Leonardo Pieraccioni, nato a Firenze il 17 febbraio 1965, è un attore, regista, sceneggiatore e comico italiano. Ha esordito in televisione grazie all’amico Carlo Conti nel 1981, quando quest’ultimo ha presentato il programma Un ciak per artisti domani.
Leonardo Pieraccioni: biografia e carriera
Prima di approdare al cinema, ha condotto sempre insieme a Carlo Conti il varietà Succo d’Arancia. Ha poi debuttato su Rai 2 con il programma Il piacere dell’estate nel 1988 e alcuni anni dopo è sbarcato anche su Mediaset in Deejey Television, comparendo con uno sketch comico. La sua prima esperienza cinematografica è del 1991, quando Alessandro Benvenuti l’ha voluto per il film Zitti e mosca. Pieraccioni ha continuato a fare per diversi anni televisione, anche accanto a Raffaella Carrà in Fantastico 12, ma nel 1995 con I laureati ha firmato l’inizio della sua carriera come sceneggiatore, attore e regista.
Da qui in poi per lui solo grandi successi. Nel 1996 è diventato famoso per il film Il ciclone entrato nella top ten dei film di maggior incasso di sempre in Italia. L’anno successivo ha poi fatto uscire Fuochi d’artificio, due anni più tardi Il pesce innamorato e nel 2001 Il principe e il pirata. È poi tornato in sala nel 2003 con il film Il paradiso all’improvviso con Anna Maria Barbera e due anni più tardi con la pellicola Ti amo in tutte le lingue del mondo. Nel 2007, in Una moglie bellissima, ha diretto la compagna dell’epoca Laura Torrisi, mentre nel 2009 è uscito Io & Marylin. Finalmente la felicità. Nel 2015 ha cominciato le riprese del film Il professor Cenerentolo, uscito lo stesso anno, mentre più di recente ha realizzato Se son rose nel 2018 e Il sesso degli angeli nel 2022.
Leonardo Pieraccioni: compagna e figli
Pieraccioni ha avuto diverse relazioni con le sue colleghe attrici, tra cui Laura Torrisi conosciuta nel 2007. Da lei ha avuto una figlia, Martina, nata nel 2010. L’attuale compagna dell’attore e regista si chiama invece Teresa Magni. Di origini toscane e di 16 anni più giovane di lui, ha una figlia avuta da un precedente matrimonio. Fa la parrucchiera e non ama stare sotto i riflettori.
Charlie Watts, storico batterista dei Rolling Stones morto a 80 anni il 24 agosto 2021, era anche un appassionato collezionista. Parte del suo ‘tesoro’ andrà all’asta il 28 e 29 settembre da Christie’s, dopo essere stato esposto fra Usa e Regno Unito. Fra i pezzi più pregiati dozzine di rare prime edizioni letterarie, tra cui romanzi di Agatha Christie e Arthur Conan Doyle. «Apprezzava il tempo a casa e leggeva per strada», ha ricordato alla Bbc Paul Sexton, autore della biografia Charlie’s Good Tonight. «Non ha fatto questi acquisti pensando al loro valore, ma solo per passione e per la soddisfazione nel possederli». Oltre ai libri, della collezione fanno parte anche dischi, pezzi di argenteria vintage e cimeli della Guerra civile americana.
Dai libri ai dischi jazz, la collezione privata di Charlie Watts
Fra i pezzi più preziosi della biblioteca privata di Charlie Watts spicca una rara prima edizione de Il grande Gatsby, il cui valore è stimato tra le 200 e le 300 mila sterline (240-350 mila euro circa). All’interno la dedica dell’autore Scott Fitzgerald ad Harold Goldman, sceneggiatore con cui lavorò per Un americano a Oxford nel 1938. All’asta anche una prima edizione de Il mastino di Baskerville di Arthur Conan Doyle. Non mancano rare copie dei romanzi di Agatha Christie e James Joyce, oltre a una bozza primaria di Ritorno a Brideshead di Evelyn Waugh. Si tratta di una versione mai arrivata in commercio, in quanto l’autrice cambiò il finale e i nomi di alcuni protagonisti prima di consegnarlo all’editore.
Oltre ai libri, Watts ha collezionato anche numerosi Lp di musica jazz. Iniziò ad acquistarli già prima di arrivare al successo con gli Stones, spendendo tutti i suoi risparmi per i dischi di Johnny Dodds, Charlie Parker e Dizzy Gillespie, solo per citarne alcuni. Uno dei suoi album preferiti però era Walkin’ Shoes del Gerry Mulligham Quartet con Chico Hamilton alla batteria. Cercò più volte di imitarlo suonando lo strumento con alcune spazzole metalliche. «Fu incredibilmente influenzato dal jazz», ha proseguito Sexton. «Non solo dal ritmo, ma anche dal look. Voleva persino le magliette indossate dai cantanti nelle foto di copertina dei dischi». All’asta di Christie’s ci sarà anche la colonna sonora di Porgy and Bess. Firmata e annotata da George Gershwin, potrebbe fruttare fra 10 e 15 mila sterline (circa 11-23 mila euro).
Paolo Bonolis e Sonia Bruganelli mantengono la promessa e, dopo la separazione, dimostrano che tra loro non è cambiato nulla. L’ex coppia è in vacanza insieme a Formentera con la famiglia e gli amici.
Paolo Bonolis e Sonia Bruganelli insieme a Formentera
Anche da separati, i due hanno infatti deciso di trascorrere le vacanze insieme e sono volati sull’isola spagnola. Come ribadito più volte dopo la loro separazione, sono rimasti vicini e non hanno cambiato le proprie abitudini. Entrambi hanno sempre sostenuto l’importanza di continuare a rimanere uniti per l’amore dei propri figli e questa vacanza lo dimostra. Nelle storie condivise da Sonia Bruganelli si vedono alcuni momenti di una serata trascorsa in un noto locale dell’isola. Negli scatti compaiono non solo Paolo Bonolis e il figlio Davide ma anche gli amici storici, tra cui il giornalista Gabriele Parpiglia e il regista televisivo Roberto Cenci.
Relax dopo le registrazioni di Ciao Darwin
La vacanza è arrivata dopo le ultime fatiche del conduttore che ha appena finito di registrare le puntate della nuova stagione di Ciao Darwin e dopo un mese dalla notizia della separazione che la coppia aveva ufficializzato con un’intervista a Vanity Fair. Una conferma arrivata dopo una serie di rumors che si erano susseguiti ma che la coppia aveva sempre smentito per tutelare i figli. Infatti, come hanno successivamente dichiarato: «Desideravano che potessero metabolizzare la novità in privato prima di renderla pubblica». In occasione dell’intervista è stato chiaro il messaggio di Bruganelli e Bonolis che hanno parlato di una fine quasi naturale del loro amore che si era trasformato in qualcos’altro e della volontà di entrambi di restare uniti: «Siamo genitori, continueremo a fare le vacanze insieme, manterremo le stesse dinamiche. È questa la notizia. Non ci sono di mezzo terze persone o amanti». E a quanto pare, almeno per il momento, hanno mantenuto fede alle intenzioni.
Yamila Diaz, nata a Buenos Aires il 9 marzo 1976, è una modella di origini libanesi. Ha iniziato la carriera nel 1996 grazie a un talent manager italiano che l’ha notata mentre si trovava in vacanza in Uruguay.
Yamila Diaz: biografia e carriera
Yamila ha lavorato per alcuni anni a Milano e, nel 1999, ha iniziato a comparire all’interno della rivista Sports Illustrated Swimsuit Issu. Tre anni più tardi la modella è stata scelta per comparire nella copertina. È poi tornata a fare la cover girl della stessa rivista nel 2006 insieme ad altre colleghe. Sports Illustrated non è però l’unico magazine dove Yamila è comparsa durante gli Anni 2000. La Diaz è stata anche nelle copertine di GQ, Glamour, Marie Claire, Elle, Maxim e Harper’s Bazaar. Oltre ai giornali, ha sfilato come angelo di Victoria’s Secret, per le campagne pubblicitarie di Swish Jeans, Bebe ed è stata la prima testimonial latinoamericana dell’azienda CoverGirl. Qui in Italia, però, è ricordata per essere stata la protagonista del film di Leonardo Pieraccioni Il pesce innamorato, dove ha vestito i panni di Matilde.
Cosa fa oggi
Di Yamila Diaz si sono quasi totalmente perse le tracce. Probabilmente fa ancora parte di alcune delle agenzie di modelle come The Fashion Model Managemente e NEXT Model Management, di cui faceva già parte anni fa. I nostalgici della bella Matilde possono solo sperare di rivederla al cinema, perché per ora non vi sono avvisaglie di un imminente ritorno. La modella non è nemmeno presente sui vari social media. Pare avesse un account Instagram, poco aggiornato, ma non ve ne è più traccia.
Matteo Salvini dovrà penare da qui alle Europee per capire cosa la Lega voglia fare dopo le elezioni del 2024. E nel frattempo cresce la fronda interna contro la prospettiva di proseguire l’esperienza minoritaria di Identità e Democrazia, l’alleanza sovranista con i tedeschi di Afd, il Rassemblement National francese e altre destre radicali d’Europa.
La Lega e i compromessi necessari in Europa
Oggi il partito, tornato al governo con Draghi prima e Meloni poi, ha una componente che baratterebbe i fasti del 34 per cento con un maggior pragmatismo. Tra questi esponenti spicca il vicesegretario del Carroccio, Andrea Crippa, fedelissimo del leader, che a quanto risulta a Lettera43 si sta spendendo per convincerlo a scaricare gli alleati europei. La fase attuale è ritenuta troppo propizia per un nuovo mandato europeo da vivere da paria, senza poltrone operative nelle commissioni e nel processo decisionale. Il battibecco tra Salvini e Antonio Tajani che ha chiuso la porta a Afd e Le Pen evidenzia le difficoltà della Lega a smarcarsi dalle posizioni del segretario: Salvini dimostra di non cogliere appieno il funzionamento della macchina europea, la cui architettura impone dei compromessi tra Consiglio, Commissione, Parlamento. Una maggioranza aperta alle destre non solo popolari all’Eurocamera dovrà infatti confrontarsi con un Consiglio pieno di leader liberali o socialisti. Difficile dunque replicare in toto lo schema italiano dell’alleanza tra moderati, conservatori e sovranisti.
Crippa, Giorgetti, Fontana e Zaia: chi spinge per una nuova collocazione della Lega in Europa
Lo smarcamento nella Lega di figure come Crippa, che a Salvini deve l’intera ascesa politica, segnalano una complessità di vedute tra la linea del segretario e quella di diversi colonnelli. Contro il prolungamento dell’alleanza con i lepenisti e gli altri sovranisti ci sono big come Giancarlo Giorgetti, Attilio Fontana e Luca Zaia. Pragmatici nella ricerca di nuovi spazi d’influenza per il Carroccio valutano l’opportunità di cambiare bandiera. La destinazione ‘naturale’ sarebbe il Partito Popolare europeo, la realizzazione del vecchio sogno di Roberto Maroni di una Lega paragonabile alla Csu bavarese. Dal canto suo Salvini frena. Il segretario teme di essere schiacciato dagli alleati: Forza Italia è fortemente ancorata ai Popolari mentre Fratelli d’Italia è destinata a fare man bassa di voti. Per la Lega scelte troppo nette potrebbero essere penalizzati, un assist pericoloso a Giorgia Meloni. In secondo luogo, c’è il timore crescente che una volta uscito da Id, il partito possa comunque non essere accolto dal Ppe. Finendo così tra l’incudine e il martello.
Il gruppo di Strasburgo fa muro per mantenere lo status quo
Ma non finisce qui. Nel Carroccio si sta già facendo la conta sui possibili seggi nel prossimo emiciclo di Strasburgo. Nel 2019 la Lega con oltre il 34 per cento elesse 28 eurodeputati. Ora la previsione è di eleggerne, nella migliore delle ipotesi, tra i 7 e i 10. Se tutto va bene, «saranno circa un terzo. Di conseguenza verranno ridotte a un terzo le entrate tramite rimborsi e le posizioni da assegnare», ragionano con Lettera43 fonti leghiste. «La competizione per i seggi ha dunque un risvolto anche identitario». Per questo chi ha lavorato per anni facendo spesso una dura opposizione all’attuale Commissione non vuole vedersi tagliato fuori e rivendica la sua posizione con il segretario. Un anno fa, mentre in Italia la Lega era alla fine della sua esperienza draghiana, gli eurodeputati Alessandra Basso, Paolo Borchia, Susanna Ceccardi e Antonio Maria Rinaldi incontravano Marine Le Pen per discutere di come «cambiare l’Europa». E pochi giorni fa il capogruppo a Strasburgo Marco Campomenosi ha dichiarato che «chi fa patti ad excludendum in Ue di fatto vuole continuare a governare con i socialisti». Se i big di via Bellerio spingono per rompere l’asse con Le Pen, il gruppo di Strasburgo lotta per mantenere lo status quo. Nei prossimi mesi poi gli eurodeputati sotto pressione per la rielezione non potranno certo ammorbidire le critiche sugli attuali assetti dell’Unione. Nulla esclude un ragionamento successivo, va detto. Anche radicali no euro Alberto Bagnai e Claudio Borghi, ad esempio, al momento della prova hanno dato per oltre 50 volte la fiducia a Draghi nella scorsa legislatura. In casa Lega si guarda con sospetto ai cambiamenti e alle virate nette e si preferisce seguire un atteggiamento più pragmatico rispetto al passato: ogni cosa a suo tempo. Gli sviluppi politici in Europa, il proseguimento dell’esperienza di governo a Roma e i risultati delle Europee permetteranno di capire quale dei due campi interni alla Lega aveva ragione.
Sergio Castellitto è un attore e regista italiano nato a Roma il 18 agosto 1953. Ha esordito a teatro da giovanissimo dove ha lavorato con registi come Aldo Trionfo nel Candelaio ed Enzo Muzii nel Girotondo. Proprio a teatro, sul palco de Le tre sorelle di Cechov, ha conosciuto l’attrice e scrittrice Margaret Mazzantini che ha sposato nel 1987. Ben presto si è affermato non solo come attore del grande e del piccolo schermo ma anche come sceneggiatore e regista cinematografico e teatrale.
Sergio Castellitto: biografia e carriera
Apprezzato attore, Castellito si è affermato in ruoli comici e drammatici per poi ottenere piccole parti in pellicole come Tre fratelli, Sembra morto… ma è solo svenuto, di cui ha scritto anche il soggetto e collaborato alla sceneggiatura. Si è fatto conoscere al grande pubblico nelle commedie Piccoli equivocidi Ricky Tognazzi e Stasera a casa di Alicedi Carlo Verdone. A questi ruoli sono seguite le sue più importanti interpretazioni in film che l’hanno portato al grande successo come La carne di Marco Ferreri, L’ora di religione di Marco Bellocchio e Caterina va in città di Paolo Virzì. Nella sua carriera, che comprende una lunga filmografia, l’attore ha vinto due Nastri d’argento, con Il grande cocomero di Francesca Archibugi e L’uomo delle stelle di Giuseppe Tornatore, e un David di Donatello per Non ti muovere, tratto dall’omonimo romanzo di Margaret Mazzantini che ha diretto, sceneggiato ed interpretato. Nel 2008 è approdato a Hollywood interpretando Re Miraz nel colossal fantasy Le cronache di Narnia: il principe Caspian prodotto dalla Disney, mentre sul piccolo schermo ha ottenuto un grande successo di pubblico vestendo i panni di personaggi come Fausto Coppi, Don Lorenzo Milani, Padre Pio ed Enzo Ferrari.
Sergio Castellitto: moglie e figli
Dal 1987 Sergio è sposato con Margaret Mazzantini. I due hanno quattro figli: Pietro nato nel 1991, Maria nel 1997, Anna nel 2000 e Cesare nel 2006. Il primogenito ha seguito la carriera cinematografica con buoni riscontri di pubblico e critica recitando in La bellezza del somaro, È nata una stella, Venuto al mondo e La profezia dell’armadillo. Fra le sue interpretazioni di successo c’è quella di Francesco Totti nella mini serie tv di Sky Speravo de morì prima, dedicata all’ex capitano della Roma.
L’aggressione è avvenuta in un asilo di Lianjian, nella provincia sud orientale cinese del Guangdong, dove almeno sei persone sono morte, mentre un’altra è rimasta ferita. Fra le vittime, una educatrice, due genitori e tre bambini. L’attacco è iniziato questa mattina alle 7.40 di lunedì 10 luglio (ora locale). Secondo quanto ha reso noto la polizia, il giovane di 25 anni che ha compiuto l’attacco, armato di coltello, è stato arrestato e identificato con il cognome di Wu.
La Cina e gli attacchi con coltello nelle scuole
Circa dieci anni fa, era stato l’allora premier Wen Jiabao, con un discorso in televisione, a promettere una migliore sicurezza nelle scuole per prevenire ed evitare questo tipo di assalti ricorrenti, ma gli attacchi sono andati avanti. L’ultimo in ordine di tempo è avvenuto lo scorso agosto in un asilo della provincia sudorientale di Jiangxi, con l’uccisione di tre persone e il ferimento di altre sei. Sempre nell’aprile del 2021 due bambini sono stati uccisi e altri 16 feriti in un assalto a Beiliu City, nella regione autonoma del Guangxi Zhuang, mentre a ottobre del 2018, erano stati feriti 14 bambini in un nido di Chongqing. Il ricorso all’utilizzo del coltello come tipologia di arma è dovuto in particolare alla severe politiche del Paese contro il possesso illegale.
La paura è la prima emozione che descrive. La paura di essere finita «in una cosa più grande» di lei. La 22enne che ha denunciato di aver subìto violenza sessuale dal figlio di Ignazio La Russa, Leonardo Apache, parla al Corriere, attraverso le parole affidate al suo legale, Stefano Benvenuto: «Ho detto solo la verità, voglio affrontare questa vicenda sino alla fine perché penso si debba avere il coraggio di affrontare le conseguenze di una violenza senza vergognarsene».
Le chat dalla stanza di casa La Russa
Il quotidiano rivela il contenuto di alcuni dei messaggi che la giovane invia a un’amica al risveglio nella camera di casa La Russa, dai quali emerge come non si ricordi nulla di come sia arrivata nell’abitazione: «Amo (amore, ndr) mi sono risvegliata da La Russa… (…) ma che problemi ho… o mi hanno drogata. Non mi ricordo bene, non va bene, faccio troppi casini. Non sono normale, raccontami di ieri». Poco più tardi, la mattina del 19 maggio, sarebbe stato lo stesso Leonardo a dirle che avevano avuto un rapporto sessuale sotto effetto di stupefacenti dopo la serata nella discoteca Apophis di Milano. L’amica intanto le risponderà di scappare scrivendole «scherzi, va’ via subito».
Il racconto dell’amica sulla serata
La conversazione tra le due ragazze riportata dal Corriere prosegue, la ventiduenne cerca di capire cosa le sia successo attraverso le parole di chi si trovava con lei la sera prima: «Amo penso che lui ti abbia drogata, ma tu non mi ascoltavi ieri» perché «sei corsa via e non ti ho più trovata». E aggiunge «fino a quando lui ti ha offerto il drink, tu eri stata normale, eri stranormale. Avevamo fatto delle strisce (probabilmente di cocaina, ndr) anche lì all’Apophis», ma «non è quello che ti ha fatto diventare strana», perché «è dopo il drink che sei diventata strana strana. Lo continuavi a baciare».
L’amica della giovane le racconta di aver tentato di portarla via, ma di non esserci riuscita, perdendola poi di vista. A quel punto la ragazza crolla, parla della vergogna che sente e del desiderio di andarsene mentre aspetta che Leonardo le porti le sue cose. Si risentiranno solo nel pomeriggio quando la giovane si recherà alla clinica Mangiagalli per essere visitata. Spetterà ora alla pm Rosaria Stagnaro e dell’aggiunto Letizia Mannella procedere con l’inchiesta per capire cosa sia accaduto nella notte tra il 18 e il 19 maggio.