Daily Archives: 21 Novembre 2023

X Factor, l’effetto Morgan non si è mai visto sugli ascolti

«Lascio che le cose mi portino altrove». Una canzone, una profezia. Per lo meno per il suo (cant)autore, Morgan. Poco rilevante discograficamente da anni, ma spesso sulla bocca di tutti per le sue uscite mediatiche, l’ex frontman dei Bluvertigo è fresco fresco di licenziamento (anche se il comunicato parla di interruzione di collaborazione) da X Factor, a stagione in corso. La decisione, si legge nella nota Sky, è arrivata dopo «una valutazione fatta a seguito di ripetuti comportamenti incompatibili e inappropriati, tenuti anche nei confronti della produzione e durante le esibizioni dei concorrenti, e delle numerose dichiarazioni susseguitesi anche in questi giorni».

Tra i ripetuti comportamenti incompatibili e inappropriati ci sono le reazioni poco politically correct della puntata andata in onda il 16 novembre durante la quale gli scazzi tra i giudici, anche a telecamere spente (come si vede da alcune riprese fatte dagli spettatori in platea), hanno del tutto oscurato i concorrenti che sembrano già destinati a uno speciale di Chi l’ha visto condotto da Federica Sciarelli. Puntata che, però, è stata il Live meno visto della 17esima edizione del talent con un misero 2,4 per cento di share e 433 mila persone all’ascolto.

Il ritorno di Morgan a X Factor non ha aiutato gli ascolti

Un dato inferiore addirittura alla media (2,58 per cento) della stagione andata in onda nel 2021, la più sfortunata secondo l’Auditel. D’altronde X Factor, l’abbiamo detto, da tempo non regala più grandi emozioni né a livello di ascolti né a livello discografico. È dal 2018 che la platea media è sotto al milione. E dall’anno precedente che il 5 per cento non viene superato. La scelta di riportare Morgan, e tutte le polemiche che lo accompagnano (compresa quella di inizio stagione, per un insulto omofobo durante un suo concerto), dietro al bancone dei giudici a nove anni da un addio pieno di rancore da parte del cantautore (rimpiazzato nella pratica con Manuel Agnelli) aveva lo scopo di dare una spintarella ai numeri. Ma così non è stato, per lo meno finora, in attesa dei risultati della replica del mercoledì su Tv8 della puntata della rottura definitiva.

Nell’ordine, durante l’ultima apparizione di Morgan prima sono arrivate le critiche alla produzione che avrebbe tentato di sabotarlo, poi lo scontro con Dargen D’Amico, quindi quello con Ambra (ripreso dalla platea e diventato virale). Ma c’è stato spazio anche per Francesca Michielin, vittima di una battuta che per molti sui social e sui giornali è stata un atto di bullismo. Battuta alla quale la conduttrice ha risposto con un’espressione del viso diventata meme. Infine, l’attacco a Fedez: «Vuoi farmi da psicologo? Ah no, sei troppo depresso». Uscita infelice che il rapper ha incassato con classe: «Ti ringrazio per aver fatto notare con tatto che soffro di depressione».

Morgan potrebbe non essere sostituito dietro il bancone di X Factor

Una volta finita la diretta il passo indietro, con Morgan che sui social ha spiegato di aver fatto solo una battuta: «Più nei miei confronti che nei suoi. Ho una lunga storia di depressione, sia personale che familiare. Non si creda che abbia voluto colpire l’ammalato, non voglio offendere nessuno. Per me è importante riferirmi alla depressione per la mia storia personale. Mio padre a 46 anni si è tolto la vita perché ha avuto una crisi depressiva, se l’avessimo chiamata depressione forse sarebbe ancora qui». Ma, a quanto pare, non è bastato. Così X Factor 17 ha perso un giudice che lascia orfano il gruppo degli Astromare e che potrebbe non essere sostituito (peccato! Pensate all’hype che avrebbe creato l’arrivo di Bugo dopo il loro travagliato duetto a Sanremo 2020).

La replica: «Mi stanno diffamando. Prendete i popcorn, gente»

Nel frattempo, la voce di Altrove ha risposto. Prima con la frase: «L’editto satellitare è stato emanato» postata sui social. Poi con un’intervista a Repubblica. «Sto studiando la tutela nel caso di licenziamento discriminatorio e illegittimo di un lavoratore», ha annunciato. Secondo Morgan, Sky avrebbe compiuto un illecito cacciandolo (per ora solo a voce) senza una ragione. E sui comportamenti incompatibili e inappropriati è arrivata una specie di minaccia: «Mi stanno diffamando. Una calunnia. Non la passano liscia. Prendete i popcorn, gente». Quindi addirittura il paragone con Enzo Biagi mandato via dalla Rai sotto il governo Berlusconi: «È esattamente come l’editto bulgaro. E questo accade perché sono andato a scompigliare gli interessi di una lobby allucinante, perché bisogna sapere che dentro X Factor c’è una squadra che si è impossessata del meccanismo, una combriccola i cui protagonisti si firmano le canzoni uno con l’altro. Io, lì, sono visto come uno che rompe i progetti, sono tutti connessi. La mia testa l’hanno chiesta tutti».

Morgan ha accusato Fedez di aggressione dietro le quinte

E ancora: «Dietro le quinte sono successe cose contro di me, con la presenza di altre persone e delle telecamere». Quindi la bomba contro Fedez: «Mi ha detto cose orrende e diffamanti, mi ha aggredito mentre ero in camerino con mia figlia di tre anni, che ho dovuto abbracciare per tranquillizzarla, con lui che batteva i pugni sulle pareti dicendo che i depressi si sarebbero tutti scagliati contro di me, e ha chiesto il mio licenziamento urlandomi pezzente davanti a tutti. Gridava come un pazzo, faceva accapponare la pelle». Secondo Morgan sarebbero stati gli altri a provocarlo sin dalla prima puntata: «Un’inimicizia pazzesca, bullismo puro», ha concluso.

Sanremo, Amici, X Factor: tutte le volte in cui Morgan è stato allontanato

Nulla di nuovo per la narrativa a cui Morgan ci ha abituati negli anni quando chiude in modo polemico un’esperienza lavorativa. La colpa è sempre stata di qualcun altro. O di qualche potere che aveva interesse a farlo fuori. Il riferimento non è certo all’ingiusta squalifica da Sanremo 2010 dopo che in un’intervista pre festival si era un po’ sbottonato sul tema delle droghe pesanti. Ma, per esempio, a quella avvenuta 10 anni dopo, praticamente in diretta sul palco dell’Ariston dove l’artista aveva deliberatamente sabotato la sua partecipazione in duetto con Bugo per alcune tensioni con quest’ultimo e il suo team.

Qualche mese dopo venne cacciato dal panel dei giudici di Sanremo Giovani a causa delle accuse che aveva mosso alla produzione e ad Amadeus, reo di non averlo selezionato tra i big dell’edizione 2021 della kermesse. Non gli era andata meglio nemmeno alla corte di Maria De Filippi che nel 2017 l’ha rimosso dal ruolo di direttore artistico di una delle squadre di Amici dopo i problemi avuti con produzione e allievi. Insomma: non importa la rete, non importa il contesto, sono tutti sempre e comunque contro di lui.

Abusi su una calciatrice di 13 anni: avviso di garanzia e divieto di avvicinamento per l’allenatore

Un allenatore di calcio femminile di una squadra di Rimini è indagato per abusi su un’atleta di 13 anni. L’uomo, 43enne, avrebbe abusato della calciatrice in diverse occasioni in cui l’ha ospitata a casa, secondo quanto rivelato dai carabinieri. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore di Rimini Davide Ercolani, hanno portato alla notifica dell’ordinanza di divieto di avvicinamento emessa dal gip del Tribunale riminese, Raffaella Ceccarelli.

La 13enne ha detto di avere una relazione col mister

L’allenatore è difeso dall’avvocato Francesco Vasini, che ha spiegato: «È una vicenda molto delicata. Il mio assistito è stato già interrogato a fine ottobre. Quella del divieto di avvicinamento a meno di 500 metri è stata giudicata una misura sufficiente». L’avvocato della 13enne, invece, è Tiziana Casali. A denunciare il tecnico è stata la madre, quando un medico ha visitato la ragazzina in ospedale e lei gli aveva detto di avere una storia col mister.

La Corea del Nord ha lanciato il suo satellite spia militare

Dopo i due tentativi falliti di maggio e agosto, la Corea del Nord ha lanciato quello che è stato presentato come un satellite spia militare. Lo hanno riferito le forze armate di Seul. Il Giappone ha confermato che Pyongyang aveva avvertito dell’imminenza del lancio, ma il razzo ha fatto scattare il sistema di allarme con l’esortazione agli abitanti della prefettura di Okinawa a mettersi al riparo nei rifugi.

Il lancio è avvenuto in anticipo, allarme a Okinawa 

Questo perché il lancio del razzo per il trasporto di satelliti, segnalato da Pyongyang a Tokyo a partire dalla mezzanotte di mercoledì, ora locale, e fino al 30 novembre, è in realtà avvenuto prima di questo arco temporale. I militari sudcoreani, riferisce l’agenzia sudcoreana Yonhap, hanno infatti rilevato alle 22.43 il lancio dalla zona di Tongchang-ri, sulla costa nordoccidentale della Corea del Nord. Il missile avrebbe sorvolato l’oceano Pacifico attorno alle 22.55, facendo così scattato l’allarme per gli abitanti di Okinawa.

Morgan sull’esclusione da X Factor: «Editto satellitare, non la passeranno liscia»

La controversia tra Morgan e X Factor potrebbe non concludersi con l’esclusione dell’artista dal programma. Questo perché Marco Castoldi è già sul piede di battaglia contro la decisione di Sky Italia e Fremantle di interrompere la sua presenza come giudice nel talent, a causa delle polemiche che lo hanno coinvolto durante l’ultimo live. In una lunga intervista rilasciata a Repubblica, l’artista ha fatto sapere di stare «studiando la disciplina del licenziamento illegittimo» perché «è lampante l’illecito che hanno compiuto, non si può licenziare un lavoratore senza una ragione». Nel comunicato con cui X Factor ha annunciato il termine della collaborazione con il cantautore, si legge di «ripetuti comportamenti incompatibili e inappropriati», una formulazione che secondo Castoldi «è una calunnia». E così ha promesso: «Non la passeranno liscia. Prendete i popcorn, gente».

 

Morgan: «È come l’editto bulgaro di Berlusconi»

Secondo Sky e Freemantle, Morgan avrebbe avuto dei comportamenti inappropriati anche con la produzione, oltre che durante le esibizioni dei concorrenti. Un’accusa alla quale il cantante ha replicato: «È un totale delirio, qui si sta compiendo l’editto satellitare, esattamente come l’editto bulgaro, quando Berlusconi licenziò Biagi dalla Rai. E questo accade perché sono andato a scompigliare gli interessi di una lobby allucinante, perché bisogna sapere che dentro X Factor c’è una squadra che si è impossessata del meccanismo, una combriccola i cui protagonisti si firmano le canzoni uno con l’altro». Castoldi sostiene di essere stato cacciato per essere «uno che rompe i progetti», perché «anche X Factor è una recita, un pretesto, per altri interessi che definirei aziendali». Eppure, l’artista ha raccontato al quotidiano di essere stato «assillato fino allo sfinimento» per partecipare al programma: «Non lo volevo fare ma mi hanno ammaliato dicendomi di chiedere ciò che volevo. Io non volevo soldi, ma rispetto dal punto di vista professionale, scelte libere nel programma. Hanno accettato che andassi a fare Morgan, se faccio Morgan compio un abuso?».

La lite dietro le quinte con Fedez 

Tra le motivazioni dell’allontanamento del cantautore dal programma ci sarebbero anche delle liti avvenute dietro le quinte, ma l’artista sostiene che queste in realtà fossero rivolte contro di lui «con la presenza di altre persone e delle telecamere». In particolare, Morgan sostiene che ci sia stata un’accesa discussione dopo l’ultimo live con un altro giudice, Fedez. «Mi ha detto cose orrende e diffamanti, mi ha aggredito mentre ero in camerino con mia figlia di tre anni, che ho dovuto abbracciare per tranquillizzarla, con lui che batteva i pugni sulle pareti dicendo che i depressi si sarebbero tutti scagliati contro di me, e ha chiesto il mio licenziamento urlandomi pezzente davanti a tutti. Gridava come un pazzo, faceva accapponare la pelle», ha detto Morgan nell’intervista al quotidiano. Fedez è da tempo alle prese con la depressione, e durante la puntata di giovedì scorso, Castoldi aveva detto al rapper: «Mi fai da psicologo o sei troppo depresso?». Una frase che con ogni probabilità ha compromesso definitivamente la già fragile posizione di Morgan all’interno del programma, e sulla quale la produzione di X Factor alla fine non è passata sopra.

Bonus occhiali 2023 in scadenza: cos’è, a chi spetta e come richiederlo

Fino al 31 dicembre 2023, coloro che fanno parte di un nucleo familiare con Isee non superiore a 10 mila euro hanno la possibilità di richiedere un bonus di 50 euro destinato all’acquisto di occhiali da vista o lenti a contatto. Nonostante i fondi siano in fase di esaurimento, la piattaforma per la presentazione delle domande rimane operativa.

Bonus occhiali: cos’è e come funziona

Il bonus occhiali, o bonus vista, è stato istituito dalla legge di Bilancio 2021 e successivamente regolamentato attraverso il decreto del ministro della Salute, in accordo con il ministro dell’Economia e delle Finanze, datato 21 ottobre 2022. Si tratta di un contributo sotto forma di voucher una tantum del valore di 50 euro, destinato all’acquisto di occhiali da vista o lenti a contatto correttive. In particolare, l’articolo 6 ha stabilito che per gli acquisti effettuati dal primo gennaio 2021 fino al 4 maggio l’agevolazione potesse essere erogata tramite rimborso diretto di 50 euro sulla spesa sostenuta. L’articolo 7, invece, prevede che i dati relativi ai rimborsi erogati ai richiedenti siano successivamente comunicati all’Agenzia delle entrate per l’elaborazione della dichiarazione dei redditi precompilata.

Bonus occhiali: come richiederlo

Per presentare la richiesta, è sufficiente connettersi al sito www.bonusvista.it e compilare in modalità telematica il modulo utilizzando Spid di livello 2 o superiore, Carta d’identità elettronica 3.0 (Cie) o Carta nazionale dei servizi (Cns). È inoltre necessario allegare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (Dsu), il documento comprovante la spesa, specificare la Partita Iva del rivenditore, l’Iban del conto corrente del richiedente o del beneficiario, nonché la data e l’importo della spesa sostenuta (comprensiva di Iva). Il rimborso sarà effettuato dopo la verifica dei dati forniti. È possibile monitorare lo stato di avanzamento accedendo alla piattaforma e visualizzando lo stato della richiesta.

Erba, acido sul volto della ex ragazza: fermato un uomo

Un uomo ha aggredito l’ex compagna, una ragazza di 23 anni, lanciandole addosso dell’acido muriatico. È successo a Erba, nel Comasco, nel pomeriggio di oggi, martedì 21 novembre. Lui, 24enne, è stato fermato dai carabinieri mentre la donna ha riportato diverse ustioni sul viso. Attualmente si trova all’ospedale Sant’Anna. A restare ferito è stato anche un secondo uomo, che ha provato a difenderla. Secondo quanto riportato dal quotidiano La Provincia di Como, l’aggressore era già stato arrestato il 23 agosto scorso per stalking, in flagranza di reato. Il portale ha rivelato che l’uomo avrebbe detto al giudice, in quella circostanza, di essere ancora innamorato della ex.

Ad agosto l’ha minacciata con un cric

La relazione tra i due giovani, entrambi di origine marocchina, è terminata nel 2022. Lui, però, ha iniziato a tormentarla, arrivando anche a danneggiare la sua auto e a picchiarla. Poi, nell’agosto scorso, l’ha attesa fuori dalla caserma dei carabinieri dove la ragazza è andata a denunciarlo e l’ha minacciata con un cric. Lì è stato arrestato, ma poi è stato scarcerato con l’obbligo di dimora a Broni, in provincia di Pavia, e il divieto di rivedere la ex.

Hamas-Israele, vicino l’accordo per il rilascio di ostaggi in cambio di una tregua

I colloqui sugli ostaggi di Gaza si trovano nel «punto più vicino all’accordo» dall’inizio della guerra: lo comunica il Qatar. Un membro dell’ufficio politico di Hamas, Khalil Al-Hayya, ha affermato, come riporta Al Jazeera, che si sta ancora aspettando la risposta di Israele «all’accordo di tregua umanitaria» dopo che la fazione palestinese «ha già consegnato la sua risposta all’Egitto e al Qatar». Secondo la Cnn, Hamas ha accettato di liberare 50 tra donne e bambini tenuti in ostaggio a Gaza in cambio di tre palestinesi detenuti per ciascun civile israeliano liberato e di 4-5 giorni di pausa nei combattimenti. L’organizzazione palestinese, aggiunge l’emittente americana, rilascerebbe poi altri ostaggi per ogni giorno di tregua, nella speranza che questa venga prolungata da Israele. In base all’intesa, infine, l’esercito di Tel Aviv sospenderà la sorveglianza aerea con i droni sul nord della Striscia «per almeno sei ore al giorno». E Israele darebbe poi il via libera all’ingresso di 300 camion al giorno dal valico di Rafah.

Sirene di allarme in tutto Israele: lanci di razzi da Gaza e dal Libano

Le sirene di allarme sono risuonate contemporaneamente nel sud, nel centro e nel nord di Israele, in seguito a lanci di razzi da Gaza e dal Libano meridionale. I lanci da Gaza hanno interessato fra l’altro le aree di Tel Aviv e di Gerusalemme. Almeno cinque razzi sono stati intercettati in volo dalle batterie di difesa aerea Iron Dome. Non si ha notizia di vittime. Nel nord di Israele sirene di allarme sono risuonate sia nel settore ovest sia in quello orientale del confine.

In corso piani per l’evacuazione di tre ospedali della Striscia

Sono in corso i piani per evacuare tre ospedali a Gaza: lo annuncia l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il portavoce dell’Oms Christian Lindmeier ha affermato che al-Shifa, l’ospedale indonesiano e l’ospedale al-Ahli hanno richiesto assistenza. L’annuncio arriva dopo che il ministero della Sanità di Gaza, guidato da Hamas, ha riferito che almeno 12 persone sono state uccise e dozzine ferite a causa di spari contro il complesso ospedaliero indonesiano.

Hamas-Israele, vicino l'accordo mediato dal Qatar per il rilascio di ostaggi in cambio di una tregua. Gli aggiornamenti sulla guerra.
Ambulanza in uscita dall’ospedale al-Shifa (Ansa).

Egitto: «Pronti a rispondere allo sfollamento forzato da Gaza»

«Ciò che Israele sta commettendo in Palestina rappresenta una minaccia alla sicurezza egiziana. Qualsiasi spostamento forzato della popolazione della Striscia di Gaza rappresenta un chiara minaccia per lo Stato e l’Egitto non esiterà a utilizzare tutte le misure per garantire la protezione e la preservazione dei suoi confini». Lo ha detto il primo ministro egiziano Mustafa Madbulya, durante la sua partecipazione alla sessione plenaria della Camera dei Rappresentanti. Nella Striscia si profila una vera e propria tragedia sanitaria, a causa della mancanza di carburante e acqua, ha dichiarato l’Unicef.

Hamas-Israele, vicino l'accordo mediato dal Qatar per il rilascio di ostaggi in cambio di una tregua. Gli aggiornamenti sulla guerra.
Sfollati palestinesi (Ansa).

L’appello di Vladimir Putin per il cessate il fuoco

Nella Striscia di Gaza è in atto una «catastrofe umanitaria» che desta «profonda preoccupazione». È quanto affermato dal presidente russo Vladimir Putin, intervenuto al vertice dei Brics che si è tenuto in teleconferenza. Putin ha aggiunto che le pause umanitarie sono necessarie per la liberazione degli ostaggi e l’evacuazione dei civili, facendo appello alla comunità internazionale per coordinare gli sforzi al fine di arrivare a un cessate il fuoco e alla ricerca di una soluzione politica al conflitto israelo-palestinese.

Sono 68 i soldati dell’Idf morti nell’operazione di terra a Gaza

L’esercito israeliano ha annunciato la morte di altri due soldati nell’operazione di terra nel nord di Gaza. Lo ha fatto sapere il portavoce militare. Il totale ad ora è di 68 soldati morti.

I Paesi Bassi al voto il 22 novembre e fanno i conti con l’ascesa della destra

Le dimissioni a sorpresa del governo di Mark Rutte – caduto a luglio 2023 per la questione migranti – e le elezioni anticipate indette per il 22 novembre hanno già provocato un terremoto nella politica dei Paesi Bassi. Anche se sono passati poco più di due anni e mezzo dalle ultime legislative, in realtà parecchio è cambiato e la nuova tornata elettorale potrebbe segnare una svolta. C’è da capire in che direzione. Se da una parte c’è l’ipotesi che diventi premier il leader di un partito che nemmeno esisteva quando Rutte si è dimesso, dall’altra è possibile che l’Olanda abbia presto una prima ministra donna, mai successo. Quel che è certo è che la destra sta diventando sempre più forte.

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Quattro dei cinque partiti in testa ai sondaggi sono di destra

Secondo l’ultimo sondaggio pubblicato dalla società I&O Research e diffuso dai media nazionali, il Partito della libertà guidato dallo xenofobo Geert Wilders si è portato in testa nelle preferenze degli olandesi, tallonato dal Partito popolare per la libertà e la democrazia, di centrodestra, guidato dalla ministra della Giustizia Dilan Ye?ilgöz-Zegerius dopo il passo indietro di Rutte, e dall’alleanza verde-laburista GroenLinks-PvdA, capitanata da Frans Timmermans, ex vicepresidente della Commissione europea (nonché grande tifoso della Roma). Le tre formazioni politiche oscillano, in base al sondaggio, tra i 28 e i 27 seggi sui 150 contesi. Più staccato a 21 il Nuovo contratto sociale, partito populista fondato ad agosto da Pieter Omtzigt, che pochi giorni fa era dato in testa da un altro sondaggio. Continua a scivolare indietro, attestandosi a 5 seggi, il Movimento civico-contadino, improntato alla difesa degli interessi degli agricoltori e degli abitanti delle aree rurali: principale partito al Senato da maggio, a marzo si era aggiudicato a sorpresa le elezioni provinciali. Quattro delle prime cinque formazioni del Paese sono di destra. Ma stando ai sondaggi nessuna supera i 30 seggi nella Tweede Kamer, la Camera bassa del parlamento olandese che ne conta in tutto 150: ciò significa che per governare sarà necessario stringere alleanze.

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Elezioni generali nei Paesi Bassi il 22 novembre: in ascesa il Partito della libertà del nazionalista Geert Wilders.
Pieter Omtzigt (Getty Images).

I favoriti per succedere a Rutte sono Omtzigt e Ye?ilgöz

Salito alla ribalta grazie alla scoperta dello scandalo degli assegni familiari e sul ricongiungimento dei parenti dei migranti, che ha portato alla crisi del governo Rutte, l’euroscettico Omtzigt (soprannomato “Pitbull”) ha fin da subito escluso una coalizione con le formazioni di estrema destra, Partito per la libertà di Wilders e Forum per la democrazia di Thierry Baudet, assicurando che Nuovo contratto sociale «lavorerà solo con chi rispetta i principi fondamentali dello stato di diritto». A differenza di Omtzigt e anche di Rutte, da cui ha preso le redini del Partito popolare per la libertà e la democrazia, Ye?ilgöz non ha invece escluso un accordo con Wilders. Anzi. Figlia di rifugiati turchi di etnia curda, la ministra della Giustizia uscente potrebbe diventare la prima premier donna nella storia dei Paesi Bassi: da quanto gli ha strizzato l’occhio in campagna elettorale, Wilders ha moderato i toni.

Elezioni generali nei Paesi Bassi il 22 novembre: in ascesa il Partito della libertà del nazionalista Geert Wilders.
Geert Wilders e Dilan Yesilgoz (Getty Images).

Wilders ago della bilancia: l’allarme della sinistra

Noto per le sue affermazioni contro Corano, moschee e musulmani in generale, nonché condannato per insulto e incitamento alla discriminazione a causa di un discorso contro i marocchini durante un comizio del 2014, Wilders nel corso del programma di attualità Nieuwsuur ha infatti promesso concessioni sulle sue “proverbiali” politiche anti-islamiche. E questo gli sta facendo guadagnare voti. Gli scenari post-elettorali delineati dagli analisti vedrebbero Wilders ago della bilancia nel centrodestra per una coalizione di governo con Yesilgoz e Omtzigt, che però tradirebbe quanto detto in campagna elettorale. L’ipotesi alternativa profilata è invece un’alleanza centrista formata da Yesilgoz, Omtzigt e Timmermans. Ovviamente, i partiti di sinistra olandesi tifano per questo scenario e perciò hanno esortato i cittadini a votare in modo strategico per evitare un governo di estrema destra. Timmermans ha avvertito che potrebbe «partecipare alla gestione del Paese una persona che considera un milione di olandesi (i musulmani, ndr) come cittadini di seconda classe», mentre il nuovo capo dei democratici liberali D66, Rob Jetten, ha puntato il dito contro il Partito popolare per la libertà e la democrazia, «che ha lasciato cadere il governo, quando avrebbe potuto gestire meglio la questione migranti» e poi su Ye?ilgöz, la quale «ha spalancato la porta a Wilders». Per la cronaca D66, secondo partito nel 2021, è adesso (guardando con ottimismo i sondaggi) il sesto del Paese. A poche ore dall’apertura delle urne, gli analisti evidenziano tuttavia come molto possa ancora cambiare: ben il 63 per cento degli elettori non sembra ancora essere certo delle propria scelta. Sarà dunque molto importante l’ultimo dibattito televisivo tra i leader politici.

Elezioni generali nei Paesi Bassi il 22 novembre: in ascesa il Partito della libertà del nazionalista Geert Wilders.
Frans Timmermans (Getty Images).

Quello in corso, certamente, è un momento di forte polarizzazione politica. E ciò sta facendo crescere la tensione nei Paesi Bassi.  Nella serata del 20 novembre Baudet è stato aggredito da un uomo che l’ha colpito alla testa con una bottiglia in un locale di Groningen: il leader di Forum voor Democratie, portato in ospedale, già a fine ottobre era stato attaccato nella città belga di Gand, in quell’occasione con un ombrello.

Alle elezioni in corsa 26 partiti, un record per i Paesi Bassi

Alle elezioni del 22 novembre partecipano 26 partiti, un record. Considerata la soglia di sbarramento, in parlamento – sempre secondo i sondaggi – potrebbero entrare in 17, in un panorama di forte frazionamento politico. L’ultima coalizione ha impiegato nove mesi per formarsi ed è durata due anni. Una cosa è certa: chiunque succederà a Rutte, avrà importanti sfide da affrontare, dalla carenza di alloggi – che ha fatto impennare i prezzi – all’aumento del costo della vita, fino alle questioni relative a sanità e clima, senza dimenticare i flussi migratori.

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Best global brands 2023, Apple marchio più influente: nella lista anche Gucci, Prada e Ferrari

La classifica Best global brands 2023, stilata da Interbrand, ha incoronato Apple come marchio più influente al mondo per l’undicesimo anno di fila. L’Italia è rappresentata da Gucci (34esimo), Ferrari (70esimo) e Prada (86esimo) che rientrano nella classifica, guidata da Airbnb, dei marchi con il più ampio margine di crescita in un anno.

Il comparto tech domina la classifica

Dal 1988 Interbrand stila la propria classifica dei 100 marchi più influenti analizzando, per ogni azienda, il valore finanziario, la capacità di influenza sulla scelta dei consumatori e la sua competitività. Subito dopo Apple, nella top 10 di quest’anno ci sono Microsoft, Amazon, Google, Samsung, Toyota, Mercedes-Benz, Coca-cola,Nike, Bmw. Rispetto al 2022 Disney non compare più tra i migliori 10, sostituita da Bmw e superata da Nike. Le aziende automobilistiche Mini e Land Rover sono state invece estromesse dalla lista da Oracle (19esimo) e Nespresso (98esimo). Ma a caratterizzare la classifica del 2023 è il comparto tech, che costituisce quasi il 50 per cento del valore complessivo dei marchi analizzati. Sono 11 i colossi tecnologici che compongono la lista: Apple, Microsoft, Amazon, Google, Samsung, Adobe, Intel, Airbnb, Philips, Xiaomi e Huawei.

Best global brands 2023: è Apple il marchio più influente. Nella lista anche Gucci, Prada e Ferrari
Microsoft è il secondo marchio più influente al mondo nella lista di Interbrand (Getty Images).

Il ruolo etico e geopolitico dei marchi

Nonostante la congiuntura economica di generale stagnazione che ha caratterizzato il mercato globale dopo la pandemia di Covid-19, alcuni brand sono riusciti a registrare margini di crescita. Secondo Lidi Grimaldi, la chief operating officer di Interbrand a Milano, questi risultati dipendono dalla capacità delle aziende di fare leva sulle nuove sensibilità sociali. In un’intervista a Wired, ha spiegato: «Oggi i concetti di etica e sostenibilità comunicati dal marchio sono gli elementi di base per conquistare la fiducia dei consumatori». Ma il settore tech sta comunque registrando una crescita contenuta, a causa sia della scarsità della circolazione delle materie prime dopo la pandemia, sia delle tensioni geopolitiche attuali, in primis la guerra in Ucraina e le tensioni tra Stati Uniti e Cina. In particolare, Grimaldi ha ricordato a Wired quando ad agosto del 2023 Pechino ha vietato ai propri funzionali di utilizzare i prodotti di Apple, durante l’apice dello scontro diplomatico tra Cina e Usa. Nelle due giornate successive all’annuncio del divieto, Apple ha perso circa 200 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato.

La Commissione europea rimanda la Manovra: «L’Italia non del tutto in linea»

La Commissione europea ha rimandato la manovra economica del governo Meloni alla prossima primavera. L’Italia, secondo quanto filtra dal Documento programmatico di Bilancio redatto a Bruxelles, rischia la procedura d’infrazione per «squilibri macroeconomici eccessivi». La legge di bilancio è stata considerata «non pienamente in linea» con quanto raccomandato dal Consiglio. E sebbene non sia stata bocciata in toto, è chiaro che il governo Meloni adesso dovrà intervenire. A preoccupare l’Unione Europea sono soprattutto i dati su deficit e debito, con le misure sul cuneo fiscale e sulle pensioni nel mirino di Bruxelles.

La Commissione europea rimanda la Manovra «L'Italia non del tutto in linea»
Giorgia Meloni (Getty Images).

La Commissione aspetterà i dati definitivi per il giudizio finale

Il giudizio resterà sospeso almeno fino a fine 2023. La Commissione, infatti, vuole attendere i dati definitivi prima di emettere il giudizio finale. A pesare è soprattutto il superbonus, che per l’anno 2023 è risultato fuori dai parametri, avendo superato il limite massimo almeno dello 0,6 per cento. La sua cancellazione per l’anno 2024, invece, rispetta l’invito europeo relativo a politiche prudenti da seguire sulla spesa primaria e per questo non si è arrivati a una bocciatura totale. In una situazione simile all’Italia ci sono anche altri Paesi. Si tratta di Austria, Germania, Lussemburgo, Lettonia, Malta, Olanda, Portogallo e Slovacchia. Belgio, Finlandia, Francia e Croazia, invece, «rischiano di non essere in linea con le raccomandazioni».

La Commissione chiede lo stop agli incentivi sull’energia

Ma non è finita. La Commissione europea ha chiesto all’Italia di fermare gli incentivi per la spesa energetica e usare il risparmio per controllare il disavanzo. Nella parte finale del documento, infine, si legge che l’Italia ha «compiuto progressi limitati per quanto riguarda gli elementi strutturali delle raccomandazioni di bilancio formulate dal Consiglio il 14 luglio 2023». Per questo la Commissione «invita pertanto le autorità italiane ad accelerare i progressi». E si sottolinea che il quadro presuppone l’attuazione del Pnrr, perché in caso contrario il quadro sarebbe ancora più negativo.

Roma, così appariva la città nel 320 d.C.: lo studio dei monumenti perduti

Un gruppo di specialisti si è unito per concepire una ricostruzione virtuale dell’antica Roma, offrendo una visione della vita nella Città Eterna nel suo periodo di massimo splendore. Rome Reborn immagina la città al culmine della sua grandezza intorno all’anno 320 d.C., includendo luoghi ancora esistenti oggi come il Colosseo e l’Arco di Costantino, insieme a monumenti ormai perduti come il Colosso di Nerone. Un viaggio virtuale messo a disposizione dagli autori trasporta gli spettatori sopra il nucleo della città antica e le alture del Campidoglio e del Palatino. Questo progetto ha coinvolto l’azienda tecnologica educativa Flyover Zone e un team di esperti archeologici e storici per creare ciò che gli autori definiscono come «scientificamente accurato in base ai resti frammentari che sono giunti fino a noi».

Rome reborn, l’app per tornare indietro nel tempo

Immaginate di ammirare dall’alto il Circo Massimo, il Colosseo, i Fori imperiali in tutta la loro maestosa bellezza, entrare nel Pantheon e nella basilica di Massenzio. Una Roma così non l’avete mai vista, sostiene il team di esperti che si è occupato di mostrarci come la Capitale apparisse nel periodo di massimo splendore, il 320 d.C. Il frutto di 27 anni di lavoro di una squadra composta da accademici ed esperti tecnologici internazionali. Questi professionisti hanno realizzato Rome Reborn 4.0, un’app innovativa che consente di compiere un viaggio nel tempo. Attraverso Flight over ancient Rome, è possibile effettuare un tour in 3D della città antica, catturandone l’aspetto nel momento culminante del suo sviluppo urbano, intorno all’anno 320 d.C., poco prima che la capitale fosse trasferita a Costantinopoli.

L’app costituisce uno strumento prezioso e pratico per appassionati di storia, insegnanti, studenti e turisti che desiderano studiare, insegnare e immergersi nella storia antica attraverso la più estesa e accurata ricostruzione digitale mai creata di una città antica. Attraverso la realtà aumentata, offre agli utenti la possibilità di esplorare ogni dettaglio e prospettiva di oltre 7 mila edifici monumentali, distribuiti su una superficie di 13,6 chilometri quadrati all’interno delle mura Aureliane. Questo permette di rivivere la storia attraverso decorazioni ormai cancellate dal tempo e monumenti immortali, rivelando la loro forma originaria.

Gli studenti rifiutano il minuto di silenzio istituzionale e fanno “rumore” per Giulia Cecchettin

Centinaia di studenti, nella mattinata di martedì 21 novembre 2023, si sono riversati nei cortili e nei corridoi dei licei per fare “rumore” per Giulia Cecchettin e per ogni vittima di femminicidio. Decidendo così di accogliere l’appello di Elena Cecchetin, che a seguito dell’uccisione della sorella aveva proposto: «Per Giulia non fate un minuto di silenzio, per Giulia bruciate tutto».

Gli studenti: «No al silenzio, siamo il grido di chi non c’è più»

A Roma gli studenti hanno manifestano nei licei Manara, Morgagni, Orazio, Tasso, così come al Farnesina, al Virgilio, al Talete e al Mamiani, e in molti altri licei. Anche in tante scuole della Liguria, come all’Andrea Doria, è stato fatto rumore. Gli studenti italiani si sono così opposti al minuto di silenzio istituzionale a cui aveva invitato le scuole il ministro Valditara. «Nelle aule, nei corridoi, diciamo no a un silenzio assordante. Bruciamo tutto. Fate rumore con ciò che potete», è stato l’appello degli studenti. Con chiavi, megafoni, applausi, fischi e colpi sui banchi, gli studenti della Capitale si stanno mobilitando contro la «società patriarcale. Per Giulia, per tutte. Siamo il grido di chi non c’è più. Mai più vittime». I segnali che stanno arrivando dalle nuove generazioni sembrano raccontare l’esistenza di una diversa consapevolezza sul tema della violenza di genere, rispetto all’attuale maggioranza di governo. Una discrepanza che potrebbe venire alla luce nei prossimi mesi quando arriverà nelle scuole il progetto del ministro Valditara, “Educare alle relazioni. Come evidenzia Domani, infatti, il ministro avrebbe scelto Alessandro Amadori come consulente e coordinatore del progetto, uno psicologico che nel 2020 ha autopubblicato La guerra dei sessi, volume in cui ha negato la violenza maschile sostenendo tesi cospirazioniste sul tentativo delle donne di dominare gli uomini.

De Siervo, allarme stadi: «Al livello Uefa entro il 2026 o si rischia la revoca di Euro 2032»

L’amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo, ha lanciato l’allarme sulla condizione degli stadi italiani. Durante il Social Football Summit in corso allo Stadio Olimpico di Roma, ha spiegato che le strutture dovranno essere adeguate entro pochi anni. A rischio la candidatura dell’Italia per ospitare Euro 2032: «A ottobre 2026 speriamo che si raggiunga il livello di sufficienza per gli stadi dalla UEFA, altrimenti la candidatura verrebbe revocata. Abbiamo segnalato al governo l’urgenza assoluta che venga istituito un commissario agli stadi». Il commento arriva poche ore dopo la qualificazione della Nazionale italiana a Euro 2024, che De Siervo ha commentato: «Psicologicamente era difficile, ma ora possiamo gioire pensando allo scampato pericolo e concentrandoci sulla performance in Germania». Tra i temi affrontati anche quello della pirateria e il femminicidio di Giulia Cecchettin.

De Siervo: «Pirateria rende settore più povero»

L’ad della Serie A si è concentrato sul tema pirateria: «Se non riduciamo il fenomeno, il settore sarà più povero e faremo tutti peggio il nostro lavoro. Il fattore digitale permette di delinquere da casa propria, senza la percezione dell’aspetto criminale. Il calcio, a parte l’aspetto romantico, è un business che si fonda sulla spesa del consumatore finale che vede la partita. Pensare di non pagare vuol dire danneggiare la propria squadra del cuore». E ancora: «Aspettiamo il giorno in cui la piattaforma anti-pirateria dell’AgCom ci permetterà di interrompere entro trenta minuti la trasmissione di un evento pirata. Questo perché sappiamo che per la ripresa del nostro calcio tutto deve rientrare nei binari. Siamo il Paese che in questo settore delinque di più ma anche quello più all’avanguardia in questo settore».

De Siervo: «La tragedia di Giulia è inaccettabile»

Poi De Siervo ha lanciato un messaggio riguardo il femminicidio di Giulia Cecchettin: «Siamo rimasti molto colpiti dalla tragedia di Giulia Cecchettin. Per le partite della prossima settimana prepareremo una maglia speciale contro la violenza sulle donne e i capitani delle squadre leggeranno una poesia. Vogliamo far capire ai tifosi in maniera comprensibile che non è accettabile in nessun modo un atteggiamento violento nei confronti di nessuno, tantomeno verso le donne che diciamo di amare».

È morto Carlo Pogliani, volto di Telelombardia e tifoso del Milan

È morto, all’età di 66 anni, Carlo Pogliani, personaggio molto conosciuto dai telespettatori delle trasmissioni calcistiche di Telelombardia, soprattutto di Qui studio a voi stadio. Grande appassionato di calcio, Pogliani aveva avuto anche una carriera da giocatore, per poi dedicarsi ai giovani, nel ruolo di allenatore nei settori giovanili e al fianco di tecnici come Andrea Icardi, Maurizio Ganz, Alessandro Pistone e Walter De Vecchi. Era da sempre grande tifoso del Milan.

«Ospite sempre acuto, milanista di buon senso»

A rendere pubblica la notizia della morte di Pogliani è stato il giornalista e direttore di Telelombardia Fabio Ravezzani che in un post sui social ha scritto: «Una notizia molto triste per noi di Qui studio a voi stadio. Purtroppo ci ha lasciato mister Carlo Pogliani. Ospite sempre acuto, milanista di buon senso. Obiettivo e profondo nelle sue considerazioni. Una persona speciale. Siamo senza parole. Buon viaggio, caro amico nostro».

Gli omaggi da parte di amici e colleghi

Molti i messaggi di vicinanza alla famiglia e di cordoglio per la morte dell’opinionista tifoso di Telelombardia. L’ex arbitro di calcio Luca Marelli, oggi opinionista di Dazn, su X ha scritto: «Carlo Pogliani se n’è andato a 66 anni. Non so che dire, sono senza parole. Riposa in pace».

E ancora, l’ultimo saluto social all’amico e collega è arrivato dal profilo ufficiale della trasmissione che ospitava Pogliani, Qsvs: «Ci ha lasciati mister Carlo Pogliani, schietto opinionista delle nostre trasmissioni calcistiche e caro amico della redazione di Qsvs. Riposa in pace, ci mancherai. Ciao Carlo».

Banksy svelò il suo nome di battesimo alla Bbc? «È Robbie»

Emerge una nuova fantomatica tessera del puzzle mediatico sulla presunta identità di Banksy, misterioso artista e writer britannico ribelle, tanto famoso quanto finora inafferrabile. È l’audio di una intervista vocale perduta, attribuita dalla Bbc a Banksy – o a un sedicente Banksy – e registrata 20 anni fa, nel 2003, dal reporter Nigel Wrench. Registrazione saltata fuori ora nell’ambito di uno speciale radiofonico di Bbc Radio 4 dedicato all’artista di graffiti di Bristol, e intitolato The Banksy Story, in cui si ascolta uno scambio di battute apparentemente rivelatore fra Wrench e una voce identificata come quella di Banksy. In questa conversazione emergerebbe anche il nome di battesimo dell’artista, che sarebbe Robbie.

La registrazione rimasta segreta per 20 anni

Nell’audio, il giornalista della Bbc chiede all’artista se egli si chiami Robert Banks e la voce si limita a puntualizzare il primo nome: «It’s Robbie», ovvero «È Robbie». Poi la conversazione si sposta sul concetto di arte espresso dai graffiti, che la voce riconduce a un’idea di fruizione veloce di una opera destinata a comunicare un messaggio e poi ad andare in polvere. Un vocale raro, se autenticato, ma che sul momento non raccolse interesse. Salvo essere recuperato e riproposto adesso, anche per offrire un tassello in più alla ricerca dell’identità del writer.

I pareri discordanti sull’identità di Banksy

Identità che tuttavia, nella versione suggerita dalla domanda di Wrench non coincide con quella ipotizzata a più riprese dal Daily Mail – e, a seguire, da altri – secondo cui dietro il profilo misterioso dell’artista poterebbe celarsi un uomo oggi 53enne di nome Robin Gunnigham, originario di Bristol. Ipotesi presa per buona di recente dall’impresario Andrew Gallagher, in una causa per diffamazione intentata di fronte a un tribunale di Londra e sfociata in un’istanza di convocazione formale nei confronti di questo tal Gunnigham. Chiamato a palesarsi prossimamente dinanzi al giudice, ammesso che esista e voglia rivelarsi come il vero Banksy o chissà chi.

Neil Young boicotta X dopo le polemiche sull’antisemitismo di Elon Musk

Dopo la scelta di decine di aziende e grandi società internazionali di sospendere la pubblicità su X, arriva la presa di posizione anche di Neil Young. Il cantante e compositore ha annunciato sul proprio sito il boicottaggio della piattaforma social di Elon Musk, dopo i commenti considerati antisemiti del miliardario. Young ha invitato i fan a fare lasciare la piattaforma: «Fermiamo l’uso di X per ragioni che dovrebbero essere chiare all’uomo più ricco del mondo». Musk ha smentito nei giorni scorsi di essere antisemita: «Non c’è nulla di più lontano dalla realtà».

X fa causa a Media Matters

La presa di posizione di Neil Young arriva nella stessa giornata in cui X ha annunciato l’azione legale contro Media Matters. Musk ha spiegato di aver querelato l’organizzazione non-profit americana per diffamazione della piattaforma social. Proprio da un rapporto della Media Matters è scaturita la polemica per la presunta presenza di contenuti antisemiti accanto alle pubblicità di grandi aziende. Questo ha portato a una fuga da X. A salutare sono state l’IBM, Disney, Apple e Oracle, oltre a diversi grandi artisti. Musk ha attaccato Media Matters definendola «il male puro. Hanno consapevolmente e maliziosamente fabbricato l’articolo nella loro palese campagna diffamatoria».

Coppa Davis, al via le Finals a Malaga: format e partite dell’Italia

Tutto pronto per l’ultimo torneo della stagione tennistica. Dal 21 al 26 novembre, Malaga ospiterà le Finals di Coppa Davis, la massima competizione a squadre nel mondo della racchetta che nel 2023 ha raggiunto la 111esima edizione. Dopo la fase a gironi, che si è disputata a settembre fra Bologna, Manchester, Valencia e Spalato, otto nazionali sono pronte a darsi battaglia in Andalusia per sollevare l’insalatiera, il trofeo in palio, così chiamata per i motivi floreali e la forma che la caratterizzano. In campo anche l’Italia, che spera di vincere per la prima volta dal 1976. Per parlo, potrà contare sul grande talento di Jannik Sinner, reduce dalla finale di Torino persa contro Novak Djokovic. In Spagna ci sarà anche il serbo numero 1 al mondo, che potrà incrociare il cammino degli Azzurri già in semifinale.

Dal 21 al 26 novembre Malaga ospita le Finals di Coppa Davis. In campo l'Italia contro l'Olanda. Occhio alla Serbia di Djokovic.
Novak Djokovic e Jannik Sinner dopo la finale a Torino (Getty Images).

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Coppa Davis, il format e le squadre in campo nel torneo

Alle Finals di Coppa Davis partecipano otto squadre che si incroceranno in match a eliminazione diretta che partiranno dai quarti di finale. La formula prevede per ogni incontro due partite in singolare e una in doppio al meglio dei tre set. Ogni nazionale partecipa con massimo cinque giocatori, senza dover specificare quali affronteranno i match di doppio e quali saranno i singolaristi. Con un punto per ogni vittoria, passa il turno la compagine che ha la meglio in due delle tre partite disputate. Quanto all’edizione 2023, si parte martedì 21 novembre con i campioni in carica del Canada contro la Finlandia alle ore 16. Mercoledì toccherà invece alla Repubblica Ceca contro l’Australia, sempre alle quattro del pomeriggio, mentre giovedì 23 spazio agli Azzurri contro l’Olanda, nell’unico incontro che partirà alle 10 del mattino. Il giorno seguente, per chiudere i quarti di finale spazio a SerbiaGran Bretagna. Dalla vincente dei match uscirà l’avversaria dell’Italia.

Gli Azzurri, oltre a Jannik Sinner, schiereranno Lorenzo Musetti, Lorenzo Sonego, Matteo Arnaldi e Simone Bolelli, con gli ultimi due sempre impegnati in doppio. L’Olanda, prima avversaria del tabellone, presenterà in campo Tallon Griekspoor, numero 23 del ranking, e Botic van de Zandschulp, 51esimo al mondo. Spazio anche a Gijs Brower (164 del ranking) e ai doppisti Wesley Koolhof (numero 8) e Jean Julien Rojer (18). Per il Canada, tornerà Felix Auger-Aliassime, classe 2000 al 29esimo posto del ranking mondiale, vincitore della Coppa Davis nel 2022. In Top 30 anche il britannico Cameron Norrie (numero 18), l’australiano Alex De Minaur (12) e naturalmente il serbo Novak Djokovic, primatista mondiale e vincitore di tre slam nel 2023. La sua unica e ultima Davis risale però al 2010, quando vinse contro la Francia.

L’albo d’oro e i record di Nicola Pietrangeli

Quanto all’albo d’oro, nonostante gli inarrivabili Stati Uniti con 32 successi, dal 2014 nessuno ha mai vinto il torneo per due volte. Dopo il bis della Repubblica Ceca fra 2012 e 2013, hanno infatti trionfato la Svizzera di Roger Federer nel 2014 e il Regno Unito di Andy Murray l’anno seguente. La Coppa Davis è finita successivamente in mano ad Argentina, Francia, Croazia, Spagna, Russia e Canada. Nel 2020 l’edizione è saltata per la pandemia. La 111esima edizione sarà anche la quarta consecutiva che si gioca in Spagna dopo quella a Malaga del 2022 e le due precedenti nella Caja Magica di Madrid. Quanto ai record individuali, il primatista assoluto di vittorie è Nicola Pietrangeli con 120 successi in singolare e doppio su 164 incontri disputati (altro record). La striscia vincente più lunga appartiene invece all’ex numero 1 al mondo Bjorn Borg con 33 trionfi di fila fra 1973 e 1980.

Blitz di Ultima Generazione al Senato, danni alla facciata per 40 mila euro

Ammonta a circa 40 mila euro l’importo dei lavori effettuati per il ripristino della facciata e del portone del Senato dopo il blitz effettuato il 2 gennaio scorso da attivisti di Ultima Generazione, che lanciarono vernice rossa sui muri di Palazzo Madama. È quanto emerge dagli atti depositati il 21 novembre dall’Avvocatura dello Stato, in rappresentanza di Senato e Ministero dei Beni Culturali costituiti parti civile assieme al Campidoglio, nell’ambito del processo, davanti al giudice monocratico di Roma, a carico di tre ambientalisti.

Gli imputati sono accusati di danneggiamento aggravato

Gli imputati sono accusati di danneggiamento aggravato. Nel corso dell’udienza è stata ascoltata anche una consulente di parte, nominata dal difensore degli imputati. «La vernice utilizzata è a base d’acqua. Quella azione non poteva produrre alcun danno permanente. Se non fosse intervenuta l’Ama, la pittura sarebbe scomparsa con la pioggia», ha dichiarato la consulente.

Blitz di Ultima Generazione al Senato, danni alla facciata per 40mila euro. È quanto emerge dagli atti depositati a processo.
Attivista per il clima (Getty Images).

Il 15 novembre l’imbrattamento dell’Arco della Pace di Milano

Il 15 novembre alcuni attivisti di Ultima Generazione si sono resi protagonisti dell’imbrattamento dell’Arco della Pace di Milano. Per ripulire il monumento dalla vernice, ha reso noto il Comune, non sarà possibile procedere con un semplice intervento di idropulizia e potrebbero volerci tempi più lunghi.

Le accuse della “talpa” di Sgarbi: «Non ne potevo più di vedere gli uffici dei ministeri ridotti a un covo di affaristi»

La “talpa” che ha diffuso i compensi incassati dal sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi per conferenze ed eventi svolti durante il suo incarico nel governo Meloni è Dario di Caterino, ex social media manager del critico. Il 45enne pugliese, uscito allo scoperto in una intervista a Il Fatto Quotidiano e con Report, ora si dice pronto a incontrare i pm. Secondo quanto fatto trapelare da Di Caterino, durante la sua permanenza al governo, il sottosegretario avrebbe incassato circa 300 mila euro.

Di Caterino: «Non ne potevo più di vedere gli uffici dei ministeri ridotti a un covo di affaristi»

Al Fatto Di Caterino ha raccontato di aver inviato una lettera sia alla premier Giorgia Meloni sia al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano con i dati scaricati dalle email. «Non ne potevo più di vedere gli uffici dei ministeri ridotti a un covo di affaristi», ha ammesso. Il loro rapporto di lavoro è finito nel settembre 2023.  «C’era un accordo con Sabrina Colle per ricevere una parte dei proventi maturati dalla gestione dei canali social di Vittorio tramite la sua società Hestia», ha dichiarato Di Caterino. «Li ho richiesti più volte, mai ricevuti». I pagamenti, invece, erano in contanti. «Erano le direttive della Colle e di Nino Ippolito, il suo capo segreteria».

Il tariffario di Sgarbi: 3.500 euro per una conferenza, 5 mila per uno spettacolo teatrale

Il social media manager ha anche spiegato quale fosse il tariffario del critico: 3.500 euro per una conferenza, 5 mila per uno spettacolo teatrale, 4 mila per la prefazione di un libro. Di Caterino, la cui collaborazione collaborazione con Sgarbi è cominciata nel 2022, ha ricordato anche il suo licenziamento. «Fui coinvolto in alcune vicende giudiziarie per le quali provavo un profondo malessere», ha detto. Sgarbi era a conoscenza di una condanna di De Caterino a Perugia, ma la madre del 45enne disse che il figlio era malato. Questo «fino a gennaio 2023, quando ripresi a collaborare». Il patteggiamento risale ad aprile 2023. Lo stesso Sgarbi aveva detto di conoscere l’identità del ‘Corvo’, «un tizio che collaborava con me ai tempi di Rinascimento e un bel giorno sparì, la madre raccontò che era in coma, invece era agli arresti domiciliari per truffa».

La smentita di Sgarbi

Dal canto suo Sgarbi ha diffuso anche sui social una lunga smentita dopo l’articolo del Fatto.

 

«Utilizzando le menzognere “rivelazioni” di un pregiudicato, Dario Di Caterino, da me cacciato dopo avere scoperto che aveva finto un coma per nascondere di essere stato agli arresti domiciliari, Il Fatto Quotidiano continua una violenta campagna diffamatoria contro di me e i miei collaboratori», scrive il sottosegretario. Di Caterino, spiega Sgarbi,
«ha collaborato con me durante due campagne elettorali con il solo compito di realizzare dei video e di promuovere, attraverso un camper, del materiale elettorale. Impropriamente si è autodefinito “social media manager”, ma nessuno gli ha mai dato questo ruolo. Così come nessuno lo ha mai delegato a fare il “manager”, ruolo che, a mia insaputa, ha millantato. Il Di Caterino è stato allontanato quando si è scoperto che, per nascondere di essere stato agli arresti domiciliari, ha finto, con la complicità della madre, di essere stato ricoverato in coma a Perugia.  Oggi confessa sul giornale di essere stato lui l’autore della violazione degli account di posta elettronica in uso alla mia segreteria, e dunque l’autore della lettera anonima inviata lo scorso 19 ottobre a giornali, tv e organi istituzionali contenente tutta una serie di diffamazioni per le quali sono state presentate diverse denunce». «Le conferenze», continua Sgarbi, «come tutte le attività legate al diritto d’autore, sono pagate regolarmente con fatture che distinguono, in linea di principio, l’espressione del libero pensiero da qualunque attività istituzionale. Scrivere di “buste in nero” è una grave diffamazione. I “soldi in nero” cui fa riferimento Di Caterino e che il giornale, senza alcun riscontro, pubblica, sono quelli presi dal Di Caterino stesso per la prefazione di un libro e una mostra privata a Mesagne (Puglia)». Sgarbi si sofferma poi sulla violazione degli account di posta elettronica di cui Di Caterino aveva detto di aver ricevuto le password di accesso. Circostanza smentita seccamente dal critico. «Di Caterino ha avuto per pochi mesi l’accesso ai profili social per caricare i video, ma mai le password alle mail della mia segreteria; le ha invece sottratte in maniera fraudolenta, compresa quella istituzionale in uso al mio Capo Segreteria. Non solo. Ha utilizzato queste mail per inviare la lettera anonima di cui ha rivelato di essere l’autore».

Giulia Cecchettin accoltellata vicino casa e zittita con lo scotch, il gip: «Da Filippo palese volontà di uccidere»

Accoltellata a pochi metri da casa, zittata con lo scotch e portata via in auto. Emergono nuovi dettagli sul femminicidio di Giulia Cecchettin, assassinata dall’ex fidanzato Filippo Turetta e ritrovata senza vita nel lago di Barics, il 18 novembre scorso. Secondo quanto rivelato dalle tracce trovate dai carabinieri, la ragazza sarebbe stata colpita già intorno alle 23.18, quando un testimone l’ha sentita urlare nel parcheggio. Poi, intorno alle 23.30 dell’11 novembre, la sera dell’omicidio, l’aggressione nella zona industriale di Fossò, in provincia di Venezia, ripresa da alcune telecamere. Giulia è crollata esanime al suolo e Filippo l’ha caricata nel bagagliaio della Grande Punto nera su cui viaggiavano, per poi scaricare il corpo in un dirupo.

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La giudice: «Inaudita gravità e manifesta disumanità»

L’agenzia di stampa Agi ha rivelato poi il dettaglio dello scotch, applicato alla vittima per non permetterle di urlare e farsi aiutare. La giudice per le indagini preliminari di Venezia, Benedetta Vitolo, lo ha scritto nell’ordinanza di custodia cautelare. Nel documento ha sottolineato la «pericolosità» di Filippo Turetta, parlando della «inaudita gravità e alla manifesta disumanità del delitto commesso ai danni della giovane donna con cui aveva vissuto una relazione sentimentale». La gip ha sostenuto che ci sia stata una «palese volontà» di uccidere la 22enne. Una tesi supportata anche dalla «un’aggressione a più riprese» e da un omicidio avvenuto in due fasi. La prima è nel parcheggio, la seconda nella zona industriale, prima della fuga.

Giulia potrebbe aver lottato per 22 minuti

La giudice Benedetta Vitolo ha anche spiegato che la vittima potrebbe essersi difesa per 22 minuti. Le prime grida d’allarme sono state lanciate da Giulia Cecchettin alle 23.18, a circa 150 metri dall’abitazione. A sentirle è stato un vicino di casa che ha anche spiegato di aver visto «calciare violentemente una sagoma che si trovava a terra», prima della partenza dell’auto. Alle 23.40, però, i due giovani sono nella zona industriale di Fossò e Giulia, ferita, sarebbe riuscita a fuggire prima di essere raggiunta da Filippo, che l’ha scaraventata a terra, come si vede nei video. Tra la prima e l’ultima aggressione, sono passati quindi circa 22 minuti.

Ritrovati due coltelli

Proprio nell’area mostrata nei video, sono state ritrovate tracce di sangue, un’impronta di calzatura e un coltello senza manico lungo 21 centimetri. Sul marciapiede, inoltre, i carabinieri hanno trovato un pezzo di scotch e capelli con sangue sullo spigolo. E un altro coltello è stato ritrovato nel parcheggio davanti casa della famiglia Cecchettin. Sulla lama, anch’essa di 21 centimetri, saranno effettuati alcuni esami dai Ris. Vicino casa di Giulia, altre macchie di sangue sono ancora visibili sulle mattonelle di cemento del parcheggio.

L’autopsia e i tempi per l’estradizione

Intanto il procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi, ha invitato alla prudenza: «Abbiamo chiuso l’attività immediata d’indagine, ora mancano tutti gli accertamenti tecnici per capire quello che è successo». Poi ha parlato dell’estradizione di Turetta, attualmente nel carcere di Halle, nella Sassonia Anhalt: «Ci potrebbero volere una decina di giorni». Ci sarà una prossima udienza di fronte al Tribunale regionale superiore, in Germania, si presumo dopo il 23 novembre. Lì Filippo dovrà accettare nuovamente l’estradizione e grazie al protocollo «Mae», che consente ai Paesi Ue i trasferimenti veloci, dovrebbe poi rientrare in Italia. Al rientro potrà partire l’indagine e si potrà disporre l’autopsia, che deve prima essere notificata all’accusato.

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