Archivio
- Novembre 2024 (39)
- Agosto 2024 (1)
- Dicembre 2023 (73)
- Novembre 2023 (1333)
- Ottobre 2023 (1631)
- Settembre 2023 (1468)
- Agosto 2023 (1417)
- Luglio 2023 (1389)
- Giugno 2023 (441)
- Maggio 2020 (30)
- Marzo 2020 (94)
- Febbraio 2020 (1)
- Gennaio 2018 (10)
MrBeast costruisce 100 pozzi in Africa, ma è polemica
MrBeast al centro delle polemiche per un nuovo video pubblicato in Rete. Lo youtuber americano da oltre 200 milioni di iscritti al suo canale ha infatti rilasciato un filmato che documenta la costruzione di circa 100 pozzi d’acqua in cinque nazioni dell’Africa per aiutare le persone in difficoltà. Nonostante abbia raggiunto 58 milioni di visualizzazioni per la sua azione filantropica, fra i commenti non mancano le critiche da parte di attivisti, giornalisti e politici locali. «È imbarazzante che un influencer debba fare ciò che le nostre tasse avrebbero dovuto completare anni orsono», ha spiegato su X il reporter kenyota Ferdinand Omondi. Gli ha fatto eco il politico Francia Gatho, secondo cui il gesto di MrBeast enfatizza «lo stereotipo di un’Africa alle dipendenze delle donazioni occidentali».
LEGGI ANCHE: MrBeast, chi è lo youtuber che si è rifiutato di salire sul Titan
MrBeast su YouTube: «Forniremo acqua potabile a 500 mila persone»
Come ha spiegato il 25enne youtuber, all’anagrafe Jimmy Donaldson, i 100 pozzi d’acqua sorgono in Kenya, Uganda, Zimbabwe, Camerun e Somalia. La loro presenza disseterà costantemente circa 500 mila persone che finora non avevano accesso libero e sicuro alle riserve idriche del loro Paese. In parallelo, MrBeast ha anche lanciato una raccolta fondi per sostenere le organizzazioni locali che ha superato i 300 mila euro in appena tre giorni. «Abbiamo passato più di otto mesi per girare questo video, ma è la cosa più grande che abbia mai fatto», ha raccontato sul suo profilo X. «I pozzi hanno cambiato le comunità. So che sono uno youtuber, ma dato che nessuno si adopera, qualcuno doveva pur farlo».

Nel video di 10 minuti, MrBeast ha anche documentato l’invio di una serie di aiuti alle scuole del Kenya. Ha infatti provveduto a spedire mobili nuovi di zecca, palloni da calcio, computer, proiettori e lavagne per tutte le classi. In parallelo ha avviato la costruzione di un ponte su un fiume per collegare in sicurezza un villaggio con gli istituti scolastici e gli ospedali. Nello Zimbabwe infine ha donato biciclette per aiutare i bambini a raggiungere i plessi dove seguire le lezioni. Il post ha ottenuto migliaia di reazioni, tra cui vari commenti negativi, ma MrBeast ha spiegato di non farci caso. «Continuerò sempre a usare il mio canale per aiutare chi ne ha bisogno», ha ricordato ai suoi follower. In passato aveva già finanziato l’intervento alla cataratta per mille persone cieche e acquistato 2 mila protesi per gli invalidi.
I already know I’m gonna get canceled because I uploaded a video helping people, and to be 100% clear, I don’t care. I’m always going to use my channel to help people and try to inspire my audience to do the same
— MrBeast (@MrBeast) November 4, 2023
Danni all’immagine e all’ambiente, le principali critiche dei locali
Pur avendo agito per aiutare migliaia di famiglie in difficoltà, MrBeast ha acceso le polemiche in Africa, in particolare in Kenya. Diversi giornalisti e politici hanno infatti sottolineato come il suo operato abbia solo messo in ridicolo il governo locale, accentuandone i fallimenti agli occhi dei cittadini. «Da 15 anni lottiamo per ottenere finanziamenti e sostegno», ha detto alla Cnn Kaba James, Ceo dell’organizzazione Face Africa che lavora per migliorare le infrastrutture idriche nell’area subsahariana. «Da un giorno all’altro arriva un uomo dall’estero con enorme seguito online e all’improvviso attira tutta l’attenzione. È frustrante, anche se ci testimonia la natura del mondo». Altri attivisti hanno sottolineato come, grazie al video di MrBeast, ora l’Africa apparirà ancor più un «continente povero e arretrato», alimentando gli stereotipi. Face Africa ha infine messo in guardia dai potenziali danni ambientali alle falde sotterranee e dalla scarsa manutenzione. «Un conto è scavare, un altro tornare fra cinque anni e controllare se funziona ancora».