Nel corso del Tg1 delle 20, Amadeus ha annunciato i co-conduttori delle cinque serate del Festival di Sanremo 2024. Oltre a Marco Mengoni, che affiancherà il direttore artistico nella prima serata, saliranno sul palco dell’Ariston Giorgia (seconda serata, mercoledì 7 febbraio), Teresa Mannino (terza serata, giovedì 8 febbraio), Lorella Cuccarini (quarta serata, venerdì 9 febbraio) e Fiorello (quinta serata, sabato 10 febbraio).
A Dubai va in scena la Cop28, l’annuale incontro sul clima organizzato dalle Nazioni unite in cui i governi sono chiamati a discutere su come limitare le emissioni e prepararsi al futuro cambiamento climatico. Dura dal 29 novembre fino al 12 dicembre 2023. Cop sta per “Conferenza delle parti”, dove le “parti” sono i Paesi che hanno firmato l’originale accordo Onu sul clima del 1992. Gli Emirati Arabi Uniti, cioè la nazione ospitante, sono tra i primi 10 produttori di petrolio al mondo e hanno nominato l’amministratore delegato della compagnia petrolifera statale Adnoc, Sultan Al Jaber, presidente della Conferenza. Nei piani della società emiratina c’è l’aumento della capacità estrattiva del greggio, proposito che chiaramente fa a pugni con gli obiettivi di Cop28. Bbc News ha pubblicato un articolo nel quale denunciava, attraverso documenti di cui è entrata in possesso, l’intenzione degli Emirati di utilizzare il loro ruolo di organizzatori per concludere accordi su petrolio e gas.
Come avere una multinazionale del tabacco che supervisiona l’Oms
Al Jaber, nonostante gli scandali svelati dal Guardian, si è difeso sostenendo di essere la persona migliore per spingere l’azione di riduzione di CO2 dell’industria petrolifera e del gas, in quanto presidente della società di energie rinnovabili Masdar. La stessa Masdar è posseduta dalla Adnoc e da Mubadala, il fondo che fa capo al controverso Mansour Bin Zayed (proprietario tra l’altro del Manchester City e fratello del dittatore Mohammed, presidente degli Emirati) e nel cui board siede guarda caso anche Sultan Al Jaber. Il paradosso è evidente: l’ad di una compagnia petrolifera di Stato che presiede i lavori per limitare le emissioni derivanti dall’energia fossile. Per dirla con le parole della europarlamentare Manon Aubry, è come avere una multinazionale del tabacco che supervisiona il lavoro interno dell’Organizzazione mondiale della sanità.
Emirati esportatori di energia e molto indietro sui diritti umani
Se c’è qualcuno che beneficia del cambiamento climatico questi sono proprio i Paesi esportatori di energia, di cui gli Eau sono tra i principali. Recentemente la segretaria generale di Amnesty International, Agnès Callamard, ha dichiarato: «Il fatto che gli Emirati Arabi Uniti, con un bilancio abissale in materia di diritti umani, stiano guidando le discussioni su una delle più gravi sfide esistenziali che l’umanità si trova ad affrontare, in uno dei forum internazionali di più alto profilo, rende ridicola la C0p28».
Il governo italiano dalla parte di Al Jaber, nonostante gli scandali
Il governo italiano, al cui interno per altro non manca una componente negazionista in tema ambientale, si è schierato senza se e senza ma dalla parte di Cop28 e di chi la ospita. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani dopo il primo scandalo che a giugno aveva investito Al Jaber e gli Emirati perché la compagnia petrolifera poteva avere accesso a tutte le mail riguardanti Cop28 era volato ad Abu Dhabi per ribadire che l’Italia è «al fianco» degli Eau e sostiene il lavoro del presidente designato della Cop28, Sultan Al Jaber. Durante quella visita aveva chiesto aiuto agli Emirati per la Tunisia, pallino di Giorgia Meloni e punto cardine del suo Piano Mattei (anche se poi Tunisi non si è fatta problemi a non votarci nella partita per Expo 2030).
Stessa cosa aveva fatto Meloni durante un incontro con Al Jaber proclamando quella del cambiamento climatico «una sfida importante per il nostro Pianeta e per l’umanità, però la transizione deve essere giusta e affrontare anche la sua dimensione sociale ed economica». Questo significa per prima cosa garantire «posti di lavoro di qualità». Ad Al Jaber, la premier aveva anche assicurato di voler «rafforzare l’impegno a sostegno dell’Africa, al quale l’Italia destinerà gran parte del suo Fondo per il clima».
Quei legami tra Crosetto e il presidente Mohammed Bin Zayed
Che i rapporti tra Eau e Italia siano stretti lo si è visto anche in altre occasioni. Per esempio quando il ministro Guido Crosetto ha dichiarato che il presidente Mohammed Bin Zayed aveva chiamato Palazzo Chigi per farsi mandare 1.000 bambini palestinesi da curare. Tralasciando il fatto che uno degli uomini più vicini al leader emiratino è Mohammed Dahlan. Ossia colui che ha attivamente operato per la distruzione di Fatah e l’irreversibile indebolimento dell’Olp, l’Organizzazione per la liberazione della Palestina, pregiudicando così il processo di pace in Israele.
Denunce penali per detenzione arbitraria e tortura
Che dire poi dell’appoggio italiano dato ad Ahmed Naser al-Raisi, già capo della State Security emiratina, su cui pendono denunce penali per detenzione arbitraria e tortura, diventato nel 2022 il primo capo mediorientale dell’Interpol. Ancora, gli Eau partecipano alla guerra in Sudan (come proxy war), in Libia sostengono Haftar, Al Saied in Tunisia, sono ben posizionati nel Ciad e secondo varie intelligence hanno sostenuto il colpo di Stato in Niger e, come se non bastasse, hanno siglato un accordo di esclusiva per l’esportazione dell’oro dal Congo, denunciato in un articolo di Reuters, come un servizio fatto alla Russia per aggirare le sanzioni.
Eni ha annunciato che, grazie all’ammissione del progetto integrato di Carbon Capture and Storage (CCS) Callisto alla lista europea dei Progetti di interesse comune (Progetti Pci), l’hub di stoccaggio della CO2 di Ravenna, che Eni come operatore sta sviluppando in JV con Snam, avrà un ruolo chiave nella creazione di una filiera internazionale ad alto contenuto tecnologico nel settore della decarbonizzazione.
Callisto mira a decarbonizzare le aree industriali italiane e l’hub francese di Fos-Marseille
Il progetto CCS integrato Callisto (CArbon LIquefaction transportation and STOrage) Mediterranean CO2 Network, proposto congiuntamente da Eni e Snam con la collaborazione di Air Liquide che ne è anche coordinatore e che fa perno sul polo di stoccaggio CO2 di Ravenna CCS, è stato scelto dalla Commissione europea per entrare a far parte dei Pci, superando il processo di selezione, insieme ad altri 13 progetti dedicati alla cattura e allo stoccaggio della CO2. Nel dettaglio, Callisto ha l’obiettivo di sviluppare una catena del valore della CCS nell’Europa Sud-occidentale, focalizzandosi sulla decarbonizzazione delle aree industriali italiane, a partire da quella di Ravenna e Ferrara e dell’hub di Fos-Marseille, in Francia. Il progetto ha come referenti in Italia Eni e Snam e Air Liquide per il cluster industriale di Fos-Marseille in Francia. L’iniziativa è inoltre promossa da altre 16 aziende operanti nei cluster industriali interessati. Il progetto, facendo leva sulla grande capacità totale di stoccaggio dell’hub di CCS di Ravenna, stimata in oltre 500 milioni di tonnellate, mira a sviluppare il più grande network nel Mediterraneo per la cattura, il trasporto e lo stoccaggio di CO2 offrendo una soluzione di decarbonizzazione per le industrie hard to abate (come cementifici, fertilizzanti, acciaierie etc.) proponendosi come riferimento per il Sud Europa.
Il progetto potrà accedere al Connecting Europe Facility Fund
L’ammissione nella lista dei progetti PCI consentirà al progetto, una volta superati i passaggi dell’iter in corso la cui conclusione è attesa nel 2024, di poter accedere al fondo Connecting Europe Facility Fund (CEF) finalizzato all’ottenimento di finanziamenti a fondo perduto per supportare gli studi e lo sviluppo delle infrastrutture per la ricezione, il trasporto e lo stoccaggio della CO2. L’avvio della fase 1 del progetto CCS Ravenna è previsto per l’inizio del 2024 con l’iniezione ai fini dello stoccaggio permanente di 25 mila tonnellate all’anno di CO2, catturate dalla centrale a gas di Casal Borsetti di Eni. Lo sviluppo industriale della fase 2, il cui avvio è previsto entro il 2026, consentirà di raggiungere una capacità di stoccaggio di 4 milioni di tonnellate all’anno al 2030. Ulteriori espansioni potranno portare i volumi fino a 16 milioni di tonnellate di CO2 all’anno.
Verranno creati nuovi posti di lavoro
Oltre a fornire un importante contributo per contrastare le emissioni climalteranti delle industrie hard to abate, il progetto Ravenna CCS favorirà la creazione di una filiera nazionale ad alto contenuto tecnologico nel settore della decarbonizzazione, valorizzando le competenze e capacità realizzative locali e più in generale del Paese. Dal punto di vista occupazionale il progetto fornirà un contributo determinante nel tutelare il livello esistente, legato al sistema tradizionale, e al contempo nel promuovere la creazione di un importante numero di nuovi posti di lavoro, diretti e indiretti, grazie allo sviluppo delle filiere impegnate nel progetto di decarbonizzazione. Eni ha sviluppato una vasta esperienza nello stoccaggio di gas in giacimenti esauriti nel corso di molti decenni e intende valorizzare le proprie competenze per riconvertire parte delle infrastrutture esistenti in hub di stoccaggio dell’anidride carbonica per decarbonizzare le attività industriali proprie e di terzi a costi competitivi e con un rapido time to market.
Cervinia cambia nome. La nuova denominazione della celebre località turistica, sita nel Comune di Valtournenche, è Le Breuil. La decisione è stata presa nell’aprile scorso dal Comune di Valtournenche, approvando il dossier sulla ridenominazione di villaggi, frazione e località sul suo territorio. La giunta regionale ha poi preso atto della decisione il 12 settembre scorso e pochi giorni dopo è stato firmato il decreto. Con il cambio di nome sarà modificata anche la cartellonistica del paese, oltre ai documenti degli abitanti. Protestano i consiglieri regionali e i deputati di Fratelli d’Italia.
Alberto Zucchi e Matteo Rosso: «Nuocerà alla Valle d’Aosta»
In una nota, Fratelli d’Italia ha espresso il proprio «netto dissenso». Il coordinatore regionale per la Valle d’Aosta, Alberto Zucchi, e il deputato Matteo Rosso, hanno dichiarato: «Esprimiamo vivo stupore e sgomento poiché il brand Cervinia è noto in Italia e nel mondo e un così drastico cambiamento, frutto evidente di un’ideologia fuori tempo, spazio e luogo non può che nuocere al settore turistico alberghiero e all’immagine di tutta la Valle d’Aosta».
Kfir Bibas, con i suoi 10 mesi il più piccolo degli ostaggi sequestrati da Hamas il 7 ottobre, sarebbe morto insieme alla madre Shiri e al fratello di 4 anni Ariel, a seguito di «bombardamenti sionisti» sulla Striscia di Gaza. Lo hanno annunciato su Telegram le Brigate Al-Qassam, ala militare di Hamas. Nei giorni scorsi i familiari di Kfir si erano mobilitati per chiedere la liberazione del piccolo e della sua famiglia. Non si hanno notizie del padre Yarden, ancora ostaggio nella Striscia di Gaza. Le forze di difesa israeliane stanno «controllando la fondatezza» dell’annuncio relativo alla morte dei fratellini Bibas e della loro mamma. Lo ha detto il portavoce militare Daniel Hagari, aggiungendo che «Hamas continua a comportarsi in maniera crudele e inumana».
The Bibas family, including 10-months-old Kfir, 4-year-old Ariel and their mother Shiri were abducted by Hamas on October 7.
Attesa per la liberazione di altri 10 ostaggi israeliani
Secondo l’ultimo accordo stipulato tra Israele e Hamas, ogni giorno di proroga della tregua prevede la liberazione di 10 ostaggi israeliani e di 30 prigionieri palestinesi. Mousa Abu Marzook, funzionario dell’ufficio politico di Hamas aveva reso noto che gli ostaggi con cittadinanza russa in loro possesso saranno rilasciati «come omaggio al presidente Vladimir Putin». In serata le Brigate Al-Qassam hanno annunciato di aver liberato due donne di, appunto, nazionalità russa.
Dal Qatar filtra ottimismo per la proroga della tregua
«Guardando ai prossimi giorni, ci concentreremo sul fare il possibile per prolungare la tregua in modo da continuare a liberare più ostaggi e a ricevere più assistenza umanitaria». Lo ha detto il segretario di Stato americano, Antony Blinken, dopo l’incontro della Nato a Bruxelles e in vista della sua prossima visita in Israele. Dal Qatar filtra ottimismo per una nuova intesa, ma Tel Aviv ha già fatto sapere di non essere disposto a prolungare la pausa nei combattimenti oltre domenica 3 dicembre, per un totale di 10 giorni. «Dopo questa fase di rientro dei nostri ostaggi, Israele tornerà in guerra? La mia risposta è inequivocabilmente sì. Non c’è possibilità che non si torni a combattere fino alla fine», ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu.
Ucciso in Cisgiordania il capo delle Brigate Jenin
La tregua riguarda la Striscia di Gaza, ma non la Cisgiordania, dove l’esercito israeliano ha ucciso il capo delle Brigate Jenin, Mohammad Zabeidi. Insieme a lui è stato eliminato anche un altro comandante, di cui non è stato diffuso il nome. Sempre a Jenin due bambini sono morti in un raid delle forze israeliane. Uno, di nove anni, è stato colpito alla testa, mentre l’altro, 15enne, è stato raggiunto al torace. Fonti locali e di sicurezza hanno riferito all’agenzia di stampa palestinese Wafa che l’esercito israeliano ha costretto i residenti del quartiere di ad-Damj a lasciare le loro case sotto la minaccia delle armi.
Guterres: «Muoversi verso una soluzione a due Stati»
«La popolazione di Gaza si trova nel mezzo di un’epica catastrofe umanitaria davanti agli occhi del mondo. Non dobbiamo distogliere lo sguardo». Lo ha detto il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres alla riunione del Consiglio di Sicurezza. «Sono in corso intensi negoziati per prolungare la tregua, cosa che accogliamo con grande favore, ma serve un vero cessate il fuoco umanitario e muoversi in modo determinato e irreversibile verso la soluzione a due Stati. Il fallimento condannerà palestinesi, israeliani, la regione e il mondo a un ciclo infinito di morte e distruzione».
Il provvedimento sul salario minimo sarà all’esame dell’Aula della Camera il prossimo 4 dicembre. Lo ha deciso la Conferenza dei capigruppo a Montecitorio. Sempre lunedì e sempre in discussione generale, cominceranno il proprio iter in Aula la legge delega europea e il decreto referendum. Mentre il provvedimento sulle guide turistiche è atteso in Aula per mercoledì 6 dicembre e il voto finale per il giorno dopo, 7 dicembre.
La fermata straordinaria del treno Roma-Napoli su cui viaggiava Francesco Lollobrigida è approdata alla Camera. Il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste si è presentato di fronte ai deputati per un question time durante il quale ha relazionato sulla vicenda. Lollobrigida ha risposto alle critiche: «La mia condotta è ascrivibile al ministero, le polemiche sono pretestuose. Sono certo che, se fossi rimasto comodamente seduto su quel treno, tra quelli che hanno polemizzato per il mio operato in questi giorni, avrei senz’altro trovato qualcuno che avrebbe trovato il modo di accusarmi perché lo Stato non era presente a Caivano».
Lollobrigida: «Nessuna pretesa»
Il ministro Lollobrigida ha proseguito: «Ho ritenuto di chiedere se era possibile effettuare una fermata straordinaria, senza alcuna pretesa di ricevere un trattamento di favore, ma nel pieno rispetto del regolamento delle Ferrovie dello Stato, che ben conosco, avendo svolto l’incarico di assessore regionale ai Trasporti. Aggiungo che, in questo caso, come dichiarato dai responsabili di Ferrovie dello Stato, non v’è stato alcun disagio ulteriore all’utenza, né costo aggiuntivo e che tutti i passeggeri hanno avuto la possibilità di scendere alla stazione di Ciampino. Sono certo di aver fatto il mio dovere: la mia presenza ad un’iniziativa come quella di Caivano rappresentava la vicinanza dello Stato in un territorio martoriato dalla criminalità».
Poi Lollobrigida ha concluso citando Don Patriciello: «Credo che più di quanto possa dire io, valgono le parole del sacerdote simbolo della rinascita di Caivano a dare il senso della mia visita: “È normale che il ministro Lollobrigida abbia fatto di tutto per esserci a Caivano. Va capito, lo aspettavano comandanti dei carabinieri, esponenti della società civile, sottosegretari, ma soprattutto i cittadini. È bello quando lo Stato dimostra di voler essere così presente”». Le opposizioni, però, non sono convinte e il Pd ha chiesto di calendarizzare un’informativa del ministro dei Trasporti Matteo Salvini sul caso.
Una nuova tappa del progetto di A2A per promuovere una riflessione sulla gestione responsabile delle risorse e la salvaguardia degli elementi necessari alla vita. Dopo l’appuntamento di luglio dedicato all’acqua, il secondo Life Talk dal titolo Non c’è vita senza terra. Rigenerazioni si è focalizzato sulle tematiche legate all’ambiente. Il Gruppo, in partnership con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (CN) – centro di eccellenza per lo studio della sostenibilità e sovranità dei sistemi alimentari – ha avviato un percorso accademico con il coinvolgimento di key opinion leaders ed esperti del mondo scientifico per indagare il rapporto fra la vita umana e l’ambiente, il cui equilibrio rappresenta una sfida per il futuro.
Circolarità e rigenerazione delle risorse al centro del dibattito di A2A
L’incontro è stato un’occasione per riflettere con gli studenti dell’Ateneo di Pollenzo sull’importanza delle risorse naturali e sulla necessità di ripensare i modelli economici, produttivi, sociali ed organizzativi per renderli più sostenibili. Circolarità e rigenerazione sono state le tematiche al centro del dibattito. Partendo dall’importanza di adottare comportamenti di consumo responsabile e favorire una gestione circolare delle risorse, la riflessione ha infatti abbracciato il concetto di rigenerazione – un ulteriore passo avanti rispetto alla preservazione dell’ambiente e dei suoi elementi, affinché le risorse naturali possano rinnovarsi. L’evento si è aperto con il keynote speech di Stefano Mancuso, neurobiologo delle piante e direttore del Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale (Linv) dell’Università degli Studi di Firenze, incentrato sulla necessità di ripensare le nostre città, tornando a concepire il luogo in cui si vive come un ambiente connesso alla natura, aspetto imprescindibile per la sopravvivenza e il benessere delle specie.
Poi si è passati al dibattito sulla rigenerazione, cui hanno preso parte Renato Mazzoncini, amministratore delegato del Gruppo A2A, e Oscar Farinetti, fondatore di Eataly e amministratore delegato dell’azienda vitivinicola Fontanafredda. I due esperti hanno indagato il significato del concetto di rigenerazione declinandolo in quattro ambiti di azione – ecosistemica, energetica, urbana e culturale – e raccontato esempi di filiere sostenibili e di creazione di nuove risorse, sotto forma di materia ed energia, grazie al biometano. In chiusura l’intervista condotta dal giornalista Mario Calabresi dal titolo Cibo e cultura: un approccio rigenerativo per il futuro, con i contributi dello chef Franco Aliberti, della reporter scientifica Silvia Lazzaris, e della ricercatrice e ambientalista Valeria Margherita Mosca.
Mazzoncini: «Investiamo 1,5 miliardi all’anno per l’ambiente»
Questo il commento di Mazzoncini all’iniziativa: «Pollenzo è un’università iconica per le scienze enogastronomiche, che sono uno degli elementi importanti per la decarbonizzazione. Occuparsi di transizione ecologica significa anche occuparsi di uso responsabile del cibo, saper riciclare ad esempio gli scarti agroalimentari o della zootecnia è un elemento fondamentale della formazione dei ragazzi. Come life company A2A sta continuando ad investire circa 1,5 miliardi all’anno sia in impianti per la transizione energetica, per le energie rinnovabili, sia per l’economia circolare, per esempio, con la produzione di biometano. Tutti impianti che concorrono alla decarbonizzazione del Pianeta».
La presentazione del secondo documentario realizzato con Will Media
Durante l’evento è stato infine presentato il secondo documentario nato dalla collaborazione fra A2A e Will Media dal titolo Rigenerazione, in cui Mattia Battagion – head of Sustainability di Will Media – racconta alcuni esempi di come la sostenibilità possa concretizzarsi in progetti di rigenerazione. Grazie al contributo di esperti e addetti ai lavori, viene mostrato come l’innovazione e l’impegno per la salvaguardia dell’ambiente possano contribuire al benessere delle future generazioni.
Ita Airways ha deciso di cancellare ufficialmente il collegamento Malpensa-New York, l’unico della principale compagnia aerea italiana nello scalo intercontinentale di Milano e una delle tratte più redditizie del Paese. L’ultimo decollo, del volo AZ604, è previsto per domenica 7 gennaio 2024 con destinazione all’aeroporto JFK.
Cosa fare se si è prenotato un volo dopo il 7 gennaio
Secondo quanto apprende il Corriere, le circa 7 mila persone che hanno prenotato un volo dall’8 gennaio fino a novembre 2024 hanno due opzioni: riprenotare un altro volo di Ita con scalo a Roma Fiumicino, o richiedere il rimborso dell’intero costo del biglietto.
La motivazione principale che ha spinto la compagnia aerea a cancellare il collegamento è l’eccessiva concorrenza sulla rotta Milano-New York, che vede la presenza di compagnie grandi come Delta Air Lines, American Airlines, United Airlines ed Emirates. Inoltre, l’assenza di altri voli di Ita su Malpensa non ha aiutato sul fronte della sostenibilità economica. Ita Airways continuerà i suoi servizi a Linate, il city airport dove ha il 60 per cento degli slot, ma che non effettua voli intercontinentali.
Non c’è pace per Neymar. Dopo il grave infortunio patito in Nazionale, il calciatore brasiliano è alle prese con la rottura del rapporto con Bruna Biancardi. Ad annunciare la fine della relazione è stata la stessa modella, che sui social ha fatto chiarezza, poche ore dopo la notizia di un nuovo presunto tradimento da parte di Neymar. Biancardi ha dichiarato: «È una questione particolare, ma visto che sono quotidianamente legata a notizie, voci e battute, comunico che non ho nessuna relazione con nessuno. Siamo i genitori di Mavie e questo è il motivo del nostro legame. Spero che smettiate di collegarmi alle frequenti notizie. Grazie mille».
I presunti messaggi di Neymar: «Hai tue foto nude?»
Alla base della decisione sembra esserci la scoperta fatta dalla ragazza dei messaggi inviati dall’ormai ex fidanzato a una modella di Only Fans. Neymar avrebbe scritto: «Hai tue foto nude?». E lei avrebbe risposto: «Sì, ma ti devi abbonare per vederle». I media brasiliani hanno riportato la notizia riscrivendo anche i messaggi privati tra i due. Poche ore dopo è arrivato l’annuncio di Bruna Biancardi. A inizio mese, la coppia ha vissuto momenti di paura quando tre uomini hanno fatto irruzione nella casa dei genitori della modella. Avrebbero tentato di rapire la piccola Mavie, che però non era in casa.
L’accordo sul tradimento stipulato a giugno
A giugno aveva fatto scalpore un accordo stipulato da Neymar e Bruna Biancardi, con al centro proprio il tema del tradimento. Secondo un giornale di gossip, Em Off, la donna avrebbe concesso scappatelle al calciatore, a patto che quest’ultimo avesse rispettato tre condizioni. Neymar avrebbe dovuto mantenere l’assoluta discrezione, fare sesso utilizzando il preservativo e non baciare mai le amanti sulle labbra. Pochi giorno dopo la notizia dell’accordo, una donna ha dichiarato di essere l’amante del brasiliano, mandando in crisi la relazione già in estate.
La celebre trattoria La Latteria di via San Marco, situata nel quartiere di Brera a Milano, si appresta a chiudere i battenti. Il prossimo 22 dicembre cesseranno le attività del locale, che vanta una storia di ben 50 anni. Arturo e Maria Maggi, i proprietari, hanno deciso di andare in pensione, e i loro figli, che attualmente lavorano in sala, non proseguiranno l’attività dei genitori. La notizia è stata riportata dal Corriere della Sera.
La Latteria rifiuta le prenotazioni di Madonna e Trump
In passato lo storico locale rifiutò le prenotazioni di personaggi famosi, come Madonna e persino Donald Trump. La trattoria, infatti, ha il suo giorno di chiusura la domenica, e, nonostante le insistenze del suo staff, persino la regina del pop ha dovuto cercare altrove un posto dove mangiare. In questo locale, infatti, non vengono accettate prenotazioni, neppure quelle dell’ex presidente americano che all’epoca non era ancora inquilino della Casa Bianca e ha dovuto rinunciare a pranzare nella trattoria milanese.
Il destino del locale a Milano è ancora incerto
Il futuro del locale è ancora incerto, e i proprietari hanno dichiarato al quotidiano che l’eredità non passerà ai figli, pertanto venderanno l’attività solo a chi lo merita davvero: «Non è tanto mettersi d’accordo sulla cifra quanto sulle intenzioni di chi entrerà. Questa è un’attività che funziona, sarebbe intelligente non stravolgerla».
Il nostro pianeta sta soffrendo. La crisi climatica, unita all’eccessivo sfruttamento delle risorse naturali da parte dell’uomo, sta mettendo a serio rischio la salute della Terra. La clessidra però sta finendo le sabbie e, senza un intervento urgente, la situazione potrebbe precipitare ancora. Nel 2050, come hanno sottolineato alcuni scienziati e ambientalisti al Guardian, la biodiversità sia animale sia vegetale rischia di sparire, con il 25 per cento delle specie già in via di estinzione. La desertificazione e le massicce quantità di gas inquinanti nell’atmosfera e negli oceani minacciano gli ecosistemi marini e le falde sotterranee. Nulla è però ancora perduto. A fronte di un quadro oscuro, gli esperti hanno anche fornito potenziali rimedi e interventi in grado di invertire la tendenza: «Bisogna agire però subito». Un messaggio indirizzato soprattutto alla Cop28, i cui lavori partiranno a Dubai il 30 novembre.
Crisi climatica e desertificazione, perduto il 30 per cento delle foreste in 10 mila anni
Fra i principali nemici della biodiversità c’è lo sfruttamento del suolo. «Se non si invertirà la tendenza, la salute del pianeta peggiorerà ancora», ha spiegato la biologa argentina Sandra Myrna Diaz. «L’erosione dovuta alle colture intensive, unita a inquinamento da biocidi e salinizzazione ridurrà la natura a contatto con l’uomo». Secondo recenti stime, negli ultimi 10 mila anni l’uomo ha abbattuto un terzo delle foreste per sviluppare l’agricoltura, distruggendo così interi ecosistemi. «Se non agiamo, una sola parola potrà descrivere il nostro futuro: deserto», ha precisato Cristiane Juliao, indigena Pankanaru dell’Amazzonia. «Sarà la fine delle nostre conoscenze e tradizione, che dipendono da animali, piante e clima».
Sempre maggiore risulta poi l’impatto delle specie invasive in più zone del pianeta. A livello globale un team di esperti dell’Onu ne ha individuate circa 3500, diffuse dai viaggi intercontinentali oltre che dal commercio. Simbolo della loro influenza sono gli incendi alle Hawaii di agosto, cui avrebbero contribuito alcune piante giunte con la colonizzazione statunitense e capaci di sostituire quelle autoctone. Le lunghe distese di erba infatti non avrebbero fatto altro che favorire la diffusione delle fiamme sull’isola. Fra le nazioni a rischio c’è il Cile, dove il 25 per cento della fauna è unico al mondo. «Senza interventi, entro il 2050 sarà meno adatto alla vita», ha detto Annibal Pauchard dell’Università di Conception. «Le specie aliene stanno sostituendo gli ecosistemi endemici». Non va meglio in Europa, dove si rischia la diffusione di animali portatori di malattie come la zanzara tigre.
Fondamentale intervenire nell’attività mineraria e nella pesca
Secondo il fabbisogno attuale di risorse, l’uomo avrebbe bisogno di oltre un pianeta e mezzo. Preventivabile dunque un’intensificazione dell’estrazione mineraria, entrando anche in territori che fungono da rifugio per diverse specie in via di estinzione. «Per evitare una catastrofe della biodiversità dobbiamo sviluppare metodi di estrazioni diversi e meno nocivi per l’ambiente», ha spiegato Charles Barber del World Resources Institute. «I minerali ci servono, non potremo farne a meno. Quindi bisogna escogitare metodi più ecosostenibili». Non va meglio negli oceani, dove pesa soprattutto la pesca intensiva unita alla crisi climatica. «Il riscaldamento globale e l’acidificazione dell’acqua minaccia le specie», ha sottolineato il presidente di Palau Surangel Whipps Jr. «La cooperazione globale è fondamentale».
Infine, è importante anche sottoscrivere un trattato globale sull’inquinamento della plastica. Assieme a sostanze chimiche, pesticidi e fertilizzanti rappresenta infatti una grande minaccia per la biodiversità, tanto da mettere a repentaglio anche le falde sotterranee. «Al momento ci sono 170 tonnellate di microparticelle negli oceani», ha spiegato Marcus Eriksen, fondatore del 5 Gyres Institute. «Il numero potrebbe tuttavia quadruplicare entro il 2050, cui aggiungere 3 milioni di tonnellate di pesticidi nei campi. Servono controlli più severi e monitoraggio costante».
Il settimanale Chi ha divulgato alcune fotografie che ritraggono Damiano David e Dove Cameron in coppia. Il leader dei Maneskin, reduci dagli Mtv European Music Awards 2023, e la celebre star della Disney non si nascondono più, alimentando le voci sulla loro presunta relazione. Acqua passata, dunque, la storia quasi decennale con l’attivista Giorgia Soleri.
Chi è Dove Cameron: biografia
Dove Cameron, pseudonimo di Chloe Celeste Hosterman, è nata negli Stati Uniti il 15 gennaio 1996 ed è una famosa attrice, cantante e modella. Buona parte del suo successo e della sua notorietà è attribuibile ai ruoli di Liv e Maddie nella sitcom omonima per ragazzi di Disney Channel, che le hanno fatto guadagnare un Daytime Emmy Award come miglior interprete nella programmazione per bambini. Si è affermata come star per la sua interpretazione nel ruolo di Mal nella serie di film Descendants. Nel campo della sua carriera musicale, nel 2022 ha ottenuto notevoli consensi con il singolo Boyfriend, che ha conquistato posizioni di rilievo nelle classifiche di diversi Paesi, inclusa la Billboard Hot 100 americana e la Official Charts nel Regno Unito.
La vita privata e le foto con Damiano
Per quanto concerne la sua sfera privata, Dove Cameron risiede negli Stati Uniti e utilizza il nome d’arte completo di Dove Olivia Cameron. Originaria di Bainbridge Island, nello Stato di Washington, è cresciuta in una famiglia con genitori separati, Philip Alan Hosterman e Bonnie Wallace. Ha una sorella maggiore di nome Claire e ha traslocato a Los Angeles con la famiglia all’età di 14 anni. In passato, è stata legata sentimentalmente a Ryan McCartan, suo collega sul set di Liv e Maddie, ma la loro relazione si è interrotta nel 2016. Fino al 2020, il suo fidanzato è stato Thomas Doherty, conosciuto sul set di Descendants 2. Nel 2023, dopo vari flirt attribuiti a Damiano David, la coppia è uscita allo scoperto e nelle foto pubblicate sul settimanale Chi i due si trovano in Australia in occasione del tour mondiale della band.
Il governo ha riformulato un emendamento al decreto Anticipi con il quale ha incrementato di 5 milioni, nel 2023, il fondo destinato al bonus psicologo, che sale così a 10 milioni complessivi. Un raddoppio rispetto ai fondi previsti finora, ma la metà rispetto all’aumento che era stato chiesto da Forza Italia, che chiedeva 15 milioni per il 2023 e 40 dal 2024. La dotazione iniziale, inoltre, era cinque volte inferiore ai fondi stanziati per l’anno precedente, con i quali era stato soddisfatto meno del 10 per cento delle oltre 360 mila domande presentate all’Inps.
I requisiti per presentare la domanda e accedere al contributo
Il 23 novembre è stato firmato anche il decreto attuativo con i requisiti e le modalità di presentazione delle domande per accedere al contributo. La data non è ancora stata fissata ma probabilmente a partire da dicembre si potrà fare richiesta direttamente sul sito dell’Inps cliccando su “Sostegni”, “Sussidi e Indennità”, poi “Bonus psicologo” e “Contributo per sostenere le spese relative a sessioni di psicoterapia”. È necessario essere in possesso delle credenziali Spid, Cie e Cns. Per presentare domanda è necessario essere residenti in Italia e non avere un Isee superiore a 50 mila euro. Verrà riconosciuto un bonus di 1500 euro in presenza di un Isee inferiore a 15 mila euro, 1000 euro per gli Isee tra 15 e 30 mila, e 500 euro per gli Isee superiori a 30 mila ma inferiori a 50 mila euro. Una volta riconosciuto il contributo, l’Inps rilascerà al richiedente un codice univoco che dovrà presentare al proprio psicoterapeuta.
Il raddoppio dei fondi del bonus psicologo da parte del governo è il segno di una percezione ormai condivisa sulla priorità della salute mentale. Occorrerebbero risorse dieci volte tanto. Combatteremo in ogni occasione per allargare, far crescere, promuovere
Prima le minacce, poi le violenze e gli abusi. Una ragazza di 17 anni è stata segregata e violentata per due anni da due dipendenti pakistani del maneggio “La Melazza”, alla periferia nord di Roma. Ali Roze, quello che ha sempre sostenuto di esserne il fidanzato, di 10 anni più grande di lei, è stato condannato con rito abbreviato, mentre l’altro, Yasir Imran – oggi 39enne – è imputato per i reati di violenza sessuale, sequestro di persona, lesioni personali e maltrattamenti.
A salvare la ragazza fu un automobilista di passaggio
La vicenda, di cui si è avuto notizia dal Messaggero, risale al 2021. A salvare la ragazza fu un automobilista di passaggio, che offrì aiuto alla ragazza dopo averla vista in difficoltà in compagnia del suo fidanzato che la stava strattonando. La giovane riuscì poi a raccontare tutto ai carabinieri, che identificarono e arrestarono i due pachistani, che con la minorenne tedesca condividevano la foresteria del maneggio. Durante il processo hanno parlato diversi dipendenti dell’agriturismo che, come riporta il Messaggero, hanno spiegato di non essersi mai accorti dello stato di segregazioni in cui viveva la ragazza, né di sapere che fosse minorenne.
La 17enne era arrivata in Italia nel 2019 con Roze
La 17enne si era allontanata dalla sua famiglia, in Germania, per venire in Italia con Roze, questo il nome dell’uomo già condannato. Quest’ultimo l’aveva portata a settembre del 2019 nel maneggio alle porte nord di Roma, dove il connazionale e parente Imran lavorava già come stalliere. Qui la giovane, è emerso, è stata privata della libertà personale e della possibilità di avere contatti con il mondo esterno, per quasi due anni. Roze e Imran le avevano infatti distrutto il cellulare e tolto i documenti. Dopo essere riuscita a fuggire e aver denunciato i suoi aguzzini, la ragazza è tornata a vivere in Germania.
La procura di Milano ha iscritto nel registro degli indagati per aiuto al suicidio Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, Cinzia Fornero, volontaria dell’associazione Soccorso Civile, e Paolo Botto, fratello della professoressa di 74 anni Margherita. Quest’ultima, malata oncologica, è morta ieri mattina in Svizzera. L’indagine riguarda la morte assistita della docente in una clinica di Zurigo dove è stata accompagnata dal fratello e da Cinzia Fornero.
I tre si sono autodenunciati
Cappato è il presidente dell’associazione che ha organizzato il viaggio. I tre stamani si sono autodenunciati. Quello di ieri è il quarto episodio per cui a Milano è stata aperta una inchiesta. A coordinarla sono il pm Luga Gaglio e l’aggiunto Tiziana Siciliano. Sono gli stessi magistrati che hanno coordinato l’indagine che riguarda Elena Altamira, 69enne veneta malata terminale di cancro, e Romano, 82 anni, ex giornalista e pubblicitario, relegato in un letto da una forma grave di Parkinson, entrambi accompagnati alla clinica Dignitas di Zurigo.
Chiesta l’archiviazione per il caso di Romano
Per questo secondo caso la Procura, con una «interpretazione» più estensiva dell’ormai nota sentenza della Consulta del 2019 sulla vicenda dj Fabo, ha chiesto al gip Sara Cipolla l’archiviazione. Sono stati ritenuti «non punibili» come aiuto al suicidio anche quei casi in cui manca come presupposto il fatto che il malato sia attaccato alle macchine per sopravvivere.
E morto, all’età di 99 anni, Charlie Munger, socio e amico del grande investitore americano Warren Buffett. A rendere pubblica la notizia é stato un cominciato della Berkshire Hathaway, società che lo stesso ha contributo a rendere un potenza a livello mondiale nel campo degli investimenti. Il decesso è avvenuto nella mattinata di martedì 28 novembre, in un ospedale della California, poco più di un mese prima che Munger potesse compiere 100 anni.
La cassa di risonanza di Warren Buffett
«Berkshire Hathaway», si legge nel comunicato, «non avrebbe potuto essere costruita fino al suo status attuale senza l’ispirazione, la saggezza e la partecipazione di Charlie». Definito come la «cassa di risonanza» di Warren Buffett nell’ultima lettera agli azionisti della Berkshire all’inizio del 2023, Munger è stato a lungo vicepresidente della società portandola a dei traguardi molto alti. Da diversi anni era stato costretto alla sedia a rotelle, ma la sua mente non era stata colpita, tanto che anche quest’anno si era speso molto per interviste e podcast che avevano al centro la Berkshire Hathaway e il mondo degli investimenti.
L’amicizia negli investimenti
Il sodalizio tra Charlie Munger e Warren Buffett è iniziato negli Anni 60. La coppia, nel 1962, aveva cominciato ad acquistare le azioni della Berkshire Hathaway al prezzo singolo di 7 e 8 dollari, prendendo il controllo dell’industria tessile nel 1965. I due seppero rimodellare il conglomerato, sfruttando i proventi per comprare altre società e investendo ingenti somme negli anni in Apple e Coca-Cola. Nella giornata della morte di Munger, le azioni risultavano essere pari a 546.869 dollari. Buffett è sempre stato in prima linea nell’organigramma della holding, ma lo stesso ha in più occasioni sottolineato il ruolo fondamentale esercitato dall’amico Charlie. «Mi ha insegnato molto sulla valutazione delle imprese e sulla natura umana», aveva detto nel 2008 riferendosi a lui.
Filippo Turetta non incontrerà i genitori. Il colloquio tra papà Nicola, mamma Elisabetta e il figlio 21enne, accusato del femminicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, è stato autorizzato dalla procura di Venezia, ma la coppia ha preferito rinviare. A comunicarlo alla direzione del carcere di Verona è stato l’avvocato di Turetta, Giovanni Caruso. E le motivazioni vanno ricercare nella necessità di preparare tanto il ragazzo quanto i genitori a un faccia a faccia che rischia di essere molto intenso. Turetta si avvarrà di un supporto psicologico e si presume che possano farlo anche padre e madre.
Le dichiarazioni spontanee di Turetta
Nella giornata di ieri, 28 novembre, Turetta si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al Gip ma ha rilasciato alcune dichiarazioni spontanee. Il ragazzo ha affermato: «Sono affranto, dispiaciuto per la tragedia che ho causato. Non voglio sottrarmi alle mie responsabilità, voglio pagare quello che sarà giusto per aver ucciso la mia ex fidanzata. Sto cercando di ricostruire nella mia memoria le emozioni e quello che è scattato in me quella sera. Fin da subito era mia intenzione consegnarmi e farmi arrestare. Questa era la mia intenzione. Ora sono molto stanco e non mi sento di aggiungere altro».
E intanto a slittare sono anche i funerali di Giulia Cecchettin. Sembrava che potessero essere disposti per sabato 2 dicembre, all’indomani dell’autopsia sul corpo della ragazza. L’avvocato della famiglia della studentessa 22enne, invece, ha comunicato che saranno organizzati per lunedì o martedì. A deciderlo sarà papà Gino. Sicuro, invece, il luogo: la basilica di Santa Giustina a Padova, dove Giulia studiava ingegneria biomedica. All’Adnkronos, don Francesco Monetti, parroco di Saonara, dov’è cresciuta la ragazza, ha lanciato un appello: «Ora è il momento del silenzio. Penso sia nel silenzio che maturino i pensieri più giusti, più onesti».
La Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia per aver detenuto illegalmente in condizioni inumane e degradanti quattro migrantiminori ghanesi nel hotspot di Taranto per quasi due mesi nel 2017. La stessa Corte ha stabilito che il Paese deve versargli 6.500 euro ciascuno per danni morali più 4000 in totale per le spese legali.
I quattro minori sono stati trasferiti in una struttura adeguata
I quattro, tutti del Ghana e nati nel 2000, erano arrivati sulle coste italiane il 22 maggio del 2017 dichiarando di essere minori. Tuttavia vennero comunque trasferiti nell’hotspot di Taranto, riservato solo agli adulti, dove rimasero fino alla metà luglio quando, in seguito a un primo intervento della stessa Corte di Strasburgo, vennero trasferiti in una struttura per minori. Nel condannare l’Italia per le condizioni in cui hanno vissuto nell’hotspot di Taranto la Corte si è basata sulle prove fornite dai quattro, tra cui delle fotografie che mostravano il sovraffollamento del centro, che è predisposto per ospitare 400 persone ma che in quel momento ne conteneva 1.419, e le condizioni d’igiene inadeguate. Nella sentenza si evidenzia che il governo italiano non ha contestato questi dati, ma ha spiegato che il 22 e 26 maggio 2017 erano sbarcati due gruppi di migranti molto numerosi che comprendevano 202 minori e che questi arrivi massicci avevano reso la situazione particolarmente difficile da gestire.
L’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione ha dichiarato che la situazione è rimasta ferma, anzi, «attualmente, sono quasi 200 i minori stranieri trattenuti di fatto, in assenza di ogni base legale e di ogni vaglio giurisdizionale all’interno dell’hotspot di Taranto, alcuni dei quali addirittura dallo scorso mese di agosto». L’avvocato Dario Belluccio, che ha seguito il caso con la collega collega Marina Angiuli e si dichiara soddisfatto della sentenza, perché sancisce l’assenza di un motivo giuridico per trattenere i minori all’interno di queste strutture.
La presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni è stata inserita nella classifica delle personalità più influenti pubblicata da Politico, la The class of 2024. Un traguardo importante per la prima donna che siede sulla poltrona più importante di Palazzo Chigi che, entrando più nello specifico, primeggia nella sezione Doers, ovvero quella rivolta ai «leader più fattivi e concreti nella messa in campo delle loro politiche». Viene descritta come un personaggio camaleontico, in grado di muoversi al meglio all’interno delle istituzioni del proprio Paese e in quelle europee, capace di sfidare le aspettative e stupire nella sua politica critica nei confronti della Russia di Putin.
Meloni premiata per il suo attivismo governativo
La testata Politico spiega anche i motivi che hanno portato la presidente del Consiglio italiana a primeggiare su altre figure di spicco della politica europea. Più nel dettaglio, «Meloni si è mossa per attuare riforme costituzionali che aumenterebbero significativamente i poteri del primo ministro». Il riferimento è, in questo, alla riforma del premierato che l’esecutivo a guida Fratelli d’Italia vorrebbe adottare, ma la testata cita anche altri passaggi definiti come significativi del suo primo anno a Palazzo Chigi. Vengono dunque citati il decreto Rave, la lotta all’immigrazione clandestina e i buoni rapporti internazionali ed europei che la premier italiana sarebbe riuscita a creare. Così Politico: «Meloni oggi sembra essere in buoni rapporti con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, lavorando anche a stretto contatto con lei e il primo ministro olandese Mark Rutte per stringere uno sfortunato accordo con la Tunisia cercando di limitare le partenze dei migranti».
«Il camaleonte politico per eccellenza»
Come anticipato, Politico ha definito Giorgia Meloni «il camaleonte politico per eccellenza», riferendosi alla posizione intransigente che la stessa ha assunto nei confronti della Russia e della sua invasione dell’Ucraina. La testata sottolinea che la premier italiana ha, fin da subito, colpevolizzato il ruolo del Cremlino di Putin, per poi recarsi a Kiev come segno di solidarietà al popolo ucraino. Sempre in tema di politica estera, viene ricordato che «a maggio, al vertice del G7 in Giappone, Meloni ha piacevolmente sorpreso i funzionari statunitensi per il suo desiderio di costruire un forte rapporto con Biden; due mesi dopo, ha visitato la Casa Bianca, dove ha ricevuto un trattamento da vip». E ancora, «si è mossa per ritirare l’Italia dall’iniziativa cinese Belt and Road» e in vista della presidenza italiana del G7 da gennaio del 2024, «ha portato sollievo su entrambe le sponde dell’Atlantico».
Le aspettative ribaltate e lo sguardo alle Europee 2024
Politico sottolinea anche come l’ascesa di Giorgia Meloni avesse fatto molto preoccupare i centristi europei, con Bruxelles e Kiev che temevano che l’Italia «si staccasse dal branco e cercasse di ammorbidire il sostegno all’Ucraina e di revocare le sanzioni contro la Russia». Così non è stato, con la presidente italiana che ha ribaltato le aspettative, e questo rilancia la sua figura anche in vista delle Europee 2024. Meloni è infatti la presidente dei Conservatori e Riformisti europei e «non è un segreto che il Partito popolare europeo di centrodestra abbia corteggiato la leader italiana, forse con un occhio a un’alleanza post-elettorale che potrebbe ridisegnare il panorama politico europeo».
Le altre personalità della classifica Does
Dietro Giorgia Meloni, nella classifica Doers di Politico, troviamo la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, con al terzo posto il presidente francese Emmanuel Macron. Seguono Andriy Yermak, Recep Tayyip Erdogan, Maroš Šef?ovi?, Marine Le Pen, Christine Lagarde e Keir Starmer.