Daily Archives: 7 Novembre 2023

Report, Ranucci in Commissione di vigilanza Rai. A Roma corteo di solidarietà

È previsto per la serata di martedì 7 novembre, alle 20, l’incontro tra tra la Commissione di vigilanza Rai e il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, convocato per la recente inchiesta del programma su Silvio Berlusconi.

Il presidente dell’Odg del Lazio: «La libertà d’informazione è messa a serio rischio»

La notizia è stata annunciata sui social dal profilo di Report, mentre Ranucci ha commentato: «Per la prima volta nella storia, un giornalista è stato chiamato a rispondere del perché e come fa un’inchiesta, davanti a una commissione politica». In concomitanza con l’audizione, a Roma si terrà «una passeggiata della legalità in difesa della libertà di stampa» promossa da Articolo ventuno, che prenderà il via dal Pantheon alle 19.15. Tra le adesioni anche quella del presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, Guido D’Ubaldo che, citato dalla Dire, ha spiegato: «Il giornalismo d’inchiesta va difeso sempre. La libertà d’informazione è messa a serio rischio». Anche il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha espresso la sua solidarietà al conduttore: «La convocazione di Sigfrido Ranucci, da parte della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, è incomprensibile e sembra più una censura rispetto all’indipendenza di Report, uno dei più importanti spazi di inchiesta del nostro sistema di informazione», ha detto.

Enrico Mentana contro i No Vax dopo la morte della zia: «Non si fermano davanti a niente»

A pochi giorni dalla morte di Marisa Cingoli, storico volto del volontariato milanese e zia di Enrico Mentana, i post della donna sui social media sono stati presi di mira dai No Vax. Diversi profili anonimi hanno pubblicato foto dei post scritti dalla donna tra il 2021 e il 2022, in cui annunciava di aver fatto la terza e la quarta dose del vaccino Covid. A corredo, frasi di scherno o tentativi di associare la morte dell’anziana donna alla vaccinazione. A denunciarlo è stato lo stesso giornalista, che ha lanciato un appello a X, l’ex Twitter, chiedendo una stretta contro hater e chi fa disinformazione.

Mentana: «Non si fermano neanche davanti alla morte»

Enrico Mentana nel suo post ha scritto: «Cari amministratori di X, questo vostro iscritto dà a suo modo notizia della morte della signora Cingoli, legandola in modo subdolo alle vaccinazioni da lei fatte con fede nella scienza e senso civico (era ultraottantenne al momento della diffusione del Covid). La malcelata soddisfazione di questo abietto individuo nel momento in cui pensa di colpire al contempo una persona appena scomparsa e il nipote, in nome della rivalsa No Vax, mi induce a chiedervi quale controllo esercitate su questi seminatori di odio incarognito, che non si fermano neanche davanti alla morte».

Il giornalista: «Ignoranti che irridono chi non c’è più»

Il direttore del Tg di La7 ha proseguito e spiegato che queste persone usano la morte «per irridere a chi non c’è più e non può replicare, inventando un legame della morte con l’odiato vaccino. Peraltro, come spesso accade, accanto al nickname (non sia mai che usino il loro vero nome) campeggia una bandiera russa. Senza considerare, nella sua invasata ignoranza, che vanto della Russia fu l’aver prodotto il primo vaccino, lo Sputnik».

Il premier portoghese António Costa ha annunciato le dimissioni in diretta tv

Il primo ministro portoghese António Costa si è dimesso, annunciando la notizia in diretta tv. Confermate dunque le voci sull’esistenza di un’indagine penale sul suo conto. A questo proposito, Costa si è detto «fiducioso nel funzionamento della giustizia» e si è messo a disposizione per chiarire ogni sospetto sul suo operato. Il premier portoghese è coinvolto nell’inchiesta della magistratura sugli investimenti “verdi” del suo governo.

Perquisiti due ministeri

Il ministro delle Infrastrutture portoghese, João Galamba, è stato incriminato nell’ambito di un’inchiesta che, nella mattinata di martedì 7 novembre, ha portato la polizia a perquisire due ministeri (Infrastrutture e Ambiente) e la stessa Presidenza del consiglio. Secondo quando riportato dalla stampa portoghese, lo stesso premier, António Costa, sarebbe quindi indagato, ma in un’inchiesta condotta alla Corte Suprema.

I reati sospettati

Per Galamba, riporta l’Ansa, i reati di cui è sospettato dal Pubblico ministero sarebbero corruzione attiva e passiva, traffico d’influenza e abuso d’ufficio. Le indagini hanno come oggetto investimenti nell’ambito dello sfruttamento dell’idrogeno verde e della miniera di litio di Montalegre, nel nord del Paese. Al momento ci sarebbero in stato di fermo almeno tre figure molto vicine al premier: il capo di gabinetto Vítor Escária, l’imprenditore, consulente e amico personale del premier, Diogo Lacerda Machado, e il sindaco socialista della città portuale di Sines, Nuno Mascarenhas.

L’Ue chiede all’Italia i dettagli dell’accordo con l’Albania sui migranti

L’Unione europea ha chiesto di ricevere maggiori dettagli sull’accordo per la gestione dei migranti firmato il 6 novembre dalla premier italiana Giorgia Meloni e dall’omologo albanese Edi Rama. Lo ha fatto sapere la portavoce della Commissione Europea Anitta Hipper durante il briefing quotidiano, aggiungendo che Bruxelles ne è stata informata appena prima dell’annuncio: «Prima di commentare oltre dobbiamo capire cosa c’è intenzione di fare esattamente». Finora, infatti, nessun Paese dell’Ue ha stretto un accordo simile per esternalizzare la gestione dei richiedenti asilo. Hipper ha aggiunto che, «dalle prime informazioni», l’accordo Italia-Albania «sembra diverso da quello tra Regno Unito e Ruanda».

L'Unione europea chiede all'Italia maggiori informazioni sull'accordo con l'Albania sui migranti, siglato il 6 novembre.
Migranti appena arrivati a Lampedusa (Getty Images).

Gli ostacoli logistici presenti nell’accordo 

«Qualsiasi accordo che l’Italia stipula con gli albanesi in relazione al trattamento delle richieste di asilo deve rispettare il diritto comunitario e internazionale», ha precisato la Commissione europea. I dettagli dell’intesa non sono chiari ma, secondo una ricostruzione de Il Post, sia dal punto di vista logistico che del rispetto delle leggi internazionali presenterebbero alcuni punti problematici. Innanzitutto la lunghezza del viaggio che Guardia Costiera e Guardia di Finanza dovrebbero intraprendere dai porti italiani a quello di Shëngjin (San Giovanni di Medua) per trasportare i migranti. Da Lampedusa (principale punto di sbarco) al porto albanese ci sono 700 chilometri: ciò significa 3-4 giorni di navigazione tra andata e ritorno, creando potenziali problemi sia per i migranti a bordo, sia per le autorità italiane che, a parte la Marina militare, dispongono di imbarcazioni inadatte. Impiegare per giorni le navi delle autorità italiane in Albania, inoltre, comporterebbe la necessità di integrare la diminuzione della loro presenza nel Mediterraneo centrale.

Le potenziali violazioni del diritto internazionale 

Per quanti riguarda il diritto internazionale, la scelta di far sbarcare solo alcune categorie di migranti (minori, donne, malati) potrebbe incorrere in annullamenti da parte dei tribunali, come nel caso del Tar di Catania che a febbraio ha dichiarato illegittima una decisione del governo Meloni presa in un contesto simile. Secondo la Convenzione di Amburgo sul soccorso in mare, le persone in difficoltà vanno soccorse e portate in un porto sicuro «senza tener conto della nazionalità o dello statuto di detta persona, né delle circostanze nelle quali è stata trovata». Anche la decisione di inviare le navi italiane in un porto così lontano potrebbe violare le norme del diritto internazionale che regolano i soccorsi in mare, in quanto trattamento inumano e degradante vietato dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo.

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Per l’International Rescue Committee l’accordo è «disumanizzante»

L’International Rescue Committee ha affermato che l’accordo sull’immigrazione dell’Italia con l’Albania è «disumanizzante» e «infligge un ulteriore colpo al principio di solidarietà dell’Ue». Secondo la ong Sea-Watch, l’intesa Roma-Tirana rappresenta «un nuovo attacco frontale da parte del governo italiano al diritto internazionale e comunitario in materia di asilo, sfruttando il desiderio di riconoscimento internazionale e la fragilità dei Paesi terzi per eludere il suo responsabilità in materia di asilo».

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Poste Italiane, utile e ricavi in crescita: bonus da 1.000 euro ai dipendenti

Poste Italiane ha comunicato che i ricavi del terzo trimestre 2023 sono stati pari a 2,8 miliardi di euro, in crescita del 3,6 per cento a/a. Salgono così a 8,9 miliardi i ricavi dei primi nove mesi dell’anno, +6,8 per cento su base annua rispetto ai primi nove mesi del 2022. L’utile netto del periodo luglio-settembre ammonta a 382 milioni, in calo del 15,9 per cento su base annua rispetto al terzo trimestre del 2022. Nei primi nove mesi dell’anno è salito 1,5 miliardi, in crescita del 5,8 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022.

Costi totali pari a 2,3 miliardi, ebit a 539 milioni

In dettaglio, i ricavi da corrispondenza, pacchi e distribuzione del terzo trimestre del 2023 sono aumentati dell’1,9 per cento su base annua a 860 milioni (2,8 miliardi nei primi nove mesi del 2023, in crescita del 4,0 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022), grazie ai volumi dei pacchi in aumento, alle azioni di repricing sulle tariffe e a un migliore mix di prodotti nella corrispondenza. I ricavi totali dei servizi finanziari ammontano a 1,4 miliardi nel terzo trimestre 2023, in calo del 3,1 per cento su base annua, (+3,9 per cento su base annua rispetto ai primi nove mesi del 2022, pari a 4,5 miliardi nei primi nove mesi del 2023), con una solida crescita del margine di interesse. I ricavi dei servizi assicurativi sono stati pari a 371 milioni, in crescita del +6,5 per cento rispetto al terzo trimestre del 2022 (-0,1 per cento su base annua rispetto ai primi nove mesi del 2022, pari a €1,1 miliardi nei primi nove mesi del 2023). I ricavi netti del comparto assicurativo danni sono aumentati del 27 per cento nel trimestre, mentre quelli da pagamenti e mobile sono stati pari a 405 milioni, +36,6 per cento su base annua rispetto al terzo trimestre del 2022 (+44,2 per cento su base annua rispetto ai primi nove mesi del 2022, pari a 1,1 miliardi nei primi nove mesi del 2023). Quanto agli altri dati, i costi totali del terzo trimestre 2023 sono stati pari a 2,3 miliardi, +10,5 per cento su base annua rispetto al terzo trimestre del 2022 (+8,5 per cento su base annua rispetto ai primi nove mesi del 2022), pari a 6,8 miliardi nei primi nove mesi del 2023. Infine, il risultato operativo (ebit) del trimestre ammonta a 539 milioni, in calo del 18,0 per cento su base annua (2,1 miliardi nei primi nove mesi del 2023, in crescita dell’1,5 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022).

L’ad Del Fante annuncia un premio per i dipendenti

In un’intervista al TGPoste, l’amministratore delegato Matteo Del Fante ha dichiarato che «le attività dell’azienda hanno orizzonti temporali lunghi e sono figlie di scelte strategiche declinate nei piani industriali presentati a partire dal 2018». Sostenendo che «la forza di Poste risiede nella dedizione che i nostri colleghi mettono in campo ogni giorno», come dimostra il fatto che «nel 2018 abbiamo chiesto di consegnare i pacchi e in tre anni siamo diventati il primo operatore nel mercato b2c», il manager ha annunciato un premio di risultato di 1.000 euro, «un riconoscimento doveroso per la dedizione delle nostre persone, la grande forza e l’anima di questa meravigliosa azienda». Il bonus, concordato ad agosto, verrà pagato ai dipendenti a novembre.

Codice della Strada, Salvini: «Non toccheremo il tasso alcolemico, un bicchiere di vino è salutare»

Il tasso alcolemico inserito nel nuovo Codice della strada non sarà innalzato né toccato. A dichiararlo è stato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, durante l’evento inaugurale di Eicma, l’esposizione internazionale delle due ruote attualmente alla Fiera di Milano Rho. Il vicepremier e leader della Lega ha dichiarato: «Nel nuovo Codice della strada non tocchiamo il tasso alcolemico: qualche bicchiere di vino non solo non fa male, ma è assolutamente lecito per chi lo ritiene salutare». Poi ha spiegato: «Però per i recidivi si ricalca il modello di alcuni Paesi europei. Prevediamo l’installazione a bordo delle vetture del sistema dell’alcol-lock».

Le sanzioni: dal ritiro della patente all’alcol-lock

Dopo la prima sanzione sarà previsto il ritiro della patente per un periodo limitato. Alla seconda, in caso di morte, lo stop al titolo di guida potrà arrivare fino a 30 anni e sarà installato nell’autovettura l’alcol-lock, che inibisce l’accensione del motore. Salvini ha anche aggiunto: «Idem vale perché per chi risulta positivo al droga test. Ad oggi, incredibilmente se un agente della Stradale ti ferma e risulti positivo al droga test, è onere dell’agente di Pubblica Sicurezza dimostrare che tu sei in stato di alterazione, altrimenti saluti, ringrazi e te ne vai. Con le nuove norme, se risulti positivo al test mi fermo per i controlli, della patente ne riparliamo dopo un po’ di tempo, perché ritengo che la vita umana sia più preziosa».

Codice della Strada, Salvini «Non toccheremo il tasso alcolemico, un bicchiere di vino è salutare»
Salvini alla Fiera su una motocicletta (Imagoeconomica).

Salvini: «Approvazione entro Natale»

Il ministro Salvini ha anche parlato delle tempistiche: «Il mio obiettivo è che il nuovo Codice della strada venga approvato entro Natale, perché sotto l’albero di tanti ciclisti, motociclisti, automobilisti e camionisti ci siano delle regole aggiornate all’anno del Signore». E ha parlato anche delle biciclette, spiegando che nel nuovo Codice «non ci saranno oneri. Niente imposizioni di targhe o assicurazioni alle bici, che continueranno a circolare come ora».

Imposizioni per i monopattini: «Limitare la velocità»

«Le imposizioni le ho richieste personalmente per i monopattini», prosegue Matteo Salvini, «perché di avere monopattini che vanno a 50 km/h in autostrada non se ne può più. Fra Milano e Roma, non so quale situazione di maggior abbandono ci sia per i monopattini, buttati in mezzo alla strada con tanti saluti per rampe per i disabili, per i passeggini, per gli anziani. Quindi, regole nuove per monopattini, che il Codice del ’92 non poteva prevedere: non potranno andare in tangenziale, avranno la velocità limitata per norma e avranno un numero di matricola, per poter risalire al conducente che si rende protagonista di comportamenti irrispettosi verso gli altri».

L’universo come nessuno lo aveva mai visto: le prime immagini del telescopio Euclid

Già considerate rivoluzionarie, le prime cinque immagini scientifiche del telescopio spaziale Euclid mostrano miriadi di galassie, un gigantesco ammasso di stelle catturato in un colpo d’occhio e culle di pianeti viste attraverso la cortina di polveri che le nasconde. Le “istantanee” a colori dell’universo, come riporta l’Ansa, sono state presentate dall’Agenzia spaziale europea. Per quanto le immagini siano ancora in fase di test, contengono le tracce della materia e dell’energia oscure che occupano il 95 per cento del cosmo e che Euclid dovrà aiutare a conoscere. La missione da 1,4 miliardi coinvolge 20 Paesi europei, più gli Stati Uniti con la Nasa, 300 istituti di ricerca e 80 aziende, per un totale di 3.500 persone attive e 140 contratti industriali.

Cosa contengono le cinque immagini

La prima immagine è quella dell’ammasso del Perseo: oltre alle mille galassie dell’ammasso stesso, l’immagine ne mostra altre 100.000 molto più distanti, alcune debolissime e mai viste e altre così lontane che la loro luce ha viaggiato per 10 miliardi di anni prima di essere catturata dagli strumenti di Euclid. Una seconda foto è quella della galassia a spirale IC 342, nota come la Galassia nascosta, che Euclid ha potuto rivelare grazie alla sua vista nell’infrarosso. La terza è invece quella della galassia NGC 6822, e ancora la quarta, con l’ammasso globulare NGC 6397, dove in un colpo d’occhio sono visibili centinaia di migliaia di stelle. Nell’ultima e quinta immagine è possibile osservare la Nebulosa Testa di Cavallo, scoprendo pianeti in formazione e stelle neonate.

Un primo passo per conoscere l’universo

Gli scatti a colori dell’universo visibile corrispondono al 5 per cento dell’universo, e rappresentano il primo passo per conoscere il lato oscuro che lo occupa per il 95 per cento, costituito in parte dalla materia invisibile che lo occupa per il 25 per cento e dall’energia motore della sua espansione che lo occupa per il 70 per cento e, finora, completamente sconosciuta. Il telescopio Euclid, lanciato il primo luglio 2023, aveva ottenuto le prime immagini di prova il 31 luglio. Per l’avvio della raccolta dati occorrerà aspettare gennaio 2024. Importante il ruolo dell’Italia nel progetto, che partecipa con numerose università, fra le quali quelle di Bologna, Ferrara, Torino, Genova, del Salento e Trieste, Statale di Milano, Sapienza di Roma, Roma Tre, Sissa e Cisas. L’Asi, con Inaf e Infn, guida anche l’Associazione temporanea d’Imprese che ha contribuito agli strumenti, con Ohb Italia mandataria, Sab Aerospace e Temis mandanti. Euclid, progettato per funzionare sei anni, è destinato a ottenere la più estesa mappa 3D dell’universo.

 

FdI attacca l’Ue sulla genitorialità transfrontaliera: «Legalizzano di nascosto l’utero in affitto»

Gli eurodeputati di Fratelli d’Italia-Ecr, Raffaele Stancanelli e Vincenzo Sofo, attaccano l’Ue sul parere positivo al regolamento sulla genitorialità transfrontaliera. I due, rispettivamente vicepresidente della commissione giuridica e componente della commissione libertà civili, hanno spiegato: «Questa mattina la commissione giuridica del Parlamento europeo ha dato luce verde, con il voto contrario di Raffaele Stancanelli, alla posizione del Parlamento sulla proposta di regolamento, redatta dalla Commissione europea, sulla genitorialità transfrontaliera. Rappresenta una vera e propria truffa per scavalcare le legislazioni nazionali e legalizzare di nascosto una pratica abominevole come l’utero in affitto, nonostante lo stesso Parlamento si sia pronunciato più volte contro questa pratica».

Stancanelli e Sofo: «Sopruso ideologico»

Gli eurodeputati hanno proseguito: «Un testo, quello adottato dal Parlamento, che come la stessa proposta di regolamento non rispetta i limiti di competenze dell’Unione come definite nei Trattati e che permetterà a uno Stati membro di riconoscere i certificati di genitorialità di Paesi come Ucraina, Stati Uniti e Canada nei quali il commercio di uteri per procreare bambini per conto terzi è un vero e proprio business. Obbligando poi tutti gli altri Paesi Ue a fare lo stesso». Stancanelli e Sofo hanno poi concluso: «Si tratta di una palese sopruso ideologico delle sovranità nazionali su un tema sul quale la Ue dovrebbe restare fuori, vietando con forza in tutta Europa la compravendita di corpi delle donne e di bambini».

FdI attacca l'Ue sulla genitorialità transfrontaliera: «Legalizzano di nascosto l'utero in affitto»
Raffaele Stancanelli (Imagoeconomica).

L’Ue ha chiesto di riconoscere la genitorialità in ogni Paese

Con 14 voti favorevoli, quattro contrari e nessun astenuto, la commissione giuridica dell’Eurocamera ha approvato il testo. Il Parlamento europeo chiede ai Paesi membri dell’Ue di rifiutarsi di riconoscere la genitorialità stabilita in un altro Stato. Nonostante sia stabilita a livello nazionale, quindi, la genitorialità va riconosciuta ovunque «indipendentemente da come il bambino è stato concepito o è nato».

Un ufficiale ucraino è stato ucciso da una granata ricevuta come regalo di compleanno

Gennadiy Chastiakov, assistente del comandante in capo delle forze armate ucraine Valery Zaluzhny – il cui vice è stato appena silurato da Volodymyr Zelensky – è rimasto ucciso nella sua abitazione di Chaiky, a ovest di Kyiv, dallo scoppio di una granata. Ferito uno dei figli, di 13 anni. Secondo alcune ricostruzioni si tratterebbe di un attentato, ma non è escluso che si sia trattato di banale imprudenza.

Secondo la moglie, Chastiakov pensava che la granata fosse in realtà un bicchiere

Chastiakov ha innescato la granata dopo averla presa dalle mani del figlio, che stava cercando di fare la stessa cosa. Il ministro dell’Interno Ihor Klymenko ha detto che l’ordigno era stato regalato a Chastiakov il giorno stesso da un altro ufficiale (un colonnello) insieme con altre granate e una bottiglia di whisky. La moglie ha detto che il marito pensava che la granata, finta, fosse in realtà un bicchiere.

L'ufficiale ucraino Gennadiy Chastiakov è stato ucciso da una granata ricevuta da un collega come regalo di compleanno.
Granate (Getty Images).

Kyiv esclude per il momento che sia stato un omicidio organizzato da Mosca

«È difficile sorprenderti, ecco perché ti sto regalando delle granate e una bottiglia di buon whisky»: questo avrebbe detto il collega a Chastiakov. Nell’abitazione sono state rinvenute altre granate inesplose e, ha fatto sapere Klymenko, due ordigni simili sono stati trovati durante una perquisizione nella casa del colonnello autore del regalo. Le autorità ucraine stanno indagando sulla morte di Chastiakov: al momento hanno detto di escludere sia stato un omicidio organizzato dalla Russia. Quanto accaduto rappresenta però un altro brutto episodio per l’esercito ucraino, a stretto giro dall’attacco missilistico russo che ha ucciso 19 soldati durante una cerimonia di premiazione vicino alla linea del fronte nella regione di Zaporizhzhia, zona decisamente a rischio.

Studenti pro Palestina occupano il cortile dell’Università di Padova

Circa 200 studenti hanno occupato il cortile del Palazzo del Bo di Padova, storica sede dell’Università degli Studi, manifestando in favore della Palestina. Sono stati esposti vari cartelli e striscioni dove è stato scritto, tra l’altro, su un grande lenzuolo appeso alle colonne «Don’t stay silent. Students stand with Palestine». Secondo quanto si è appreso, i manifestanti avrebbero chiesto di essere ricevuti dal senato accademico per esporre la loro posizione. Al momento la situazione è tranquilla e non è stato, finora, chiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Il giorno prima anche la sede dell’Università Orientale di Napoli era stata occupata da studenti pro Palestina.

Terza azione dimostrativa degli studenti a Padova nel giro di pochi giorni

Non è la prima volta che dei collettivi studenteschi si rendono protagonisti di gesti simili nella città veneta. Il 3 novembre alcuni studenti appartenenti al gruppo universitario Spina di Padova avevano occupato la sede della facoltà di Scienze Politiche in via del Santo per la seconda volta nel giro di pochi giorni, anche in quel caso per esprimere la loro solidarietà alla popolazione palestinese.  Due settimane prima gli studenti avevano invece protestato per l’emergenza abitativa.

Thomas J. Ciampa nuovo chief operating officer del Gruppo Rainbow

Thomas J. Ciampa assume il ruolo di chief operating officer (coo) del Gruppo Rainbow, entrando a far parte del colosso indipendente dell’entertainment Made in Italy che raggiunge gli schermi di tutto il mondo con uno straordinario portafoglio di titoli e licenze grazie ai propri studi Rainbow, Rainbow CGI, Bardel Entertainment Canada e Colorado Film. Il manager italoamericano cresciuto in casa Warner Bros vanta una carriera di 25 anni all’interno della major dove ha ricoperto ruoli chiave sia per il mercato italiano sia per quello internazionale, fino a ricoprire la carica di presidente WarnerMedia Italia, Spagna, Portogallo. Nel suo nuovo incarico, Ciampa avrà un ruolo chiave nello sviluppo strategico del portfolio del Gruppo Rainbow, contribuendo a ideare nuove strategie di sviluppo e investimento.

«Entusiasta di iniziare questa nuova avventura»

Questo il commento di Iginio Straffi, fondatore, presidente e ceo del Gruppo Rainbow: «Thomas è un grande professionista che conosco e stimo da tanti anni, sono davvero felice di dargli il benvenuto nella grande famiglia Rainbow. Avrà il compito di occuparsi dello sviluppo di tutte le divisioni del gruppo con particolare attenzione ai progetti internazionali e alle coproduzioni. Sarà un vero piacere lavorare con Thomas al mio fianco ai tanti progetti sfidanti che ci siamo prefissi di portare al successo nei prossimi anni». Lo stesso Ciampa si è detto «entusiasta di iniziare questa nuova avventura in Rainbow e di lavorare con Iginio Straffi, straordinario rappresentante del Made in Italy nel mondo, un vero orgoglio nazionale». «Iginio, con la sua visione e determinazione, è riuscito a costruire contenuti in grado di emozionare il pubblico italiano ed internazionale. Non vedo l’ora di conoscere nel dettaglio la squadra e contribuire tutti insieme al successo globale di Rainbow», ha aggiunto.

Il Gruppo si è affermato come uno degli studi leader in Europa

Il Gruppo Rainbow vanta quasi 30 anni di successi nel settore dell’intrattenimento e, partendo dalla produzione di contenuti animati per bambini, è arrivato a coprire tutte le fasce di target e segmenti di mercato. Un gruppo indipendente attivo nella creazione, distribuzione, concessione di licenze e merchandising di marchi di proprietà e di terze parti per l’industria dell’animazione e del live-action. Il Gruppo collabora costantemente con le principali società di intrattenimento ed emittenti del mondo e si è affermato come uno degli studi leader in Europa e tra i primi 150 licensor a livello globale.

Usa e Nato sospendono il trattato sulle forze convenzionali in Europa

Gli Usa e i loro alleati della Nato hanno notificato che sospenderanno formalmente la loro partecipazione a un trattato del 1990 che limita le forze convenzionali in Europa, segnando la fine di un altro storico accordo sul controllo degli armamenti. Lo ha scritto il Wall Street Journal.

La Nato: «Il ritiro della Russia dall’accordo mina la sicurezza euro-atlantica»

La mossa dell’Alleanza fa seguito al ritiro formale della Russia dallo stesso accordo e alle lamentele occidentali di lunga data secondo cui Mosca non stava onorando i termini del trattato. La sospensione scatterà il 7 dicembre per gli Stati Uniti. «Il ritiro della Russia è l’ultima di una serie di azioni che mina sistematicamente la sicurezza euro-atlantica», ha affermato in una nota l’organo di governo della Nato, il Consiglio Nord Atlantico. La sospensione della partecipazione al trattato – che ha continuato ad essere rispettato anche dopo lo scioglimento del Patto di Varsavia e dell’Unione Sovietica – darà agli Stati Uniti maggiore flessibilità nello schierare forze sui fianchi settentrionale e meridionale della Nato, comprese la Romania e la Bulgaria, vicino all’Ucraina. Consentirà inoltre agli alleati occidentali dell’Ucraina di evitare di condividere informazioni sullo schieramento delle loro forze con le nazioni vicine alla Russia.

Parental control, come funziona il blocco automatico delle sim intestate a minori

Dal 21 novembre 2023, le sim intestate a minori avranno attivo un sistema automatico di parental control per limitare la navigazione. Dopo il tentativo andato a vuoto nel 2020, con un emendamento al decreto Giustizia che non è mai stato rispettato dagli operatori telefonici, le nuove linee guida dell’Agcom diventeranno effettive.

Le categoria sottoposte al parental control

L’Agcom ha elencato le principali categorie che saranno sottoposte al parental control. Ci sono innanzitutto i contenuti per adulti, ovvero siti web vietati ai minori che mostrano nudità totale o parziale in un contesto sessuale pornografico, inclusi i siti che supportano l’acquisto online di tali beni e servizi. Saranno poi bloccati i siti che forniscono informazioni o promuovono il gioco d’azzardo, quelli che forniscono informazioni sulla vendita di armi e quelli che presentano o promuovono violenza o lesioni personali. Verranno bloccate anche pagine web che promuovo l’odio e la discriminazione e pagine che presentano la promozione di pratiche che possono danneggiare la salute, come quelle che promuovono l’anoressia o la bulimia, l’uso di stupefacenti, di alcol o di tabacco. Infine, verranno bloccati i cosiddetti “anonymizer“, cioè siti che rendono l’attività online non rintracciabile, e i siti che promuovono l’uso di incantesimi, maledizioni e poteri magici.

I genitori potranno personalizzare il blocco

Gli operatori potranno inserire nelle sim delle blacklist create da loro o prese da terze parti affidabili. Le sim presenteranno quindi dei blocchi di default e gratuitamente, ma i genitori potranno anche personalizzare il blocco, sbloccando alcune categorie o disattivando i filtri completamente. Qualora la sim fosse intestata a un genitore, sarà compito di quest’ultimo attivare il Parental Control sulla scheda telefonica del figlio minore.

MrBeast costruisce 100 pozzi in Africa, ma è polemica

MrBeast al centro delle polemiche per un nuovo video pubblicato in Rete. Lo youtuber americano da oltre 200 milioni di iscritti al suo canale ha infatti rilasciato un filmato che documenta la costruzione di circa 100 pozzi d’acqua in cinque nazioni dell’Africa per aiutare le persone in difficoltà. Nonostante abbia raggiunto 58 milioni di visualizzazioni per la sua azione filantropica, fra i commenti non mancano le critiche da parte di attivisti, giornalisti e politici locali. «È imbarazzante che un influencer debba fare ciò che le nostre tasse avrebbero dovuto completare anni orsono», ha spiegato su X il reporter kenyota Ferdinand Omondi. Gli ha fatto eco il politico Francia Gatho, secondo cui il gesto di MrBeast enfatizza «lo stereotipo di un’Africa alle dipendenze delle donazioni occidentali».

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MrBeast su YouTube: «Forniremo acqua potabile a 500 mila persone»

Come ha spiegato il 25enne youtuber, all’anagrafe Jimmy Donaldson, i 100 pozzi d’acqua sorgono in Kenya, Uganda, Zimbabwe, Camerun e Somalia. La loro presenza disseterà costantemente circa 500 mila persone che finora non avevano accesso libero e sicuro alle riserve idriche del loro Paese. In parallelo, MrBeast ha anche lanciato una raccolta fondi per sostenere le organizzazioni locali che ha superato i 300 mila euro in appena tre giorni. «Abbiamo passato più di otto mesi per girare questo video, ma è la cosa più grande che abbia mai fatto», ha raccontato sul suo profilo X. «I pozzi hanno cambiato le comunità. So che sono uno youtuber, ma dato che nessuno si adopera, qualcuno doveva pur farlo».

Lo youtuber MrBeast ha costruito 100 pozzi d'acqua in Africa. Alcuni attivisti lo accusano di aver messo in cattiva luce i governi locali.
MrBeast nel suo video in Africa (MrBeasta, YouTube).

Nel video di 10 minuti, MrBeast ha anche documentato l’invio di una serie di aiuti alle scuole del Kenya. Ha infatti provveduto a spedire mobili nuovi di zecca, palloni da calcio, computer, proiettori e lavagne per tutte le classi. In parallelo ha avviato la costruzione di un ponte su un fiume per collegare in sicurezza un villaggio con gli istituti scolastici e gli ospedali. Nello Zimbabwe infine ha donato biciclette per aiutare i bambini a raggiungere i plessi dove seguire le lezioni. Il post ha ottenuto migliaia di reazioni, tra cui vari commenti negativi, ma MrBeast ha spiegato di non farci caso. «Continuerò sempre a usare il mio canale per aiutare chi ne ha bisogno», ha ricordato ai suoi follower. In passato aveva già finanziato l’intervento alla cataratta per mille persone cieche e acquistato 2 mila protesi per gli invalidi.

Danni all’immagine e all’ambiente, le principali critiche dei locali

Pur avendo agito per aiutare migliaia di famiglie in difficoltà, MrBeast ha acceso le polemiche in Africa, in particolare in Kenya. Diversi giornalisti e politici hanno infatti sottolineato come il suo operato abbia solo messo in ridicolo il governo locale, accentuandone i fallimenti agli occhi dei cittadini. «Da 15 anni lottiamo per ottenere finanziamenti e sostegno», ha detto alla Cnn Kaba James, Ceo dell’organizzazione Face Africa che lavora per migliorare le infrastrutture idriche nell’area subsahariana. «Da un giorno all’altro arriva un uomo dall’estero con enorme seguito online e all’improvviso attira tutta l’attenzione. È frustrante, anche se ci testimonia la natura del mondo». Altri attivisti hanno sottolineato come, grazie al video di MrBeast, ora l’Africa apparirà ancor più un «continente povero e arretrato», alimentando gli stereotipi.  Face Africa ha infine messo in guardia dai potenziali danni ambientali alle falde sotterranee e dalla scarsa manutenzione. «Un conto è scavare, un altro tornare fra cinque anni e controllare se funziona ancora».

Insinna all’Eredità al posto di Insegno dopo il flop del Mercante in fiera: le ipotesi per i palinsesti Rai

La Rai sarebbe vicina ad affidare la conduzione del programma L’Eredità, ancora una volta, a Flavio Insinna, a scapito di Pino Insegno. I vertici della tv di Stato ci starebbero pensando da settimane, secondo quanto rivelato da Corriere della Sera, a causa dei bassi ascolti raccolti da Insegno con il suo Mercante in Fiera. E la decisione sembra presa. Rai e Banijay, la società che produce il format, ne hanno discusso anche nei giorni scorsi e non hanno ancora né smentito né confermato l’indiscrezione. Il dietrofront porterebbe al ritorno di Flavio Insinna, che nell’ultima puntata della scorsa stagione televisiva aveva salutato i telespettatori e sembrava a un passo da La7. Se confermato, sarà la sua quinta edizione alla guida de L’Eredità.

Insinna a L'Eredità al posto di Insegno dopo il flop del Mercante in Fiera la Rai ci pensa
Flavio Insinna (Imagoeconomica).

Nell’accordo tra Rai e Banijay non è specificato il conduttore

A inizio novembre, era anche emersa l’ipotesi di far migrare L’Eredità su un’altra rete, lasciando libero lo spazio su Rai1. Un’idea che pare già accantonata e che cozzerebbe con gli accordi già presi da Rai e Banijay nei mesi scorsi. Fanpage.it ha spiegato, però, che nel contratto siglato tra la tv di Stato e la società produttrice del programma, non sarebbe stato inserito alcun nome per la conduzione. Insinna è stato proposto da Banijay, preoccupata per gli ascolti bassi del Mercante in Fiera, che su Rai2, intanto, non decolla. Anche la redazione del Tg2 ha attaccato Insegno e il suo programma, definito «penalizzante» a livello di share.

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Baricco al posto di Augias

La Rai sarebbe in procinto di annunciare anche altre novità. Dopo l’addio di Corrado Augias, passato a La7, è rimasta scoperta la conduzione del programma La gioia della musica. Il Corriere della Sera spiega che l’idea sarebbe di affidare lo spazio in palinsesto allo scrittore Alessandro Baricco. Rientrerà a Rai1, invece, Massimo Giletti, per le celebrazioni della Radio e della Tv, oltre alle inchieste da aprile in poi. Nuovo, invece, il format che sarà affidato a Renzo Arbore su Rai2. E se Antonio Di Bella dovesse passare a La7, Gianni Minoli tornerà su Rai3 con La storia siamo noi.

Processo Grillo jr, la presunta vittima piange in aula: udienza sospesa

Breve sospensione nell’aula del tribunale di Tempio Pausania dove sta testimoniando – a porte chiuse – la principale accusatrice dei quattro imputati di violenza sessuale di gruppo Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia. Un crollo emotivo della ragazza italo-norgevese, all’epoca dei fatti 19enne, ha convinto i giudici ad interrompere la sua deposizione.

Il racconto della serata a Porto Cervo, poi le lacrime

La studentessa ha cominciato a raccontare la serata del 16 luglio 2019 trascorsa al Billionaire. Avrebbe detto che tutti avevano bevuto molto, poi però si è bloccata quando la ricostruzione ha toccato la notte tra il il 16 e 17 agosto trascorsa nella villetta di Porto Cervo della famiglia Grillo, dove si sarebbe consumata la violenza. La ragazza non è riuscita a trattenere le lacrime, e l’udienza ha subito uno stop. È stato quindi chiesto di far proseguire la deposizione proteggendo la teste con un paravento, ma l’istanza è stata respinta. La giovane ha così nuovamente iniziato a rispondere alle domande del pm Gregorio Capasso. Nel frattempo sono state fissate altre due udienze. Dopo quelle già previste per il 13 e 14 dicembre, quando proseguirà l’esame della ragazza italo-norvegese, si andrà al 31 gennaio e all’1 febbraio 2024.

Emis Killa torna con Effetto notte (L’alba) dal 24 novembre

Emis Killa, reduce dal successo della data sold out del suo primo Mediolanum Forum il 28 ottobre, ha annunciato l’arrivo di Effetto Notte (L’Alba), edizione deluxe dell’album certificato disco d’oro Effetto Notte disponibile dal 24 novembre sulle piattaforme digitali e streaming. Effetto Notte (L’Alba) è l’evoluzione di Effetto Notte, l’album uscito il 19 maggio per Epic Records Italy/Sony Music, e conterrà cinque nuovi brani con sei nuovi featuring ancora da svelare. L’artista aveva già incuriosito i propri fan a riguardo pubblicando una traccia inedita come colonna sonora dell’aftermovie del Mediolanum Forum, fino all’annuncio ufficiale sui social.

Le tappe del tour nei club 2023 di Emis Killa

Dopo il Forum, Killa proseguirà a esibirsi live con il suo Club Tour, in cui porterà la celebrazione del rap in sette club italiani. L’artista sarà sul palco della Casa della Musica di Napoli il 7 novembre, poi arriverà a Roma (l’8 novembre all’Orion), a Parma (l’11 novembre al Campus Industry Music), a Bari (il 17 novembre al Demodè di Modugno), a Firenze (23 novembre al Tuscany Hall), a Brescia (24 novembre 2023 al Gran Teatro Morato) e infine a Padova (25 novembre 2023 al Gran Teatro Geox).

Incidente di Mestre, disposta perizia cardiaca sull’autista Alberto Rizzotto

La Pm di Venezia Laura Cameli ha disposto una nuova perizia medica sul cuore dell’autista Alberto Rizzotto, morto nell’incidente del pullman precipitato dal cavalcavia di Mestre lo scorso 3 ottobre causando 21 morti e 15 feriti. Gli accertamenti si sono resi necessari dopo l’esame del quadro clinico del 40enne. Nonostante l’autopsia non avesse fornito elementi per sostenere che il conducente fosse stato colto da malore quando il mezzo ha cominciato a sbandare, è emerso che nelle settimane prima della strage Rizzotto si era recato più volte al Pronto soccorso lamentando problemi cardiaci. Cameli ha affidato l’incarico a Cristina Basso, cardiologa dell’Università di Padova, che sezionerà nuovamente il cuore di Rizzotto alla ricerca di eventuali malfunzionamenti che potrebbero aver causato il malore o direttamente la morte dell’autista.  L’ipotesi del malore è cruciale per il processo che vede indagati l’amministratore delegato della società La Linea, proprietaria del mezzo, e di due funzionari del Comune di Venezia: il dirigente del settore Viabilità e mobilità per la terraferma e quello del settore Manutenzione viabilità stradale.  «Si tratta di permettere a tutte le parti di partecipare ad una fase fondamentale in ambito peritale», ha commentato Paola Bosio, legale di uno degli indagati. «Non ci aspettiamo grandi risultati ma apprezziamo il fatto che con questo atto la Procura ci permetta di sopperire a quanto non era stato possibile fare prima».

 

 

 

Avvistata una lince nel Parco del Gran Paradiso: non succedeva dal 1916

Dopo anni di avvistamenti dubbi ora è ufficiale: la lince è tornata nel Parco nazionale del Gran Paradiso. I guardaparco hanno confermato l’avvistamento di un esemplare all’interno dell’area protetta, con l’ausilio di una fototrappola che ha immortalato l’animale.

La lince era l’unico grande carnivoro presente sul Gran Paradiso

Si tratta, con ogni probabilità, di un individuo in dispersione alla ricerca di nuovi territori e, per il momento, l’ente parco ha deciso di non rendere noto il luogo esatto dell’avvistamento per proseguire le verifiche. Sin dagli Anni 80 si sono registrati avvistamenti dubbi e, nel tempo, sono pervenute all’ente segnalazioni di possibili osservazioni, ma è la prima volta che questa viene documentata con certezza. L’ultimo dato di presenza certa della lince nel Parco risale al 1916. Il direttore del Gran Paradiso, Bruno Bassano, ha commentato così l’avvistamento: «Da molto tempo inseguiamo questo fantasma, senza mai aver avuto certezza del suo passaggio. Si tratta di una specie iconica spesso dimenticata ma che, in base ai dati storici, era l’unico grande carnivoro presente sul massiccio del Gran Paradiso. Questa segnalazione apre la possibilità che si possa, nel tempo, insediare nel Parco almeno una coppia riproduttiva. Sarebbe un prezioso ritorno che riempirebbe un vuoto che dura da oltre un secolo».

I Paesi in via di sviluppo devono alla Cina 1.400 miliardi di euro

Nel corso degli anni la Cina ha elargito ingenti somme di denaro in prestito a numerosi Paesi in via di sviluppo facenti parte dell’ambizioso progetto della Nuova via della seta, utilizzando a pieno le sue risorse economiche per finanziare progetti di varia natura ed esercitare il più classico dei soft power. Maxi prestiti significa però maxi interessi, che tanti Stati in difficoltà finanziaria faticano a ripagare. Per evitare il rischio di default dei debitori, Pechino si è via via sempre più calata nei panni del prestatore di emergenza: come evidenzia una ricerca di AidData, oggi il Dragone è il principale creditore al mondo.

L’80 per cento del portafoglio prestiti della Cina sta sostenendo Paesi in difficoltà finanziarie

Secondo AidData, la Repubblica Popolare vanta tra i mille e i 1.400 miliardi di euro di credito nei confronti dei Paesi in via di sviluppo: si stima che circa l’80 per cento del portafoglio prestiti esteri della Cina nel sud del mondo stia ora sostenendo Paesi in difficoltà finanziarie. Nel 2010 la quota era appena del 5 per cento: un balzo più che notevole. Tra i beneficiari Stati come Pakistan e Kenya, dove i prestiti delle banche statali di Pechino hanno contribuito a costruire ferrovie, fino all’Argentina e alla Cambogia, dove sono stati utilizzati per costruire centrali elettriche. A giugno 2023, lo Zambia ha raggiunto un accordo per ristrutturare un debito di circa 6 miliardi di euro, due terzi dei quali sono dovuti alla Export-Import Bank of China, una delle tre banche istituzionali costituite per attuare le politiche statali nell’industria, nel commercio estero, nell’economia e negli aiuti esteri ai Paesi in via di sviluppo e fornire sostegno finanziario per promuovere l’esportazione di prodotti e servizi del Dragone. Ma si tratta solo di alcuni esempi. AidData ha analizzato 20.985 progetti in 165 Paesi a basso e medio reddito, finanziati con sovvenzioni e prestiti cinesi, scoprendo che con l’aumento dei debiti nei confronti degli istituti di credito è aumentato anche il numero di iniziative sospese o annullate.

Destinando sempre più denaro a prestiti di salvataggio, la Cina è diventata il maggiore creditore al mondo.
Zhang Qingsong, governatore della Banca Popolare Cinese (Getty Images).

Le misure introdotte da Pechino per mitigare il rischio di default

Per mitigare il rischio di default, data l’elevata percentuale di prestiti diretti a Paesi in difficoltà finanziaria (che perlopiù rientrano nel grande progetto della Nuova via della seta), le autorità cinesi hanno introdotto una serie di misure, tra cui la riduzione dei prestiti per progetti infrastrutturali e l’aumento dei prestiti di emergenza, erogati principalmente ai Paesi che stanno lottando per saldare i debiti contratti in precedenza con le istituzioni finanziarie di Pechino. Nel 2015, i primi rappresentavano oltre il 60 per cento del portafoglio prestiti della Cina. Nel 2021 la quota era già scesa a poco più del 30 per cento. Nel periodo preso in esame da AidData, la Cina ha erogato il 97 per cento circa dei prestiti di emergenza a Paesi che già erano fortemente indebitati nei suoi confronti.

Destinando sempre più denaro a prestiti di salvataggio, la Cina è diventata il maggiore creditore al mondo.
La Cina è il principale creditore al mondo (Getty Images).

La Cina si sta avvicinando all’FMI nei prestiti di salvataggio 

Il Fondo Monetario Internazionale concede più denaro in prestiti di salvataggio rispetto alla Cina, ma ogni anno che passa il divario si sta riducendo. La Repubblica Popolare, in pratica, sta prestando soldi affinché i suoi stessi prestiti possano essere saldati. Un altro modo con cui i finanziatori cinesi hanno cercato di ridurre la loro esposizione al rischio è l’aumento delle penalità per i ritardi di rimborso, mossa che però – evidenzia AidData – potrebbe scoraggiare eventuali nuovi mutuatari. I termini e le condizioni dei prestiti cinesi non brillano per trasparenza, tuttavia gli economisti stimano che i abbiano in genere un tasso di interesse del 2 per cento, rispetto alla norma dell’1,54 per cento per i prestiti agevolati della Banca Mondiale. Tuttavia i ricercatori di AidData hanno scoperto che, tra i primi anni della Nuova via della seta (2014-2017) e l’ultimo periodo in esame (2018-2021), gli istituti di credito di Pechino hanno aumentato il tasso di interesse massimo in caso di rimborsi tardivi dal 3 all’8,7 per cento. Citato dal Guardian, il direttore Bradley Parks, uno degli autori del rapporto e direttore esecutivo, ha dichiarato che «Pechino sta cercando di trovare la sua posizione come il maggiore esattore del debito del mondo, in un momento in cui molti dei suoi maggiori mutuatari sono illiquidi o insolventi». E gli esattori, ha sottolineato, «non sono mai molto popolari».

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