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È stato avvistato l’echidna “perduto” di Attenborough: si credeva estinto
Gli scienziati hanno filmato per la prima volta l’echidna “perduto” di Attenborough, un antico mammifero dal becco lungo che prende il nome del celebre naturalista inglese Sir David Attenborough, dimostrando che non è estinto come si temeva.
L’unica prova della sua esistenza era un reperto fossile in un museo
L’echidna è l’unico mammifero, insieme all’ornitorinco, che depone le uova. Fa parte della famiglia dei Tachiglossidi, inclusi assieme agli Ornitorinchidi nell’ordine dei Monotremi. È stato avvistato durante una spedizione in Indonesia guidata da ricercatori dell’Università di Oxford, che hanno registrato quattro clip di tre secondi del piccolo animale. Si pensa che gli echidna siano emersi circa 200 milioni di anni fa, quando i dinosauri popolavano la Terra. Fino a questa scoperta, l’unica prova dell’esistenza di questa specie era un esemplare fossile museale in Olanda di un echidna morto da decenni. «Ero euforico, l’intera squadra era euforica», ha detto il dottor James Kempton alla Bbc News commentando il momento in cui ha avvistato l’echidna nelle riprese della telecamera. Il dottor Kempton ha guidato un team multinazionale nella spedizione durata un mese che ha attraversato tratti precedentemente inesplorati dei Monti Ciclopi, un aspro habitat della foresta pluviale a 2 mila metri sul livello del mare.
Attenborough's long-beaked echidna, lost to science since 1961, has been rediscovered!
The team battled leeches, malaria, and >11,000m of climbing in the Cyclops Mountains to capture the first ever images of the species
Read the incredible story
https://t.co/r4DdKXLjLc pic.twitter.com/hzlyw5a2Ax
— Oxford Biology (@OxfordBiology) November 10, 2023
La difficile spedizione sugli inospitali Monti Ciclopi
Precedenti spedizioni sui Monti Ciclopi avevano individuato dei segni lasciati dai nasi appuntiti degli echidna nel terreno, insospettendo gli scienziati in merito alla sua effettiva estinzione. Ma fino a oggi non si era ancora riusciti ad accedere alle zone più remote della regione. I Monti Ciclopi sono infatti ripidi e pericolosi da esplorare e, per raggiungere le quote dove si trovano gli echidna, gli scienziati hanno dovuto scalare dei percorsi con scogliere a strapiombo su entrambi i lati, spesso investiti dalle piogge e da piccoli terremoti. «Scivoli dappertutto e ti ricopri di graffi e tagli. Sai che ci sono animali velenosi intorno a te, serpenti pericolosi come la vipera della morte», ha raccontato il dottor Kempton alla Bbc.