È online sul sito di Acea una sezione speciale Pnrr dedicata alle infrastrutture idriche e ai grandi cantieri che saranno realizzati dal Gruppo grazie ai fondi del Piano di ripresa e resilienza. Acea Ato 2 ha ottenuto dal Pnrr finanziamenti per circa 227 milioni di euro, nel periodo 2021-2026, per la realizzazione di diversi interventi strategici che riguardano le reti di adduzione e distribuzione, il recupero della risorsa (perdite idriche) e i servizi di fognatura e depurazione. Tra gli interventi da realizzare anche diverse opere di ammodernamento ricadenti nel sistema acquedottistico del Peschiera.
L’elenco dei progetti suddiviso in tre aree
Nella nuova pagina web dedicata si potranno consultare tutte le informazioni sui progetti di Acea, una sorta di bussola per orientarsi tra i diversi interventi in programma e per capire come vengono impiegati i finanziamenti ottenuti grazie al Pnrr. La sezione dedicata ai progetti di Acea Ato 2 è divisa in tre aree. La prima riguarda acquedotti e grandi opere, che comprende quattro progetti finalizzati alla messa in sicurezza e ammodernamento del sistema acquedottistico Peschiera e dell’approvvigionamento idrico di Roma Capitale e dell’area metropolitana (Nuovo Acquedotto Marcio 1° lotto; Addutrice Ottavia-Trionfale; Raddoppio VIII sifone – tratto Casa Valeria uscita Galleria Ripoli; Condotta Monte Castellone–Colle Sant’Angelo-Valmontone).
Dalla digitalizzazione alla raccolta sostenibile delle acque reflue
La seconda è dedicata a digitalizzazione ed efficientamento delle reti di distribuzione idrica, progetto finalizzato alla riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua mediante la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti. La terza sezione è infine relativa alla depurazione, fognatura e gestione dei fanghi di depurazione. Si tratta dei progetti che hanno l’obiettivo di rendere sempre più efficace e sostenibile la raccolta e la depurazione delle acque reflue favorendo l’economia circolare anche attraverso il ricorso all’innovazione tecnologica (potenziamento dell’impianto di depurazione integrato di Ponte Lucano a Tivoli; collettore fognario afferente al depuratore Valle Giordano; prolungamento adduttrice della Crescenza – sistema fognario Tomba di Nerone; adeguamento dell’impianto di depurazione di Ciciliano; bonifica collettore e rete afferenti al depuratore di Ciciliano; collegamento a Roma est del depuratore di Borgonuovo). La sezione dedicata è disponibile al link https://www.gruppo.acea.it/innovazione/pnrr-grandi-opere-acea.
La ministra del Turismo Daniela Santanchè non è più la coordinatrice regionale in Lombardia di Fratellid’Italia. Lo ha fatto sapere lei stessa in una nota, sottolineando che «al momento della mia nomina a ministro del Turismo avevo accettato, nonostante la complessità nel coniugare i due compiti di proseguire in via eccezionale il mio ruolo di portavoce regionale fino all’apertura della stagione dei congressi provinciali, che è ora arrivata».
«Ho fatto del mio meglio per accompagnare Fdi dal 3,6 al 25,18 per cento»
Santanchè ha ringraziato la premier GiorgiaMeloni «per la fiducia che mi ha accordato negli ultimi anni, affidandomi il ruolo di portavoce regionale» di Fdi in Lombardia, ruolo «che oggi rimetto nelle sue mani». In questi anni «ho fatto del mio meglio per accompagnare FdI dal 3,6 per cento delle regionali 2018 ad essere il primo partito in Lombardia alle regionali 2022 con il 25,18 per cento» ha proseguito Santanchè, certa che adesso «si continuerà a lavorare tutti insieme per far crescere ancora, sotto la guida di Meloni, il nostro movimento nella Regione che è traino di tutta l’economia nazionale». A sostituire la ministra come coordinatore dovrebbe arrivare il deputato Carlo Maccari.
Italia divisa in due: al nord continua la fase fredda del ciclone artico con temperature sotto la media del periodo per almeno 10 giorni; al centro-sud dominano le correnti molto umide provenienti dall’Atlantico e sono attese piogge abbondanti con il termometro anche sopra i 15 gradi tipici dell’autunno. È quanto annuncia Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it. «Al centro-sud sono attese piogge persistenti, in particolare sul versante tirrenico, ed un aumento significativo della quota neve che nei prossimi giorni imbiancherà solo le cime più alte degli Appennini», afferma. La brusca risalita delle temperature farà anche fondere rapidamente la neve caduta, provocando locali piene fluviali.
Mercoledì 29 novembre tregua metereologica, giovedì torna il brutto tempo
Al Nord l’aria fredda resterà intrappolata in Val Padana: insieme allo smog, il freddo sarà ancora protagonista per almeno 10 giorni con possibili deboli nevicate anche in pianura. Nelle prossime ore il settentrione sarà in prevalenza asciutto, mentre piogge e locali temporali si sposteranno dalla Toscana e dalla Sardegna ancora verso l’Umbria, il Lazio, la Campania e la Calabria tirrenica. Soprattutto tra Lazio e Basso Tirreno saranno possibili anche dei nubifragi. Previste burrasche di Maestrale e di Ponente al Centro-Sud. Mercoledì 29 novembre avremo una tregua meteorologica: da nord a sud il tempo sarà asciutto e meno ventoso. Giovedì 30, sarà di nuovo brutto, invernale al nord ed autunnale al centro-sud.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la premier Giorgia Meloni il 7 dicembre mancheranno alla prima del Don Carlo alla Scala di Milano, l’evento di apertura dalla Stagione del teatro meneghino che per tradizione prevede la presenza di una delle due cariche. Al loro posto, sul Palco Reale ci saranno il presidente del Senato Ignazio La Russa, il vicepremier Matteo Salvini, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, insieme al sindaco Giuseppe Sala e al governatore della Lombardia Attilio Fontana.
Non accadeva dal 2017
L’ultimo precedente in cui le due cariche istituzionali furono assenti contemporaneamente risale al 2017, quando Mattarella e l’allora premier Paolo Gentiloni non parteciparono alla prima dell’Andrea Chénier. Ma l’assenza di quest’anno si sta facendo notare anche per la differenza rispetto al 2022 quando, insieme a Mattarella e Meloni, il Palco Reale vide la partecipazione straordinaria della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, oltre a una folta rappresentanza di ministri e delle istituzioni compreso il presidente del Senato, Ignazio La Russa. Quell’anno il teatro fu criticato dalla comunità ucraina perché scelse di aprire la stagione con Boris Godunov del compositore russo Modest Musorgskij, e gli artisti russi non presero le distanze da Putin. La presenza di von der Layen aveva lo scopo di mettere al riparo la nuova premier Giorgia Meloni da eventuali incomprensioni con il vertice europeo.
Gli agenti della polizia municipale sono a caccia del pirata della strada che ha investito a Palermo un giovane di 33 anni morto all’ospedale Civico dopo cinque giorni di agonia. Emanuele Magro, autotrasportatore di 33 anni, era stato soccorso la notte tra il 22 e il 23 novembre dai sanitari del 118 che lo avevano trasportato in codice rosso al Civico: a travolgerlo sarebbe stata una vettura.
Passate al setaccio le immagini dei sistemi di videosorveglianza
L’automobilista si sarebbe dato alla fuga, senza fermarsi a dare assistenza all’uomo ferito. Magro era stato trovato in via Ernesto Basile, nei pressi della cittadella universitaria. Non ricordava nulla ma aveva traumi ed era sanguinante. È stato ricoverato in terapia intensiva, ma le condizioni si sono aggravate fino al decesso. Adesso gli agenti dell’infortunistica stanno passando al setaccio tutte le immagini dei sistemi di videosorveglianza per risalire all’automobilista che rischia un’incriminazione per omicidio stradale.
Un satellite da ricognizione nordcoreano ha scattato a partire dal 25 novembre foto della Casa Bianca, del Pentagono, e di Roma. Lo riferisce l’agenzia di stampa statale di Pyongyang, Kcna. Le immagini sono state già visionate dal leader Kim Jong-un nell’ambito «dei preparativi per l’operazione del satellite da ricognizione ‘Malligyong-1’, prima dell’inizio della sua missione ufficiale».
Acquisite immagine anche della base aerea Usa a Guam e dei cantieri in Virginia
Secondo l’agenzia, il satellite della Corea del Nord ha scattato foto anche della base aerea militare statunitense Anderson a Guam, nel Pacifico. Non solo, sono state fotografate anche la stazione navale Norfolk e il cantiere navale di NewportNews in Virginia. A margine degli scatti, dall’agenzia fanno sapere che sono stati avvistate «quattro portaerei nucleari della Marina americana e una portaerei britannica». Il 21 novembre Pyongyang aveva lanciato un satellite da ricognizione. In risposta la Corea del Sud aveva annunciato una parziale sospensione dell’accordo militare con il Nord, che a sua volta ha affermato che non rispetterà più l’intero accordo e riprenderà le azioni vietate dal documento.
Potremmo chiamarla, in modo un po’ grossolano, dissonanza etnico-competitiva. È la bizzarra sindrome che induce spettatori e tifosi a definire la nazionalità, l’origine o lo status di un atleta in base ai suoi risultati. Il caso più classico riguarda Alberto Tomba, che quando vinceva era «lo sciatore di Bologna» e quando perdeva «il carabiniere di Sestola». Esempi più recenti, il calciatore della nazionale tedesca Mesut Özil, tedesco di terza generazione, che si è visto rinfacciare i nonni turchi dopo il flop al Mondiali in Russia nel 2018, e Fabio Quartararo, motociclista del team Yamaha, francese figlio di siciliani, che per gli appassionati italiani è italiano quando vince e francese quando perde.
C’è ancora chi crede che Sinner sia straniero anche se è nato a San Candido ed è italiano fin dalla sala parto
Jannik Sinner, il golden boy del tennis che ha riportato in Italia la Coppa Davis dopo quasi mezzo secolo, è vittima di due dissonanze etnico-competitive incrociate e sovrapposte. Per gli austriaci è italiano quando perde e sudtirolese quando vince, mentre alcuni italiani sembrano più propensi a vederlo come un connazionale nelle sconfitte e come uno straniero naturalizzato di fresco nelle vittorie. Come ha fatto Giancarlo Dotto sulla Gazzetta dello Sport dopo la vittoria di Sinner su Djokovic a Torino: «Jannik ha scoperto la bellezza di essere nostro e di ritrovarsi italiano. Sentirsi italiani per adozione conclamata e plebiscitaria. Cosa c’è di più bello?». Bè, ritrovarsi italiani senza tante pippe burocratiche dopo essere cresciuti in Italia e frequentato le nostre scuole fin dall’asilo, risponderebbero Alessia Korotkov, Sirine Chaarabi e tanti altri giovani campioni che non possono indossare la maglia azzurra perché non hanno ancora la cittadinanza. L’ultimo dei problemi per Sinner, che essendo nato a San Candido, Italia (per soli sei chilometri, d’accordo) è italiano fin dalla sala parto, anche se quelli come Dotto, cui non è ancora arrivata la notizia degli accordi De Gasperi-Gruber, non se ne capacitano, sviati forse anche dall’aspetto fisico e dall’aplomb del tennista. Vabbè, il look di Sinner non sarà tipicamente mediterraneo, ma nemmeno crucco come ce lo immaginiamo di solito, cioè non evoca né Mino Reitano né Walter Reder, e fa pensare piuttosto a latitudini scozzesi o scandinave. Buffo che ci lamentiamo degli stereotipi sugli italiani («non siamo tutti bassi, bruni, baffuti e chiassosi»), e poi siamo i primi ad applicarli quando la genetica si dimostra più fantasiosa di noi.
Jannik Sinner dopo la vittoria contro Alex De Minaur (Getty Images).
Quel rapporto ambivalente tra Italia e Alto Adige: dagli attentati ai tralicci all’arrivo di Lilli Gruber
Va detto che il nostro rapporto con l’Alto Adige è sempre stato ambivalente. Dovremmo essere fieri di ospitare nel nostro territorio uno dei pochi esperimenti riusciti al mondo di convivenza fra culture diverse e di tutela delle minoranze, recentemente additato come modello anche dall’Onu: non “due popoli, due Stati” ma uno Stato e due popoli che, pur non adorandosi, hanno portato la Provincia autonoma di Bolzano al top della classifica sulla qualità della vita. Okay, fino agli Anni 90 girare da quelle parti con una targa italiana da TN in giù comportava un serio rischio di ritrovarsi le gomme tagliate, e l’ultima condanna per vilipendio alla bandiera italiana per Eva Klotz, la leader degli autonomisti sudtirolesi, è solo del 2018, ma non si sente più parlare di attentati alle stazioni dei carabinieri o di bombe sotto i tralicci. Eppure gli altoatesini, tedeschi eppure italiani, italiani eppure inossidabilmente germanici, sono rimasti un enigma, un ossimoro affascinante e respingente al tempo stesso. Poco invadenti, fino a qualche decennio fa si palesavano traumaticamente all’opinione pubblica peninsulare solo nella stagione degli sport invernali, quando in tivù vedevamo gareggiare gente con acrobatici cognomi tedeschi (Kerchbaumer, Runggaldier, Untergassmair, Tschurtschenthaler) e il pettorale tricolore («ah già, è di Bolzano»), oppure in fondo alle tabelle dei risultati elettorali dove appariva un partito dal nome tedesco («ah già, la Südtiroler Volkspartei») che inspiegabilmente era anche quello che apriva le consultazioni al Quirinale per la formazione di ogni nuovo governo. Poi è arrivata Lilli Gruber, che con larghissimo anticipo su Sinner è stata la prima altoatesina a conquistare la fama in un’attività praticabile anche sotto i 600 metri sul livello del mare. Il suo atteggiamento a Otto e mezzo è la perfetta rappresentazione del rapporto fra Bolzano e le altre province italiane: Lilli condivide lo studio con il peggio e con il meglio del giornalismo e della politica italiota, ma si vede benissimo che pensa (in tedesco): «Meno male che non sono come questi qua». E così si becca dai simpaticoni del Giornale nomignoli tipo “radical speck” o l’accusa di voler annettere La7 all’Alto Adige.
Eva Klotz (Getty Images).
Daremo un sacco di soldi all’Alto Adige ma almeno li sanno spendere bene: un’impresa più pazzesca che vincere la Coppa Davis
Del resto noi per primi fatichiamo a credere di essere ancora in Italia (e forse nemmeno nel 2023) quando ci aggiriamo fra casette linde dai balconi fioriti, pittoresche insegne in caratteri gotici e strade pulite come piatti, e ci rivolgiamo ai negozianti scandendo “Buongiorno” per paura che ci apostrofino per primi in tedesco suscitandoci reazioni alla Alberto Sordi nel finale de La grande guerra. Ma non andiamo così volentieri in vacanza in Alto Adige proprio perché sembra di non essere in Italia? D’accordo, gli avremo dato un sacco di soldi, ma almeno gli altoatesini li hanno spesi bene, a differenza di altre regioni autonome. E con buona pace di Jannik Sinner, spendere bene i soldi pubblici in Italia è un’impresa più pazzesca che vincere la Coppa Davis.
È il 53esimo giorno di guerra: oltre 14.800 palestinesi morti, di cui 5.600 bambini, secondo Hamas. In Israele 1.200 morti nell’attacco del 7 ottobre. Altri due giorni di tregua a Gaza. Grazie alla mediazione di Qatar, Egitto e Usa, Israele e Hamas hanno raggiunto l’intesa che consentirà il rilascio di altri 20 ostaggi israeliani (10 per ogni giorno aggiuntivo di cessate il fuoco) in cambio di 60 detenuti palestinesi nel solito rapporto di 1 a 3. La proroga della tregua, altrimenti scaduta nella mattinata, ha trascinato con sé anche lo sblocco della trattativa sulla quarta tranche di ostaggi che si era complicata. Ma se i civili e gli sfollati di Gaza potranno contare ancora su qualche giorno di quiete, non vuol dire che la guerra non riprenderà. Il ministro della Difesa Yoav Gallant è stato chiaro: «I combattimenti saranno ancora più grandi e si svolgeranno in tutta la Striscia di Gaza. Non ci fermeremo finché non avremo finito».
«Gli 11 israeliani rilasciati ieri sono in condizioni stabili»
Sono in condizioni stabili gli 11 israeliani – nove bambini e due donne – rilasciati ieri da Hamas. Lo hanno riferito il ministero della Sanità e fonti dell’ospedale Ichlov, dove sono stati ricoverati lunedì 27 novembre subito dopo la liberazione. «È stata una notte emozionante e complessa allo stesso tempo», ha detto il dottor Ram Sagi, del ministero della Sanità, precisando che gli ostaggi «hanno incontrato lì le loro famiglie per la prima volta» dal 7 ottobre, e in ospedale «riceveranno cure mediche e psicologiche».
Israele ha ricevuto la nuova lista con i nomi degli ostaggi che saranno rilasciati
Israele ha ricevuto una nuova lista di ostaggi nella Striscia di Gaza che saranno rilasciati martedì 28 novembre, nell’ambito dell’accordo sull’estensione della tregua per altri due giorni. Lo ha riferito il Times of Israel, che cita l’ufficio del premier Benjamin Netanyahu, secondo cui i parenti degli ostaggi sono già stati informati del rilascio imminente. Il giornale sottolinea che non è chiaro quante persone verranno rilasciate, mentre altri media palano di dieci ostaggi.
Liberi 33 detenuti palestinesi, donne e minori
In cambio degli 11 ostaggi rilasciati da Hamas nell’ambito dell’accordo sulla tregua, Israele ha liberato altri 33 detenuti palestinesi, donne e minori. Lo ha riferito l’Autorità carceraria israeliana, secondo cui i 33 erano detenuti in diversi penitenziari. Il più giovane dei detenuti ha 14 anni. Arriva così a 150 il numero dei prigionieri palestinesi rilasciati dallo Stato ebraico, in cambio dei 51 ostaggi israeliani liberati finora.
Blinken visiterà Israele e Cisgiordania
Antony Blinken si recherà in Israele e Cisgiordania questa settimana dopo aver partecipato al summit della Nato in Belgio e a quello dell’Osce in Macedonia del Nord. «In Israele e in Cisgiordania Blinken discuterà del diritto di Israele a difendersi in linea con il diritto umanitario internazionale, nonché dei continui sforzi per garantire il rilascio degli ostaggi, proteggere i civili durante le operazioni israeliane a Gaza e accelerare gli aiuti umanitari», si legge in una nota del portavoce del dipartimento Usa.
.@SecBlinken will travel to Belgium and North Macedonia to attend NATO Ministerial Meetings and confer with OSCE counterparts. Then, in Israel and the West Bank, @SecBlinken will engage leaders to address the urgent humanitarian situation in Gaza. In Dubai, he will attend COP28.
Dopo un lunedì non semplice, c’è grande attesa per l’apertura delle Borse europee e per lo spread tra Btp e Bund tedeschi. Nella giornata di ieri, 27 novembre, Milano ha chiuso in calo dello 0,31%, con l’ultimo indice Ftse Mib a 29.342 punti. Il differenziale riparte da 174 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 4,29%.
Le quotazioni delle Borse e l’andamento dello spread in tempo reale
1.48 – Tokyo, apertura in lieve rialzo (+0,26%)
La Borsa di Tokyo inizia la seduta col segno più malgrado la battuta d’arresto degli indici statunitensi, con gli investitori che guardano alle nuove indicazioni macroeconomiche e agli spunti dalle prossime riunioni delle principali banche centrali. In apertura l’indice di riferimento Nikkei segna un progresso dello 0,26% a quota 33.535,55, con un aumento di 87 punti. Sul mercato valutario lo yen guadagna nuovamente terreno sul dollaro a 148,40 e sull’euro a 162,60.