Daily Archives: 18 Ottobre 2023

Proteste in America Latina: bruciate foto di Netanyahu a Bogotà

Si stanno estendendo anche in America Latina le proteste seguite al bombardamento dell’ospedale a Gaza. In Colombia, circa 300 persone si sono radunate vicino alla sede dell’ambasciata palestinese a Bogotà per esprimere il loro sostegno alla popolazione. I dimostranti hanno bloccato il traffico e bruciato le immagini del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Oltre un centinaio di persone hanno manifestato anche a Porto Rico, concentrandosi davanti alla Corte federale a Hato Rey. Sventolando bandiere palestinesi, la folla ha occupato le corsie in entrambe le direzioni per denunciare il genocidio dei palestinesi e ripudiare la presunta ritorsione di Israele dopo l’attacco a sorpresa di Hamas. La protesta è stata indetta da varie organizzazioni sociali, tra cui il Collettivo femminista in costruzione.

Cina, il Pil nel terzo trimestre cresce del 4,9 per cento

Il Pil cinese ha segnato nel terzo trimestre una crescita del 4,9 per cento su base annua, migliorando le attese del +4,4 per cento, ma rallenta rispetto al +6,3 per cento del trimestre precedente. L’economia cinese è cresciuta a un ritmo più veloce del previsto nel terzo trimestre, suggerendo che la recente ripresa potrebbe portare lo slancio sufficiente per centrare l’obiettivo di crescita di Pechino per l’intero anno di «circa il 5 per cento». Su base trimestrale il Pil di luglio-settembre è salito dell’1,3 per cento, accelerando il passo rispetto allo 0,5 per cento rivisto di aprile-giugno e anche all’1 per cento stimato dagli economisti alla vigilia.

Resta l’incognita della crisi immobiliare

Nei primi nove mesi dell’anno, la crescita è stata del 5,2 per cento. Numeri grazie ai quali le proiezioni dell’Ufficio nazionale di statistica rassicurano i conti pubblici, confermando che sarà sufficiente un Pil oltre il 4,4 per cento nell’ultimo trimestre per centrare il target governativo per il 2023. La performance economica migliore delle attese sembra essere sostenuta dalla serie di misure politiche adottate dal governo centrale negli ultimi mesi: la seconda economia del pianeta ha iniziato a mostrare segnali di stabilizzazione, ma una prolungata crisi immobiliare, le incertezze sull’occupazione soprattutto in ambito giovanile e sul reddito delle famiglie, e la debole fiducia tra le imprese private mettono a rischio una ripresa duratura.

Tonali ha ammesso di aver scommesso sul Milan

Nicolò Fagioli ha patteggiato sette mesi di squalifica e cinque mesi di pene alternative per il caso scommesse. Sandro Tonali rischia molto di più: secondo la Gazzetta dello Sport, infatti, il centrocampista del Newcastle avrebbe ammesso di aver scommesso anche sulle partite del Milan, ovvero la sua ex squadra. Questo aggraverebbe molto la sua posizione.

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Tonali ha ammesso di aver scommesso sul Milan. L’ex rossonero, passato in estate al Newcastle, rischia un anno di squalifica.
Sandro Tonali con la maglia del Milan (Getty Images).

Avrebbe scommesso su partite in cui non ha giocato

Scommettere sulla propria squadra è particolarmente rischioso perché si potrebbe configurare il reato di illecito sportivo. Interrogato per quasi tre ore dalla Procura federale, Tonali si sarebbe autodenunciato all’organo di giustizia sportiva e avrebbe detto non solo di aver scommesso sul calcio, ma anche sulle partite del Milan, quando appunto vestiva il rossonero, su partite in cui però non era sceso in campo.

Tonali ha ammesso di aver scommesso sul Milan. L’ex rossonero, passato in estate al Newcastle, rischia un anno di squalifica.
Sandro Tonali con il Newcastle (Getty Images).

Il calciatore è stato collaborativo: un anno di squalifica?

Per questo, nonostante le puntate sulla sua squadra, spiega la Gazzetta dello Sport, la violazione contestata a Tonali non sarebbe quella dell’illecito sportivo (articolo 30) ma resterebbe nel recinto dell’articolo 24 del Codice di giustizia sportiva, che punisce i giocatori che scommettono sul calcio con una pena minima di tre anni. Un patteggiamento in tempi brevi, percorso già intrapreso da Fagioli, permetterebbe a Tonali un consistente sconto di pena. Il giocatore si è poi dimostrato molto collaborativo. L’ipotesi più probabile, visto il fresco precedente del collega juventino, è – suggerisce la Gazzetta – quella di 12 mesi di squalifica sul campo e 6 di prescrizioni alternative, visto che anche Tonali ha dichiarato di essere affetto da ludopatia.

Il ministro degli Interni francese: «Benzema è legato ai Fratelli Musulmani»

Gravi accuse del ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, al calciatore francese e Pallone d’Oro in carica Karim Benzema. «Ha legami noti con i Fratelli Musulmani», ha detto il ministro a CNews, riferendosi al movimento islamico internazionale considerato terroristico in Francia. Le accuse del ministro sono arrivate all’indomani dell’attentato di Bruxelles rivendicato dall’Isis e dopo che il calciatore, musulmano praticante, nei giorni precedenti aveva espresso il suo sostegno alla popolazione di Gaza. «Tutte le nostre preghiere per gli abitanti di Gaza che ancora una volta sono vittime di questi ingiusti bombardamenti che non perdonano né le donne né i bambini», aveva scritto Benzema. Il calciatore, che attualmente gioca per l’Al Ittihad nel campionato dell’Arabia Saudita, un paese che considera i Fratelli Musulmani un’organizzazione terroristica, non ha rilasciato alcuna dichiarazione in risposta alle accuse di Darmanin.

TIM e IDMO lanciano il nuovo programma per contrastare le fake news

Con l’obiettivo di contrastare le fake news in rete, riparte il programma di TIM per l’Italian Digital Media Observatory (IDMO), Appuntamento con i Digital Media, per conoscere gli strumenti di comunicazione digitale e comprenderne le potenzialità e le opportunità. Oltre che acquisire una consapevolezza dei rischi di un uso non corretto. Il programma, arrivato alla quarta edizione, è destinato agli istituti scolastici di primo e secondo grado e ha come obiettivo insegnare il corretto e consapevole utilizzo dei media. Il ciclo di formazione gratuito è realizzato con il supporto di ricercatori ed esperti. Alla formazione possono iscriversi scuole, professori e studenti dalla pagina Media Literacy di IDMO (www.IDMO.it).

Previsti quattro eventi fruibili online o in presenza

Le lezioni sono un’occasione di confronto tra generazioni e prevedono quattro eventi live fruibili in webinar o in presenza con docenti, esperti della media literacy e ricercatori dell’Osservatorio. Sono inoltre previsti quattro moduli e-learning e quattro giochi interattivi per verificare le conoscenze acquisite, sempre accessibili dalla pagina Media Literacy di IDMO. Il primo dei quattro seminari live è in programma per il 18 ottobre con L’ABC del digitale, appuntamento che aiuterà a comprendere il ruolo della media literacy nella società della digitalizzazione. Si svolgerà presso l’Istituto La Salle di Roma e potrà essere seguito in streaming collegandosi al sito www.IDMO.it. Si prosegue il 25 ottobre con Siamo tutti creatori, per riflettere e conoscere le modalità, i linguaggi e gli effetti della creazione di contenuti per il web. L’8 novembre è previsto Privacy e diritto d’autore, per identificare gli aspetti critici della creazione e della condivisione di contenuti. Il 6 dicembre l’appuntamento sarà con Information disorder, per imparare a valutare criticamente le informazioni e riconoscere le fake news. Gli appuntamenti live saranno consultabili su www.IDMO.it nella pagina Media Literacy, anche on demand, successivamente all’evento. Al termine del percorso verrà rilasciato un attestato di partecipazione che, per i soli docenti, potrà essere certificato su S.O.F.I.A, la piattaforma del Mim per la formazione degli insegnanti. Alle scuole che parteciperanno più attivamente verrà assegnato il titolo di Digital & Media Educator.

Si conferma l’impegno di TIM per il digitale

TIM con questa iniziativa conferma l’impegno per la diffusione delle competenze digitali, promuovendo l’utilizzo consapevole dei nuovi strumenti di comunicazione. L’azienda supporta le attività di IDMO che sviluppa in Italia il lavoro dell’European Digital Media Observatory (EDMO) sull’impatto delle fake news e sulla diffusione di buone pratiche nell’uso dei media digitali. Il ruolo di coordinamento dell’intero hub è affidato al Data Lab Luiss – centro di ricerca dell’Università Luiss Guido Carli – e vede impegnati, oltre a TIM, importanti partner come Rai, Gruppo Gedi, Università di Roma Tor Vergata, NewsGuard, Pagella Politica e T6 Ecosystem.

Droga, operazione nel Nisseno: 10 arresti e due ricercati

Una vasta operazione antidroga coordinata dalla Dda di Caltanissetta ha portato all’arresto di 10 persone, otto in carcere e due ai domiciliari con braccialetto elettronico. Altre due sono invece risultate irreperibili e quindi attualmente ricercate. I 12 soggetti destinatari dell’azione dei militari sono accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

L’operazione era cominciata dopo l’arresto di uno dei presunti capi 

L’indagine è scaturita dopo l’arresto in flagranza di uno dei presunti capi, nell’ottobre del 2021, trovato in possesso di 4 chili di marijuana. L’organizzazione dedita al traffico di stupefacenti – marijuana ma anche cocaina e hashish – operava nel comune nisseno di Riesi, a circa 40 chilometri di Caltanissetta. Nel corso delle indagini dei carabinieri, condotte sino ad aprile 2022 e coordinate dalla Dda, sono state ricostruite tutte le fasi dell’attività illecita: dall’approvvigionamento dello stupefacente nella piazza di Gela allo smercio al dettaglio nel centro di Riesi. In particolare, il presunto capo dell’organizzazione, un 35enne con precedenti, avrebbe continuato a impartire direttive agli affiliati anche dopo il suo arresto.

Le ragioni della sconfitta di Diritto e giustizia in Polonia

Jaroslaw Kaczynski resta un uomo solo, ma ora non è più al comando de facto della Polonia. Il segretario ed eminenza grigia di Diritto e giustizia (PiS) ha perso il potere dopo otto anni ininterrotti, prima con il governo Szydlo e poi con quello Morawiecki. Alle Politiche del 15 ottobre PiS ha mantenuto la maggioranza delle preferenze, ma è stato sconfitto dalla crescita combinata delle forze d’opposizione liberale e europeista.

Le opposizioni sono riuscite a trovare intese pre-elettorali

Coalizione Civica, Terza via e Sinistra sono riuscite laddove Diritto e giustizia ha fallito: a trovare intese. L’1 ottobre, le tre coalizioni d’opposizione avevano sfilato unite per le vie di Varsavia, con l’ex premier Donald Tusk a garantire dal palco di voler governare assieme, superando ogni divergenza. Diritto e giustizia, invece, è rimasto isolato e per questo il 35,4 per cento dei voti ottenuti non gli basta per formare un esecutivo. Persino l’estrema destra di Confederazione ha ribadito di non voler stringere accordi con PiS, mentre il partito agrario Psl si è presentato all’interno di Terza via, attirando elettori cattolici che hanno preferito il programma europeista della coalizione d’opposizione alla ricetta sovranista di Kaczynski.

Le ragioni della sconfitta di Diritto e giustizia in Polonia
Il leader di Coalizione civica Donald Tusk (Getty Images).

L’affluenza record e il traino del voto femminile 

A rivelarsi decisivo è stato inoltre il ritrovato interesse dei polacchi per la politica e la spinta per un cambiamento di rotta. Nel 2015, quando PiS salì al potere, votò appena il 50,9 per cento degli aventi diritto. Quest’anno l’affluenza alle urne ha raggiunto il 74,4 per cento, segnando un nuovo record nella Polonia post 1989 con donne e under 30 ad affollare le sezioni elettorali. A spingere il voto femminile sono state la legislazione oscurantista sull’aborto voluta da PiS e il fatto che le generose politiche di welfare varate dal governo uscente si rivolgano solo alle famiglie tradizionali e non a madri single o separate.

Le ragioni della sconfitta di Diritto e giustizia in Polonia
La fila per il voto in un seggio di Varsavia (Getty Images).

Il boomerang dei referendum dal sapore orbaniano

Un ulteriore autogol per Kaczynski si è rivelato l’inserimento in questo voto di un referendum su immigrazione, pensioni ed economia. Dopo otto anni nei quali il partito ha riformato a proprio piacimento giustizia e istruzione, innescando uno scontro con l’Ue sullo stato di diritto, molti elettori hanno colto inquietanti spettri orbaniani nel modo in cui i quattro quesiti referendari erano posti. E così, nonostante l’elevata affluenze alle urne, il quorum non è  stato raggiunto, assestando un duro colpo alla credibilità dell’ormai ex partito di governo. A tradire PiS e il proprio leader sono stati soprattutto l’eccesso di sicurezza nelle proprie forze, ritenendo superfluo creare alleanze per restare al potere. Un errore di valutazione determinato dal fatto di essersi costruiti attorno una bolla di consenso amplificata dal controllo quasi assoluto dei media e che ha permesso alle opposizioni di ricompattarsi. Salvo scossoni presidenziali o impasse parlamentari, tocca ora a Donald Tusk il difficile ma stimolante compito di creare un governo non più monocromatico.

Le ragioni della crescita di Leonardo

Finché c’è guerra c’è speranza, verrebbe da dire. Almeno per le aziende della Difesa che in tutto il mondo brindano agli enormi guadagni borsistici. L’incertezza globale ha infatti spinto i governi a investire in armamenti e, parlando dell’industria italiana di settore, ai primissimi posti della classifica c’è Leonardo. La società di Piazzale Montegrappa, infatti, nei giorni dell’invasione russa dell’Ucraina ha iniziato un vero e proprio rally borsistico. Il 18 febbraio 2022, una manciata di giorni prima dell’attacco di Mosca, le azioni di Leonardo valevano 6,6 euro. Oggi siamo a 14,28: +116 per cento. Il gruppo guidato dall’ex ministro Stefano Cingolani, nella classifica dei “rally” borsistici della Difesa, è secondo dopo la tedesca Rheinmetall (+179 per cento) e supera colossi come la britannica BAE (+60 per cento) e la francese Thales (+44 per cento). L’ex Finmeccanica è diventata sempre più appetibile per gli investitori soprattutto perché inserita in un contesto militare-industriale europeo che ha ripreso a spendere in armamenti. La tendenza non riguarda solo il Vecchio Continente. Nel 2022, secondo i dati del centro studi di Mediobanca, la spesa militare mondiale ha toccato il record di 2.113 miliardi di dollari. Cifra che tutti i report stimano sarà superata nell’anno in corso. Si tratta di un aumento del 2,3 per cento rispetto al 2021 e del 6,2 per cento rispetto al 2020. L’Europa invece ha registrato un +3,3 per cento, con un totale di 297 miliardi di dollari.

La spinta del Global Combat Air Program per la realizzazione di caccia di sesta generazione

Tornando a Leonardo, il gruppo sta portando a profitto contratti firmati negli anni passati e commesse in via di completamento: dalla vendita di elicotteri a Paesi come Polonia ed Egitto alla partecipazione nella produzione degli F-35 della Lockheed Martin. Il prossimo 9 novembre presenterà i conti del terzo trimestre e, stando alle previsioni degli analisti di Banca Akros, i ricavi saranno superiori a 3,6 miliardi di euro nel trimestre, +7,7 per cento rispetto ai 3,35 miliardi dell’analogo periodo del 2022. L’ebita salirà invece del 17,5 per cento, da 201 a 236 milioni. Una crescita dovuta principalmente alla spinta con cui i governi di Italia, Regno Unito e Giappone, a cui è prossima ad aggiungersi la Svezia, stanno promuovendo il Global Combat Air Program (Gcap), un progetto di caccia di sesta generazione stealth ad altissima tecnologia in cui Leonardo sarà protagonista assieme a BAE e alla sua partecipata Mbda. Il caccia Tempeste che sarà prodotto dal Gcap garantirà investimenti per decine di miliardi di dollari nei prossimi decenni. Inoltre, Leonardo è stata inserita da Rheinmetall nel programma Mgcs per la fabbricazione di un carro armato “europeo”, mentre il sistema antiaereo Samp-T sviluppato da Mbda assieme a Thales è stato inviato in Ucraina per essere provato in combattimento. Tutto questo dà al gruppo una prospettiva operativa di ampio respiro. In altre parole, i ricavi di oggi derivano dagli appalti degli scorsi anni, mentre il boom in Borsa prefigura quelli di domani.

Le ragioni della crescita di Leonardo
Eurofighter Typhoon (dal sito di Leonardo).

La possibilità per Leonardo di accedere all’European Defense Fund

Leonardo poi potrà potenzialmente accedere all’European Defense Fund: il gruppo a luglio ha partecipato a cordate che si sono accaparrate 614 milioni di euro di finanziamenti per la ricerca in Difesa, il 74 per cento degli 832 stanziati da Bruxelles per nuove ricerche, start-up e innovazione. Non solo. Parteciperà a una serie di nuove ricerche per sviluppare il sistema di allerta missilistica spaziale europea e un centro di comando ad alta tecnologia per le forze di intervento rapido Eu External Action Service. L’effetto-acceleratore dato dai nuovi programmi è ancora più evidente se si confronta Leonardo con l’altro big italiano della Difesa, Fincantieri, che si muove su commesse di lungo periodo già consolidate con la Marina Militare (non solo italiana) ma che da inizio anno ha visto le sue azioni calare del 12,5 per cento. Un rallentamento dovuto sia agli andanìmenti del settore cantieristico – i lunghi tempi delle commesse, l’inflazione e le incertezze sui prezzi delle materie prime – ma anche e soprattutto  alla maggiore richiesta di mezzi di terra e aria.

Le ragioni della crescita di Leonardo
L’ad di Leonardo, Roberto Cingolani (Imagoeconomica).

Le sfide della controllata americana Drs

Sul piano industriale poi il fatto che l’Italia abbia scelto di rifornire Kyiv svuotando i magazzini senza impostare linee di produzione ad hoc ha fatto sì che gruppi come Leonardo non stravolgessero le catene di approvvigionamento. Lo stesso non si può dire, come sottolineato dal Financial Times, dei colossi Usa la cui strategia industriale è stata rivoluzionata dalla produzione massiccia di M142 Himars, Gmlrs e missili anticarro Javelin destinati all’Ucraina. Northop Grumann, Lockheed-Martin, Rayethon e altri big del settore hanno dovuto accelerare queste produzioni a scapito di programmi consolidati come quello interno per l’F-35, che chiaramente garantiscono un più alto ritorno anche per le prospettive industriali in termini di servizio e manutenzione post-operativa. Le aziende della Difesa Usa erano più o meno tornate ai livelli di capitalizzazione pre-invasione russa, quando il 7 ottobre scorso è stata lanciata da Hamas l’operazione Diluvio di Al-Aqsa. Un nuovo fronte per gli Stati Uniti e dunque possibili opportunità di consolidamento delle sue capacità di deterrenza. A cui non è detto che, en passant, non possa partecipare ancora Leonardo attraverso la sua controllata americana Drs.

Borsa italiana e spread di oggi 18 ottobre 2023

Le tensioni in Medio Oriente hanno influenzato ancora le Borse europee, che nella giornata di martedì 17 ottobre sono rimaste prudenti, con Milano che ha chiuso in lieve calo dello 0,09 per cento. Lo spread tra Btp e Bund è tornato sotto quota 200. C’è attesa per l’apertura di Piazza Affari e delle principali Borse continentali e asiatiche del 18 ottobre.

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