L’idea delle sorelle Meloni in lista alle Europee, Schlein da Vespa e gli altri spifferi

Alla fine una Meloni ci sarà, nelle liste dei candidati europei di Fratelli d’Italia. Anzi, almeno una, perché la tentazione di portare entrambe le sorelle all’europarlamento sta piacendo ai vertici (ovvero, Giorgia) del partito di destra che guida il governo. Il ragionamento è semplice: il “brand” Meloni, affermano gli studiosi del marketing politico, “tira” (che poi l’argomento gira anche nel partito di Forza Italia, dove se non metti il cognome Berlusconi nelle schede il rischio di fallimento è matematico). Quindi, una Meloni nelle liste ci deve essere, anche per “contare” nelle urne elettorali quanto è amata (o non amata) il premier. Certo, al Quirinale vedere il nome del presidente del Consiglio sulle schede farà andare di traverso il caffè mattutino, ma Giorgia ormai sembra aver intrapreso la sua strada che conduce a Strasburgo e Bruxelles. Nelle intenzioni c’è pure la voglia di raddoppiare, mettendo la coppia delle sorelle: dopo di lei, nella lista arriverebbe Arianna, nel nome dell’unità della famiglia. Tanto Giorgia abbandonerebbe subito, dopo essere stata eletta, lasciando il suo seggio alla “sister”: e nessuno potrà dire di aver votato Meloni senza vedere quel cognome sui banchi dell’europarlamento. A proposito di liste, ma Gianfranco Fini dove lo mettiamo? Per lui si parla addirittura di un incarico da commissario europeo. Ma c’è tempo, tanto tempo davanti…

L'idea delle sorelle Meloni in lista alle Europee, Schlein da Vespa e gli altri spifferi
Arianna e Giorgia Meloni (Imagoeconomica).

Formula Indi

Anche la politica si mette a litigare sulla povera bimba britannica Indi Gregory, l’ennesimo caso di “invasione di campo” nella sanità, stavolta su scala mondiale. I maligni dicono che è stata una “trovata” per avere a fianco il Vaticano, sensibile sui temi della vita a oltranza, ideata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. E per di più nel giorno dell’insediamento a Westminster di Carlo III, che oltre a essere un re è anche il capo della chiesa anglicana. Intanto in mezzo c’è una povera piccola che alla fine morirà. Tutto questo mentre il console italiano di Manchester Matteo Corradini ha emesso un provvedimento d’urgenza, dichiarando la competenza del giudice italiano e autorizzando l’adozione del piano terapeutico proposto dall’ospedale Bambino Gesù di Roma e il trasferimento della minore nella Capitale. Cosa si fa per far finta di essere vicino a Santa romana chiesa…

Schlein punta da Vespa

Alla faccia di Sandro Ruotolo, già braccio destro di Michele Santoro in Rai e ora responsabile della cultura nel Partito democratico, uno che della linea “dura e pura” contro Bruno Vespa ne ha fatto una bandiera e un programma di governo (d’opposizione), alla fine Elly Schlein si è vistosamente piegata, facendosi pungere dalle domande del più longevo conduttore di RaiUno. La segretaria del Pd, che a Porta a porta non ci voleva andare nemmeno morta (almeno così diceva, per far notare la sua differenza con gli altri politici), ci ha messo un bel po’ di mesi prima di abbassare il capino e varcare gli studi vesponici, sbianchettando tutte le sue idiosincrasie per il giornalista abruzzese. E non solo per la trasmissione notturna, Schlein è apparsa pure nei Cinque minuti che vanno in onda dopo il Tg1. Oltre che nel libro che ogni anno viene prodotto da Vespa, per i regali di Natale di chi vuole donare un volume senza impegnarsi intellettualmente. Praticamente, quello di Vespa è stato un sequestro di persona. Prossima tappa per Schlein, andare negli studi televisivi di Nicola Porro, a Mediaset. E pure da Mario Giordano, già che ci siamo.

L'idea delle sorelle Meloni in lista alle Europee, Schlein da Vespa e gli altri spifferi
Elly Schlein e Bruno Vespa (Imagoeconomica).
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