Omicidio Stefani, pm: "Da Gualandi feroce manipolazione. Merita la pena massima"
Per l'accusa l'ex comandante dei vigili di Anzola ha sempre mentito: "Impossibile credere a un incidente. Per lui Sofia era diventata pericolosa"
Ergastolo. É la richiesta della pubblica accusa nei confronti di Giampiero Gualandi, 64 anni, imputato in corte d’assise a Bologna per omicidio volontario aggravato da una relazione in essere e dai futili motivi. Vittima, la sua ex collega e amante, Sofia Stefani, 33 anni.
A chiedere la massima pena definendo un orribile crimine quello commesso da Gualandi è la procuratrice aggiunta Lucia Russo. Che definisce "inventata" la ricostruzione della difesa della dinamica dell’omicidio.
L'uomo ha sempre sostenuto che il colpo al viso che uccise Sofia partì dalla sua pistola per sbaglio durante una lite, mentre puliva l’arma. “Da Gualandi solo ripetute menzogne, credere a un drammatico incidente é impossibile”, dice più volte in aula la procuratrice. Spiegando che l'uomo ha mentito alla Corte e anche ai suoi difensori, dicendo che la relazione con Stefani era chiusa per evitare le aggravanti che porterebbero all'ergastolo. E che avrebbe commesso il reato con spregiudicatezza, allestendo anche una messa in scena.
L'accusa descrive come "feroce" la manipolazione di Gualandi nei confronti di Stefani. Che voleva parlare con sua moglie, per dimostrarle che non era lei la molestatrice. E l'uomo - dice la procura - lo sapeva. "Per lui Sofia era diventata pericolosa. E credeva di poterla fare franca", le parole della pm Russo.
Il servizio di Sara Scheggia.
Fonte: www.rainews.it