Daily Archives: 24 Novembre 2023

Le condizioni di Alberto Scagni dopo l’aggressione in carcere

Alberto Scagni, il 42enne di Genova che ha ucciso la sorella Alice l’1 maggio 2022 e che per questo sta scontando una condanna di primo grado a 24 anni e quattro mesi, è stato ricoverato in ospedale in condizioni critiche dopo essere stato vittima di un’aggressione da parte di altri due detenuti nella sezione protetta del carcere di Sanremo.

Alice Scagni, uccisa dal fratello iil 1 maggio 2022
Alice Scagni, uccisa dal fratello il 1 maggio 2022 (X).

Il sequestro e le torture in carcere

In base a quanto riferito sulla vicenda, pare che Alberto Scagni sia stato tenuto per più di due ore in ostaggio da due detenuti che lo hanno picchiato violentemente, quasi fino ad ucciderlo. L’intervento della polizia penitenziaria ha permesso di trarre in salvo l’uomo, che è stato trasportato all’ospedale in condizioni critiche Per i due aggressori è scattata l’accusa di tentato omicidio e sequestro di persona.

Le condizioni di Scagni

Fin da subito dopo l’intervento della polizia penitenziaria, era emerso che le condizioni di salute di Alberto Scagni fossero molto gravi. Entrato in codice rosso all’ospedale Borea di Sanremo, il detenuto è stato intubato e, al momento, è in coma farmacologico. La sua stanza è piantonata dagli agenti delle forze dell’ordine. Il referto parla di diverse fratture, tra cui quella del naso, con il detenuto che sarebbe stato colpito violentemente con sedie e badili. Non è la prima volta che Scagni subisce un’aggressione in carcere: era stato già picchiato nell’istituto di Marassi appena dopo il suo ingresso nella struttura.

Previsioni meteo, dal weekend arriva l’inverno con aria gelida dalla Finlandia

In arrivo dal 25 novembre una massa d’aria gelida: crollo vertiginoso delle temperature accompagnato anche da forti venti ovunque mentre le piogge interesseranno solo il Sud nella giornata di sabato; domenica sarà all’insegna del sole e del freddo, ma con tempo asciutto su tutta l’Italia. Sono le previsioni meteo di Antonio Sanò, fondatore del sito iLMeteo.it, per quanto riguarda il weekend. Entrando più nel dettaglio, una vasta massa d’aria gelida arriverà dal Circolo polare artico finnico, dalla Finlandia attraverserà Repubbliche Baltiche, Polonia e raggiungerà il Mediterraneo.

Il meteo del weekend: sabato all’insegna del gelo

Domani, sabato 25 novembre, dunque sarà inverno e la novità di questo crollo delle temperature sarà la durata: tutta la prossima settimana è prevista sotto la media del periodo, soprattutto al Nord dove potrebbe arrivare anche la neve in Pianura Padana. Dalla serata di venerdì, inoltre, l’aria artica inizierà a sfondare verso l’Italia dalle Alpi con un ingresso via via più marcato: nella notte e fino a domattina forte vento di Foehn anche in Pianura Padana, mentre i cieli si copriranno tra Lazio, Marche, Abruzzo, Molise e su tutto il Sud con rovesci a tratti intensi e nevicate sugli Appennini anche sotto i 1000 metri.

Domenica di sole, ma ancora freddo

Domenica 26 novembre è attesa una giornata prevalentemente con il sole, salvo veloci rovesci in Puglia e sul basso Tirreno. Al momento si prevede neve in pianura sul Piemonte nella notte tra il 27 e il 28 novembre, con possibile replica nei primi due giorni di dicembre. E ancora, al Nord farà molto freddo all’alba, così come al Centro dove sono attesi anche dei tratti ventosi. Sole anche al Sud, ma con freddo fin dal primo mattino.

Studente 15enne sferra un pugno a una docente a scuola

Sferrato un pugno al petto di una delle sue insegnanti: protagonista dell’episodio violento, avvenuto giovedì 23 novembre nell’Its Rossi Doria di Marigliano, in provincia di Napoli, è uno studente 15enne che frequenta l’istituto.

L’insegnante si è recata in ospedale

L’insegnante, che ha 64 anni, visibilmente impaurita, si è recata in ospedale per farsi visitare. I sanitari non hanno ritenuto di emettere nei suoi confronti una prognosi. Per fortuna sta bene. Nella scuola sono intervenuti i carabinieri e il ragazzo è stato affidato ai suoi genitori.

Benzina ai minimi dell’anno: self a 1,813 euro al litro

Nonostante il rimbalzo delle quotazioni dei prodotti raffinati, continuano a scendere i prezzi dei carburanti alla pompa, con la benzina a due millesimi dal minimo dell’anno di maggio e il gasolio sotto 1,8 euro al litro. Stando alla rilevazione di Staffetta Quotidiana, Q8 ha ridotto di un centesimo al litro i prezzi consigliati di benzina e gasolio. Per Tamoil registrato un ribasso di un centesimo al litro.

Le medie dei prezzi praticati

Queste sono le medie dei prezzi praticati comunicati dai gestori all’Osservatorio prezzi del ministero delle Imprese e del made in Italy ed elaborati da Staffetta Quotidiana, rilevati alle 8 del 23 novembre su circa 18 mila impianti: benzina self service a 1,813 euro/litro (-2 millesimi, compagnie 1,815, pompe bianche 1,810), diesel self service a 1,793 euro/litro (-2, compagnie 1,796, pompe bianche 1,786). Benzina servito a 1,955 euro/litro (-2, compagnie 1,994, pompe bianche 1,876), diesel servito a 1,935 euro/litro (-1, compagnie 1,976, pompe bianche 1,851). Gpl servito a 0,721 euro/litro (invariato, compagnie 0,729, pompe bianche 0,712), metano servito a 1,454 euro/kg (+2, compagnie 1,456, pompe bianche 1,452), Gnl 1,430 euro/kg (invariato, compagnie 1,434 euro/kg, pompe bianche 1,427 euro/kg). Questi sono i prezzi sulle autostrade: benzina self service 1,902 euro/litro (servito 2,167), gasolio self service 1,880 euro/litro (servito 2,151), Gpl 0,848 euro/litro, metano 1,537 euro/kg, Gnl 1,472 euro/kg.

Guerra in Ucraina, quell’editoriale dei due americani che spiega bene la stanchezza dell’Occidente

Relegato nelle pagine dei commenti, la Repubblica ospita un intervento a quattro mani sulla guerra in Ucraina, che dal 7 ottobre, cioè dopo l’attacco di Hamas a Israele, è diventata una guerra “dimenticata”. Gli autori sono Richard Haass, un diplomatico di peso che ha rivestito ruoli apicali durante e dopo  l’amministrazione di Bush figlio, e un professore della Georgetown University di Washington, Charles Kupchan, che nel suo libro più conosciuto, La fine dell’era americana (pubblicato in Italia da Vita e Pensiero, la casa editrice milanese dell’Università Cattolica) teorizzava l’ineluttabile declino dell’impero a stelle e strisce incominciato all’indomani della caduta del Muro.

Guerra in Ucraina, quell’editoriale dei due americani che spiega bene la stanchezza dell’Occidente
Richard Haass, diplomatico Usa (Getty).

Altro che Crimea riconquistata e spezzeremo le reni a Mosca

L’articolo è interessante anche per la tecnica antifrastica cui sembra ispirarsi, ossia dire una cosa per affermare esattamente il suo contrario. I due autori, dopo aver fatta propria la tesi che l’Ucraina non dovrebbe rinunciare al ripristino della sua integrità territoriale, inanellano tutta una serie di argomentazioni atte a demolirla. Vediamo di riassumere: Kyiv questa guerra non la potrà mai vincere, la sua strombazzata controffensiva sul campo si è impantanata in una situazione di stallo che l’inverno alle porte renderà ancora più palese, Volodymyr Zelensky invece di pensare a sconfiggere i russi si preoccupi di riorganizzare e difendere l’80 per cento del territorio che è rimasto sotto il suo controllo. Altro che Crimea riconquistata e spezzeremo le reni a Mosca. Qui si tratta di salvare l’esistenza dello Stato ucraino fermando la guerra, mettendolo in sicurezza e procedendo alla sua ricostruzione.

Guerra in Ucraina, quell’editoriale dei due americani che spiega bene la stanchezza dell’Occidente
Volodymyr Zelensky con la moglie in visita in America (Getty).

Ci si accontenti di quello che si ha e si è riusciti a salvare

Se fossero italiani, Haass e Kupchan verrebbero inseriti di diritto in cima alla lista dei filo putiniani ed esposti al ludibrio da coloro che senza se e senza ma sono per la vittoria totale di Kyiv sugli invasori fino alla riconquista dell’ultimo centimetro di terra occupato. In realtà i due si fanno corifei della stanchezza dell’Occidente verso un conflitto di cui nemmeno la fornitura delle armi più sofisticate può ribaltare le sorti a favore dell’Ucraina. L’appello finale non è però si fermino i cannoni e si dia spazio alla diplomazia, cosa facilmente confutabile da quanti sostengono a ragione che Vladimir Putin non ha alcuna intenzione di sedersi al tavolo di una ipotetica trattativa. Ma ci si accontenti di quello che si ha e si è riusciti a salvare (un eufemismo, vista la devastazione che ha cancellato città e villaggi ucraini) e l’Occidente si impegni a difenderlo onde dissuadere definitivamente Mosca dalla tentazione di prendersi più di quel 20 per cento che ora controlla.

Messaggio chiaro per Zelensky, tradotto dal diplomatichese

Finale che farà discutere e darà fuoco alle polveri della polemica: «Gli Stati Uniti hanno bisogno di darsi da fare adesso con l’Ucraina per indirizzarsi verso una nuova strategia che rifletta le realtà militari e politiche oggettive. Fare altrimenti significa scommettere in modo sconsiderato sul futuro dell’Ucraina». Tradotto dal diplomatichese: caro Zelensky, si accontenti e finiamola qui il prima possibile.

Gli effetti della possibile vittoria di Trump in Italia: tra i sovranisti nostrani solo Meloni resterebbe fregata

La stampa progressista si sta agitando per il gran ritorno di Donald Trump, a partire dall’Economist (“Il più grande pericolo mondiale del 2024”, titola il settimanale britannico). L’ex presidente degli Stati Uniti vincerà agilmente le primarie del Grand Old Party, il Partito Repubblicano, in crisi di idee e di alternative. Al punto che persino gli avversari di Trump in realtà sono degli imitatori del miliardario, come il giovane imprenditore Vivek Ramaswamy, che nei dibattiti svetta come uno dei più estremisti tra gli sfidanti. Rimane insomma valido il detto che fra la brutta copia e l’originale, la gente preferisce l’originale. Un po’ come dalle nostre parti, in questi anni, l’elettorato manettaro ha preferito il giustizialismo autentico del M5s a quello annacquato del Partito Democratico.

Gli effetti della possibile vittoria di Trump in Italia: tra i sovranisti, solo Meloni resterebbe fregata
Donald Trump in Texas (Getty Images).

Biden, considerato troppo vecchio, è dato per spacciato

Ma una volta vinte le primarie del GOP, Trump riuscirà a vincere anche le elezioni presidenziali? Un paio di settimane fa un sondaggio del New York Times, non esattamente un quotidiano conservatore, dava Trump in vantaggio in cinque dei sei cosiddetti Swing States, cioè quelli in bilico, in cui può alternativamente vincere o il candidato democratico o il candidato repubblicano. Contro Joe Biden, come già emerso in altri sondaggi, pesa il fattore età. Il 20 novembre il presidente degli Stati Uniti d’America ha compiuto 81 anni. Donald Trump è più giovane di lui di soltanto quattro anni ma evidentemente appare nettamente più giovanile agli occhi dell’elettorato. Secondo il sondaggio del New York Times, il 71 per cento degli intervistati pensa che Biden sia “troppo vecchio” per essere un presidente efficace, un’opinione largamente condivisa anche dall’elettorato democratico, visto che anche il 54 per cento dei sostenitori di Biden pensa che sia troppo vecchio. Solo il 19 per cento dei sostenitori di Trump pensa che l’ex presidente degli Stati Uniti sia troppo vecchio e solo il 39 per cento di tutto l’elettorato ritiene che lo sia. Il 62 per cento degli elettori americani pensa che Biden non abbia l’acutezza mentale per essere efficace. Saranno pure tutte fesserie, visto che alla stessa età, nel 1957, Konrad Adenauer rivinceva le elezioni e avviava il suo terzo governo della Germania Ovest, ma nell’elettorato americano la questione dell’età di Biden è ampiamente dibattuta. Sicché il capo della Casa Bianca viene dato per spacciato e descritto come un anziano signore che dovrebbe farsi da parte. Non si sa bene però a chi potrebbe lasciare il posto, visto che la sua vice, Kamala Harris, è persino meno popolare di lui.

Gli effetti della possibile vittoria di Trump in Italia: tra i sovranisti, solo Meloni resterebbe fregata
Joe Biden (Getty Images).

Con Trump partirà il riposizionamento: da Salvini a ‘Giuseppi’. L’unica a rimanere fregata potrebbe essere Meloni

Chissà quanto ci metteranno i sovranisti di casa nostra, in testa Matteo Salvini, a congratularsi per l’ottima performance del miliardario americano, che nonostante la zavorra di incriminazioni procede spedito verso la vittoria alle primarie di un partito, il Gop, ormai saldamente trumpizzato. Chissà quanto ci metterà Salvini a vestirsi come il tizio agghindato da sciamano che il 6 gennaio 2021 coprì di disonore i conservatori americani. Sarà il trionfo del riposizionamento, vedrete: Salvini metterà da parte i calici per il recentissimo trionfo di Geert Wilders in Olanda e ripescherà la mascherina di Trump. Un modo anche per differenziarsi da Giorgia Meloni, che nel frattempo ha curato il suo atlantismo così bene da non trovarsi affatto male con l’attuale presidente degli Stati Uniti. E se Biden alla fine fosse davvero il cavallo perdente? Bè a quel punto festeggerebbe anche Beppe Conte, Giuseppi per il suo vecchio amico Trump, anche lui punto fortissimo di riferimento di tutti i forgotten men – direbbe l’omologo italo-americano di un noto ex segretario del Pd, chiamiamolo, chessò, Nick Zingaretti – che, da J.D. Vance in poi sono stati folgorati sulla via della Trump Tower.

Gli effetti della possibile vittoria di Trump in Italia: tra i sovranisti, solo Meloni resterebbe fregata
Giuseppe Conte, Donald Trump e la First Lady Melania a Londra nel dicembre 2019 (Imagoeconomica).

La presidente del Consiglio ha trovato in Biden un alleato più prezioso di quelli che ha in casa

Già, perché l’ex presidente degli Stati Uniti è riuscito anche a conquistare le simpatie di chi non lo amava affatto, proprio come l’autore di Elegia americana – libro-manifesto che racconta meglio di qualsiasi altro saggio perché gli svantaggiati si sono trovati a votare per un miliardario che diceva di volerli rappresentare – che alla fine è riuscito a farsi eleggere al Senato grazie al sostegno trumpiano. Saranno tutti contenti, insomma; l’unica che rischia di rimanere fregata è proprio la presidente del Consiglio, che dall’ormai celebre e celebrato viaggio di luglio in poi sembra aver trovato in Biden un alleato più prezioso di quelli che ha (e anche di quelli che aveva) in casa.

Nuova accusa di stupro per Puff Daddy

Nuovi guai per Puff Daddy, citato in giudizio da una donna, Joi Dickerson-Neal, che afferma di essere stata drogata e aggredita sessualmente nel 1991, a New York, dal rapper e produttore statunitense. Vero nome Sean Combs, l’artista ha recentemente risolto con un risarcimento extragiudiziario un’analoga causa per violenza sessuale intentata dalla cantante R&B ed ex compagna Cassandra “Cassie” Ventura. Dickerson-Neal, tra l’altro, un anno prima dei fatti denunciati era apparsa proprio insieme a Puff Daddy, allora “solo” producer, nel video di Straight From The Soul, brano di Finesse e Synquis.

Nuova accusa di stupro per Puff Daddy. La presunta vittima ha raccontato di essere stata violentata dal rapper e produttore nel 1991.
Joi Dickerson-Neal e Puff Daddy nel video di Straight From The Soul.

I fatti sarebbero avvenuti il 3 gennaio 1991: il racconto di Dickerson-Neal

Secondo la denuncia, il 3 gennaio 1991 la presunta vittima «con riluttanza» accettò di incontrare Puff Daddy in un ristorante di Harlem dove lavorava, e qui lui «la spinse a tenergli compagnia mentre si occupava di alcune cose in città». In quei giorni, ha raccontato fu drogata a sua insaputa, «finendo in uno stato fisico in cui non poteva stare in piedi o camminare in modo indipendente». Puff Daddy l’avrebbe così portata nel luogo in cui alloggiava, aggredendola sessualmente. La denunciante ha aggiunto di aver appreso, in seguito, che lui aveva aveva filmato segretamente l’incontro, mostrandolo poi a un certo numero di persone. La donna che ha sporto denuncia ha spiegato che, dopo i fatti, la sua vita è andata in tilt: a causa di problemi di salute mentale, è stata infatti costretta ad abbandonare il college.

Nuova accusa di stupro per Puff Daddy. La presunta vittima ha raccontato di essere stata violentata dal rapper e produttore nel 1991.
Puff Daddy (Getty Images).

La denuncia presentata prima della scadenza dell’Adult Survivor Act

La denuncia è stata presentata prima della scadenza dell’Adult Survivor Act, che per un anno fino a giovedì 23 novembre ha permesso querele civili per fatti penalmente prescritti: proprio in questi giorni denunce per aggressione sessuale sono state inoltrate alla Corte suprema statale a carico dell’attore Jamie Foxx, del cantante dei Guns N’Roses Axl Rose, del sindaco di New York Eric Adams e dell’ex Ceo dei Grammy Neil Portnow. «Questa causa dell’ultimo minuto è un esempio di come una legge fatta con buone intenzioni possa essere usata nel modo sbagliato. La storia della signora Dickerson, vecchia di 32 anni, è inventata e non credibile», ha detto un portavoce di Puff Daddy.

Dublino, tre bambini accoltellati fuori da una scuola. Scontri in città

Cinque persone sono rimaste ferite nel corso di un attacco a Dublino, in Irlanda,  giovedì 23 novembre intorno alle 13.30, ora locale, a colpi di coltello. Tre delle persone ferite sono dei bambini. Una di loro è in condizioni gravi. Dei due adulti ad essere stati colpiti, una donna è in condizioni serie, mentre un uomo presenterebbe ferite meno gravi. La polizia ha detto di non ritenere che l’attacco sia legato a un movente terroristico e ha affermato che l’unico responsabile è già in stato di arresto.

Preso il responsabile dell’attacco alla scuola

L’attacco è avvenuto nei pressi di una scuola, la Gaelscoil Coláiste Mhuire, a Parnell Square, vicino a O’Connell Street, una delle strade più note di Dublino. Il responsabile dell’attacco alla scuola, un uomo «sulla cinquantina», è stato arrestato. L’arma dell’attacco, un lungo coltello, è stata recuperata. Secondo fonti di polizia citate dall’Irish Times l’attentatore presentava delle ferite che si è auto inflitto. Lo stesso quotidiano sostiene che a fermare il responsabile sarebbero stati i passanti.

Disordini in città, la polizia: «Innescati da fazioni di estrema destra»

Poche ore dopo l’episodio, nelle vicinanze della scuola presa di mira sono scoppiati violenti incidenti e un’auto della polizia è stata data alle fiamme. Il commissario di polizia Drew Harris ha affermato che dietro i disordini c’è una «fazione completamente folle guidata dall’ideologia di estrema destra». Cartelli «Irish Lives Matter» e bandiere irlandesi sono stati portati in piazza da centinaia di manifestanti durante gli scontri scoppiati in questo quartiere dove sono presenti numerosi immigrati. Oltre all’auto della polizia, i manifestanti hanno incendiato anche un autobus e diverse auto utilizzando bottiglie molotov. Presi di mira anche negozi che sono stati saccheggiati in particolare nelle vicinanze di O’Connel Street. Le autorità della capitale sono state costrette a interrompere il trasporto pubblico in alcune zone della città. Ai disordini ha partecipato qualche centinaio di persone. Secondo fonti della polizia la rivolta sarebbe stata innescata da notizie false che si sono diffuse in serata.

L’andamento di Borsa italiana e spread oggi 24 novembre 2023

Dopo la seduta positiva di ieri, giovedì 23 novembre, c’è grande attesa per l’apertura delle Borse europee. I listini hanno chiuso in rialzo nel giorno in cui Wall Street è rimasta chiusa, per la ricorrenza del Ringraziamento. Milano ha concluso la seduta con un rialzo dello 0,28% e l’indice Ftse Mib a 29.235 punti. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi a quota 176 punti base.

Le quotazioni delle Borse e l’andamento dello spread in tempo reale

1.45 – Tokyo, apertura in calo (-0,45%)

La Borsa di Tokyo avvia gli scambi in ribasso, seguendo il ritracciamento degli indici azionari statunitensi, in particolare la tecnologia, dopo le indicazioni di Nvidia che – nonostante il fatturato più che triplicato – ha segnalato come il bando alle esportazioni di chips di alta fascia in Cina possa essere un ostacolo al miglioramento dei risultati nel quarto trimestre. In apertura il listino di riferimento Nikkei segna una flessione dello 0,45% a quota 33.235,07, con una perdita di 119 punti. Sul fronte valutario lo yen è stabile sul dollaro dai minimi in un anno a 148,20 e sull’euro a 161,80.

2.55 – Hong Kong negativa, apre a -0,78%

La Borsa di Hong Kong cede terreno in avvio di seduta: l’indice Hang Seng perde lo 0,78%, a 17.771,75 punti. L’indice Composite di Shanghai cede nelle prime battute lo 0,05% a 3.060,33, mentre quello di Shenzhen perde lo 0,58% scivolando a quota 1.920,85.

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