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Influenza, primo caso in Italia: è un neonato di 4 mesi a Parma
L’Università di Parma ha identificato il primo caso di influenza di tipo A in Italia. A esserne affetto è un bambino di 4 mesi, attualmente ricoverato in una clinica pediatrica per febbre e inappetenza. Al lattante è stata diagnostica anche una bronchite asmatica. Le sue condizioni sono complessivamente discrete e stabili. Il piccolo sta migliorando grazie alla terapia antivirale iniziata per via orale. Ufficialmente iniziata, quindi, la stagione del virus influenzale. Dalle segnalazioni provenienti dall’emisfero australe gli esperti si aspettavano già un leggero anticipo dell’avvio della circolazione, come in effetti è stato.
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Il ministro della Salute consiglia la vaccinazione
Come spiegato da TgCom24, l’Università di Parma ha diffuso la circolare del ministero della Salute dal titolo Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2023-2024. All’interno del documento si ricorda l’importanza della vaccinazione antinfluenzale, attiva e gratuita per tutti i bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 6 anni. Il vaccino è gratis anche per i pazienti pediatrici di età superiore ai 6 anni con rischi di complicanze. E inoltre la circolare sottolinea l’importanza in tutta la popolazione pediatrica poiché l’influenza potrebbe «favorire lo sviluppo di infezioni batteriche gravi anche nel bambino sano».
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Da ottobre la campagna vaccinale anti-Covid
Intanto le Regioni hanno ricevuto le prime dosi di vaccino anti-Covid aggiornato per contrastare anche le ultime varianti e fornito da Pfizer. La campagna vaccinale per contrastare il virus e le sue sottovarianti Eris e Pirola partirà a ottobre. Di quest’ultima variante è stato identificato il primo caso a Brescia lo scorso 25 settembre.
La Sip: «Ci preoccupa il virus sinciziale»
Rino Agostiniani della Sip, Società italiana pediatri, intervenendo su Adnkronos ha lanciato però anche l’allarme sul virus sinciziale. Ha dichiarato: «La scuola è iniziata da poche settimane e stiamo vedendo quello che normalmente accade quando si torna in classe. Abbiamo notato un incremento dei casi Covid, non associati a quadri clinici gravi, più che altro una patologia banale con l’infezione delle vie aeree superiori. Quello che ci preoccupa è il virus respiratorio sinciziale che porta la bronchiolite. Ancora non abbiamo avuto numeri significativi, ma è possibile che dal mese di ottobre, in analogia con quello che è successo nell’altro emisfero, arrivi un incremento dei casi che andrà gestita con molto attenzione anche a livello ospedaliero».