L’atteso concerto di Taylor Swift a Buenos Aires andato in scena il 9 novembre è stato anche palco di slogan contro il candidato ultraliberista alle presidenziali del 19 novembre in Argentina Javier Milei. «Noi Swifties (come si definiscono i fan della pop star) non votiamo per Milei», si leggeva su alcuni cartelloni che hanno tappezzato i dintorni dello stadio del River Plate, nel nord della capitale, dove si è svolto il primo dei tre show della cantante. Venerdì 10 e sabato 11 le repliche. Il ragionamento è semplice: Milei ammira Donald Trump, mentre l’artista americana non ama l’ex presidente degli Usa.
“Me alegra mucho poder estar por primera vez en este país, y sinceramente era lo que esperaba. Este 19 de noviembre NO ROMPAN EL PACTO DEMOCRÁTICO QUE HAN CONSTRUIDO DESDE 1983. NO A MILEI” Taylor Swift en su primer shown en BUENOS AIRES. pic.twitter.com/75Gnq9XSpI
Per i fan di Taylor Swift il partito di Milei rappresenta la destra antidemocratica
Di qui la politicizzazione di molti ammiratori argentini di Swift, che in un comunicato sui social hanno definito il partito di Milei «di destra antidemocratica» e invitato a non votarlo al ballottaggio contro il candidato peronista Sergio Massa. Non tutti i “swifties” però la pensano allo stesso modo. «Taylor si è espressa contro Trump perché è razzista e omofobo, ma in Argentina la storia è più complicata», ha detto la 27enne Malena, esperta di social, rivelando che voterà per Milei perché «non è possibile ammazzarsi di lavoro e avere a malapena i soldi per comprare il biglietto d’ingresso».
Nel Sud del Giappone, l’eruzione di un vulcano sottomarino dell’arcipelago Ogasawara ha creato una piccola isola composta principalmente da pietra pomice. Si tratta di un fenomeno molto raro. L’atollo che si è generato a seguito della prolungata attività del vulcano, iniziata lo scorso 21 ottobre a circa un chilometro dalla costa meridionale di Iwo Jima. Le rocce e le ceneri del vulcano, accumulandosi sul fondale marino poco profondo, sono arrivate in superficie costituendo un isolotto, del diametro di circa due chilometri e un altezza di 20 metri sopra il livello del mare.
L’eruzione del vulcano Giappone ha creato una piccola isola (X).
L’isola potrebbe sparire oppure continuare ad estendersi
Quanto sta avvenendo in Giappone è considerato dai vulcanologi un fenomeno molto raro, soprattutto in aree contraddistinte da un’attività molto intensa dei vulcani come è quella della cintura di fuoco dell’Oceano Pacifico. L’isola generata dall’eruzione, tuttavia, potrebbe avere vita molto breve, almeno stando al parare dell’analista della divisione vulcanica della Japan Meteorological Agency, Yu ji Usui. Secondo quest’ultimo, nel momento in cui cesserà l’eruzione, l’area dell’isola smetterà di crescere e, inoltre, tenderà a restringersi. Entrando più nello specifico, l’assenza di nuove ceneri e pietre e le onde del mare porteranno l’atollo, che è molto friabile, allo smembramento. Più ottimista Setsuya Nakad, professore emerito di vulcanologia presso l’Università di Tokyo, che al Japan Times ha spiegato che la nuova isola potrebbe resistere. Il professore cita anche il caso di un’altra isola di origine vulcanica che si è fusa, nel 2013, con Nishinoshima.
Secondo quanto emerso dall’ultima versione del documento di lavoro preparato dalla presidenza spagnola dell’Ue, nel corso del Consiglio di economia e finanza che si è tenuto a Bruxelles giovedì 9 novembre, l’ipotesi sui tempi per la riduzione minima del debito prevista per i Paesi che sforano il 60 per cento del Pil si fa meno stringente. Nella trattativa sul nuovo Patto di stabilità Ue, a determinare la volta è stata la proposta danese, che, come riporta l’Ansa, prevede come salvaguardia il calo del debito nei 4 anni dopo il periodo di aggiustamento (4 anni estendibili a 7 che diventano 8 estendibili a 11).
Comparto vídeo resumen de las intensas reuniones del en #Bruselas bajo Presidencia española #EU2023ES.
Durante la conferenza stampa al termine dell’Ecofin, la ministra spagnola Nadia Calvino ha dichiarato: «Quello che abbiamo sentito oggi è un impegno molto forte ad adottare le nuove regole e un appello da parte di tutte le istituzioni» a trovare un accordo, escludendo che ci siano dei Paesi che nell’attuale trattativa sul Patto di stabilità preferirebbero un ritorno alle vecchie regole nonostante le ipotesi di ulteriori salvaguardie sul deficit. Sulla riforma del Patto di stabilità, ha concluso la ministra, «è giunto il momento di arrivare a una proposta legislativa: la presidenza spagnola ha presentato un testo di compromesso che include i contributi di tutti i Paesi membri degli ultimi mesi in modo di poter gettare le fondamenta di un nuovo quadro che possa dare stabilità e fiducia ai mercati e alla popolazione europea. La presidenza condividerà e presenterà nei prossimi giorni un progetto di testo giuridico in modo da poter concludere questo orientamento generale nella riunione dell’Ecofin di dicembre» e per «poter conseguire questo obiettivo probabilmente sarà organizzato un Ecofin straordinario a novembre».
Die Wettbewerbsfähigkeit von Industrie und Mittelstand ist gleichermaßen wichtig. Deshalb reduzieren wir mit einer marktwirtschaftlichen Lösung die Belastung von Produktionsbetrieben durch eine #Stromsteuer-Senkung auf -Minimum. Alles im Rahmen der Schuldenbremse. CL
Per il vicepresidente della Banca centrale europea Luis De Guindos, l’accordo sulla revisione della governance economica europea «è fondamentale per poter mandare un messaggio di stabilità ai mercati. E ancora: «Accogliamo con favore i progressi realizzati per giungere al compromesso su questo fascicolo così rilevante». In conclusione serve «un quadro credibile che offra sostenibilità di bilancio e che permette ulteriori riforme e investimenti». Per il ministro tedesco Christian Lindner «è generalmente riconosciuto che abbiamo bisogno di una linea di sicurezza per ridurre il debito nazionale e che sui deficit di bilancio annuali occorre avere alcune considerazioni specifiche». In merito al documento della presidenza spagnola dell’Ue, il ministro tedesco ha sottolineato che «c’è ancora molto lavoro da fare perché, anche se gli effetti degli strumenti sono stati riconosciuti, è ovviamente una questione di loro calibrazione e di come vengono effettivamente supportati con numeri e requisiti. Il mio ottimismo è cresciuto riguardo al fatto che quest’anno riusciremo a raggiungere un accordo politico».
La posizionde della Francia
Il ministro francese Bruno Le Maire, nel suo intervento davanti ai giornalisti a margine della riunione, si è così espresso: «Stiamo lavorando a stretto contatto con la Germania per cercare di trovare un accordo franco-tedesco: il ministro Lindner è stato a Parigi all’inizio della settimana, abbiamo avuto discussioni approfondite, i nostri team tecnici continuano a lavorare a stretto contatto e nei prossimi giorni andrò a Berlino per cercare di progredire su un accordo franco-tedesco su questi nuovi regole del Patto di stabilità e crescita».
Gentiloni: «Essenziale l’accordo sulle regole fiscali»
Il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, appellandosi alle difficili prospettive economiche dell’Ue, ha spiegato che «Raggiungere un accordo sulle regole fiscali è essenziale per quello che viene chiamato atterraggio morbido, ma anche per dare certezza ai mercati finanziari e perché nella prospettiva dell’economia europea abbiamo bisogno di stabilità sul debito pubblico e della possibilità di sostenere la crescita e gli investimenti». Secondo quanto appreso da fonti del Mef, nella riforma del Patto di Stabilità, Roma non teme l’idea che vengano inserite delle salvaguardie per il calo medio annuo del debito, purché siano su valori sostenibili e credibili. L’Italia tuttavia, rispetto a ipotesi di revisione penalizzanti e che prevedano ulteriori parametri di calo del deficit sotto il 3 per cento del Pil, non teme il ritorno alle regole fiscali attualmente sospese con la clausola di salvaguardia.
È stato fermato in Francia l’autore delle stelle di Davidcomparse nei giorni scorsi su alcuni muri di case e negozi di Parigi. A realizzarle è stato Anatoli Prizenko, cittadino moldavo di 48 anni, che ha giustificato il suo operato dicendo che si è trattato di un atto in sostegno agli ebrei che vivono in Europa e a Parigi. Non ci sarebbe dunque un intento antisemita nelle stelle di David lasciate sui muri, ma solo la volontà di esprimere solidarietà alle persone di religione ebraica. Sul caso saranno fatti ulteriori approfondimenti da parte delle autorità competenti che, dal momento in cui è scoppiato il nuovo conflitto tra Hamas e Israele, hanno elevato al massimo i livelli di guardia contro la minaccia antisemita.
Prizenko dice di aver agito insieme alla comunità Lo scudo di David
«Ho parlato con una persona. Mi ha detto: Puoi trovare due persone attive per realizzare questa operazione? Ho risposto: Sì, ok, ne troverò, non hanno paura di farlo. Questa persona mi ha detto che era un’azione legale», ha detto Anatoli Prizenko agli inquirenti. Spiegando poi che la sua operazione è stata organizzata insieme a una organizzazione della comunità ebraica europea, Lo scudo di David.
La stella di David accostata alla svastica a Roma
Stelle di David equiparate alla svastica sono apparse anche nel centro di Roma. La prima è stata scoperta la mattina di giovedì 9 novembre in piazza delle Cinque Scole, nello storico quartiere ebraico. Solo la prima di una serie di scritte individuate dalla Comunità ebraica e dai carabinieri. Altre svastiche sono state individuate nella zona del Ghetto. «Un atto ignobile», ha commentato il sindaco Roberto Gualtieri, «che sfregia la memoria e offende tutta Roma».
Inaccettabili le scritte nazifasciste apparse in alcuni muri della nostra città. Un atto ignobile che condanniamo, che sfregia la memoria e offende tutta #Roma. Si sta procedendo all'immediata rimozione. Non lasciamo spazio all’odio antisemita e a qualsiasi forma di intolleranza.
Simona Ventura, storica conduttrice, è tornata alla ribalta in tivù, ma anche la sua vita privata splende. Intervistata dal settimanale Gente, ha raccontato gli esordi, il suo percorso in televisione, il periodo lontano da essa ma soprattutto il rapporto con la famiglia e l’amore con Giovanni Terzi, che sposerà nel 2024.
Simona Ventura racconta il periodo lontano dalla tivù
Il sabato sera la conduttrice è su Rai 1 in gara a Ballando con le stelle, mentre la domenica mattina su Rai 2 con Citofonare Rai2 assieme alla sua amica Paola Perego. Una super Simona che ha ritrovato spazio in tivù dopo un periodo di fermo: «È il risultato di un percorso iniziato nel 2019 che desideravo e che mi dà stimoli, emozioni, energia. Avevo successo, lavoravo molto, sempre. Ma, nonostante tutto, mi accorgevo di essere infelice, mi mancava qualcosa. Non riuscivo a dedicare abbastanza tempo ai figli, non tanto quanto meritassero e avrei voluto. Avevo bisogno di fermarmi e ho lasciato».
L’amore con Giovanni Terzi e le nozze nel 2024
Nonostante gli alti e bassi della sua carriera, accanto a lei dal 2018 c’è Giovanni Terzi, come lo definisce lei «il vero amore». Simona non si è risparmiata e ha ringraziato il suo compagno per essere così presente nella sua vita: «Anche l’amore di Giovanni mi ha fatta cambiare, è vero. Lui è un uomo solido, risolto, ha tirato fuori la mia vera essenza, mi ha dato il tempo di rinascere come donna. Mi sostiene e parteggia per me, come io per lui, non è mai in competizione. Dopo cinque anni abbiamo una complicità totale, condividiamo e ci diciamo tutto. Con lui ho ritrovato la felicità e anche il rapporto con mia sorella e i miei genitori». I due si sposeranno l’anno prossimo: «Accadrà nel 2024, ma non voglio dire altro perché tutte le volte che lo annunciamo succedono cataclismi. Il prossimo anno sarà speciale, ci sono già un po’ di date da festeggiare: i 60 anni di nozze dei miei, i 18 di Caterina, i 60 di Giovanni».
Com’era prevedibile, è finita a carte bollate. E con un nome di prestigio coinvolto. C’è un nuovo capitolo nella vicenda di Francesca Mariotti, ormai ex direttrice generale di Confindustria che si era messa di traverso sul licenziamento con buonuscita della capa della Comunicazione Alessia Magistroni. Proprio questo ostruzionismo aveva provocato un virulento scontro col presidente del sindacato degli imprenditori, Carlo Bonomi, che infatti l’ha prontamente sostituita con Raffaele Langella, ex ambasciatore italiano a Singapore. Mariotti nel frattempo è stata messa «a disposizione» dal capo del personale. Ma ha subito risposto con la sua contromossa. E cioè intentare una causa a Confindustria, affidandosi nientemeno che a Pietro Ichino, uno degli avvocati giuslavoristi più di grido del panorama legale, nonché ex deputato indipendente eletto nel Partito comunista italiano dal 1979 al 1983 e, più di recente, senatore del Partito democratico dal 2008 al 2013. Ora avrà il compito di tutelare Mariotti. Un’altra grana interna per Bonomi nel tratto finale del suo mandato da presidente.
Carlo Bonomi e Francesca Mariotti (Imagoeconomica).
Barbara Ronchi, nata a Roma il 22 giugno 1982, è un’attrice italiana. Nella sua carriera ha vinto un David di Donatello come migliore attrice protagonista per il film Settembre, di Giulia Steigerwalt (2023) e un Nastro d’argento come miglior attrice protagonista per Rapito, di Marco Bellocchio (2023). Per lo stesso film ha vinto anche un Ciak d’oro come miglior attrice protagonista.
Barbara Ronchi: biografia e carriera
Dopo la laurea triennale in Scienze storiche e archeologiche presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza, Ronchi ha deciso di sostenere l’esame per l’Accademia nazionale d’arte drammatica, dove si è diplomata nel 2009. Il suo esordio al cinema è avvenuto nel 2013 con il film Miele, per la regia di Valeria Golino. Nel 2016 è poi stata scelta da Marco Bellocchio per il film Fai bei sogni, presentato in apertura al Festival di Cannes 2016 nella sezione Quinzaine des Réalisateurs. Successivamente l’attrice ha preso parte al cast de Gli sdraiati di Francesca Archibugi (2017). Fra i film in cui ha recitato ci sono anche Non sono un assassino, di Andrea Zaccariello (2019), Domani è un altro giorno, diretto da Simone Spada (2019), Tornare, di Cristina Comencini (2019) e Sole, di Carlo Sironi (2019).
Barbara Ronchi e il compagno Alessandro Tedeschi (Instagram).
Nel 2020 è stata la protagonista del film di Claudio Noce Padrenostro che è stato presentato in concorso alla 77ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Nello stesso anno è anche entrata a far parte della serie tv Luna nera in onda su Netflix. È tornata alla Mostra di Venezia nel 2021 con il film Mondocane, diretto da Alessandro Celli, mentre sul piccolo schermo ha preso parte alla serie Imma Tataranni – Sostituto procuratore, regia di Francesco Amato (2019-in corso). Nel 2022 ha recitato nella fiction Vostro onore ed è stata la protagonista dell’esordio alla regia di Tommaso Paradiso nel film Sulle nuvole. In televisione, l’attrice ha preso parte anche a serie come Maltese – Il romanzo del Commissario, regia di Gianluca Maria Tavarelli (2017) e Romanzo famigliare, regia di Marco Messeri – serie TV (2018).
Barbara Ronchi: la vita privata
L’attrice è legata al collega Alessandro Tedeschi. I due convivono a Roma, insieme al loro figlio, Giovanni, nato nel 2018. La coppia non ama stare sotto i riflettori né parlare della propria vita privata.
Andrea Sartoretti, nato a New York il 9 ottobre 1971, è un attore italiano e statunitense. Ha vinto un Nastro d’argento nel 2017 come premio speciale per l’interpretazione nel film Monte di Amir Naderi.
Andrea Sartoretti: biografia e carriera
L’attore è cresciuto in Francia e poi si è stabilito a Roma con la famiglia. Nel 1998 è stato protagonista del film Piccole anime, di Giacomo Ciarrapico, e sempre con lo stesso regista ha recitato anche nella pellicola Eccomi qua nel 2003. Nel 2005 è tornato a essere protagonista nel film Passo a due, regia di Andrea Barzini, seguito da una sua piccola comparsa nel film internazionale Mission: Impossible III per la regia di J. J. Abrams nel 2006. In televisione è ricordato per aver preso parte alle tre stagioni della serie tv Boris (2007-2010), ma anche per aver recitato nelle due stagioni di Romanzo criminale – La serie, per la regia di Stefano Sollima (2008-2010). Sempre per la regia di questo regista, nel 2012 è ritornato al cinema con il film ACAB – All Cops Are Bastards. Dal 2012 al 2013 è stato tra i protagonisti della quarta e quinta stagione della serie tv Squadra antimafia – Palermo oggi dove interpreta il ruolo del mafioso Dante Mezzanotte.
Andrea Sartoretti al Festival del Cinema di Roma nel 2023 (Getty Images).
Nel 2014 è stato impegnato nelle riprese della miniserie tv Il bosco, per la regia di Eros Puglielli, ed è ritornato al cinema nella commedia Ogni maledetto Natale di Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca Vendruscolo (2014), seguito dai film Nevermind, regia di Eros Puglielli (2018), A Tor Bella Monaca non piove mai, regia di Marco Bocci (2019), Figli, regia di Giuseppe Bonito (2020) e Il principe di Roma, regia di Edoardo Falcone (2022). Nel 2018, per la televisione, ha recitato accanto a Virginia Raffaele nelle serie umoristica Come quando fuori piove diretta da Fabio Mollo.
Andrea Sartoretti: la vita privata
L’attore è una persona molto riservata e della sua vita privata non si sa molto. Pare che sia sposato con una donna di nome Emanuela.
Punta a chiedere una perizia psichiatricala difesa di Alessandro Impagnatiello, per il quale, il prossimo 18 gennaio, inizierà il processo in cui rischia l’ergastolo, per l’omicidio di Giulia Tramontano, la fidanzata incinta al settimo mese uccisa con 37 coltellate nella loro abitazione di Senago, nel Milanese, lo scorso 27 maggio. Mentre i legali dell’imputato stanno anche valutando un eventuale percorso di giustizia riparativa, previsto, come da riforma Cartabia, per tutti i condannati.
Sarà il Centro per la giustizia di Milano a dare il via libera al percorso di giustizia riparativa
L’avvocato Giulia Geradini, che assiste il 30enne assieme alla collega Samanta Barbaglia, ha spiegato: «Non parliamo ora di giustizia riparativa, però, deve ancora iniziare il processo». La difesa chiarisce che la giustizia riparativa – forma di risoluzione del conflitto e riparazione del danno con programmi di mediazione, del tutto sganciata dal procedimento penale e a cui le parti offese non devono necessariamente partecipare – è una possibilità per tutti i condannati. Tanto che il gip di Milano Angelo Minerva con formula standard, ha indicato, come previsto, questa “facoltà” per Impagnatiello nel decreto di giudizio immediato emesso due giorni fa. La difesa, come chiarito, valuterà pure questa possibilità e semmai ne farà richiesta ai giudici della Corte d’Assise o più avanti ancora nel corso del procedimento. Sarà, poi, nel caso il Centro per la giustizia riparativa del Comune di Milano a dover dare il via libera definitivo al programma, se ne individuerà uno adatto per il 30enne. Intanto la difesa ha spiegato che si sta muovendo e sta valutando di presentare una richiesta di perizia psichiatrica nel processo per valutare la capacità di intendere e volere del giovane al momento dei fatti. Istanza che potrebbe far leva su consulenze difensive portate avanti in questi mesi. Una delle possibilità per la difesa del giovane teoricamente è anche quella di far acquisire tutti gli atti, rinunciando a sentire i testi in aula, in una sorta di abbreviato di fatto.
A differenza di quanto accaduto nel 2022, Vladimir Putin terrà regolarmente la tradizionale conferenza stampa di fine anno, che era stata cancellata, e anche il discorso alla Nazione, che era stato invece posticipato a febbraio del 2023. Come ha spiegato il Cremlino, il programma televisivo Linea Diretta con Vladimir Putin, durante il quale lo zar risponde ai cittadini su questioni di politica, economia e attualità, verrà accorpato alla conferenza stampa.
Vladimir Putin (Getty Images).
Linea Diretta con Vladimir Putin verrà accorpato alla conferenza stampa
A fine 2022, dunque, Linea Diretta con Vladimir Putin farà parte di un unico nuovo format insieme con la conferenza stampa. C’è già una data fissata, che verrà annunciata «a tempo debito», ha spiegato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Lanciato per la prima volta nel 2001, lo show ha l’obiettivo di proiettare un’immagine del presidente russo (è esistito anche Parla con Dmitry Medvedev) come un “capo risolutore di problemi”, mentre affronta personalmente domande e lamentele dei cittadini (spesso relative all’amministrazione pubblica), poste tramite telefonate, sms, e-mail e videochiamate.
Gli scienziati hanno filmato per la prima volta l’echidna “perduto” di Attenborough, un antico mammifero dal becco lungo che prende il nome del celebre naturalista inglese Sir David Attenborough, dimostrando che non è estinto come si temeva.
L’unica prova della sua esistenza era un reperto fossile in un museo
L’echidna è l’unico mammifero, insieme all’ornitorinco, che depone le uova. Fa parte della famiglia dei Tachiglossidi, inclusi assieme agli Ornitorinchidi nell’ordine dei Monotremi. È stato avvistato durante una spedizione in Indonesia guidata da ricercatori dell’Università di Oxford, che hanno registrato quattro clip di tre secondi del piccolo animale. Si pensa che gli echidna siano emersi circa 200 milioni di anni fa, quando i dinosauri popolavano la Terra. Fino a questa scoperta, l’unica prova dell’esistenza di questa specie era un esemplare fossile museale in Olanda di un echidna morto da decenni. «Ero euforico, l’intera squadra era euforica», ha detto il dottor James Kempton alla Bbc News commentando il momento in cui ha avvistato l’echidna nelle riprese della telecamera. Il dottor Kempton ha guidato un team multinazionale nella spedizione durata un mese che ha attraversato tratti precedentemente inesplorati dei Monti Ciclopi, un aspro habitat della foresta pluviale a 2 mila metri sul livello del mare.
Attenborough's long-beaked echidna, lost to science since 1961, has been rediscovered!
The team battled leeches, malaria, and >11,000m of climbing in the Cyclops Mountains to capture the first ever images of the species
La difficile spedizione sugli inospitali Monti Ciclopi
Precedenti spedizioni sui Monti Ciclopi avevano individuato dei segni lasciati dai nasi appuntiti degli echidna nel terreno, insospettendo gli scienziati in merito alla sua effettiva estinzione. Ma fino a oggi non si era ancora riusciti ad accedere alle zone più remote della regione. I Monti Ciclopi sono infatti ripidi e pericolosi da esplorare e, per raggiungere le quote dove si trovano gli echidna, gli scienziati hanno dovuto scalare dei percorsi con scogliere a strapiombo su entrambi i lati, spesso investiti dalle piogge e da piccoli terremoti. «Scivoli dappertutto e ti ricopri di graffi e tagli. Sai che ci sono animali velenosi intorno a te, serpenti pericolosi come la vipera della morte», ha raccontato il dottor Kempton alla Bbc.
Buone notizie per tutti gli affezionati telespettatori di Blanca. La fiction Rai con protagonisti Maria Chiara Giannettae Giuseppe Zeno proseguirà con una terza stagione, come confermato da uno degli sceneggiatori della serie.
Blanca, confermata la terza stagione
Intervistato da Fanpage, Francesco Arlanch ha avuto l’occasione di fare chiarezza sugli ultimi sviluppi della trama e su quello che i fan della fiction potranno aspettarsi dai nuovi episodi, per i quali inizierà a breve la scrittura e che saranno girati a partire da fine 2024. Arlanch, che ha lavorato alla sceneggiatura con Mario Ruggeri, Luisa Cotta Ramosino e Lea Tafuri, ha dichiarato: «Tutte le domande nate nella seconda stagione avranno una risposta. Scopriremo chi è davvero Polibomber, che legame c’è tra lui e Nadia. Blanca dovrà affrontare la madre a più livelli. Dovrà capire come gestire il suo doppio gioco e che donna vuole essere. Se nella prima stagione abbiamo raccontato come Blanca riuscisse a guadagnare un’autonomia professionale e umana, nella seconda stagione abbiamo mostrato che quando ci si lega a qualcuno, che sia Sebastiano, Michele Liguori o la figlia adottiva Lucia, l’autonomia entra in crisi. Quando metti il tuo cuore in mano ad un altro, tutto diventa complicato».
Lo sceneggiatore ha anche avuto modo di anticipare che i prossimi sei episodi di Blanca andranno in onda nell’autunno del 2025, senza però concedersi troppi spoiler sulla trama («Di certo vogliamo trovare qualcosa che sia sorprendente e umanamente ricco come la prima e la seconda stagione»). Rispetto al processo di scrittura, ha aggiunto: «Come si fa in queste serie, verrà aperta una writers’ room, un gruppo di lavoro con me e Mario Ruggeri come head writer». E sul personaggio di Michele Liguori ha precisato: «Giuseppe Zeno ha fatto un lavoro straordinario e si è confermato un co-protagonista perfetto. Quanto al suo personaggio, al momento, non posso dire molto».
Otto mesi di reclusione. È la condanna chiesta dalla procura di Torino per Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera dei deputati, e per altre due persone processate del capoluogo piemontese per un presunto falso elettorale. Il pubblico ministero Gianfranco Colace ha specificato che si tratta del «minimo della pena». La vicenda si riferisce alle elezioni comunali a Moncalieri (provincia di Torino) del 2020, quando dall’elenco dei candidati fu depennato il nome di un ex di Forza Italia appena approdato alla Lega.
Riccardo Molinari (Imagoeconomica).
Molinari è accusato di aver manomesso la lista elettorale, escludendo il candidato Stefano Zacà
Molinari è accusato di aver manomesso la lista elettorale, in concorso con un altro parlamentare leghista, Alessandro Manuel Benvenuto, e al militante del Carroccio Fabrizio Bruno, cancellando il nome sgradito di Stefano Zacà – storico esponente locale di Forza Italia che aveva deciso di candidarsi con la Lega – prima che venisse depositata, ma dopo che erano state apposte le firme degli elettori.
Il campo largo prova a contrastare il centrodestra nelle prossime Elezioni Regionali in Sardegna candidando AlessandraTodde, attuale deputata del MoVimento 5 Stelle di cui è anche vicepresidente dal 2021. Una scelta di primo piano dunque, visto il curriculum della pentastellata che ha ricoperto i ruoli di sottosegretaria di Stato al ministero dello Sviluppo economico nel governo Conte II e quello di viceministra dello Sviluppo economico nell’esecutivo di Mario Draghi. A sostegno di Todde c’è, naturalmente, il M5S così come il Partito democratico, mentre va registrato il mancato assenso da parte degli indipendenti di Liberu, di +Europa e dei Progressisti dell’ex sindaco di Cagliari Massimo Zedda.
Contro la candidatura di Todde Liberu, +Europa, i Progressisti di Zedda e Base Sardegna
I no alla candidatura di Alessandra Todde nelle Regionali in Sardegna sono arrivati per una mancata condivisione del metodo adottato per la sua scelta. Liberu, +Europa, i Progressisti di Massimo Zedda, ex sindaco di Cagliari,così come Base Sardegna dell’ex deputato di Centro democratico Roberto Capelli, lamentano una selezione imposta dall’alto, da Pd e M5S, con un accordo che sarebbe stato raggiunto a Roma solo da Elly Schlein e Giuseppe Conte senza il coinvolgimento di tutte le forze che, potenzialmente, potrebbero convivere nel campo largo. Questa versione è stata più volte smentita dai democratici e dai pentastellati.
Elly Schlein e Giuseppe Conte, segretari di Pd e M5S (Imagoeconomica).
I Progressisti potrebbero candidare Renato Soru
Fatto sta, però, che i Progressisti potrebbero scegliere di supportare un’altra candidatura, quella dell’ex presidente della Regione ed ex segretario dem sardo Renato Soru che, nei mesi scorsi, aveva chiesto delle primarie per la scelta di un candidato comune. Alle stesse avrebbe potuto prendere parte anche il sindaco di Quartu Sant’Elena, Graziano Milia del Pd. «Constatiamo il restringimento del perimetro del campo, sempre meno largo e sempre più conflittuale, esternamente ed internamente alle forze politiche che lo compongono. Non accorgersi di questo sarebbe miope e sbagliato», hanno commentato i Progressisti.
Massimo Zedda.
Todde: «Dobbiamo ricucire, le destre si battono con la massima compattezza»
Il campo è, dunque, largo solo in parte, con la solita lotta interna che potrebbe penalizzare tutte le candidature di centrosinistra. Ne è convinta anche Todde che subito dopo l’annuncio della sua candidatura ha sottolineato la necessità di unità e compattezzaper battere le destre. «Sono emozionata, sono contenta, credo che oggi sia un giorno fondamentale per proseguire con questo campo progressista», ha dichiarato, «sono orgogliosa di rappresentare questa coalizione. Abbiamo necessità di costruire assieme la migliore proposta possibile per permettere ai sardi di spazzare via la peggiore giunta regionale che la Sardegna ha avuto negli ultimi anni. Non ho mai creduto nelle donne e negli uomini soli al comando e non comincerò oggi. Siamo una squadra e lavoreremo da squadra nel solco dell’unità e della condivisione». Poi l’invito agli elettori e alle altre forze del centrosinistra: «Da domani mattina saremo fuori per parlare con i sardi e convincere ogni persona, strada per strada, che noi siamo l’alternativa migliore al peggior governo che la Sardegna abbia mai avuto. Dobbiamo ricucire con tutti, dobbiamo essere aperti, inclusivi e dialoganti perché le destre si battono con la massima compattezza e la massima unità e credo potremo essere convincenti».
L’estate di San Martino sarà rinviata di qualche giorno. Secondo le previsioni meteo per il 10, 11 e 12 novembre continuerà la fase di maltempo sull’Italia con un weekend che si preannuncia autunnale a tutti gli effetti. Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it, prevede l’11 novembre l’arrivo di un Ciclone che porterà piogge dall’Oceano Atlantico verso l’Italia. Nelle prossime ore, infatti, è previsto ancora maltempo: piogge che colpiranno gran parte delle aree alluvionate degli ultimi giorni, neve a quote basse (fino ai 1000 metri sulle Alpi e fino ai 1500 metri sull’Appennino settentrionale) e vento che soffierà intenso di Libeccio verso il Centro-Sud. Insomma il maltempo colpirà gran parte del Paese e risulterà associato all’ennesima perturbazione atlantica.
Da lunedì 13 novembre tornerà il sole
Nella giornata di Sabato 11 novembre non ci sarà l’estate di San Martino. Anzi, ci saranno piogge con il Ciclone in movimento verso il meridione: al mattino pioverà su tutta la fascia tirrenica e all’estremo Nord-Est; dal pomeriggio i fenomeni lasceranno temporaneamente il Centro-Nord e si apriranno schiarite anche al Sud. Domenica 12 arriverà l’ultima perturbazione di un lunghissimo treno di fronti instabili: piogge di origine atlantica bagneranno ancora la Sardegna, il Lazio, l’Abruzzo e tutto il Sud con fenomeni a tratti anche intensi. In seguito il meteo, con l’inizio della nuova settimana, potrebbe però riservarci una sorpresa. Da lunedì 13 novembre tornerà il sole.
Beni per due milioni di euro sono stati confiscati a un imprenditore del settore ortofrutticolo di Gela dalla Direzione investigativa antimafia. Il provvedimento è stato emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Caltanissetta su proposta congiunta del procuratore di Gela e del direttore della Dia. Il destinatario, hanno fatto sapere dalla Dia, è un personaggio di spicco della locale criminalità, già condannato per associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, evasione, nonché detenzione illegale di stupefacenti e di armi e destinatario di una misura cautelare personale.
I Måneskin continuano a collezionare un successo dopo l’altro e sono sulla bocca di tutti. Dopo aver vinto un doppio premio agli ultimi Mtv European Music Awards 2023, la band romana è tornata con una nuova edizione di Rush! (Are U Coming?) pubblicato a gennaio, con cinque inediti in inglese Valentine, Off My Face, The Driver, Trastevere e il primo singolo estratto Honey (Are U Coming?).
Rush! (Are U Coming?) 2.0: il regalo di natale per i fan
I Måneskin hanno deciso di arricchire il loro ultimo album con nuovi brani anche in vista del natale, una sorta di regalo anticipato per i fan che li hanno sempre supportati e seguiti in giro per il mondo. Dalla ballad rock Valentine, al groove trascinante di Off My Face, passando per la leggera The Driver fino al brano cardine dell’album Trastevere. La canzone rievoca il nome del quartiere nel quale la band è cresciuta: un racconto personale e intimo della loro gavetta. Chiude il cerchio Honey (Are U Coming?), ultimo singolo cantato anche ai VMA 2023, energetico, ritmico e accattivante.
Già prima della sua uscita, la rivista Time lo aveva presentato come una delle 100 migliori invenzioni del 2023. Dopo mesi di rumors e demo, Humane ha finalmente mostrato il suo AI Pin, il device indossabile che promette di sostituire gli smartphone o comunque di cambiare il modo di effettuare chiamate e navigare sul web. Nessun display, nessuna applicazione, nessun pulsante. Pensato per il controllo vocale, mostrerà le informazioni all’utente tramite una luce laser che viene proiettata sul palmo della mano. Non mancheranno una fotocamera e il supporto per la musica, il tutto con l’aiuto dell’intelligenza artificiale. I preordini inizieranno già il 16 novembre per gli Stati Uniti, anche se il dispositivo non arriverà prima del 2024.
Humane AI Pin, cosa sappiamo sul nuovo dispositivo post-smartphone
Designer per Apple dal 1995 al 2017, Imran Chaudhri ha lavorato a tutti i grandi device di Cupertino, dal primo iPhone fino agli iPod e gli smartwatch. Assieme a sua moglie Bethany Bongiorno, anche lei con un passato nell’azienda fondata da Steve Jobs, ha fondato nel 2018 Humane, una startup che promette un futuro libero da schermi e visori, dove la tecnologia sarà presente ma invisibile. Il suo sogno è quasi realtà grazie ad AI Pin, il nuovo dispositivo che potrebbe inaugurare l’era del post-smartphone. Pesa appena 34 grammi e può essere indossato liberamente sul petto, come fosse una spilla, con una clip magnetica che si adatta a qualsiasi tessuto. Ciò che sorprende maggiormente è però la totale assenza di pulsanti e di un display, ad eccezione di una touchpad per l’attivazione. Per utilizzarlo basterà premere sul device e chiedere qualcosa, dato che sfrutta il comando vocale per ogni azione.
Vanta un processore Snapdragon di Qualcomm e un sistema operativo di nome Cosmos, potenziato dall’IA di OpenAI e Microsoft. Lo stesso Sam Altman, padre di ChatGPT, ha finanziato il progetto offrendo ad AI Pin il supporto della tecnologia di GPT-4. Come dimostrato in un’anteprima alla TED Conference 2023, ogni informazione arriverà all’utente tramite un raggio laser di colore verde che proietterà sulla mano. Da qui si potranno visualizzare messaggi, chiamate in arrivo e email, ma anche lo streaming musicale. Il device infatti vanta una fotocamera da 13 megapixel e il supporto a un cloud dove archiviare gli scatti. In arrivo, anche se non c’è una data ufficiale, la possibilità di girare brevi videoclip. Ad alimentarlo ci saranno due batterie, fornite in dotazione con un charger, la cui longevità non è stata rivelata.
Prezzo e data di uscita, ma in futuro arriveranno molti aggiornamenti
Stando alle anticipazioni fornite da Wired, AI Pin di Humane sarà preordinabile negli States a partire dal 16 novembre. La spedizione dei dispositivi indossabili tuttavia non partirà prima di inizio 2024. Il prezzo sarà di 699 dollari (circa 655 euro), cui si renderà necessario sottoscrivere un abbonamento mensile per poter avere accesso alle potenzialità dell’intelligenza artificiale di OpenAI. Al costo di 24 dollari, Humane fornirà anche un numero di telefono, un servizio dati tramite la rete di T-Mobile e spazio di archiviazione per foto e video su un cloud. Punta di diamante sarà però il supporto all’intelligenza artificiale GPT-4, tramite cui scrivere e riassumere mail e messaggi, tradurre in tempo reale le chiamate e persino identificare oggetti all’obiettivo della fotocamera per avere informazioni aggiuntive. Senza dimenticare lo streaming musicale che fornirà anche consigli adatti all’ambiente in cui ci si trova. AI Pin uscirà in tre colorazioni: nero, argento e bianco.
Humane AI Pin si attacca ai vestiti con una clip magnetica (Humane, X).
Secondo quanto apprende l’agenzia di stampa Adnkronos, non sarà Pino Insegno il conduttore della nuova edizione de L‘Eredità prevista da gennaio su Rai 1. Il manager di Insegno, Dario Righini, ha detto di non aver ricevuto «nessuna comunicazione ufficiale».
La decisione dopo il flop de Il mercante in fiera
A mettere il veto sarebbe stata la casa di produzione del programma, Banijay Italia che, secondo Adnkronos, avrebbe fatto pressioni alla Rai per non avere il conduttore alla guida del game show, molto seguito e collocato in una fascia strategica per l’Auditel e la sfida con Mediaset. La decisione è arrivata dopo l’andamento negativo degli ascolti de Il mercante in fiera, che è arrivato a toccare l’1,6 per cento di share. Un flop che ha provocato anche una protesta dei giornalisti del Tg2 che va in onda dopo la trasmissione.
I nomi in lizza per la nuova edizione
Ora, per la nuova edizione si sta ragionando su alcuni nomi, tra cui lo storico conduttore de L’EreditàFlavio Insinna e l’attuale conduttore di Reazione a catena Marco Liorni. A gestire la partita è il direttore dell’Intrattenimento day time, Angelo Mellone, che prenderà una decisione, con la casa di produzione, nelle prossime settimane. Le registrazioni della nuova edizione dovrebbero iniziare i primi di dicembre.
Per venerdì 10 novembre 2023 è stato proclamato uno sciopero di Atm, l’azienda che gestisce il trasporto pubblico locale a Milano. Interessate tutte le linee di metropolitana, tram e bus, che viaggiano regolarmente da inizio servizio alle 8.45 e dalle 15 alle 18. Ad annunciare lo stop dei servizi è stato il sindacato Cobas. L’interruzione non coinvolge il servizio ferroviario, con i convogli di Trenord e quelli a lunga percorrenza di Trenitalia e Italo che circoleranno regolarmente per tutta la giornata.
Il sindacato chiede sicurezza e piani aziendali di assunzione
L’agitazione è stata organizzata per protestare «contro la liberalizzazione, privatizzazione e gare d’appalto dei servizi attualmente gestiti dal gruppo Atm e per la reinternalizzazione dei servizi di Tpl in appalto e/o subappalto» In una nota il sindacato ha messo in evidenza tutte le ragioni dello sciopero che ha voluto mostrare la propria ostilità anche verso «il progetto Milano Next, per la trasformazione di Atm spa in “Azienda speciale del Comune di Milano” e il conseguente affidamento diretto in house dei servizi, nonché per la loro gratuità». Tra le ragione della mobilitazione anche «la riattivazione del distanziamento tra conducenti e utenti con inibizione della porta anteriore per la salita e la discesa dei passeggeri, la pulizia, igienizzazione e sanificazione delle vetture e degli ambienti, la tutela della sicurezza dei lavoratori più esposti ad atti aggressivi, anche con sistemi di protezione passivi, la richiesta di fruizione delle ferie per il personale viaggiante, piani aziendali d’assunzione e trasformazione dei contratti a tempo parziale, oltre all’aumento di 150 euro netti per tutti i lavoratori, a recupero degli insufficienti aumenti dei contratti nazionali».