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L’editoriale di Merlo contro Zerocalcare apre un caso dentro la Repubblica
Alla morettiana domanda «mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?» è ormai evidente che la risposta è la seconda: si è notato molto più l’annuncio dell’assenza di Zerocalcare al Lucca Comics per via del patrocinio di Israele, e l’hanno notato sopratutto giornali, giornalisti e commentatori sui social, che da giorni stanno dando il peggio di sé trasformando la guerra tra Hamas e Israele in una guerricciola domestica tra bande, fatta di frecciatine, accuse e insulti. L’ultimo episodio della saga ha fatto scoppiare un caso dentro la Repubblica, il quotidiano diretto da Maurizio Molinari e accusato di essere un po’ troppo schiacciato su posizioni pro Israele. Sull’edizione del 2 novembre del giornale, Francesco Merlo ha vergato un editoriale al veleno contro i «disertori» della mostra del fumetto, prendendosela soprattutto col bersaglio più grosso, appunto Zerocalcare (tra l’altro ex collaboratore di Repubblica), che «neppure si rende conto di somigliare ad Hamas e gli pare una gran figata buttare i suoi razzi di fumo-fumetto su Israele, così si decora la coscienza e si sente come le pantere nere alle Olimpiadi del 1968». Un’uscita che ha creato una spaccatura all’interno dello stesso giornale fondato da Eugenio Scalfari.
Grazie @reppomanuno
condivido con grande approvazione questo post oggi che su @repubblica , giornale su cui scrivo dal 1989, leggo su @zerocalcare un editoriale in cui non mi riconosco https://t.co/FyRRPiS0PA— zitadazzi (@zitadazzi) November 2, 2023
«Argomentazioni che nulla c’entrano con le idee di Zerocalcare»
La cronista Zita Dazzi si è subito smarcata da Merlo: «Oggi su Repubblica, giornale su cui scrivo dal 1989, leggo su un editoriale in cui non mi riconosco», ha scritto su X. Stessa posizione per il giornalista Matteo Pucciarelli: «Lavoro a Repubblica dal 2012 e voglio bene al giornale. Proprio per questo sento l’esigenza, a titolo personale, di prendere pubblicamente le distanze da argomentazioni che offendono Zerocalcare e non solo, deformandone e irridendone idee e valori». Anche Viola Giannoli si è accodata alla protesta social: «Condivido con Pucciarelli lo stesso amore per il nostro giornale e lo stesso disagio per argomentazioni che nulla c’entrano con le idee e le biografie di Zerocalcare, Murgia e altri».
Condivido con @il_pucciarelli lo stesso amore per il nostro giornale e lo stesso disagio per argomentazioni che nulla c’entrano con le idee e le biografie di @zerocalcare, murgia e altri https://t.co/WLspupShju
— viola giannoli (@violagiannoli) November 2, 2023
Poi il rettore dell’Università per stranieri di Siena Tomaso Montanari: «Scrivendo su il Venerdi di Repubblica sento anche io il dovere di esecrare pubblicamente la violenza verbale e morale dell’articolo di Merlo contro Zerocalcare e non solo. Di tutto abbiamo bisogno ora tranne che di questa gratuita violenza».

La risposta che il fumettista aveva dato «a uno scemo a campione»
Zerocalcare tra l’altro aveva anche provato a controbattere alla critiche che gli erano arrivate dopo l’annuncio della sua decisione, rispondendo «a uno scemo a campione» (in quel caso era il vicedirettore del Foglio Maurizio Crippa), «ma vale per tutti quelli che fanno finta di confondere la richiesta di finire bombardamenti e apartheid con l’appoggio a formazioni islamiste o antisemite. Sono stato più volte in Siria quando c’era l’Isis per supportare i curdi e chi combatte sul campo il jihadismo. Lo faccio ancora tutti i giorni come posso. Amiche e amici miei più coraggiosi di me ai jihadisti gli sono andati a sparare direttamente. Tu esattamente che cazzo fai?». Ora l’editoriale di Merlo e la reazione di una parte dei giornalisti sottolineano la presenza dentro lo stesso quotidiano di due anime che sul conflitto in Medio Oriente sono contrapposte e apparentemente inconciliabili.