Strage di Brandizzo, svolta nell’inchiesta: perquisizioni a Rfi e nuovi indagati

Le sedi della Rete ferroviaria italiana di Torino e Roma sono state perquisite martedì mattina, 28 novembre, nell’ambito dell’inchiesta sulla strage ferroviaria di Brandizzo avvenuta la notte del 30 agosto scorso, quando un treno ha investito e ucciso cinque operai che stavano lavorando sui binari vicino alla stazione piemontese.

Escluse responsabilità del macchinista

Gli agenti della Polfer, su delega della procura di Ivrea, stanno acquisendo documenti e file informatici. A Torino le perquisizioni sono in corso a Porta Nuova e Lingotto. Per i pm di Ivrea Valentina Bossi e Giulia Nicodemi, coordinate dalla procuratrice Gabriella Viglione, si tratta di acquisire appalti e le comunicazioni che riguardano i lavori, le eventuali misure di verifica e sicurezza che l’azienda adotta. Dalla relazione della scatola nera sono state escluse responsabilità del macchinista che aveva fermato il treno a circa 100 metri dall’impatto, impiegando tre secondi nell’azionare il freno. Secondo la relazione per fermare il treno in marcia a 160 chilometri orari è necessario quasi un minuto e un chilometro e 200 metri di distanza. Martedì mattina, inoltre, sono stati notificati due nuovi avvisi di garanzia nei confronti di figure che ricoprirebbero ruoli di responsabilità all’interno di Rfi, che si aggiungono tra gli indagati insieme al preposto di Rfi Antonio Massa, al capo cantiere Andrea Gibin e i vertici di Sigifer. Lo riferisce La Stampa.

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