Hamas e le violenze sessuali: preoccupa l’assenza di prove

Scarse indagini forensi per documentare gli stupri commessi da Hamas il 7 ottobre. È quanto affermano alcuni gruppi per i diritti delle donne in Israele, che hanno accusato Tel Aviv di non aver raccolto prove sufficienti per far luce sui crimini di guerra avvenuti soprattutto al festival Supernova. Video amatoriali e fotografie scattate da civili e primi soccorritori hanno infatti testimoniato sui social vari episodi di violenza sessuale nei confronti di ragazze e donne anziane da parte dei terroristi. «Non comprenderemo mai il quadro completo», ha spiegato l’attivista Tal Hochman al Guardian. «Hanno bruciato o seppellito i corpi e con essi anche le prove, senza però prelevare campioni prima di restituirli alle famiglie». Non si è fatta attendere la replica di Tel Aviv, tramite le parole del ministro della Giustizia Yariv Levin: «Accuse irresponsabili e prive di fondamento».

Israele potrebbe non aver raccolto sufficienti prove sulle violenze sessuali di Hamas negli attacchi del 7 ottobre. La replica: «Falso».
La sepoltura di una vittima degli attacchi di Hamas (Getty Images).

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L’Idf ha mostrato alla stampa un video di 40 minuti con i crimini di Hamas

L’esercito di difesa israeliano ha raccolto violenze e stupri in un video di circa 40 minuti che ha mostrato a giornalisti e politici. Tuttavia, non ha fatto vedere i contenuti più angoscianti e crudi al fine di preservare la dignità delle vittime. Secondo i gruppi per i diritti delle donne, tuttavia, sembra che non sia stato fatto alcun lavoro di indagine forense sui cadaveri, cagionando così la perdita di ogni prova utile. «Perfino in tempi normali, le donne che denunciano uno stupro non vengono credute», ha proseguito Hochman. «Abbiamo perso per sempre la possibilità di fare giustizia e conservare la loro dignità». L’attivista dell’Israel Women’s Network ha poi sottolineato come ancora oggi nessuno abbia idea di cosa accada ai prigionieri di Hamas a Gaza: «La natura di quanto accaduto non è stata ancora compresa pienamente».

Israele potrebbe non aver raccolto sufficienti prove sulle violenze sessuali di Hamas negli attacchi del 7 ottobre. La replica: «Falso».
Le case distruttue nel kibbutz di Kfar Aza (Getty Images).

Gli ha fatto eco il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, secondo cui quattro organizzazioni diverse hanno effettuato le indagini senza alcun coordinamento. Una superficialità che non ha permesso di fotografare o di catalogare adeguatamente le prove, né di conservare la scena del crimine. «Non otterremo mai un dato completo delle vittime di violenza sessuale», si legge nell’articolo. «Ciò ostacolerà la giustizia». Immediata la risposta del ministro della Giustizia per il governo di Benjamin Netanyahu. «Dal 7 ottobre, si è condotta un’intensa attività investigativa e legale», ha spiegato Levin. «Abbiamo una visione globale dell’attacco terroristico in tutti i suoi aspetti».

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