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La Commissione europea rimanda la Manovra: «L’Italia non del tutto in linea»
La Commissione europea ha rimandato la manovra economica del governo Meloni alla prossima primavera. L’Italia, secondo quanto filtra dal Documento programmatico di Bilancio redatto a Bruxelles, rischia la procedura d’infrazione per «squilibri macroeconomici eccessivi». La legge di bilancio è stata considerata «non pienamente in linea» con quanto raccomandato dal Consiglio. E sebbene non sia stata bocciata in toto, è chiaro che il governo Meloni adesso dovrà intervenire. A preoccupare l’Unione Europea sono soprattutto i dati su deficit e debito, con le misure sul cuneo fiscale e sulle pensioni nel mirino di Bruxelles.
La Commissione aspetterà i dati definitivi per il giudizio finale
Il giudizio resterà sospeso almeno fino a fine 2023. La Commissione, infatti, vuole attendere i dati definitivi prima di emettere il giudizio finale. A pesare è soprattutto il superbonus, che per l’anno 2023 è risultato fuori dai parametri, avendo superato il limite massimo almeno dello 0,6 per cento. La sua cancellazione per l’anno 2024, invece, rispetta l’invito europeo relativo a politiche prudenti da seguire sulla spesa primaria e per questo non si è arrivati a una bocciatura totale. In una situazione simile all’Italia ci sono anche altri Paesi. Si tratta di Austria, Germania, Lussemburgo, Lettonia, Malta, Olanda, Portogallo e Slovacchia. Belgio, Finlandia, Francia e Croazia, invece, «rischiano di non essere in linea con le raccomandazioni».
La Commissione chiede lo stop agli incentivi sull’energia
Ma non è finita. La Commissione europea ha chiesto all’Italia di fermare gli incentivi per la spesa energetica e usare il risparmio per controllare il disavanzo. Nella parte finale del documento, infine, si legge che l’Italia ha «compiuto progressi limitati per quanto riguarda gli elementi strutturali delle raccomandazioni di bilancio formulate dal Consiglio il 14 luglio 2023». Per questo la Commissione «invita pertanto le autorità italiane ad accelerare i progressi». E si sottolinea che il quadro presuppone l’attuazione del Pnrr, perché in caso contrario il quadro sarebbe ancora più negativo.