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Svezia, troppe renne investite per strada: l’allarme dei Sami
In Svezia, sempre più renne sono vittima di incidenti stradali. Attirate dal sale utilizzato durante l’inverno per impedire la formazione di ghiaccio sull’asfalto, tendono a lasciare i boschi per avventurarsi nelle aree urbane, finendo così investite dalle automobili in transito. Secondo un rapporto della polizia, fra l’ottobre 2018 e lo stesso mese del 2023, hanno perso la vita almeno 10 mila esemplari in altrettante collisioni, ma il numero potrebbe essere molto più alto. Per questo motivo il popolo indigeno dei Sami, tramite il suo parlamento con sede nella città settentrionale di Kiruna, ha chiesto un immediato intervento del governo di Stoccolma. «È un vero cimitero di animali», ha raccontato al Guardian Joacim Lundqvist, coordinatore della polizia per la fauna selvatica. «In alcuni punti, anche in brevi tratti, giacciono fino a 15 esemplari».

Svezia, per salvare le renne chiesti limiti di velocità e recinzioni
La zona più colpita della Svezia sarebbe la strada tra Skröven e Moskojärvi, non lontano dalla città di Kiruna. L’arteria che collega le due aree urbane, soprattutto negli ultimi anni, ha assistito a un incremento continuo del traffico, alimentato dalle fiorenti attività industriali per l’estrazione mineraria. «È molto triste vedere i propri animali morire per questi incidenti», ha spiegato Jan Rannerud, membro del parlamento Sami della Svezia. «È un fardello pesante per tutti coloro che ne sono colpiti ogni giorno». Per proteggere gli animali, di cui rimarrebbero appena 300 mila esemplari in tutto il Paese, si chiedono dunque limiti di velocità più bassi e recinzioni per le zone di caccia e per le riserve naturali.

Gli incontri sempre più frequenti fra l’uomo e le renne sono frutto anche della crisi climatica. Temperature sempre più calde hanno infatti sciolto la neve sulle montagne, rendendo difficoltosi sia lo spostamento sia la ricerca di cibo per le mandrie, che hanno quindi cercato rifugio più a valle. Sotto accusa anche la scarsa attenzione di Stoccolma per il problema, nonostante siano state presentate numerose segnalazioni. «Lo Stato preferisce pagare pochi spiccioli per un esemplare morto piuttosto che costruire un recinto da milioni di euro», ha ricordato Rannerud. «La situazione però sta peggiorando ed è ormai insostenibile».