agenti patogeni comuni»

La Commissione nazionale per la Salute, ovvero la massima autorità sanitaria cinese che supervisiona gli ospedali in tutto il Paese, ha riferito all’Oms che dietro all’aumento dei casi di virus respiratori non ci sarebbe alcun patogeno nuovo o insolito, ma «una combinazione di agenti patogeni comuni» come influenza, rinovirus, virus respiratorio sinciziale o RSV, adenovirus e batteri. Più del 40 per cento dei pazienti, di tutte le età, presenta i sintomi dell’influenza stagionale, principalmente del ceppo H3N2. Ma la principale causa dei ricoveri di pazienti pediatrici sarebbe il batterio mycoplasma pneumoniae.

Boom di polmoniti nei bambini in Cina dovute a una combinazione di patogeni noti, tra cui il mycoplasma pneumoniae: cosa sappiamo.
Un ospedale di Wuhan, in Cina (Getty Images).

Le caratteristiche del batterio mycoplasma pneumoniae

Il mycoplasma pneumoniae è un microrganismo a metà strada tra un virus e un batterio, in grado di colonizzare le vie respiratorie e di produrre malattie di varia entità, in particolare durante l’infanzia. Germe privo di parete cellulare, le sue proteine di adesione hanno una particolare affinità per l’epitelio del tratto respiratorio. Il mycoplasma pneumoniae assume rilevanza clinica soprattutto per essere il principale responsabile della polmonite atipica primaria, malattia che colpisce prevalentemente bambini e giovani adulti: spesso asintomatica, quando le difese immunitarie sono ridotte, l’infezione può condurre a complicanze ematologiche e neurologiche molto gravi.

Trasmissione del batterio e sintomi dell’infezione

Dopo l’infezione acuta di mycoplasma pneumoniae, persiste una lunga fase di presenza asintomatica (per settimane o mesi) che permette la trasmissione da persona a persona attraverso un contatto ravvicinato, tramite goccioline respiratorie infette: le “famose” droplets, come succedeva e succede ancora con il Coronavirus. Mentre il germe tende a causare solo lievi raffreddori nei bambini più grandi e negli adulti, i più piccoli sono più inclini a sviluppare la polmonite, con sintomi come febbre, tosse profonda e un forte affaticamento che durano per settimane.
Per prevenire il contagio si possono adottare le stesse misure di sicurezza adottate con il Covid: detersione delle mani; coprire naso e della bocca quando si tossisce e starnutisce; adottare la mascherina nei luoghi chiusi, almeno nelle aree geografiche dove si è registrato un aumento dei casi di polmonite. Le autorità cinesi, attribuendo il rialzo dei casi proprio alla revoca delle restrizioni anti-Covid, hanno invitato la popolazione, soprattutto la più anziana e le persone fragili, a richiedere la regolare vaccinazione antinfluenzale.

Boom di polmoniti nei bambini in Cina dovute a una combinazione di patogeni noti, tra cui il mycoplasma pneumoniae: cosa sappiamo.
Invio di medicinali in Cina (Getty Images).

Il mycoplasma pneumoniae resiste all’azitromicina, Bassetti spiega perché

Il mycoplasma pneumoniae è un batterio noto, normalmente curato con antibiotici come azitromicina, a cui l’agente patogeno è però resistente. Ciò è dovuto, secondo l’infettivologo Matteo Bassetti, all’uso errato di antibiotici come l’azitromicina durante la pandemia: «Averli utilizzati troppo e male, come è stato fatto da molti senza seguire le evidenze scientifiche, ha permesso di rendere più forti i batteri. In questo caso abbiamo reso più forte un batterio come il mycoplasma pneumoniae su cui, ahimè, nei bambini gli unici antibiotici che si possono utilizzare sono proprio l’azitromicina e in generale i macrolidi. Questi sono i danni fatti da un certo mondo – cure domiciliari, no vax, no vaxismo – e purtroppo questa è la situazione. Però io direi che possiamo stare tranquilli, perché il mycoplasma pneumoniae è un microrganismo che conosciamo e troveremo sicuramente altre armi con cui affrontarlo».

Maltempo, allerta gialla in nove regioni: chiuse scuole, parchi e strade

La Protezione Civile ha diramato un bollettino di allerta gialla riguardante il centro sud Italia, che interessa in particolare nove regioni: Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo e Molise, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia. La nuova perturbazione di origine atlantica porterà in questi primi giorni della settimana tanta pioggia, ma anche venti forti, neve e mareggiate sulle coste, spingendo alcune località a chiudere le scuole, parchi e cimiteri.

Scuole chiuse all’isola d’Elba e a Cecina

Scuole chiuse martedì 28 novembre in cinque comuni su sette dell’Isola d’Elba a causa dell’allerta meteo di colore arancione per vento forte e mareggiate. I comuni interessati dal provvedimento sono quelli di Portoferraio, Porto Azzurro, Capoliveri, Marciana Marina e Marciana. Scuole aperte, invece, a Campo nell’Elba e Rio. Scuole chiuse anche a Cecina, in Toscana, dove è stata anche disposta la chiusura dei parchi pubblici all’aperto e il divieto di svolgere attività sportive all’aperto e all’interno di tensostrutture. Annullato anche il mercato settimanale di Cecina centro.

I parchi e le strade chiuse a Roma e Napoli

A Napoli e Benevento parchi cittadini e cimiteri chiusi. Dopo la terribile giornata di sabato con centinaia di alberi caduti e la morte di un’anziana a Monteverde, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri ha firmato un’ordinanza con la quale dispone la chiusura dei cimiteri fino a mezzanotte di 28 novembre, il divieto di attività ludiche nei parchi e ordinato la chiusura di cinque strade. Si tratta di via di Castelfusano, via dei Pescatori e via della Villa di Plinio nel X Municipio, via Federico Ozanam nel Municipio XII e via di Santa Cornelia nel XV. Si prevedono sul Lazio venti da forti a burrasca dai quadranti occidentali su tutta la regione, con rinforzi fino a burrasca forte sui rilievi e sui settori costieri. Previste forti mareggiate lungo le coste esposte.

Reggio Calabria, ubriaco picchia moglie davanti alle figlie minori, arrestato

Ubriaco, ha picchiato la moglie davanti alle tre figlie minori perché voleva impedirle di andare a lavorare. È accaduto a Reggio Calabria dove un 47enne è stato arrestato dalla Polizia di Stato per maltrattamenti in famiglia. Gli agenti, intervenuti a seguito a una richiesta di aiuto giunta alla sala operativa dalla stessa vittima, prima di giungere nell’appartamento sono stati richiamati dalle tre piccole – una delle quali mostrava un piccolo foglio bianco con la scritta in arancione “Help” – che urlavano: «Venite, venite siamo qui». Gli agenti in casa hanno individuato e identificato l’uomo, che ha già scontato una misura di divieto di avvicinamento alla moglie, in evidente stato di alterazione psicofisica e che pronunciava frasi senza senso davanti alla vittima e alle tre figlie, di 12, 10 e 8 anni. Proprio la più piccola, vedendo la mamma aggredita ancora una volta dal padre, ha composto sul cellulare della donna il 113. L’aggressione sarebbe avvenuta per futili motivi e sembrerebbe sia stata generata dalla richiesta di raccogliere la cenere della sigaretta buttata volutamente a terra dall’uomo. La moglie ha denunciato le violenze finora subite dal marito che la picchiava, le tirava i capelli e le dava pugni in testa non permettendole di frequentare la sua famiglia.

Un 38enne ha aggredito la compagna di 27 anni davanti ai figli, di 2 e 6 anni

Un secondo analogo arresto, ha riguardato un 38enne che ha aggredito la compagna di 27 anni davanti ai figli, di 2 e 6 anni. I poliziotti, in questo caso, sono intervenuti dopo avere ricevuto due richieste di aiuto, la prima da parte di una sconosciuta e l’altra dalla stessa vittima. La donna ha raccontato al personale delle volanti di essere stata aggredita poco prima dall’uomo che aveva suonato al portone per farsi aprire e, una volta davanti alla porta dell’appartamento, l’aveva spinta dentro afferrandola dal collo e, dopo aver chiuso la porta a chiave, l’aveva trascinata nella cameretta dei bambini, dove il figlio di 6 anni stava guardando la televisione continuando a percuoterla. Solo dopo che il figlio si è frapposto tra il padre e la mamma, per aiutare quest’ultima, lei è riuscita a divincolarsi ed a raggiungere la porta di casa per urlare aiuto sul pianerottolo dello stabile.

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