Daily Archives: 17 Ottobre 2023

Carlos Corona attacca il padre in un video con Nina Moric: «In tv per i soldi e per il suo ego»

Se fino a qualche tempo fa sembrava che i rapporti tra Carlos Maria Corona e il padre Fabrizio fossero idilliaci, con il re dei paparazzi come vero punto di riferimento del giovane figlio, stando a un video social pubblicato dal ragazzo sembra che la situazione sia un po’ diversa da quello che in molti avrebbero potuto pensare.

Carlo Corona attacca il padre Fabrizio in un video social

Con una serie di Instagram Stories al vetriolo, Carlos Maria Corona si è scagliato contro il padre, di recente nuovamente al centro delle cronache per il caso del calcio scommesse. Queste le parole del ragazzo rivolte al genitore: «Chi ha parlato aveva interesse di andare in tv ed essere pagato e dire le cose per gratificare il suo ego. Io vorrei dire le cose come stanno, secondo me. Il problema è che la gente, anche per colpa mia, ha un’idea distorta delle cose. Quelli che dicono che mia madre è sparita, non è così, e non c’è nessuna guerra in atto, nessuno ha offeso o insultato, c’è stato un grande chiacchiericcio. Io posso vedere mio padre, mia madre, quando voglio, siamo persone civili». Il video j’accuse, tra l’altro, è stato pubblicato da Carlos Corona dal profilo della madre Nina Moric, con la quale Fabrizio è in pessimi rapporti da ormai diverso tempo (come da lui stesso raccontato a Francesca Fagnani nella cornice di Belve).

«Quello che è stato riportato non è attendibile»

Il discorso fatto da Carlos Corona, a questo punto, ha iniziato a diventare meno chiaro. Il giovane ha infatti aggiunto: «Non c’è nessun conflitto, quello che è stato riportato sono cose travisate, non sono cose attendibili. Non c’è stato nessun tipo di furto, potete crederci o no, io non ci ricavo nulla. Comunque voglio dire che l’importante è fare le cose con libertà e spontaneità, perché uno se lo sente e lo vuole fare». Non si capisce, ad ogni modo, a che tipo di furto stesse facendo riferimento il figlio di Corona e Moric, né tanto meno a quale guadagno.

Pino Insegno e gli ospiti vip non fanno decollare il Mercate in fiera: lo share resta basso

Il Mercante in fiera di Pino Insegno non decolla. Nonostante la scelta di invitare alcuni vip come ospiti, per tentare di risollevare lo share, il programma in onda su Rai 2 non ha vissuto particolari picchi d’ascolti nella serata di lunedì 16 ottobre. A partecipare allo show sono stati Carlo Conti, Francesco Paolantoni e Gabriele Cirilli, ma il risultato non ha soddisfatto le attese. Il game show di Pino Insegno ha fatto registrare uno share del 2,08 per cento, pari a 398 mila spettatori, nel segmento Fuori due. Nel game, invece, si è saliti al 2,59 per cento, pari a 541 mila persone.

I vip proseguono: ci saranno tre volti di Ballando con le stelle

L’esperimento di avere ospiti illustri, però, proseguirà. Martedì 17 ottobre a partecipare al game show saranno tre volti noti di Ballando con le stelle, programma di punta di Rai 1, nuovamente in onda da sabato 21 ottobre. Ci saranno Carolyn Smith, Guillermo Mariotto e Simone Di Pasquale. Nel comunicato si legge che «proveranno a scalare la Piramide d’Oro per conquistare il premio più alto in palio da donare a una associazione no profit. Tra scambi di carte, offerte accettate e richieste di rilancio, i tre concorrenti cercheranno di indovinare la strategia del mercante Insegno per restare in gara ed evitare il graffio fatale della Gatta Nera, Lavinia Abate».

Pino Insegno e gli ospiti vip non fanno decollare il Mercate in fiera lo share resta basso
Pino Insegno (Imagoeconomica).

L’ad Sergio frena: «Insegno non è in discussione»

Se si dovesse continuare sull’attuale trend di ascolti, Pino Insegno potrebbe rischiare la cancellazione del suo programma. Un’eventualità che, però, è stato l’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio, a smentire. In un’intervista l’11 ottobre ha difeso il conduttore: «Sono indignato per la violenza quotidiana nei confronti di Pino Insegno. Ha una storia professionale di 40 anni, è un professionista serio. Ha voluto affrontare una sfida in una programmazione complessa non molto distante dalle precedenti in quella fascia. Non viene chiuso. Non è telemeloni e lui rimane e prosegue la sua attività con Il mercante in fiera».

Sparatoria a Sanremo, padre colpisce il figlio e fugge

Sono in corso a Sanremo le ricerche di un uomo che, poco dopo le 13 di martedì 17 ottobre 2023, si è reso responsabile di una sparatoria nell’androne di un palazzo in via Pietro Agosti. Secondo le prime informazioni avrebbe colpito il figlio per poi darsi alla fuga. Immediato l’intervento della Polizia, che si è subito messa sulle tracce dell’uomo. Al setaccio le strade vicine e i quattro appartamenti della palazzina. Al momento risulta dispersa anche la presunta vittima. Alcuni testimoni dicono di aver udito due spari e c’è anche chi ha visto un uomo fuggire, forse armato.

In Vaticano vigilanza rafforzata, più misure di sicurezza

In tutta la zona attorno al Vaticano le forze dell’ordine hanno elevato il livello di vigilanza e rafforzato le misure di sicurezza in considerazione delle possibili minacce in un’area considerata sensibile. «Il personale è stato sensibilizzato a mantenere, durante il servizio, un atteggiamento costantemente vigile, volto a tutelare la propria e altrui incolumità e a cogliere tempestivamente qualsiasi situazione ritenuta anomala». Queste le parole dette all’Ansa dall’Ispettorato di polizia vaticano. Anche i carabinieri nella zona di Piazza San Pietro sono in giubbotto antiproiettile e col mitra impugnato. Severi, come sempre, i controlli ai metal detector per l’ingresso in Basilica, che provocano anche lunghe file di visitatori.

Sale il grado di allerta in Italia dopo gli attentati di Bruxelles

L’attentato di Bruxelles ha imposto di elevare il grado di controllo e sicurezza anche in Italia dove però, come riferito dal ministro degli Esteri Antonio Tajani a Radio Anch’io, non c’è «nessuna minaccia». Tajani ha aggiunto: «Il livello di guardia è già stato alzato da qualche giorno, stiamo tenendo tutto sotto controllo: i carabinieri, la polizia, la Guardia di finanza, la polizia penitenziaria e i servizi di intelligence lavorano con attività di prevenzione, tant’è che stamane sono state arrestate due persone accusate di terrorismo». Poi sui rischi del Paese: «In questo momento non ci sono minacce dirette, che noi sappiamo, verso l’Italia, però può esserci sempre qualche fondamentalista esagitato che agisce da solo, qualche cane sciolto. La prevenzione è massima da parte italiana, ma non ci sono pericoli segnalati imminenti». Per il ministro «si fa di tutto perché gli italiani possano vivere in sicurezza, anche controlli sugli immigrati che arrivano perché non possono esserci infiltrati terroristi».

Anche su X, il ministro degli Esteri ha ribadito l’impegno dell’Italia per far si che si mantenga la sicurezza e ha ringraziato le forze dell’ordine e la magistratura per l’operazione che ha portato all’arresto di due militanti dell’Isis: «Il governo, anche con una forte azione di prevenzione, continuerà a lavorare per garantire la sicurezza dei cittadini. Linea dura contro il terrorismo».

Giambruno: «Io e Giorgia Meloni magari siamo già sposati»

Andrea Giambruno, giornalista e compagno della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha fatto il punto sul suo primo anno da first gentleman, in un’intervista esclusiva a Chi. Il conduttore di Diario del giorno, striscia quotidiana in onda su Rete4, ne ha approfittato per ribattere ad alcune critiche che gli sono piovute addosso nel corso degli ultimi mesi. E ha parlato anche di matrimonio: «Finché ce lo chiederanno, io e Giorgia non ci sposeremo. Lo faremo quando ci andrà. Oppure ci siamo già sposati e non l’abbiamo detto a nessuno. Questo anello un po’ vistoso che porto all’anulare? Mi piace così. Ho il cuore gitano io».

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Giambruno: «Non ricevo ordini da nessuno»

La parte centrale dell’intervista è quella sulle critiche ricevute. Giambruno ha dichiarato: «Più mi criticano e più resto qui a fare il mio lavoro. Faccio il giornalista, so fare solo questo. E non ricevo consigli né ordini da nessuno. Se poi alcuni colleghi in malafede pensano che io prenda ordini da Giorgia, sono fatti loro. Sono libero e la mia compagna non si sognerebbe mai di intromettersi in quello che faccio. Anzi, ho trovato sgradevole che le chiedessero di commentare le mie parole in una conferenza stampa a Palazzo Chigi. Ha altro da fare. Solo pensare che se vado in onda sui migranti io mi consulti prima con lei… Via, è in malafede chi dice queste cose».

Giambruno «Io e Giorgia Meloni Magari siamo già sposati»
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni (Imagoeconomica).

Sul look: «Il ciuffo? Aumenterà con gli ascolti»

Il giornalista ha parlato anche di chi lo critica per il suo look. Giambruno, nel rispedire al mittente ogni attacco, ha chiesto sarcasticamente: «È vietato avere i denti bianchi e i capelli folti?». Poi ha proseguito: «Ho 42 anni e non li perdo. Devo nascondermi? Anzi, me li faccio crescere appositamente. C’è un’invidia in giro ragazzi… Incredibile. Il mio ciuffo aumenterà con gli ascolti!».

Divorzio lampo, arriva il sì della Cassazione

Con una sentenza da considerarsi storica, la Cassazione ha stabilito che separarsi e divorziare in un unico “passaggio” sarà possibile. Non si dovranno pertanto aprire due procedimenti distinti, con i relativi doppi costi legali e non occorrerà più pagare il doppio contributo unificato, l’imposta dovuta quando si apre una causa.

Cosa cambia

Il divorzio «istantaneo ed economico», voluto dalla riforma Cartabia, è già stato sperimentato con successo da alcuni tribunali, tra cui Milano, Genova e Vercelli, nella primavera del 2023. Con la nuova formula, sarà possibile raggiungere un solo accordo, sia di separazione sia di divorzio, trattando tutte le rispettive richieste in un contesto. Basterà dunque sottoscrivere un singolo atto e depositarlo in tribunale. Spetterà poi ai giudici, grazie a una serie di novità anche telematiche, emettere prima la sentenza di separazione e poi, passati solo sei mesi, quella di divorzio.

Alessandro Basciano, la sorella: «Nessun tradimento, è stato incastrato»

Giorgia Nicole, sorella di Alessandro Basciano, ne è certa: c’è qualcuno che ha tramato per mettere i bastoni tra le ruote al fratello, che di recente ha malamente chiuso la sua storia d’amore con Sophie Codegoni.

La sorella di Alessandro Basciano: «Nessun tradimento»

Vale la pena a questo punto fare un passettino indietro. Con una storia Instagram, l’ex volto di Uomini e Donne aveva confermato giorni prima la fine della relazione con il padre della figlia Céline Blue. Via social, Codegoni si era limitata a fare riferimento a dei gravi comportamenti da parte del dj, dei quali ha poi approfonditamente parlato nel salotto di Verissimo a Silvia Toffanin. Dietro alla scelta di lasciarlo, a quanto pare, ci sarebbe stata la sua infedeltà, oltre a una serie di atteggiamenti inaccettabili che alla fine l’hanno portata a troncare i rapporti. Ma Basciano stesso, così come la sorella, negano categoricamente le gravi accuse dell’ex gieffina. Giorgia Nicole ha anzi precisato che Alessandro Basciano sarebbe in qualche modo stato «incastrato», senza tuttavia fornire ulteriori dettagli rispetto alla sua teoria. «Io sono scioccata nel leggere tutti questi commenti inutili quando qui si parlava di un reality e di alcuni comportamenti dentro al GF finiti li. Sono finti tradimenti che non esistono. Tutti noi ci arrabbiamo tante volte, ma in questo caso si parla di un tradimento che non c’è mai stato. Con i fatti in mano si dicono le cose. Ricordatevelo. Al posto vostro cercherei di capire chi ha voluto incastrare Ale. Voi siete bravi nel trovare le cose», ha scritto la donna via social.

Ma chi avrebbe potuto imbastire questo presunto complotto nei suoi confronti? E perché? Queste domande, almeno per il momento, non sembrano trovare una risposta.

La replica di Basciano dopo l’intervista a Verissimo di Sophie: «Al momento giusto dirò la verità»

Nel frattempo anche il diretto interessato si è sentito in dovere di dire la sua alla luce dell’intervista dell’ex su Canale 5. L’avvocato di Basciano ha così commentato le dichiarazioni di Codegoni, promettendo che questa storia non si concluderà qui: «Il mio assistito, che avrebbe preferito mantenere riserbo sulle questioni personali e familiari, è costretto a chiedere una replica sui contenuti emersi. Come è noto, le verità e le versioni raccontate possono avere più sfaccettature». Basciano, dal canto suo, ha aggiunto inviperito: «Appena ci sarà il momento giusto dirò tutta la verità. E lì saranno ca**i amari per tutti quanti. Questo è poco ma sicuro. Non avrei mai voluto farlo, ma è giusto che tutti sappiano».

Nascondeva cocaina in una bara vuota: un arresto in Calabria

220 grammi di cocaina nascosti nel suo ufficio in una bara vuota e una pistola e alcune cartucce occultate, nel cimitero, in un loculo libero nella cappella di famiglia. É il motivo per il quale, a Dipignano (Cosenza), i carabinieri hanno arrestato il titolare di un’agenzia di onoranze funebri, Giuseppe Nigro di 33 anni. I militari della compagnia di Cosenza hanno dapprima perquisito l’ufficio di Nigro, trovandovi la droga contenuta in tre involucri in plastica, e hanno poi esteso il controllo alla sua cappella di famiglia in un loculo della quale, anche questo vuoto, erano state nascoste una pistola semiautomatica calibro 22, con matricola abrasa e in perfetto stato d’uso, e 218 cartucce per la stessa arma. L’uomo è stato arrestato e portato nel carcere di Cosenza.

Cosa cambia con la svolta europeista della Polonia e il ritorno di Tusk

In Polonia il ribaltone è a un passo. I risultati delle elezioni hanno di fatto ricalcato gli exit poll, e anche se i conservatori di Diritto e giustizia (Pis) si sono confermati il primo partito in parlamento, saranno i secondi arrivati della Coalizione civica (Ko) a formare un governo. Una svolta europeista. La palla passa quindi da Mateusz Morawiecki a Donald Tusk, che dovrebbe essere incaricato dal presidente Andrzej Duda, uomo di Pis, di costituire la coalizione reggente a Varsavia. A meno che Duda non voglia prima far fare un (disperato quanto inutile) tentativo di consultazioni a Diritto e giustizia, alla ricerca di numeri che non ci sono. Si materializza dunque un grande smacco per i nazionalpopulisti del leader storico Jaroslaw Kaczynski, che dopo otto anni di governo sovranista, tra conflitti interni e con l’Unione europea, devono fare le valige e andare all’opposizione.

LEGGI ANCHE: Perché le elezioni in Polonia sono un test sull’Europa

Cosa cambia con la svolta europeista della Polonia e il ritorno di Tusk
Un manifesto di Jaroslaw Kaczynski, storico leader dei nazionalpopulisti (Getty).

Occhio però ai tempi: possibile incarico esplorativo a Morawiecki

Modi e tempi per formazione e insediamento del nuovo governo sono tutti da vedere, come detto: molto dipende da quanto il Pis avrà voglia di mettere i bastoni tra le ruote nel protocollo, tra un eventuale incarico esplorativo a Morawiecki e i tentativi di Kaczynski di rallentare il processo, e quanto ci metterà Tusk a schierare la sua squadra, sostenuta da Terza via, forza un po’ ibrida nata dall’alleanza elettorale di forze centriste e progressiste, e dalla sinistra eterogenea di Lewica.

Cosa cambia con la svolta europeista della Polonia e il ritorno di Tusk
Il presidente della Repubblica polacca Andrzej Duda (Getty).

Affluenza altissima (73 per cento) spinta dall’elettorato femminile

Quello che pare comunque certo è appunto che l’era Pis a Varsavia è finita, almeno per ora, anche se i conservatori rimangono una forza di rilievo nel sistema che nelle due precedenti legislature hanno in parte piegato ai propri interessi e che adesso Ko e compagni dovranno cercare di raddrizzare: compito non facile, almeno sulla carta, a partire dalla coabitazione con Duda e i poteri di veto del capo di Stato. L’elettorato rimane comunque in sostanza spaccato: da una parte il centrodestra e la destra estrema, che arriva ancora al Sejm, il parlamento polacco, con Confederazione, addirittura in leggera ascesa, ma che non ha potuto assorbire tutte le perdite del Pis; dall’altra i moderati e la sinistra, riuniti per scalzare il nemico comune. I polacchi sono andati a votare, mobilitati più dall’opposizione che non dal governo, e sono riusciti nel ribaltone, anche se un elettore su quattro è stato a casa, nel quadro di un’affluenza altissima, oltre il 73 per cento, spinta dall’elettorato femminile.

Cosa cambia con la svolta europeista della Polonia e il ritorno di Tusk
Donald Tusk ha vinto le elezioni in Polonia (Getty).

Ritorno dello stato di diritto, tra giustizia indipendente e aborto libero

In sostanza l’era sovranista si è chiusa, ma ci vorranno settimane se non mesi prima che la Polonia si metta in marcia nella direzione indicata dagli elettori, quella di un ritorno dello stato di diritto nei suoi molteplici aspetti. Certamente per Tusk arriva ora il compito più difficile, che è quello di trasformare la piattaforma tripartitica che ha alle spalle da una conventio ad excludendum a un’efficace forza di governo. Tra Ko, Terza via e Lewica non mancano i punti comuni, al di là dello scopo principale di relegare il Pis all’opposizione, ma anche le differenze tra liberali e sinistra non potranno non pesare. Ci sono questioni sulle quali c’è accordo, dal ritorno a una giustizia indipendente alla liberalizzazione dell’aborto, ma ne rimangono altre più divisive che riguardano l’economia e il suo rilancio in un contesto nazionale e internazionale sempre più difficile.

Cosa cambia con la svolta europeista della Polonia e il ritorno di Tusk
Da sinistra: il premier polacco uscente Mateusz Morawiecki e l’ungherese Viktor Orban (Getty).

Immigrazione e fondi trattenuti, adesso si ragiona con l’Ue

Il ritorno di Tusk a Varsavia, già premier tra il 2007 e il 2014 prima della parentesi alla guida del Consiglio europeo fino al 2019, farà tirare un sospiro di sollievo anche a Bruxelles, che almeno per un po’ si toglierà di mezzo gli impicci polacchi e i veti nazionalisti. Il nuovo governo della Polonia avrà sicuramente un approccio più europeista e il vantaggio di presentarsi con un interlocutore che ben conosce i meccanismi dell’Unione: probabile quindi che gli screzi su temi come immigrazione e giustizia vengano tolti dall’ordine del giorno e si ritorni a una piena collaborazione, con lo sblocco dei fondi trattenuti dall’Ue e che a Varsavia non si possono regalare facilmente.

La Guardia di finanza individua 43 lavoratori in nero nel Foggiano

La Guardia di finanza ha individuato 43 lavoratori in nero in provincia di Foggia. I controlli sono stati eseguiti, in particolare, a Foggia, Cerignola, Orta Nova, Carapelle, San Severo, Lucera, Apricena, Torremaggiore, Chieuti, Vico del Gargano, Vieste, Peschici, Lesina e Isole Tremiti. I lavoratori irregolari, alcuni dei quali percepivano indebitamente il reddito di cittadinanza, sono stati individuati in vari esercizi pubblici e imprese private tra cui ristoranti, alberghi, b&b, imprese agricole e di pulizie, stabilimenti balneari e società di costruzioni.

Zucchero torna live negli stadi nel 2024

Zucchero Sugar Fornaciari si prepara a tornare nel 2024 con tutta la sua energia e la sua straordinaria band negli stadi italiani con Overdose D’Amore World Tour: il 27 giugno allo Stadio Dall’Ara di Bologna, il 30 giugno allo Stadio Franco Scoglio di Messina e il 4 luglio allo Stadio San Siro di Milano. Tre concerti in cui l’artista regalerà al pubblico grande musica e forti emozioni, ripercorrendo la sua incredibile carriera ed esibendosi con i suoi più grandi successi.

Al Festival del Cinema di Roma sarà presentato il film-documentario Zucchero – Sugar Fornaciari

Il 23-24-25 ottobre, intanto, arriverà per la prima volta al cinema il film documentario Zucchero – Sugar Fornaciari di Valentina Zanella e Giangiacomo De Stefano. La pellicola, che verrà presentata in anteprima alla 18esima edizione della Festa del Cinema di Roma il 21 ottobre, racconta l’artista attraverso le sue parole e quelle di colleghi e amici come Bono, Sting, Brian May, Paul Young, Andrea Bocelli, Salmo, Francesco Guccini, Francesco De Gregori, Roberto Baggio, Jack Savoretti, Don Was, Randy Jackson e Corrado Rustici. Un viaggio dell’anima che, grazie a immagini provenienti dagli archivi privati di Zucchero e dal World Wild Tour, il suo ultimo e trionfale tour mondiale, va oltre il ritratto di un musicista di successo arrivando fin dentro i dubbi e le fragilità dell’uomo.

Mimit, 30 mila punti vendita per il trimestre anti inflazione

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, ha rivendicato «una politica generale per il potere d’acquisto all’interno della quale il trimestre anti inflazione si inserisce come strumento decisivo nel contrasto al caro vita». In una nota il Mimit ha spiegato che «attualmente vi hanno aderito quasi 30 mila punti vendita in tutta Italia, tutti consultabili su mimit.gov.it/anti-inflazione».

Lombardia, Lazio e Piemonte in testa a livello di adesioni

Le Regioni con il maggior numero di adesioni sono Lombardia con 4.298 punti vendita, Lazio con 2.841 e Piemonte con 2.550 . Il totale delle aziende dell’industria alimentare e dei beni a largo consumo aderenti sul territorio nazionale è in costante aggiornamento. Ad oggi hanno aderito al patto grandi marchi italiani e internazionali tra cui Zuegg, Ferrero, Beiersdorf (Nivea, Nivea men, Hansaplast), Molini Bongiovanni, Bolton Food spa (Riomare), SC Johnson srl (Glade, Oust, Pronto, Duck, Mr Muscle, Shout, Raid, Baygon, Off, Autan), Orogel, Spumador (acqua Recoaro), Mondelez (Oreo, TUC, Ritz, Milka, Philadelphia, Toblerone), Savenzia Fromage & dairy Italia S.p.a., (Camoscio d’oro), Mutti, Inalca (Manzotin e Montana – carne in scatola), CSI (Compagnia Surgelati Italiana ha Findus, Capitan Findus, Sofficini, Carletto, 4salti in padella e Green Cusine), Mare Aperto Foods (tonno in scatola) e Danone.

A14, bisarca si ribalta e perde le automobili che stava trasportando

L‘autostrada A14 è stata chiusa tra i caselli di Pescara Ovest/Chieti e Pescara Nord/Città Sant’Angelo a causa di un incidente stradale avvenuto nella mattinata di martedì 17 ottobre al km 370 nord all’altezza di Montesilvano, subito dopo la galleria di Cappelle sul Tavo.

Bisarca si ribalta sulla A14 e perde le auto che stava trasportando

Il sinistro ha coinvolto una bisarca che si è ribaltata sul tratto di autostrada in direzione Nord (verso Pescara e Rieti) perdendo lungo la carreggiata stradale tutte e cinque le automobili che stava trasportando. Le vetture cadute dal mezzo hanno bloccato la strada, costringendo così le autorità locali alla chiusura. Non sono stati segnalate vittime ma solo un ferito, l’uomo alla guida della bisarca.

Viabilità modificata

Oltre al personale di Autostrade per l’Italia, sono accorsi sul posto anche gli agenti della Polizia stradale della sottosezione di Pescara Nord. Per permettere la rimozione del mezzo pesante e delle altre auto dalla carreggiata, le autorità locali hanno predisposto un’uscita obbligatoria a Pescara Ovest/Chieti per il traffico diretto a Nord. Ad essere stato chiuso al traffico anche il bivio A25/A14 Bologna-Taranto in provenienza dall’autostrada Roma-Teramo verso Ancona.

La coalizione europeista di Tusk ha vinto le elezioni in Polonia

In Polonia lo spoglio ha confermato gli exit poll: la coalizione liberale europeista guidata da Donald Tusk ha vinto le elezioni politiche e ha una larga maggioranza per governare. Finisce così il governo ultraconservatore del Pis (Diritto e giustizia) guidato da Morawiecki, e il Paese sposta anche gli equilibri di Bruxelles.

Donald Tusk ha vinto contro il rivale politico di una vita, Jaroslaw Kaczynski

In quelle che sono state le elezioni più partecipate dal 1989, con un’affluenza record del 74,4 per centro, Donald Tusk ha fatto perdere il suo rivale politico di una vita intera, Jaroslaw Kaczynski, nonostante il partito nazionalista Diritto e giustizia (Pis) sia arrivato primo con il 35,38 per cento dei voti. L’alleanza elettorale europeista Coalizione civica (Ko) di Tusk, che ha ottenuto il 30,70 per cento, grazie al buon risultato dell’alleato di centro-destra Terza via, che ha ottenuto il 14,40 per cento, e a quello dei social-democratici La sinistra con l’8,61 per cento, Ko si conferma la reale vincitrice delle elezioni con la possibilità di aggregare il 53,71 per cento dei voti insieme ai due alleati. Il partito di Kaczynski invece è isolato. Il partito di estrema destra Confederazione infatti, che comunque non intendeva allearsi con il Pis, ha ottenuto 7,16 per cento dei voti arrivando ultimo tra i partiti che hanno superato la soglia di sbarramento per entrare nella Camera bassa del parlamento polacco.

La sconfitta del Pis è una pessima notizia per il gruppo Visegrád

L’affluenza da record e l’avanzata dei partiti liberali e di centrodestra sembra mostrare che il popolo polacco vuole un futuro europeista e liberale. Un paese diverso da quello immaginato dal Pis, che dal suo ritorno al potere nel 2015 ha spaccato la Polonia tra le grandi città controllate dall’opposizione liberale e le zone periferiche dominate dai conservatori, polarizzando i cittadini e prendendo di mira il diritto all’aborto, i diritti della comunità Lgtbqi+, i migranti, la libertà di stampa e l’indipendenza della magistratura. Il vero test, tuttavia, saranno le elezioni europee di giugno 2024, ma la sconfitta del Pis è già una pessima notizia per il primo ministro ungherese Viktor Orban e il gruppo euroscettico di Visegrád di cui la Polonia fa parte.

J.K. Rowling pubblica un tweet per una fan di Harry Potter ostaggio di Hamas

L’autrice della saga di Harry Potter, J.K. Rowling, ha pubblicato un tweet sul suo profilo X in cui mostra la foto di una ragazzina israeliana autistica e grande fan del maghetto di Hogwards che risulta, secondo le autorità dello Stato ebraico, tra le persone prese in ostaggio da Hamas e portate a Gaza a seguito dell’attacco terroristico del 7 ottobre. La scrittrice si augura che la giovane, così come tutti gli altri trattenuti dal gruppo fondamentalista islamico, possano essere presto liberati.

J.K. Rowling chiede la liberazione di tutti gli ostaggi di Hamas

«Il rapimento di bambini è un atto spregevole e del tutto ingiustificabile. Per ovvi motivi, questa immagine mi ha colpito. Possano Noya e tutti gli ostaggi presi da Hamas essere restituiti presto, sani e salvi, alle loro famiglie». Queste le parole scelte dalla scrittrice a margine dell’immagine della giovane fan vestita con i colori della casata Grifondoro di Harry Potter.

La scrittrice, così come altri personaggi di spicco dello spettacolo, è molto attiva in questi giorni sui social e sta condannando fortemente l’atteggiamento di chi attaccava «i piagnucolosi apologeti dello stupro, dell’omicidio e della tortura» che, secondo il suo punto di vista, volevano giustificare gli attacchi contro Israele.

Addio a Joanna Merlin, attrice di Saranno Famosi e Law & Order

L’attrice americana Joanna Merlin, celebre per aver interpretato il ruolo dell’insegnante severa di danza classica, Oliver Berg, nel film Saranno Famosi di Alan Parker nel 1980, è morta all’età di 92 anni a Los Angeles. Merlin, in tv, aveva recitato anche nella serie Law & OrderI due volti della giustizia (1992-98) e nella stessa serie per Unità vittime speciali (2000-2011). Nel 1999, ha fondato la Michael Chekhov Association, dove ha tenuto laboratori di recitazione.

Attrice e direttrice del casting

La notizia della scomparsa è stata confermata sulla pagina Instagram del Tisch Graduate Acting Program della New York University, dove Merlin ha insegnato dal 1998. Nota al pubblico per le sue doti di attrice, è stata anche direttrice del casting per Harold Prince, Stephen Sondheim, Bernardo Bertolucci e James Ivory. Nello stesso ruolo, ma a teatro, ha collaborato per varie produzioni di Broadway.

La carriera cinematografica

Nel 1975, Merlin recitò al cinema con un ruolo in Hester street di Joan Micklin Silver. Dopo All that jazz – Lo spettacolo comincia (1979) di Bob Fosse, venne scelta dal regista Alan Parker per interpretare l’insegnate di danza Miss Olive Berg. Tra le esperienze successive, recitò nel film Promesse, promesse (1983) di John SaylesUrla del silenzio (1984) di Roland Joffé; Il signore del male (1987) di John Carpenter (1987); Mystic pizza (1988) di Donald Petrie (1988). E ancora Conflitto di classe (1990) di Michael Apted, Un giorno da ricordare (1995) di James Foley (1995), City of angels – La città degli angeli (1998) di Brad Silberling (1998); Invasion (2007) di Oliver Hirschbiegel (2007), e La chiave di Sara (2010) di Gilles Paquet-Brenner.

 

Diego Bertocchi morto a 35 anni: addio al sindaco di Selvino

Un grave lutto ha sconvolto il Comune di Selvino, dove è morto il sindaco Diego Bertocchi. Aveva solo 35 anni, stava lottando contro la Sla ed era al suo secondo mandato dalla guida dell’amministrazione comunale. Era rimasto in giunta nonostante le difficoltà legate alla sua malattia che lo aveva costretto sulla sedia a rotelle.

Diego Bertocchi, sindaco di Selvino, morto a 35 anni

Bertocchi si è spento nella mattinata di martedì 17 ottobre nella sua abitazione. Era sposato con Giulia Parma, dalla quale aveva avuto il piccolo Carlo Emidio, di appena cinque anni. Con alle spalle una laurea in Economia e Commercio, aveva a lungo lavorato presso uno studio specializzato e nel 2017 era stato nominato presidente dell’Assemblea della Comunità Montana della Valle Seriana. Alle spalle, inoltre, il sindaco aveva anche un’esperienza da calciatore nelle fila della Nuova Selvino, in veste di centravanti.

Il dolore della comunità locale: «Diego è stato un esempio per tutti»

Parlando della scomparsa di Bertocchi, la Comunità Montana Val Seriana si è così espressa attraverso un post pubblicato su Facebook: «La Comunità Montana Valle Seriana è vicina alla Famiglia e alla Comunità di Selvino per la perdita del Sindaco Diego Bertocchi. Di Diego tutti gli Amministratori del Territorio ricordano la dedizione e la tenacia, il coraggio e la dignità nella malattia. Diego è stato un esempio per tutti»

Stando a quanto riportato da MyValley.it, i colleghi e gli amici di Bertocchi stanno predisponendo la sua camera ardente che sarà aperta nel pomeriggio di martedì 17 ottobre. I funerali sono in programma nella Parrocchia di Selvino venerdì 20 ottobre a partire dalle ore 15.

Massimiliano Gallo presto papà: la moglie Shalana Santana è incinta

Massimiliano Gallo attore diventato celebre negli ultimi anni per aver recitato in serie come I Bastardi di Pizzofalcone, Imma Tataranni e Vincenzo Malinconico – Avvocato di successo) diventerà presto (di nuovo) papà. Gallo e la moglie Shalana Santana sono infatti in attesa del loro primo figlio, come da loro stessi confermato con un post Instagram.

Massimiliano Gallo e Shalana Santana presto genitori

La conferma della gravidanza di Santana è arrivata nel modo più classico, con uno scatto Instagram dove vediamo i due vicini e sorridenti, con l’attrice che mostra fieramente il pancione nascosto dietro a una gonna dalla fantasia animalier. «Weeeeee! Ma Shalana è incinta? E quando ce lo volevate far sapere a nascita avvenuta. Auguri e figli…..o maschio o femmina», si legge nella didascalia del post, che ha già fatto incetta di like e commenti entusiasti. Non è la prima volta che l’attore diventa padre: alle spalle, infatti, ha già un’altra figlia nata una precedente relazione, mentre questo bebé in arrivo sarà il primo con l’attuale moglie. Tra i messaggi di congratulazioni arrivati alla coppia anche quelli di diversi colleghi del mondo dello spettacolo, come Tosca d’Aquino (che ai due ha scritto «Belli! Tanti auguri!»), Monica Setta («Auguri affettuosissimi!») e Michela Andreozzi (che si è limitata a lasciare delle emoji delle fiamme).

La storia d’amore tra Massimiliano Gallo e Shalana Santana

Massimiliano Gallo e Shalana Santana sono convolati a nozze nel dicembre del 2022, ma si conoscono e sono innamorati da ormai sette anni. L’attrice ha 25 anni in meno del marito, vanta origini brasiliane e ha un passato da modella. In tempi non sospetti, in un’intervista esclusiva concessa ad Oggi, Massimiliano Gallo era apparso in realtà piuttosto restio ad avere altri figli, ma evidentemente alla luce del sentimento per la compagna deve avere alla fine cambiato idea. Anche Shalana Santana, tra l’altro, ha come lui un altro figlio da una precedente relazione.

Versailles di nuovo evacuata per un allarme bomba

La reggia di Versailles in Francia è stata nuovamente evacuata nel primo pomeriggio di martedì 17 ottobre 2023 a causa di un allarme bomba e rimarrà chiusa per tutto il giorno. Il castello era già stato evacuato sabato pomeriggio. Ad annunciare la chiusura della meta turistica è stata la stessa istituzione sul proprio canale X. «Cari visitatori», si legge nel tweet, «per motivi di sicurezza, la Reggia di Versailles evacuerà i visitatori e chiuderà le sue porte oggi martedì 17 ottobre. Grazie per la vostra comprensione». Sul posto stanno intervenendo gli artificieri. Dopo l’attacco di ieri sera a Bruxelles, l’allerta terrorismo è salita in tutta Europa.

Arrestati per terrorismo a Milano, nella chat anche minacce a Meloni

Ci sono nuovi dettagli sulle due persone arrestate per terrorismo nella mattinata di martedì 17 ottobre su ordinanza del gip di Milano Fabrizio Filice. I due uomini sono residenti in due città diverse dell’hinterland milanese, hanno tra i 40 e 50 anni e lavorano nel settore delle pulizie (uno dipendente di un’impresa, l’altro titolare ma con società ora chiusa). Uno avrebbe indottrinato l’altro, stando alle indagini. A carico del secondo, in particolare, è stato rintracciato online il suo giuramento scritto e rinnovato di fedeltà e sottomissione all’Isis.

I due arrestati si dichiarano «terroristi» dell’Isis

Entrambi, stando alle indagini partite nel 2021 da analisi della Polizia postale di Perugia e dell’Osint (Open source intelligence), avrebbero inviato i loro messaggi, soprattutto commenti anche a video di massacri e attentati dell’Isis, su gruppi Telegram, WhatsApp e Facebook per fare proselitismo e propaganda, dichiarandosi «terroristi» dell’Isis.

Nelle chat trovate minacce alla premier Meloni e agli organi istituzionali

Nelle chat sarebbero state rintracciate anche delle minacce alla premier Giorgia Meloni. L’inchiesta, in cui già erano state svolte perquisizioni, si è concentrata soprattutto sull’analisi dei messaggi contro l’Occidente, tra cui appunto anche le minacce ad «organi istituzionali», e a favore dello Stato islamico e sul supporto attraverso finanziamenti inviati dai due per sostenere l’estremismo islamico. In particolare, i due avrebbero inviato soldi a donne rimaste vedove perché i loro mariti erano morti in contesti di guerra. È stato accertato che avrebbero mandato denaro anche a un uomo che, secondo indagini statunitensi, farebbe parte dell’Isis.

Dall’indagine non sono emerse prove sulla preparazione di attentati

Non sono emersi nell’indagine, da quanto si è saputo, progetti specifici di preparazione di attentati. Ai due, con gli arresti del 17 ottobre, sono stati sequestrati i telefoni e i dispositivi informatici e gli investigatori ora potranno analizzare anche se la loro attività di proselitismo sia aumentata o meno negli ultimi giorni con la guerra israelo-palestinese in corso e dopo i fatti del 7 ottobre.

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