La notizia era nell’aria da qualche ora, ma adesso è ufficiale. Jannik Sinner ha annunciato il suo ritiro dal torneo di Parigi Bercy, l’ultimo Master 1000 della stagione. L’Azzurro numero 4 al mondo non disputerà il suo match degli ottavi di finale contro l’australiano Alex De Minaur, in programma per giovedì 2 novembre alle ore 17. L’altoatesino era però reduce da oltre due ore di battaglia contro lo statunitense Mackenzie McDonald, chiuso nella tarda notte fra l’1 e il 2 novembre, precisamente alle 2.37 del mattino. «Non è ideale giocare così tardi», aveva già spiegato Sinner durante la conferenza stampa post-partita. «Deciderò al risveglio». Tra le interviste e il defaticamento dopo il match, il tennista azzurro è rincasato solamente alle 5 del mattino, 12 ore prima della nuova partita. Il campione di Vienna tornerà in campo per le ATP Finals di Torino, previste dal 12 al 19 novembre, in cui è già certo di essere quarta testa di serie del seeding.
Non solo Sinner, la polemica di Wawrinka, Thiem e Ruud
La programmazione del torneo di Parigi Bercy, fra i maggiori indoor dell’ultima parte di stagione ATP, non è nuova a polemiche e attriti. Già in passato infatti i tennisti avevano lamentato orari sempre più difficili per disputare le partite, motivati dai pochi campi a disposizione per distribuire al meglio gli incontri. Nel 2023 tuttavia la situazione è peggiorata, in quanto si è deciso di inserire sei match sul campo Centrale, iniziando però solamente alle 11 del mattino. Impossibile pertanto, prevedendo sfide da tre ore ciascuna, pensare di poter finire in tempo. Una scelta che ha indispettito anche il pubblico, come testimoniano le tribune vacanti durante la partita tra Sinner e McDonald. «Non tengono conto della salute dei giocatori», ha sbottato Darren Cahill, allenatore dell’altoatesino. «Felice per la vittoria di Jannik ma zero attenzione durante questa programmazione».
Bravo @atptour way to help one of the best players in the world recover and be as ready as possible when he finished his previous match at 2:37 am this morning 14,5 hours to recover.. what a joke https://t.co/X5GsgY7scj
Dure anche le parole di Casper Ruud, norvegese numero 11 al mondo, che ha difeso Sinner con un post su X. «Complimenti per come avete gestito uno dei migliori nel circuito», ha postato il tennista. «Ha chiuso il suo match alle 2.37 e ha 14 ore e mezza per recuperare. Cos’è, uno scherzo?». Più pacata ma ugualmente pungente la polemica di Dominic Thiem e Stan Wawrinka, che 24 ore prima avevano terminato la partita solamente alle 2.23 del mattino con la vittoria dell’austriaco. Che non ha mancato di puntualizzare l’orario, scrivendo sulla telecamera dopo il successo un «Grazie Parigi» allegando l’orario. Lo svizzero, che avrebbe dovuto giocare in doppio con Sinner contro la coppia serba di Novak Djokovic e Miomir Kecmanovic, ha alzato bandiera bianca annunciando il ritiro. Nel 2025 Parigi Bercy dovrebbe spostarsi in una nuova sede, con stadio da 30 mila posti e più campi a disposizione.
Un grattacielo in costruzione sta oscurando la vista dell’Empire State Building. Si tratta di 262 Fifth Avenue, una torre alta quasi 250 metri sulla 29/a strada a NoMad (acronimo di north of Madison Square Park, ndr), quartiere trendy in via di sviluppo che sta diventando appannaggio di milionari e miliardari.
Lo sviluppo edilizio ha tolto la vista ai panorami più belli
Come ha sottolineato il New York Times, una volta lo skyline della Grande Mela era come un’icona riconoscibile in tutto il mondo. Si estendeva come un ponte immaginario dall’Empire State Building fino alle Torri Gemelle e bastava alzare gli occhi verso l’alto per avere dei punti di riferimento. Tuttavia, la corsa allo sviluppo edilizio, soprattutto in altezza, sta avvenendo alle spese di alcuni dei panorami più belli della città, al punto da far chiedere se non sia il caso di mettere delle regole. Sempre il quotidiano newyorkese cita gli esempi di capitali come Londra o San Pietroburgo o anche Roma dove esistono delle regolamentazioni che proteggono la vista.
L’unico panorama regolamentato a New York è quello su Lower Manhattan
Al momento la città di New York ha solo regolamentato il panorama su Lower Manhattan lungo l’East River dalla Brooklyn Heights Promenade. Per anni i residenti si sono goduti la splendida vista, tuttavia, come una beffa, la regola non vale per Manhattan. Da oltre il ponte di Manhattan, quindi, lo spettacolo è ora One Manhattan Square, un gigante da 81 piani a forma di zeta. «E ora di riconsiderare alcuni presupposti. La regolamentazione dei panorami iconici garantirebbe un’esperienza collettiva, un senso di identità condivisa e un significato civico in grado di legare i newyorkesi per generazioni nel corso dei secoli», ha detto Jorge Otero-Pailos, a capo del programma di conservazione storica della Columbia University.
Lutto nel mondo dei fumetti, proprio nel pieno di Lucca Comics and Games. Mercoledì 1 novembre 2023 è morto il noto fumettista Carlo Ambrosini, celebre autore di opere quali Napoleone, Jan Dix, nonché Dylan Dog e numerose altre. A dare il triste annuncio è stata la casa editrice con cui l’autore aveva instaurato una lunga e fruttuosa collaborazione, la Sergio Bonelli: «Se n’è andato l’amato creatore di Napoleone e Jan Dix. Disegnatore e sceneggiatore, capace di unire in un fumetto popolare l’intrattenimento con la Cultura, ha attraversato i generi e dato vita ad avventure indimenticabili. La redazione di via Buonarroti si stringe intorno alla famiglia in questo momento di dolore».
Chi era Carlo Ambrosini
Ambrosini era nato ad Azzano Mella (in provincia di Brescia) il 15 aprile 1954. Fece il suo ingresso nel mondo dei fumetti a metà degli Anni 70 e nel 1978 si unì al team di La storia d’Italia a fumetti di Enzo Biagi, pubblicata da Mondadori. Il suo esordio nel mondo dei fumetti vero e proprio si può far risalire all’uscita del numero 26 di Ken Parker, intitolato Pellerossa, nel 1980. Nel corso dei 15 anni seguenti diede vita a un’altra decina di albi dedicati a Ken Parker, e si inventò il personaggio medievale di Nico Macchia sulle pagine di Orient Express. Inoltre, scrisse sceneggiature per L’Indagatore dell’incubo.
Indimenticabile il suo lavoro sul personaggio di Napoleone
Ambrosini fu anche uno dei primi disegnatori a entrare nel team dell’iconico Dylan Dog, facendo il suo debutto ufficiale nella serie con il numero 15, Canale 666. Nel corso degli anni, continuò comunque a contribuire anche alle sceneggiature di L’Indagatore dell’Incubo fino a quando, dal 1997, si dedicò alla sua prima creazione personale per Bonelli, vale a dire Napoleone. Questo personaggio, un investigatore entomologo, ha appassionato i lettori sin dall’inizio, generando oltre 50 albi con una cadenza bimestrale e rimanendo in edicola per quasi un decennio.
L’ex senatore Marcello Dell’Utri ha parlato di Silvio Berlusconi a margine della cerimonia di iscrizione del nome del Cavaliere al Famedio del cimitero monumentale di Milano. I giornalisti gli hanno chiesto un commento sull’ex presidente del Consiglio, con cui ha condiviso un lungo rapporto personale d’amicizia e in politica. E Dell’Utri, in risposta a chi ha sottolineato come Berlusconi sia stato amato e criticato, lo ha paragonato a Mazzini, Manzoni e Cavour.
Dell’Utri: «Criticato come Cavour, Mazzini e Manzoni»
L’ex senatore ha risposto in maniera piccata, come riportato da Adnkronos: «Cosa volete dire, che domande sono? È stato criticato, anche Cavour è stato criticato, anche Mazzini, anche Manzoni, che senso ha? Non mi sembrano discorsi, è stato criticato non vuol dire nulla». E ha aggiunto: «Uno nella vita ha cose buone, cose meno buone. La vita è una sola, quindi bellezza, ombre, luci ma la bellezza rimane. Oggi è un giorno speciale, lasciamo stare discorsi un po’ peregrini, io non li guardo più i giornali». A Dell’Utri è stato chiesto anche di commentare le notizie su una spaccatura tra la famiglia Berlusconi e la premier Giorgia Meloni: «Non mi fate queste domande, andate a chiedere ad altri. Io ormai sono un po’ fuori da tutto».
Un ragazzo di 18 anni, Daniele Gnoffo, è morto in un incidente in moto a San Fior, in provincia di Treviso. I fatti si sono verificati nel pomeriggio di mercoledì 1 novembre 2023.
Stava provando la moto di un amico
Il giovane stava provando la moto di un amico quando, correndo verso la stazione dei treni, ha perso il controllo e con le ruote è salito sul marciapiede andando a urtare fatalmente contro un palo della luce. Secondo quanto riporta il Corriere del Veneto, i due amici erano soliti ritrovarsi in via Galilei, a San Fior, per gareggiare con le loro moto. Quando il ragazzo è rimasto a terra inerme, gli amici, preoccupati, hanno chiamato subito i soccorsi. Arrivati in elisoccorso, i medici hanno cercato di rianimare il giovane per 20 minuti, ma il ragazzo è deceduto in ambulanza durante il viaggio verso l’ospedale.
Chi era Daniele Gnoffo
Sempre come racconta il Corriere, Daniele Gnoffo avrebbe compiuto 19 anni l’11 dicembre. Viveva a Castello Roganzuolo ed era un grande appassionato di moto, tanto da partecipare a gare e raduni di cui condivideva video sui social. Era anche un ciclista e negli anni passati aveva gareggiato con la squadra ciclistica Sanvendemiano al Gran Premio Eccellenze Valli del Soligo e al Giro dell’Ain Bugey-Valromey in Francia.
Il Trattato non è mai stato ratificato da Stati Uniti e Cina
Il Trattato risale al 1996 e mette al bando tutte le esplosioni nucleari, compresi i test dal vivo, ma non è mai entrato in vigore perché alcuni Paesi chiave – tra cui Stati Uniti e Cina – non lo hanno mai ratificato. La Russia ha affermato che non riprenderà i test a meno che non lo faccia Washington e la revoca della ratifica non cambia la sua posizione sul nucleare, o il modo in cui condivide le informazioni sulle sue attività nucleari. Alcuni esperti occidentali di controllo degli armamenti, tuttavia, temono che la Russia possa minacciare un test nucleare per suscitare paura nel contesto della guerra in Ucraina, un’idea che i funzionari russi hanno minimizzato.
Russian President Vladimir Putin signed a law on the withdrawal of the Russian Federation’s ratification of the Comprehensive Nuclear Test Ban Treaty (CTBT)
The CTBT was adopted by the UN General Assembly in September 1996 and opened for signature in September of the same year.… pic.twitter.com/ftylODbEgK
L’Ue «deplora profondamente» la decisione della Russia
L’Unione Europea «deplora profondamente» la decisione della Russia di revocare la ratifica del trattato sulla messa al bando degli esperimenti nucleari. Lo ha affermato l’Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell in una dichiarazione a nome dell’Ue. «Ciò avviene nel contesto della guerra illegale di aggressione contro l’Ucraina e dopo mesi di retorica e minacce nucleari irresponsabili, alcune delle quali puntano specificamente alla ripresa dei test nucleari», ha segnalato. «L’Unione europea invita la Russia a continuare a rispettare lo scopo e l’obiettivo del trattato. In quanto Stato parte del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, la Russia si è impegnata a lavorare per una rapida entrata in vigore del trattato sulla messa al bando degli esperimenti nucleari. Nel contesto delle Conferenze Articolo XIV, la Russia si è impegnata a promuovere il Trattato al più alto livello politico e attraverso tutti i canali bilaterali e multilaterali disponibili. Quest’ultima misura rappresenta un grave passo indietro rispetto a questi impegni, aggravato dallo status della Russia come membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite». L’Ue continua dunque a invitare tutti gli Stati a firmare e ratificare il trattato senza precondizioni o ulteriori ritardi e afferma di restare pienamente impegnata a promuovere l’entrata in vigore e l’universalizzazione del trattato oltre che a perseguire i suoi obiettivi per un mondo libero dai test nucleari.
Più che l’opposizione poté Scherzi a parte, nota e a questo punto profetica trasmissione di punta della tivù berlusconiana che aveva capito tutto sulla vulnerabilità di vip e potenti. Alla sua legge non è sfuggita Giorgia Meloni, che nel giro di un mese è stata protagonista di due episodi che la evocano. I fuorionda del suo compagno Andrea Giambruno, la performance del duo comico russo Vovan e Lexus che hanno potuto tranquillamente chiamare Palazzo Chigi, chiedere di lei, e parlarci per una mezz’ora spacciandosi come rappresentanti dell’Unione africana.
ENGLISH SUBTITLES
The Russian comedy duo Vovan and Lexus made a prank call to Italian PM Giorgia Meloni pretending to be the head of the African Union.
In the call (confirmed as authentic by the Italian government) Meloni said that all her European colleagues are already… pic.twitter.com/ybad9AkoZv
— Crazy Ass Moments in Italian Politics (@CrazyItalianPol) November 1, 2023
Talò capro espiatorio, Belloni stimatissima dalla premier
La vicenda ha evocato un famoso episodio di Totòtruffa, protagonisti il principe De Curtis e Nino Taranto nei panni di sedicenti diplomatici del Catonga, ma il discorso è molto più serio. E richiama all’estrema facilità con cui viene bucato l’apparato di sicurezza e protezione del primo ministro, che ha già trovato nel consigliere diplomatico Francesco Talò il suo capro espiatorio. Ma non sarà l’unico, perché anche i Servizi e chi li guida, ossia Elisabetta Belloni, commis di Stato stimatissima da Meloni, dovranno dire qualcosa. Rotoleranno, inevitabilmente, molte teste.
Meloni e quella irresistibile attrazione per le barbe finte
Ma l’impressione è che l’affaire Giambruno e questo dei finti africani metteranno in discussione il ruolo della nostra intelligence, ma soprattutto quel che ne pensa Meloni, che come tutti i suoi predecessori (Giuseppe Conte più di tutti) prova una irresistibile attrazione verso il mondo delle barbe finte. Per altro ricambiata, perché se un primo ministro vede negli apparati di spionaggio un possibile strumento di difesa e offesa, contando sulla mole di dossier e informativa sui suoi avversari politici di cui può disporre, gli 007 pensano di trovare copertura alle loro operazioni più o meno ortodosse. Insomma, si è sempre trattato di un matrimonio dove i due contraenti hanno trovato modo di coltivare i loro interesse senza pestarsi i piedi.
Andreotti diceva che fidarsi troppo dei Servizi porta sempre male
A patto però che non ci siano incidenti di percorso che danneggiano l’uno o l’altro, come nel caso dei diplomatici del Catonga, ma in parte anche in quello dei fuorionda di Giambruno. Possibile, ci si chiedeva a proposito della guasconata di Striscia, che all’interno di Mediaset tutti sapessero tranne, a loro dire, i padroni dell’azienda e invece nulla sia arrivato alle orecchie delle nostre spie? Non sarà che le maglie della vigilanza presentano troppi strappi? Siccome c’è da mesi in ballo una riforma dei Servizi, di cui si sta occupando il potente sottosegretario Alfredo Mantovano, che sta provocando al loro interno molta agitazione, potrebbe essere che qualcuno si sia distratto. Viene in mente quel che diceva Giulio Andreotti. Fidarsi troppo dei Servizi porta sempre male. Perché i loro generali alla fine sanno fare una sola guerra: quella tra di loro.
Alla morettiana domanda «mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?» è ormai evidente che la risposta è la seconda: si è notato molto più l’annuncio dell’assenza di Zerocalcare al Lucca Comics per via del patrocinio di Israele, e l’hanno notato sopratutto giornali, giornalisti e commentatori sui social, che da giorni stanno dando il peggio di sé trasformando la guerra tra Hamas e Israele in una guerricciola domestica tra bande, fatta di frecciatine, accuse e insulti. L’ultimo episodio della saga ha fatto scoppiare un caso dentro la Repubblica, il quotidiano diretto da Maurizio Molinari e accusato di essere un po’ troppo schiacciato su posizioni pro Israele. Sull’edizione del 2 novembre del giornale, Francesco Merlo ha vergato un editoriale al veleno contro i «disertori» della mostra del fumetto, prendendosela soprattutto col bersaglio più grosso, appunto Zerocalcare (tra l’altro ex collaboratore di Repubblica), che «neppure si rende conto di somigliare ad Hamas e gli pare una gran figata buttare i suoi razzi di fumo-fumetto su Israele, così si decora la coscienza e si sente come le pantere nere alle Olimpiadi del 1968». Un’uscita che ha creato una spaccatura all’interno dello stesso giornale fondato da Eugenio Scalfari.
«Argomentazioni che nulla c’entrano con le idee di Zerocalcare»
La cronista Zita Dazzi si è subito smarcata da Merlo: «Oggi su Repubblica, giornale su cui scrivo dal 1989, leggo su un editoriale in cui non mi riconosco», ha scritto su X. Stessa posizione per il giornalista Matteo Pucciarelli: «Lavoro a Repubblica dal 2012 e voglio bene al giornale. Proprio per questo sento l’esigenza, a titolo personale, di prendere pubblicamente le distanze da argomentazioni che offendono Zerocalcare e non solo, deformandone e irridendone idee e valori». Anche Viola Giannoli si è accodata alla protesta social: «Condivido con Pucciarelli lo stesso amore per il nostro giornale e lo stesso disagio per argomentazioni che nulla c’entrano con le idee e le biografie di Zerocalcare, Murgia e altri».
Condivido con @il_pucciarelli lo stesso amore per il nostro giornale e lo stesso disagio per argomentazioni che nulla c’entrano con le idee e le biografie di @zerocalcare, murgia e altri https://t.co/WLspupShju
Poi il rettore dell’Università per stranieri di Siena Tomaso Montanari: «Scrivendo su il Venerdi di Repubblica sento anche io il dovere di esecrare pubblicamente la violenza verbale e morale dell’articolo di Merlo contro Zerocalcare e non solo. Di tutto abbiamo bisogno ora tranne che di questa gratuita violenza».
La risposta che il fumettista aveva dato «a uno scemo a campione»
Zerocalcare tra l’altro aveva anche provato a controbattere alla critiche che gli erano arrivate dopo l’annuncio della sua decisione, rispondendo «a uno scemo a campione» (in quel caso era il vicedirettore del FoglioMaurizio Crippa), «ma vale per tutti quelli che fanno finta di confondere la richiesta di finire bombardamenti e apartheid con l’appoggio a formazioni islamiste o antisemite. Sono stato più volte in Siria quando c’era l’Isis per supportare i curdi e chi combatte sul campo il jihadismo. Lo faccio ancora tutti i giorni come posso. Amiche e amici miei più coraggiosi di me ai jihadisti gli sono andati a sparare direttamente. Tu esattamente che cazzo fai?». Ora l’editoriale di Merlo e la reazione di una parte dei giornalisti sottolineano la presenza dentro lo stesso quotidiano di due anime che sul conflitto in Medio Oriente sono contrapposte e apparentemente inconciliabili.
Brooke Shields è stata ricoverata priva di conoscenza per una grave crisi epilettica in un ospedale di New York e si è svegliata con accanto Bradley Cooper. Lo ha rivelato la stessa attrice e modella, 58 anni, in un’intervista a Glamour.
Brooke Shields ricoverata a settembre 2023 per una crisi epilettica
L’episodio, accaduto il 7 settembre 2023, ha rappresentato una seria preoccupazione di salute per la Shields in quanto si è trattato di una crisi di tipo tonico-clonico, ossia il tipo più grave di crisi epilettica, proprio a pochi giorni l’inizio del suo one woman show Previously Owned by Brooke Shields. L’attrice ha raccontato che si stava preparando per lo show quando ha iniziato a sentirsi strana e disorientata. La situazione è peggiorata una volta uscita di casa per andare al ristorante. All’improvviso tutto è diventato nero ed è finita con la testa contro il muro. «Mi è venuta la schiuma alla bocca», ha detto. Poi si è ritrovata su un’ambulanza attaccata all’ossigeno.
Bradley Cooper al suo fianco in ospedale
Quando ha ripreso conoscenza, era in una stanza d’ospedale e con sua incredulità aveva accanto Bradley Cooper che le teneva la mano. All’inizio ha pensato di essere morta, poi il mistero della presenza dell’attore è stato spiegato. Il sommelier del ristorante dove si è sentita male ha cercato di rintracciare il marito Chris, ma ha risposto invece un assistente che ha chiamato un altro assistente che a sua volta ha contattato Cooper che, per caso, si trovava in zona ed è salito con lei in ambulanza. Shields è stata messa in un reparto di terapia intensiva. Dopo una serie di analisi, è risultato che la crisi è stata causata da una carenza di sodio, probabilmente perché aveva bevuto troppa acqua. «Ho come inondato il mio corpo», ha spiegato, «se non c’è abbastanza sodio nel sangue o nelle urine si può rischiare una crisi epilettica».
Antonio Folletto, nato a Napoli il 16 febbraio 1988, è un attore italiano. È conosciuto per aver partecipato alla serie di successo A casa tutti bene (2021-in corso).
Antonio Folletto: biografia e carriera
Dopo aver conseguito il diploma all’Accademia nazionale d’arte drammatica di Roma, ha partecipato a numerose produzioni teatrali e televisive. A partire dal 2007, a teatro, ha preso parte allo spettacolo Troisi è sempre Troisie nel 2010 ha recitato in Super Woody, seguito da altri spettacoli come Le profetiche sorelle (2010), Consenziente e dissenziente (2011), Battuta libera (2011), Il sentiero dei passi pericolosi (2013) e I messaggeri e I mostri (2014). L’attore ha debuttato in tv con la serie Terra ribelle – Il nuovo mondo, Trilogia Anni 70 nel 2012 seguita dalla miniserie Gli anni spezzati nel 2014. Nello stesso anno ha cominciato a recitare anche al cinema nel film di Marco Risi Tre tocchi.
Oltre alle serie tv e ai film già citati, nel 2015 sul grande schermo ha preso parte al film L’attesa, di Piero Messina, seguito da Capri-Revolution, regia di Mario Martone (2018), Un nemico che ti vuole bene, regia di Denis Rabaglia (2018), La vacanza, regia di Enrico Iannaccone (2019) e SottoCoperta, regia di Simona Cocozza (2023). In televisione, invece, ha recitato in diverse serie e fiction importanti come Il restauratore (2014), Sotto copertura (2015, 2017), Gomorra – La serie (2016), I bastardi di Pizzofalcone (2017-in corso) e A casa tutti bene – La serie (2021-in corso).
Antonio Folletto: la vita privata
L’attore è stato sposato con l’attrice e modella Matilda Lutz e il 13 settembre 2018 è nato il loro primo figlio Oliver Antonio. La coppia si è separata nel 2022.
Cresce l’attesa per l’uscita di Now and Then, l’ultimo inedito dei Beatles in arrivo il 2 novembre. Al brano, che vanterà la voce di John Lennon e la presenza di Paul McCartney, Ringo Starr e George Harrison, farà seguito il giorno seguente un videoclip diretto da Peter Jackson, già autore del documentario Get Back. Il neozelandese, noto regista de Il Signore degli Anelli, esordirà così nel campo musicale, seguendo una tendenza molto diffusa nella storia del cinema. Prima di lui, infatti, diversi cineasti di Hollywood avevano collaborato con le star del palcoscenico, dando vita a clip rimaste nella storia. È il caso di Martin Scorsese, che per Michael Jackson ha diretto Bad, o di Tim Burton, che ha lavorato al fianco dei Killers. Non mancano i casi in Italia, da Luca Guadagnino con Paola e Chiara ai Manetti Bros. per Piotta.
I 10 videoclip musicali più famosi diretti dai grandi registi del cinema
Luca Guadagnino fra Ornella Vanoni, Elisa e il duo Paola e Chiara
Leone d’Argento a Venezia 2022 per Bones and All, Luca Guadagnino ha lavorato anche con le star della musica. Nel 2000 infatti diresse Paola e Chiara nel loro successo più iconico, Vamos a Bailar (Esta vida nueva), capace di far ballare spiagge, piazze e festival per un’estate intera. L’anno successivo, il regista di Chiamami col tuo nome e del remake di Suspiria ha lavorato anche con Elisa per il brano Luce (tramonti a nord est), vincitore del Festival di Sanremo. Nel 2021 invece ha diretto Toy Boy di Colapesce Dimartino e Ornella Vanoni.
I Manetti Bros. hanno diretto Supercafone di Piotta
Ben più vasta la lista di videoclip musicali che vantano la regia dei Manetti Bros., autori della trilogia di Diabolik giunta al terzo capitolo presentato alla Festa del Cinema di Roma. Il più famoso è certamente Supercafone, successo del 1999 targato Piotta con protagonista anche l’attore Valerio Mastandrea. I due cineasti hanno però lavorato anche con gli 883 in Come deve andare e Bella vera, oltre che con Alex Britti per le sue hit Mi piaci e Solo una volta. Senza dimenticare la collaborazione con Gigi D’Alessio per il singolo Il cammino dell’età.
Tim Burton, suo il videoclip di Bones dei Killers
Passando al campo internazionale, è impossibile non vedere il tocco di Tim Burton in Bones dei Killers. Il regista di Nightmare before Christmas e della serie Netflix Mercoledì ha infatti diretto nel 2006 il videoclip della band di Brandon Flowers in cui compare anche la modella Devon Aoki. Nel filmato i protagonisti, tra cui gli stessi musicisti, si trasformano in scheletri mentre si trovano in un drive-in. Burton ha collaborato nuovamente con i Killers sei anni dopo, nel 2012, dirigendo per loro Here with Me con Winona Ryder che racconta l’amore a tinte dark tra un ragazzo e la star di Hollywood.
Winona Ryder and Tim Burton behind the scenes of The Killers' Here with me (2012) Dir. Burton pic.twitter.com/NEm5rViFPh
Martin Scorsese e John Landis al servizio di Michael Jackson
Nel corso della sua carriera, Michael Jackson ha realizzato videoclip leggendari. Su tutti spicca Bad che nella versione integrale dura 18 minuti e vanta la regia di Martin Scorsese. Costato oltre 2,2 milioni di dollari, che segnò un record nel 1986, richiese quattro giorni di lavoro e fermò persino la produzione di un film. Il regista era infatti impegnato sul set de Il colore dei soldi con Tom Cruise e Paul Newman, ma mise in pausa le riprese per spostare la sua troupe a New York. Il re del Pop ha collaborato invece con John Landis, autore di Una poltrona per due e The Blues Brothers, per il suo singolo più famoso, Thriller, e per Black or White, in cui appare anche un giovane Macaulay Culkin, che interpreta un fan di MJ.
David Fincher ha diretto Madonna nel videoclip di Vogue
Regista di Fight Club e The Social Network, solo per citarne alcuni, David Fincher ha diretto il videoclip di MadonnaVogue. Girato in bianco e nero, richiamando il look dei film Anni 30, è considerato uno dei più belli di sempre, tanto da issarsi al 28esimo posto di tutti i tempi per Rolling Stone. I due avevano anche collaborato in precedenza per i singoli Express Yourself e On Father.
Xavier Dolan e Adele insieme per Hello e Easy on Me
Gran Prix al 69esimo Festival di Cannes per È solo la fine del mondo, il regista canadese Xavier Dolan ha diretto due importanti videoclip nella carriera di Adele. Sua infatti la mano dietro a Hello, che nel 2015 segnò il ritorno della cantante britannica dopo quattro anni di assenza. Girato a Montréal, racconta la stagione degli addii e l’abbandono con l’artista intenta a meditare sui ricordi in una casa spoglia e vuota. I due hanno collaborato anche per Easy on Me del 2021, primo estratto del disco 30.
Brian De Palma al servizio del Boss per Dancing in the Dark
Autore di Scarface, Carrie – Lo sguardo di Satana e del primo capitolo di Mission: Impossibile, Brian De Palma ha lavorato anche al fianco di Bruce Springsteen. Il regista americano ha infatti realizzato per il Boss il videoclip di Dancing in the Dark, brano del 1984 e primo estratto dell’album Born in the Usa. Nel filmato, che immortala anche la serata di apertura del tour omonimo della rockstar statunitense, è presente una giovanissima Courteney Cox, che all’epoca aveva appena 20 anni. Dieci anni dopo sarebbe diventata nota per aver interpretato Monica Geller nella sitcom Friends.
Marc Webb ha diretto il videoclip 21 Guns dei Green Day
Nel 2009, un anno prima di assumere la regia di The Amazing Spider-Man, Marc Webb lavorò a 21 Guns dei Green Day. Con la band aveva già collaborato per Waiting, mentre più recentemente ha diretto anche Avril Lavigne in Wish You Were Here e Zayn e Sia in Dusk Till Dawn. Nel filmato i due protagonisti, interpretati dagli attori Lisa Stelly e Josh Boswell, replicano anche la foto che campeggia sulla copertina di 21st Century Breakdown, album di Billie Joe Armstrong e soci che contiene il singolo.
Anton Corbijn fra Nirvana e Depeche Mode
Regista olandese di Control e Life, Anton Corbijn ha lavorato a numerosi videoclip musicali prima di iniziare la sua carriera a Hollywood. Il regista ha legato il suo nome principalmente a grandi star del palcoscenico, fra cui è impossibile dimenticare Nirvana e Depeche Mode. Per i primi infatti diresse nel 1993 Heart-Shaped Box, uno dei singoli più celebri dell’album In Utero, terzo e ultimo progetto in studio con Kurt Cobain uscito dopo il grande successo di Nevermind. Tre anni prima aveva invece collaborato con i Depeche Mode per il singolo Enjoy the Silence. Un cult che vede il frontman Dave Gahan nei panni di un re che attraversa Regno Unito, Svizzera e Portogallo.
Robert Rodgriguez con Demi Lovato, Lady Gaga e Ariana Grande
Grande amico di Quentin Tarantino, con cui ha collaborato per Kill Bill e Grindhouse, Robert Rodriguez è autore di film cult come Sin City, Dal tramonto all’alba e Machete. In carriera ha realizzato anche due videoclip musicali. Il primo risale al 2015, quando diresse Confident per Demi Lovato, che si trasforma in una guerriera action al fianco della special guest Michelle Rodriguez. Nel 2020 ha invece realizzato per Lady Gaga e Ariana GrandeRain on Me, incluso nell’album Chromatica. Il suo tocco è chiaramente visibile grazie all’atmosfera dark del filmato, girato in una città sotto la pioggia.
La parte ebraica del cimitero centrale di Vienna, nella notte tra l’1 e il 2 novembre 2023, è stata teatro di incendi e devastazioni. Oskar Deutsch, presidente della Società religiosa israelita in Austria (Irg) e presidente della comunità ebraica della città, ha scritto su X che «l’anticamera della sala cerimoniale è stata bruciata e svastiche sono state disegnate con lo spray sui muri esterni». Lo stesso ha aggiunto che nessuna persona è rimasta ferita e che sull’accaduto stanno indagando i vigili del fuoco e la polizia.
In der Nacht wurde am jüdischen Teil des Zentralfriedhofs (IV. Tor) ein Brand gelegt. Der Vorraum der Zeremonienhalle ist ausgebrannt. An Außenmauern wurden Hakenkreuze gesprayt. Personen kamen nicht zu Schaden. Feuerwehr und Polizei ermitteln. pic.twitter.com/LLvCrrXIge
Il cancelliere Karl Nehammer: «Condanno l’attacco»
Quanto accaduto è stato commentato dal cancelliere austriaco Karl Nehammer, che su X ha scritto: «Condanno fermamente l’attacco al cimitero ebraico di Vienna. L’antisemitismo non ha posto nella nostra società e sarà combattuto con tutti i mezzi politici e legali. Spero che i colpevoli vengano rapidamente identificati». Della stessa opinione il presidente austriaco Alexander Van der Bellen, che si è detto «profondamente scioccato». «Il numero di episodi di antisemitismo in Austria è aumentato in modo significativo nelle ultime settimane. Tutto questo deve finire!», ha aggiunto.
Ich verurteile den Anschlag auf den jüdischen Friedhof in Wien auf das Schärfste. Antisemitismus hat keinen Platz in unserer Gesellschaft und wird mit allen politischen und rechtsstaatlichen Mitteln bekämpft. Ich hoffe, die Täter werden rasch ausgeforscht. https://t.co/spcFXh370K
Silvio Berlusconi è entrato ufficialmente a far parte della schiera di personaggi che hanno reso grande la città di Milano. Il nome dell’ex premier, infatti, è stato iscritto al Famedio di Milano, pantheon dei cittadini che hanno dato lustro alla città. Insieme a lui altre 13 persone sono state inserite, giovedì 2 novembre 2023, nel Tempio della fama all’interno del Cimitero monumentale dove riposano anche le spoglie di Alessandro Manzoni.
«Personalità strabordante ma cruciale nella storia milanese e italiana»
La presidente del Consiglio comunale Elena Buscemi, che presiede la commissione del Famedio, ha sottolineato nel suo discorso quanto la figura di Berlusconi sia stata «apprezzata ma anche criticata». Nelle motivazioni della commissione del Comune per le iscrizioni si legge: «Con l’iscrizione al Famedio la nostra città rende merito al ragazzo dell’Isola, all’imprenditore creatore di decine di migliaia di posti di lavoro, al leader politico e al segno indelebile lasciato dal suo talento visionario, così come dalla sua personalità strabordante, tanto apprezzati quanto criticati, ma senza alcun dubbio cruciali nella storia recente di Milano e dell’Italia».
Alla cerimonia il fratello Paolo e gli amici Dell’Utri e Confalonieri
Alla cerimonia hanno presenziato il fratello Paolo Berlusconi, gli amici di una vita Marcello Dell’Utri e Fedele Confalonieri e alcuni esponenti di Forza Italia tra cui Adriano Galliani, suo amico di lunga data che occupa il suo seggio in Senato, la capogruppo a Palazzo Madama Licia Ronzulli e il deputato Alessandro Cattaneo.
Lufthansa ha comunicato di attendere il via libera dall’Antitrust Ue per l’acquisizione del 41 per cento di Ita Airways «per inizio 2024». Lo si legge nel comunicato della compagnia sui conti del terzo trimestre, chiuso con ricavi in rialzo dell’8 per cento a 10,3 miliardi di euro, un utile netto in crescita a 1,2 miliardi sullo stesso periodo dell’anno scorso (+47 per cento) e un Ebit rettificato pari a 1,46 miliardi (+31 per cento). Numeri a cui si aggiungono i passeggeri trasportati che, nel corso del periodo in analisi, sono stati 38 milioni. Per quello che riguarda i ricavi, si è trattato del miglior trimestre di sempre.
Spohr: «Periodo difficile ma rimane la fiducia nel futuro»
Carsten Spohr, amministratore delegato della compagnia aerea tedesca, ha commentato: «Vorremmo ringraziare i nostri clienti e i dipendenti del Gruppo Lufthansa per un’estate record, con ricavi e utili più alti mai raggiunti in un’estate – compreso un utile operativo di 1,5 miliardi di euro solo nel terzo trimestre. Tutte le compagnie aeree del nostro gruppo e Lufthansa Technik hanno contribuito a questo risultato con margini di profitto a due cifre». L’ad di Lufthansa ha poi concluso: «Anche se la situazione geopolitica rimane difficile, le nostre prospettive per quanto riguarda le prenotazioni ci danno motivo di essere positivi, non solo per un ottimo risultato del gruppo quest’anno, ma anche per il futuro».
La Giunta comunale della sindaca di Riccione Daniela Angelini è stata ripristinata. Il Consiglio di Stato ha infatti ribaltato la decisione del Tar, accogliendo l’appello presentato dalla coalizione di centro-sinistra contro l’annullamento delle elezioni del 2022 nel Comune in provincia di Rimini.
L’irregolarità che riguardava 26 schede è stata giudicata ininfluente
Il Consiglio di Stato ha ritenuto che le anomalie riscontrate durante le elezioni, che riguardavano 26 schede con irregolarità considerate di carattere formale, non erano così gravi da influenzare il risultato elettorale. La decisione è stata accolta con favore da diversi politici, tra cui il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad, e il segretario del Partito democratico di Riccione, Riziero Santi. Anche la sindaca Angelini si è detta soddisfatta della decisione del Tar: «Ha vinto Riccione, hanno vinto i riccionesi che finalmente potranno riavere l’amministrazione che avevano scelto. Ripartiamo subito, immediatamente», ha commentato. «Eravamo convinti di avere subito una grave ingiustizia che arrecava un grande danno soprattutto alla città. Per questo abbiamo avuto sin dal primo momento la convinzione di dovere presentare appello alla sentenza del Tar dell’Emilia Romagna». E su chi aveva presentato ricorso contro le elezioni del 2022 ha detto: «Si è assunto la responsabilità di lasciare Riccione senza un governo per molti mesi in piena estate: verrà giudicato dai cittadini ma ora è il momento, finalmente, di voltare pagina».
Sabato 4 novembre 2023 a Milano sono previste in contemporanea due opposte iniziative pro Israele e pro Palestina legate al conflitto in corso. La Lega alle 15.00 ha infatti organizzato una manifestazione pro Israele «per la difesa dell’Occidente, dei Diritti, della Sicurezza, della Pace, delle Libertà» in largo Cairoli, mentre alla stessa ora è previsto un corteo con partenza da porta Venezia a cui i giovani palestinesi chiedono di aderire. «Palestina libera, fermate il genocidio» è lo slogan di questo secondo appuntamento.
«Scendete in piazza con noi contro il colonialismo israeliano»
«Come comunità palestinese della Lombardia, Giovani Palestinesi d’Italia, Unione Democratica Arabo- Palestinese e Associazione dei Palestinesi in Italia parteciperemo al corteo che si terrà alle 15 in Porta Venezia», spiegano in un post su Instagram gli organizzatori, che hanno aggiunto: «Dal 7 ottobre Israele ha massacrato quasi 10 mila persone, la maggior parte bambini sotto lo sguardo complice di tutto l’Occidente – Italia compresa». Per questo chiedono a tutte le persone «solidali con la causa di liberazione palestinese di scendere in piazza con noi e fare di tutto affinché ci sia giustizia per un popolo che resiste al colonialismo israeliano da più di 75 anni».
Il premier giapponese Fumio Kishida ha annunciato un piano di sostegno all’economia del valore di 17 mila miliardi di yen, l’equivalente di poco più di 106 miliardi di euro, nell’ambito delle politiche di sostegno al potere di acquisto per i ceti medio-bassi che continuano a essere usurati dal rialzo dell’inflazione. Secondo il piano attuale, il governo utilizzerà circa 3.500 miliardi di yen per attuare un taglio fiscale di 40 mila yen (250 euro) a contribuente, mentre ulteriori 1.000 miliardi di yen saranno stanziati per restituire 70 mila yen alle famiglie a basso reddito.
Il premier Kishida interviene su benzina e bollette energetiche
Altre misure includono sovvenzioni per abbassare i prezzi della benzina e le bollette energetiche, oltre a un piano di riqualificazione di alcune categorie di lavoratori come parte dell’impegno del governo di investire nelle risorse umane delle aziende. L’aumento dei prezzi dei beni primari colpisce le famiglie giapponesi in un momento in cui la crescita dei salari reali non riesce a tenere il passo con l’inflazione. Kishida ha voluto sottolineare la necessità di aumenti salariali adeguati e continuativi, fornendo al contempo un supporto per contenere l’aumento del costo della vita.
È l’allerta arancione in Liguria, in particolare sul Levante della regione, quindi nel Tigullio e nello Spezzino oltre che nei bacini padani orientali. Nella serata di mercoledì 1 novembre e nella notte di giovedì 2 novembre 2023 sono stati registrati rovesci localmente intensi con 121.8 millimetri in due ore a Mele, 80 a Giacopiane nel Comune di Borzonasca e 100 mm a Busalla. Al momento la situazione è sotto controllo.
Il presidente Toti: «Stiamo monitorando costantemente la situazione»
Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e l’assessore alla Protezione civile Giacomo Giampedrone hanno dichiarato: «Stiamo monitorando costantemente la situazione. La nostra regione, in questi ultimi giorni, sta attraversando una forte ondata di maltempo, con piogge diffuse che stanno saturando i terreni, soprattutto a Levante. Nell’ultimo mese sono caduti circa 500 millimetri di pioggia. È importante non abbassare la guardia e porre la massima attenzione. Per la giornata di giovedì 2 novembre si prevede la parte più consistente delle precipitazioni, dalla tarda mattinata fino a tutta la serata, in particolare su Levante ed entroterra». Per quanto riguarda le condizioni del mare, è attesa una mareggiata intensa accompagnata da venti molto forti da Sud-Ovest su tutta la regione.
La procura di Milano iscriverà nel registro degli indagati, con l’ipotesi di omicidio stradale, il giovane che mercoledì 1 novembre 2023 era alla guida di una delle tre auto coinvolte nell’incidente stradale di via Forlanini a Milano. Il ragazzo, 28 anni, è risultato positivo all’alcol test e senza patente. Nello scontro sono morti due giovani di 26 e 24 anni e nove persone sono rimaste ferite.
Sequestrate le telecamere e le auto coinvolte nel sinistro
Il pm di turno Luca Gaglio ha ricevuto l’informativa della polizia locale, ha sequestrato le telecamere lungo il viale e le auto coinvolte nell’incidente e dovrà disporre l’autopsia. Gli investigatori stanno ascoltando le versioni dei testimoni, tra cui i sopravvissuti. Le prime informazioni suggeriscono che l’incidente si sia verificato in due fasi: prima una collisione tra due auto, seguita da un coinvolgimento di una terza auto che ha colpito le persone al di fuori delle vetture. I ragazzi deceduti con ogni probabilità tornavano da una festa per la notte di Halloween.
Esce dal carcere dopo un anno Francesco Patamia, candidato alla Camera con la lista Noi moderati nel collegio di Piacenza, coinvolto nell‘inchiesta Radici della Dda di Bologna e della Guardia di finanza.
Per Patamia arresti domiciliari con braccialetto elettronico
Il tribunale della Libertà, dopo l’appello dell’avvocato difensore Fausto Bruzzese, ha infatti disposto la sostituzione della misura della custodia in carcere con gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. I giudici del tribunale bolognese (presidente Andrea Santucci, relatore Gianluca Petragnani Gelosi), depositeranno in seguito le motivazioni dell’ordinanza sul 35enne, che il 19 ottobre è stato nel frattempo rinviato a giudizio insieme ad altri 30 imputati.
Le accuse, da associazione a delinquere a estorsione
L’indagine contesta a vario titolo i reati di associazione a delinquere, bancarotta, autoriciclaggio, intestazione fittizia e estorsione, in alcuni casi con l’aggravante di aver agito con metodi di ‘Ndrangheta. Gli investigatori hanno inoltre approfondito i legami dei personaggi coinvolti con le ‘ndrine Mancuso di Limbadi e Piromalli di Gioia Tauro. Gli investimenti illeciti, avvenuti anche in piena emergenza Covid, avevano riguardato esercizi commerciali soprattutto del litorale romagnolo e aziende edili, della ristorazione e dolciarie. Nel corso dell’udienza preliminare Patamia aveva chiesto e ottenuto di essere interrogato dal gup.