La preghiera tra Re Carlo e Papa Leone, la nota stonata di Kyle Paisley: "Il re dovrebbe abdicare"
Il figlio del fondatore del Partito unionista democratico: "Non è fedele al suo giuramento di difendere la fede protestante". Il padre Ian interruppe Giovanni Paolo II al Parlamento europeo con "Ti denuncio, Anticristo!"

La storica preghiera in Cappella Sistina tra Re Carlo III e Papa Leone XIV, che ha puntellato la visita di Stato dei Reali inglesi presso la Santa Sede, è stata segnalata su media italiani e britannici (e di tutto il mondo), come un evento epocale: da 500 anni un sovrano inglese non compiva un gesto di unità e di ecumenismo come quello di oggi. Vale a dire dallo scisma anglicano di Enrico VIII del 1534. L’incontro di oggi è stato letto da alcuni come una pietra miliare nella riconciliazione, da altri come una prova della storica identità protestante della Corona.
Eppure, nel clima di festosa accoglienza e di profondo entusiasmo per un momento già entrato negli annali della Chiesa, e della storia della Corona inglese, si inserisce una nota stonata: secondo il figlio del fondatore del Partito Unionista Democratico, Ian Paisley, re Carlo III dovrebbe abdicare per aver pregato accanto al papa cattolico a Roma. Intervenendo al programma TalkBack di BBC Radio Ulster, Kyle Paisley ha affermato - poi ripreso dal Catholic Herald - che il re non sarebbe “fedele al suo giuramento” di sostenere la fede protestante se si unisse al Papa in preghiera in Vaticano (cosa puntualmente verificatasi).
La preghiera in Sistina nel segno di un rinnovato ecumenismo: Carlo III in Vaticano con Papa Leone
“Il Re dovrebbe difendere la fede protestante” ha affermato Paisley. “Pregando con il Papa, infrange il suo giuramento e non mantiene la promessa di difendere una fede riformata quando si comporta in quel modo”. Alla domanda se il monarca avrebbe dovuto abdicare qualora avesse continuato, ha risposto: “Sì, perché non credo che stia mantenendo il suo giuramento”.
Paisley ha anche avvertito che “la fede protestante, storicamente e teologicamente, è un mondo a parte rispetto al cattolicesimo” e ha aggiunto: “Non riesco proprio a capire come possa impegnarsi in quel tipo di culto collettivo. Dà l'impressione che non sia sostanzialmente diverso”. L’esponente unionista ha sostanzialmente criticato proprio quell’approccio ecumenico che l’evento di oggi si prefiggeva di abbracciare.

Su Facebook, Paisley ha poi scritto che l'incontro rappresentava “forse l'evento più significativo nel mondo religioso” e si è chiesto se la sua tempistica, cinque secoli dopo il primo Nuovo Testamento in lingua inglese di William Tyndale, fosse “una mera coincidenza o un tempismo cinico”. Il figlio di Ian Paisley ha accusato la Casa Reale di essersi allontanata dal “loro protestantesimo professato”, affermando: “Con un atto di culto collettivo con il capo di una Chiesa che ancora descrive l'Inghilterra come ‘dote di Maria’ il nostro Re ha rinnegato il Vangelo cristiano, ha sfidato la Sacra Scrittura, ha smentito il suo giuramento e ha dimostrato di non essere affatto ciò che dice di essere: un vero protestante”.
Il Coro della Cappella Sistina canterà insieme al Coro della Cappella di San Giorgio, di Windsor, e al Coro della Cappella Reale di Sua Maestà, di St. James Palace, su testi di Sant’Ambrogio tradotti in inglese da Sant’Harry Newman, protestante convertitosi al cattolicesimo e proclamato Dottore della Chiesa il prossimo 1° novembre.
L'intervento di Kyle Paisley ricorda la posizione del padre, focoso fondatore del Free Presbyterian e leader del DUP, che denunciò Papa Giovanni XXIII nel 1963 e interruppe il discorso di Giovanni Paolo II al Parlamento europeo nel 1988, gridando: “Ti denuncio, Anticristo”.
Fonte: www.rainews.it