Si svolgeranno nella basilica di Santa Giustina, in Prato della Valle a Padova, i funerali di Giulia Cecchettin, la cui data non è ancora stata fissata. La decisione è stata presa mercoledì 22 novembre in accordo tra la Diocesi padovana, la famiglia di Giulia, la parrocchia e l’amministrazione comunale di Saonara (Padova), dove inizialmente era stata decisa la celebrazione.
La decisione per via della grande affluenza attesa
Lo spostamento di sede, si è appreso dal fonti della chiesa padovana, è stato deciso perché per le esequie si prevede un grande afflusso di persone, e la situazione logistica, sia a Saonara che a Vigonovo, potrebbe non garantire la sicurezza e la partecipazione. Santa Giustina è una delle più grandi basiliche del mondo, ed è una chiesa parrocchiale diocesana, sede di una comunità di monaci benedettini.
Filippo Turetta, accusato del femminicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, verrà consegnato alle autorità italiane sabato 25 novembre. Il ragazzo arriverà a Venezia. Lo ha riferito il legale del giovane, Giovanni Caruso.
La partenza da Francoforte è prevista alle 10.45
A occuparsi del trasferimento sarà un aereo dell’Aeronautica militare che partirà alle ore 8.00 da Roma, e arriverà alle 10.00 a Francoforte per prelevarlo. La partenza dallo scalo tedesco è prevista per le 10.45, con destinazione Venezia. L’avvocato Caruso, del foro di Padova, ordinario di Diritto penale all’Università degli studi di Padova, affianca nel collegio difensivo il primo legale, l’avvocato d’ufficio Emanuele Compagno di Dolo.
Licia Ronzulli è stata eletta vicepresidente del Senato con 102 voti favorevoli, 50 schede bianche, cinque nulle e sei ad altri nomi. Il voto è avvenuto a scrutinio segreto, con i senatori chiamati uno alla volta a passare attraverso i cosiddetti catafalchi per esprimere la loro preferenza in aula. Presenti 164 senatori e 163 votanti. La senatrice di Forza Italia, fino a lunedì capogruppo degli azzurri al Senato, è subentrata a Maurizio Gasparri che contemporaneamente si è dimesso dal ruolo, in una staffetta proposta da FI.
L’assemblea rabbinica d’Italia ha criticato papa Francesco. Secondo i rabbini, il Pontefice ha ricevuto in due incontri separati un gruppo di familiari di ostaggi israeliani in mano ad Hamas e un altro di parenti di palestinesi che vivono a Gaza. E questo, per l’assemblea, equivarrebbe a mettere le due comunità sullo stesso piano.
I Rabbini: «Ha accusato entrambe le parti di terrorismo»
Il consiglio dell’assemblea dei Rabbini d’Italia in una nota ha affermato: «Ieri l’incontro del Papa con i parenti degli ostaggi rapiti da Hamas, da tempo richiesto e sempre rinviato, è stato finalmente possibile perché è stato seguito da un incontro con parenti di palestinesi prigionieri in Israele, così come riportato dal Papa, mettendo sullo stesso piano innocenti strappati alle famiglie con persone detenute spesso per atti gravissimi di terrorismo. E subito dopo il Papa ha pubblicamente accusato entrambe le parti di terrorismo. Queste prese di posizione al massimo livello seguono dichiarazioni problematiche di illustri esponenti della Chiesa in cui o non c’è traccia di una condanna dell’aggressione di Hamas oppure, in nome di una supposta imparzialità, si mettono sullo stesso piano aggressore e aggredito. Ci domandiamo a cosa siano serviti decenni di dialogo ebraico cristiano parlando di amicizia e fratellanza se poi, nella realtà, quando c’è chi prova a sterminare gli ebrei invece di ricevere espressioni di vicinanza e comprensione la risposta è quella delle acrobazie diplomatiche, degli equilibrismi e della gelida equidistanza, che sicuramente è distanza ma non è equa».
Zuppi: «Il Papa non mette tutti sullo stesso piano»
Papa Francesco, dopo gli incontri, ha dichiarato: «Loro soffrono tanto e ho sentito come soffrono ambedue: le guerre fanno questo, ma qui siamo andati oltre le guerre, questo non è guerreggiare, questo è terrorismo. Per favore, andiamo avanti per la pace, pregate per la pace, pregate tanto per la pace». E secondo quanto detto dagli israeliani, una delle frasi del Pontefice sarebbe stata: «Il terrore non può giustificare altro terrore». A difenderlo poche ore dopo dalle critiche dei Rabbini è stato il cardinale Matteo Zuppi. Quest’ultimo ha spiegato che il Papa è «attento» e questo non significa «mettere tutti sullo stesso piano».
Sorteggiate le semifinali dei playoff per Euro 2024. L’urna di Nyon ha infatti confermato le ultime sfide che completeranno il quadro delle 24 partecipanti al torneo continentale in Germania, i cui sei gironi saranno estratti sabato 2 dicembre ad Amburgo alle ore 18. Gli spareggi si compongono di altrettante semifinali che consentiranno, al termine del percorso, l’accesso di altre tre nazionali alla competizione. Squadre in campo il 21 marzo 2024 per un match secco a eliminazione diretta, le finali si giocheranno cinque giorni dopo.
Euro 2024, tutti i sei accoppiamenti dei playoff in programma a marzo
Gli spareggi per Euro 2024 si dividono, come detto, in tre tabelloni. Nel playoff A la prima semifinale vedrà la Polonia di Robert Lewandowski contro l’Estonia. La vincente giocherà in casa la finale contro chi prevarrà nella sfida fra il Galles, esclusa a sorpresa durante le qualificazioni, e la Finlandia dell’eterno Teemu Pukki e del “veneziano” Joel Pohjanpalo. Passando al playoff B, l’Ucraina eliminata dall’Italia affronterà in casa – ma in questo caso in campo neutro – la Bosnia Erzegovina dell’ex interista Edin Dzeko. La vincente ospiterà poi la finale contro una fra Israele e Islanda. Definita infine la terza coppia di semifinali valide per il playoff C. La Georgia di Kvicha Kvaratskhelia ospiterà il Lussemburgo. In caso di successo, giocherà in casa anche la finale dove troverà la vincente del match fra Grecia, vincitrice del titolo continentale nel 2004, e il Kazakistan che sogna una storica partecipazione all’Europeo.
Sorteggio dei gironi, Italia in quarta fascia con le vincenti degli spareggi
Le tre nazionali che supereranno gli spareggi verranno inserite nella quarta fascia del sorteggio di Amburgo. Troveranno posto infatti assieme all’Italia campione in carica ma reduce da un cammino con troppi alti e bassi, alla Svizzera – che nella passata edizione si spinse fino ai quarti di finale – e alla Serbia, alla prima partecipazione. Teste di serie di Euro 2024 saranno invece, oltre alla Germania ospitante, Belgio, Francia, Inghilterra, Portogallo e Spagna. Seconda fascia per l’Albania del brasiliano Silvinho e per la Turchia del ct azzurro Vincenzo Montella. Con loro anche Danimarca, Romania (prima nel girone della Svizzera), Austria e Ungheria. In terza fascia invece ci saranno Croazia, Olanda, Repubblica Ceca, Slovenia, Scozia e Slovacchia.
I sondaggi lo avevano anticipato, le urne lo hanno confermato: il Partito per la libertà (Pvv) del leader anti-islam Geert Wilders è la principale forza politica dei Paesi Bassi, con circa il 24 per cento delle preferenze. Dietro di lui un testa a testa – attorno al 15 per cento – tra la lista congiunta verdi-laburisti capitanata da Frans Timmermans e i liberali di destra del premier uscente Mark Rutte, guidati da Dilan Yesilgoz (figlia di rifugiati curdi, ma anti-migranti). Dietro di circa un punto percentuale il Nuovo contratto sociale, fondato dal cristiano-democratico Pieter Omtzigt ad agosto. E adesso che succede?
Ha 37 seggi alla Tweede Kamer: cercasi alleati disperatamente
«Gli elettori hanno parlato e hanno detto che sono stufi», ha dichiarato Wiilders dopo la diffusione dei primi exit poll. «Il Pvv è il partito più grande», ha poi esultato il leader dell’estrema destra. E, chiarendo che la sua formazione «non può più essere ignorata», ha promesso: «Governeremo». Personaggi della destra di tutta Europa, da Marine Le Pen a Matteo Salvini fino a Santiago Abascal, hanno celebrato l’exploit di Wilders. Viktor Orban, si è spinto a dichiarare che «il vento del cambiamento è arrivato». Nonostante il trionfo elettorale, non è detto però che Wilders riesca a raccogliere il sostegno necessario per una coalizione di governo, dato che nessuno degli altri leader smania dalla voglia di averlo come premier.
Congratulazioni all’amico @geertwilderspvv, leader del PVV e storico alleato della Lega, per questa straordinaria vittoria elettorale. Una nuova Europa è possibile: appuntamento domenica 3 dicembre a Firenze. pic.twitter.com/0DnRBG03Cp
Il Pvv ha conquistato 37 seggi nella Tweede Kamer, ossia la camera bassa degli Stati generali dei Paesi Bassi, che ne conta 150: Wilders può governare solo a capo di una maggioranza da 81 seggi con il Partito popolare per la Libertà e la Democrazia e Nuovo contratto sociale. Yesilgoz, pur allineata a Wilders nella volontà di limitare i flussi migratori, alla vigilia del voto ha detto che non lo sosterrà nelle vesti di premier. In precedenza non aveva escluso l’alleanza, nell’ambito di uno scenario che però – evidentemente – vedeva lei nelle vesti di prima ministra. Quanto a Omtzigt, ha fatto il percorso contrario: prima, da buon candidato anti-sistema, ha negato la possibilità di ogni alleanza, figuriamoci con Wilders, poi non ha escluso di far parte di un gabinetto con il Pvv.
L’esempio della Spagna: non è detto che il Pvv vada al governo
La vittoria elettorale dell’ultradestra preoccupa gli avversari. E proprio per questo potrebbe finire fuori dal governo a favore di una coalizione tra socialisti, liberali di varia ispirazione e popolari, centrista con un accenno di spostamento a sinistra, di cui farebbe parte l’alleanza GroenLinks–PvdA di Timmermans. Proprio come è successo in Spagna, dove ha vinto il Partito popolare di Alberto Feijóo, ma al governo è rimasto il leader socialista Pedro Sanchez, che ha ottenuto la fiducia portando dalla sua parte gli indipendentisti catalani. I Paesi Bassi hanno una tradizione di governi di coalizione molto estesi, che richiedono anche mesi per essere definiti. L’ultima volta, per trovare la quadra, a Mark Rutte ne servirono quasi nove: dalle elezioni di metà marzo 2021, l’ex premier riuscì a formare il governo solo nel gennaio del 2022. Ora il rebus è meno intricato e la voglia di escludere Wilders potrebbe accelerare gli accordi. La stabilità beh, quella è un altro paio di maniche.
Lo xenofobo leader del Pvv vive sotto scorta da quasi 20 anni
Detto appunto che non è uno scenario certo e nemmeno così probabile, cosa significherebbe Wilders primo ministro dei Paesi Bassi? Nato nel Limburgo da padre olandese e madre indonesiana, il platinato leader del Pvv ha iniziato la carriera politica nel Vvd proprio come Rutte, venendo eletto deputato nel 1998. Nel 2006 la fondazione del Partito per la libertà, formazione di estrema destra che via via ha raccolto sempre più consensi in un Paese noto per multiculturalità e tolleranza. Wilder vive da quasi 20 anni sotto scorta, a causa di minacce di morte subite dopo incendiarie dichiarazioni anti-islam. Noto per le sue affermazioni contro Corano, moschee e musulmani in generale, è stato condannato per insulto e incitamento alla discriminazione. In campagna elettorale ha moderato i toni, ma resta fermo sul proposito di chiudere le frontiere ai richiedenti asilo.
Dalla “Nexit” allo stop alle armi a Kyiv: le posizioni di Wilders
Per quanto riguarda l’Europa, il passaggio da Rutte a Wilders sarebbe traumatico. Anche per Bruxelles. Il 60enne leader del Pvv è infatti un accesso sostenitore della “Nexit”, cioè dell’uscita dei Paesi Bassi dall’Unione europea. A differenza dei britannici nel 2016, gli elettori olandesi non ne avvertono il bisogno, indicano i sondaggi, ma un governo con a capo Wilders sarebbe un campanello d’allarme per l’Ue. «Un incubo», addirittura, scrive Politico. Con lui al tavolo insieme ad altri leader nazionalisti di destra, le politiche relative a riforme europee, clima, sostegno all’Ucraina, già in atto, diventerebbero davvero oggetto di dibattito e persino di inversione. In fondo, l’Olanda è la quinta economia dell’Ue. Rutte aveva un ruolo pesante in Europa (non solo come “alfiere” dei Paesi frugali) e la guida dell’Olanda va ascoltato. Cosa avrebbe da dire Wilders? Per quanto riguarda le guerre in atto, ha visitato spesso Israele e da adolescente soggiornò per sei mesi in Cisgiordania all’interno di un moshav, ossia una comunità agricola cooperativa istituita dai pionieri sionisti. Per sua stessa ammissione «filosemita», Wilders supporta la soluzione a uno Stato della questione palestinese: da lui arriverebbe appoggio incondizionato a Israele. Per il conflitto in Ucraina, invece, in passato ha elogiato Vladimir Putin, schierandosi contro la russofobia dell’Europa. Ma dall’invasione del 24 febbraio 2022, va detto, ha preso le distanze del Cremlino, definendolo un errore. Tuttavia in uno degli ultimi dibattiti prima delle elezioni ha ribadito di essere contrario all’invio di ulteriori armi a Kyiv.
Il leader dell’ultradestra è scettico sui cambiamenti climatici
«La ragione principale per cui gli elettori hanno sostenuto Wilders in queste elezioni è la sua agenda anti-immigrazione, seguita dalle sue posizioni sulla crisi del costo della vita e sulla sanità», ha detto a Politico Sarah de Lange, docente di Scienze Politiche all’Università di Amsterdam. E c’è anche la questione del clima. Wilder, che ha dipinto le azioni intraprese in tal senso come una forma di tirannia da parte dell’Aia, ha tra i suoi cavalli di battaglia l’abrogazione delle tasse climatiche e gli investimenti in centrali nucleari a a carbone. Ma, come detto, nel suo futuro potrebbe esserci non la leadership dei Pasi Bassi, bensì quella dell’opposizione.
Sergey Mironov, deputato e leader del partito Russia Giusta, avrebbe adottato e cambiato nome a una bambina ucraina di 10 mesi rapita in un orfanotrofio di Kherson nel 2022. La notizia viene riferita dal portale investigativo russo iStories, che mostra documenti dell’adozione in suo possesso. Si tratta del primo caso documentato di adozione di un bambino ucraino da parte di un politico russo di tale rango.
La bambina è stata prelevata da Kherson alla fine di agosto del 2022
Alla fine di agosto del 2022 Inna Varlamova, che dal 2005 lavora nel governo ed è ora moglie di Mironov, è arrivata nella regione di Kherson insieme alla deputata alla Duma di Stato Yana Lantratova, ricostruisce iStories. Le due donne non sono ripartite da sole dal territorio occupato, bensì portando via con loro due bambini, che si trovavano in un orfanotrofio: Margarita Prokopenko, di 10 mesi, e Ilya Vashchenko, di due anni. Una settimana dopo essere partiti dall’Ucraina, i due bambini si sono ritrovati nella regione di Mosca, secondo quanto dimostrato dalla richiesta che il dipartimento del ministero dello Sviluppo Sociale inviato all’orfanotrofio di Kherson all’inizio di settembre 2022 in cui si specifica che i piccoli erano «riconosciuti come bisognosi di sostegno statale».
La piccola ora si chiama Marina Sergeevna Mironova e risulta nata in Russia
Nell’ottobre 2022 il 70enne Mironov si è sposato per la quinta volta, con Varlamova. E il mese successivo il tribunale della città di Podolsk, nell’oblast’ di Mosca, ha esaminato una loro richiesta di adozione. In base ai documenti visionati da iStories, a dicembre Mironov e Varlamova sono infine riusciti ad adottare Margarita Prokopenko appunto, a cui hanno cambiato nome in Marina Sergeevna Mironova, e luogo di nascita, spostandolo dall’Ucraina alla Russia.
Il Partito Democratico perde terreno, arrivando a toccare il record negativo da quando la segretaria è Elly Schlein. Lo evidenzia il calcolo ponderato dei sondaggi nazionali effettuato da Supermedia Agi/Youtrend: il Pd cala di un altro decimo rispetto al rilevamento di due settimane fa e si attesta al 19,3 per cento.
Nell’opposizione picco positivo del M5s
All’opposizione picco positivo del Movimento 5 stelle, che guadagna quattro decimi arrivando al 16,5 per cento. Nell’ex terzo polo: Azione supera il 4 per cento e Italia Viva il 3 per cento, mentre Alleanza Verdi e Sinistra arriva al 3,4 per cento.
Nel centrodestra sorride Forza Italia
Per quanto riguarda la maggioranza di governo, il partito della premier Giorgia Meloni Fratelli d’Italia è ancora saldamente il primo del Paese, con il 28,7 per cento ma in lieve calo. Sorride Forza Italia, che guadagna mezzo punto percentuale avvicinandosi alla Lega, che va su di un decimo fermandosi al 9,1 per cento.
L’avvocato d’ufficio di Filippo Turetta, Emanuele Compagno, si era fatto notare quando, poco dopo il ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin, aveva dichiarato alla stampa che il suo assistito «è un ragazzo buono, che le voleva bene e le faceva i biscotti», e di non credere per questo «a un gesto premeditato» di Turetta. Scandagliando i suoi profili social, sono spuntati altri commenti discutibili dell’avvocato, che spaziano dalla violenza di genere ai migranti, fino alla comunità Lgbtq.
L’avvocato nel 2018: «Uomini vittime di violenza quanto le donne»
Compagno, che si è formato alla scuola per avvocati penalisti Emanuele Battain, oggi ha un suo studio legale a Dolo, nella provincia di Venezia, ed è specializzato nei settori del diritto civile, penale e amministrativo. Tra i diversi post social dell’avvocato che sono emersi, ne risalta uno in particolare del 2018, in cui Compagno ha scritto: «Nella giornata contro la violenza sulle donne è giusto ricordare che le vittime sono da entrambe le parti. È giusto ricordare tutti di fronte alla violenza». Il commento era a corredo di un articolo de il Giornale dal titolo “Allarme maschicidi, gli uomini vittime quanto le donne ma nessuno ne parla”. La contrapposizione tra femminicidi e “maschicidi” è però largamente smentita dalle scienze sociali. La parola femminicidio, infatti, non indica tanto il genere della vittima ma la motivazione per cui viene uccisa, e non ha equivalenti statistici nel caso di donne che uccidono uomini.
«Se una donna è ubriaca è scusata, mentre un uomo no»
Negli altri post dell’avvocato, condivisi sul suo profilo Facebook tra il 2015 e il 2023, sulle donne Compagno ha scritto: «Non capisco cosa ci facciano delle ragazzine vestite da puttane in giro per il paese». Oppure: «Ho assistito ieri ad una scandalosa puntata di Carta Bianca con Bianca Berlinguer in tema di violenza alle donne. La donna veniva trattata come una menomata, come un’incapace. Se ubriaca è scusata. L’alcol è una scusante per la donna, mentre non lo è per l’uomo». Alcuni interventi riguardavano anche le persone migranti e la comunità Lgbtq. In occasione del matrimonio del cantante Valerio Scanu, l’avvocato ha scritto: «Perché scimmiottare una sposa, vestendosi in abito bianco con il velo? È giusto che due uomini si uniscano con l’unione civile, che non è un matrimonio. Ma sempre restando se stessi. È giusto banalizzare l’unione civile trasformandola in una pagliacciata?». E sulla carenza di medici nel sistema sanitario pubblico italiano, ecco la sua posizione: «Mancano i medici. Test di medicina. Uno su 4 passerà. Sì agli immigrati e sì al reddito di cittadinanza. No alle giovani intelligenze. Ecco l’Italia».
A distanza di circa un mese dalla telefonata anonima che che segnalava la presenza di una bomba, giovedì mattina un nuovo allarme è scattato al palazzo di Giustizia di Cagliari. Alle 9,15 circa un’altra telefonata anonima – la precedente era stata sempre di giovedì, il 12 ottobre – ha segnalato la presenza in un ordigno nel Tribunale dove era in programma il Forum con la stampa sugli incidenti stradali in Sardegna, organizzato dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Cagliari, in occasione della ‘Giornata mondiale delle vittime della strada’. Gli accessi sono stati bloccati e sono intervenuti gli artificieri. A quanto si apprende, anche in questo caso si è trattato di un falso allarme.
Il ministro dell’Agricoltura FrancescoLollobrigida, parlando al Forum Coldiretti di Roma, è tornato sul caso del Frecciarossa fatto fermare dal suo entourage eccezionalmente a Ciampino per permettergli di arrivare in tempo a un evento organizzato a Caivano. Lollobrigida ha escluso di dimettersi, come chiesto dalle opposizioni, in quanto ha «agito nella legalità».
Lollobrigida: «Non mi dimetto, stavo andando a lavorare»
«Per quanto è di mia competenza farò tutto quello che è necessario», ha detto Lollobrigida, «non sono mai fuggito al confronto. Sono convinto di aver agito non solo nell’ambito della legalità e della norma ma nell’interesse dello Stato e per rappresentarlo a Caivano. Quella discesa dal treno non era per andare in vacanza o andare a trovare la mia famiglia, ma per andare al lavoro». Sulla richiesta di dimissioni avanzata dalle opposizioni il ministro meloniano ha commentato: «Il vero privilegio è stato quello di stare tra i cittadini di Caivano, dove è valsa la pena stare».
Le giustificazioni di Trenitalia
Trenitalia, finita anch’essa al centro delle polemiche, è intervenuta sul caso Lollobrigida sottolineando che non si tratterebbe di una eccezione. Solo quest’anno, infatti, sono state effettuate 207 le fermate straordinarie anche se, come evidenziato da la Repubblica, in nessun caso è stata imposta una fermata non prevista dal tragitto. Gli stop straordinari sono infatti stati causati da guasti tecnici.
Tajani: «Non c’è stato nessun abuso»
Sul tema è intervenuto anche il leader forzista e ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha escluso un abuso da parte del collega: «Mi pare che le Ferrovie e Lollobrigida abbiano chiarito la vicenda, per me non c’è da far dimettere nessuno. La vicenda è chiarita. Il ministro non stava andando in vacanza con la famiglia ma a Caivano per motivi di servizio. Qui non si tratta di vicende personali, si tratta di una fermata prevista peraltro dalle regole, mi affido alla decisione delle Ferrovie. La fermata era aperta a tutti».
«Vediamo dalle tristissime cronache di questi giorni, dalle terribili notizie di violenza contro le donne, quanto sia urgente educare al rispetto e alla cura: formare uomini capaci di relazioni sane». Lo ha detto Papa Francesco nel corso dell’udienza ai giornalisti cattolici.
Per il Pontefice serve formare l’uomo
«Comunicare è formare l’uomo. Comunicare è formare la società. Non abbandonate il sentiero della formazione: sarà esso a portarvi lontano», ha detto il Pontefice che poi ha aggiunto: «Voi avete la vocazione di ricordare, con uno stile semplice e comprensibile, che, al di là delle notizie e degli scoop, ci sono sempre dei sentimenti, delle storie, delle persone in carne e ossa da rispettare come se fossero i propri parenti».
Monica Leofreddi ha raccontato che mercoledì 22 novembre, al rientro da Milano a Roma, è stata gettata a terra da un van che l’ha colpita in retromarcia mentre attendeva un taxi alla stazione Termini. La conduttrice ha condiviso l’esperienza in un dettagliato post su Instagram, allegando anche le immagini del volto tumefatto.
La conduttrice affida la sua storia ai social
«Voglio raccontarvi la mia debolezza ed il mio sconforto. Stasera di ritorno da Milano ero in attesa del taxi per tornare a casa, lo attendevo poco lontano dalla stazione. Il taxi stava per arrivare, scendo dal marciapiede e lo attendo dietro ad un Van parcheggiato in seconda fila. Ero di spalle con lo sguardo fisso verso la strada .Non mi accorgo che il Van aziona la retromarcia. Mi travolge e mi scaraventa a faccia avanti sull’asfalto». Inizia così il racconto della Leofreddi su Instagram. «Rotolo verso il centro della strada per evitare che il van mi schiacci. Scende l’autista che invece di soccorrermi, comincia ad urlare accusandomi di fingere, urla che non mi aveva investita ma che mi ero buttata! Un altro imbecille urla “È vero! Non ti ha toccata”. Mi sono lentamente rialzata, ero umiliata, ferita non solo fisicamente ma soprattutto psicologicamente. Ho tentato di far valere le mie ragioni ma lui continuava a negare», ha continuato.
La conduttrice non ha potuto fare altro che alzarsi, attendere il suo taxi e andare via: «Io che ogni giorno pontifico su come ci si deve comportare in ogni situazione, in un momento di difficoltà, sono stata solo capace di scoppiare a piangere, non ho preso la targa, ho solo detto “Sei un delinquente vergognati”. Il mio taxi è arrivato. L’ho preso lasciandomi alle spalle il van ed il suo autista irresponsabile. Mi sono sentita fragile, sola, spaventata da tanta inciviltà. Volevo solo tornare a casa. Piangendo ho chiamato mio marito, gli ho confidato la mia frustrazione, la mia resa. Io sempre così forte, a tratti aggressiva mi ritrovavo a piangere in un taxi senza aver saputo proteggere il mio diritto di denunciare l’incidente, la mia dignità. Il tassista mi porge una tavoletta di ghiaccio che aveva nel suo zaino con la cena. È il primo che mi soccorre, mi confida che neanche lui si riconosce più in questo mondo».
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha chiesto alla Cina chiarimenti sull’aumento delle malattie respiratorie che da qualche settimana sta colpendo il Paese. Il primo avviso del picco di influenza è arrivato da ProMed, un sistema che monitora le epidemie in tutto il mondo, che ha emesso una notifica parlando di «polmonite non diagnosticata» nei bambini, con febbre alta e noduli nei polmoni. Successivamente, anche la Commissione sanitaria nazionale di Pechino, in una conferenza stampa del 13 novembre, ha segnalato una crescita dei casi nel Paese.
L’ipotesi dietro al picco dei casi è la revoca delle restrizioni Covid
Le città più colpite sono Pechino e Liaoning. I media cinesi riferiscono di ospedali intasati e di molte classi delle scuole svuotate a causa dei ricoveri. Secondo una prima analisi dell’epidemiologo Eric Feigl-Ding, pubblicata su X, questi casi potrebbero essere riconducibili al Mycoplasma pneumoniae, microrganismo responsabile di patologie che interessano in prevalenza l’apparato respiratorio. L’Oms, in una nota, ha affermato che le autorità cinesi hanno attribuito il rialzo dei casi alla revoca delle restrizioni anti-Covid. Lo scorso inverno anche l’Europa e gli Stati Uniti sono stati colpiti da un’epidemia di virus respiratorio sinciziale nei bambini.
L’Oms e le autorità cinesi stanno monitorando la situazione
L’Oms ha chiesto ufficialmente alla Cina di fornire informazioni dettagliate sull’aumento delle malattie respiratorie e sui focolai di polmonite segnalati nei bambini. Le autorità cinesi hanno sottolineato la necessità di rafforzare la sorveglianza in strutture sanitarie e comunità, nonché di rafforzare la capacità di gestione del sistema sanitario. L’agenzia di Ginevra ha riferito che sono stati segnalati focolai di polmonite non diagnosticata anche nel nord della Cina, e non è chiaro se i casi siano associati all’aumento complessivo delle infezioni respiratorie segnalato in precedenza dalle autorità o si tratti di eventi separati. Per questo motivo, l’Oms ha richiesto ulteriori informazioni epidemiologiche e cliniche, nonché risultati di laboratorio su questi focolai segnalati tra i bambini, attraverso il meccanismo del Regolamento sanitario internazionale.
I dubbi di Burioni
Roberto Burioni su X ha espresso i suoi dubbi circa la misteriosa ondata di polmoniti pediatriche in Cina. «Ho fatto l’errore di fidarmi – titubante – dei cinesi a inizio 2020, non lo ripeterò questa volta», ha scritto. «Le comuni infezioni virali dell’infanzia non causano polmoniti o “noduli polmonari” e ignorate gli “esperti”. Non si sa nulla».
Polmonite bambini in Cina
1) ho fatto l'errore di fidarmi – titubante – dei cinesi a inizio 2020, non lo ripeterò questa volta
2) le comuni infezioni virali dell'infanzia non causano polmoniti o "noduli polmonari"
Jamie Foxx accusato di molestie sessuali. L’attore premio Oscar è stato citato in giudizio da una donna, che ha preferito mantenere l’anonimato, per eventi risalenti al 2015. Contemporaneamente, un’ex modella ha denunciato il frontman dei Guns’n’Roses Axl Rose per averla stuprata nel 1989, trascinandola sul letto come «un uomo delle caverne». Azioni legali contro la star del cinema Cuba Gooding Jr., emessa anche una convocazione per il magnate della musica Jimmy Lovine. Cosa sta accadendo negli States? Come hanno rivelato l’Hollywood Reporter e il New York Post, le cause sono state presentate ai sensi dell’Adult Survivors Act di New York, che aveva aperto una finestra di un anno per presentare denunce di abusi altrimenti vietate dai termini di prescrizione. E il termine ultimo è proprio giovedì 23 novembre. Nella stessa serie rientrano le accuse al rapper Puff Daddy e all’ex Ceo dei Grammy Neil Portnow.
Jamie Foxx e Axl Rose, i dettagli delle denunce depositate a New York
Per quanto riguarda Jamie Foxx, i fatti risalirebbero al 2015 nel Catch di Manhattan, un bar-ristorante della Grande Mela. L’attore avrebbe avvicinato e palpeggiato una donna, che non ha rivelato la sua identità, sul terrazzo del locale durante una serata di gala. Stando all’accusa, le avrebbe infilato le mani nei pantaloni per raggiungere le parti intime. Come riporta il New York Post, le guardie del corpo della star, pur avendo notato l’aggressione, avrebbero fatto finta di nulla per non mettere in cattiva luce l’attore. Jamie Foxx non sarebbe andato oltre, poiché bloccato dall’arrivo sulla scena di un’amica della donna.
Presentata a New York anche una denuncia contro Axl Rose, cantante della rock band Guns’n’Roses. L’ex modella della rivista erotica Penthouse Sheila Kennedy ha accusato l’artista di averla legata e sodomizzata contro la sua volontà nel 1989. Allora 26enne, la ragazza avrebbe incontrato Rose in un club newyorkese e lo avrebbe seguito nel suo albergo per partecipare a un party con champagne e cocaina. Durante la festa, il rocker le avrebbe proposto sesso di gruppo con un’altra modella e l’amico Riki Ratchman, futuro conduttore per Mtv. Di fronte al rifiuto di Kennedy, Rose l’avrebbe presa con la forza, «come un uomo delle caverne», e trascinata sul letto prima di abusare di lei. «La mia carriera e la mia vita sentimentale sono state danneggiate», ha dichiarato Kennedy, cui è stata diagnosticata ansia e una forma di depressione.
Sotto accusa anche Cuba Gooding Jr. e Jimmy Iovine
La scadenza del termine per presentare denunce di abusi sessuali risalenti ad anni orsono ha provocato una serie di azioni legali contro le star dello spettacolo. L’Hollywood Reporter ha confermato l’emissione di una convocazione per Jimmy Iovine, produttore discografico nonché cofondatore delle etichette Interscope Records e Beats by Dr. Dre. Una donna, anche in questo caso protetta dall’anonimato, lo ha accusato di molteplici abusi sessuali nell’agosto 2007, alcuni dei quali avvenuti sempre a New York. In tribunale anche Cuba Gooding Jr., premio Oscar per Jerry Maguire. Jasmine Abbay e Kelsey Harbert hanno infatti denunciato l’attore per «comportamento maligno, intenzionale e oltraggioso». In due locali di New York, l’interprete nel 2019 avrebbe baciato senza consenso la prima, che lavorava come cameriera, e palpato il seno della seconda.
L’industria del gaming si conferma una delle più fiorenti in Europa e Italia. Secondo l’analisi condotta da Bain & Company dal titolo Italian Gaming market: solid foundation and compelling value creation opportunities, il settore presenta un outlook positivo per i prossimi cinque anni, con tassi di crescita superiori al 10 per cento. Questo trend è prevalentemente guidato dall’espansione dell’online e dall’aumento di giocatori digitali e multichannel.
I profili professionali più cercati: spiccano ingegneri e artisti
In base a uno studio condotto dalla società di consulenza, ricerca e selezione del personale Robert Walters, l’Italia conta oltre 20 mila professionisti attivi nel settore del gaming. Per la stragrande maggioranza (circa il 75 per cento) si tratta di maschi. Le figure più ricercate sono i game developer, gli ingegneri del software e gli artisti degli effetti visivi. A queste posizioni si aggiunge un crescente interesse per ruoli come artisti 3D, game designer e artisti concettuali. Questi professionisti sembrano apprezzare particolarmente le aziende che offrono un pacchetto di compensi e benefici accattivante (65 per cento), il supporto aziendale per favorire un equilibrio tra vita personale e professionale (64 per cento), la flessibilità lavorativa (51 per cento) e la presenza di colleghi motivati e ispiratori (39 per cento), tra altri fattori.
Le magistrate Francesca Mariano e Carmen Ruggiero, rispettivamente giudice e sostituto procuratore della Dda del tribunale di Lecce, hanno ricevuto delle nuove minacce di morte dopo che già la scorsa estate erano state destinatarie di missive minatorie spedite dal carcere. Per quei fatti entrambe erano finite sotto scorta e ora, con la nuova offensiva, è stato elevato ancor di più il livello della loro sicurezza personale dal comitato per l’ordine e la sicurezza. Entrando nello specifico dei nuovi fatti, il giudice Francesca Mariano ha ricevuto una lettera di due pagine scritta con il sangue nella quale le sono rivolte delle minacce di morte che includono anche la collega pm.
Il blitz antimafia potrebbe essere la causa delle minacce
Dietro queste ripetute minacce di morte nei confronti delle due magistrate di Lecce potrebbe esserci il blitz antimafia denominato Wolf, con cui il 18 luglio 2023 è stato colpito fortemente il clan mesagnese Lamendola – Cantanna organico alla Sacra corona unita. L’operazione, condotta tra le province di Lecce e Brindisi dalla Dda leccese e dai carabinieri, vedeva la sua genesi nei provvedimenti restrittivi emessi dalla giudice Francesca Mariano su richiesta della sostituto procuratore della Dda del Tribunale di Lecce Carmen Ruggiero.
Gli episodi della scorsa estate
Come detto, non è la prima volta che le due magistrate di Lecce si trovano ad avere a che fare con delle minacce di morte. A settembre 2023 erano state entrambe destinatarie di offensive contenute in una lettera uscita dal carcere, con Carmen Ruggiero che, qualche settimana prima, era stata aggredita con un taglierino da un imputato durante l’interrogatorio. Da queste minacce avrebbe comunque preso le distanze il presunto boss Gianluca Lamendola, arrestato il 18 novembre dopo ben quattro mesi di latitanza.
Giovedì 23 novembre, intorno alle 7.30 del mattino, si è verificato un incidente a Rocca di Papa, ai Castelli Romani che ha coinvolto uno scuolabus con all’interno cinque bambini di 12 anni, un’assistente e l’autista. Il mezzo è finito fuori strada, adagiandosi su un fianco, per cause ancora da accertare. A soccorrere gli scolari e il personale sono state due squadre dei vigili del fuoco in via San Sebastiano. Il bilancio è di tre bambini feriti più l’autista soccorsi dal 118 in codice giallo e trasferiti in ospedale per ulteriori accertamenti. La zona è stata chiusa al traffico per permettere ai carabinieri di indagare sulla dinamica dell’incidente e stabilirne le cause.
Continua la settimana di fuoco che ha al centro X-Factor, le liti tra i giudici e il licenziamento di Morgan. La decisione di allontanarlo, presa congiuntamente da Sky e Fremantle, ha innescato altre pesanti reazioni, con l’ex giudice che a Striscia la notizia aveva rincarato la dose continuando ad attaccare il programma e gli altri suoi colleghi. A questo nuovo attacco ha risposto, sempre tramite il programma di Antonio Ricci, Fedez, secondo il quale la scelta dell’azienda Sky non sarebbe figlia di quanto avvenuto in onda, ma di comportamenti violenti che Morgan avrebbe avuto al termine dello show, ripresi dalle telecamere ma non andati in onda.
I comportamenti di Morgan e i pugni alla porta
Così Fedez a Valerio Staffelli durante la consegna del Tapiro d’oro: «Morgan non è stato mandato via per il “vaffa” ad Ambra, la depressione, il litigio con Dargen o la battuta su Ivan Graziani. Sky è stata costretta a cacciarlo per dei comportamenti gravissimi che ha tenuto nei confronti di altre persone fuori dalla diretta, ma ripresi dalle telecamere». E ancora, sulle accuse rivoltegli da Morgan, secondo il quale il rapper lo avrebbe aggredito verbalmente e fisicamente al termine della quarta puntata di X Factor: «Le affermazioni sono talmente gravi che ho già chiamato Marco (Morgan, ndr): se non smentirà, l’unico modo per far emergere la verità è un’aula di giustizia. Io non ho sfiorato Morgan con un dito e non ho nemmeno tirato pugni al suo camerino. La verità è il contrario».
La cricca di Fedez e il sistema che dominerebbe X Factor
Tra le principali accuse rivolte da Morgan a X Factor ci sarebbe soprattutto quella che riguarda la presunta cricca di personaggi amici di Fedez e delle case discografiche che sarebbero in grado di decidere tutto quello che accade nel programma. Il rapper ha così smentito questa visione: «Mi è stato detto che Morgan sarebbe stato uno dei giudici ad aprile. Io non lo volevo a quel tavolo. Per una serie di motivi, che vanno dai carichi pendenti che ha, molto gravi, dal comportamento poco professionale che ha dimostrato negli anni». Fedez ha lanciato poi una nuova bomba: «E anche per gli atteggiamenti aggressivi e violenti che ha avuto nelle passate edizioni nei confronti di alcune lavoratrici di Sky. Lui è stato mandato via quando avevo 23 anni per questo». Queste le frasi utilizzate per sottolineare come lui non centri nulla nelle scelte di Sky, che ha «preso la decisione e ci ha fatto passare un po’ come se fossimo conniventi. Ma nessuno ci aveva chiesto se fossimo d’accordo. Il badile ci è venuto in faccia. Ad oggi sembra che il Licio Gelli Fedez e la P2 Dargen, Ambra e Michielin hanno deciso di mandarlo via».
«Morgan mandato via per altro»
Fedez a Striscia la notizia ha anche sottolineato che «Morgan non è stato mandato via per le cose viste in video», ma che la decisione sia arrivata «per cose che sono state dette off diretta ma non off camera, molto, molto gravi e violente, che riguardano non me». Poi il rapper ha invitato Striscia ad andare dai vertici di Sky per farsi raccontare cosa c’è in questi filmati, in quanto ci sarebbero «altre cose rispetto a quelle che dice lui (Morgan,ndr). Sky sapeva che Morgan era così e che sarebbe finita così: non voleva cacciarlo, è stata costretta perché sono successe cose gravissime». L’azienda televisiva, da parte sua, ha fatto sapere che non ci siano altre immagini tenute nascoste, anche se nella puntata del 23 novembre verranno messi in onda dei materiali inediti relativi alla scorsa settimana.
La controreplica di Morgan: «Fedez ha paura di morire»
Morgan, nel frattempo, continua con i suoi attacchi al format e ai suoi ex colleghi giudici. Nella chat che ha creato con alcuni giornalisti per il lancio del suo nuovo disco, ha scritto messaggi del tipo: «Hanno affidato gli Astromare ad Ambra? Così qualcuno le insegna il do maggiore». E poi, per replicare a Fedez: «Sei un ragazzo di 33 anni a cui importa solo dei soldi, perché non hai altri interessi. Sono io che ti dovrei denunciare». A questa frase ha fatto seguito un altro messaggio: «Fedez è un ragazzo, dice cose da ragazzo. Ha paura di morire perché ha una grave malattia che lo attanaglia, è sull’orlo dell’abisso per una condizione di umore che gli ha tolto la vitalità. Comprendo le sue debolezze… a loro stavo sui c… perché li facevo sentire ignoranti, ma giuro che non era mia intenzione. Ho sempre abbassato il livello dei miei interventi perché fossero il più possibile comprensibili anche da loro».
Un medico di base di 43 anni è agli arresti domiciliari per violenza sessuale su una paziente. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal Gip del Tribunale di Busto Arsizio (Varese). Lo riporta il quotidiano La Prealpina. I fatti contestati risalgono a un mese fa.
Nel computer 2800 immagini
La giovane paziente incinta si sarebbe rivolta al medico per chiedere la certificazione di alcuni mesi di malattia. La donna si era recata nello studio medico insieme alla figlia minorenne del compagno. Il dottore, invece di visitarla – questo il racconto della donna – l’ha molestata. Una volta sfuggita all’aggressione la giovane ha denunciato l’accaduto ai carabinieri. La procura ha disposto il sequestro dei tre telefonini e del pc del professionista e nel computer gli inquirenti hanno trovato una cartella dove, oltre ad una foto scattata alla ragazza, c’erano altre 2800 immagini: di queste una cinquantina realizzate nello studio del dottore ad altrettanti pazienti. Per il professionista è la seconda denuncia per molestie ad una paziente.