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Minorenne tedesca segregata e violentata per due anni in un maneggio di Roma
Prima le minacce, poi le violenze e gli abusi. Una ragazza di 17 anni è stata segregata e violentata per due anni da due dipendenti pakistani del maneggio “La Melazza”, alla periferia nord di Roma. Ali Roze, quello che ha sempre sostenuto di esserne il fidanzato, di 10 anni più grande di lei, è stato condannato con rito abbreviato, mentre l’altro, Yasir Imran – oggi 39enne – è imputato per i reati di violenza sessuale, sequestro di persona, lesioni personali e maltrattamenti.
A salvare la ragazza fu un automobilista di passaggio
La vicenda, di cui si è avuto notizia dal Messaggero, risale al 2021. A salvare la ragazza fu un automobilista di passaggio, che offrì aiuto alla ragazza dopo averla vista in difficoltà in compagnia del suo fidanzato che la stava strattonando. La giovane riuscì poi a raccontare tutto ai carabinieri, che identificarono e arrestarono i due pachistani, che con la minorenne tedesca condividevano la foresteria del maneggio. Durante il processo hanno parlato diversi dipendenti dell’agriturismo che, come riporta il Messaggero, hanno spiegato di non essersi mai accorti dello stato di segregazioni in cui viveva la ragazza, né di sapere che fosse minorenne.
La 17enne era arrivata in Italia nel 2019 con Roze
La 17enne si era allontanata dalla sua famiglia, in Germania, per venire in Italia con Roze, questo il nome dell’uomo già condannato. Quest’ultimo l’aveva portata a settembre del 2019 nel maneggio alle porte nord di Roma, dove il connazionale e parente Imran lavorava già come stalliere. Qui la giovane, è emerso, è stata privata della libertà personale e della possibilità di avere contatti con il mondo esterno, per quasi due anni. Roze e Imran le avevano infatti distrutto il cellulare e tolto i documenti. Dopo essere riuscita a fuggire e aver denunciato i suoi aguzzini, la ragazza è tornata a vivere in Germania.