Daily Archives: 9 Novembre 2023

Intesa Sanpaolo presenta i risultati della ricerca Welfare for people

Sono stati presentati mercoledì 8 novembre 2023, presso l’Accademia nazionale di San Luca, i risultati della ricerca Welfare for people. Sesto Rapporto ADAPT su welfare occupazionale e aziendale in Italia condotta da Fondazione ADAPT in collaborazione con Intesa Sanpaolo.

Presi in considerazione 22 diversi CCNL

Lo studio, curato dalla Scuola di alta formazione in relazioni industriali e di lavoro di ADAPT con il supporto di Gruppo Intesa Sanpaolo, testimonia – a fronte di una popolazione sempre più longeva e di un tasso di denatalità importante – la comune volontà di approfondire il tema del welfare aziendale e occupazionale. Esso rappresenta infatti un fondamentale strumento di integrazione del welfare state e di democrazia economica. Il rapporto si propone, in continuità con le indagini condotte nelle edizioni precedenti, di cogliere i tratti evolutivi del welfare occupazionale e aziendale, passando per un costante sforzo di verifica sul campo, possibile grazie al dialogo con gli operatori e i principali protagonisti del welfare in diversi settori economici, territori e sistemi di relazioni industriali. Per questa edizione sono stati analizzati 22 CCNL afferenti ai settori metalmeccanico, chimico-farmaceutico, industria alimentare, terziario distribuzione e servizi e artigianato. L’analisi, anche di tipo longitudinale, ha preso in considerazione sia gli ultimi rinnovi sia i testi contrattuali a partire dal 2003. Per la contrattazione aziendale, si è attinto dalla banca dati FareContrattazione (che conta più di 5 mila contratti di secondo livello) sottoscritti nei cinque macrosettori contrattuali richiamati, arrivando a individuare una serie di buone pratiche.

Analizzato il welfare occupazionale esistente nel comparto artigiano

Sin dal primo rapporto, nel 2018, il lavoro di analisi e mappatura della contrattazione collettiva secondo una prospettiva metodologica di relazioni industriali ha permesso di ricondurre a sistema una pluralità di frammenti di welfare che, se visti in modo isolato, portano a una lettura parziale e distorta del fenomeno. In questa VI edizione del rapporto è stata offerta un’analisi del welfare occupazionale esistente nel comparto artigiano, dando conto del ruolo importante svolto dalla bilateralità a livello nazionale e territoriale, e si è proseguito con l’analisi delle modalità di raccordo tra welfare occupazionale e dinamiche del mercato del lavoro con un nuovo focus geografico che ha riguardato la Regione Lazio. L’approfondimento tematico, infine, si è focalizzato sul rapporto tra salute e lavoro, in virtù della crescente attenzione per il tema della salute all’interno delle organizzazioni, rilevata nelle precedenti edizioni, e dell’evoluzione del ruolo dei fondi sanitari integrativi istituiti dalla contrattazione collettiva.

Tiraboschi (ADAPT): «Welfare parte della trasformazione del lavoro»

«Con questo sesto rapporto ci proponiamo di continuare a offrire e aggiornare un quadro sufficientemente ampio e attendibile di informazioni, modelli e linee di azione, utile a orientare le scelte di lavoratori e imprese, e contribuire a ricondurre in una logica di sistema le molteplici e variegate esperienze in atto», ha spiegato Michele Tiraboschi, coordinatore scientifico ADAPT «Il nostro intento è quello di inquadrare il tema nell’ambito di quella che, come gruppo di ricerca ADAPT, abbiamo da tempo definito la nuova grande trasformazione del lavoro. Una trasformazione rispetto alla quale il welfare, se utilizzato correttamente, può rappresentare uno dei principali ambiti entro cui delineare un nuovo ordine economico e sociale, sostenibile per la finanza pubblica e funzionale al giusto equilibro tra istanze della produzione e istanze della giustizia sociale», ha aggiunto.

Lamberti (Intesa): «Piani di welfare aziendale volano di sviluppo economico»

«Il nostro obiettivo», gli ha fatto eco Tiziana Lamberti, executive director Wealth Management & Protection di Intesa Sanpaolo, «è essere un punto di riferimento per le esigenze delle aziende e dei dipendenti, forti anche dell’esperienza virtuosa maturata nel nostro contesto aziendale. Abbiamo per questo messo a punto una piattaforma digitale per agevolare la fruizione dei diversi programmi di welfare aziendale disponibili. In collaborazione con la nostra Divisione Insurance, abbiamo infine attivato un ecosistema di prodotti e servizi pensato per la clientela senior, ed i caregiver che li assistono». «I piani di welfare aziendale», ha aggiunto, «sono anche volano di sviluppo economico, stimolo all’incremento della produttività, facilitatore del dialogo tra azienda e lavoratori e strumento di rafforzamento del rapporto con il territorio di riferimento».

Intesa Sanpaolo ha presentato i risultati della ricerca Welfare for people: ecco tutto quello che è emerso.
Tiziana Lamberti (Imagoeconomica).

Stellantis snobba l’Italia: dalla produzione ridotta alla svendita dello stabilimento Maserati di Grugliasco

Comandano i francesi. Il dato può essere urticante nella nuova stagione del potere sedicente sovranista, ma quando parliamo di Stellantis bisogna fare i conti con l’amara realtà. Il gruppo nato due anni fa dalla fusione di Fca con Peugeot vede la Exor della famiglia Agnelli quale socio di maggioranza con il 14,4 per cento. I transalpini possono vantare il 7,2 per cento in mano alla famiglia Peugeot, ma poi c’è il 6,2 per cento alla banca pubblica BpiFrance, che fa capo al governo di Parigi. Dunque, l’Eliseo può far valere tutto il suo peso in un’azienda che ingloba la vecchia Fiat, ma ha testa e cuore in Francia, mentre il forziere è saldamente in Olanda.

La vendita dello stabilimento Maserati di Grugliasco, il polo del lusso voluto da Marchionne

La presenza in Italia intanto arretra. Suscita sconforto e mestizia la notizia della vendita dello stabilimento Maserati di Grugliasco, nel Torinese, ex gioiello di quello che 11 anni fa l’allora ad Fiat, Sergio Marchionne, definiva il polo del lusso. A inizio novembre l’annuncio è apparso su Immobiliare.it, come se lo storico impianto ex Bertone fosse una mansarda o un box qualunque. Addio ai sogni di rilancio basati sul valore dei marchi, sulla qualità, sull’eccellenza delle quattro ruote che hanno fatto sognare gli appassionati di tutto il mondo. Niente da fare, troppo costoso per Carlos Tavares, Ceo di Stellantis voluto dai francesi. Mister Peugeot, evidentemente, non subisce il fascino della casa del Tridente e così le Maserati verranno assemblate a Mirafiori.

Stellantis snobba l'Italia: dalla produzione ridotta alla svendita dello stabilimento Maserati di Grugliasco
Sciopero dei lavoratori a Grugliasco (Ansa).

La produzione di auto in Italia è ferma a 400 mila vetture e appena sette modelli contro il milione francese

La crisi è globale, si dirà. Intanto però in Francia l’azienda produce un milione di auto l’anno con 15 modelli. In Italia 400 mila e appena sette modelli. Ma soprattutto, in vista della grande transizione che cambierà tutto, la componentistica per l’elettrico e l’ibrido viene realizzata Oltralpe al 90 per cento, in Italia soltanto il 10 per cento nell’unico stabilimento piemontese di Rivalta. Da ciò deriva un rischio di 7.500 esuberi, tutti concentrati sulla Penisola. D’altronde i numeri parlano chiaro: Stellantis in Italia ha oggi il 28 per cento della quota di mercato e Fiat, come marchio, è ridotta all’11. Nel 1989 il solo brand torinese valeva il 41 per cento. Sempre nel 1989 si raggiunse il picco dei 2 milioni di veicoli prodotti nel Bel Paese, 10 anni dopo eravamo a 1,4 milioni, ma già nel 2018 il valore si era ridotto a 670 mila e oggi Stellantis galleggia appunto attorno alle 400 mila unità. Tavares ha preso l’impegno con il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, di tornare a un milione di veicoli l’anno, obiettivo che a oggi sembra una chimera. A Mirafiori si fa la 500 elettrica, ma la produzione arranca intorno alle 80 mila unità contro le 120 mila promesse. A Cassino si è crollati da 135 mila vetture del 2017 a 55 mila nel 2022. In Basilicata, a Melfi, vengono sfornate 142 mila auto, con 59 mila unità perse dal 2019. Mentre Pomigliano si difende ed è oggi il primo stabilimento di assemblaggio in Italia: 165 mila vetture nel 2022, con un +34 per cento sul 2021, ma comunque con un’emorragia del 17 per cento rispetto al periodo pre-Covid. Certo, sono dati su cui pesa la crisi esogena, anzi globale, dei chip. Ma la questione semiconduttori non può trasformarsi nel paravento di un tracollo più profondo e strutturale.

Stellantis snobba l'Italia: dalla produzione ridotta alla svendita dello stabilimento Maserati di Grugliasco
Catena di montaggio nello stabilimento di Pomigliano (Imagoeconomica).

L’indotto, il caso Magneti Marelli e la battaglia di Calenda

Oggi l’automotive dà occupazione, con l’indotto, a 270 mila persone e fa il 5,2 per cento del Pil italiano. Ma soprattutto, oltre a rappresentare uno dei settori su cui si è fondata la rinascita del Paese nel secondo Dopoguerra, intercetta e amplifica tutti i processi di innovazione e le sfide tecnologiche che cambieranno il nostro futuro: energia, intelligenza artificiale, big data, smart city. Starci dentro è dunque un’esigenza vitale per l’Italia. La crisi delle imprese dell’indotto è, in questo senso, una cartina di tornasole di ciò che sta accadendo: Lear, Martur e soprattutto Magneti Marelli, con il rischio chiusura per la sede di Crevalcore, nel Bolognese. La vicenda va a braccetto con quella di Stellantis, visto che Marelli era tra l’altro una divisione dell’ex Fiat. Tra i leader politici, sul dossier si è mosso subito Carlo Calenda che a fine settembre ha tentato di portare solidarietà ai lavoratori dell’azienda di componentistica, recandosi personalmente nella fabbrica in pericolo. La Fiom gli ha riservato un’accoglienza tutt’altro che festosa e a stretto giro il leader di Azione si è sfogato al Corriere della sera, prendendo di mira il segretario della Cgil ed ex leader dei metalmeccanici del sindacato, Maurizio Landini: «Faceva la guerra totale a Marchionne quando in Italia si produceva un milione di veicoli commerciali e auto, oggi che ne produciamo 650 mila sta zitto perché John Elkann ha fatto la mossa di comprarsi il maggior quotidiano nazionale della sinistra italiana». Il velenoso riferimento è a Repubblica, che fa capo ad Exor, e in particolare a una recente intervista rilasciata al quotidiano dal sindacalista, in cui ne dice di ogni sulla crisi del settore auto senza mai nominare Stellantis.

Stellantis snobba l'Italia: dalla produzione ridotta alla svendita dello stabilimento Maserati di Grugliasco
Maurizio Landini, segretario generale della Cgil (Imagoeconomica).

Ancora l’8 ottobre Calenda twittava: «Gli imprenditori sono le persone più felici del mondo con questo sindacato. Gli stipendi reali negli ultimi 30 anni sono scesi del 2 per cento contro il +30 per cento di Francia e Germania. Il tutto tramite contrattazione collettiva. Direi che sono pronti a fare un monumento a Landini. Se poi quegli stessi imprenditori possiedono un giornale, si possono anche pagare un dividendo a spese dello Stato in Olanda e diminuire la produzione del 30 per cento nel silenzio sindacale. Meglio di così». Calenda si riferisce al prestito a Fca da 6,3 miliardi di euro garantiti da Sace, risalente al 2020, durante la pandemia. Soldi poi rimborsati da Stellantis.

Landini corregge la rotta su Stellantis

Landini, dal canto suo, ha minacciato querela all’ex ministro dello Sviluppo economico. Il leader del primo sindacato italiano, in un certo senso, ha iniziato la propria scalata alla Cgil grazie allo scontro con Marchionne, sin dai tempi del referendum sull’accordo separato di Fiat Mirafiori. Ora non può certo accettare l’accusa di essere “collaterale” o morbido nei confronti dei nuovi padroni franco-italiani. Ma il suo nervosismo è apparso palese, a dimostrazione che comunque Calenda lo aveva punto nel vivo. Proprio l’altro giorno il leader cigiellino ha provato a correggere la rotta: «Stellantis sta discutendo con tutti in giro per il mondo, fuorché in Italia» e così rischiamo di «perdere interi settori manifatturieri su cui siamo capaci di lavorare». Bene, chissà se Elkann ha iniziato a tremare.

Ex Ilva, sindacati: «Incontro disastroso col governo, otto ore di sciopero»

I sindacati hanno definito disastroso l’incontro con il governo sull’ex Ilva a Palazzo Chigi e hanno proclamato otto ore di sciopero unitario in tutti gli stabilimenti. «È andato malissimo anche rispetto alle aspettative che erano minime. Subordinano ogni decisione dall’assemblea dei soci prevista per il 23 novembre», ha detto il segretario generale della Uilm Rocco Palombella. Lì si capirà se il socio intende restare in Italia. «ArcelorMittal non può tenere in ostaggio il Paese», ha fatto eco il segretario generale della Fiom Michele De Palma. L’omologo della Fim Cisl, Roberto Benaglia, ha aggiunto che il governo ha comunque promesso che «lo stabilimento non chiuderà».

Don’t say a word stasera su Rai Movie: trama, cast e curiosità

Stasera 9 novembre 2023 andrà in onda sul canale Rai Movie, alle ore 21.10, il film Don’t say a word. Il regista è Gary Fleder mentre la sceneggiatura è stata scritta da Patrick Smith Kelly e Anthony Peckham. Nel cast ci sono Michael Douglas, Sean Bean, Brittany Murphy, Famke Janssen e Jennifer Esposito.

Stasera andrà in onda sul canale Rai Movie il film Don't say a word, ecco trama, cast e curiosità sulla pellicola.
Michael Douglas e Brittany Murphy in una scena (X).

Don’t say a word, trama e cast del film stasera 9 novembre 2023 su Rai Movie

La trama racconta la storia di Nathan Conrad (Michael Douglas) uno psichiatra brillante che vive a New York insieme alla sua moglie Aggie (Famke Janssen) e alla figlia Jessie (Skye McCole Bartusiak). La sua vita sembra perfetta e tutto scorre senza problemi fino a quando lo specialista deve occuparsi di una nuova paziente: la giovane Elisabeth Burrows (Brittany Murphy). Quest’ultima si rivela una sfida impossibile per Nathan, visto che sembra avere una mente impenetrabile ed è affetta da diversi problemi psichici.

La situazione precipita ulteriormente quando la figlia di Nathan viene rapita dal criminale Patrick Koster (Sean Bean) che sembra interessato al lavoro dello specialista con Elisabeth. Il malvivente vuole che la giovane ricoverata ricordi e riveli un codice a sei cifre che sembra essere molto importante. A poco a poco, Nathan riuscirà a entrare nella mente di Elisabeth e i due instilleranno un rapporto di fiducia. Ma quando il dottore la porterà fuori dalla clinica, il passato sconvolgente della ragazza riemergerà e ci saranno numerosi colpi di scena.

Don’t say a word, 5 curiosità del film stasera 9 novembre 2023 su Rai Movie

Don’t say a word, un destino comune e crudele per due attrici del cast

Curiosamente, due attrici che hanno collaborato sul set in questa produzione hanno condiviso un triste destino. Infatti, Brittany Murphy morì nel 2009 a 32 anni per un’intossicazione da droghe mentre Skye McCole Bartusiak morì a 21 anni nel 2014 per un’overdose.

Don’t say a word, un gran risultato per una giovane attrice

A quanto pare, Skye McCole Bartusiak era entusiasta sul set perché aveva insegnato all’attrice Famke Janssen come giocare con la console di videogiochi Nintendo Game Boy. In una scena infatti, il personaggio dell’attrice doveva divertirsi con questo dispositivo ma la Janssen non sapeva affatto come usarlo.

Don’t say a word, la scelta di un attore da parte del regista

Il regista Gary Fleder disse alla direttrice del casting che per la parte del patologo Sydney Simon voleva ingaggiare un «tipo alla Victor Argo». A quel punto, la direttrice del casting decise di contattare direttamente Argo e gli offrì la parte che venne accettata dall’attore.

Don’t say a word, un ruolo simile da parte di un’attrice

Brittany Murphy in questa pellicola interpreta il ruolo di una ragazza affetta da problemi mentali. La Murphy aveva già interpretato un personaggio simile nel film Ragazze interrotte che vantava nel cast anche Angelina Jolie e Winona Ryder.

Stasera andrà in onda sul canale Rai Movie il film Don't say a word, ecco trama, cast e curiosità sulla pellicola.
Brittany Murphy in una scena (X).

Don’t say a word, la sceneggiatura non è originale

In realtà il soggetto di questo film non è originale ma è basato sull’omonimo romanzo del 1991 scritto dall’autore Andrew Klavan. Inoltre, la sceneggiatura ha subito delle modifiche nel corso del tempo e alcuni elementi sono stati aggiunti in seguito, come la sottotrama dedicata al personaggio di Jennifer Esposito.

Bruce Willis: «Non riconosce più l’ex moglie Demi Moore»

In base alle ultime indiscrezioni riportate dai media statunitensi, la salute di Bruce Willis sarebbe in netto peggioramento. Stando a fonti vicine alla sua famiglia riportate dal magazine Closerweekly, l’attore non riconoscerebbe più nemmeno l’ex moglie Demi Moore.

Bruce Willis malato di demenza: «Non riconosce più l’ex moglie Demi Moore»

Di ritorno da un viaggio, l’attrice ha fatto visita all’ex marito, a cui è sempre rimasta molto vicina, ma ha dovuto constatare che l’amata star di Die Hard non ricordava più che lei fosse la donna con cui è stato sposato per ben 13 anni (e che l’ha resa madre delle sue figlie Rumer, 35 anni, Scout, 32 e Tallulah, 29). Moore sarebbe «devastata» dallo stato in cui ha trovato l’attore, che soffre di una forma di demenza frontotemporale che non può essere curata e colpisce in genere persone tra i 40 e i 60 anni. La nuova «crudele diagnosi» annunciata dalla famiglia a febbraio del 2023 comporta per Willis sintomi quali movimenti rallentati, rigidità alle articolazioni, problemi di equilibrio e cambiamenti nell’umore e nella parola. «È doloroso ma finalmente adesso sappiamo di cosa si tratta», avevano detto il 16 febbraio l’attuale compagna Emma Heming Willis, la stessa Demi Moore e le cinque figlie dell’attore in un messaggio postato sul sito della Association for Frontotemporal Degeneration. Sempre Heming, in un’intervista concessa al programma Today, il 25 settembre aveva commentato: «La demenza è dura. […] È dura per la persona che riceve la diagnosi, è dura anche per la famiglia. […] Quando dicono che questa è una malattia familiare, lo è per davvero».

Svezia, troppe renne investite per strada: l’allarme dei Sami

In Svezia, sempre più renne sono vittima di incidenti stradali. Attirate dal sale utilizzato durante l’inverno per impedire la formazione di ghiaccio sull’asfalto, tendono a lasciare i boschi per avventurarsi nelle aree urbane, finendo così investite dalle automobili in transito. Secondo un rapporto della polizia, fra l’ottobre 2018 e lo stesso mese del 2023, hanno perso la vita almeno 10 mila esemplari in altrettante collisioni, ma il numero potrebbe essere molto più alto. Per questo motivo il popolo indigeno dei Sami, tramite il suo parlamento con sede nella città settentrionale di Kiruna, ha chiesto un immediato intervento del governo di Stoccolma. «È un vero cimitero di animali», ha raccontato al Guardian Joacim Lundqvist, coordinatore della polizia per la fauna selvatica. «In alcuni punti, anche in brevi tratti, giacciono fino a 15 esemplari».

In cinque anni 10 mila renne sono morte per incidente stradale in Svezia. I Sami chiedono limiti di velocità e recinti per le aree di caccia.
Una donna Sami con le sue renne (Getty Images).

Svezia, per salvare le renne chiesti limiti di velocità e recinzioni

La zona più colpita della Svezia sarebbe la strada tra Skröven e Moskojärvi, non lontano dalla città di Kiruna. L’arteria che collega le due aree urbane, soprattutto negli ultimi anni, ha assistito a un incremento continuo del traffico, alimentato dalle fiorenti attività industriali per l’estrazione mineraria. «È molto triste vedere i propri animali morire per questi incidenti», ha spiegato Jan Rannerud, membro del parlamento Sami della Svezia. «È un fardello pesante per tutti coloro che ne sono colpiti ogni giorno». Per proteggere gli animali, di cui rimarrebbero appena 300 mila esemplari in tutto il Paese, si chiedono dunque limiti di velocità più bassi e recinzioni per le zone di caccia e per le riserve naturali.

In cinque anni 10 mila renne sono morte per incidente stradale in Svezia. I Sami chiedono limiti di velocità e recinti per le aree di caccia.
Una renna alla ricerca di cibo fra la neve in Svezia (Getty Images).

Gli incontri sempre più frequenti fra l’uomo e le renne sono frutto anche della crisi climatica. Temperature sempre più calde hanno infatti sciolto la neve sulle montagne, rendendo difficoltosi sia lo spostamento sia la ricerca di cibo per le mandrie, che hanno quindi cercato rifugio più a valle. Sotto accusa anche la scarsa attenzione di Stoccolma per il problema, nonostante siano state presentate numerose segnalazioni. «Lo Stato preferisce pagare pochi spiccioli per un esemplare morto piuttosto che costruire un recinto da milioni di euro», ha ricordato Rannerud. «La situazione però sta peggiorando ed è ormai insostenibile».

Cate Blanchett al Parlamento europeo: «Esternalizzare i migranti è disumano e dannoso»

Le pratiche di esternalizzazione della gestione della migrazione sono «politiche inefficaci e disumane» che hanno «sprecato miliardi di dollari dei contribuenti» e sono ormai «un approccio screditato e in gran parte abbandonato». Lo ha sottolineato Cate Blanchett, attrice australiana e ambasciatrice dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), parlando all’Eurocamera. «Mi chiedo se coloro che ora mettono in dubbio la Convenzione sul diritto d’asilo abbiano mai incontrato un rifugiato o sono stati costretti ad affrontare il costo umano di politiche dannose come l’esternalizzazione», ha accusato l’attrice parlando all’Assemblea. L’esternalizzazione dei migranti è una strategia politica che consiste nel trasferire la responsabilità della gestione dei flussi migratori dai paesi di destinazione a paesi terzi, in particolare quelli di transito dei migranti, in cambio di ingenti aiuti finanziari e di cooperazione per la gestione degli hotspot. Rientra all’interno di questa strategia il recente accordo tra Italia e Albania, per l’apertura nel paese extra Ue di strutture per la gestione dei richiedenti asilo arrivati nei porti italiani.

Caritas: «Sempre più working poor, poveri nonostante un lavoro»

Il vicedirettore di Caritas italiana Paolo Valente, anticipando il rapporto della Caritas sulla fragilità economica e sociale in uscita a novembre, ha affermato che «emerge come centrale il fenomeno dei working poor, ossia di quelle situazioni di povertà, personali e familiari, in cui non manca il lavoro, ma il reddito non è sufficiente a una vita dignitosa».

Realizzata un’indagine nazionale sul lavoro povero

Sarà presentato il 17 novembre, presso la sede di Caritas italiana a Roma, il Rapporto 2023 su povertà ed esclusione sociale in Italia dal titolo Tutto da perdere. La data è strettamente collegata alla Giornata mondiale dei poveri voluta da Papa Francesco per il 19 novembre. Sul lavoro povero è stata realizzata un’indagine nazionale, di taglio sperimentale e qualitativo, la prima di tipo partecipativo mai realizzata da Caritas italiana. «In tutte le fasi di studio è stato coinvolto un gruppo di persone che vivono sulla propria pelle la condizione di fragilità economica e lavorativa. In questo modo le persone si rendono protagoniste e non solo destinatarie di aiuto», ha detto Valente, che fino a febbraio 2022 è stato direttore della Caritas diocesana di Bolzano-Bressanone ed è ora vicedirettore di Caritas italiana, ente di cui da un anno segue anche lo sviluppo di tutti i mezzi di comunicazione. L’organismo pastorale della Conferenza episcopale ha sede a Roma e supporta e coordina le 218 Caritas diocesane presenti in Italia. Partecipa attivamente anche alla rete Caritas europea e internazionale.

Il murales con Mattarella per la lotta contro la caccia selvaggia

Sergio Mattarella, presidente della Repubblica, come San Francesco d’Assisi circondato da animali selvatici. Questo il soggetto del murales realizzato dall’artista Harry Grab apparso a Roma, in vicolo del Babuccio, per chiedere assieme alla Lav che l’articolo 9 della Costituzione a tutela degli animali, la biodiversità, l’ambiente e gli ecosistemi, non sia più carta straccia. L’opera mostra Mattarella circondato da animali selvatici «che oggi sono sotto attacco della politica», precisa la Lav.

La richiesta della Lav: «Chiediamo aiuto al presidente Mattarella»

La Lav ha organizzato diverse proteste in piazza per il fine settimana del 25-26 novembre. I cittadini potranno sottoscrivere una cartolina successivamente recapitata al Quirinale per chiedere al presidente Mattarella un suo coinvolgimento attivo per il rispetto dell’articolo 9 della Costituzione. Spiega l’organizzazione: «Chiediamo al capo dello Stato di richiamare il governo e il Parlamento sugli atti che impediscono ai Tar la sospensione dei calendari venatori e che aggirano il divieto di utilizzo di munizioni al piombo nelle zone umide che non rappresentano affatto la tutela di animali, biodiversità, ambiente ed ecosistemi come detta il principio fondamentale della costituzione all’articolo 9 integrato così un anno e mezzo fa a stragrande maggioranza dal Parlamento. A gennaio 2023 l’approvazione dell’emendamento “caccia selvaggia”, inserito surrettiziamente nella legge di Bilancio e che ora consente l’ingresso dei cacciatori in città e parchi, ha segnato l’avvio del più grande attacco mai sferrato dalle istituzioni contro gli animali selvatici».

Il murales di Mattarella per la lotta contro la caccia selvaggia
L’opera dell’artista Harry Grab, particolare (Ansa).

Harry Grab: «Sono onorato che la Lav abbia pensato a me»

L’autore del murales si è detto onorato di aver collaborato con l’organizzazione: «Sono onorato che la Lav abbia pensato a me e alla mia arte per una battaglia così importante e giusta. Credo fermamente che i propositi espressi nell’articolo 9 della Costituzione siano un passaggio fondamentale per la nostra vita e quella delle future generazioni. È per questo che sono grato alla Lav di avermi coinvolto in questa campagna. Dovremmo imparare dagli animali come custodire e proteggere ciò che ci circonda, sembra che lo abbiamo dimenticato».

Coppia intossicata, per la morte di Gerardina Corsano spunta l’ipotesi pesticida

Per la morte di Gerardina Corsano, 46enne di Ariano Irpino deceduta dopo aver avvertito vomito e dolori addominali a seguito di una cena in pizzeria insieme con il marito Angelo Meninno (ricoverato in ospedale e poi dimesso), tramonta definitivamente l’ipotesi del botulino e si fa largo quella dell’avvelenamento da pesticida.

Già dalle analisi sul marito non erano emerse tracce di botulino

Dopo essere stata a cena col marito, Corsano si era sentita male e si era recata per due volte all’ospedale: i medici, però, non l’avevano ricoverata. Poi quando si era ripresentata la mattina del 31 ottobre la situazione era già precipitata e l’intervento dei sanitari era servito a scongiurarne la morte. Da subito l’ipotesi più accreditata era stata quella dell’intossicazione alimentare, provocata nello specifico da un olio piccante utilizzato in pizzeria. Dopo il ricovero, il marito aveva detto di aver sentito un cattivo sapore mangiando la pizza, attribuendo quindi a quel condimento il motivo dell’intossicazione. Ma il botulino è una tossina inodore e insapore. In più, in seguito, non erano emerse tracce nemmeno dalle analisi su Meninno.

A uccidere la donna forse il contatto con sostanze chimiche

In attesa dei risultati ufficiali degli esami dell’Istituto superiore di Sanità a Roma, secondo indiscrezioni filtrate è stata definitivamente esclusa la presenza di botulino negli alimenti sequestrati alla pizzeria. E nemmeno sul cibo reperito nella casa della coppia. Si sta facendo invece strada l’ipotesi del contatto con sostanze chimiche, estranee al ristorante in cui la coppia aveva cenato. In particolare su pesticidi, presenti nell’azienda agricola di Menino.

Sharon Stone: «Molestata sessualmente da un ex capo di Sony Pictures»

Per la prima volta Sharon Stone, intervistata durante lo show Let’s Talk Off Camera con Kelly Ripa, ha rivelato di essere stata molestata sessualmente da un ex capo della Sony Pictures. L’episodio risale agli Anni 80, quando era ancora agli inizi di carriera. All’epoca dei fatti la casa di produzione, fondata nel 1987, aveva come presidenti Peter Guber e Jon Peters. A quest’ultimo nel 2011 un giudice impose il pagamento di un risarcimento di 3,3 milioni di dollari dopo che un’ex assistente lo accusò di molestie sessuali.

Sharon Stone vittima di molestie 

La Stone ha raccontato di aver incontrato il capo della Sony nel suo ufficio. Dopo essersi accomodata su un divano, l’uomo, il cui nome non è stato rivelato, ha cominciato a farle delle lusinghe, per poi avvicinarsi sempre di più fino a sventolarle il pene in faccia. «Ero molto giovane e, come di solito faccio quando sono nervosa, mi misi a ridere ma allo stesso tempo anche a piangere. Non riuscivo a smettere perché ero in un momento isterico. Lui non sapeva cosa fare, si richiuse i pantaloni e uscì da una porta dietro la sua scrivania», ha detto l’attrice. Nel frattempo la Stone, non sapendo a sua volta cosa fare, rimase lì finché una segretaria non le mostrò l’uscita. Nel gennaio del 2018, in pieno #MeToo, le fu chiesto se fosse stata vittima di molestie o aggressioni sessuali. All’epoca non entrò nello specifico, tuttavia la sua risposta lasciò poco spazio alla fantasia: «Sono nel settore da 40 anni, riesci ad immaginare com’era? Ne ho viste di tutte».

Corte dei Conti: «A Caivano creato terreno fertile per i clan»

Sanzioni oltre i 250 mila euro e per sette persone, un ex-sindaco e sei assessori, l’impossibilità, per 10 anni, di ricoprire incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali. Dopo Napoli con il caso delle case occupate e gli affitti non riscossianche Caivano finisce tra le verifiche dei Carabinieri e della Procura Regionale della Corte dei Conti della Campania dalle quali sono emerse condotte «scriteriate» e una gestione «disinvolta» dei soldi pubblici. Le notifiche emesse dai pubblici ministeri Licia Centro e Davide Vitale riguardano un ex-sindaco e sei assessori del comune di Caivano e l’arco temporale compreso tra l’anno 2006 e l’anno 2015 e le responsabilità relative al dissesto finanziario dell’ente, deliberato dal Consiglio comunale nel 2016.

Secondo la magistratura contabile campana a Caivano è stato «creato un terreno favorevole allo sviluppo della criminalità organizzata». Le condotte degli amministratori pubblici sono state ritenute «gravemente colpose» dagli inquirenti. Emerge, dall’indagine, come i bilanci, approvati dalla compagine amministrativa oggi sotto accusa «fossero caratterizzati dalla esposizione di residui attivi inesistenti, che alimentavano una fittizia capacità di spesa, da una massiccia mole di debiti fuori bilancio, frutto di una gestione degli appalti improntata alla illegalità, come accertato anche dall’Anac in un’indagine amministrativa concomitante, con una totale assenza di qualsiasi provvedimento atto e/o direttiva volto a sanare le rilevantissime criticità contabili, tra cui spicca anche la bassissima capacità di riscossione delle entrate, sensibilmente inferiore alla media nazionale».

Liceo Vico di Napoli occupato in solidarietà alla Palestina

A Napoli gli studenti e le studentesse del collettivo Vico di via Salvator Rosa, insieme agli aderenti al coordinamento Kaos, hanno occupato la sede dell’omonimo liceo «per mandare un messaggio di solidarietà al popolo palestinese». L’iniziativa segue l’occupazione in corso da lunedì 6 novembre nella sede dell’università l’Orientale di Napoli, e quella in corso dall’8 novembre nella facoltà di Scienze politiche de La Sapienza a Roma.

Gli studenti: «Vogliamo rompere il silenzio davanti ai migliaia di morti»

Il Vico è il primo istituto superiore occupato in città. «Con questa occupazione vogliamo rompere il silenzio inaccettabile davanti ai migliaia di morti che ci viene imposto. Pretendiamo che nei nostri licei si racconti apertamente della causa palestinese, che si dica chiaramente che a Gaza è in corso un genocidio nei confronti del quale non possiamo rimanere in silenzio», hanno scritto gli studenti in un post su Instagram. Sabato 11 novembre alle 15 è in programma un presidio nei pressi del Consolato americano di Napoli per chiedere lo «stop ai bombardamenti a Gaza», mentre il 17 novembre, in occasione della giornata internazionale per il diritto alle studio, ci sarà un corteo a partire dalle 9 in piazza Garibaldi.

Dopo 260 anni aperte le lettere d’amore scritte per i marinai francesi

Per la prima volta, dopo oltre 260 anni, sono state aperte e studiate più di 100 lettere d’amore inviate ai marinai francesi dalle loro fidanzate e mogli, ma anche da genitori e fratelli. Le missive sono state scritte fra il 1757 e il 1758, ma erano state sequestrate dalla Marina militare britannica durante la Guerra dei Sette Anni. Renard Morieux, dell’Università di Cambridge, frugando negli archivi di Stato ha deciso di dare loro una seconda vita.

Lettere d’amore senza tempo: il messaggio di Marie al suo Louis

Morieux, spinto dalla curiosità, ha portato alla luce un tesoro che ci riporta indietro di quasi tre secoli. Il suo lavoro di ricerca ha prodotto uno studio pubblicato sulla rivista Annales Histoire Sciences Sociales che prevede la codificazione e catalogazione di oltre 100 lettere spedite da parenti e amici all’equipaggio della Galatée ma recapitate alla Marina militare britannica, che aveva catturato l’equipaggio. «Potrei passare tutta la notte a scriverti», confidava Marie Dubosc a suo marito Louis Chambrelan, ufficiale della nave militare francese Galatée. La donna, però, non sapeva che la nave era stata presa dagli inglesi. «Sono tua moglie fedele per sempre. Buona notte, mio caro amico. È mezzanotte. Penso che sia ora che riposi», continuava la missiva.

Storie di vita cariche di affetto e diatribe familiari

Leggere ora queste lettere ci permette di gettare uno sguardo sulla vita quotidiana di persone comuni vissute quasi 300 anni fa. Storie d’amore, di vita ma anche questioni familiari difficili e lamentele come quella della mamma di Nicolas Quesnel, che si lamentava con suo figlio di non ricevere mai sue notizie se non tramite la sua fidanzata Marienne. Amori, gelosie e delusioni rimaste intrappolate all’interno di poche righe rinchiuse in archivio e dimenticate. «Ho capito di essere la prima persona a leggere questi messaggi molto personali da quando sono stati scritti. I destinatari previsti non hanno avuto questa possibilità. È stato molto emozionante», ha detto Morieux una volta trovate le lettere.

Colloquio sul clima tra Cina e Stati Uniti, raggiunti «risultati positivi»

Mercoledì 8 novembre si sono conclusi a Sunnylands, in California, i cinque giorni di colloqui sul cambiamento climatico tra Cina e Stati Uniti, guidati dai rispettivi inviati speciali per il clima Xie Zhenhua e John Kerry. Le due parti non hanno rilasciato dettagli su eventuali iniziative per contrastare la crisi climatica, ma hanno fatto sapere di aver raggiunto «risultati positivi su diversi punti» che si aspettano saranno centrali alla Cop28.

Usa e Cina: «Agiremo di concerto per il successo della Cop28»

Kerry e Zhenhua si sono incontrati in vista della 28esima Conferenza delle parti, il vertice sul clima promosso dall’Onu che si terrà a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre. Washington e Pechino «si sono impegnate in uno scambio di opinioni approfondito ottenendo risultati positivi nello sviluppo della cooperazione e dell’azione bilaterale contro il cambiamento climatico», ha dichiarato il ministero dell’Ecologia e dell’Ambiente cinese, aggiungendo che le due parti hanno concordato di «agire di concerto per il successo della conferenza Cop28».

Il clima è il terreno comune su cui allentare le tensioni diplomatiche

Il clima è visto da tempo come un’area in cui le due superpotenze possono trovare un terreno comune, in un momento di tensione crescente in cui la Cina accusa gli Stati Uniti di stare aumentando la pressione per contenerla a livello globale in una serie di settori. Ciò include la delicata situazione di Taiwan e le restrizioni statunitensi sui chip ad alta tecnologia, che Washington teme che Pechino possa utilizzare per uso militare. John Kerry, che è il principale rappresentante degli Stati Uniti sulle questioni climatiche a livello globale, ha visitato Pechino a luglio dopo una lunga pausa nei colloqui bilaterali sul clima, insistendo sul fatto che gli Stati Uniti non stiano cercando di dettare i termini di cooperazione alla Cina.

Colloquio sul clima tra Cina e Stati Uniti, raggiunti «risultati positivi»
John Kerry incontra il premier cinese Li Qiang per la ripresa dei colloqui sul clima, luglio 2023 (Getty Images).

Il disaccordo sulla riduzione dei combustibili fossili 

Washington e Pechino sono in disaccordo sulla questione della riduzione del carbone, con l’inviato americano che ha chiesto che la questione sia al centro dei negoziati Cop28, mentre la controparte cinese ha affermato che l’eliminazione graduale dei combustibili fossili è «irrealistica». La Cina è il primo Paese per investimenti nella transizione energetica, e si è impegnata a raggiungere il picco delle emissioni di anidride carbonica entro il 2030 e a diventare carbon neutral entro il 2060. Le misure prevedono, intanto, di riciclare fino a 6 miliardi di metri cubi di gas rilasciato dalle miniere di carbone entro il 2025. Pechino si è inoltre impegnata a tagliare l’uso del gas flaring, associato all’estrazione di petrolio e fonte chiave di emissioni di metano, e proposto linee guida per il riutilizzo di oltre l’80 per cento dei rifiuti zootecnici, altra importante fonte di generazione di metano, sempre entro il 2025. Gli Stati Uniti, insieme ad oltre 150 altri Paesi, si sono impegnati a ridurre le emissioni di metano del 30 per cento entro il 2030, ma la Cina finora non ha aderito a tale impegno, pur essendo il principale produttore mondiale, in gran parte per l’attività mineraria del carbone.

Spagna, raggiunto accordo tra Psoe e Junts per la fiducia a Pedro Sànchez

Il Partito socialista spagnolo ha incassato l’accordo con Junts per Catalunya di Carles Puigdemont: in cambio del decisivo appoggio esterno a il nuovo governo di Pedro Sàchez, sarà concessa l’amnistia per i dirigenti indipendentisti, in carcere o all’estero, che nel 2017 promossero il referendum per la secessione. A questo punto manca solo l’intesa con i nazionalisti baschi del Pnv. IL leader socialista potrebbe così ottenere la fiducia del parlamento già nella seconda settimana di novembre.

Scontri a Madrid contro l’amnistia

L’intesa tra Psoe e Junts arriva in un clima di tensione e scontri di piazza. Nei giorni scorsi in migliaia si sono dati appuntamento a Madrid sotto la sede nazionale del Partito socialista operaio spagnolo per protestare contro l’amnistia. Diversi i feriti e numerosi gli arresti negli scontri con la polizia, animati spesso da gruppi neofascisti. Sia l’estrema destra di Vox sia il Partito Popolare sono sul piede di guerra e accusano Sanchez di un «golpe» contro la Costituzione, ai danni dell’unità della Spagna.

Spagna, raggiunto accordo tra Psoe e Junts per la fiducia a Pedro Sànchez
Un manifestante fa il saluto fascista durante le proteste sotto alla sede del Partito socialista (Getty Images).

Caso Orlandi, anche il Senato approva la commissione parlamentare d’inchiesta

Via libera alla commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Orlandi-Gregori. Dopo tanti rinvii, il Senato ha approvato in via definitiva e a larga maggioranza il disegno di legge per l’istituzione della bicamerale. L’unanimità del 23 marzo 2023 alla Camera si è quasi ripetuta, con un solo astenuto (Pierferdinando Casini) e un voto contrario (Roberto Menia di Fratelli d’Italia). Presto, quindi, sarà il Parlamento a occuparsi di uno dei misteri che da anni riguardano l’Italia, ovvero la scomparsa della 15enne Emanuela Orlandi, avvenuta il 22 giugno 1983, e quella della coetanea Mirella Gregori, figlia di un barista romano sparita un mese prima.

La discussione in Aula

L’ex presidente della Camera Pierferdinando Casini, eletto nel Pd ma in disaccordo sulla questione, ha comunicato la sua decisione di astenersi, poiché contrario all’idea del Parlamento di assumersi «competenze che non gli spettano, quando ci sono indagini giudiziarie in corso». Maurizio Gasparri, di Forza Italia, non ha votato contro ma ha espresso delle perplessità: «La nuova commissione non deve diventare un teatrino mediatico, un’aggressione ai santi. Questo non lo tollereremo».

L’organismo avrà il pieno potere investigativo

La commissione bicamerale dovrà affrontare un caso, quello delle due ragazze scomparse, che va oltre la cronaca nera e assume i connotati di un enigma geopolitico. Il mistero di Emanuela e Mirella, infatti, ha coinvolto servizi segreti, ambienti religiosi e criminalità nel corso di 40 anni. L’insediamento dei 40 commissari (20 deputati e 20 senatori) è previsto entro la fine dell’anno. I prossimi passi includono la nomina dei 40 membri, la costituzione del comitato di presidenza e l’elezione del presidente, che la maggioranza di centrodestra desidera mantenere per sé. Questo organismo avrà il pieno potere investigativo, con un budget annuale di 50 mila euro. I lavori dovranno concludersi entro circa quattro anni. Per la prima volta, dunque toccherà alla politica provare a chiarire quanto accaduto e perché.

Agenzia delle Entrate, per le partite Iva il secondo acconto slitta al 2024

Per le partite Iva con ricavi o compensi fino a 170 mila euro slitta dal 30 novembre 2023 al 16 gennaio 2024 il termine per versare la seconda rata di acconto delle imposte sui redditi, con la possibilità, inoltre, di versare lo stesso importo in cinque mensilità da gennaio a maggio 2024. È quanto chiarisce l‘Agenzia delle Entrate in una circolare sulle novità introdotte dal decreto Anticipi, specificando che la norma riguarda solo le persone fisiche, non le società di capitali o gli enti non commerciali.

Resta immutato il termine per i contributi previdenziali e assistenziali

Il dl collegato alla manovra ha introdotto, solo per il periodo d’imposta 2023 il differimento dal 30 novembre 2023 al 16 gennaio 2024 della scadenza del versamento della seconda rata di acconto dovuto in base alla dichiarazione Redditi Persone fisiche 2023; la possibilità di effettuare il versamento in cinque rate mensili di pari importo, a partire da gennaio 2024, con scadenza il 16 di ogni mese (sulle rate successive alla prima sono dovuti gli interessi pari al 4 per cento annuo). Per i contributi previdenziali e assistenziali, invece, resta fermo il termine ordinariamente previsto del 30 novembre 2023. Possono usufruire della proroga le persone fisiche titolari di partita Iva che hanno dichiarato, con riferimento al periodo d’imposta 2022, ricavi o compensi di ammontare non superiore a 170 mila euro. Per verificare il rispetto del «tetto», spiega ancora l’Agenzia, si deve far riferimento ai compensi (nonché ai ricavi di cui all’articolo 57 del Tuir), dichiarati per il 2022. Se il contribuente esercita più attività (con diversi codici Ateco), bisogna sommare i relativi ricavi e compensi; allo stesso modo nel caso della persona fisica che esercita sia un’attività di lavoro autonomo sia un’attività di impresa occorre sommare ricavi e compensi relativi ad entrambe. La circolare chiarisce infine che i contribuenti che non sono tenuti a presentare la dichiarazione Iva devono tenere in considerazione l’ammontare complessivo del fatturato 2022 (fatture e corrispettivi telematici).

Samsung Galaxy AI potrà tradurre le chiamate in tempo reale

Samsung ha presentato la propria intelligenza artificiale. Durante l’evento AI Forum, l’azienda sudcoreana ha svelato i primi dettagli di Galaxy AI, tecnologia che dovrebbe approdare all’inizio del 2024 con la gamma S24, attesa nel mese di gennaio. Con un post sul blog ufficiale, la società di Seul ha parlato di una vera e propria rivoluzione digitale, che sfrutterà sia l’IA generativa sul device sia un cloud tramite cui attingere a strumenti di altre aziende legate da partnership commerciali. «Trasformerà l’esperienza mobile quotidiana con la tranquillità della sicurezza e del rispetto della privacy», ha spiegato Samsung nel comunicato. In parallelo, all’AI Forum 2023, la società ha presentato Gauss, l’intelligenza artificiale che promette di cambiare la scrittura di testi ed email e la creazione di immagini. Entrando così prepotentemente nella corsa all’IA con Google e Apple.

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Samsung Galaxy AI, la traduzione delle chiamate e i dettagli su Gauss

«Cambieremo per sempre il modo in cui utilizziamo gli smartphone», ha spiegato Wonjoon Choi, capo del settore ricerca e sviluppo di Samsung. «Non abbiamo ancora visto il vero potenziale dell’IA nella tecnologia mobile». Per offrire un piccolo assaggio del futuro sulla gamma Galaxy, l’azienda di Seul ha presentato una funzione di traduzione istantanea chiamata AI Live Translate Call. Integrata nell’app telefonica dei device, consentirà come si intuisce dal nome di tradurre in qualsiasi lingua l’intero contenuto delle conversazioni in diretta, con un testo che apparirà sullo schermo. «Parlare con un altro individuo che si esprime in idiomi diversi sarà facile come attivare i sottotitoli per un film in streaming», ha proseguito Samsung. Non saranno necessarie app di terze parti, dato che l’intero processo avverrà sul dispositivo e nell’ecosistema Galaxy, così da garantire anche il mantenimento della privacy.

Galaxy AI arriverà insieme a Gauss, l’intelligenza artificiale che prende il nome dal matematico tedesco Carl Friedrich Gauss che stabilì la teoria della distribuzione normale, poi chiamata curva gaussiana in suo onore, nel calcolo delle probabilità. Come anticipato dalla stessa Samsung, si dividerà in tre parti distinte che però lavoreranno a stretto contatto fra loro per migliorare l’esperienza mobile dell’utente. Language riassumerà documenti, tradurrà contenuti e scriverà testi anche per email. Code invece, destinato agli sviluppatori, si occuperà di codificare in modo semplice e veloce il linguaggio informatico. Image, infine, potrà creare ex novo, modificare o convertire in risoluzione maggiore o inferiore le immagini.

Nella gara all’intelligenza artificiale anche Google e Apple

Con l’annuncio di Galaxy AI e di Gauss, Samsung entra di diritto nella corsa all’intelligenza artificiale mobile. Sul mercato è già attiva Google, che ha implementato l’utilizzo dell’IA nella sua gamma degli smartphone Pixel 8. Consente di modificare le fotografie anche dopo averle scattate, cambiando alcuni dettagli tra cui gli occhi chiusi e un mancato sorriso oppure eliminando oggetti che disturbano lo sfondo. Non mancherà nemmeno Apple che, secondo un rapporto di The Information, sta investendo milioni di dollari al giorno per migliorare Ajax GPT, che si preannuncia persino più avanzato di ChatGPT di OpenAI. Stando ai primi rumors, interagirà con gli utenti che usano AppleCare e migliorerà le attività dell’assistente vocale Siri.

In arrivo a inizio 2024 con la gamma S24, Samsung Galaxy AI tradurrà le telefonata in diretta. Presentata anche Gauss per testi e immagini.
I modelli di Google Pixel 8 e Pixel 8 Pro (Getty Images).

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Nicoletta Manni, chi è la nuova étoile della Scala

Nicoletta Manni è diventata étoile del Teatro alla Scala di Milano. La promozione è stata annunciata sul palcoscenico dal sovrintendente Dominique Meyer dopo la rappresentazione di Onegin in cui lei ballava la parte di Tatiana accanto a Roberto Bolle. La ballerina ha 32 anni, è sposata con il collega Timofej Andrijashenko, anche lui primo ballerino che le fece la proposta proprio sul palco in occasione dello spettacolo Bolle and Friends in cui avevano duettato all’Arena di Verona.

La carriera di Nicoletta Manni, a 12 anni nella scuola della Scala

Originaria di Santa Barbara, frazione di Galatina (Lecce), Nicoletta ha iniziato a fare danza sin da piccola a Copertino, nella scuola diretta dalla madre. A 11 anni ha superato con il massimo dei voti gli esami della Royal Academy of Dance e a 12 anni è stata ammessa alla scuola di ballo dell’Accademia Teatro alla Scala di Milano, dove si è diplomata nel 2009. Dopo il riconoscimento è stata ingaggiata dallo Staatsballett di Berlino, fino al dicembre 2012, e l’anno successivo ha partecipato alle audizioni per il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala classificandosi al primo posto.

Il matrimonio con Timofej Andrijashenko

Dal 2012 intrattiene una relazione con il collega e primo ballerino Timofej Andrijashenko. Dopo la romantica proposta di matrimonio sul palco del Bolle and Friends, i due si sono sposati il 10 agosto 2023 in Puglia con le giovanissime damigelle vestite da ballerine che hanno accolto la sposa nella basilica di Santa Caterina d’Alessandria a Galatina. Sulla nomina da étoile, il marito di Nicoletta Manni ha detto: «Sono contento. Noi lo sognavamo ed è un sogno che si avvera. So quanto Nicoletta ha lavorato e sono orgoglioso».

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