Daily Archives: 7 Novembre 2023

UniCredit Foundation e Teach For All, partnership paneuropea da 5,5 milioni di euro

UniCredit Foundation e il network globale per l’istruzione Teach For All hanno avviato una partnership triennale del valore di 5,5 milioni di euro per fornire un’istruzione di qualità agli studenti delle scuole europee che versano in condizioni di povertà educativa e promuovere le pari opportunità in questo ambito in tutto il continente. L’accordo si concentrerà su sei Paesi in cui la banca opera, ovvero Italia, Germania, Austria, Bulgaria, Romania e Slovacchia. In questo modo, la Fondazione incrementerà anche il sostegno a Teach For All per la formazione di docenti che lavorano nelle scuole dai contesti più svantaggiati di questi Paesi.

L’accordo per combattere le disparità educative dei bambini in Europa

Grazie a questo impegno multimilionario e al potenziamento del sostegno, le due realtà combatteranno le disparità educative dei bambini in tutta Europa e preverranno i tassi di abbandono scolastico tra i giovani, offrendo loro l’istruzione di qualità che meritano per cercare nuove opportunità e realizzare le loro ambizioni di carriera. La nuova partnership costruisce le sue fondamenta sulla base della forte relazione tra Teach For All e il Gruppo UniCredit, istituita per la prima volta nel 2022, che con un investimento di circa 2 milioni di euro nel 2022 ha avuto un impatto profondo sull’istruzione dei giovani in tutta Europa. In un solo anno sono stati formati con successo 592 diversi insegnanti all’interno della rete Teach For All in Europa, migliorando le esperienze educative di oltre 40.600 studenti in tutto il continente.

In Italia il 12,5 per cento dei ragazzi non finisce le scuole superiori

Tra i paesi coinvolti, particolare attenzione viene prestata all’Italia, in cui la diseguaglianza educativa rappresenta una vera e propria emergenza. Qui, infatti, solo il 6 per cento dei bambini i cui genitori non hanno terminato le scuole superiori riesce ad ottenere la laurea. La quota di giovani che non finisce le scuole superiori nel nostro Paese è inoltre tra le più alte in Europa (12,5 per cento). Nelle regioni del Sud la media si alza al 17 per cento, con un picco del 21,1 per cento in Sicilia. Degli studenti che hanno affrontato la maturità nel 2023, 34.850 sono usciti dal nostro sistema formativo senza aver raggiunto il livello minimo di competenze in italiano, matematica e inglese. I tassi più elevati sono in Campania e Sardegna, sopra il 15 per cento, seguiti da Sicilia, Calabria e Basilicata. A questi dati si aggiungono 3 milioni di NEET (Not engaged in Education, Employment or Training), ovvero il 23 per cento dei giovani tra i 15 e i 29 anni. La quota è 10 punti percentuali superiore a quella europea (13,1 per cento). La cifra si alza nel Sud e nelle Isole, con percentuali di NEET che toccano punte del 40 per cento in alcune regioni.

L’obiettivo è raggiungere 7.200 studenti entro il 2026

La collaborazione dell’anno scorso con Teach for All ha consentito, in Italia, di raggiungere ben 3.700 studenti e, con la nuova partnership, la Fondazione supporterà Teach for Italy a raggiungerne 7.200 entro il 2026. L’investimento di 5,5 milioni di euro aiuterà infatti la Fondazione e Teach For All a ottenere risultati ancora più significativi, consentendo agli insegnanti della rete Teach For All in formazione e alle comunità locali di reimmaginare i sistemi educativi in aree con scarse risorse e di costruire ambienti scolastici più inclusivi che offrano un’istruzione di qualità a tutti i bambini, anno dopo anno. La Fondazione e i partner della rete Teach For All formeranno pertanto oltre 1.400 insegnanti trasformativi, che forniranno istruzione a oltre 83 mila studenti entro il 2026. L’ impegno sottolinea la dedizione di UniCredit Foundation alla causa e il suo ruolo centrale all’interno della più ampia strategia sociale della banca, che ha visto il gruppo emettere un volume totale di circa 8 miliardi di euro in finanziamenti sociali attraverso microcredito, impact financing e prestiti alle aree svantaggiate.

Il presidente di UniCredit Foundation Orcel: «Guidiamo la trasformazione della società»

Il presidente di UniCredit Foundation Andrea Orcel ha così commentato l’iniziativa: «Sono lieto di annunciare la partnership di UniCredit Foundation con Teach For All. L’Europa ha il potenziale per diventare un grande blocco economico in grado di guidare il progresso economico globale, promuovendo un futuro di prosperità condivisa. È per questo che la nostra Banca e la Fondazione si sono date come missione comune quella di sviluppare questo potenziale. UniCredit Foundation si impegna a fornire agli studenti gli strumenti essenziali per costruire un futuro migliore per loro stessi, per le loro comunità e per il nostro continente. Insieme a Teach For All, promuoveremo un’istruzione equa in sei regioni in cui opera UniCredit, alimentando la leadership collettiva dei giovani e, a lungo termine, guidando la trasformazione della società».

UniCredit Foundation e Teach For All firmano una partnership paneuropea da 5,5 milioni di euro
Andrea Orcel, presidente di UniCredit Foundation (Imagoeconomica).

Pastorelli, ad Teach For Italy: «Moltiplichiamo il nostro impatto sul sistema educativo italiano»

Gli ha fatto eco Andrea Pastorelli, direttore generale di Teach For Italy: «Questa partnership ci permetterà di moltiplicare il nostro impatto sul sistema educativo italiano. Grazie ad UniCredit Foundation, infatti, Teach For Italy riuscirà a essere presente in un minimo di 100 scuole in contesti di povertà educativa in tutta Italia entro il 2025-26, tramite la selezione, formazione e l’accompagnamento di un minimo di 120 docenti fellows all’anno. Giovani talenti, altamente formati, che nel breve periodo lavoreranno per trasformare i risultati didattici e le opportunità degli studenti più bisognosi del nostro paese, mentre nel lungo periodo diventeranno agenti del cambiamento all’interno del sistema scolastico italiano».

UniCredit Foundation e Teach For All firmano una partnership paneuropea da 5,5 milioni di euro
Andrea Pastorelli, direttore generale di Teach For Italy (Imagoeconomica)

Mattarella in Corea del Sud: iniziata la visita a Seul

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è arrivato martedì 7 novembre a Seul per una visita di Stato di tre giorni nella Corea del Sud. Accompagnato dalla figlia Laura, sarà in Asia per quasi una settimana. Dopo questa tappa, che lo porterà anche al 38esimo parallelo al confine con la Corea del nord, il capo dello Stato si sposterà a Tashkent per colloqui politici con le autorità dell’Uzbekistan. Mercoledì 8 novembre a Seul incontrerà il presidente coreano Yoon Suk-yeol.

 

 

L’Ue approva le nuove norme sulla trasparenza delle pubblicità elettorali

Le istituzioni Ue hanno raggiunto l’accordo sulle nuove regole per rendere le campagne elettorali più trasparenti e resistenti alle interferenze a sette mesi dalle Europee. In base alle norme, la pubblicità politica, in particolare online, dovrà essere chiaramente etichettata rendendo più facile per cittadini, autorità e giornalisti ottenere informazioni su chi finanzia gli spot. Per impedire agli sponsor extra-Ue di interferire, è stato introdotto un divieto per gli enti di Paesi terzi di sponsorizzare pubblicità politica in Ue nei tre mesi precedenti a un’elezione o a un referendum. Sarà vietato anche utilizzare i dati dei minori.

Musumeci: «Verso innalzamento dell’allerta ai Campi Flegrei»

Il ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, in audizione alla commissione Ambiente ha riferito che «al termine della riunione del 27-28 ottobre scorso, la commissione Grandi Rischi ci ha comunicato che bisogna prepararsi all’eventuale necessità di passare rapidamente verso un livello di allerta superiore rispetto al giallo» sull’area dei Campi Flegrei.

Le dichiarazioni dei sindaci di Pozzuoli e Bacoli

Citando le parole della commissione, il ministro ha spiegato che «l’insieme dei risultati scientifici rafforza l’evidenza del coinvolgimento di magma nell’attuale processo bradisismico di sollevamento del suolo». Il sindaco di Pozzuoli Luigi Manzoni ha ricordato: «La parte più ampia del territorio dei Campi Flegrei interessata al bradisismo insiste sul nostro Comune. Così come le case e la popolazione stessa». Mentre il suo collega di Bacoli, Josi Gerardo Della Ragione, ha avvertito: «L’allerta arancione sarebbe peggio della pandemia. Se ciò dovesse accadere, si renderebbe necessario un sostegno economico per le attività economiche e turistiche della zona».

Formigoni: fine pena fissato per il 12 novembre, poi la valutazione dei giudici

È fissato per il prossimo 12 novembre il “fine pena” per l’ex presidente della Lombardia Roberto Formigoni. Condannato in via definitiva a 5 anni e 10 mesi per corruzione nell’ambito della vicenda Maugeri-San Raffaele, nell’ottobre 2022 aveva ottenuto l’affidamento in prova ai servizi sociali con lo svolgimento di «attività di volontariato», ossia corsi di lingua italiana per le suore straniere che accudiscono gli anziani all’Istituto Piccolo Cottolengo-Don Orione di Milano. Dopo il “fine pena”, però, passerà ancora qualche settimana: il tribunale di sorveglianza di Milano, infatti, potrà dichiarare l’estinzione effettiva della pena (probabilmente all’inizio del prossimo anno), dopo aver valutato la relazione prevista dell’Ufficio esecuzione penale esterna, che dovrà essere consegnata ai giudici.

LEGGI ANCHE: Europee, i progetti di Forza Italia per il tridente Formigoni-Albertini-Moratti

Formigoni dovrà chiedere la riabilitazione per cancellare l’interdizione dai pubblici uffici

Per cancellare, però, le cosiddette pene accessorie, come l‘interdizione dai pubblici uffici (che non permette, ad esempio, una candidatura alle elezioni, prospettiva che il Celeste starebbe valutando per le Europee del 2024), l’ex governatore lombardo dovrà chiedere, poi, ai giudici della sorveglianza la riabilitazione, come fece e ottenne all’epoca Silvio Berlusconi.

Bonus psicologo, Forza Italia chiede più risorse: 40 milioni dal 2024

Forza Italia ha chiesto un aumento delle risorse destinate al bonus psicologo. La notizia arriva a pochi giorni dal lancio, da parte di Fedez, di una raccolta firme per chiedere maggiori fondi al governo.

Copertura individuata nelle maggiori entrare dell’Iva su benzina e gasolio

Forza Italia ha chiesto l’aumento delle risorse per il bonus in un emendamento a firma della capogruppo Licia Ronzulli e di Claudio Lotito al decreto Anticipi in commissione Bilancio. Vengono chiesti 10 milioni in più per il 2023, facendo triplicare le risorse a disposizione e portandole a 15 milioni, e 40 milioni dal 2024, cinque volte di più rispetto agli 8 milioni attualmente previsti. La copertura è individuata, per il 2023, dalle maggiori entrate Iva su benzina e gasolio per autotrazione, dovuta all’aumento dei prezzi e in parte, per il 2024, dalla riduzione del Fondo per interventi strutturali. La proposta di aumentare i fondi del bonus è stata sostenuta tramite altri emendamenti anche dal Partito democratico.

Re Carlo a Westminster per il suo primo King’s Speech

Re Carlo III è giunto a Westminster per il suo primo King’s Speech, il discorso del re a Camere riunite che segna l’inaugurazione d’un nuovo anno di lavori del Parlamento britannico, accompagnato in pompa magna dalle insegne regali e dal tradizionale corteo con la scorta a cavallo della Royal Guard. Il re ha lasciato Buckingham Palace in carrozza con la regina Camilla, e durante il percorso è stato contestato da circa 500 repubblicani al grido «Not my King», ovvero «non il mio Re».

Il debutto da sovrano

Per Carlo, che compirà 75 anni il 14 novembre 2023, si tratta di un debutto in veste da sovrano. Anche se non di una prima volta in assoluto, visto che fu lui stesso a leggere l’anno scorso da principe di Galles l’ultimo Queen’s Speech di Elisabetta II, a nome di sua madre già 96enne, pochi mesi prima di succederle sul trono l’8 settembre 2022 alla morte di lei. Se allora Carlo sedette accanto al trono vuoto, questa volta tuttavia il trono, sistemato secondo costume nella Camera dei Lord, poiché i monarchi costituzionali britannici non possono simbolicamente entrare in quella elettiva dei Comuni, spetta a lui e a lui solo. Con Camilla al fianco, ed entrambi con la corona sul capo.

Da Queen’s Speech a King’s Speech

Il discorso, dopo 70 anni di regno elisabettiano e di Queen’s Speeches, viene letto di nuovo come King’s Speech (da un monarca di sesso maschile) per la prima volta da quello d’addio di Giorgio VI, datato 1951. Esso non è altro che la lettura di una sommaria elencazione del programma di governo in carica di Sua Maestà per i successivi 12 mesi ed è scritto integralmente dall’esecutivo. Un programma che reca oggi la firma inedita di un nuovo premier 43enne, Rishi Sunak, primo inquilino di Downing Street nato da immigrati indiani, succeduto un anno fa a Boris Johnson e poi a Liz Truss come terzo leader della maggioranza Tory di questa legislatura; e che potrebbe essere l’ultimo prima delle prossime elezioni, in calendario verso la fine del 2024.

Fra i disegni di legge spazio alla criminalità

Fra i disegni di legge governativi indicati nel testo, ve ne sono diversi che riguardano l’ordine pubblico e la criminalità. A partire dal giro di vite promesso contro gli stupri e le violenze sessuali più sadiche, per le quali dovrebbe scattare la pena automatica dell’ergastolo; o ancora da norme ad hoc destinate a obbligare gli imputati per reati gravi di comparire alla sbarra e a vietare il matrimonio ai detenuti condannati. Sunak ha evocato la priorità del tema «sicurezza per tutti» nei prossimi mesi, oltre a quella di rilanciare «la prosperità economica» del Regno e dei suoi cittadini; mentre Shabana Mahmood, titolare della Giustizia nel governo ombra guidato dal leader dell’opposizione laburista, Keir Starmer, lo ha accusato di «riconfezionare solo idee annunciate molteplici volte in passato»: idee rimaste a suo dire sulla carta in «13 anni di mala gestione di governi Tory», dall’economia alla giustizia.

Immigrazione, la Svezia all’Ue: «Più controlli in Schengen e più rimpatri»

Rafforzare i controlli all’interno dell’area Schengen, potenziare lo scambio di informazioni tra i servizi di intelligence e di polizia dei 27, tagliare qualsiasi tipo di finanziamento alle attività legate al terrorismo, rendere efficace il meccanismo dei rimpatri previsto dal nuovo Patto di migrazione e asilo ricorrendo al cosiddetto articolo 25, che blocca i documenti di ingresso nell’Ue ai Paesi terzi che non cooperano sui rimpatri.  È quanto chiede il governo svedese in una lettera diretta alla Commissione e alla presidenza di turno dell’Ue nell’ambito del dibattito sulle misure sulla migrazione e l’asilo.

Il gigante degli uffici condivisi WeWork ha dichiarato fallimento

Il colosso degli uffici condivisi WeWork, da anni in gravi difficoltà finanziarie, ha ufficialmente presentato istanza di fallimento ai sensi del Chapter 11 presso la corte federale del New Jersey, nel tentativo di negoziare la riduzione del proprio debito. Le cause sono rintracciabili nelle perdite finanziarie, nel fabbisogno di liquidità e nel calo del numero dei clienti. La società ha affermato che la misura avrà un impatto sulle operazioni negli Stati Uniti e in Canada, aggiungendo che «secondo le previsioni quelle globali continueranno come al solito».

Il gigante degli uffici condivisi WeWork ha dichiarato fallimento: la misura avrà un impatto sulle operazioni negli Stati Uniti e in Canada.
Uffici WeWork (Getty Images).

La società ha dichiarato passività che vanno dai 10 ai 50 miliardi di dollari

«Ora è il momento per noi di andare avanti affrontando i nostri contratti di locazione preesistenti e migliorando notevolmente il nostro bilancio», ha affermato in una nota l’amministratore delegato David Tolley. Stando a quanto depositato, la società ha dichiarato passività che vanno dai 10 ai 50 miliardi di dollari. «Abbiamo definito una nuova categoria di lavoro e questi passi ci consentiranno di rimanere leader globali nel lavoro flessibile».

Fino al 2019 WeWork era una delle startup di maggior valore al mondo

«Esistono dubbi sostanziali sulla capacità dell’azienda di continuare ad operare». Così all’inizio di agosto WeWork aveva avvertito l’autorità di regolamentazione del mercato azionario statunitense Sec, che temeva per la sua sopravvivenza. L’azienda aveva spiegato di aver perso miliardi di dollari nei primi sei mesi del 2023, a causa di un calo della domanda legato alle cattive condizioni economiche. Fino al 2019 WeWork era una delle startup di maggior valore al mondo e, per un certo periodo, anche quella di maggior valore negli Stati Uniti: vantava infatti il maggior numero di uffici di tutta Manhattan. Poi, con lo scoppio della pandemia di Covid-19, lo smart working ha preso il sopravvento.

OpenAi annuncia la possibilità di creare e vendere i propri ChatGPT

Lunedì 6 novembre si è tenuto a San Francisco il Developer Day, la prima conferenza di OpenAi dedicata agli sviluppatori. La società di Sam Altman ha annunciato importanti novità riguardanti i modelli linguistici di intelligenza artificiale, oltre ad aver comunicato che inizierà a offrire protezione legale ai clienti in caso di problemi legati alla violazione del copyright.

Sam Altman: «I Gpt personalizzati daranno libertà di azione a tutti»

Tra le novità più importanti è stata annunciata l’introduzione di nuove API (interfaccia di programmazione dell’applicazione) nella forma di assistenti che aiuteranno gli sviluppatori a creare le proprie app di intelligenza artificiale sul modello di ChatGPT, il chatbot di apprendimento attraverso l’elaborazione del linguaggio naturale (Nlp), che ha attualmente 100 milioni di utenti attivi settimanali. OpenAI chiama queste versioni personalizzabili di ChatGPT “Gpt“, che a suo dire saranno in grado di eseguire le istruzioni e avere accesso alle informazioni fornite dagli utenti. «I vantaggi di tutto questo saranno enormi», ha detto lunedì sul palco Altman, sostenendo che questo strumento darà «libertà di azione a tutti» agli utenti, rendendo più democratico l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Per creare i propri Gpt non è richiesta nessuna competenza nel linguaggio di programmazione, e saranno «utili nella vita quotidiana, in compiti specifici, al lavoro o a casa», ha spiegato OpenAI sul suo blog. Infine, sarà presto lanciato uno store in cui gli sviluppatori verificati potranno vendere i propri Gpt, e gli utenti potranno così accedere a un più ampio ventaglio di strumenti di intelligenza artificiale. In merito ai limiti di questo nuovo strumento, gli sviluppatori non potranno creare dei Gpt con dei contenuti proibiti dalle linee guida di OpenAI, e non potranno accedere alle conversazioni che gli utenti intratterranno con i loro chatbot.

Annunciato GPT-4 Turbo, potrà elaborare fino a 300 pagine di testo

La società di Altman ha annunciato anche una nuova versione del modello GPT-4 chiamato GPT-4 Turbo. Il suo costo sarà tre volte inferiore rispetto a GPT-4, una scelta motivata dalla crescente concorrenza nel mercato dei modelli linguistici. La nuova versione del modello sarà inizialmente disponibile solo per gli sviluppatori, e il suo accesso alle informazioni sugli eventi è stato ampliato ad aprile del 2023. GPT-4 Turbo presenta anche una finestra ampliata per scrivere prompt molto più lunghi, equivalenti a circa 300 pagine di testo rispetto alle circa 50 pagine precedenti.

OpenAI pagherà la spese legali per i clienti denunciati per violazione del copyright

Sul delicato tema della privacy, OpenAI non sembra intenzionato a cedere di un centimetro in merito alle accuse di violazione del diritto d’autore. Sam Altman ha annunciato che pagherà le spese legali per tutti i suoi clienti che dovessero affrontare azioni legali per violazione del copyright derivanti dall’uso dei suoi modelli di intelligenza artificiale generativa rivolti al business. Questo impegno porta OpenAI in linea con Google e Microsoft. I due giganti del tech e OpenAI stanno attraversando diverse cause legali, avviate da scrittori e artisti, che li hanno accusati di aver violato il loro diritto d’autore nell’addestrare i loro algoritmi. La società di Sam Altman ha recentemente sostenuto in tribunale che il testo generato da ChatGPT non sia abbastanza simile a quello delle opere per infrangere la legge sul copyright.

Reddito di cittadinanza illecito, 131 denunciati a Torino

Hanno beneficiato illecitamente del reddito di cittadinanza per circa 1,7 milioni di euro, 131 cittadini stranieri individuati dalla guardia di finanza di Torino  nell’operazione “Opcode“. I soggetti erano tutti residenti nel capoluogo piemontese, originari di diversi Paesi dell’Africa, dell’Asia, dell’America latina e, in un caso, della Svizzera. Le Fiamme Gialle hanno scoperto che alcuni di loro avevano dei precedenti penali per reati contro il patrimonio o per spaccio di sostanze stupefacenti e, in alcuni casi, erano persino destinatari di provvedimenti di espulsione dal territorio nazionale.

La cifra più altra sottratta allo stato ammonta a 32 mila euro per 30 mensilità

In una occasione, la percezione indebita si è protratta per 37 mensilità, per oltre 17 mila 800 euro. Mentre l’importo più alto ricevuto, relativo a 30 mensilità, è stato pari a circa 32 mila euro. Gli stranieri sono stati denunciati alla Procura in relazione all’ipotesi penalmente rilevante di utilizzo di dichiarazioni false finalizzate all’illecita percezione del beneficio. Le posizioni irregolari, inoltre, sono state comunicate all’Istituto erogatore per la cessazione dei pagamenti. In relazione al danno erariale generato dai comportamenti criminosi ipotizzati dai finanzieri, è stata infine trasmessa la documentazione anche alla Procura Generale della Corte dei Conti per il Piemonte.

Sciopero a Hollywood, gli attori rifiutano l’ultima proposta degli Studios

Lo Screen actors guild, il sindacato che rappresenta gli attori di Hollywood attualmente in sciopero, ha rifiutato la «migliore e ultima» proposta degli Studios sulle misure da inserire nel nuovo contratto. Continua quindi la protesta degli attori che sta bloccando le produzioni di film e serie televisive da quasi quattro mesi.

I nodi ancora da sciogliere

Le due parti non sono riuscite a trovare un accordo sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale, sulla spartizione dei profitti derivanti dallo streaming sulle piattaforme digitali e in generale sull’aumento degli salari. Sabato 4 novembre, il sindacato ha dichiarato di stare esaminando la proposta dell’Alleanza dei produttori cinematografici e televisivi, descritta come la «migliore e ultima offerta». I membri dell’Alleanza includono colossi come Disney, Netflix, NBCUniversal, Paramount, Sony e Warner Bros. Secondo quanto riferisce Hollywood reporter, l’ultima offerta dello studio rifiutata dagli attori includeva offerte sull’intelligenza artificiale, aumenti salariali e un bonus di streaming basato sul successo, piuttosto che la quota di compartecipazione alle entrate inizialmente richiesta dal sindacato.

Lo sciopero è costato finora 6 miliardi di dollari all’economia 

Lo Screen actors guild rappresenta circa 160 mila artisti. Gli attori al di sotto delle alte sfere di Hollywood affermano che è diventato quasi impossibile guadagnarsi una vita dignitosa, poiché le strutture salariali di lunga data non sono riuscite a tenere il passo con l’inflazione e i cambiamenti del settore causati dall’arrivo delle piattaforme di streaming. Lo sciopero, che si aggiungere a quello degli sceneggiatori durato 148 giorni e conclusosi a settembre, è costato all’economia della California circa 6 miliardi di dollari.

Incendio all’esterno dell’ospedale di Teramo: nube nera in città

Nella mattina di martedì 7 novembre 2023 un incendio si è propagato nell’area esterna dell’ospedale Giuseppe Mazzini di Teramo. Le fiamme sono state spente subito dai vigili del fuoco accorsi sul posto, ma la nube nera è arrivata in città generando un po’ di timore tra i cittadini. Il direttore generale Maurizio Di Giosia ha riferito quanto accaduto e rassicurato tutti, personale sanitario e pazienti.

L’incendio causato da un vaporizzatore

«Stavano montando un vaporizzatore e improvvisamente ha preso fuoco. Non ci saranno disagi per l’ospedale e per i pazienti ricoverati», ha spiegato. Pare che, mentre gli operai erano intenti a utilizzare una mola, da questa siano fuoriuscite delle scintille che avrebbero provocato l’incendio della plastica. Sul posto è arrivato anche il sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto.

La nota dell’Asl: «Nessun pericolo corso»

In mattinata, l’Asl ha diffuso una nota sull’accaduto: «L’intervento immediato prima del personale al lavoro e subito dopo il tempestivo arrivo dei vigili del fuoco ha consentito lo spegnimento del rogo. L’area tecnologica in cui si sono sviluppate le fiamme è molto distante non solo dalla centrale termica, ma anche dalle strutture sanitarie. Nessun pericolo corso da degenti e personale sanitario al lavoro e nemmeno dalle strutture: in poche decine di minuti è tornato tutto alla normalità. Sul posto sono intervenuti, oltre ai vigili del fuoco, anche polizia e carabinieri. Sul luogo dell’incendio è arrivato subito il direttore generale Maurizio Di Giosia, per verificare che tutto fosse sotto controllo».

Zogno, crolla il muro della casa di riposo: provinciale chiusa al traffico

Incidente a Zogno, paesino della Val Brembana in provincia di Bergamo, dove nella mattinata di martedì 7 novembre 2023 è crollato il muro che circonda la casa di riposo locale. Oltre ai disagi causati tra via XXV Aprile e via Donatori di sangue, non si registrano persone coinvolte.

Crolla il muro della casa di riposo a Zogno: chiusa al traffico la strada provinciale

A cedere è stato un tratto di circa 30 metri. Tutto è accaduto intorno alle ore 10.15, quando i detriti generati dal crollo di parte della struttura hanno invaso la vecchia provinciale, che le autorità hanno così dovuto chiudere al traffico. Chi dovesse essere diretto in Val Brembana si troverà dunque obbligato a percorrere la nuova variante, su via degli Alpini. A partire dalle 12.00 sono iniziate le operazioni di pulizia dai detriti presenti sulla carreggiata e, nel frattempo, i tecnici giunti sul posto hanno avviato tutte le valutazioni del caso rispetto alle attuali condizioni della parte restante di muro che non è crollata. Potrebbe infatti esserci il rischio che sia anch’essa pericolante e che necessiti essere messa in sicurezza. Per fortuna, per il resto, nessuno sarebbe rimasto ferito: il resto della struttura della casa di riposo non ha subito danni e i suoi ospiti non sono nemmeno stati evacuati.

Avril Lavigne e Sum 41 agli I-Days di Milano il 9 luglio 2024

Dopo i Green Day, attesi nella serata del 16 giugno, gli I-Days 2024 hanno annunciato altri due headliner. Il 9 luglio, all’Ippodromo Snai di Milano, sbarcheranno infatti Avril Lavigne e i Sum 41, attesi dalla loro ultima esibizione in Italia prima dello scioglimento. Deryck Whibley, Dave Baksh, Jason McCaslin, Tom Thacker e Frank Zummo saluteranno i loro fan dopo 27 anni di successi, suonando dal vivo le migliori hit e alcuni brani del doppio album Heaven :x: Hell, anticipato dal singolo Landmines. Lavigne invece tornerà a Milano dopo il concerto del 24 aprile 2023 al Forum di Assago con un viaggio attraverso un ventennio di carriera. I biglietti saranno disponibili in prevendita, per gli iscritti all’app I-Days, alle ore 11 di lunedì 13 novembre. La vendita generale aprirà invece il giorno seguente allo stesso orario su Ticketmaster, Ticketone e Vivaticket. Il prezzo partirà da 50 euro.

Avril Lavigne e Sum 41, le anticipazioni del concerto agli I-Days 2024

Per i Sum 41 sarà dunque l’ultimo concerto in Italia. La band, nata nell’Ontario nel 1996, si scioglierà infatti dopo la pubblicazione di Heaven :x: Hell, atteso su tutte le piattaforme nella primavera del 2024. All’album seguirà il When the Sum Sets Tour, che li porterà a suonare nei maggiori festival e sui palcoscenici di tutto il mondo. Oltre alle tracce del nuovo disco, Whibley & Co. diranno addio al loro pubblico con i grandi successi che hanno caratterizzato la loro carriera. Quasi certa dunque la presenza in scaletta di In Too Deep, Fat Lip, The Hell Song e Still Waiting, capaci di scalare le classifiche globali e far vendere alla band oltre 15 milioni di dischi.

Dopo i Green Day, gli I-Days hanno annunciato i Sum 41 e Avril Lavigne per il live del 9 luglio 2024. Biglietti in presale dal 13 novembre.
Un concerto dei Sum 41 che saranno agli I-Days 2024 (Getty Images).

Quanto ad Avril Lavigne, la regina del pop punk di Belleville tornerà in Italia a poco più di un anno dal suo live al Forum di Assago. L’artista sarà protagonista di un vero e proprio viaggio attraverso la sua carriera ventennale, costellata di hit capaci di raggiungere la vetta dei singoli di Billboard. Partendo dall’album Let Go del 2002, che la lanciò nell’Olimpo della musica, canterà Complicated, I’m With You e Sk&er Boy per poi passare a The Best Damn Thing con My Happy Ending e Girlfriend. Fino ad arrivare al 2019 con Head Above Water, che l’ha riportata sulla scena musicale dopo la pausa forzata per combattere la malattia di Lyme, e all’ultimo album Love Sux con la collaborazione di Travis Barker dei Blink-182 e di Machine Gun Kelly.

LEGGI ANCHE: Green Day ai Magazzini Generali di Milano il 7 novembre

Germania, stretta sui migranti: meno sussidi e procedure di asilo fuori dall’Ue

La Germania ha introdotto una politica migratoria più restrittiva mentre lunedì 6 novembre l’Italia ha annunciato la creazione di centri di asilo in Albania. Dopo mesi di controversie sulla ripartizione dei costi generati dall’accoglienza dei rifugiati, il governo federale di Berlino e quelli delle Regioni tedesche hanno raggiunto un accordo su misure finalizzate a ridurre l’immigrazione irregolare, anche attraverso restrizioni delle prestazioni per i richiedenti asilo e un prolungamento dei controlli alle frontiere orientali del Paese.

Tagliati i sussidi per i migranti in attesa dell’esame della richiesta di asilo

Dopo quasi nove ore di consultazioni, il cancelliere della Spd Olaf Scholz ha parlato di un «momento storico» mentre il presidente dell’Assia, il cristiano-democratico della Cdu Boris Rhein, ha detto che è stato avviato «un percorso composto da molti passi» ancora da compiere. Nello specifico è stato concordato che, a partire dal prossimo anno, il governo federale pagherà una somma forfettaria annuale di 7.500 euro per ogni richiedente asilo e non più una somma totale annuale di circa 3,7 miliardi di euro. Scholz ha parlato di «transizione verso un sistema che respira» ossia che concede più o meno soldi a seconda che ci sia un aumento o un calo del numero di migranti. Attualmente, ci vogliono in media dai sei ai 18 mesi perché una richiesta di asilo venga esaminata, e i benefici per i richiedenti aumentavano dopo essere stati nel Paese per 18 mesi. Tale soglia sarà ora estesa a 36 mesi, e fino ad allora la tariffa dei sussidi è ridotta a 410 euro al mese. I benefici come il cibo negli alloggi statali sono compensati.

In esame la possibilità di svolgere le procedure di asilo in Africa

II governo federali e quelli regionali hanno concordare di voler cercare «misure chiare e mirate contro l’immigrazione incontrollata», fra l’altro esaminando la possibilità di procedure di asilo da svolgere al di fuori dell’Europa, specialmente in Africa, espletando più velocemente quelle attuali in Germania attraverso nuovi obbiettivi: uno è che le procedure per i migranti che vengono da Paesi con un tasso di riconoscimento inferiore al 5 per cento dovrebbero essere completate entro tre mesi. Questa opzione deve essere esaminata, ma ci sono notevoli preoccupazioni giuridiche e dubbi sulla sua fattibilità. Saranno mantenuti in futuro i controlli che la Germania effettua attualmente alle frontiere con Svizzera, Repubblica Ceca, Polonia e Austria.

«Come usare lo stress della guerra per perdere peso», polemiche sul Jerusalem Post

Il Jerusalem Post ha cancellato dal suo sito un articolo che spiegava come lo stress bellico potesse rappresentare un’opportunità per perdere peso. Il pezzo, ovviamente, aveva attirato forti critiche. «I timori di razzi e missili nel contesto della guerra con Hamas mettono milioni di israeliani in un costante stato di ansia e stress. Ma puoi sfruttare questo stress per perdere peso e rimanere in salute», recitava il tweet di accompagnamento all’articolo, anch’esso sparito da X, dove era stato lanciato con gli hashtag #Israel, #Gaza, #HamasTerrorists e #weightloss.

«Come usare lo stress della guerra per perdere peso», Jerusalem Post nella bufera cancella l'articolo apparso sul sito.
Il Jerusalem Post ha poi cancellato l’articolo contestato.

«Pensavo fosse una parodia di cattivo gusto (l’hashtag #weightloss come battuta finale credevo lo esplicitasse). Ma è vero. E di cattivo gusto», ha scritto si X il romanziere americano Kurt Andersen, condividendo il tweet del Jerusalem Post, poi appunto cancellato dalla testata israeliana.

L’articolo del 29 ottobre su dieta, guerra e stress, ma molto diverso

Lo stesso Jerusalem Post il 29 ottobre ha pubblicato online un articolo che tratta sempre di dieta, guerra e stress, ma in termini diversi. Ossia, il cibo come antistress in tempo di guerra, consigliando il consumo di alimenti proteici, tanta acqua e possibilmente di antiossidanti che «proteggono le cellule, rallentano l’invecchiamento e sono abbondanti negli alimenti a base vegetale comuni nella cucina israeliana: frutta e verdura, noci, semi, legumi».

«Come usare lo stress della guerra per perdere peso», Jerusalem Post nella bufera cancella l'articolo apparso sul sito.
Israeliana avvolta nella bandiera del suo Paese (Getty Images).

Corrado Augias: «Governo incompetente, sta distruggendo la Rai»

All’indomani del suo addio alla Rai, che ha lasciato dopo 60 anni per una «cattiva gestione della maggioranza di governo», Corrado Augias ha fornito maggiori dettagli sulla sua decisione attraverso le pagine di Repubblica. Il giornalista se l’è presa prende con l’esecutivo definendolo «approssimativo e incompetente» e in grado di produrre «il massimo di efficienza nella progressiva distruzione della Radiotelevisione italiana».

Augias ricorda l’arrivo nella Rai degli Anni 60 a guida Dc

Nell’esporre le proprie ragioni, Corrado Augias è partito dall’inizio della sua carriera, da quando cioè il 1° luglio 1960 era entrato in Rai tramite concorso: «Quando sono entrato in azienda, la Rai era un feudo democristiano. Ettore Bernabei, poco dopo, divenne il dominus, la Dc era il suo partito, Amintore Fanfani il referente. L’atmosfera politica era angusta ma il livello culturale faceva della Rai una delle migliori televisioni europee». C’era dunque una forte trazione democristiana alla guida dell’azienda, ma questo non ha impedito alla tv di Stato di operare in maniera libera e pluralista.

La statua del cavallo nella sede romana della Rai
La statua del cavallo nella sede romana della Rai (Imagoeconomica).

«Il governo Meloni vuole raccontare daccapo la storia»

Il giornalista ha fatto poi un salto al 1975, all’anno di introduzione del pluralismo garantito in Rai, elemento che definisce «una forma scientifica di lottizzazione». Con tale manovra, infatti, veniva concessa Rai 1 ai democristiani, Rai 2 ai socialisti e Rai 3 ai comunisti. Da li in poi, a ogni nuova maggioranza parlamentare, sarebbe seguito per Augias l’arrivo nella tv di Stato di «nuovi fedeli, tutti accomunati dallo stesso desiderio: occupare un incarico di un certo prestigio, avere uno stipendio migliore». Si arriva così al 2022, al governo guidato da Giorgia Meloni, il più a destra della storia repubblicana italiana, con gli obiettivi dati all’azienda di Stato che, per il giornalista, sarebbero diventati più numerosi. È lui stesso a chiarire i perché: «Si è aggiunta la voglia di raccontare daccapo la storia. Finora ne abbiamo avuto solo qualche accenno anche perché non è che abbondino, da quella parte, quelli in grado di farlo. Temo di sapere che di qui a qualche mese questo impulso crescerà di forza, se le cose resteranno come oggi sono».

Corrado Augias
Corrado Augias (Imagoeconomica).

«Governo approssimativo e incompetente»

Per Corrado Augias il governo avrebbe dimostrato in questi mesi di essere «approssimativo e incompetente», producendo la sua efficienza solo nella distruzione della Radiotelevisione italiana. Così il giornalista: «Ho visto negli ultimi mesi dilettantismo, scelte improvvide, la presunzione che una pedina valga l’altra, l’inconsapevolezza che l’efficacia televisiva è una delicata miscela di professionalità e congruenza con l’argomento, la dimenticanza che l’egemonia culturale non si può imporre piazzando un fedele seguace qua e uno là. Sono materie (non le sole, del resto) in cui la competenza deve prevalere sulla fedeltà».

La scelta autonoma di Augias di lasciare la Rai

Tutte le ragioni in precedenza esposte avrebbero spinto Augias a lasciare la Rai, «senza bisogno che qualcuno mi chiedesse di accomodarmi» come dice lui. E ancora: «Se fossi stato più giovane sarei rimasto cercando, se possibile, di riequilibrare un po’ la deriva. Però sono vecchio e vorrei continuare a lavorare, fin quando avrò sufficiente consenso, con persone amiche in un ambiente cordiale. Resta questa brutta storia, avevano annunciato di voler demolire la Rai dei comunisti. Stanno semplicemente demolendo la Rai». Il giornalista continuerà ora la sua carriera a La7, la televisione di proprietà di Urbano Cairo, dove condurrà La Torre di Babele, programma di prima serata in onda da lunedì 4 dicembre. Ad annunciare l’arrivo del giornalista nella rete è stato anche il direttore Andrea Salerno con un tweet su X.

Stranger Things 5, svelata la prima scena della serie

Grandi novità per i fan di Stranger Things dalla Geeked Week 2023. Il 6 novembre, giornata dedicata alla serie Netflix, i fratelli Duffer hanno infatti rivelato le prime anticipazioni sulla quinta e ultima stagione. Con un post sul canale ufficiale X, gli sceneggiatori hanno pubblicato le due righe iniziali della scena d’apertura, che lascia molto spazio alle congetture e alle previsioni dei fan. «Il suono del vento freddo. Il lamento degli alberi. E… la voce di un bambino. Che canta una canzone familiare». Sebbene non rivelino molto sulla trama e sui personaggi coinvolti nel primo episodio, le poche parole hanno scatenato la reazione dei fan. Si tratta di una new entry o magari di un flashback con protagonista Will o Max? Soprattutto, qual è la canzone? In tanti hanno ipotizzato possa trattarsi di Should I Stay or Should I Go dei Clash oppure Running Up That Hill di Kate Bush.

Stranger Things 5, il titolo del primo episodio e la durata delle puntate

Nonostante le prime anticipazioni sulla sceneggiatura, le riprese della quinta stagione sono ancora lontane. Lo sciopero degli attori a Hollywood, che ha fermato i lavori da oltre 100 giorni, non accenna a finire, tanto che il sindacato Sag-Aftra ha chiesto ancora pazienza. «Ci sono divergenze su diverse questioni», si legge in un post online, in cui si preannuncia un’ulteriore settimana di trattative. È verosimile pensare pertanto che Stranger Things 5 possa slittare anche al 2025. L’ultima stagione, come hanno confermato i fratelli Duffer sui social, si comporrà di otto puntate, seguendo così la linea della prima e della terza, uno in meno rispetto alle altre due che ne contavano nove. Ciascun episodio durerà circa un’ora, con l’eccezione del gran finale da circa due ore e mezza. «Andremo subito a 100 all’ora», avevano detto gli showrunner nel 2022. «Non c’è tempo per partire con calma».

I fratelli Duffer hanno anticipato la scena d'apertura di Stranger Things 5 con un post su X. Online anche il backstage dello show teatrale.
Una scena della serie Stranger Things (Netflix, Facebook).

I creatori della serie Netflix hanno anche anticipato il titolo del primo episodio, che si chiamerà The Crawl. Quanto alla trama, dovrebbe svolgersi diverso tempo dopo la conclusione della quarta stagione, così da giustificare anche la crescita fisica degli attori protagonisti. La produzione infatti non utilizzerà l’IA per ringiovanirne l’aspetto, ma lavorerà esclusivamente tramite il trucco. «Spiegheremo esattamente cos’è il Sottosopra», hanno anticipato i fratelli Duffer a Collider. «Ci saranno grandi rivelazioni». Quanto al cast, Millie Bobby Brown tornerà nei panni di Undici, mentre Finn Wolfhard tornerà in quelli di Mike Wheeler. Gaten Matarazzo sarà di nuovo Dustin, Sadie Sink ritornerà come Max, Noah Schnapp riprenderà il ruolo di Will Byers e Caleb McLaughlin tornerà come Lucas. Non mancheranno Winona Ryder e David Harbour, volti di Joyce Byers e Jim Hopper.

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Non solo la quinta stagione, i dettagli su The First Shadow

Durante lo Stranger Things Day, Netflix ha anche presentato un backstage dello spettacolo teatrale The First Shadow. Atteso al Phoenix Theatre di Londra il 17 novembre, sarà un prequel della serie principale dato che si svolgerà a Hawkins nel 1959. Protagonisti saranno i giovani Jim Hopper, futuro capo della polizia, e Joyce Maldonado assieme alla sorella di Bob Newby, interpretato nella seconda stagione da Sean Astin. Mentre i tre si fanno strada fra i classici problemi degli adolescenti al liceo, l’arrivo di un nuovo studente cambierà la loro vita per sempre. Si tratta di Henry Creel, il soggetto 001 che diventerà poi Vecna. Accanto alla pièce, i Duffer hanno già anticipato l’arrivo di vari spin-off che saranno completamente diversi dalla storia originale. L’obiettivo è infatti creare una sorta di «Stranger Things Universe» capace di raccontare vicende distinte ma collegate da un unico filo conduttore.

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Roma, il Municipio VI diffonde una petizione per far ascoltare il battito del feto a chi vuole abortire

Il Municipio Roma VI, l’unico a guida centrodestra, ha rilanciato sul proprio profilo Facebook una petizione dell’associazione anti abortista Ora et labora in difesa della vita che chiede, tramite un’iniziativa popolare intitolata Un cuore che batte, di obbligare le donne ad ascoltare il battito del feto prima di procedere con l’interruzione di gravidanza. La proposta chiede di inserire nella Legge 194 questo comma: «Il medico che effettua la visita che precede l’interruzione volontaria di gravidanza ai sensi della presente legge è obbligato a far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso».

Cosa prevede la Legge 194

La Legge 194 del 1978 ha reso legale l’aborto entro i primi 90 giorni di gravidanza e, in caso di grave pericolo per la donna, anche oltre quel termine. Consente alla donna, nei casi previsti, di poter ricorrere alla IVG in una struttura pubblica come ospedali o poliambulatori convenzionati con la Regione di appartenenza. Attualmente questa legge non contempla metodi che puntino al senso di colpa, ma non è nuovo che un’associazione anti abortista decida di promuovere iniziative per modificare la legge esistente.

La proposta rilanciata dal Municipio

Sulla propria pagina Facebook, il Municipio Roma VI ha rilanciato la proposta dell’associazione aggiungendo: «Si comunica ai cittadini che è in corso una raccolta di firme per la proposta di legge di iniziativa popolare Un cuore che Batte. Gli interessati potranno recarsi presso il Municipio Roma VI delle Torri al primo piano, stanza 23 il lunedì e il mercoledì dalle ore 9.00 alle ore 12.00». Non sono mancate le polemiche da parte di qualche utente: «Cioè un sito istituzionale che sponsorizza una raccolta firme di iniziativa popolare! Ma siete impazziti? Ci sono decine e decine di proposte di iniziativa popolare, raccolte firme, petizioni e chi più ne ha più ne metta e non sono mai state pubblicizzate da un sito istituzionale!».

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