A poco meno di una settimana dall’uscita del loro primo joint album CVLT, uscito il 3 novembre 2023, Salmo e Noyz Narcos hanno annunciato Hellraisers, due speciali date evento in occasione delle quali presenteranno dal vivo i pezzi contenuti nel loro progetto, oltre ai brani più amati del loro repertorio.
Salmo e Noyz Narcos in tour nel 2024: appuntamento a Milano e Roma
Sono soltanto due, per il momento, le tappe di questa mini tournée annunciata per i prossimi mesi: i live, prodotti da Vivo Concerti, si terranno sabato 15 giugno 2024 alla Fiera Milano Live – Rho e venerdì 21 giugno2023 al Rock in Roma. I concerti saranno dunque l’occasione per i fan del duo rap di ascoltare i brani di un disco che ha già scalato le classifiche e che a solo un giorno dall’uscita ha conquistato il primo posto nella classifica album di Apple Music. Nel giro di poche ore tutti i pezzi del disco si sono posizionati in Top20 su Spotify e in Top25 su Apple Music. Nel frattempo, su YouTube, il pezzo Respira feat. Marracash è entrato primo in tendenza nella sezione Musica, seguito da Anthem in seconda posizione e dal video ufficiale di Incubi in terza. L’ondata generata da CVLT è stata persino in grado di superare i confini italiani conquistando la terza posizione della Spotify Debut Album Global nel primo weekend dalla pubblicazione. CVLT è stato tra l’altro annunciato con uno speciale corto, prodotto da Think Cattleya e Maestro, scritto e diretto dal maestro dell’horror Dario Argento affiancato alla regia dal duo YouNuts.
I biglietti per le due date di Salmo e Noyz Narcos saranno disponibili online su www.vivoconcerti.com a partire dalle ore 15.00 di giovedì 9 novembre 2023 e in tutti i punti vendita autorizzati dalle ore 11.00 di martedì 14 novembre 2023.
Tra il 14 settembre e il 25 ottobre 2023 «le variazioni dei differenziali sui titoli di Stato sono state molto contenute, con l’eccezione del differenziale italiano, che si è in qualche misura ampliato, verosimilmente per effetto di fattori idiosincratici collegati, tra le altre cose, alle notizie riguardanti le misure fiscali previste dalla legge di bilancio nazionale». Lo scrive la Banca Centrale Europea nel suo bollettino mensile, analizzando l’andamento dello spread.
L’aumento dei tassi a lungo termine nell’area euro ha seguito dinamiche simili a livello globale
Il 25 ottobre, si legge più in generale nel bollettino di Francoforte, il rendimento medio ponderato per il Pil dei titoli di Stato decennali dell’area dell’euro si è collocato attorno al 3,5 per cento, circa 25 punti base al di sopra del livello registrato all’inizio del periodo in esame. Guardando agli sviluppi dei mercati dei titoli di Stato nel periodo in esame la Bce rileva come «i rendimenti dei titoli a lungo termine hanno mostrato andamenti pressoché analoghi a quelli dei tassi privi di rischio, in un contesto in cui i differenziali sui titoli di Stato si sono mantenuti complessivamente stabili». Il rendimento dei titoli di Stato statunitensi decennali è aumentato di 41 punti base, attestandosi al 4,7 per cento, mentre il rendimento dei titoli di Stato britannici è aumentato di 20 punti base al 4,5 per cento.
Veronica Pivetti è nata il 19 febbraio 1965 ed è un’attrice, doppiatrice e conduttrice tv sorella minore dell’ex politica e imprenditrice Irene.
Veronica Pivetti: biografia e carriera
Figlia del regista Paolo e dell’attrice e doppiatrice Grazia Gabrielli, ha iniziato la sua carriera come doppiatrice lavorando fin da piccola e doppiando alcuni cartoni animati tra cui Dragon Ball. Nel 1994 ha partecipato alla trasmissione televisiva Quelli che… il calcio, accanto a Fabio Fazio,venendo notata da Carlo Verdone, che le ha affidato il ruolo di Fosca nel film Viaggi di nozze (1995). Nello stesso anno ha recitato nel film Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e politica di Lina Wertmüller. A febbraio 1998, accanto a Raimondo Vianello ed Eva Herzigova, ha condotto il Festival di Sanremo. Nel 1999 è diventata una delle protagoniste della fiction Commesse. Negli Anni 2000 ha partecipato a varie serie tv tra cui Qualcuno da amarenel 2000, L’attentatuni – Il grande attentato nel 2001 e la commedia L’amore non basta del 2005.
Enzo De Caro, Veronica Pivetti e Paolo Conticini al Roma Fiction Fest nel 2008 per presentare la serie Provaci Ancora Prof! (Getty Images).
Tra il 2003 e il 2005 ha sostituito Stefania Sandrelli ne Il maresciallo Rocca e dal 2005 ha iniziato a diventare popolare con Provaci ancora prof!, ritornando nel palinsesto Rai anche per la stagione 2007/2008. Dal 2011 ha condotto su La7 il programma Fratelli e sorelle d’Italia. Nel 2010 è stata protagonista della serie televisiva La ladra ideata da Dido Castelli, già ideatore di Provaci ancora prof!, e da Giovanna Gra. Due anni più tardi, nel 2012, è subentrata a Neri Marcorè al timone del programma Per un pugno di libri per una edizione. Nel 2013 è poi ritornata a vestire i panni della prof. Camilla Baudino per la quinta stagione di Provaci ancora prof!, con riconfermato successo, proseguito con la sesta stagione in onda nell’autunno 2015. Nello stesso anno ha debuttato come regista con il film Né Giulietta, né Romeo. Da febbraio a marzo 2021 ha presentato il varietà A grande richiesta in onda su Rai 1.
Veronica Pivetti: la vita privata
L’attrice è stata sposata dal 1996 al 2000 con l’attore Giorgio Ginex, da cui poi si è separata. Nel 2017 ha dichiarato di vivere con una donna, Giordana. Del loro rapporto ha dichiarato in un’intervista al settimanale Dipiù: «È una cara, carissima amica. Non lo definirei un amore anche se è il rapporto più profondo che ho mai avuto nella mia vita».
Hanane Hammoud, docente di matematica di origine libanese alla scuola media superiore internazionale H-Farm di Roncade, in provincia di Treviso, in un momento di rabbia per gli orrori della guerra nella Striscia di Gaza ha scritto sui social: «Andate all’inferno, Hitler aveva ragione su di voi ebrei». Il gesto ora potrebbe costarle la sospensione.
Il post, subito eliminato, ha fatto il giro delle chat dei genitori
La frase, postata in una storia su Instagram, è rimasta online per una manciata di minuti prima che Hammound la eliminasse rendendosi conto dell’errore. Tuttavia, una studentessa ha fatto in tempo a fare uno screenshot alla storia e l’ha mostrato ai genitori. Da lì, la foto è velocemente rimbalzata sulle chat dei familiari degli altri studenti, preoccupati che la frase provenisse dalla docente che insegna ai propri figli. Come riporta il Corriere del Veneto, Hammoud ha raccontato ai dirigenti scolastici di stare vivendo un momento di forte difficoltà psicologica per la drammatica situazione in Medio Oriente. Le giustificazioni fornite però non dovrebbero metterla al riparo da un provvedimento disciplinare da parte di H-Farm, che giovedì 9 novembre potrebbe valutare anche la sospensione.
Alla fine una Meloni ci sarà, nelle liste dei candidati europei di Fratelli d’Italia. Anzi, almeno una, perché la tentazione di portare entrambe le sorelle all’europarlamento sta piacendo ai vertici (ovvero, Giorgia) del partito di destra che guida il governo. Il ragionamento è semplice: il “brand” Meloni, affermano gli studiosi del marketing politico, “tira” (che poi l’argomento gira anche nel partito di Forza Italia, dove se non metti il cognome Berlusconi nelle schede il rischio di fallimento è matematico). Quindi, una Meloni nelle liste ci deve essere, anche per “contare” nelle urne elettorali quanto è amata (o non amata) il premier. Certo, al Quirinale vedere il nome del presidente del Consiglio sulle schede farà andare di traverso il caffè mattutino, ma Giorgia ormai sembra aver intrapreso la sua strada che conduce a Strasburgo e Bruxelles. Nelle intenzioni c’è pure la voglia di raddoppiare, mettendo la coppia delle sorelle: dopo di lei, nella lista arriverebbe Arianna, nel nome dell’unità della famiglia. Tanto Giorgia abbandonerebbe subito, dopo essere stata eletta, lasciando il suo seggio alla “sister”: e nessuno potrà dire di aver votato Meloni senza vedere quel cognome sui banchi dell’europarlamento. A proposito di liste, ma Gianfranco Fini dove lo mettiamo? Per lui si parla addirittura di un incarico da commissario europeo. Ma c’è tempo, tanto tempo davanti…
Arianna e Giorgia Meloni (Imagoeconomica).
Formula Indi
Anche la politica si mette a litigare sulla povera bimba britannica Indi Gregory, l’ennesimo caso di “invasione di campo” nella sanità, stavolta su scala mondiale. I maligni dicono che è stata una “trovata” per avere a fianco il Vaticano, sensibile sui temi della vita a oltranza, ideata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. E per di più nel giorno dell’insediamento a Westminster di Carlo III, che oltre a essere un re è anche il capo della chiesa anglicana. Intanto in mezzo c’è una povera piccola che alla fine morirà. Tutto questo mentre il console italiano di Manchester Matteo Corradini ha emesso un provvedimento d’urgenza, dichiarando la competenza del giudice italiano e autorizzando l’adozione del piano terapeutico proposto dall’ospedale Bambino Gesù di Roma e il trasferimento della minore nella Capitale. Cosa si fa per far finta di essere vicino a Santa romana chiesa…
Schlein punta da Vespa
Alla faccia di Sandro Ruotolo, già braccio destro di Michele Santoro in Rai e ora responsabile della cultura nel Partito democratico, uno che della linea “dura e pura” contro Bruno Vespa ne ha fatto una bandiera e un programma di governo (d’opposizione), alla fine Elly Schlein si è vistosamente piegata, facendosi pungere dalle domande del più longevo conduttore di RaiUno. La segretaria del Pd, che a Porta a porta non ci voleva andare nemmeno morta (almeno così diceva, per far notare la sua differenza con gli altri politici), ci ha messo un bel po’ di mesi prima di abbassare il capino e varcare gli studi vesponici, sbianchettando tutte le sue idiosincrasie per il giornalista abruzzese. E non solo per la trasmissione notturna, Schlein è apparsa pure nei Cinque minuti che vanno in onda dopo il Tg1. Oltre che nel libro che ogni anno viene prodotto da Vespa, per i regali di Natale di chi vuole donare un volume senza impegnarsi intellettualmente. Praticamente, quello di Vespa è stato un sequestro di persona. Prossima tappa per Schlein, andare negli studi televisivi di Nicola Porro, a Mediaset. E pure da Mario Giordano, già che ci siamo.
La sala operativa della Protezione civile regionale ha emesso un nuovo bollettino di criticità arancione per piogge e rischio idraulico e idrogeologico che interesserà la Toscana nord-occidentale dalle 16 di giovedì 9 novembre alle 14 di venerdì 10 novembre. Cumulati massimi fino a elevati sono previsti sulle zone costiere e sulle province di Massa-Carrara, Lucca, Pisa, Pistoia e Prato, interessando anche territori che, a causa degli eventi dei giorni scorsi, si trovano in condizioni di particolare vulnerabilità. In via precauzionale il Comune di Prato ha disposto la chiusura di scuole, cimiteri e giardini. Il sindaco Matteo Biffoni ha invitato i cittadini a restare a casa.
Allerta gialla in Emilia-Romagna, Umbria e Sardegna
Non solo Toscana. Su buona parte dell’Italia è infatti in arrivo una nuova perturbazione e il quadro meteorologico tornerà a peggiorare sul nostro Paese, con il ritorno di forti piogge, temporali e anche della neve. Oltre all’arancione in Toscana, su altre tre Regioni è stata disposta l’allerta gialla per rischio idraulico, temporali e idrogeologico: si tratta di Emilia-Romagna, Umbria e Sardegna. Allerta gialla anche su altri settori della Toscana, come l’area Bisenzio-Ombrone pistoiese.
Ospite di Restart su Rai 3, il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini ha dichiarato, parlando dei rimborsi per le alluvioni di maggio 2023: «Io non governo il Paese, ognuno si prenda le sue responsabilità. Io darò sempre una mano al governo, perché è anche il mio governo, ma sappiano che noi, fino a che non avremo visto per gli imprenditori, per le famiglie e per i sindaci il 100 per cento dei rimborsi, non ci sposteremo di un millimetro, esattamente come abbiamo fatto con il terremoto».
«I danni ammontano a 9 miliardi»
«Con il terremoto tutti hanno potuto ricostruire con il 100 per cento dei rimborsi dei danni dallo Stato attraverso il commissario straordinario alla ricostruzione che si chiamava e si chiama Stefano Bonaccini», ha ricordato. «Questo non sta accadendo con l’alluvione perché ci sono meno di 4 miliardi di euro in tre anni stanziati dal governo ma i danni sono per 9 miliardi di euro, quindi nemmeno la metà di quello che servirà. Non è la Regione che tira fuori le risorse, è lo Stato che deve garantirle. Ho visto e ho apprezzato che dopo cinque mesi di parlare a vuoto il governo ha accettato di introdurre il credito di imposta come con il terremoto, ma anche il credito di imposta ha bisogno di un accordo con le banche». Per Bonaccini, infine, il governo non ha «previsto il rimborso dei beni mobili».
I finanzieri del comando provinciale di Lodi hanno eseguito un sequestro preventivo emesso d’urgenza dalla procura per oltre 2,5 milioni di euro derivanti da falsi crediti d’imposta per lavori di ristrutturazione di facciate di edifici mai eseguiti. L’inchiesta ha riguardato sei persone e altrettante società nelle province di Lodi, Milano, Como e Pavia.
Truffa e autoriciclaggio tra i reati contestati
Le indagini hanno scoperto un sistema di frode basato sulla creazione di falsi crediti d’imposta nell’ambito dei bonus fiscali previsti (bonus 110 per cento, bonus facciate, sisma bonus, ecobonus), con l’invio di comunicazioni false all’Agenzia delle Entrate, con la procedura web “Piattaforma Cessione Crediti”, riguardo la compravendita di crediti fiscali generati da lavori edilizi di ristrutturazione di facciate di edifici mai eseguiti dalle imprese coinvolte. I sei quindi monetizzavano i crediti fittizi, con società gestite sempre da loro. Sono stati indagati per truffa ai danni dello Stato, emissione di fatture per operazioni inesistenti, indebita compensazione e autoriciclaggio e il pm ha emesso un decreto di sequestro preventivo d’urgenza per oltre 2.578.000 euro. I finanzieri hanno sequestrato falsi crediti d’imposta per oltre 1.744.000 euro presenti nei cassetti fiscali dei sei coinvolti, due proprietà immobiliari nel Milanese e disponibilità finanziarie su rapporti bancari.
Svelato il tema ufficiale del Met Gala 2024. Per la serata inaugurale della sua mostra, il Costume Institute del Metropolitan Museum of Art di New York ha scelto il titolo Sleeping Beauties: Reawakening Fashion, ossia Le belle addormentate: Il risveglio della moda. In programma, come da tradizione, per il primo lunedì del mese di maggio, che nel 2024 cadrà il giorno 6. La serata più glamour della East Coast americana radunerà nella Grande Mela sia i massimi esponenti della moda mondiale sia le star di musica, cinema e televisione, che battaglieranno a colpi di outfit. Il Met Gala vanterà quattro co-conduttori, che affiancheranno le direttrice di Vogue Anna Wintour nella direzione della serata. Nel 2023 il compito toccò a Michaela Coel, Penélope Cruz, Roger Federer e Dua Lipa.
Met Gala 2024, in mostra 250 oggetti da collezione per 400 anni di storia della mdoa
Il Met Gala, oltre che un evento mondano dello spettacolo americano e mondiale, segna anche l’apertura di una mostra primaverile al Metropolitan newyorkese, che aprirà poi anche al pubblico dal 10 maggio 2024 al 2 settembre. In mostra, come ha anticipato Vogue, circa 250 oggetti da collezione conservati nel Costume Institute, molti dei quali ancora mai esposti. «L’edizione 2024 spingerà i confini della nostra immaginazione e ci inviterà sperimentare le sfaccettature multisensoriali di un indumento», ha spiegato Max Hollein del Met. «Sleeping Beauties aumenterà il nostro coinvolgimento con capolavori della moda evocando il modo in cui si sentono, si muovono e interagiscono con chi li indossa».
Un dettaglio di un capo al centro della mostra al Met (Getty Images).
La mostra inaugurata dal Met Gala 2024 attraverserà ben quattro secoli di storia della moda, partendo dagli abbigliamenti tipici dell’epoca vittoriana del XVII secolo fino ad arrivare ai giorni nostri. Non mancheranno i capi di Elsa Schiaparelli, Christian Dior, Hubert de Givenchy e Yves Saint Laurent, al centro di una curatela che «mira a scucire e illuminare la comprensione del mondo naturale attraverso la modellazione degli abiti e dei tessuti». Andrew Bolton, curatore capo dell’Anna Wintour Costume Center presso il Met, ha spiegato nel dettaglio a cosa si riferiscono le belle addormentate nel tema della mostra. «Circa 15 pezzi hanno un valore storico enorme e una bellezza incomparabile», ha spiegato in un comunicato. «Tuttavia sono tanto fragili e delicati da non poter mai essere più indossati». Fra questi anche un abito da ballo in raso di Charles Frederik Worth risalente al 1887, che ispirò la prima edizione del Met Gala.
Alcuni capi nella mostra Sleeping Beauties: Reawakening Fashion (Getty Images).
L’esposizione sfrutterà anche il contributo della CGI e dell’IA
Per restare al passo con i tempi, il Met Gala 2024 unirà la tradizione con l’innovazione. La mostra aperta nel Costume Institute di New York infatti sfrutterà anche le moderne tecnologie per animare alcuni degli abiti e sfruttare la stimolazione sensoriale. Utilizzando la tecnica teatrale del fantasma di Pepper, utile sul palco per far sparire e apparire gli oggetti e i personaggi, i capi prenderanno vita in brevi filmati in CGI, realizzati anche con il contributo dell’intelligenza artificiale. Bolton ha anticipato che la mostra si dividerà in tre parti o zone principali, che racconteranno l’evoluzione del mondo naturale attraverso l’artigianato. Terra, Mare e Cielo saranno, nell’ottica del Met Gala, «un inno alla natura e alla poetica emotiva della moda».
Justine Mattera, nome d’arte di Justine Elizabeth Mattera, è nata a New York il 7 maggio 1971 ed è una showgirl, conduttrice televisiva e cantante americana naturalizzata italiana. A maggio 2021 ha pubblicato la sua autobiografia Just Me. Quante Vite Ci Stanno In 50 Anni?
Justine Mattera: biografia e carriera
Proveniente da una famiglia di origini italiane, l’attrice si è trasferita in Italia nel 1994 per specializzarsi in Lingua e letteratura italiana e Storia dell’arte all’Università degli Studi di Firenze. Per mantenersi negli studi ha iniziato a fare la cubista in discoteca ed è stata notata dal celebre dj Joe T. Vannelli. Nel 1995 è uscito il loro singolo Feel It, seguito nel 2000 da un altro singolo Bidibodi. Trasferitasi a Milano, ha poi incontrato il conduttore e autore Paolo Limiti che, dopo avere notato la sua somiglianza con Marilyn Monroe, l’ha voluta come showgirl nelle varie edizioni di Ci vediamo in tv, dal 1996 al 2002. Dal 1999 al 2001 la conduttrice è stata al timone su TMC2 del programma di viaggi Come Thelma & Louise e nel 2002 di Urlosu GAY.tv. Dal 2003 con Joe T. Vannelli ha condotto su Radio Deejay il programma Slave to the Rhythm.
Justine Mattera e il marito Fabrizio Cassata nel 2022 (Getty Images).
Dopodiché come attrice ha iniziato a recitare nei musical Victor/Victoria(2003-2004) e Cantando sotto la pioggia (2004-2005). Nel 2006 è tornata in tv come concorrente del reality La fattoria. Nel 2007 ha debuttato sul grande schermo come una delle interpreti femminili del nuovo film di Abel Ferrara intitolato Go Go Tales e nel 2008-2009 è tornata a teatro nella commedia musicale Chiedimi se voglio la luna. Nello stesso anno è entrata a far parte della compagnia del Bagaglino nel varietà Bellissima. A febbraio 2010 è uscito nelle sale il film Alta Infedeltà, per la regia di Claudio Insegno, che l’ha vista protagonista accanto a Pino Insegno e Biagio Izzo. L’attrice è tornata nel 2012 di nuovo a teatro con la commedia musicale Tre cuori in affitto di e con Paolo Ruffini, mentre nel dicembre 2013 è diventata uno dei volti femminili di punta di Comedy Central insieme a Melita Toniolo e Margherita Zanatta.
Justine Mattera: la vita privata
L’attrice è stata sposata per due anni con Paolo Limiti (2000-2002), poi nel 2009 si è risposata con l’imprenditore Fabrizio Cassata dal quale ha avuto due figli: Vivienne Rose e Vincent.
Uno dei capolavori di Pablo Picasso, Donna con l’orologio, è stato venduto all’asta per 139,3 milioni di dollari da Sotheby’s a New York, il secondo prezzo più alto mai raggiunto per l’artista. Il dipinto del 1932 raffigura una delle compagne e muse dell’artista spagnolo, la pittrice francese Marie-Therese Walter, ed era stato valutato oltre 120 milioni di dollari prima di essere venduto, secondo la casa d’aste.
#AuctionUpdate: Pablo Picasso’s masterpiece Femme à la montre (1932) realizes $139.4m—the second highest ever achieved for the artist at auction, and the most valuable work sold at auction this year. #TheFisherLandauLegacypic.twitter.com/xPBhvA1Z86
La pittrice francese rappresentata era l’amante di Picasso nel periodo in cui l’artista spagnolo era sposato con la ballerina russa Olga Khokhlova. Fu proprio il quadro a portare alla luce la relazione clandestina. Femme à la Montre(nome francese del quadro), rivela il romanticismo e la natura sensuale del rapporto tra il pittore e la sua musa. Secondo Sotheby’s, «il senso di liberazione dal mantenere segreti sulla sua relazione sembra essersi riversato su questa straordinaria tela, in cui dà pieno sfogo pittorico alle libertà ritrovate, inzuppando il dipinto di forti colori primari e belle forme, mentre allo stesso tempo prestando particolare attenzione ad ogni piccolo dettaglio, creando una composizione che è allo stesso tempo intensamente complessa e profondamente armoniosa».
Un detenuto della Casa circondariale di Verona Montorio è stato salvato dalla Polizia Penitenziaria dal tentativo di togliersi la vita impiccandosi in cella. Lo riferisce il segretario del Sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe, Donato Capece. L’episodio si è verificato la sera di mercoledì 8 novembre nella VI Sezione detentiva di Montorio. «Solo grazie al tempestivo intervento del personale di Polizia Penitenziaria – aggiunge Capece – che lo ha soccorso con immediato massaggio cardiaco e intervento degli infermieri e medico di guardia, il detenuto si è ripreso: contestualmente, sono arrivati i soccorsi del 118 e l’uomo attualmente è in ospedale. Non si possono escludere danni del tipo cerebrale».
Capece: «Plauso al personale di Polizia penitenziaria della Casa circondariale di Verona»
Capece loda «il personale di Polizia Penitenziaria che ha avuto un comportamento esemplare e professionale, degno di una valutazione lodevole. Chiaramente i ringraziamenti vanno anche al personale sanitario del carcere di Montorio per la loro professionalità e tempestività nell’immediato intervento. Plauso al personale di Polizia penitenziaria della Casa circondariale di Verona che, nonostante le carenze di risorse umane e materiali, riesce a mantenere l’ordine e la sicurezza dell’istituto di pena, seppur con estrema difficoltà».
Penultimo appuntamento settimanale con La volta buona, il programma di Rai 1 in onda dalle 14.00 alle 16.00 e condotto da Caterina Balivo. Tra gli ospiti presenti in studio giovedì 9 novembre 2023 ci sono Justine Mattera e Veronica Pivetti. Nel corso della puntata spazio anche al divertimento, all’attualità e alle storie della gente comune.
Justine Mattera: biografia, marito e figli
Showgirl, attrice, conduttrice tv e cantante americana naturalizzata italiana, Mattera si è trasferita in Italia nel 1994 per specializzarsi in Lingua e letteratura italiana e Storia dell’arte all’Università degli Studi di Firenze. Per mantenersi negli studi, ha iniziato a fare la cubista in discoteca ed è stata notata dal celebre dj Joe T. Vannelli. È così che nel 1995 è uscito il loro singolo Feel It, seguito nel 2000 da un altro singolo Bidibodi. Trasferitasi a Milano, ha poi incontrato il conduttore e autore Paolo Limiti che, dopo avere notato la sua somiglianza con Marilyn Monroe, l’ha voluta come showgirl nelle varie edizioni di Ci vediamo in TV, dal 1996 al 2002. Dal 2003 con Joe T. Vannelli ha condotto su Radio Deejay il programma Slave to the Rhythm. Dopodiché, come attrice, ha iniziato a recitare nei musical Victor/Victoria(2003-2004) e Cantando sotto la pioggia (2004-2005). Nel 2006 è tornata in tv come concorrente del reality La fattoria. Nel 2012 è stata a teatro con la commedia musicale Tre cuori in affitto di e con Paolo Ruffini. Per quanto riguarda la vita privata, è stata sposata per due anni con Paolo Limiti (2000-2002), poi nel 2009 si è risposata con l’imprenditore Fabrizio Cassata dal quale ha avuto due figli: Vivienne Rose e Vincent.
Justine Mattera e Veronica Pivetti.
Veronica Pivetti: biografia e compagna
Attrice, doppiatrice e conduttrice tv, Pivetti è sorella minore dell’ex politica e imprenditrice Irene. Come doppiatrice ha iniziato a lavorare fin da piccola, doppiando alcuni cartoni animati tra cui Dragon Ball. Nel 1994 ha partecipato alla trasmissione televisiva Quelli che… il calcio, accanto a Fabio Fazio, venendo notata da Carlo Verdone che le ha affidato il ruolo di Fosca nel film Viaggi di nozze (1995). Nello stesso anno ha recitato nel film Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e politica di Lina Wertmüller. Nel 1999 è diventata una delle protagoniste della fiction Commesse. Negli Anni 2000 ha partecipato a varie serie tv tra cui Qualcuno da amarenel 2000, L’attentatuni – Il grande attentato nel 2001 e la commedia L’amore non basta del 2005. Tra il 2003 e il 2005 ha sostituito Stefania Sandrelli ne Il maresciallo Rocca e dal 2005 ha iniziato a diventare popolare con Provaci ancora prof!. Dal 2011 ha condotto su La7 il programma Fratelli e sorelle d’Italia, mentre nel 2012 è subentrata a Neri Marcorè nella conduzione del programma Per un pugno di libri. Nel 2015 ha debuttato come regista con il film Né Giulietta, né Romeo. È stata sposata dal 1996 al 2000 con l’attore Giorgio Ginex, da cui poi si è separata. Nel 2017 ha dichiarato di vivere con una donna, Giordana.
Gli agenti della polizia di Milano ha arrestato un cittadino algerino di 37 anni, su cui pendeva un mandato di cattura internazionale per associazione terroristica. Durante i servizi predisposti sulle metropolitane, si era mostrato aggressivo con gli agenti che lo controllavano. Poi, gridando “Allah Akbar“, ha cercato di afferrare dallo zaino un coltello con una lama di oltre 12 centimetri.
L’uomo arrestato si trova a San Vittore, in attesa del rimpatrio
In base a comparazioni foto-dattiloscopiche, i poliziotti della Digos hanno poi scoperto che l’uomo, sconosciuto alle forze di polizia italiane, era ricercato in Algeria perché ritenuto dal 2015 membro delle milizie dello Stato Islamico e impiegato sul fronte siro-iracheno. Il 37enne algerino, su disposizione della Corte d’Appello di Milano competente per la procedura di estradizione, per la quale il Ministro della Giustizia ha già dato l’assenso, è stato portato nel carcere di San Vittore, in attesa dell’imminente rimpatrio.
UniCredit ha annunciato la sua strategia per rendere l’arte accessibile a tutti, attingendo alla lunga tradizione della banca nel sostenere le arti e la cultura. Questa strategia riafferma l’impegno della banca nelle partnership culturali, nei programmi educativi e nei progetti che consentono un maggiore accesso alle arti e favoriscono lo sviluppo sociale.
L’apertura del sito web di UniCredit Art Collection
Una delle iniziative principali riguarda il lancio del nuovo sito web di UniCredit Art Collection, che per la prima volta aprirà le porte della banca al mondo. Si tratta di una delle più grandi collezioni d’arte aziendali d’Europa e comprende oltre 200 opere e più di 100 artisti provenienti dalle collezioni in Austria, Germania e Italia tra cui Giacomo Balla, Georg Baselitz, Pizzi Cannella, Antonio Donghi, Dan Flavin, Jakob Gasteiger, Hans Hartung, Axel Hütte, Cornelius Völker e Walter Pichler. La collezione è nata dalla passione per l’arte condivisa dai tre Paesi, i cui beni costituiscono la maggior parte della collezione, ma si è progressivamente allargata a quelli dell’Europa centrale e orientale. La collezione abbraccia un’ampia gamma di periodi, dagli antichi maestri a una moderna dimensione internazionale con opere della seconda metà del XX secolo, con forti legami territoriali strettamente legati alle radici storiche di ciascuna area geografica in cui UniCredit opera. Il digitale è una parte fondamentale del percorso di trasformazione di UniCredit, e questa nuova piattaforma sfrutta l’infrastruttura digitale della banca per condividere questi capolavori con un pubblico più ampio e rendere accessibile il patrimonio artistico della banca. Questa galleria online comprende anche una sezione didattica per ispirare bambini e adulti a conoscere gli artisti e le loro opere.
Interviste agli artisti e accordi con le istituzioni artistiche
A ciò si affianca un programma di mostre curate da personalità di spicco, collezioni tematiche, interviste agli artisti e aggiornamenti su mostre e prestiti museali. Le opere d’arte di UniCredit sono esposte in uffici, filiali e musei di tutto il mondo e nel primo semestre del 2023 UniCredit ha gestito sei prestiti a breve termine con sei diverse istituzioni in tutto il Paese, coinvolgendo 26 opere d’arte. UniCredit ha inoltre stipulato una serie di accordi di sponsorizzazione con istituzioni artistiche di alto profilo, tra cui l’Arena di Verona, la Filarmonica della Scala di Milano e il Teatro San Carlo di Napoli.
Organizzata una mostra che riunisce 50 anni di arte
Per celebrare l’avvio di questa strategia e la digitalizzazione della propria collezione d’arte, UniCredit ha riunito una selezione di opere per una mostra dal titolo Inversamente. L’esposizione curata dall’ex Direttore del MAXXI 2016-2023 (Museo nazionale delle arti del XXI secolo), Bartolomeo Pietromarchi, spazia dall’arte dei primi Anni 60 all’inizio del nuovo millennio, accostando opere di alcuni dei maggiori protagonisti della scena artistica moderna e contemporanea come Hans Hartung, Mario Schifano, Gerhard Richter e Shirin Neshat. Queste le parole del curatore: «La nuova iniziativa di UniCredit che condivide la sua vasta collezione di opere d’arte riflette la missione chiave di sostenere le comunità locali, promuovendo l’educazione artistica e sostenendo artisti e istituzioni artistiche in tutto il mondo. Con una delle più grandi raccolte aziendali d’Europa, UniCredit è in una posizione unica per sbloccare un tesoro di capolavori che il grande pubblico può esplorare e apprezzare«.
Nicoletta Manni è diventata étoile del Teatro alla Scala. Il suo esordio nelle nuove vesti è previsto per la sera del 9 novembre, quando per la prima volta salirà sul palco con l’importante riconoscimento. La “promozione” è stata annunciata sul palcoscenico dal sovrintendente Dominique Meyer dopo la rappresentazione di Onegin in cui lei ballava la parte di Tatiana accanto a Roberto Bolle, davanti a tutto il pubblico. Si tratta della prima volta che una nomina ad étoile nel teatro milanese viene fatta in questo modo ma, ha detto Meyer, «quando una ballerina brilla così fra le stelle da tanti anni si possono cambiare le regole e quindi su proposta del direttore del ballo Manuel Legris ho il piacere di dire che Nicoletta ha il titolo di étoile».
Manni: «Era già un momento bellissimo e questo lo corona»
Manni, 32 anni e prima ballerina della Scala dal 2014, non se lo aspettava ed è scoppiata a piangere dalla gioia mentre riceveva un enorme mazzo di fiori. La ballerina ha commentato: «È una cosa magica. Era già un momento bellissimo e questo lo corona». Non è stata la prima sorpresa che lei ha ricevuto su un palcoscenico. Il marito Timofej Andrijashenko, anche lui primo ballerino, le aveva fatto la proposta di matrimonio alla fine dello spettacolo Bolle and Friends in cui avevano duettato all’Arena di Verona. Andrijashenko ha raccontato: «Sono contento. Noi lo sognavamo ed è un sogno che si avvera. So quanto Nicoletta ha lavorato e sono orgoglioso».
Nel pomeriggio di martedì 7 novembre un Airbus della compagnia low cost Vueling ha eseguito un atterraggio di emergenza a Fiumicino. «Problemi a bordo, chiedo l’autorizzazione per atterrare», è stata la comunicazione radio del comandante del volo Parigi-Il Cairo, per un presunto allarme terrorismo. .
Equivoco chiarito dalla Polaria a Fiumicino
In realtà, si è trattato di un malinteso dello stesso pilota. A scoprire ciò che è successo sono stati gli agenti della Polaria che hanno preso in consegna un passeggero egiziano di 29 anni che aveva scritto «I love Allah» sul consenso informato per l’assunzione di un medicinale che gli era stato procurato dalle hostess dopo essersi sentito male durante il volo. La frase ha spinto il comandante a dirigersi subito verso Roma, facendo scattare il dispositivo di allerta, specificando che non avrebbe accettato di nuovo a bordo quel passeggero. La decisione ha fatto scoppiare una lite con il ragazzo e il persone di borso. All’arrivo a Fiumicino, il passeggero è stato sentito dagli investigatori e l’equivoco si è presto chiarito, ma il volo è ripartito senza di lui.
Il cofondatore di Apple, Steve Wozniak, è stato ricoverato d’emergenza a Città del Messico a causa di un ictus. Lo scrivono i media locali. L’informatico statunitense, che ha 73 anni ed è conosciuto come uno dei padri del personal computer, avrebbe dovuto partecipare a un evento del World Business Forum. Il suo stato di salute è stato segnalato come stabile.
Steve Wozniak (Getty Images).
La risonanza magnetica ha rilevato un «evento vascolare cerebrale ischemico»
Dopo un attacco di vertigini, Wozniak ha detto alla moglie di «sentirsi strano» e quest’ultima ha insistito per un ricovero in ospedale, dove l’informatico è stato sottoposto a una risonanza magnetica d’urgenza, che ha rilevato un «evento vascolare cerebrale ischemico». Le sue condizioni sono gravi, ma stabili. Wozniak ha fondato Apple insieme a Steve Jobs nel 1976, lasciando poi l’azienda nel 1985.
Breve storia di una tassa mai nata. Ad agosto Giorgia Meloni, di sua iniziativa e senza avvisare nessuno (come spesso le capita di fare), annunciava l’introduzione di una tassa sui cosiddetti extraprofitti delle banche che avrebbe portato oltre 3 miliardi nelle casse dello Stato. Mossa improvvida nei modi e nella sostanza. Non si possono intavolare tavoli su tavoli con tassisti e balneari lasciandoli poi liberi di farla franca, e invece sorprendere alle spalle un settore decisivo nel sostenere il debito pubblico e quei pochi pezzi ancora importanti del nostro sistema industriale. Non contenta, per giustificare la mossa la premier, Robin Hood che prende ai ricchi per dare ai poveri, si spinse arditamente a teorizzare il concetto di profitto ingiusto, lasciando però nella più totale indeterminatezza i criteri che definiscono quello giusto.
La legge è stata svuotata dai suoi obiettivi originari
Ma pazienza, inutile andare per il sottile. Anche perché, di fronte alla levata di scudi dei suoi alleati, lo sconcerto a Francoforte e i dubbi del suo ministro dell’Economia, a distanza di nemmeno quattro mesi la legge è stata svuotata dai suoi obiettivi originari. La possibilità data alle banche di destinare al rafforzamento patrimoniale la somma che avrebbero dovuto pagare finora non ha portato all’erario un euro dei 3 miliardi attesi, anche perché, ma non era difficile prevederlo, tutti gli istituti hanno preferito tenersi in casa i soldi piuttosto che farli uscire come imposte sottraendoli all’utile.
Giancarlo Giorgetti, Giorgia Meloni e Matteo Salvini (Imagoeconomica).
Una finta notizia vale più della sua plateale smentita
Amorale di una favola ennesimo compendio della demagogia populista a cui questo governo, ma anche molti che l’hanno preceduto, sembra fortemente ispirarsi: tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare dell’oblio. Solamente che l’effetto del dire sul momento gode di una cassa di risonanza infinitamente maggiore rispetto alla successiva disillusione del fare. Insomma, la finta notizia vale molto di più della sua plateale smentita. Una regola che la politica ormai ha eletto a suo modus operandi: si annunciano montagne per poi partorire topolini, e spesso nemmeno quelli. Con l’opinione pubblica distratta da nuove mirabolanti trovate e che dimentica di chiedere conto delle precedenti.
Salvini in fatto di propaganda è più accorto di Meloni
Nessuno ora interpella Meloni sul perché profitti da lei definiti ingiusti siano dopo pochi mesi ridiventati giusti. In fatto di propaganda, persino Matteo Salvini si è fatto più accorto: il suo escamotage consiste nel fare l’annuncio eclatante e poi spostarne il compimento più avanti nel tempo. Tanto, ed è l’unica incrollabile certezza tra tanta aleatorietà degli uomini e delle situazioni, ne passerà prima di acqua sotto i ponti (anche quello sullo Stretto) a far dimenticare tutto.
Lo sciopero degli attori è finito. Con un post sui propri canali social, il sindacato Sag-Aftra ha confermato di aver trovato un accordo con l’Amptp, l’associazione che rappresenta i produttori di Hollywood. Si conclude quindi dopo 118 giorni la protesta più lunga di sempre degli interpreti americani, che hanno bloccato l’industria dello spettacolo per quasi quattro mesi. Come riportano i media Usa, tra cui l’Hollywood Reporter e Deadline, si tratta di una bozza preliminare, per cui si rende necessaria ora un’approvazione ufficiale. I lavori tuttavia si apprestano a riprendere già alla mezzanotte di giovedì 9 novembre, secondo il fuso orario di Los Angeles. «Ce l’abbiamo fatta!», ha scritto su Instagram con entusiasmo Fran Drescher, presidente del sindacato. «Si tratta di un affare da 1 miliardo di dollari. Nuovi orizzonti sono stati aperti».
Il logo del sindacato Sag-Aftra (Getty Images).
Finito lo sciopero degli attori di Hollywood, i dettagli dell’accordo
Stando alle notizie che giungono da oltreoceano, ancora non sono disponibili tutti i dettagli dell’accordo, che verosimilmente sarà reso pubblico dopo la ratifica ufficiale attesa entro pochi giorni. Il sindacato degli attori ha tuttavia svelato alcune anticipazioni, che riguardano i temi più caldi che hanno tenuto banco nelle oltre 16 settimane di sciopero. Parlando di un momento storico, il Sag-Aftra ha detto di aver raggiunto un accordo preliminare per firmare un nuovo contratto triennale, capace di garantire così maggiori tutele al sistema. Previsti infatti aumenti salariali persino superiori rispetto a quelli già ottenuti nel 2023 da altri sindacati, tra cui la Writer’s Guild degli sceneggiatori. Non mancheranno infine «un bonus di partecipazione per lo streaming» e soprattutto maggiori tutele nei confronti dell’intelligenza artificiale, fra i nodi più difficili da sciogliere.
Secondo i media americani, per porre fine allo sciopero gli attori hanno preteso e ottenuto massimali più elevati per i fondi sanitari e pensionistici, aumenti di compenso per gli artisti che lavorano in background e disposizioni contrattuali fondamentali per proteggono le diverse comunità. «L’accordo raggiunto oggi segna un nuovo paradigma», ha sottolineato Amptp nella sua dichiarazione. «Fornisce i più alti guadagni in tutta la storia del sindacato, compreso il maggiore aumento salariale degli ultimi 40 anni. Siamo però lieti di aver trovato questo punto di incontro e attendiamo con impazienza la ripartenza dell’industria, pronta a tornare per raccontare grandi storie». Dopo aver ringraziato tutti coloro che si sono seduti al tavolo delle trattative, Drescher ha rivolto un messaggio di forza e unità ai membri del sindacato Sag-Aftra. «Grazie a tutti per averci ascoltato in questo momento».
Da Noah Schnapp a Octavia Spencer, le reazioni degli attori
Immediata la reazione da parte di varie star del cinema e del piccolo schermo. «Ce l’abbiamo fatta», ha postato su Instagram Noah Schnapp, volto di Will Byers nella serie Netflix Stranger Things. «Finalmente siamo tornati», ha invece scritto sul proprio profilo personale Quinta Brunson, star e creatrice di Abbott Elementary. Soddisfatta anche Octavia Spencer, che sui social media si è detta «pronta a lavorare ora che lo sciopero è finito», ringraziando per l’impegno il sindacato Sag-Aftra. Sulla questione è intervenuto anche Alec Baldwin che, in un video postato sul suo canale Instagram, ha espresso felicità e congratulazioni per «entrambe le parti, responsabili di questo grande momento». Fra i messaggi social anche quelli del regista Joe Russo, dell’attore Jeffrey Wright e persino della sindaca di Los Angeles Karen Bass. «L’accordo avrà un impatto su quasi ogni settore della nostra economia», ha spiegato la prima cittadina. «Dobbiamo lavorare uniti».
Da Il Gladiatore 2 a Deadpool 3, riaprono i set dei film
Con la fine dello sciopero, film e serie tivù possono ripartire con le riprese già in corso prima della protesta di luglio. Nulla da fare, come ha spiegato Deadline, per i lungometraggi e le produzioni seriali da iniziare, che non saranno sul set prima di gennaio 2024 per via delle vacanze invernali. Entro metà novembre potrebbe ripartire già pertanto Deadpool 3con Ryan Reynolds e Hugh Jackman, già completato per il 50 per cento. A Malta dovrebbero tornare Ridley Scott e la sua troupe per Il Gladiatore 2, mentre Tim Burton siederà dietro la cinepresa del sequel diretto di Beetlejuice, per cui mancherebbero appena due giorni. Serviranno invece circa due settimane per ultimare Juror No.2, ultimo film della carriera di Clint Eastwood. Sony si appresta a riaprire il set di Venom 3, riprogrammato per l’autunno 2024. A gennaio potrebbero ripartire Tron 3, Mortal Kombat 2 e Good Fortune con Keanu Reeves.