Daily Archives: 2 Settembre 2023

Mohammed al-Fayed morto a 94 anni: addio all’uomo d’affari egiziano padre di Dodi

È morto a 94 anni l’uomo d’affari egiziano Mohammed Al-Fayed. La notizia è stata diffusa dal Fulham Football club, di cui era stato proprietario fino al 2013. «Tutti al Fulham sono stati incredibilmente rattristati nell’apprendere della morte del nostro ex proprietario e presidente, Mohamed Al Fayed. Abbiamo un debito di gratitudine con Mohamed per quello che ha fatto per il nostro club, e i nostri pensieri ora vanno alla sua famiglia e ai suoi amici in questo momento così triste», si legge sulla pagina Twitter del club. La notizia è stata confermata dalla famiglia in un comunicato: «La signora Al-Fayed, i suoi figli e i suoi nipoti desiderano confermare che il suo amato marito, il loro padre e il loro nonno, Mohamed, è morto serenamente di vecchiaia mercoledì 30 agosto 2023». Una data vicina a quella in cui morì il figlio Dodi (31 agosto 1997), rimasto vittima di un incidente stradale a Parigi insieme alla principessa Diana.

Ustica, Amato: «Un missile francese colpì il Dc9, Macron chieda scusa»

Il Dc9 dell’Itavia precipitato vicino a Ustica il 27 giugno 1980 è stato abbattuto da un missile francese. Lo ha sostenuto, in un’intervista a La Repubblica, l’ex premier Giuliano Amato. «Era scattato un piano per colpire l’aereo sul quale volava Gheddafi, ma il leader libico sfuggì alla trappola perché avvertito da Craxi che aveva avuto una soffiata», ha raccontato in merito alla strage che causò 81 vittime.

Amato: «Strage di Ustica responsabilità di francesi e americani»

Secondo l’ex inquilino di Palazzo Chigi, la versione della responsabilità francese («con la complicità degli americani e di chi partecipò alla guerra aerea nei nostri cieli la sera di quel 27 giugno») è quella più credibile. Il piano, ha spiegato, prevedeva di simulare un’esercitazione della Nato, con molti aerei in azione, nel corso della quale sarebbe dovuto partire un missile contro il leader libico. «L’esercitazione era una messa in scena che avrebbe permesso di spacciare l’attentato come incidente involontario», ha sostenuto per poi raccontare da dove giungono le sue convinzioni. Quando era sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, nel 1986, i generali volevano convincerlo della «tesi della bomba» esplosa dentro l’aeromobile. Lui non fu mai convinto della correttezza di questa ipotesi, anche perché gli squarci suggerivano un impatto esterno con materiale esplosivo. Dopo aver reso pubbliche le sue opinioni sulla strage, Amato ha più volte sollecitato i presidenti Clinton e Chirac a fare luce sui fatti, senza mai avere un effettivo riscontro.

La richiesta di scuse alla Francia 

A distanza di oltre 40 anni, ha continuato, «l’Eliseo può lavare l’onta che pesa su Parigi», contando che ha un presidente giovane e anagraficamente estraneo alla tragedia: «Può toglierla solo in due modi: o dimostrando che questa tesi è infondata, oppure, una volta verificata la sua fondatezza, porgendo le scuse più profonde all’Italia e alle famiglie delle vittime in nome del suo governo». Non è comprensibile, a suo dire, la scelta di continuare a occultare la verità coprendo il delitto per «una ragion di Stato» o per «una ragion di Nato»: «Sono stati uccisi 81 innocenti passati lì per caso. E quindi resta un delitto gravissimo».

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