Category Archives: Cronaca

Alberto Re morto suicida, la famiglia: «Travolto da un ingrato giudizio»

L’imprenditore Alberto Re è morto suicida all’età di 78 anni. L’estremo gesto, così come riferito dalla famiglia, sarebbe arrivato dopo che l’uomo era stato bersaglio di sfottò sui social per il mancato successo di un festival da lui organizzato nel teatro di Agrigento. Questo l’appello della famiglia di Re: «Travolto da inaudita violenza, non deve succedere più».

Alberto Re non avrebbe sopportato gli attacchi subiti

Alberto Re aveva organizzato la manifestazione Paladino d’Oro- Sport Film Festival che, però, si era rivelata un insuccesso. La serata inaugurale al teatro Pirandello di Agrigento, infatti, era stata disertata, con la sala che era rimasta vuota. Questo aspetto, unito alle critiche, avrebbe fortemente colpito l’imprenditore, che ha così deciso di togliersi la vita. Ha lasciato una lettera, sequestrata dalla polizia, nella quale affermerebbe di essere rimasto molto scosso da alcuni commenti estremamente negativi della stampa che lo riguardavano. A questi si aggiungerebbe anche la gogna mediatica subita sui social, che avrebbe ulteriormente turbato l’imprenditore. Sul caso del suo suicidio indagano la Squadra Mobile e la procura che potrebbero decidere di aprire un fascicolo.

La lettera della famiglia di Alberto Re

A commento dell’intera vicenda, la famiglia dell’imprenditore ha deciso di rendere pubblica una lettera nella quale racconta la propria versione dei fatti. «Alberto Re», scrivono, «mai si è sottratto alla onestà intellettuale e sempre ha sorriso alle storture che possono capitare. Fino a qualche giorno fa. Poi l’onta che sale e che scalfisce, che non arretra e che violenta verbalmente una persona, ha consumato il vero danno». E ancora: «Voleva contribuire ad elevare il dibattito culturale della sua amata Agrigento, non gli è stato concesso, sui social viaggiano sentenze di condanna senza nemmeno il capo di imputazione. Si apra una riflessione su quello che è accaduto, lo si deve ad Alberto, perché mai più ci si possa trovare di fronte alla tempesta senza vestiti. Perché mai più ci si scaraventi contro un uomo con tale veemenza».

Shiva resta in carcere: rigettata la richiesta dei legali del trapper

Il trapper Andrea Arrigoni, conosciuto come Shiva, deve rimanere in carcere per la sparatoria avvenuta lo scorso luglio davanti al suo studio di registrazione a Settimo Milanese. Lo ha stabilito il Tribunale del Riesame di Milano, rigettando la richiesta della difesa del 24enne di revocare l’ordinanza con la quale l’artista è finito in carcere lo scorso 26 ottobre per il reato di tentato omicidio.

Gli spari a due rivali del gruppo Seven Zoo

Secondo quanto ricostruito nelle indagini della squadra Mobile e coordinate dal pm Daniela Bartolucci, il trapper ha sparato alle gambe più volte verso due rivali del gruppo Seven Zoo di un altro artista, Rondo Da Sosa. Come sostengono i difensori Daniele Barelli e Marco Campora davanti al Tribunale del Riesame, Shiva «non ha sparato per uccidere», ma anzi ha subito una aggressione da «due personaggi pericolosissimi». Si tratta di Alessandro Maria Rossi, 25 anni, e Walter Pugliesi, 30 anni, entrambi lottatori di Mma. Sempre secondo la difesa, infatti, i due rivali lo avrebbero attaccato per primi, spaccandogli «la mandibola».

La difesa: «Permanenza in carcere immotivata»

Chiedendo la scarcerazione e in subordine i domiciliari, a Shiva gli si possono contestare, secondo i legali, al massimo le lesioni. O la vicenda andrebbe inquadrata, più correttamente, come un «eccesso colposo in legittima difesa». Commentando il rigetto da parte del Riesame, l’avvocato Barelli ha detto di aspettare le motivazioni. Ha aggiunto: «Rispetto per il tribunale, ma nel merito non condivido la decisione. Credo la permanenza in carcere sia del tutto immotivata ed esagerata. Un conto è il processo e un conto è la carcerazione preventiva».

Milano, medico di guardia arrestato per violenza sessuale su quattro pazienti

Nell’ambito di un’indagine in corso dal gennaio 2023, coordinata dalla Procura della Repubblica di Lodi in collegamento con la Procura della Repubblica di Milano, stata eseguita un’ordinanza di misura cautelare degli arresti domiciliari, nei confronti di un medico di guardia in servizio in ambulatori di San Giuliano Milanese e di Milano per il reato di violenza sessuale aggravata, commesso in danno di quattro giovani donne, sue pazienti, nel corso delle visite mediche alle quali erano sottoposte. L’arresto è stato effettuato martedì 21 novembre. Il giorno successivo a Busto Arsizio, sempre in Lombardia, un altro medico è stato arrestato con l’accusa di aver abusato di una paziente incinta.

Napoli, graffi rossi sui volti del presepe in onore di Giulia Cecchettin

Il motto è sempre lo stesso: no alla violenza di genere, no alla violenza sulle donne. L’ultimo femminicidio, quello di Giulia Cecchettin, ha smosso l’opinione pubblica e anche San Gregorio Armeno, famosa via dei presepi di Napoli, vuole unirsi alla campagna dedicando una Natività in cui tutti i pastori, inclusa la Sacra Famiglia e gli angeli, presentano sul viso l’incisione rossa che è diventata simbolo di questa lotta.

L’artigiano Genny Di Virgilio: «Mai più»

«Non poteva che essere dedicato a Giulia ed alla tragedia delle donne vittime di violenza il presepe di quest’anno. Con questo segno rosso sul volto dei miei pastori ci ricorderemo di Giulia anche in questi giorni di festa», ha detto l’artigiano del presepe Genny Di Virgilio, il quale ha ribadito l’appello scrivendo su un piccolo cartoncino «Mai più»?.

Balotelli distrugge l’auto in un incidente a Brescia e rifiuta l’alcol test

Aveva appena finito di dire che credeva nella convocazione in Nazionale per Euro 2024, col solito mix di autostima e spacconeria: «Se sto bene, sono ancora l’attaccante italiano più forte». Poi però l’anima da bad boy è riemersa subito, come a voler ricordare ciò che l’ha frenato per tutta la carriera, sperperando il suo talento: cioè le “balotellate”. Mario Balotelli nella sera di giovedì 23 novembre è rimasto coinvolto in un incidente stradale a Brescia, che ha causato seri danni alla sua macchina, un Suv nero Audi da 100 mila euro.

Balotelli ha rifiutato di sottoporsi all’alcol test: patente ritirata

È successo tutto in via Orzinuovi: gli airbag si sono attivati, Balotelli è uscito dall’abitacolo con difficoltà, è stato soccorso e curato dalle autorità locali. La polizia locale ha chiesto all’ex calciatore di Inter e Milan, attualmente impegnato con la squadra turca dell’Adana Demirspor, di sottoporsi all’alcol test, ma, come riportato dal Giornale di Brescia, si è rifiutato dopo che un pre-test aveva dato già esito positivo. La sua patente di guida gli è stata quindi ritirata. Attualmente il calciatore 33enne è infortunato, per questo si trova nella sua città. Nella stagione in corso ha segnato tre gol in 5 partite disputate.

Picchiata da tre uomini, soccorsa e liberata dai carabinieri

Trattenuta sotto minaccia in auto e picchiata da tre uomini verosimilmente per motivi legati al mondo dello sfruttamento della prostituzione. Una giovane kosovara è stata soccorsa dai carabinieri di Montegranaro e del Nord di Fermo che, dopo la segnalazione da parte di alcune persone, hanno intercettato l’auto a bordo della quale erano le quattro persone e hanno liberato la donna. La giovane, inizialmente restia a collaborare, è stata visitata all’Ospedale di Fermo e dimessa con una prognosi di 30 giorni per «lesioni multiple al volto, capo, arti superiori e inferiori, e frattura ossa nasali»; è stata collocata in una struttura protetta.

Arrestati tre uomini

Nel corso dell’intervento sono stati arrestati tre albanesi: un 23enne, irregolare sul territorio nazionale e destinatario di un decreto di espulsione, un 22enne, pregiudicato, e un 28enne. I militari sono intervenuti perché alcuni avevano notato una donna accerchiata e aggredita da tre uomini in una zona agricola del Comune di Montegranaro. Poi hanno fermato il veicolo sul quale si erano allontanati e hanno accertato che la giovane era stata ripetutamente picchiata dai tre uomini, suoi conoscenti, per motivi in corso di approfondimento ma forse legati allo sfruttamento della prostituzione, e poi trattenuta contro la propria volontà nell’auto, sotto minacce. La Procura di Fermo, informata dai carabinieri, ha posto uno dei tre albanesi, incensurato, agli arresti domiciliari presso la propria abitazione. Gli altri due sono stati trattenuti alle camere di sicurezza del Comando. Dopo l’udienza di convalida dell’arresto, tutti e tre sono stati sottoposti all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria in attesa dei termini a difesa richiesti dal loro legale.

Le condizioni di Alberto Scagni dopo l’aggressione in carcere

Alberto Scagni, il 42enne di Genova che ha ucciso la sorella Alice l’1 maggio 2022 e che per questo sta scontando una condanna di primo grado a 24 anni e quattro mesi, è stato ricoverato in ospedale in condizioni critiche dopo essere stato vittima di un’aggressione da parte di altri due detenuti nella sezione protetta del carcere di Sanremo.

Alice Scagni, uccisa dal fratello iil 1 maggio 2022
Alice Scagni, uccisa dal fratello il 1 maggio 2022 (X).

Il sequestro e le torture in carcere

In base a quanto riferito sulla vicenda, pare che Alberto Scagni sia stato tenuto per più di due ore in ostaggio da due detenuti che lo hanno picchiato violentemente, quasi fino ad ucciderlo. L’intervento della polizia penitenziaria ha permesso di trarre in salvo l’uomo, che è stato trasportato all’ospedale in condizioni critiche Per i due aggressori è scattata l’accusa di tentato omicidio e sequestro di persona.

Le condizioni di Scagni

Fin da subito dopo l’intervento della polizia penitenziaria, era emerso che le condizioni di salute di Alberto Scagni fossero molto gravi. Entrato in codice rosso all’ospedale Borea di Sanremo, il detenuto è stato intubato e, al momento, è in coma farmacologico. La sua stanza è piantonata dagli agenti delle forze dell’ordine. Il referto parla di diverse fratture, tra cui quella del naso, con il detenuto che sarebbe stato colpito violentemente con sedie e badili. Non è la prima volta che Scagni subisce un’aggressione in carcere: era stato già picchiato nell’istituto di Marassi appena dopo il suo ingresso nella struttura.

Studente 15enne sferra un pugno a una docente a scuola

Sferrato un pugno al petto di una delle sue insegnanti: protagonista dell’episodio violento, avvenuto giovedì 23 novembre nell’Its Rossi Doria di Marigliano, in provincia di Napoli, è uno studente 15enne che frequenta l’istituto.

L’insegnante si è recata in ospedale

L’insegnante, che ha 64 anni, visibilmente impaurita, si è recata in ospedale per farsi visitare. I sanitari non hanno ritenuto di emettere nei suoi confronti una prognosi. Per fortuna sta bene. Nella scuola sono intervenuti i carabinieri e il ragazzo è stato affidato ai suoi genitori.

I figli della ministra Elisabetta Casellati indagati per evasione fiscale

Alvise e Ludovica Casellati, figli della ministra delle Riforme istituzionali Elisabetta Casellati, sono indagati per evasione fiscale con l’accusa di aver usato fatture false. L’avviso di conclusione delle indagini è stato notificato dalla procura di Milano. A riferirlo il Corriere della Sera.

Al centro dell’indagine l’attività del promotore finanziario Domenico Angiolella

L’accusa riguarda un controvalore complessivo di meno di 15 mila euro ritenuti «elementi passivi fittizi». L’inchiesta ruota attorno all’attività del promotore finanziario Domenico Angiolella, accusato di esercizio abusivo dell’intermediazione finanziaria, e della moglie. Le fatture in questione, consigliate da Angiolella, sono state utilizzate dai due Casellati jr nelle dichiarazioni Iva 2022 e 2023 per “scaricare” fiscalmente i costi pagati allo stesso promotore per l’attività di loro gestore con la sua società, e fatti invece figurare come remunerazione della sua “ricerca di sponsor” per la ditta individuale dello studio del figlio avvocato, e per la società di software della figlia.

La famiglia Casellati sostiene che i figli siano stati truffati 

La famiglia Casellati sostiene al contrario d’aver perso quasi tutti i risparmi che Angiolella avrebbe truffato ai figli, e la ministra nega di aver mai avuto sentore delle fatture false. Il difensore dei figli di Casellati, Ernesto De Toni, ha spiegato che, «dopo aver appreso la situazione dagli atti ricevuti pochi giorni fa, immediatamente hanno provveduto a sanare con l’Agenzia delle Entrate le violazioni fiscali di importo modesto che risultano contestate loro», e che «presto andranno in procura a spiegare il rapporto con Angiolella». Il legale ha ribadito che la ministra «non ha avuto alcun ruolo» nella vicenda, «risultando evidente l’interesse del falso promotore finanziario a coinvolgerla per i propri scopi illeciti» visto che «dagli atti Angiolella risulta aver truffato centinaia di persone per somme molto rilevanti». Il difensore di Angiolella, Alessandro Brustia, ha spiegato che nessuno ha mai presentato la querela necessaria a rendere procedibile l’eventuale truffa, reato infatti non contestato dai pm. Su questo punto il legale dei figli di Casellati ha annunciato che «stanno predisponendo le denunce».

La madre di Alice Scagni: «Carcere a vita non basta, lo Stato ha le sue responsabilità»

Antonella Zarri, madre di Alice Scagni, uccisa dal fratello Alberto il primo maggio 2022 a Quinto, è tornata a parlare dopo il caso di Giulia Cecchettin. Si è rivolta al governo, citando soprattutto il ministro e vicepremier Matteo Salvini. Ha dichiarato: «La vicenda di Giulia mi ha restituito la rabbia necessaria per lottare. Molti esponenti illustri di autorità istituzionali trovano modo di intervenire per rassicurare l’opinione pubblica sulla determinazione dello Stato a perseguire i femminicidi. Il ministro Salvini in testa. Carcere a vita per i responsabili. Buttiamo via le chiavi. Pensiamo forse che così abbiamo risolto tutti problemi?»

Zarri: «Lo Stato non può dirsi libero da responsabilità»

E ancora: «A tutti i responsabili dei femminicidi vengono giustamente inflitte pene pesanti come è giusto che sia. Lo Stato in questo modo può dirsi libero da ogni responsabilità? Assolutamente no. Ascolto con grande amarezza i consigli che una poliziotta offre alle donne ed alle loro famiglie nei servizi televisivi. Raccomandano attenzioni ai primi segni premonitori di queste tragedie che devono essere subito rappresentati alle forze dell’ordine che debbono immediatamente intervenire».

La madre di Alice Scagni «Carcere a vita non basta, lo Stato ha le sue responsabilità»
Antonella Zarri e Graziano Scagni genitori di Alice e Alberto (ANSA).

La madre di Alice: «I nostri appelli inascoltati»

Poi Zarri ha concluso: «Ma provo tanta amarezza perché non posso non pensare alle infinite telefonate, denunce e richieste di aiuto che io e mio marito abbiamo fatto invano ad autorità sanitarie e di Polizia. Il femminicidio di mia figlia Alice è stato ampiamente annunciato ma i nostri appelli sono rimasti inascoltati. Oggi, l’omicida di mia figlia, è stato ancora una volta pestato in carcere. Questa volta in modo brutale. Per i politici qualunque cosa accada è colpa degli altri, persino delle famiglie stesse delle vittime».

Alberto aggredito nella notte 

Le parole di Antonella Zarri sono arrivate poche ore dopo l’aggressione subita da Alberto Scagni in carcere. Nella notte tra il 22 e il 23 novembre, l’uomo è stato sequestrato e picchiato da due detenuti. A salvarlo è stato il personale della polizia penitenziaria. Poi è stato trasferito al pronto soccorso dell’ospedale, dove si trova in condizioni critiche.

Il Tar annulla a Milano l’obbligo di sensori dell’angolo cieco

Sono stati integralmente annullati dal Tar gli atti del Comune di Milano che prevedevano il divieto di accesso nelle zone di area B e C di bus e camion sprovvisti dei sensori dell’angolo cieco. L’obbligo era entrato in vigore il primo ottobre 2023, con la decisione che era stata presa da Palazzo Marino dopo una serie di incidenti mortali.

Per il Tar della Lombardia il Comune non è competente su ordine e sicurezza

Secondo il Tar della Lombardia, a cui si sono rivolti con due differenti ricorsi poi riuniti aziende di trasporto e Assotir, il Comune non ha le competenze per normare in materia di circolazione stradale per quanto riguarda ordine pubblico e sicurezza, su cui ha competenze esclusive lo Stato. Il Tar ha sottolineato che «il codice della strada ha accentrato presso gli organi centrali, con scelta esente da profili di manifesta incongruità, l’omologazione e l’approvazione sia dei dispositivi di controllo e regolazione del traffico sia dei dispositivi ulteriore di marcia». Le Regioni possono intervenire su temi che riguardano la tutela della salute e i Comuni possono «istituire aree a traffico limitato nei centri abitati (Aree B e C di Milano nel caso di specie) per esigenze di prevenzione degli inquinamenti e di tutela del patrimonio artistico, ambientale e naturale». E in questo caso «è palese che un dispositivo volto a scongiurare incidenti in danno di pedoni e ciclisti risponda ad un’esigenza di ordine pubblico e sicurezza, del tutto estranea a componenti incidenti sull’ambiente e i beni culturali ma invece funzionale alla tutela dell’incolumità personale per prevenire una serie di reati (…) come l’omicidio colposo e le lesioni colpose».

Per Palazzo Marino la misura resta essenziale

Secondo l’assessora milanese alla Mobilità si tratta però di una «misura essenziale per proteggere i ciclisti e i pedoni». Palazzo Marino, ha aggiunto, è orientato «a proporre appello al Consiglio di Stato», ma nel frattempo ha chiesto al governo di intervenire «in modo da introdurre questa misura in tutte le città per tutelare chi percorre le strade in bicicletta e a piedi».

Maltempo, allerta arancione in Calabria e Sicilia

Il Dipartimento della Protezione Civile ha dichiarato un’allerta maltempo per il tardo pomeriggio di giovedì 23 novembre che prevede piogge e temporali diffusi su Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, soprattutto nei settori meridionali e ionici. I fenomeni saranno caratterizzati da rovesci di forte intensità, frequente attività elettrica e forti raffiche di vento. Si prevedono, inoltre, venti da forti a burrasca provenienti dai quadranti orientali su Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, con possibili mareggiate lungo le coste esposte. Sulla base delle previsioni e degli eventi in corso, è stata dichiarata l’allerta arancione anche per la giornata di venerdì 24 novembre su gran parte della Sicilia e sui settori ionici della Calabria. Emessa, infine, un’allerta gialla per Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, sul versante orientale della Sardegna e sul rimanente territorio di Calabria e Sicilia.

I funerali di Giulia Cecchettin spostati a Santa Giustina a Padova

Si svolgeranno nella basilica di Santa Giustina, in Prato della Valle a Padova, i funerali di Giulia Cecchettin, la cui data non è ancora stata fissata. La decisione è stata presa mercoledì 22 novembre in accordo tra la Diocesi padovana, la famiglia di Giulia, la parrocchia e l’amministrazione comunale di Saonara (Padova), dove inizialmente era stata decisa la celebrazione.

La decisione per via della grande affluenza attesa

Lo spostamento di sede, si è appreso dal fonti della chiesa padovana, è stato deciso perché per le esequie si prevede un grande afflusso di persone, e la situazione logistica, sia a Saonara che a Vigonovo, potrebbe non garantire la sicurezza e la partecipazione. Santa Giustina è una delle più grandi basiliche del mondo, ed è una chiesa parrocchiale diocesana, sede di una comunità di monaci benedettini.

Filippo Turetta verrà consegnato alle autorità italiane sabato mattina

Filippo Turetta, accusato del femminicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, verrà consegnato alle autorità italiane sabato 25 novembre. Il ragazzo arriverà a Venezia. Lo ha riferito il legale del giovane, Giovanni Caruso.

La partenza da Francoforte è prevista alle 10.45

A occuparsi del trasferimento sarà un aereo dell’Aeronautica militare che partirà alle ore 8.00 da Roma, e arriverà alle 10.00 a Francoforte per prelevarlo. La partenza dallo scalo tedesco è prevista per le 10.45, con destinazione Venezia. L’avvocato Caruso, del foro di Padova, ordinario di Diritto penale all’Università degli studi di Padova, affianca nel collegio difensivo il primo legale, l’avvocato d’ufficio Emanuele Compagno di Dolo.

Violenza sulle donne, migranti, Lgbtq: i discutibili post di Emanuele Compagno, l’avvocato di Filippo Turetta

L’avvocato d’ufficio di Filippo Turetta, Emanuele Compagno, si era fatto notare quando, poco dopo il ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin, aveva dichiarato alla stampa che il suo assistito «è un ragazzo buono, che le voleva bene e le faceva i biscotti», e di non credere per questo «a un gesto premeditato» di Turetta. Scandagliando i suoi profili social, sono spuntati altri commenti discutibili dell’avvocato, che spaziano dalla violenza di genere ai migranti, fino alla comunità Lgbtq.

L’avvocato nel 2018: «Uomini vittime di violenza quanto le donne»

Compagno, che si è formato alla scuola per avvocati penalisti Emanuele Battain, oggi ha un suo studio legale a Dolo, nella provincia di Venezia, ed è specializzato nei settori del diritto civile, penale e amministrativo. Tra i diversi post social dell’avvocato che sono emersi, ne risalta uno in particolare del 2018, in cui Compagno ha scritto: «Nella giornata contro la violenza sulle donne è giusto ricordare che le vittime sono da entrambe le parti. È giusto ricordare tutti di fronte alla violenza». Il commento era a corredo di un articolo de il Giornale dal titolo “Allarme maschicidi, gli uomini vittime quanto le donne ma nessuno ne parla”. La contrapposizione tra femminicidi e “maschicidi” è però largamente smentita dalle scienze sociali. La parola femminicidio, infatti, non indica tanto il genere della vittima ma la motivazione per cui viene uccisa, e non ha equivalenti statistici nel caso di donne che uccidono uomini.

«Se una donna è ubriaca è scusata, mentre un uomo no»

Negli altri post dell’avvocato, condivisi sul suo profilo Facebook tra il 2015 e il 2023, sulle donne Compagno ha scritto: «Non capisco cosa ci facciano delle ragazzine vestite da puttane in giro per il paese». Oppure: «Ho assistito ieri ad una scandalosa puntata di Carta Bianca con Bianca Berlinguer in tema di violenza alle donne. La donna veniva trattata come una menomata, come un’incapace. Se ubriaca è scusata. L’alcol è una scusante per la donna, mentre non lo è per l’uomo». Alcuni interventi riguardavano anche le persone migranti e la comunità Lgbtq. In occasione del matrimonio del cantante Valerio Scanu, l’avvocato ha scritto: «Perché scimmiottare una sposa, vestendosi in abito bianco con il velo? È giusto che due uomini si uniscano con l’unione civile, che non è un matrimonio. Ma sempre restando se stessi. È giusto banalizzare l’unione civile trasformandola in una pagliacciata?». E sulla carenza di medici nel sistema sanitario pubblico italiano, ecco la sua posizione: «Mancano i medici. Test di medicina. Uno su 4 passerà. Sì agli immigrati e sì al reddito di cittadinanza. No alle giovani intelligenze. Ecco l’Italia».

Secondo allarme bomba in un mese al tribunale a Cagliari: l’edificio è stato evacuato

A distanza di circa un mese dalla telefonata anonima che che segnalava la presenza di una bomba, giovedì mattina un nuovo allarme è scattato al palazzo di
Giustizia di Cagliari. Alle 9,15 circa un’altra telefonata anonima – la precedente era stata sempre di giovedì, il 12 ottobre – ha segnalato la presenza in un ordigno nel Tribunale dove era in programma il Forum con la stampa sugli incidenti stradali in Sardegna, organizzato dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Cagliari, in occasione della ‘Giornata mondiale delle vittime della strada’. Gli accessi sono stati bloccati e sono intervenuti gli artificieri. A quanto si apprende, anche in questo caso si è trattato di un falso allarme.

 

Papa Francesco: «Occorre educare gli uomini a relazioni sane»

«Vediamo dalle tristissime cronache di questi giorni, dalle terribili notizie di violenza contro le donne, quanto sia urgente educare al rispetto e alla cura: formare uomini capaci di relazioni sane». Lo ha detto Papa Francesco nel corso dell’udienza ai giornalisti cattolici.

Per il Pontefice serve formare l’uomo

«Comunicare è formare l’uomo. Comunicare è formare la società. Non abbandonate il sentiero della formazione: sarà esso a portarvi lontano», ha detto il Pontefice che poi ha aggiunto: «Voi avete la vocazione di ricordare, con uno stile semplice e comprensibile, che, al di là delle notizie e degli scoop, ci sono sempre dei sentimenti, delle storie, delle persone in carne e ossa da rispettare come se fossero i propri parenti».

Monica Leofreddi: «Investita da un van, insultata e umiliata a Roma»

Monica Leofreddi ha raccontato che mercoledì 22 novembre, al rientro da Milano a Roma, è stata gettata a terra da un van che l’ha colpita in retromarcia mentre attendeva un taxi alla stazione Termini. La conduttrice ha condiviso l’esperienza in un dettagliato post su Instagram, allegando anche le immagini del volto tumefatto.

La conduttrice affida la sua storia ai social 

«Voglio raccontarvi la mia debolezza ed il mio sconforto. Stasera di ritorno da Milano ero in attesa del taxi per tornare a casa, lo attendevo poco lontano dalla stazione. Il taxi stava per arrivare, scendo dal marciapiede e lo attendo dietro ad un Van parcheggiato in seconda fila. Ero di spalle con lo sguardo fisso verso la strada .Non mi accorgo che il Van aziona la retromarcia. Mi travolge e mi scaraventa a faccia avanti sull’asfalto». Inizia così il racconto della Leofreddi su Instagram. «Rotolo verso il centro della strada per evitare che il van mi schiacci. Scende l’autista che invece di soccorrermi, comincia ad urlare accusandomi di fingere, urla che non mi aveva investita ma che mi ero buttata! Un altro imbecille urla “È vero! Non ti ha toccata”. Mi sono lentamente rialzata, ero umiliata, ferita non solo fisicamente ma soprattutto psicologicamente. Ho tentato di far valere le mie ragioni ma lui continuava a negare», ha continuato.

«Io sempre così forte, sono scoppiata a piangere»

La conduttrice non ha potuto fare altro che alzarsi, attendere il suo taxi e andare via: «Io che ogni giorno pontifico su come ci si deve comportare in ogni situazione, in un momento di difficoltà, sono stata solo capace di scoppiare a piangere, non ho preso la targa, ho solo detto “Sei un delinquente vergognati”. Il mio taxi è arrivato. L’ho preso lasciandomi alle spalle il van ed il suo autista irresponsabile. Mi sono sentita fragile, sola, spaventata da tanta inciviltà. Volevo solo tornare a casa. Piangendo ho chiamato mio marito, gli ho confidato la mia frustrazione, la mia resa. Io sempre così forte, a tratti aggressiva mi ritrovavo a piangere in un taxi senza aver saputo proteggere il mio diritto di denunciare l’incidente, la mia dignità. Il tassista mi porge una tavoletta di ghiaccio che aveva nel suo zaino con la cena. È il primo che mi soccorre, mi confida che neanche lui si riconosce più in questo mondo».

Nuove minacce alle magistrate di Lecce: recapitata lettera scritta col sangue

Le magistrate Francesca Mariano e Carmen Ruggiero, rispettivamente giudice e sostituto procuratore della Dda del tribunale di Lecce, hanno ricevuto delle nuove minacce di morte dopo che già la scorsa estate erano state destinatarie di missive minatorie spedite dal carcere. Per quei fatti entrambe erano finite sotto scorta e ora, con la nuova offensiva, è stato elevato ancor di più il livello della loro sicurezza personale dal comitato per l’ordine e la sicurezza. Entrando nello specifico dei nuovi fatti, il giudice Francesca Mariano ha ricevuto una lettera di due pagine scritta con il sangue nella quale le sono rivolte delle minacce di morte che includono anche la collega pm.

Il blitz antimafia potrebbe essere la causa delle minacce

Dietro queste ripetute minacce di morte nei confronti delle due magistrate di Lecce potrebbe esserci il blitz antimafia denominato Wolf, con cui il 18 luglio 2023 è stato colpito fortemente il clan mesagnese Lamendola – Cantanna organico alla Sacra corona unita. L’operazione, condotta tra le province di Lecce e Brindisi dalla Dda leccese e dai carabinieri, vedeva la sua genesi nei provvedimenti restrittivi emessi dalla giudice Francesca Mariano su richiesta della sostituto procuratore della Dda del Tribunale di Lecce Carmen Ruggiero.

Gli episodi della scorsa estate

Come detto, non è la prima volta che le due magistrate di Lecce si trovano ad avere a che fare con delle minacce di morte. A settembre 2023 erano state entrambe destinatarie di offensive contenute in una lettera uscita dal carcere, con Carmen Ruggiero che, qualche settimana prima, era stata aggredita con un taglierino da un imputato durante l’interrogatorio. Da queste minacce avrebbe comunque preso le distanze il presunto boss Gianluca Lamendola, arrestato il 18 novembre dopo ben quattro mesi di latitanza.

Roma, scuolabus finisce fuori strada: feriti tre bambini e l’autista

Giovedì 23 novembre, intorno alle 7.30 del mattino, si è verificato un incidente a Rocca di Papa, ai Castelli Romani che ha coinvolto uno scuolabus con all’interno cinque bambini di 12 anni, un’assistente e l’autista. Il mezzo è finito fuori strada, adagiandosi su un fianco, per cause ancora da accertare. A soccorrere gli scolari e il personale sono state due squadre dei vigili del fuoco in via San Sebastiano. Il bilancio è di tre bambini feriti più l’autista soccorsi dal 118 in codice giallo e trasferiti in ospedale per ulteriori accertamenti. La zona è stata chiusa al traffico per permettere ai carabinieri di indagare sulla dinamica dell’incidente e stabilirne le cause.

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