Daily Archives: 10 Novembre 2023

Francesca Michielin, la gaffe a X Factor su Ivan Graziani

In occasione della terza puntata di X-Factor 2023, la conduttrice del talent Francesca Michielin si è resa protagonista di una gaffe che non è certo sfuggita ai più attenti e che, come spesso accade in questi casi, ha rapidamente fatto il giro dei social.

La gaffe di Francesca Michielin su Ivan Graziani, morto nel 1997

Tutto è accaduto in diretta, senza dunque che ci fosse per la produzione la possibilità di tagliare lo scivolone, mentre sul palco erano presenti i due artisti siciliani Colapesce e DiMartino. Gli ospiti speciali, che hanno aperto lo show in duetto con gli altri concorrenti sulle note di Splash per poi cantare Sesso e Architettura, sono stati intervistati dalla conduttrice a esibizione terminata. È stato proprio in questo momento che la padrona di casa è “scivolata”. Una volta raggiunti i due cantanti, Francesca ha chiesto loro maggiori lumi sul loro brano con Ivan Graziani. Nel loro ultimo disco Lux Eterna Beach c’è infatti un pezzo, intitolato I marinai, che campiona la voce dell’artista, morto nel 1997 per un tumore al colon. «C’è un duetto pazzesco con Ivan Graziani. Wow come è andata? Come è stato lavorare con lui?», ha chiesto la conduttrice veneta. Colapesce, che non è riuscito a nascondere l’imbarazzo, ha precisato: «Con lui….È stato bello, nel senso grazie al figlio, che ci ha portato questo inedito a cui abbiamo scritto un ritornello. Siamo entrati in punta di piedi, lui è un gigante che amiamo tantissimo. Alla fine il figlio ha ascoltato il nostro lavoro e anche la famiglia era molto felice di quello fatto, perciò abbiamo deciso di pubblicarlo». Qui il video dell’accaduto.

Meta ha raggiunto un accordo per tornare in Cina dopo 14 anni

Meta ha spuntato un accordo preliminare per tornare in Cina per la prima volta in 14 anni. La società di Mark Zuckerberg ha raggiunto un’intesa con Tencent Holdings, produttrice di videogiochi, per la vendita dei suoi nuovi visori di realtà virtuale a basso costo. Lo riporta il Wall Street Journal.

Facebook è stato bloccato in Cina nel 2009

Secondo le fonti del Wsj l’accordo preliminare renderà Tencent il venditore esclusivo del dispositivo in Cina, e inizierà la sua vendita alla fine del 2024. Tuttavia, non è chiaro se l’azienda cinese dovrà chiedere il permesso al governo di Pechino per introdurre nel mercato i visori del gigante social statunitense. Facebook e Twitter (oggi X) sono stati bloccati in Cina a metà del 2009 in seguito ai disordini nella provincia occidentale dello Xinjiang, che le autorità cinesi avevano affermato essere stati incoraggiati dai siti di social network. Il governo cinese ha un controllo molto stretto sull’informazione che viene diffusa nel Paese, e considera i due social americani come una minaccia alla sua autorità. L’accordo arriva in un contesto di relazioni tese tra Cina e Stati Uniti, dopo che l’amministrazione Biden ha imposto limiti alle esportazioni su alcune tecnologie di fascia alta, in particolare alcuni chip, nel tentativo di ostacolarne l’uso da parte dell’esercito cinese.

Meta ha raggiunto un accordo per tornare in Cina dopo 14 anni
Una persona prova i visori di realtà virtuale Oculus Quest di Meta (Getty Images).

Parkinson: torna a camminare dopo 30 anni grazie a un impianto spinale

Gli era stato diagnosticato il morbo di Parkinson quando aveva solo 36 anni. Marc Gauthier, francese 62enne, con il progredire della malattia aveva sviluppato gravi disturbi della deambulazione. Nessuna delle terapie precedenti, quella sostitutiva della dopamina e la stimolazione cerebrale profonda, sortivano più alcun effetto. Il suo corpo, a causa dell’irrigidimento, era arrivato a cadere in media circa quattro volte al giorno. Due anni fa, la speranza: Marc viene stato invitato a partecipare a un nuovo studio per testare la neuroprotesi sperimentale del midollo spinale. Dopo essersi sottoposto a intervento chirurgico per impiantare il dispositivo, eseguito presso l’Ospedale Universitario di Losanna, ha affrontato alcune settimane di riabilitazione per apprenderne il funzionamento, riaquistando in poco tempo la capacità di camminare autonomamente.

Il 62enne Marc Gauthier, affetto da Parkinson da oltre 30 anni, è tornato a camminare grazie a un impianto innovativo.
Marc Gauthier (Facebook).

L’andatura è tornata quasi alla normalità

Grazie al nuovo impianto, costituito da una serie di elettrodi, e inserito nella regione lombare del midollo spinale di Marc, la sua andatura sembra essere tornata quasi normale, come ha riferito lui stesso: «Ora entrare in ascensore è molto più semplice. Per me, prima, era impossibile. Adesso non ho problemi. La stimolazione, che accendo la mattina e spengo la sera, mi permette di camminare meglio e di stabilizzarmi. Non ho più nemmeno paura delle scale. Tutte le domeniche vado al lago, e cammino per circa 6 km. È incredibile». Come diffuso dalla rivista Le Scienze, l’apparecchio si controlla con un telecomando. La stimolazione elettrica del midollo spinale è la stessa utilizzata con ottimi risultati in pazienti con paralisi agli arti inferiori causata da una lesione spinale, e che, grazie a questa tecnica, hanno recuperato la capacità di camminare. L’impianto infatti non cura il Parkinson, ma migliora i disturbi dell’andatura e dell’equilibrio.

Matthew Perry sepolto accanto ad altre star di Hollywood

Il 3 novembre 2023 Matthew Perry, l’indimenticabile interprete di Chandler Bing di Friends morto a 54 anni, è stato sepolto presso il Forest Lawn Memorial Park di Los Angeles, cimitero situato non lontano dagli studi della Warner Bros. Secondo quanto riportano i media americani, accanto alla sua tomba riposerebbero anche diversi suoi altrettanto celebri colleghi.

Matthew Perry sepolto accanto ad altre star

TMZ ha infatti ricostruito il luogo dove sono state sepolte le spoglie di Perry, ovvero accanto a quelle di stelle del cinema del calibro di Carrie Fisher, Debbie Reynolds e Michael Clarke Duncan. Ovviamente, per volere dei familiari e per rispetto del loro dolore e della loro privacy, la posizione precisa della sepoltura non è stata resa nota. La tumulazione è avvenuta subito dopo i funerali dell’attore svoltisi in forma privata, con una cerimonia sobria e discreta alla quale hanno partecipato anche i suoi storici amici Jennifer Aniston, Courteney Cox, Lisa Kudrow, David Schwimmer e Matt LeBlanc.

Un biopic sull’attore con protagonista Zac Efron?

Nel frattempo già si rincorrono le voci su un possibile film dedicato alla storia del compianto attore, che quand’era in vita ha dovuto affrontare spesso la bestia nera delle dipendenze. Si dice, a proposito, che a prestare il volto a Matthew Perry sul grande schermo potrebbe essere Zac Efron, lo stesso attore con cui Perry nel 2009 aveva condiviso il set di 17 Again – Ritorno al liceo. Ai tempi fu lo stesso Perry a scegliere Efron come potenziale attore che l’avrebbe interpretato al cinema in un biopic e, a pochi giorni dai funerali dell’amico, il diretto interessato si è detto «onorato» per l’opportunità ma ha anche precisato: «Spero che si possa fare, ma dipende da molti fattori» .

Hamas e le violenze sessuali: preoccupa l’assenza di prove

Scarse indagini forensi per documentare gli stupri commessi da Hamas il 7 ottobre. È quanto affermano alcuni gruppi per i diritti delle donne in Israele, che hanno accusato Tel Aviv di non aver raccolto prove sufficienti per far luce sui crimini di guerra avvenuti soprattutto al festival Supernova. Video amatoriali e fotografie scattate da civili e primi soccorritori hanno infatti testimoniato sui social vari episodi di violenza sessuale nei confronti di ragazze e donne anziane da parte dei terroristi. «Non comprenderemo mai il quadro completo», ha spiegato l’attivista Tal Hochman al Guardian. «Hanno bruciato o seppellito i corpi e con essi anche le prove, senza però prelevare campioni prima di restituirli alle famiglie». Non si è fatta attendere la replica di Tel Aviv, tramite le parole del ministro della Giustizia Yariv Levin: «Accuse irresponsabili e prive di fondamento».

Israele potrebbe non aver raccolto sufficienti prove sulle violenze sessuali di Hamas negli attacchi del 7 ottobre. La replica: «Falso».
La sepoltura di una vittima degli attacchi di Hamas (Getty Images).

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L’Idf ha mostrato alla stampa un video di 40 minuti con i crimini di Hamas

L’esercito di difesa israeliano ha raccolto violenze e stupri in un video di circa 40 minuti che ha mostrato a giornalisti e politici. Tuttavia, non ha fatto vedere i contenuti più angoscianti e crudi al fine di preservare la dignità delle vittime. Secondo i gruppi per i diritti delle donne, tuttavia, sembra che non sia stato fatto alcun lavoro di indagine forense sui cadaveri, cagionando così la perdita di ogni prova utile. «Perfino in tempi normali, le donne che denunciano uno stupro non vengono credute», ha proseguito Hochman. «Abbiamo perso per sempre la possibilità di fare giustizia e conservare la loro dignità». L’attivista dell’Israel Women’s Network ha poi sottolineato come ancora oggi nessuno abbia idea di cosa accada ai prigionieri di Hamas a Gaza: «La natura di quanto accaduto non è stata ancora compresa pienamente».

Israele potrebbe non aver raccolto sufficienti prove sulle violenze sessuali di Hamas negli attacchi del 7 ottobre. La replica: «Falso».
Le case distruttue nel kibbutz di Kfar Aza (Getty Images).

Gli ha fatto eco il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, secondo cui quattro organizzazioni diverse hanno effettuato le indagini senza alcun coordinamento. Una superficialità che non ha permesso di fotografare o di catalogare adeguatamente le prove, né di conservare la scena del crimine. «Non otterremo mai un dato completo delle vittime di violenza sessuale», si legge nell’articolo. «Ciò ostacolerà la giustizia». Immediata la risposta del ministro della Giustizia per il governo di Benjamin Netanyahu. «Dal 7 ottobre, si è condotta un’intensa attività investigativa e legale», ha spiegato Levin. «Abbiamo una visione globale dell’attacco terroristico in tutti i suoi aspetti».

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Toscana, Arera sospende le bollette nelle zone alluvionate

L’Arera ha sospeso il pagamento delle bollette di acqua, luce e gas nelle zone colpite dal maltempo in Toscana. L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente ha approvato un provvedimento che riguarda le utenze e le forniture nel territorio delle province di Firenze, Livorno, Pisa, Pistoia e Prato. La decisione è stata presa dopo gli eccezionali eventi meteorologici verificatisi a partire dal giorno 2 novembre 2023.

Arera ha sospeso le utenze anche a maggio scorso

Come accaduto per gli eventi verificatisi lo scorso maggio, la delibera 519/2023/R/com verrà applicata alle utenze e forniture site nei territori dei Comuni colpiti, che verranno puntualmente individuati dalle autorità competenti. Pochi giorni fa, l’Ordine dei commercialisti ha chiesto la sospensione delle scadenze fiscali per le stesse aree. E nelle scorse ore si è aperta la corsa alla solidarietà. Anche i club di Lega Pro hanno voluto contribuire per aiutare i cittadini nella ricostruzione.

Biden-Xi, incontro a San Francisco il 15 novembre

Il bilaterale tra il presidente americano Joe Biden e l’omologo cinese Xi Jinping si terrà mercoledì 15 novembre, a margine del vertice dell’Asia-Pacific Economic Cooperation di San Francisco. Lo ha reso noto la Casa Bianca. Si tratta del secondo incontro di persona tra i due leader dopo quello del 2022 fa a margine del vertice del G20 di Bali, in Indonesia. Biden e Xi lavoreranno alla riapertura dei canali di comunicazione militare, di competizione economica tra le due superpotenze e di questioni di sicurezza di comune interesse. Secondo fonti statunitensi, l’incontro sarà diviso in due sessioni, una focalizzata sulle questioni bilaterali e una con al centro i temi globali.

Click day colf e badanti del 4 dicembre: come funziona e cosa c’è da sapere

Cresce l’attesa per il click day del 4 dicembre 2023, quando le famiglie potranno richiedere l’assunzione di colf e badanti che al momento si trovano all’estero. Gli ingressi indicati nel recente decreto Flussi sono molto ristretti, ammontano a 9.500 dei 23 mila all’anno che servirebbero, e includono anche gli operatori socio-sanitari. Motivo per cui il 4 dicembre bisognerà farsi trovare pronti per inoltrare con successo la propria domanda. Ecco tutti gli step da seguire.

I requisiti per accedere al click day

Come spiegato da Assindatcolf, ci sono dei requisiti specifici per poter partecipare al click day. Prima di tutto bisogna rivolgersi a un centro per l’impiego per accertarsi che nel territorio nazionale non ci siano altre persone disposte ad accettare quel lavoro. È importante sapere che tale accertamento può impiegare anche 20 giorni lavorativi, quindi è bene muoversi con anticipo. Inoltre, il contratto che si offre al collaboratore domestico deve essere essere di almeno 20 ore settimanali, con uno stipendio garantito pari almeno al valore dell’Assegno sociale che attualmente è pari a 503,27 euro. Le famiglie devono aver un reddito minimo di 27 mila euro annui lordi, con il limite che scende a 20 mila nel caso dei nuclei con un solo componente. Non è previsto invece alcun limite per coloro che non sono autosufficienti.

Come fare domanda

Verificati i requisiti, bisogna ottenere l’asseverazione, con cui i professionisti abilitati o le associazioni di categoria come Assindatcolf andranno a sottoscrivere la certificazione rilasciata dal centro dell’impiego e dei requisiti sopra citati. Dopodiché, nel portale Servizi del ministero dell’Interno è disponibile la domanda precompilata dove vanno inseriti i dati mancanti. Il modulo è da completare e salvare entro il 26 novembre, e consente di accelerare le procedure per la richiesta in quanto una volta salvata basterà inviarla nel giorno del click day. Per accedere al suddetto portale, disponibile tutti i giorni dalle 08.00 alle 20.00, bisogna essere in possesso di Spid o Cie ID.

Hunter’s Prayer – In fuga stasera su Italia 1: trama, cast e curiosità

Stasera 10 novembre 2023 andrà in onda su Italia 1 il film Hunter’s Prayer – In fuga alle ore 21.20. Il regista è Jonathan Mostow mentre la sceneggiatura è stata scritta da John Brancato e Michael Ferris. Nel cast ci sono Sam Worthington, Odeya Rush, Allen Leech e Amy Landecker.

Hunter's Prayer - In fuga è il film che andrà in onda questa sera su Italia 1, ecco trama, cast e curiosità.
Una scena (X).

Hunter’s Prayer – In fuga, trama e cast del film stasera 10 novembre 2023 su Italia 1

La trama racconta la storia di Lucas (Sam Worthington) un assassino solitario che riesce sempre a portare a termine i lavori che gli vengono affidati. Lucas viene ingaggiato dal corrotto Richard Addison (Allen Leech) che gli affida una missione molto particolare: far fuori una giovane ragazza di nome Ella (Odeya Rush). Il killer decide di portare avanti questo compito seguendo il suo solito modus operandi: esegue gli ordini senza fare domande ed elimina le vittime a sangue freddo, senza esitazioni.

Tuttavia, questa volta qualcosa scatta nella mente di Lucas: trovandosi faccia a faccia con la ragazzina, il sicario non riesce a svolgere il suo lavoro. Lucas capisce però che se lui non è riuscito a portare a termine il lavoro sicuramente Addison assolderà qualcun altro per far uccidere Ella. L’assassino decide quindi di diventare il giustiziere e il difensore della ragazza, proteggendola da tutti coloro che vogliono eliminarla. Inizierà una guerra contro sicari malvagi e Lucas cercherà di comprendere perché Richard Addison vuole assolutamente uccidere Ella. Quest’occasione servirà al killer anche per redimersi da tutto il male che ha fatto nel passato e potrà pensare di iniziare una nuova vita, lasciandosi alle spalle la morte e il dolore.

Hunter’s Prayer – In fuga, 5 curiosità del film stasera 10 novembre 2023 su Italia 1

Hunter’s Prayer – In fuga, un’attrice scelta dalla produzione ha dovuto rifiutare il ruolo

Inizialmente, la produzione aveva offerto il ruolo di Ella, co-protagonista, all’attrice Hailee Steinfeld. Tuttavia, la Steinfeld ha dovuto rifiutare per altri impegni e la parte è andata a Odeya Rush.

Hunter’s Prayer – In fuga, un regista diverso scelto in un primo momento

Al progetto era legato inizialmente il regista australiano Philipp Noyce, che ha diretto nella sua carriera film d’azione come Salt e Above Suspicion. Tuttavia, in seguito la produzione scelse per dirigere il lungometraggio il regista Jonathan Mostow.

Hunter’s Prayer – In fuga, un omaggio a un grande personaggio del cinema

Il cappotto che il personaggio interpretato da Sam Worthington indossa è un omaggio a un grande personaggio del cinema: si tratta di un modello molto simile a quello di Robert De Niro in Taxi Driver di Martin Scorsese.

Hunter's Prayer - In fuga è il film che andrà in onda questa sera su Italia 1, ecco trama, cast e curiosità.
Sam Worthington in una scena (X).

Hunter’s Prayer – In fuga, le location per le riprese

Le riprese si sono svolte nello Yorkshire e in Ungheria. Inoltre, la scena dell’inseguimento in auto nonostante sia ambientata in Svizzera è stata girata ad Harrogate, nel Regno Unito. Altre scene sono state girate a Leeds, Scarborough e Helmsley.

Hunter’s Prayer – In fuga, un flop al botteghino

Il film ha avuto un budget importante che arriva a circa 17 milioni di dollari. Tuttavia, gli incassi al botteghino non sono stati affatto soddisfacenti: come riporta il portale Box Office Mojo, la produzione ha incassato circa 240 mila dollari.

Davide Minuzzo, manager di Luxottica, è campione del mondo di culturismo naturale

Davide Minuzzo, 49 anni e manager di EssilorLuxottica negli Stati Uniti, è stato di recente incoronato pluricampione del mondo di culturismo naturale, ovvero senza fare uso di sostanze anabolizzanti.

Le difficoltà prima di diventare campione

Minuzzo è originario di Sottocastello, piccola frazione in provincia di Belluno, e in un’intervista al Corriere del Veneto ha raccontato alcuni dei momenti decisivi della sua vita. Il neo campione ha raccontato di essere stato «abbandonato» dai genitori quando era piccolo. «Mi hanno lasciato con i nonni. Ma entrambi sono morti presto, sono rimasto solo e a 17 anni ho dovuto interrompere gli studi per andare a lavorare come operaio in una fabbrica del Cadore», ha raccontato. La notizia della malattia del padre e di una zia che, colpiti da una grave forma di diabete «hanno subito importanti amputazioni», hanno spinto Minuzzo a sognare una vita diversa. «Mi sono detto: devo fare una vita sana e diventare uno sportivo. Ma per quanto fossi in montagna, i nonni non potevano permettersi di farmi sciare e così l’unica strada alla mia portata era la palestra».

Il sogno di partecipare a una gara in America a 50 anni

A 28 anni il bellunese si è trasferito per lavoro a Hong Kong, poi è arrivata la chiamata da EssilorLuxottica e il trasferimento in Cina, poi a Dubai e infine a New York. Nonostante la vita frenetica, non ha mai abbandonato il culturismo. «Negli Anni 90 gli Stati Uniti erano un mito per chi praticava il culturismo e così è scattato un secondo obiettivo: partecipare a una gara in America a 50 anni». Così, prima di compiere 50 anni, ha iniziato a gareggiare ed è diventato «nutrizionista, mental coach e preparatore atletico» per diventare competitivo. Passo dopo passo, a novembre 2023 a Los Angeles è stato incoronato campione mondiale vincendo sette medaglie, quattro di categoria e tre primi posti over 35, diventando così l’atleta più titolato al mondo di culturismo naturale.

Salvini pronto a precettare per lo sciopero dei trasporti del 17 novembre

«Non possono esserci scioperi di 24 ore». Lo ha affermato il vicepremier e ministro Matteo Salvini all’assemblea della Cna, dicendosi pronto a precettare i lavoratori dei trasporti, per lo sciopero proclamato per il 17 novembre, se i sindacati non aderiranno alla richiesta della commissione di garanzia per chiedere un contingentamento della mobilitazione. «Scioperare per quattro ore è assolutamente legittimo, per 24 no», ha detto il ministro. «Se i sindacati aderiranno alla richiesta bene, se no, come ho già fatto, interverrò» e c’è «lo strumento della precettazione».

Salari, assunzioni e stabilizzazione dei precari al centro dello sciopero

Ad annunciare lo sciopero l’Unione Sindacale di Base, che si prepara a scendere nuovamente in piazza per chiedere un aumento di 300 euro netti mensili in busta paga, oltre alla stabilizzazione dei lavoratori precari e l’assunzione di un milione di lavoratori a tempo indeterminato. In una nota, il sindacato ha precisato che i dipendenti pubblici italiani hanno «salari che sono significativamente inferiori rispetto ad altri Paesi europei».

Roma, morto per un infarto monsignor François Bacqué: il corpo rimasto per ore sull’asfalto

È morto sul colpo, stroncato da un infarto, monsignor François Bacqué, 87 anni. Al momento del decesso, avvenuto nella mattinata di giovedì 9 novembre, l’uomo si trovava nel centro storico della Capitale, vicino al Senato. Il nunzio apostolico stava rientrando a piedi verso la residenza ecclesiastica dove viveva, in via della Scrofa, quando è sopraggiunto il malore e si è accasciato a terra.

Il cadavere sull’asfalto per tre ore

Nonostante l’arrivo dell’ambulanza del 118, il cadavere di Bacqué, coperto con un telo, è stato lasciato per tre ore sull’asfalto. Come riportato da Il Corriere della Sera, solo un gruppo di religiose si è preoccupato di vegliare sul corpo, in attesa dell’arrivo del camion dei servizi mortuari del comune di Roma (alle 14.04) che ha provveduto al suo trasferimento. Diversi i curiosi che si sono fermati a scattare una foto, mentre in alcuni casi, riporta il quotidiano, è stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine per allontanare la folla nel rispetto del monsignore. Nato a Bordeaux nel 1936, Bacqué, aveva deciso di passare la sua pensione a Roma.

Bodycam sui calciatori in Premier League: il primo test in Wolverhampton-Tottenham

Le bodycam debuttano in Premier League. Il massimo campionato inglese porterà i tifosi ancora più vicini al campo grazie alle piccole videocamere che i calciatori indosseranno durante il riscaldamento. Si partirà sabato 11 novembre con il primo test nel pre-gara di Wolverhampton-Tottenham, uno dei match clou del weekend. Il Daily Mail ha spiegato che ogni giocatore indosserà una bodycam grazie alla partnership tra TNT Sports e la Premier League. Aston Villa e Newcastle le hanno già provate in estate, durante i tour pre campionato negli Usa. L’utilizzo in match ufficiali, durante i 90 minuti regolamentari, è ancora proibito dalle leggi IFAB.

Bodycam sui calciatori in Premier League: il primo test in Wolverhampton-Tottenham
Lo stadio del Wolverhampton (Getty Images).

Le bodycam cucite su gilet GPS

A progettare le bodycam è la start up israeliano MindFly. L’azienda ha creato una tecnologia in grado di acquisire immagini grandangolari. Poi, grazie all’ausilio dell’intelligenza artificiale, viene focalizzata automatica l’azione. Inoltre le piccole videocamere sono dotate di tecnologia di stabilizzazione Steady Cam, per rendere le riprese fluide. Saranno cucite su un gilet GPS sotto la maglietta. Con un piccolo foro ritagliato nel petto, la t-shirt permetterà alla videocamera di avere la prospettiva del singolo calciatore. Inoltre le bodycam sono dotate di schermo infrangibile e hanno un peso tale da essere definite «invisibili». Per preparare ogni giocatore a indossarle servono un paio di minuti.

Nightingale: «Portiamo i fan più vicini al campo»

La responsabile delle operazioni media e innovazione della Premier League, Rachael Nightingale, ha accolto con entusiasmo la novità. Ha dichiarato: «Trovare nuovi modi per avvicinare i nostri fan all’azione in campo è un obiettivo chiave per noi». A permettere la trasmissione dei video sarà un software che li renderà disponibili in tempo reale alle varie emittenti.

Riccardo Molinari assolto dall’accusa di falso elettorale

Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera dei deputati, è stato assolto dall’accusa di falso elettorale. La sentenza è stata pronunciata dal giudice Paolo Gallo, del tribunale di Torino, perché «il fatto non sussiste», e riguarda anche gli altri due imputati: l’altro parlamentare leghista Alessandro Manuel Benvenuto e il militante del Carroccio Fabrizio Bruno. La vicenda si riferisce alle elezioni comunali a Moncalieri (Torino) del 2020, quando dall’elenco dei candidati fu depennato il nome di Stefano Zacà, storico esponente locale di Forza Italia appena approdato alla Lega. La procura aveva chiesto otto mesi di reclusione.

Riccardo Molinari assolto dall'accusa di falso elettorale. La vicenda si riferiva alle Comunali di Moncalieri del 2020.
Matteo Salvini e Riccardo Molinari (Imagoeconomica).

Salvini: «Un abbraccio all’amico Molinari, assolto dall’accusa di falso elettorale perché il fatto non sussiste»

«È giusto così, è andata esattamente come doveva andare per l’onorevole Molinari, per l’onorevole Benvenuto e per il dottor Bruno», ha detto all’Adnkronos Luca Gastini, difensore di tutti e tre gli ormai ex imputati. Così Matteo Salvini, leader del Carroccio: «Un abbraccio all’amico Riccardo Molinari, assolto dall’accusa di falso elettorale perché il fatto non sussiste. Anni di fango e di veleni spazzati via senza se e senza ma, alla faccia di chi – anche nelle scorse ore – evidenziava le richieste dell’accusa sperando in una condanna».

La matassa stasera su Canale 5: trama, cast e curiosità

Stasera 10 novembre 2023 andrà in onda il film La matassa su Canale 5 alle ore 21.20. I registi di questa commedia sono Giambattista Avellino, Salvatore Ficarra e Valentino Picone, che hanno contribuito anche alla realizzazione della sceneggiatura in collaborazione con Francesco Bruni. Nel cast, oltre ai già citati Ficarra e Picone, ci sono Mario Pupella, Anna Safroncik e Mariella Lo Giudice.

La matassa è il film che andrà in onda questa sera su Canale 5, ecco trama, cast e curiosità su questa pellicola.
Una scena del film (X).

La matassa, trama e cast del film stasera 10 novembre 2023 su Canale 5

La trama racconta la storia di Paolo (Valentino Picone) e Gaetano (Salvatore Ficarra), due cugini che fino agli 11 anni sono cresciuti come fratelli, sempre insieme, tra divertimenti e dolori. Tuttavia, quando i loro padri hanno un’accesa lite, si separano e non hanno più contatti tra loro. I due crescono sviluppando caratteri decisamente opposti: Paolo è timido e tende a essere una vittima mentre Gaetano se ne approfitta e ha un comportamento aggressivo e furbo.

Per un caso del destino, Paolo e Gaetano ormai si incontrano in età adulta. Paolo crede che Gaetano l’abbia incontrato per riappacificarsi ma in realtà si tratta soltanto di una coincidenza. Comunque, Gaetano regge il gioco, anche perché scopre che il cugino crede di essere in punto di morte e dal momento che gestisce un albergo, lascerebbe gli lascerebbe la struttura ricettiva in eredità. Tra mille equivoci e peripezie, i due cugini riusciranno davvero a fare pace, riavvicinandosi e mettendo da parte il passato.

La matassa, 5 curiosità del film stasera 10 novembre 2023 su Canale 5

La matassa, le riprese del film

Come da tradizione per le opere di Ficarra e Picone, anche questo film è stato girato in Sicilia. Infatti, la troupe ha effettuato le riprese tra Catania e Paternò. Inoltre, in una scena è possibile ammirare il ponte Papa Giovanni XXIII che si trova a Ragusa.

La matassa, la famiglia di Ficarra nell’opera

Nel film non compare solo Salvatore Ficarra ma anche la sua famiglia. Infatti, nella scena in cui il suo personaggio si imbatte in una chiesa nella quale è celebrato un battesimo, il piccolo che stanno battezzando è il suo secondogenito, mentre la madre del bambino è sua moglie, Rossella Leone. Anche il cane che si vede nelle scene finali della pellicola appartiene all’attore siciliano.

La matassa è il film che andrà in onda questa sera su Canale 5, ecco trama, cast e curiosità su questa pellicola.
Ficarra in una scena (X).

La matassa, gli incassi straordinari al botteghino

Il film di Ficarra e Picone è stato un successo al cinema. Secondo i dati riportati dal sito Movieplayer.it, la pellicola in totale ha incassato oltre 7 milioni di euro.

La matassa, una tecnica di alta qualità per chiudere il film

Come i più esperti potranno notare, il finale della pellicola è stato realizzato con un piano sequenza di circa 4 minuti. Si tratta di una vera chicca per coloro che amano i dettagli tecnici.

La matassa, le parole di Giambattista Avellino

Giambattista Avellino, in un’intervista a Comingsoon.it, ha parlato della regia del film, condivisa con Ficarra e Picone: «Sono riuscito a far credere a Salvo e Valentino che abbiamo fatto il film che volevano loro. In realtà il film che vedete è mio. Non è stato facile andare sempre d’accordo. Abbiamo tutti e tre una forte personalità, siamo tipi passionali. I nostri contrasti hanno fatto bene al film e poi, per fortuna, avevamo un bravissimo montatore, e con un film a più mani, il montaggio diventa necessariamente una riscrittura».

Sergio Mattarella in Uzbekistan: «Hamas non rappresenta i palestinesi»

«Le azioni militari tengano conto delle vittime civili, ma non si può mettere sullo stesso piano la deliberata azione di Hamas di colpire civili inermi». Il capo dello Stato, Sergio Mattarella, da giovedì 9 novembre a Tashkent, ha ribadito che «Hamas non rappresenta il popolo palestinese». Durante l’incontro con il presidente uzbeko Shavkat Mirziyoyev, ha sottolineato: «Quello che ha fatto Hamas il 7 ottobre sgozzando bambini, violentando le donne, prendendo ostaggi bambini e anziani, firmando le scene di violenza è un insulto all’umanità». Il presidente della Repubblica, parlando della situazione a Gaza, ha espresso «grande preoccupazione per la situazione umanitaria della popolazione, anche per il mancato rispetto dei diritti umani e in particolare della condizione delle donne. Resto convinto» – ha aggiunto – che l’unica soluzione che porti alla stabilità e alla pace sia quella di due popoli e due stati». Prima dei colloqui, ha deposto una corona di fiori al monumento dell’Indipendenza uzbeko a Tashkent.

Firmate diverse intese bilaterali

Il capo dello Stato, accolto al palazzo presidenziale da una cerimonia ufficiale di benvenuto, ha firmato anche una serie di intese bilaterali. La prima è un accordo tra il governo della repubblica italiana e il governo della repubblica dell’Uzbekistan sull’esenzione dall’obbligo di visto per corto soggiorno in favore dei titolari di passaporto diplomatico. La seconda, come riportato dall’Ansa, è un memorandum of understanding fra il Ministero dell’università e della ricerca e il Ministero dell’università, della scienza e dell’innovazione uzbeko sulla cooperazione nel campo della scienza, della tecnologia e dell’innovazione.

E ancora un memorandum di intesa sullo sviluppo dell’istruzione pubblica tra il Ministero dell’istruzione e del merito, e il Ministero dell’istruzione prescolare e scolastica della repubblica dell’Uzbekistan. Firmato anche un quarto, sulla cooperazione fra l’istituto Diplomatico del Ministero degli esteri e l’accademia diplomatica presso l’università dell’Economia mondiale e della diplomazia del Ministero degli affari esteri della Repubblica dell’Uzbekistan, e infine l’ultimo fra il Ministero per le politiche giovanili e lo sport della Repubblica dell’Uzbekistan e il dipartimento per lo sport della presidenza del consiglio dei ministri della repubblica italiana sulla cooperazione nel campo dello sport e dell’educazione fisica.

 

Benzinai, stop all’obbligo di esporre i prezzi medi: il Tar del Lazio annulla il decreto

Il Tar del Lazio ha annullato il decreto con cui il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha introdotto l’obbligo per i benzinai di esporre i prezzi medi dei carburanti. Lo stop arriva a otto mesi dall’introduzione della misura, il 31 marzo 2023. La decisione è contenuta all’interno di una sentenza in cui è stato accolto un ricorso. Si tratta di quello proposto dalla Fe.Gi.Ca., la Federazione Gestori Impianti Carburanti e Affini, dalla F.I.G.I.S.C., la Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali Carburanti, e da alcuni esercenti.

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Benzinai, stop all'obbligo di esporre i prezzi medi il Tar del Lazio annulla il decreto
Una pompa di benzina (Getty Images).

La richiesta rigettata a fine luglio

A fine luglio scorso lo stesso Tar del Lazio aveva rigettato la richiesta di sospensiva della misura. Oggi l’annullamento è stato deciso in assenza della comunicazione al Presidente del Consiglio e del parere del Consiglio di Stato.

Saman Abbas, via libera per il funerale: «Deciderà il fratello»

È passato un anno da quando è stato ritrovato il corpo di Saman Abbas, la 18enne di Novellara uccisa la sera del 30 aprile 2021 e il cui corpo è rimasto occultato fino al 18 novembre 2022. La Corte d’assise di Reggio Emilia ha dato il via libera per seppellire i resti e procedere con il funerale, in base alla volontà del fratello non indagato per l’omicidio.

Sarà il fratello, non indagato, a decidere come procedere

Rimasta nascosta sotto un metro e mezzo di terra in un casolare abbandonato, la 18enne potrà ora avere degna sepoltura. A decidere per lei sarà solo e soltanto suo fratello, teste principale dell’accusa nel processo per l’omicidio e parte civile. La Procura dei minori di Bologna, infatti, ha deciso che il giovane non sarà indagato per un presunto coinvolgimento del delitto. Nel valutare la sua posizione, il pm Caterina Sallusti ha segnalato che nessuno degli altri parenti indagati-imputati ha mai fatto cenno di un suo ipotetico ruolo nel delitto, così come non è mai stata evidenziata una sua condivisione del progetto criminale. Le immagini delle telecamere, inoltre, non lo hanno mai ripreso in attività che possono essere collegate all’uccisione o allo scavo della buca dove la sorella è stata sepolta. Dalle intercettazioni si è anche appreso che, dopo i fatti del maggio 2021, il ragazzo abbia chiesto insistentemente ai genitori fuggiti in Pakistan dove fosse la sorella, con la madre che lo aveva rassicurato dicendogli che li avrebbe raggiunti. L’unica parte attiva che il giovane sembra avuto avere è stata nell’aver mostrato ai genitori i messaggi tra Saman e il suo fidanzato, che hanno fatto scattare la lite decisiva.

La sindaca di Novellara: «Pagheremo noi il funerale»

Nel frattempo, la sindaca di Novellara Elena Carletti si è messa a disposizione per aiutare il ragazzo a organizzare le esequie della sorella. «Siamo a disposizione del fratello, sarà lui a decidere le modalità», ha dichiarato. «Non sarà una cosa brevissima perché desideriamo parlare con lui, che ha avuto una settimana molto pesante di deposizioni. Siamo a disposizione per sostenere le spese dei funerali, assolutamente. Vorremmo conferire la cittadinanza onoraria di Novellara a Saman nel corso del consiglio comunale di fine novembre», ha concluso.

Sicilia, un’intera classe ripete l’orale della Maturità dopo «gravi irregolarità»

Costituisce l’incubo ricorrente di tantissime persone, ma per una classe di studenti è diventato realtà. Dopo quattro mesi, gli ex alunni della quinta A del liceo scientifico Galilei di Spadafora, in Sicilia, hanno dovuto ripetere l’orale dell’esame di Maturità.

Una prof aveva suggerito su WhatsApp le domande dell’esame

La vicenda è nata dalla denuncia presentata dai genitori di una studentessa che hanno segnalato all’ufficio scolastico regionale gravi irregolarità nell’esame. La ragazza, infatti, ha lamentato ai genitori di aver preso un voto basso e di aver scoperto che una professoressa della commissione d’esame aveva inviato alla classe un messaggio su WhatsApp in cui dava ai ragazzi una serie di suggerimenti sugli argomenti che sarebbero stati oggetto delle domande. L’ufficio scolastico che ha indagato sulla vicenda ha verificato la veridicità della denuncia, ha annullato le prove e ha disposto che gli alunni tornassero davanti a una nuova commissione. Una decisione che ha scatenato l’ira degli studenti, in quanto alcuni di loro si erano già iscritti all’università e altri avevano cambiato città. Nonostante le proteste e un vano tentativo di ricorso al Tar di Catania, giovedì 10 novembre sono ricominciati gli orali. La scuola ha fatto sapere che i primi interrogati hanno fatto una buona prova, nonostante lo stress. La docente che ha suggerito, invece, è stata trasferita in un liceo di Messina e rischia sei mesi di sospensione.

La mancata pista da bob a Cortina è il primo grande passo falso di Luca Zaia

Il primo passo falso se l’è scelto proprio bene. E certo Luca Zaia, governatore del Veneto, era consapevole che prima o poi dovesse succedere. E che a forza di governare ininterrottamente dal 2010 la Regione, con la benedizione di un consenso elettorale da Corea del Nord, l’eccesso di fiducia in se stesso potesse fargli velo e lo portasse dritto a commettere un errore. Ma la figuraccia rimediata sulla (mancata) ristrutturazione della pista di bob a Cortina è una macchia enorme in un curriculum fin qui ricco di soddisfazioni. E le conseguenze sul versante veneto delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026 sono molto serie, con un programma che all’improvviso è diventato poverissimo e una gigantesca frustrazione per le aspettative del territorio.

Malagò ha trattato Zaia come se fosse un sottoposto del Coni

Tutto quanto avviene a causa di un puntiglio che è stato non soltanto del governatore veneto, ma anche del suo degno compare nonché presidente del Coni, Giovanni Malagò. Entrambi si sono intestarditi per far disputare a Cortina le gare di bob, skeleton e slittino. Così fermamente convinti hanno rifiutato da subito ogni ipotesi di spostare altrove le competizioni di queste discipline, quando da subito è stato evidente che realizzare in tempo l’impianto nella Regina delle Dolomiti sarebbe stato impossibile. Adesso i due litigano perché Malagò ha annunciato la definitiva rinuncia a far disputare le gare nell’impianto ampezzano, senza però avvisare preventivamente Zaia. Col governatore che si è ritrovato trattato come se fosse un sottoposto del Coni. Smacco al quadrato.

La mancata pista da bob a Cortina è il primo grande passo falso di Luca Zaia
Luca Zaia a Pontida (Imagoeconomica).

Per la pista da bob di Cortina i costi erano lievitati a 100-120 milioni

Le si potrebbe ribattezzare “Olimpiadi invernali Eugenio Monti 2026”, dato che fin qui non si è quasi parlato d’altro. La storica pista olimpica che è stata un punto di riferimento per lo sport internazionale ma poi è stata dismessa nel 2008. Il dossier della candidatura olimpica comprendeva la Eugenio Monti come una delle soluzioni principali, con promessa di avviare un’opera di ripristino sulla quale già il Comitato olimpico internazionale (Cio) manifestava perplessità. E ancor più ne manifestavano altri comitati, quelli espressi a Cortina da cittadini e ambientalisti. Anche perché il progetto non riguardava un semplice recupero, ma un nuovo tracciato con impatto molto importante in termini ecologici. Inoltre, i suoi costi preventivarti sono subito lievitati dagli 85 milioni di euro iniziali ai 100-120 milioni delle stime aggiornate a causa dell’impatto del conflitto russo-ucraino. Così come molto gravosi sarebbero stati i successivi costi di mantenimento, la famosa eredità olimpica trasformata in cambiale a strozzo.

Tempi strettissimi, ritardi e gare d’appalto andate deserte

Di fatto, quella pista non la voleva quasi nessuno. Ma soprattutto era evidente che i tempi per completare i lavori sarebbero stati strettissimi. E i ritardi accumulati da subito hanno fatto capire che la missione sarebbe stata impossibile. Rispetto a tutte queste evidenze Zaia non ha voluto sentire ragioni. Il governatore veneto è stato il principale sponsor del rifacimento della pista e ha sempre, sdegnosamente rifiutato l’idea di spostare le gare altrove in Italia (la pista di Cesana utilizzata per le Olimpiadi invernali di Torino 2006 è anch’essa abbandonata) o all’estero (Austria, Francia, Svizzera). Zaia non se n’è voluto fare una ragione nemmeno quando ha visto andare deserte le gare d’appalto per l’affidamento dei lavori di rifacimento. Che invece sono state una doccia gelata di realismo per Giovanni Malagò: nessuna ditta si sarebbe sobbarcata quei lavori da fare in così poco tempo. Così il presidente del Coni ha annunciato la resa il 16 ottobre, in occasione della 141esima sessione del Cio a Mumbai.

La mancata pista da bob a Cortina è il primo grande passo falso di Luca Zaia
Il presidente del Coni Giovanni Malagò (Imagoeconomica).

Dopo la figuraccia della delocalizzazione Malagò dovrebbe dimettersi

Fine delle chiacchiere, la pista di Cortina non c’era e non ci sarà. Ciò che è anche premessa di una figuraccia per lo sport italiano e per un Paese intero: battersi per avere i Giochi, garantire di essere in grado di ospitarli, e poi essere costretti a delocalizzarne parte all’estero. Se davvero non si troverà una (improbabile) soluzione interna, a Malagò non resterà altra strada che le dimissioni.

Ora Zaia chiede una redistribuzione delle discipline. Già, ma quali?

Ovvio che, dal punto di vista del governatore del Veneto, queste ultime siano faccende romane. A lui interessa che d’improvviso il programma olimpico da svolgere a Cortina si sia ridotto a poverissima cosa: curling e sci alpino femminile. Una lista troppo minimal per quella che dovrebbe essere città co-ospitante. Per questo adesso Zaia chiede con forza che almeno ci sia una redistribuzione territoriale delle discipline sportive. Già, ma a chi togliere qualcosa? E come andarglielo a spiegare? Il governatore protesta e fa l’indignato, ma intimamente sa che è stato quantomeno incauto. Il pateracchio della pista Eugenio Monti rimane in capo soprattutto a lui. E ne è consapevole.

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