Boom di polmoniti nei bambini in Cina, cosa sappiamo

Il 23 novembre l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha chiesto ufficialmente alla Cina di fornire informazioni dettagliate sull’aumento delle malattie respiratorie e sui focolai di polmonite segnalati nei bambini dopo che la Commissione sanitaria nazionale di Pechino, in una conferenza stampa di dieci giorni prima, aveva segnalato una crescita del fenomeno nel Paese. Dopo l’allarme nella Repubblica Popolare, è stato registrato un aumento dei casi anche in Francia nei bambini e nei ragazzi con età inferiore a 15 anni, considerato anomalo e preoccupante. Ma fino a che punto? In Cina l’aumento di focolai tra i bambini sta mettendo a dura prova il sistema sanitario. E in tanti già temono che si possa verificare una nuova pandemia. Le cose da sapere.

La spiegazione cinese: «Combinazione di agenti patogeni comuni»

La Commissione nazionale per la Salute, ovvero la massima autorità sanitaria cinese che supervisiona gli ospedali in tutto il Paese, ha riferito all’Oms che dietro all’aumento dei casi di virus respiratori non ci sarebbe alcun patogeno nuovo o insolito, ma «una combinazione di agenti patogeni comuni» come influenza, rinovirus, virus respiratorio sinciziale o RSV, adenovirus e batteri. Più del 40 per cento dei pazienti, di tutte le età, presenta i sintomi dell’influenza stagionale, principalmente del ceppo H3N2. Ma la principale causa dei ricoveri di pazienti pediatrici sarebbe il batterio mycoplasma pneumoniae.

Boom di polmoniti nei bambini in Cina dovute a una combinazione di patogeni noti, tra cui il mycoplasma pneumoniae: cosa sappiamo.
Un ospedale di Wuhan, in Cina (Getty Images).

Le caratteristiche del batterio mycoplasma pneumoniae

Il mycoplasma pneumoniae è un microrganismo a metà strada tra un virus e un batterio, in grado di colonizzare le vie respiratorie e di produrre malattie di varia entità, in particolare durante l’infanzia. Germe privo di parete cellulare, le sue proteine di adesione hanno una particolare affinità per l’epitelio del tratto respiratorio. Il mycoplasma pneumoniae assume rilevanza clinica soprattutto per essere il principale responsabile della polmonite atipica primaria, malattia che colpisce prevalentemente bambini e giovani adulti: spesso asintomatica, quando le difese immunitarie sono ridotte, l’infezione può condurre a complicanze ematologiche e neurologiche molto gravi.

Trasmissione del batterio e sintomi dell’infezione

Dopo l’infezione acuta di mycoplasma pneumoniae, persiste una lunga fase di presenza asintomatica (per settimane o mesi) che permette la trasmissione da persona a persona attraverso un contatto ravvicinato, tramite goccioline respiratorie infette: le “famose” droplets, come succedeva e succede ancora con il Coronavirus. Mentre il germe tende a causare solo lievi raffreddori nei bambini più grandi e negli adulti, i più piccoli sono più inclini a sviluppare la polmonite, con sintomi come febbre, tosse profonda e un forte affaticamento che durano per settimane.
Per prevenire il contagio si possono adottare le stesse misure di sicurezza adottate con il Covid: detersione delle mani; coprire naso e della bocca quando si tossisce e starnutisce; adottare la mascherina nei luoghi chiusi, almeno nelle aree geografiche dove si è registrato un aumento dei casi di polmonite. Le autorità cinesi, attribuendo il rialzo dei casi proprio alla revoca delle restrizioni anti-Covid, hanno invitato la popolazione, soprattutto la più anziana e le persone fragili, a richiedere la regolare vaccinazione antinfluenzale.

Boom di polmoniti nei bambini in Cina dovute a una combinazione di patogeni noti, tra cui il mycoplasma pneumoniae: cosa sappiamo.
Invio di medicinali in Cina (Getty Images).

Il mycoplasma pneumoniae resiste all’azitromicina, Bassetti spiega perché

Il mycoplasma pneumoniae è un batterio noto, normalmente curato con antibiotici come azitromicina, a cui l’agente patogeno è però resistente. Ciò è dovuto, secondo l’infettivologo Matteo Bassetti, all’uso errato di antibiotici come l’azitromicina durante la pandemia: «Averli utilizzati troppo e male, come è stato fatto da molti senza seguire le evidenze scientifiche, ha permesso di rendere più forti i batteri. In questo caso abbiamo reso più forte un batterio come il mycoplasma pneumoniae su cui, ahimè, nei bambini gli unici antibiotici che si possono utilizzare sono proprio l’azitromicina e in generale i macrolidi. Questi sono i danni fatti da un certo mondo – cure domiciliari, no vax, no vaxismo – e purtroppo questa è la situazione. Però io direi che possiamo stare tranquilli, perché il mycoplasma pneumoniae è un microrganismo che conosciamo e troveremo sicuramente altre armi con cui affrontarlo».

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