Patto di stabilità Ue: Germania e Francia verso un’intesa, freno dell’Italia

Secondo quanto emerso dall’ultima versione del documento di lavoro preparato dalla presidenza spagnola dell’Ue, nel corso del Consiglio di economia e finanza che si è tenuto a Bruxelles giovedì 9 novembre, l’ipotesi sui tempi per la riduzione minima del debito prevista per i Paesi che sforano il 60 per cento del Pil si fa meno stringente. Nella trattativa sul nuovo Patto di stabilità Ue, a determinare la volta è stata la proposta danese, che, come riporta l’Ansa, prevede come salvaguardia il calo del debito nei 4 anni dopo il periodo di aggiustamento (4 anni estendibili a 7 che diventano 8 estendibili a 11).

L’appello a trovare un accordo

Durante la conferenza stampa al termine dell’Ecofin, la ministra spagnola Nadia Calvino ha dichiarato: «Quello che abbiamo sentito oggi è un impegno molto forte ad adottare le nuove regole e un appello da parte di tutte le istituzioni» a trovare un accordo, escludendo che ci siano dei Paesi che nell’attuale trattativa sul Patto di stabilità preferirebbero un ritorno alle vecchie regole nonostante le ipotesi di ulteriori salvaguardie sul deficit. Sulla riforma del Patto di stabilità, ha concluso la ministra, «è giunto il momento di arrivare a una proposta legislativa: la presidenza spagnola ha presentato un testo di compromesso che include i contributi di tutti i Paesi membri degli ultimi mesi in modo di poter gettare le fondamenta di un nuovo quadro che possa dare stabilità e fiducia ai mercati e alla popolazione europea. La presidenza condividerà e presenterà nei prossimi giorni un progetto di testo giuridico in modo da poter concludere questo orientamento generale nella riunione dell’Ecofin di dicembre» e per «poter conseguire questo obiettivo probabilmente sarà organizzato un Ecofin straordinario a novembre».

Germania: «C’è ancora molto da fare»

Per il vicepresidente della Banca centrale europea Luis De Guindos, l’accordo sulla revisione della governance economica europea «è fondamentale per poter mandare un messaggio di stabilità ai mercati. E ancora: «Accogliamo con favore i progressi realizzati per giungere al compromesso su questo fascicolo così rilevante». In conclusione serve «un quadro credibile che offra sostenibilità di bilancio e che permette ulteriori riforme e investimenti». Per il ministro tedesco Christian Lindner «è generalmente riconosciuto che abbiamo bisogno di una linea di sicurezza per ridurre il debito nazionale e che sui deficit di bilancio annuali occorre avere alcune considerazioni specifiche». In merito al documento della presidenza spagnola dell’Ue, il ministro tedesco ha sottolineato che «c’è ancora molto lavoro da fare perché, anche se gli effetti degli strumenti sono stati riconosciuti, è ovviamente una questione di loro calibrazione e di come vengono effettivamente supportati con numeri e requisiti. Il mio ottimismo è cresciuto riguardo al fatto che quest’anno riusciremo a raggiungere un accordo politico».

La posizionde della Francia

Il ministro francese Bruno Le Maire, nel suo intervento davanti ai giornalisti a margine della riunione, si è così espresso: «Stiamo lavorando a stretto contatto con la Germania per cercare di trovare un accordo franco-tedesco: il ministro Lindner è stato a Parigi all’inizio della settimana, abbiamo avuto discussioni approfondite, i nostri team tecnici continuano a lavorare a stretto contatto e nei prossimi giorni andrò a Berlino per cercare di progredire su un accordo franco-tedesco su questi nuovi regole del Patto di stabilità e crescita».

Gentiloni: «Essenziale l’accordo sulle regole fiscali»

Il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, appellandosi alle difficili prospettive economiche dell’Ue, ha spiegato che «Raggiungere un accordo sulle regole fiscali è essenziale per quello che viene chiamato atterraggio morbido, ma anche per dare certezza ai mercati finanziari e perché nella prospettiva dell’economia europea abbiamo bisogno di stabilità sul debito pubblico e della possibilità di sostenere la crescita e gli investimenti». Secondo quanto appreso da fonti del Mef, nella riforma del Patto di Stabilità, Roma non teme l’idea che vengano inserite delle salvaguardie per il calo medio annuo del debito, purché siano su valori sostenibili e credibili. L’Italia tuttavia, rispetto a ipotesi di revisione penalizzanti e che prevedano ulteriori parametri di calo del deficit sotto il 3 per cento del Pil, non teme il ritorno alle regole fiscali attualmente sospese con la clausola di salvaguardia.

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